Arrestare arabi e persone di sinistra: ecco come Israele intende reprimere il dissenso interno sulla guerra contro Gaza

Editoriale di Haaretz

14 novembre 2023 – Haaretz

Anche se alcune di queste affermazioni sono sgradevoli da ascoltare per gli israeliani, esse dovrebbero essere consentite purché non costituiscano vero incitamento

Lunedì un tribunale ha liberato, sottoponendolo ad alcune condizioni, Meir Baruchin, docente di educazione civica e storia, che aveva passato cinque giorni in carcere senza un atto di accusa. Solo pochi giorni fa la polizia aveva chiesto che fosse tenuto in prigione per “aver indicato la decisione di commettere tradimento,” un reato che prevede una condanna massima di 10 anni di carcere. Ma quello che in un post su Facebook è cominciato con un boato, citando “tradimento” e “giustificare le azioni di Hamas” in pochi giorni è finito in un sussurro.

Sia chiaro: Barichin è stato usato come strumento politico per mandare un messaggio politico. Il motivo del suo arresto è la deterrenza: mettere a tacere tutte le critiche o ogni accenno di protesta contro le politiche israeliane. Baruchin ha pagato un prezzo personale, è stato licenziato dalla scuola superiore dove insegnava e ha passato 5 giorni in carcere senza motivazioni.

La polizia aveva chiesto al pubblico ministero il permesso di indagarlo perché sospettato di incitamento. Ma dopo che questa richiesta è stata respinta, il reato è stato derubricato a decisione di commettere tradimento, un’accusa gravissima usata molto raramente.

La denuncia contro Baruchin è stata presentata dal comune di Petah Tikva che l’ha licenziato. Il pretesto sono i post in cui protestava contro l’operazione militare di Israele nella Striscia di Gaza e in cui parlava delle morti dei civili gazawi. È stato interrogato su circa 15 post, alcuni risalenti a prima dell’inizio della guerra del 7 ottobre. I post includevano foto di palestinesi morti, tra cui bambini piccoli, spesso accompagnate dalla didascalia “Questo agli ebrei non interessa.” E, a parte poche eccezioni, ha ragione. Persino in tempo di pace, l’opinione pubblica israeliana non ha quasi alcun interesse per le vittime palestinesi. In tempo di guerra l’opinione prevalente è che cose simili non succedono.

In un altro post dell’8 ottobre Baruchin ha elencato i nomi di sei palestinesi uccisi in Cisgiordania e la loro l’età, compresa fra i 14 e i 24 anni. “Sono nati e vissuti per tutta la vita sotto occupazione,” ha scritto. “Non hanno mai conosciuto un solo giorno di vera libertà … Sono stati ammazzati dai nostri fantastici ragazzi.” Venerdì scorso il giudice Oren Silverman ha giustificato il trattenimento in carcere per altri quattro giorni citando queste frasi. Secondo Silverman sono sufficienti per “stabilire un ragionevole sospetto.”

Ma il giudice Zion Saharay non è stato così convinto dalle argomentazioni della polizia. Nella sua decisione di liberare Baruchin ha anche ignorato un’altra affermazione della polizia che si basava su messaggi in un gruppo WhatsApp in cui l’esperto insegnante avrebbe giustificato gli stupri commessi dai terroristi di Hamas. 

Baruchin non è il solo. Durante lo scorso mese decine di arabi israeliani sono stati arrestati per supposto incitamento. Sia la polizia che il pubblico ministero fanno parte di questo movimento che limita in modo significativo la libertà di espressione in Israele. Anche se alcune di queste affermazioni sono sgradevoli da ascoltare per gli israeliani, esse dovrebbero essere permesse fintantoché non costituiscono vero incitamento.

In un momento in cui il governo sta cercando di zittire la gente, la polizia e il pubblico ministero non dovrebbero essere d’accordo mettere in atto tali persecuzioni. I tribunali le devono impedire per proteggere gli israeliani e le loro libertà.

(traduzione dall’inglese di Mirella Alessio)




Migliaia le persone intrappolate mentre l’esercito israeliano fa irruzione nell’ospedale al-Shifa di Gaza

Redazione di Al Jazeera

15 novembre 2023 – Al Jazeera

Il raid segue giorni di pesanti attacchi nell’area in cui migliaia di sfollati e pazienti cercano riparo.

Dopo giorni di pesanti attacchi nell’area circostante il complesso situato a Gaza City le forze israeliane hanno fatto irruzione nell’ospedale di al-Shifa, dove cercano riparo migliaia di palestinesi.

All’alba di mercoledì lesercito israeliano ha dichiarato che stava effettuando una operazione contro Hamas in una zona specifica” ad al-Shifa. Definendo lassalto una operazione mirata” contro la più grande struttura medica di Gaza, ha affermato che il raid faceva seguito ad informazioni dellintelligence israeliana e statunitense.

Israele accusa Hamas, il partito che governa Gaza, di utilizzare l’ospedale come base. Hamas respinge le accuse perché Israele non ha prodotto prove a sostegno di quanto affermato.

Decine di soldati israeliani sono entrati nella struttura mentre carri armati stazionavano nel cortile, ha riferito mercoledì Tareq Abu Azzoum di Al Jazeera dalla cittadina di Khan Younis. Secondo i dirigenti sanitari nellospedale ci sono circa 650 pazienti, di cui 22 in terapia intensiva e 36 neonati prematuri, oltre a circa 400 operatori sanitari e più di 2.000 sfollati.

Il dottor Munir al-Bursh, direttore generale degli ospedali nella Striscia di Gaza, ha detto ad Al Jazeera che le forze israeliane hanno perquisito il seminterrato di al-Shifa e sono entrate nei reparti chirurgici e di emergenza all’interno del complesso.

Secondo fonti interne ad al-Shifa i soldati israeliani usano gli altoparlanti per ordinare ai giovani di arrendersi. Sembra che circa 30 persone siano state portate nel cortile, spogliate, bendate e interrogate dai soldati. Le forze israeliane avrebbero anche fatto saltare in aria un magazzino di medicinali e dispositivi medici.

Il dottor Ahmed El Mokhallalati, un chirurgo all’interno della struttura, ha riferito che nel complesso si sono sentiti forti colpi di arma da fuoco ed esplosioni.

È un momento assolutamente spaventoso, è un momento orribile per le famiglie e i civili che si rifugiano in ospedale con i loro figli. È terribile per il personale che si prende cura dei pazienti e per gli stessi pazienti”, ha detto ad Al Jazeera.

Mokhallalati riferisce che in ospedale ci sono circa 700 pazienti, di cui circa 100 in condizioni critiche. Sul posto sono intrappolati anche più di 1.000 operatori sanitari, ma non sono in grado di curare i pazienti a causa della carenza di medicinali e carburante.

