La responsabile UE per la lotta all’antisemitismo non ha l’incarico di ripetere a pappagallo le menzogne di Israele

David Cronin  

2 giugno 2020 – Electronic Intifada

 

Katharina von Schnurbein, ccordinatrice dell’Unione europea contro l’antisemitismo, si è confrontata con le sfide poste dal confinamento di COVID-19.

Non potendo coltivare di persona i rapporti con i lobbisti filo-israeliani, si è invece mantenuta in contatto con loro online.

Sembra che da quando nel dicembre 2015 è stata nominata all’attuale carica, von Schnurbein abbia mantenuto buoni rapporti con i sostenitori di Israele. Ma, come funzionaria pubblica, è questo che prevede il suo mandato?

Dopo molte insistenze, ho finalmente ottenuto il mansionario redatto per von Schnurbein dall’amministrazione UE.

Il documento – che delinea i suoi principali compiti e responsabilità – non nomina Israele nemmeno una volta.

L’omissione è strana visto che vi sono forti ragioni per sospettare che la carica di von Schnurbein sia stata creata con l’unico obiettivo – o almeno l’obiettivo principale – di compiacere Israele e i suoi sostenitori.

L’idea stessa che l’UE nominasse un coordinatore contro l’antisemitismo è stata proposta durante un evento ospitato dal Ministero degli Esteri israeliano all’inizio del 2015.

Mentalità distorta

La descrizione del lavoro di Von Schnurbein la impegna a “collaborare strettamente con la comunità ebraica” e ad avvisare i responsabili politici dell’UE delle preoccupazioni di quella comunità.

L’espressione “comunità ebraica” non è sinonimo di Israele.

Anzi, ritenere “comunità ebraica” sinonimo di Israele sarebbe antisemita. Considererebbe gli ebrei europei responsabili dell’oppressione dei palestinesi da parte di Israele.

E se la burocrazia di Bruxelles utilizza effettivamente i termini “comunità ebraica” e “Israele” come intercambiabili, allora è colpevole dello stesso pensiero distorto che pervade l’élite americana.

Sia Joe Biden che Donald Trump hanno lasciato intendere che gli ebrei negli Stati Uniti siano indistinguibili da Israele.

Ma le comunità ebraiche non sono monolitiche, da nessuna delle due sponde dell’Atlantico.

Gli ebrei in Europa hanno una vasta gamma di opinioni su Israele, ma von Schnurbein e i suoi colleghi cercano di alterare questa realtà. Gli ebrei critici di Israele e della sua ideologia di stato sionista sono stati esclusi dalle deliberazioni dell’UE sull’antisemitismo.

Von Schnurbein lavora nel dipartimento di giustizia della Commissione europea – l’esecutivo dell’UE. Il suo lavoro è presumibilmente regolato da una carta dei diritti.

Quella carta difende il diritto di avere ed esprimere opinioni e idee “senza interferenze da parte dell’autorità pubblica”.

Lungi dal rispettare questo diritto, von Schnurbein ha cercato di mettere sotto controllo le opinioni critiche su Israele.

Una menzogna oltraggiosa

Ha mosso accuse false e calunniose contro attivisti della solidarietà con i palestinesi, in particolare quelli che spronano a boicottaggio, disinvestimento e sanzioni.

L’anno scorso, all’incontro inaugurale a Bruxelles, von Schnurbein ha parlato di uno “studio” del governo israeliano sul movimento BDS.

Nelle sue dichiarazioni, ha accusato gli attivisti del BDS di aver criticato il cantante Matisyahu perché è ebreo. Una menzogna oltraggiosa.

La verità è che Matisyahu è stato condannato dagli attivisti perché ha raccolto fondi per l’esercito israeliano e ha plaudito ad un attacco contro la flottiglia in viaggio verso Gaza, non per la sua religione o etnia.

E nel 2018 von Schnurbein ha disatteso la neutralità politica richiesta ai dipendenti pubblici dell’UE per ripetere a pappagallo gli argomenti della lobby israeliana, calunniando un membro eletto al Parlamento europeo come antisemita.

La parlamentare aveva presentato un evento con un oratore palestinese, nonostante le obiezioni dei gruppi di pressione israeliani.

Lo statuto del personale dell’UE proibisce ai suoi funzionari di seguire le istruzioni emanate da governi esteri.

Ripetendo macchinalmente bugie architettate da Israele e dalla sua rete di sostenitori, von Schnurbein ha infranto quella regola.

Come può uscirne indenne? La spiegazione più plausibile è che goda del sostegno della gerarchia dell’UE.

Per quasi cinque anni von Schnurbein sarebbe stata tenuta a rispondere a Vera Jourova, membro ceco della Commissione europea. Jourova ha calunniato il movimento di solidarietà palestinese, usando termini estremamente simili, se non identici, a quelli di von Schnurbein.

È dal 2018 che cercavo di ottenere il mansionario del lavoro di von Schnurbein. Quando ho presentato la mia prima richiesta in base alla libertà di informazione, la Commissione europea ha rifiutato di rilasciare il documento.

Alla fine, tuttavia, ha consentito a farlo – dopo che ho sottoposto la questione al difensore civico dell’UE, organismo formale di difesa del cittadino.

Sostenevo che quel mansionario avrebbe dovuto essere reso disponibile per valutare se von Schnurbein fosse stata ufficialmente incaricata di perseguire un programma a favore di Israele.

La risposta della Commissione europea alla questione dimostra disprezzo per la democrazia.

Ursula von der Leyen, presidentessa della Commissione, rispose che era compito della gerarchia dell’UE giudicare il lavoro di von Schnurbein. L’opinione pubblica, sottintendeva von der Leyen, non deve occuparsi di simili questioni.

Significativamente la Commissione europea non ha cercato di negare che von Schnurbein persegua quelli che sembrano essere gli interessi di Israele.

Potrebbe esserci una prova più evidente di così?

(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)