Manifestanti pro-Palestina bloccano il porto italiano di Genova

Redazione di Middle East Monitor

25 giugno 2024 – Middle East Monitor

L’agenzia Anadolu riferisce che martedì attivisti solidali con la Palestina hanno inscenato una protesta al porto di Genova, nel Nord Italia, contro una consegna di armi ad Israele.

Martedì mattina presto i manifestanti, che comprendevano associazioni della società civile e sindacati dei portuali, hanno bloccato il porto in solidarietà con i palestinesi della Striscia di Gaza.

L’agenzia di stato italiana ANSA ha riferito che oltre 500 manifestanti hanno impedito il passaggio di camion che trasportavano container che dovevano essere caricati sulle navi.

I gruppi hanno criticato la fornitura di armi a Israele e hanno sostenuto che il porto di Genova è un punto di transito per le armi usate nel “massacro” dei palestinesi.

Un gruppo chiamato “giovanipalestinesi” ha scritto su Instagram che i container in arrivo al porto sono stati bloccati martedì mattina alle 6 ore locali.

Il gruppo ha aggiunto: “Sappiamo molto bene che la macchina da guerra comincia dalla logistica che invia armi, munizioni e tecnologia che hanno causato il genocidio del nostro popolo.”

Dall’incursione di Hamas oltre il confine del 7 ottobre 2023 che ha provocato 1.200 vittime, Israele ha ucciso più di 37.600 palestinesi. Il massacro ha ridotto il territorio in macerie e ha provocato una carestia.

Tuttavia da allora Haaretz [giornale israeliano di centro sinistra, ndt.] ha rivelato che elicotteri e carri armati dell’esercito israeliano hanno di fatto ucciso molti del 1.139 soldati e civili che Israele ha dichiarato essere stati ammazzati dalla resistenza palestinese.

Avendo violato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che chiedeva un immediato cessate il fuoco, Israele ha dovuto affrontare una condanna internazionale a fronte della sua continua e brutale offensiva a Gaza [iniziata] dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.

Israele è accusato di genocidio dalla Corte Internazionale di Giustizia, che con la sua ultima sentenza ha ordinato a Tel Aviv di fermare immediatamente le sue operazioni nella città meridionale di Rafah, dove un milione di palestinesi aveva cercato rifugio dalla guerra prima che fosse invasa il 6 maggio.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)