Allinterno dellospedale al-Shifa si trovano anche migliaia di civili sfollati a causa delle cinque settimane di bombardamento israeliano contro Gaza, che ha ucciso più di 11.200 palestinesi. Non vi sono indicazioni che ad al-Shifa sia detenuta qualcuna delle oltre 200 persone prese in ostaggio durante lattacco di Hamas del 7 ottobre, che ha ucciso circa 1.200 persone.

Gli ospedali non sono campi di battaglia’

Per settimane larea che circonda al-Shifa è stata martoriata da molteplici attacchi israeliani. Il governo israeliano ha avvertito di evacuare la struttura. Tuttavia, i dirigenti sanitari palestinesi hanno respinto lordine affermando di non poter abbandonare i loro pazienti.

Nel corso del raid il ministro della Sanità dellAutorità Palestinese Mai al-Kaila ha affermato in una dichiarazione pubblicata dallagenzia di stampa palestinese Wafa che le forze israeliane stanno commettendo un nuovo crimine contro lumanità, il personale medico e i pazienti”.

Il governo palestinese ritiene le forze israeliane responsabili della vita del personale medico, dei pazienti e degli sfollati nel complesso di al-Shifa”, ha aggiunto.

Hamas ha affermato di ritenere Israele e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden responsabili delle implicazioni del raid, definendolo un crimine barbaro contro una struttura sanitaria protetta dalla quarta Convenzione di Ginevra”.

Il Sottosegretario delle Nazioni Unite Martin Griffiths si è detto sconvolto” dallassalto israeliano ad al-Shifa. Gli ospedali non sono campi di battaglia”, ha detto in un post su X.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha scritto su X che “le notizie sull’incursione militare nell’ospedale al-Shifa sono profondamente preoccupanti”.

Anche il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) si è detto estremamente preoccupato per limpatto sui malati e sui feriti, sul personale medico e sui civili” e che devono essere prese tutte le misure per evitare qualsiasi conseguenza su di loro”.

‘Nessuna prova’

Gli Stati Uniti hanno espresso parole di cautela attraverso le affermazioni di un portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca: Non siamo favorevoli ad un bombardamento di un ospedale dall’alto e non vogliamo vedere uno scontro a fuoco in un ospedale dove persone innocenti, indifese, malate, che cercano di ottenere le necessarie cure mediche restino intrappolate in mezzo al fuoco incrociato”.

Allo stesso tempo, gli Stati Uniti hanno anche affermato di avere informazioni” secondo cui Hamas e la Jihad islamica palestinese utilizzano gli ospedali di Gaza, compreso quello di al-Shifa, per nascondere e sostenere le loro operazioni militari e trattenere ostaggi”.

Hamas ha negato di utilizzare gli ospedali come base e ha invitato le Nazioni Unite a inviare investigatori indipendenti per verificare “la falsità” delle affermazioni di Israele.

Ardi Imseis, esperto di diritto internazionale presso la Queens University in Canada, ha affermato che Israele ha lonere di produrre prove” e dimostrare la sua affermazione secondo cui lospedale sarebbe stato utilizzato da Hamas come base.

Lobiettivo dellattacco è civile. Fino a quando gli israeliani non forniranno una prova che giustifichi una sua conversione in obiettivo militare, la sua natura civile non cambierà”, dice.

Omar Shakir, direttore per Israele e Palestina di Human Rights Watch, ha dichiarato ad Al Jazeera che il governo israeliano non ha presentato alcuna prova che giustifichi la privazione degli ospedali delle loro protezioni speciali ai sensi del diritto umanitario internazionale”.

Anche se le giustificazioni di Israele per attaccare gli ospedali fossero accolte a scatola chiusa”, dice Shakir, il diritto internazionale umanitario consente di attaccare gli ospedali solo se si provveda a consentire unevacuazione sicura”, aggiungendo: La realtà è che qui a Gaza non esiste nessun luogo sicuro dove andare”.

(Traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)




Israele-Palestina: l’esercito israeliano effettua un nuovo raid mortale in Cisgiordania mentre cresce il bilancio di morti a Gaza

Fayha Shalash, Ramallah

14 Novembre 2023, Middle East Eye

Un attacco di 15 ore a Tulkarem provoca la morte di sette palestinesi e porta il bilancio delle vittime in Cisgiordania a quasi 200 in cinque settimane

Martedì le forze israeliane hanno ucciso sette palestinesi durante un raid di 15 ore nella città occupata di Tulkarem in Cisgiordania.

L’incursione ha comportato il bombardamento di una casa a colpi di droni, il lancio di gas lacrimogeni in un ospedale, il blocco delle ambulanze che soccorrevano i feriti e la distruzione massiccia di strade e negozi.

Questo nel contesto di un’escalation della violenza israeliana contro i palestinesi in Cisgiordania che procede insieme alla campagna di bombardamenti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre.

L’ultimo raid a Tulkarem, nel nord della Cisgiordania, è iniziato lunedì sera, quando le forze speciali israeliane hanno fatto irruzione nel campo profughi della città e sparato a due palestinesi all’interno di un bar.

Sono stati identificati come Mahmoud Hadaida, 25 anni, e Hazem al-Hosari, 29 anni, padre di tre figli e proprietario di un supermercato vicino al campo.

Abu Suhaib al-Hosari, suo zio, ha detto a Middle East Eye che Hazem era seduto con il suo amico in un noto bar quando le truppe israeliane li hanno presi di sorpresa e gli hanno sparato a distanza ravvicinata.

“Quando abbiamo ricevuto la notizia, ho lasciato il campo con il fratello di Hazem; siamo andati in ospedale e ho visto che era stato colpito al petto”, ha detto Abu Suhaib.

“Era ambizioso e sempre allegro, ma come tutti i palestinesi era oppresso dall’occupazione israeliana e dalla sua continua aggressione ovunque”, ha aggiunto.

Immediatamente dopo la sparatoria l’esercito israeliano ha inviato larghi rinforzi al campo, scatenando scontri con palestinesi armati.

Nella notte un attacco di droni ha colpito una casa nel campo, uccidendo almeno tre persone.

Nel frattempo, i bulldozer militari hanno raso al suolo le strade del campo, vandalizzando rotonde e vetrine di negozi, mentre i cecchini prendevano posizione sui palazzi più alti.

I residenti sono stati costretti a rimanere in casa durante il raid, compresa la famiglia di Hazem che per ore non è riuscita a raggiungere l’ospedale per dargli l’addio.

In un comunicato la Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) ha dichiarato che al suo personale è stato impedito di raggiungere i feriti, ciò che ha causato la morte di molti.

In un caso, le jeep militari hanno fermato un’ambulanza della PRCS diretta all’ospedale, arrestando una persona ferita all’interno.

All’ingresso dell’ospedale Thabet Thabet le forze israeliane hanno sparato gas lacrimogeni, come mostrano i filmati pubblicati dai media locali.

