Un poliziotto per gli ebrei israeliani, uno diverso per gli arabi

Hanin Maiadli

11 aprile 2023 – Haaretz

La scorsa settimana il ministro degli Affari e del Patrimonio di Gerusalemme Amichai Eliyahu, figlio del rabbino Shmuel (“È vietato affittare appartamenti agli arabi”) Eliyahu, ha scritto sul suo profilo Twitter che la ventilata Guardia nazionale dovrebbe operare solo contro cittadini israeliani che si identificano con il nemico.

Prima di tutto, grazie per aver chiarito ogni possibile confusione sul suo obiettivo. Dal momento che il rinvio, il mese scorso, della legge di riforma giudiziaria è stato subordinato dal ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir all’istituzione di una Guardia Nazionale, molti oppositori della riforma hanno erroneamente pensato che la Guardia Nazionale li avrebbe presi di mira.

È bene che si siano sbagliati. Abbiamo imparato che la legge e l’ordine vengono mantenuti come sempre e che i buoni e i cattivi rimangono gli stessi, sebbene anche gli ebrei stiano iniziando a scoprire che il loro “Paese democratico” è un bluff e che lo Stato è ancora fondato sulla razza.

Eliyahu si è spiegato dicendo che, a suo avviso, “la divisione dei poteri deve essere tale che la polizia si prenda cura della criminalità ordinaria e delle questioni di legge e ordine tra i cittadini comuni, mentre la Guardia Nazionale si può occupare della criminalità nazionalista”. Ha spiegato: “In questo modo non arriveremo a situazioni in cui si veda un commissario di polizia accusare dei cittadini ebrei di una rivolta”. Il problema non è la rivolta in sé ma accusare della rivolta gli ebrei, vero?

In altre parole, il ministro sta dicendo in effetti che gli ebrei sono gli unici veri cittadini, gli arabi sono sudditi, persone identificabili con il nemico, che per il momento sono considerati cittadini (e comunque senza pari diritti, quindi la cittadinanza è solo sulla carta), ma non per molto. Quindi gli ebrei, i cittadini, si rivolteranno? Perché, sono arabi? Al massimo gli ebrei protestano, manifestano, proclamano la pura verità. “Rivolte.” Queste appartengono agli arabi.

E cos’è, in realtà, un “crimine nazionalista” e in che cosa differisce da un “crimine ordinario”? L’eroina venduta da uno spacciatore ebreo è meno pericolosa di quella di uno spacciatore arabo? Un rapinatore di banche ebreo vuole solo rubare denaro mentre un rapinatore di banche arabo ha altre motivazioni? E nel caso di una banda di ladri mista come stabiliamo il movente?

Un’ evasione fiscale compiuta da un arabo è nazionalista? E un abuso edilizio? Una guida spericolata? Pizzo e spaccio di armi? È sotto l’autorità della Guardia Nazionale o della polizia regolare? E che dire dei crimini di cittadini arabi commessi contro altri arabi? È vero, non c’è una voce in bilancio per questo: 42 assassinati dall’inizio dell’anno, un record assoluto.

Ben-Gvir ed Eliyahu vogliono una milizia ebraica con poteri legali che operi solo contro gli arabi. La fase successiva potrebbe benissimo essere quella di decidere che ogni caso criminale che arriva ai tribunali attraverso la Guardia Nazionale richieda una punizione doppia rispetto a un caso giunto attraverso la polizia regolare. O forse serviranno meno prove per ottenere una condanna.

Non dovranno nemmeno lavorare sodo. Sarà sufficiente che un giudice veda che il detenuto viene condotto in aula da agenti che indossano uniformi diverse (sarebbero appropriate delle camicie brune) e la sentenza potrà essere pronunciata senza il fastidio di ascoltare le testimonianze. Un sistema legale separato basato su origine e razza, dove l’ho già sentito?

Secondo un’ottica di sviluppo potenzialmente correlata, questa settimana è stato riferito che Tel Aviv e Berlino stanno per diventare città gemelle. Mi chiedo se in tale contesto invieremo agenti di polizia in Germania per la formazione professionale.

(traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)