Secondo l’ONU Israele a Gaza ha colpito scuole e rifugi

Da un’inchiesta risulta che Israele è responsabile di aver colpito scuole e rifugi delle Nazioni Unite a Gaza

 

Ban Ki-moon condanna gli attacchi, compreso quello alla scuola delle Nazioni unite, in cui furono uccise 20 persone e ferite dozzine, qualificandoli “ questione di estrema gravità”

Peter Beaumont, Gerusalemme

The Guardian – Lunedì 27 aprile 2015

Israele è responsabile per aver colpito sette siti delle Nazioni Unite utilizzati come rifugi per i civili durante la guerra di Gaza del 2014, azione in cui sono morti 44 palestinesi e 227 sono rimasti feriti:

questa la conclusione di un’inchiesta ordinata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.

Presentando il rapporto lunedì, Ban ha condannato gli attacchi definendoli “una questione di estrema gravità” e ha detto che “coloro che hanno confidato di essere al sicuro e che hanno chiesto e ottenuto riparo in quei luoghi si sono viste negare le loro speranze e la loro fiducia.” Ban ha ribadito che i siti ONU erano “inviolabili”.

Il problema è particolarmente delicato in quanto la posizione delle strutture dell’ONU – comprese le scuole usate come rifugi – viene regolarmente comunicata all’esercito israeliano ed aggiornata in tempo di guerra. Le critiche di Ban sono state pubblicate in una lettera che riassumeva un rapporto interno riservato di 207 pagine, commissionato dal Segretario Generale a novembre.

In questa lettera Ban accusa anche gruppi di miliziani palestinesi per aver messo a rischio alcune scuole dell’ONU a Gaza nascondendo armi in tre luoghi che non erano usati come rifugi.

“Sono sconcertato dal fatto che dei gruppi armati palestinesi abbiano messo a rischio scuole dell’ONU nascondendovi le loro armi”. Ha comunque aggiunto che “le tre scuole dove sono state trovate le armi erano vuote in quel momento e non erano utilizzate come rifugi.”

Diplomatici israeliani hanno fatto pressione sulle Nazioni Unite perché rinviassero la pubblicazione del rapporto fino alla conclusione delle inchieste dello stesso Israele sugli attacchi – condotte dall’avvocato generale dell’esercito israeliano Danny Efroni. L’esercito israeliano a settembre ha avviato cinque inchieste penali sulle proprie operazioni belliche a Gaza, compresi gli attacchi contro alcune scuole delle Nazioni Unite ed un incidente in cui sono rimasti uccisi quattro bambini palestinesi su una spiaggia.

L’inchiesta delle Nazioni Unite, che ha preso in esame sia prove giudiziarie che testimonianze dello staff delle Nazioni Unite a Gaza durante i 50 giorni di guerra della scorsa estate, ha concluso che sette episodi erano attribuibili all’esercito israeliano.

Ban ha aggiunto: “Lavorerò con tutti gli interessati e non risparmierò alcuno sforzo per assicurare che tali incidenti non abbiano mai più a ripetersi.”

Benché il rapporto non abbia valore giuridico, la diffusione delle conclusioni dell’inchiesta avviene in un momento difficile per Israele sulla scena internazionale, a fronte di un crescente isolamento internazionale della sua politica e dopo l’accettazione, all’inizio di questo mese, dell’adesione dell’Autorità Palestinese alla Corte Penale Internazionale.

Gli attacchi alle scuole ONU utilizzate come rifugi sono stati tra gli episodi più controversi della guerra. Il diritto umanitario internazionale – peraltro complesso – esige che le forze attaccanti in aree in cui si trovino dei non-combattenti proteggano i civili e rispettino il principio di proporzionalità, garanzie ancor più tassative quando i civili si trovino sotto protezione ONU.

In uno degli incidenti più gravi, la scuola dell’UNRWA a Jabaliya è stata colpita dal fuoco israeliano, che ha ucciso 20 persone e ne ha ferite decine.

In seguito all’attacco Israele ha sostenuto – anche in un rapporto sull’incidente – che i soldati nei pressi della scuola erano stati presi di mira.

In un altro incidente, in cui l’artiglieria israeliana ha colpito una scuola delle Nazioni Unite a Beit Hanoun, nel cortile sono stati uccisi 15 palestinesi , ed altre decine sono state ferite, mentre attendevano di essere evacuati.

Fonti israeliane hanno inizialmente cercato di insinuare che l’attacco era stato causato da un razzo di Hamas che aveva fallito l’obbiettivo.

L’inchiesta delle Nazioni Unite – distinta da un’inchiesta avviata dal Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU – è stata condotta dal generale a riposo Patrick Cammaert, ex ufficiale dell’esercito olandese, ed ha incluso esperti militari e legali.