Punizione colletiva”

Nelle ultime settimane Tulkarem è stata obiettivo frequente delle forze israeliane.

Il mese scorso l’esercito israeliano ha fatto irruzione nel campo profughi di Nur Shams, a est della città di Tulkarem, in un’operazione durata 24 ore che ha lasciato 13 palestinesi uccisi ed estese distruzioni.

Dal 7 ottobre le forze israeliane hanno ucciso 196 palestinesi in Cisgiordania, quasi lo stesso numero di persone uccise tra gennaio e settembre.

Hassan Khreisha, ex vicepresidente del Consiglio Legislativo Palestinese, ha affermato che l’esercito israeliano sta aumentando le sue aggressioni in Cisgiordania dato che l’attenzione del mondo è rivolta all’attacco su Gaza.

Distruggere le infrastrutture e radere al suolo le strade significa imporre una punizione collettiva e smantellare l’incubatrice popolare della resistenza”, ha detto Khreisha a MEE.

Eppure tutte le volte Israele fallisce e non elimina la resistenza all’interno dei campi”, ha aggiunto.

L’atteggiamento “isterico” con cui l’esercito agisce in Cisgiordania, ha spiegato Khreisha, è in parte dovuto al tentativo di inviare il messaggio che sostenere la lotta armata comporta pagare un prezzo.

Durante il raid di martedì l’esercito israeliano ha distribuito manifesti con la scritta “il terrorismo sta distruggendo il campo” nel tentativo di rivolgere l’opinione pubblica contro i combattenti della resistenza locale.

(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)




Una funzionaria delle Nazioni Unite denuncia la ‘pausa umanitaria’ di quattro ore a Gaza come ‘assolutamente cinica’

Redazione di MEMO

10 novembre 2023 – Middle East Monitor

Francesca Albanese, la relatrice speciale per i diritti umani nei territori occupati palestinesi, ha criticato la proposta dello Stato di Israele di mettere in atto “una pausa umanitaria” giornaliera di quattro ore nelle operazioni militari nel nord di Gaza, permettendo ai civili di muoversi verso sud, descrivendola come “assolutamente cinica ed inumana”.

Venerdì Albanese ha affermato che “ci sono stati bombardamenti continui, 6.000 bombe ogni settimana sulla Striscia di Gaza, su questo minuscolo pezzo di terra dove le persone sono intrappolate e la distruzione è enorme. Non ci sarà alcun modo di ritornare dopo quello che Israele sta facendo alla Striscia di Gaza.”

Quindi quattro ore di cessate il fuoco, sì, per permettere alle persone di respirare e ricordare quale sia il suono della vita senza bombardamenti prima di cominciare a bombardarli nuovamente. E’ molto cinico e crudele.”

Ciò accade dopo che l’esercito israeliano e la Casa Bianca hanno annunciato ieri che lo Stato di Israele ha accettato di permettere pause giornaliere di quattro ore nella parte nord della Striscia di Gaza in modo che i palestinesi fuggano.

Secondo il portavoce statunitense presso il Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti John Kirby, “gli israeliani ci hanno detto che non ci saranno operazioni militari in queste aree durante le pause e che questo modo di procedere inizia oggi.” Egli ha chiamato le pause un “primo passo” per l’alleviare la crisi umanitaria di Gaza, facendo “passi nella giusta direzione.”

Kirby ha affermato che gli accordi per implementare le pause, le cui tempistiche a quanto si dice sarebbero annunciate da Israele tre ore prima, sono giunti dopo “un’enorme quantità di impegni da parte dell’amministrazione [il Presidente Joe Biden] per cercare di assicurarsi che l’assistenza umanitaria possa entrare e le persone possano uscire in sicurezza.”

Lo Stato di Israele ha bombardato Gaza ripetutamente in risposta all’incursione di Hamas sul confine sud di Israele il 7 ottobre, nella quale uomini armati hanno ucciso 1.400 persone e hanno preso 240 ostaggi. Funzionari palestinesi hanno affermato che fino a giovedì 10.812 abitanti di Gaza sono stati uccisi, di cui il 40% minori. I critici dicono che le richieste devono insistere su un cessate il fuoco e non una “pausa” nelle uccisioni.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)




Secondo i funzionari sanitari Israele colpisce il più grande complesso ospedaliero di Gaza

Redazione di Al Jazeera

Al Jazeera 10 novembre 2023

L’esercito israeliano sostiene che Hamas opera ad al-Shifa, ciò che il gruppo armato e i funzionari dell’ospedale negano

Il Ministero della Sanità dell’enclave governata da Hamas ha detto che Israele ha attaccato quattro ospedali a Gaza, compreso il più grande complesso medico dell’enclave provocando pare numerose vittime.

Nel complesso ospedaliero di al-Shifa l’esercito israeliano ha colpito un cortile dove si erano rifugiati migliaia di palestinesi sfollati, ha detto venerdì il portavoce del Ministero della Sanità Ashraf al-Qudra.

Israele sta ora muovendo questi pericolosi attacchi contro gli ospedali per metterli completamente fuori servizio e di conseguenza sfollare le persone che vi si rifugiano, così come i pazienti e i medici”, ha detto al-Qudra ad Al Jazeera.

L’esercito israeliano ha affermato che Hamas gestisce un centro di comando nel sito dell’ospedale, compresi gli ingressi alla sua vasta rete di tunnel, cosa che Hamas e i funzionari dell’ospedale hanno sempre negato.

I funzionari israeliani non hanno commentato immediatamente le notizie sugli ultimi attacchi.

Mohammad Abu Salmiya, direttore generale dell’ospedale al-Shifa, ha detto che l’attacco ha colpito i civili che erano nel cortile accanto ad alcuni giornalisti ferendone quattro, di cui due in modo grave.

Ha causato molte vittime, compresi feriti gravi. Avrebbe potuto esserci un massacro per via del numero di persone presenti in questo complesso”, ha detto Abu Salmiya ad Al Jazeera.

“Prima avevano bombardato un edificio molto vicino all’ospedale. E ora ci sono pesanti scontri e bombardamenti vicino all’ospedale”.

Abu Salmiya ha detto che medici e pazienti erano terrorizzati a causa delle esplosioni quasi continue vicino alla struttura.

Non passa un secondo senza che cadano bombe vicino all’ospedale. Molte finestre dell’ospedale si sono rotte e c’è paura e ansia tra i medici, i pazienti e gli sfollati”, ha detto.

Questa è una guerra contro gli ospedali e una guerra contro tutti i cittadini [palestinesi]”.

Il video delle evidenti conseguenze dell’attacco mostra diverse persone che urlano e cercano riparo, e un uomo ferito che giace sul marciapiede in una pozza di sangue.

Al-Qudra ha affermato che venerdì anche due ospedali pediatrici, al-Rantisi e al-Nasser, sono stati colpiti da “attacchi e bombardamenti diretti”.

