Israele pianifica crimini di guerra contro le famiglie di Khan al-Ahmar

Tamara Nassar

26 settembre  2017,Electronic Intifada

Gruppi per i diritti umani avvertono che l’espulsione pianificata da Israele degli abitanti di Khan al-Ahmar e la distruzione del loro villaggio nella Cisgiordania occupata è un crimine di guerra. All’inizio di questo mese le autorità israeliane dell’occupazione hanno informato membri della comunità che sarebbero stati spostati in un altro luogo, benché siano in corso procedimenti giudiziari nei tribunali israeliani.

Ciò ha sollevato tra i funzionari ONU timori che l’espulsione possa avvenire a giorni. B’Tselem [associazione israeliana per i diritti umani, ndt.] ha messo in guardia il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ed altre personalità politiche israeliane che potrebbero essere considerati personalmente responsabili di crimini di guerra se continuassero con la demolizione di Khan al-Ahmar e di Susiya, un secondo villaggio, per fare spazio a colonie israeliane.

La demolizione di intere comunità nei territori occupati è praticamente senza precedenti dal 1967 [data d’inizio dell’occupazione israeliana, ndt.],” ha aggiunto il gruppo israeliano per i diritti umani.

Espandere le colonie

Khan al-Ahmar si trova tra le colonie israeliane di Maaleh Adumim e Kfar Adumim, nella cosiddetta area E1 della Cisgiordania occupata.

Su questa terra a est di Gerusalemme Israele prevede di estendere la sua grande colonia di Maaleh Adumim, per completare la separazione della parte nord da quella sud della Cisgiordania.

Tutte le colonie israeliane nella Cisgiordania occupata sono illegali in base al diritto internazionale.

A Khan al-Ahmar vivono i membri della tribù Jahalin, che comprende 32 famiglie beduine, e conta approssimativamente 173 persone.

E’ una delle 12 comunità palestinesi, per un totale di circa 1.400 abitanti, che devono far fronte all’espulsione da parte israeliana nella zona ad est di Gerusalemme.

Gli abitanti palestinesi di Khan al-Ahmar hanno in precedenza presentato un ricorso all’alta corte israeliana per bloccare gli ordini di demolizione che riguardano tutte le strutture del villaggio.

L’alta corte ha anche ricevuto un ricorso della colonia di Kfar Adumim, che chiede che l’unica scuola di Khan al-Ahmar venga demolita, insieme a più di 250 altri edifici palestinesi nella zona.

Le autorità israeliane hanno anche chiesto l’approvazione per completare la deportazione entro l’aprile 2018.

La corte ha annullato un’udienza che era stata fissata per lunedì per la discussione del caso, in attesa di ulteriore documentazione.

Deportazione

Israele vuole obbligare gli abitanti di Khan al-Ahmar a spostarsi in un’area chiamata “al-Jabal ovest,” situata nei pressi della discarica del villaggio palestinese di Abu Dis. E’ una zona in cui Israele ha già deportato famiglie Jahalin negli anni ’90 per far posto a Maaleh Adumim.

Se l’espulsione pianificata verrà messa in atto, sarebbe la seconda volta che la comunità di Khan al-Ahmar viene deportata. Negli anni ’50 le famiglie furono inizialmente cacciate dalla regione del Naqab [Negev in arabo, ndt.] dall’esercito israeliano.

Questa settimana B’Tselem ha affermato che, se Israele demolisce la scuola di Khan al-Ahmar o caccia a forza gli abitanti, anche rendendo le loro condizioni di vita insopportabili, “ciò violerebbe il divieto di trasferimento forzato stabilito dalle leggi umanitarie internazionali.”

B’Tselem ha aggiunto: “Una simile violazione costituisce un crimine di guerra, e ogni persona coinvolta nella sua messa in pratica ne dovrà rendere conto personalmente – compresi il primo ministro, i principali membri del governo, il capo di stato maggiore e il capo dell’Amministrazione Civile [governo militare nei territori palestinesi occupati, ndt.] – il sistema amministrativo dell’occupazione israeliana.

Israele ha cercato di distrarre l’attenzione dalla deportazione sostenendo che lo spostamento avvantaggerà gli abitanti di Khan al-Ahmar.

Ma i gruppi per i diritti umani, compreso Bimkom [Ong di architetti e urbanisti che sostiene una pianificazione condivisa con le comunità locali, ndt.] israeliano, sottolineano che la deportazione è vietata indipendentemente dalle sue ragioni. Danneggerebbe anche lo stile di vita rurale e la sopravvivenza delle comunità già impoverite.

Gli abitanti del villaggio dipendono per il loro modo di vita dai pascoli e dalla vicinanza ad altre tribù di beduini. Israele ha in precedenza tentato di spostare le famiglie in terre confiscate ad altre comunità palestinesi, una proposta rifiutata da tutti quelli che sarebbero stati coinvolti.

Continui soprusi

Khan al-Ahmar e Susiya, un villaggio sulle colline meridionali della zona di Hebron in Cisgiordania, si trovano entrambi nell’area C.

Si tratta di circa il 60% della Cisgiordania che rimane sotto completo controllo militare israeliano in base agli accordi di Oslo firmati tra Israele e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina all’inizio degli anni ’90.

Israele rifiuta di consentire praticamente ogni costruzione palestinese nell’area C, obbligando i palestinesi a costruire senza permesso e a vivere con il timore costante che le loro case siano demolite.

La scuola di Khan al-Ahmar è stata edificata nel 2009 usando copertoni e fango, nel tentativo di superare le restrizioni israeliane sull’uso di cemento da parte dei palestinesi per scopi edilizi.

Ma Israele ha trovato un’altra scusa per ordinare la demolizione della scuola, sostenendo che era troppo vicina alla strada principale.

La scuola era stata costruita con i finanziamenti dell’Unione europea e di altri donatori europei, che non hanno fatto niente per rendere Israele responsabile della demolizione di progetti che hanno appoggiato per decine di milioni di dollari.

Lo scorso mese Israele ha distrutto due scuole finanziate dagli europei in Cisgiordania.

Qui per rimanere per sempre”

Oltre alle demolizioni, Israele cerca di cacciare i palestinesi dalle loro case rendendo le loro condizioni di vita insopportabili.

Israele ha smantellato e confiscato pannelli solari di Khan al-Ahmar, bloccato l’accesso diretto tra il villaggio e la strada principale e l’ha privato di servizi essenziali come l’acqua, le fognature, l’elettricità e la disponibilità di mezzi di trasporto.

Il rinnovato impegno di Israele per la demolizione di Khan al-Ahmar arriva solo poche settimane dopo che Netanyahu ha partecipato nel nord della Cisgiordania ad una cerimonia per i 50 anni della colonizzazione israeliana.

Siamo qui per rimanere per sempre,” ha detto Netanyahu alla folla. “Non ci saranno più smantellamenti di colonie nella terra di Israele.”

Questa settimana i media israeliani hanno informato che il governo israeliano sta portando avanti progetti per altre 2.000 unità immobiliari delle colonie nella Cisgiordania occupata.

(traduzione di Amedeo Rossi)