Oltre 2.100 palestinesi, per la maggior parte civili, sono rimasti uccisi durante il conflitto di Gaza lo scorso luglio ed agosto. 67 soldati israeliani e 6 civili sono stati uccisi in Israele dai razzi e dagli attacchi di Hamas e di altri gruppi di miliziani.

I contenuti in dettaglio della commissione d’inchiesta sono riservati e solo la lettera di Ban è stata resa pubblica. Ammettendo che il rapporto è di “notevole interesse”, egli ha affermato di aver preso la decisione di pubblicare una sintesi dei risultati dell’inchiesta.

Il rapporto contiene analisi sulle armi, relazioni mediche, fotografie e materiale filmato, dichiarazioni e testimonianze sia dello staff delle Nazioni Unite che di altre organizzazioni.

Ban ha ringraziato Israele per la cooperazione nella stesura del rapporto e per aver permesso agli inquirenti di entrare a Gaza. Egli ha scritto: “Deploro il fatto che almeno 44 palestinesi siano stati uccisi dalle azioni di Israele ed almeno 227 siano stati feriti in edifici delle Nazioni Unite utilizzati come rifugi di emergenza. Gli edifici delle Nazioni Unite sono inviolabili e dovrebbero essere luoghi sicuri, soprattutto in situazioni di conflitto armato.”

Ha aggiunto: “Rilevo che questa è la seconda volta nel corso del mio mandato di Segretario Generale in cui sono stato costretto a nominare una commissione d’inchiesta su incidenti che hanno coinvolto edifici e personale delle Nazioni Unite a Gaza, verificatisi durante i tragici conflitti nella Striscia di Gaza.”

“Ancora una volta devo sottolineare la mia profonda e costante preoccupazione per la popolazione civile della Striscia di Gaza e di Israele, ed il loro diritto a vivere in pace e sicurezza, libere dalle minacce di violenza e terrorismo.”

Quando Ban ha visitato Gaza in ottobre, ha affermato che la distruzione era “indescrivibile” e “molto più grave” di ciò di cui era stato testimone nel territorio palestinese nel 2009 dopo la precedente guerra tra Israele e Hamas.

Ban ha detto lunedì di aver nominato un gruppo di alti funzionari per occuparsi delle raccomandazioni dell’inchiesta. Diverse questioni non sono state affrontate nella sintesi del rapporto, non ultimo il problema di quali comunicazioni esistevano tra il personale delle Nazioni Unite e l’esercito israeliano, in particolare prima dell’attacco alla scuola di Beit Hanoun, quando lo staff delle Nazioni Unite risulta aver comunicato alle forze armate israeliane l’intenzione di portare via con degli autobus i civili che aspettavano di essere evacuati al momento dell’attacco.

Senza spiegazione è anche il perché le forze armate israeliane abbiano colpito luoghi protetti in assenza di condizioni di immediata necessità di autodifesa, benché fossero a conoscenza della concentrazione di civili che vi avevano trovato rifugio.

Chris Gunnes, portavoce dell’UNRWA, che gestisce le scuole delle Nazioni Unite a Gaza, ha detto: “L’inchiesta ha rilevato che, nonostante diverse comunicazioni all’esercito israeliano delle precise

coordinate GPS delle scuole e sulla presenza di sfollati, in tutti i sette casi indagati dallaCommissione d’Inchiesta in cui le nostre scuole sono state colpite direttamente o nelle immediate vicinanze, l’attacco è attribuibile all’esercito israeliano (IDF).

“La Commissione conferma l’utilizzo da parte dell’esercito israeliano di armi quali proiettili anticarro da 120 mm e proiettili da 155 mm sull’area delle scuole dell’UNRWA o nelle sue vicinanze, dove dei civili avevano trovato rifugio. Negli incidenti esaminati almeno 44 persone sono state uccise e 227 ferite, comprese donne e bambini. In nessuna delle scuole colpite direttamente o nelle immediate vicinanze sono state trovate armi o sono stati sparati colpi. Se venisse confermato che dei miliziani hanno sparato razzi dalle nostre scuole noi lo condanneremmo, come abbiamo fermamente condannato altre violazioni della nostra neutralità.”

“I risultati dell’inchiesta del Segretario Generale sono perfettamente coerenti con le dichiarazioni dell’UNRWA secondo cui noi non abbiamo consegnato nessun’arma ad Hamas. La Commissione d’Inchiesta non ha trovato alcuna prova che lo abbiamo fatto. La Commissione d’Inchiesta ha rilevato che dopo la prima scoperta i responsabili dell’UNRWA hanno riferito delle armi alle autorità locali ed hanno chiesto che venissero rimosse. Entro pochi giorni dalla prima scoperta, senza precedenti, l’ONU ha messo in atto un meccanismo per occuparsi delle armi e al momento della terza scoperta erano disponibili degli esperti internazionali.”

 

(Traduzione di Cristiana Cavagna)