Anche il Ministero degli Esteri indonesiano ha riferito che durante la notte delle esplosioni hanno danneggiato l’ospedale indonesiano che si trova all’estremità settentrionale dell’enclave, vicino a cui migliaia di palestinesi feriti e sfollati si erano rifugiati.

“L’Indonesia condanna ancora una volta i selvaggi attacchi contro civili e obiettivi civili, in particolare le strutture umanitarie a Gaza”, ha affermato il Ministero in una nota.

Tenendo in mano le schegge missilistiche, Atef al-Kahlout, direttore dell’ospedale, ha dichiarato: “Questo è ciò che l’occupazione sta lanciando contro gli ospedali: proiettili a frammentazione!”.

Che il mondo sia testimone di quali sono gli obiettivi dell’occupazione. Tra 24 ore l’ospedale sarà fuori servizio. Sembra che le forze di occupazione israeliane non siano contente dell’esistenza dell’ospedale indonesiano né della determinazione della popolazione del nord di Gaza”.

Omar Shakir, direttore di Human Rights Watch per Israele e Palestina, ha affermato sui social media che le strutture mediche devono essere protette e che “Nessuna area è zona di fuoco libero”.

L’attacco ad al-Shifa è l’ultimo di una serie di attacchi segnalati nei giorni scorsi contro o nelle vicinanze dell’ospedale di Gaza City.

La settimana scorsa, secondo i funzionari palestinesi, l’esercito israeliano ha bombardato un’ambulanza fuori dall’ospedale, uccidendo 15 persone. Lunedì Al Jazeera e i media palestinesi hanno riferito che le forze israeliane avevano colpito i pannelli solari che fornivano elettricità al complesso medico, subito smentiti dai funzionari israeliani.

Funzionari militari israeliani hanno rilasciato immagini, mappe illustrate e registrazioni audio che, secondo loro, dimostrano che Hamas sta utilizzando la struttura per pianificare operazioni e nascondere i suoi combattenti.

I terroristi di Hamas operano all’interno e sotto l’ospedale [al-Shifa] e in altri ospedali di Gaza”, ha detto il mese scorso il portavoce dell’esercito israeliano contrammiraglio Daniel Hagari.

Hamas, le autorità sanitarie e i funzionari dell’ospedale al-Shifa hanno negato che il gruppo armato si nasconda all’interno o sotto il complesso.

L’esercito israeliano ha ripetutamente ordinato l’evacuazione dell’ospedale nelle ultime settimane, suscitando la condanna di gruppi umanitari che affermano che le strutture mediche devono essere risparmiate dai combattimenti.

(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)




Le azioni efferate di Israele in nome degli ebrei li rendono insicuri

A lungo intellettuali ebrei hanno messo in guardia che la dipendenza di Israele dall’appoggio politico degli ebrei dell’Occidente per garantirsi l’impunità per le violazioni dei diritti umani potrebbero contribuire all’antisemitismo negli Stati Uniti.

Philip Weiss 

10 novembre 2023 – Mondoweiss

La scorsa settimana il direttore dell’FBI ha affermato che le ostilità in Medio Oriente potrebbero estendersi agli Stati Uniti con attacchi contro musulmani ed ebrei, e la senatrice del Nevada Jacky Rosen, che ha subito minacce di morte di natura antisemita, ha detto: “Sto provando quello che provano gli ebrei in ogni parte del mondo, sotto attacco e minacciati.”

Anche se dovremmo essere scettici riguardo alle organizzazioni e agli individui filoisraeliani che confondono manifestazioni di antisemitismo con l’antisionismo, riconosco che il direttore dell’FBI ha ragione e che alcuni di questi episodi sono effettivamente antisemiti.

Il professore della Columbia [University] Rashid Khalidi [di origine palestinese, ndt.] “ha prontamente riconosciuto l’esistenza di un’ondata di recenti episodi di antisemitismo nei campus universitari,” ha scritto Michelle Goldberg sul Times. In un caso uno studente della Cornell [importante università statunitense, ndt.] è stato accusato di aver minacciato di attaccare una mensa kosher [cioè che offre cibi che rispettano le norme alimentari ebraiche, ndt.]. E vedo in rete e altrove molti ebrei che manifestano timore e vulnerabilità, e non metterei mai in dubbio tali affermazioni.

È tuttavia necessario affermare una questione, come ho già fatto molte volte in precedenza: a lungo intellettuali ebrei hanno avvertito che la dipendenza di Israele dall’appoggio politico degli ebrei statunitensi per garantirsi l’impunità per le violazioni dei diritti umani che molti nel mondo condannano – pulizia etnica, massacri e ora azioni genocide a Gaza – rappresentano un pericolo per quelle comunità. Quando le organizzazioni ebraiche statunitensi esibiscono un sostegno incondizionato a tali azioni e inoltre insistono sul fatto che essere ebrei significa appoggiare Israele in quanto “Stato ebraico” mentre uccide civili, questa dichiarazione di unanimità è di fatto pericolosa per gli ebrei.

E quindi rischia di fomentare l’antisemitismo, quando i leader ebraici come Ted Deutch, dell’American Jewish Committee [Commissione Ebraica Americana, storica organizzazione ebraica, ndt.] pubblica una lunga difesa delle azioni di Israele a Gaza in cui cita ripetutamente l’attacco di Hamas del 7 ottobre e non fa alcun cenno ai morti palestinesi. È così, non menziona neppure quelli che allora erano 9.000 morti, più di 3.000 dei quali minorenni. Tale indifferenza da parte di un leader ebraico ufficiale di fronte ai massacri da parte dello “Stato ebraico” provocherà risentimento verso gli ebrei.

“L’uccisione di migliaia di palestinesi a Gaza mette in pericolo gli ebrei sia in Israele che altrove,” ha scritto questa settimana lo studioso antisionista Yakov Rabkin. “Quando Israele afferma di essere lo Stato di tutti gli ebrei li trasforma in ostaggi delle sue azioni e politiche. Quando le organizzazioni della comunità ebraica dichiarano ‘Stiamo dalla parte di Israele!’ agiscono come rappresentanti di Israele invece che degli ebrei.”

All’inizio dell’anno ho citato vari intellettuali ebrei che hanno sostenuto posizioni simili. Ecco alcuni estratti di quelle affermazioni.

  • Ken Roth, ex-direttore di Human Right Watch, nel luglio 2021, dopo un massacro israeliano a Gaza:

“L’antisemitismo è sempre sbagliato e precede di molto la creazione di Israele, ma l’ondata di episodi antisemiti nel Regno Unito durante il recente conflitto a Gaza smentisce quanti sostengono che la condotta del governo israeliano non incide sull’antisemitismo.”

Roth ha spiegato che è vietato sostenere questo discorso perché suggerisce che il governo israeliano, che afferma di proteggere il popolo ebraico, stia in realtà danneggiando la sicurezza degli ebrei.

