L’ipocrisia del boicottaggio da parte di Israele

La coalizione di Netanyahu è determinata a boicottare la Lista Araba Comune (alleanza politica di 4 partiti arabi in Israele, ndtr.).

di Neve Gordon –Counterpunch

22 ottobre 2016, Nena News

Paradossalmente, si tratta della stessa coalizione che si è espressa esplicitamente contro l’adozione della strategia del boicottaggio come strumento non violento e politicamente legittimo per lottare contro l’oppressione israeliana del popolo palestinese.

Il 9 ottobre il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato di aver intenzione di sostenere l’iniziativa della sua coalizione di boicottare la Lista Comune, il terzo maggior partito nella Knesset. L’iniziativa, promossa dal ministro della difesa Avigdor Lieberman, ha lo scopo di punire la decisione del partito di non recarsi al funerale dell’ex Presidente Shimon Peres, a cui hanno partecipato personalità provenienti da non meno di 70 paesi, incluso il Presidente Barak Obama e il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas. “I membri della Lista Comune hanno dimostrato che non c’è più niente di cui discutere né dibattere con loro”, ha asserito Lieberman, aggiungendo che “dobbiamo prendere la decisione di boicottare ogni loro presenza e intervento alla Knesset.”

Parlando all’israeliano Canale 2, il capo della Lista Comune Araba, Ayman Odeh, ha spiegato che il funerale di Peres era parte di una “giornata nazionale di lutto in cui io non mi riconosco; non nella narrazione, non nella simbologia che mi esclude, non nella storia di Peres come uomo che ha creato il sistema di difesa di Israele.” Ha poi proseguito ricordando episodi della lunga carriera pubblica di Peres: dal suo ruolo nel governo militare imposto ai cittadini palestinesi di Israele dal 1948 al 1966, per passare al suo ruolo centrale nel realizzare l’arsenale nucleare di Israele, fino all’attacco dell’esercito israeliano del 1996 ad una base ONU nel villaggio libanese di Qana, in cui furono uccisi 106 civili. Ha persino citato l’assenza di Peres al funerale di Arafat (insieme al quale aveva ricevuto il Premio Nobel per la Pace) e, ovviamente, di tutti gli altri leader arabo-israeliani.

Pensando forse che il pubblico israeliano non avrebbe potuto sopportarlo, Odeh non ha ricordato che Peres è stato in tutto e per tutto un colonialista. In documenti recentemente resi pubblici, si citano dichiarazioni di Peres in cui afferma di non credere in uno “stato di Arafat” e che la Giordania è l’unico stato palestinese, rammaricandosi dell’esistenza di cittadini palestinesi in Galilea (nel nord di Israele, ndtr.). “Vedo come si stanno mangiando la Galilea ed il mio cuore sanguina”, disse all’ex primo ministro Menachem Begin durante un loro incontro nel 1978. Molto più recentemente Peres si è spinto fino ad affermare che “le operazioni dell’esercito israeliano hanno reso possibile la prosperità in Cisgiordania, hanno sollevato i cittadini del sud del Libano dal terrore di Hezbollah ed hanno permesso agli abitanti di Gaza di avere nuovamente una vita normale.” Certamente fino alla sua morte è stato la voce esemplare della missione civilizzatrice del colonialismo.

Comunque, nel corso della stessa intervista a Canale 2, Odeh ha ricordato al suo pubblico ebreo israeliano che il sabato seguente la comunità arabo-israeliana avrebbe celebrato il 16^ anniversario dei disordini dell’ottobre del 2000, in cui 13 cittadini della comunità furono uccisi dalla polizia durante una serie di manifestazioni di protesta nei confronti delle azioni di Israele contro i palestinesi all’inizio della seconda intifada. “Vi parteciperà qualcuno del governo?” si è domandato Odeh; “Qualcuno riesce a capire le nostre sofferenze oppure non interessano a nessuno?”

Nonostante il sincero sforzo di Odeh per descrivere l’approccio razzista di Israele nei confronti dei suoi cittadini palestinesi, la coalizione di Netanyahu è decisa a boicottare la Lista Comune Araba.

Paradossalmente si tratta della stessa coalizione che si è espressa esplicitamente contro l’adozione della strategia del boicottaggio come strumento politico legittimo e non violento di lotta contro l’occupazione israeliana del popolo palestinese. Attualmente il governo Netanyahu sta spendendo milioni e milioni di dollari per contrastare il movimento palestinese di boicottaggio, criminalizzando chiunque osi sostenerlo pubblicamente. Il ministro dell’interno Aryeh Deri ed il ministro della pubblica sicurezza Gilad Erdan hanno annunciato la creazione di un comitato per impedire agli attivisti del movimento BDS di entrare nel paese e per espellere quelli che già si trovano in Israele/Palestina.

Netanyahu ed i suoi compari affermano che boicottare il progetto coloniale israeliano è antisemitismo, e intanto boicottano i leader palestinesi che hanno osato non onorare le spoglie di Peres. Sono talmente prigionieri della loro logica contorta che hanno perso il senso del paradosso.

Neve Gordon è co-autore (insieme a Nicola Perugini) del libro appena uscito ‘The human right to dominate’ (Il diritto umano di dominare. Edizione italiana: Perugini N., Gordon N. “Diritti umani e dominio”, Nottetempo, Firenze, 2016).

(Traduzione di Cristiana Cavagna)