  • Nel 1944 Hannah Arendt, anticipando la creazione di Israele con l’appoggio degli ebrei americani, avvertì dei rischi di tale appoggio:

“Se nel prossimo futuro verrà costituita una Nazione ebraica, con o senza partizione [della Palestina], ciò sarà grazie all’influenza politica degli ebrei americani … Se la Nazione ebraica verrà proclamata contro la volontà degli arabi e senza l’appoggio dei popoli del Mediterraneo, per molto tempo saranno necessari non solo un aiuto finanziario, ma anche un sostegno politico. E ciò potrebbe rivelarsi veramente molto problematico per gli ebrei di questo Paese.”

  • Il sociologo di Harvard Nathan Glazer nel 1976 mise in guardia che gli americani sarebberopotuti diventare “ostili” agli ebrei americani per le loro pressioni a favore di Israele.

“Gli ebrei americani hanno potere solo perché i loro concittadini sono disponibili nei confronti del fatto che esercitano questo potere. Potrebbero diventarlo meno. Potrebbero anzi diventare ostili ad esso… Gli ebrei americani fanno spudoratamente pressione sul Congresso per misure a favore di Israele, e rendono politicamente scomodo essere contro Israele e persino prendere una posizione ‘imparziale’. Il personaggio politico che lo fa viene sottoposto a maggiori pressioni ed epiteti, alcuni dei quali decisamente ingiustificati. Ma, come ho detto, il potere deve essere visto nel contesto. Il contesto è che è stato consentito agli ebrei americani di fare quello che fanno.”

Il consiglio di Glazer era che la comunità ebraica statunitense dovesse fare pressione per la creazione di uno Stato palestinese, un consiglio che la comunità rifiutò.

  • Lo scrittore Eric Alterman ha avvertito ripetutamente che l’appoggio a Israele ha “svuotato” la vita ebraica negli USA. E ha affermato che ciò ha contribuito all’antisemitismo. Nel novembre 2022 ha detto ad Americans for Peace Now [organizzazione statunitense impegnata a favorire la soluzione del conflitto israelo-palestinese, ndt.]:

“Ad essere onesti, mentre è in corso un’impennata di antisemitismo negli Stati Uniti, di cui per inciso sono in gran parte responsabili persone adirate con Israele, non c’è davvero nessun problema ad essere ebreo in America come era una volta.”

  • Nel 2015, in un discorso a J Street [organizzazione statunitense moderatamente contraria all’occupazione della Cisgiordania, ndt.], l’ebreo britannico esperto di Medio Oriente Tony Klug affermò che la dipendenza di Israele dagli ebrei statunitensi per difendere l’indifendibile avrebbe contribuito a esiti “sinistri”, e a un’”ondata di antisemitismo”, rendendo forse “precaria” la vita degli ebrei.

“Se Israele non pone drasticamente fine all’occupazione e se la posizione delle organizzazioni ebraiche in altri Paesi sembra appoggiarla apertamente, ci sarà sicuramente  un’ondata di sentimenti antiebraici, scatenando potenzialmente impulsi più sinistri… Ovviamente non lo dico per giustificare tali tetri sviluppi futuri… Temo… che l’occupazione israeliana senza fine della terra e delle vite di un altro popolo non sia solo seriamente dannosa per Israele, per non parlare dell’aggravamento della disperazione dei palestinesi, ma che stia rendendo sempre più precaria anche la situazione degli ebrei in tutto il mondo.”

Questo problema è intrinseco nel sionismo. I suoi coloni ebrei erano dipendenti dal sostegno occidentale, soprattutto delle principali potenze (prima la Gran Bretagna e poi gli USA), e così le comunità ebraiche di quei Paesi vennero chiamate ad esercitare la loro influenza sui governi occidentali in appoggio a Israele. Di fatto nel 1900 molti ebrei inglesi si allontanarono da Herzl [il fondatore del sionismo politico, ndt.] perché si resero conto che l’appoggio a uno Stato ebraico stava minacciando la loro posizione in Gran Bretagna.

Una delle sorgenti storiche di antisionismo ebraico era la scelta di vivere in società diversificate, in cui i diritti di tutti venivano rispettati. Il sionismo ha corrotto questi principi. Ha fondato un’etnocrazia dipendente dall’influenza politica degli ebrei in Occidente.

Oggi ci sono molte buone ragioni per essere antisionisti. Ti preoccupi della vita dei palestinesi tanto quanto di quella degli altri. Ti opponi all’apartheid, alla pulizia etnica e al bombardamento di ospedali e campi di rifugiati. Ma un’altra ragione è che, quando la brutalità di Israele viene esibita al mondo come lo è oggi, il sionismo è un pericolo per gli ebrei in Occidente.

Sono preoccupato del futuro della vita degli ebrei. Non vedo come l’ebraismo che appoggia il genocidio possa sopravvivere spiritualmente. C’è bisogno di una crisi all’interno di quella comunità riguardo a quell’atteggiamento.

Oggi la “presa emotiva” del sionismo sulla comunità ebraica si sta spezzando, afferma Rabkin, in quanto in tutto il mondo giovani ebrei condannano il sionismo.

Oggi è più che mai importante che fiorisca l’antisionismo ebraico. Cosa ancor più importante, per il bene del popolo che viene massacrato da Israele una notte dopo l’altra, e anche per il bene della sicurezza degli ebrei qui.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)




Cosa vuol dire impadronirsi della Statua della Libertà

Centinaia di membri di Jewish Voice for Peace che chiedono un cessate il fuoco a Gaza hanno occupato il piedistallo della statua. Ecco come è successo.

Sophie Hurwitz

7 novembre 2023 – The Nation

Un traghetto pieno di turisti diretto alla Statua della Libertà si è fermato completamente alle 13:15 di lunedì. Le file di visitatori che speravano di entrare nella base della statua si sono bloccate. E’ stato detto loro che a Liberty Island si stava verificando un problema e che non avrebbero visitato la statua finché il problema non fosse stato risolto.

Sull’isola, a poche centinaia di metri di distanza, circa 400 manifestanti di Jewish Voice for Peace occupavano la base della statua. Hanno tenuto quello spazio per poco meno di un’ora e poi sono tornati indietro catturando l’attenzione di tutti sull’isola.

Jane Hirschmann, settantasette anni, era una delle manifestanti più anziane. Ha portato le sue due figlie adulte con lei ad appendere gli striscioni su Lady Liberty. La disobbedienza civile è diventata una sorta di nuova tradizione familiare, ha detto.

“Siamo stati arrestati nella rotonda [dell’edificio del Congresso] a Washington e nella Grand Central”, ha detto, riferendosi alle due azioni di disobbedienza civile di massa nelle ultime due settimane di ebrei che chiedevano la liberazione della Palestina. “A Grand Central avevo con me tutti i miei figli e tutti i miei nipoti. Eravamo un gruppo di 13. I nipoti se ne sono andati, non sono stati arrestati”. I suoi nipoti, alcuni di appena 1 anno, sono un po’ troppo piccoli.

La famiglia di Hirschmann non era certo l’unico gruppo intergenerazionale sull’isola. Intere famiglie si sono unite alla protesta perché, per molti, la loro storia familiare li obbligava a farlo. Hirschmann ha parlato di suo nonno, morto di infarto sulla barca diretta a Ellis Island mentre fuggiva dall’Olocausto. Ha visto la sua famiglia sparpagliata in giro per il mondo, costretta a lasciare le proprie case e, ha detto Hirschmann, “è morto di crepacuore”.

“Non ho mai avuto modo di incontrare quel nonno. Ma il suo ricordo è impresso nel mio cuore”, ha detto. Nello sfollamento di massa e nell’uccisione dei palestinesi, vede gli echi della storia di suo nonno. “Ha capito quando ha visto il fascismo che doveva proteggere la famiglia e fuggire. Ora stiamo andando verso il fascismo, in questo paese, e certamente in Israele. Questo genocidio deve finire”.

Portare centinaia di manifestanti in un pezzo di territorio federale fortemente sorvegliato non è un’impresa da poco. Le persone sono entrate in piccoli gruppi scaglionati in un periodo di diverse ore, giurando di mantenere il segreto assoluto su dove stavano andando. Alle 13:00 tutti e 400 erano riuniti sulla base di Lady Liberty e si sono tolte le giacche per mostrare le loro T-shirt con le scritte.

Alcuni manifestanti indossavano fasce con corona di Lady Liberty in schiuma verde, mentre altri interpretavano il ruolo di turisti in modo meno convincente. (Molti degli ebrei newyorkesi che partecipavano alla protesta hanno sottolineato di non essere stati alla Statua della Libertà da quando erano bambini in gita.)

Ogni giorno circa 10.000 persone attraversano il complesso della Statua della Libertà, rendendolo uno dei monumenti nazionali più frequentati del Paese, quindi ai manifestanti è stata garantita una grande folla di spettatori. Alcuni hanno manifestato la loro opposizione gridando contro il gruppo o mostrando il dito medio. Ma altri, come i visitatori scozzesi David e Sheila Miller, erano entusiasti.

La coppia ha deciso che scattare foto con i manifestanti sullo sfondo era più importante che cercare di inclinare la fotocamera per farsi un selfie con la parte superiore della torcia della statua.

“Penso che sia un ottimo messaggio che stanno inviando”, ha detto Miller. “È fantastico! Penso solo che sia bello essere qui a testimoniarlo. Quando siamo saliti sulla corona, pensavo che sarebbe stato il momento clou della giornata, ma invece è stato questo. Essere testimoni di questo evento in prima linea”.

Joe Biden ha appoggiato l’idea di una “pausa umanitaria” in cui le bombe israeliane smettono di cadere per un breve periodo non specificato per consentire agli aiuti umanitari di entrare a Gaza. Parlando con il primo ministro israeliano Netanyahu, le definisce “pause tattiche”. Biden, tuttavia, non ha sostenuto un cessate il fuoco totale. In caso di pausa umanitaria alla fine le bombe cadranno di nuovo.

Le proteste in tutto il mondo sono continuate quotidianamente dall’inizio dell’incursione israeliana a Gaza. Mentre gli attivisti di tutto il mondo sono stati accusati di antisemitismo per aver definito genocidio le azioni del governo israeliano, funzionari delle Nazioni Unite e studiosi dell’Olocausto hanno usato lo stesso termine per descrivere l’uccisione di massa e lo sfollamento di una popolazione civile imprigionata.

Le Nazioni Unite affermano che non è stato consentito l’ingresso di carburante a Gaza nel mese successivo agli attacchi di Hamas del 7 ottobre, il che significa che gli ospedali e altri servizi essenziali stanno lentamente chiudendo del tutto. In quel periodo sono stati uccisi oltre 10.000 palestinesi, tra cui più di 4.000 bambini.

La scrittrice Molly Crabapple faceva parte di un gruppo di artisti che hanno partecipato alla protesta vestiti in modo appariscente. Come molti operatori culturali ebrei di New York, è una firmataria della lettera aperta di Writers Against the War on Gaza. E per Crabapple, che ha lavorato a Gaza, questa guerra è anche un fatto personale.

“Ci sono persone a cui tengo che vivono a Gaza”, ha detto Crabapple. “Diecimila persone sono morte. Quattromila di loro sono bambini. Ogni giorno questo genocidio continua, altri bambini e altre brave persone stanno morendo. Questo genocidio deve finire adesso”.

Crabapple, la fotografa Nan Goldin e gli scrittori Raquel Willis e Tavi Gevinson erano tra gli artisti presenti. Si sono uniti alla protesta anche dei politici. Dopotutto la Statua della Libertà è stata teatro di clamorose azioni di disobbedienza civile sin dalla sua inaugurazione nel 1886. Zohran Mamdani membro del consiglio di quartiere dei Queens ha partecipato spesso alle manifestazioni pro-Palestina che si sono tenute in città dall’attacco di Hamas il 7 ottobre e si è unita al gruppo sul basamento della statua.

“Non posso votare sulla questione se debbano o meno essere stanziati altri 14 miliardi di dollari in finanziamenti militari. Ma io, come ogni altro politico locale, ho una piattaforma”, ha detto. “È con quella piattaforma che… ognuno di noi dovrebbe chiarire che non esiste un consenso di massa per l’uccisione di un bambino palestinese ogni 10 minuti. Gran parte della politica federale e della Casa Bianca in questo momento si basa sull’idea che gli americani, in massa, sostengano questo. Sappiamo che il 66% degli americani vuole un cessate il fuoco, la maggioranza di loro si oppone all’invio di ulteriori finanziamenti a Israele”. Ora, ha detto Mamdani, è tempo di fare in modo che la politica statunitense rifletta quella maggioranza.

L’occupazione della Statua della Libertà da parte della JVP è stata solo una delle numerose azioni contro la guerra nella giornata di lunedì. A St. Louis, 75 manifestanti contro la guerra del gruppo Dissenters hanno formato un cordone e bloccato gli ingressi ad uno stabilimento Boeing dove vengono costruite le bombe sganciate su Gaza. E a Tacoma, nello stato di Washington, i manifestanti hanno bloccato l’accesso al porto dove stava attraccando una nave da carico militare che si pensava fosse diretta in Israele. Alcuni attivisti sono addirittura saliti su canoe per fermare il movimento della nave.

Di ritorno a New York, le proteste si sono svolte su un diverso tipo di imbarcazione: un traghetto turistico.

Molti di quelli in fila hanno battuto le mani e scandito: “Cessate il fuoco adesso!” e “Non in nostro nome!”

Il gruppo è uscito lentamente dal complesso della Statua della Libertà verso le 14:30, una grande nuvola di persone in maglietta nera che scandivano: “Fine all’assedio di Gaza adesso!” lungo la via del ritorno su un traghetto. Una volta sulla barca, hanno riappeso i loro striscioni, salutando le persone che guardavano dalla riva. Hanno urlato e pestato i piedi così forte che la barca ha tremato per tutto il tragitto verso Manhattan.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)




Funzionaria americana afferma che il numero di palestinesi uccisi a Gaza potrebbe essere “superiore a quello riportato”.

I commenti di Leaf sono in contrasto con la dichiarazione del mese scorso del presidente americano Joe Biden, che aveva affermato di non avere “nessuna fiducia” nei numeri palestinesi.

Redazione di Palestine Chronicle

9 novembre 2023 – The Palestine Chronicle

Il numero di palestinesi di Gaza uccisi nella guerra israeliana contro Gaza è probabilmente superiore ai 10.000 riportati dal Ministero della Sanità locale, ha detto al Congresso l’Assistente del Segretario di Stato americano per gli Affari del Vicino Oriente, Barbara Leaf.

Giovedì 9 novembre il Ministero della Sanità di Gaza ha dichiarato che dal 7 ottobre sono stati uccisi a Gaza 10.812 palestinesi. Il numero comprende 4.412 bambini e 2.918 donne.

Secondo The Hill [giornale politico statunitense con sede a Washington, ndt.] Leaf ha detto alla Commissione per gli Affari Esteri della Camera durante un’audizione mercoledì: “In questo periodo di conflitto e di condizioni di guerra è molto difficile per chiunque di noi valutare quante siano le vittime Francamente  pensiamo che siano molte e potrebbero essere anche più di quelle riportate.”

“Apprendiamo notizie da molte persone diverse che sono sul campo”, ha aggiunto Leaf. Non posso stabilire una cifra o un’altra, è molto probabile che siano anche più di quanto riportato.”

I commenti di Leaf sono in contrasto con la dichiarazione del mese scorso del presidente americano Joe Biden, che aveva affermato di non avere “nessuna fiducia” nei numeri forniti dai palestinesi.

In seguito il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale John Kirby ha detto ai giornalisti che il Ministero della Sanità di Gaza è “solo una copertura per Hamas”.

“Non possiamo prendere per oro colato nulla che venga da Hamas, incluso il cosiddetto ‘Ministero della Sanità’”, ha detto Kirby alla conferenza stampa della Casa Bianca il 26 ottobre.

Gli Stati Uniti avrebbero chiesto a Israele di evitare di uccidere civili, ma un articolo del New York Times della scorsa settimana ha rivelato che i funzionari israeliani “ritenevano che un alto numero di vittime civili fosse un prezzo accettabile nella campagna militare”, paragonando le operazioni a Gaza con i bombardamenti incendiari su Germania e Giappone nella Seconda Guerra Mondiale

Finora Israele ha ucciso oltre 10.812 persone – tra cui 4.412 bambini e 2.918 donne – e ne ha ferite 26.905. Rapporti del Ministero della Sanità palestinese e organizzazioni internazionali affermano che la maggior parte delle persone uccise e ferite sono donne e bambini.

Nonostante il massiccio rafforzamento militare israeliano attorno ai confini di Gaza e le sporadiche incursioni alla periferia della Striscia assediata, la Resistenza Palestinese continua a respingere gli attacchi israeliani.

Per giustificare il suo fallimento militare, l’esercito israeliano continua a martellare abitazioni civili in tutta la Striscia di Gaza, con nuovi massacri segnalati ovunque nell’enclave assediata.

Gaza è sotto uno stretto assedio militare israeliano dal 2007 in seguito ad un’elezione democratica nella Palestina occupata, i cui risultati sono stati respinti da Tel Aviv e Washington.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)




‘Israeliani Contro l’Apartheid’ chiede alla CPI di agire per proteggere i palestinesi dal genocidio

Israeliani Contro l’Apartheid

6 novembre 2023 – Mondoweiss

Noi, Israeliani Contro l’Apartheid, associazione di ebrei israeliani per la decolonizzazione, che rappresenta oltre 1.500 cittadini preoccupati, chiediamo alla CPI (Corte Penale Internazionale) di agire prontamente contro i crescenti crimini di guerra israeliani e il genocidio del popolo palestinese.

Nota dell’Editore: I membri dell’associazione Israeliani Contro l’Apartheid, che raggruppa 1500 persone, il 2 novembre 2023 hanno inviato la seguente lettera a Karim A.A. Khan, Procuratore della Corte Penale Internazionale, chiedendo un immediato intervento internazionale per fermare il massacro a Gaza.

2.11.2023

A Karim A.A. Khan, Procuratore della Corte Penale Internazionale,

Noi, ‘Israeliani Contro l’Apartheid’, associazione di ebrei israeliani per la decolonizzazione, che rappresenta oltre 1.500 cittadini preoccupati, chiediamo alla CPI (Corte Penale Internazionale) di agire prontamente contro i crescenti crimini di guerra israeliani e il genocidio del popolo palestinese. Per la sicurezza e il futuro della regione devono essere applicati tutti gli elementi del diritto internazionale e devono essere indagati i crimini di guerra. Apprezziamo la vostra profonda preoccupazione per le vite dei palestinesi, degli israeliani e di altri, e traiamo coraggio dalla vostra determinazione a svolgere un’indagine approfondita sulle perduranti violazioni del diritto internazionale.

Come attivisti israeliani anticolonialisti abbiamo unito le nostre voci a quelle dei palestinesi che da decenni mettono in guardia sulla pericolosa deriva perseguita dallo Stato israeliano e hanno ripetutamente chiesto l’intervento internazionale.

La persistente impunità ha creato le condizioni per il consolidamento del regime di apartheid israeliano, che intende perpetrare la pulizia etnica e il genocidio della popolazione indigena palestinese. Il grave deterioramento delle imprescindibili condizioni di vita a cui ora stiamo assistendo avrebbe potuto essere evitato se Israele non avesse costantemente goduto dell’impunità per i suoi continui crimini.

Siamo riconoscenti per le vostre dichiarazioni del 29 ottobre che hanno sottolineato che impedire gli aiuti umanitari a Gaza potrebbe costituire un crimine che ricade sotto la giurisdizione della CPI e che Israele deve fare “manifesti sforzi, senza ulteriore ritardo, per garantire che i civili ricevano essenziale cibo, acqua e farmaci”. La fornitura immediata di aiuti agli abitanti di Gaza è essenziale per impedire le atrocità della fame e della sete per cause umane tra la popolazione palestinese occupata.

Ad aprile 2018, in seguito alla sistematica uccisione di manifestanti disarmati durante la Grande Marcia del Ritorno, la sua predecessora, Fatou Bensouda, avvertì: “La violenza contro i civili in una situazione come quella di Gaza potrebbe configurare crimini ai sensi dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.” Vi scongiuriamo di assumervi la vostra responsabilità di emettere mandati di arresto e di chiamare a rispondere coloro che commettono questi atti criminali.

L’attuale escalation, dopo l’attacco di Hamas a Israele e l’incursione di gruppi armati palestinesi il 7 ottobre 2023, in cui sono stati uccisi più di mille israeliani e presi in ostaggio più di 200, ha condotto ad un’ondata di violenza e a crimini di guerra compiuti dallo Stato di Israele. Riteniamo cruciale che i tempi dell’inchiesta siano pertanto accelerati. Apprezziamo la vostra dichiarazione che le istituzioni preposte a proteggere la popolazione civile debbano indagare questi possibili crimini e ci aspettiamo che voi agiate con la stessa rapidità messa in atto nel caso dell’Ucraina, per garantire che venga fatta giustizia e vengano salvate vite innocenti.

Siamo estremamente preoccupati dagli inviti istituzionali da parte di Israele al genocidio, che vengono espressi a gran voce in ebraico e crediamo che dovrebbero essere seriamente presi in considerazione in quanto sono in gioco migliaia, se non milioni, di vite umane. Il 29 ottobre 2023 Benjamin Netanyahu ha fatto una dichiarazione pubblica riferendosi al popolo palestinese come “Amalek” [nipote di Esaù, è stato secondo la Bibbia il primo nemico ad attaccare gli Israeliti, subito dopo che questi avevano attraversato il Mar Rosso. Ha finito per rappresentare il male assoluto, il Demonio, ndt.] e citando la Bibbia: “distruggere completamente tutto quanto Amalek possiede e non risparmiare nessuno; bensì uccidere sia uomini che donne e bambini…”

Il personale militare e i giornalisti israeliani ora si appellano apertamente alla pulizia etnica e al genocidio. E’ evidente che Israele disprezza le vite dei civili a Gaza, ordinando loro di evacuare vaste aree anche se a Gaza non esiste un luogo sicuro dove la gente possa fuggire. E non dovrebbero neanche essere costretti a lasciare le proprie case: al contrario, la Risoluzione 194 dell’ONU promette loro il diritto al ritorno alle originarie abitazioni in quello che ora è lo Stato di Israele.

Ci dispiace moltissimo che, nonostante l’avvio di un’inchiesta, seguita dalla decisione del 2021 della Prima Camera Preliminare, secondo cui la Corte può esercitare la sua giurisdizione penale sulla situazione in Palestina, voi finora non abbiate intrapreso azioni concrete per fermare la tragica parabola di eventi nella nostra regione, accertando rendendo Israele responsabile.

Organizzazioni palestinesi, internazionali ed israeliane hanno fatto più volte appello al vostro ufficio perché intraprendiate azioni contro le sistematiche violazioni del diritto internazionale, i continui crimini di guerra e l’immane disprezzo dei più basilari diritti umani del popolo palestinese.

I crimini di guerra israeliani sono sistematici e continui e stanno aumentando. Le chiare e ben documentate prove di essi sono state sottoposte al vostro ufficio per anni. Vi invitiamo pressantemente a intraprendere azioni concrete e immediate.

Considerando l’intensificarsi della violenza e con l’obiettivo di salvare quante più vite possibile, vi esortiamo di:

  1. Emettere immediati mandati di arresto contro i dirigenti israeliani politici e della sicurezza militare che stanno commettendo crimini di guerra e crimini contro l’umanità;

  2. Accelerare la vostra inchiesta sui continui crimini perpetrati in questo momento dallo Stato di Israele, dalle sue forze militari e da cittadini israeliani armati sotto protezione dell’esercito; e

  3. Essere una tribuna valida ed equilibrata per presunti crimini che derivano dall’attuale situazione, piuttosto che fare riferimento ad accuse non convalidate e non verificate.

Allegato: Inviti al genocidio / Giustificazione del genocidio

Alcuni esempi di prove di dirigenti israeliani che invitano al genocidio:

  • Venerdì 13 ottobre il Presidente israeliano Isaac Herzog ha detto che tutti i cittadini di Gaza sono responsabili per gli attacchi che Hamas ha compiuto in Israele e che non ci sono civili innocenti a Gaza. Un elenco di simili inviti da parte di personaggi pubblici israeliani si può trovare qui.

  • Mercoledì 25 ottobre il sindaco di Sderot, ex deputato (n.3 del partito di Naftali Bennet) Alon Davidi ha detto: “Ogni abitante di Gaza è ISIS. Devono essere colpiti tutti…Non ho pietà per loro. Coloro che vivono là, due milioni di persone, sono nazisti. E’ una zona di nazisti e di ISIS che fornisce totale appoggio a Hamas e alla Jihad e, per quanto mi riguarda, ogni abitante di Gaza è di Hamas e dell’ISIS e dobbiamo ritenerli responsabili.” Davidi sottolinea che questo è il sentimento condiviso da tutti gli abitanti del sud (di Israele) con cui lui parla: “La gente vuole dirlo chiaramente: o noi o loro.” 

  • L’ex deputato Moshe Feiglin ha esortato alla completa distruzione di Gaza, come Hiroshima (senza armi nucleari)  

  • L’ex ambasciatore israeliano all’ONU Dan Gillerman ha definito i palestinesi “orribili animali disumani”

  • Un gruppo di esperti del governo israeliano ha recentemente delineato un piano per la completa pulizia etnica di Gaza.

Personaggi o organizzazioni pubbliche:

  • Eyal Golan, un popolare cantante israeliano, ha ribadito alla televisione israeliana la connotazione della popolazione di Gaza come “animali umani”, aggiungendo: “Dobbiamo cancellare Gaza e non lasciarvi nessuno vivo.”

  • Una propaganda distribuita sui social media da un movimento di destra dal titolo “Questa volta vinceremo – Eliminare Gaza” esplicita i suoi obbiettivi per la Striscia di Gaza: “Radere al suolo, Occupare, Colonizzare.”

Un opuscolo con “Codice Etico” fatto circolare ampiamente tra civili e soldati dalla “organizzazione per i diritti umani” di destra israeliana “Btsalmo” auspica il genocidio:

Codice etico per l’esercito di Israele”:

. Desidero offrire la mia anima per salvare il popolo ebraico.

. Il nemico deve essere eliminato piuttosto che neutralizzato.

. Una popolazione che appoggia il terrore è il nemico

. Un ordine di mettere a rischio le vite di civili o soldati allo scopo di

proteggere il nemico è manifestamente illegale.

. Lo sradicamento del male è un precetto morale ed è per il bene

dell’Umanità. Perseguiterò i miei nemici, li raggiungerò e non tornerò

prima della loro morte.

Firmato: Israeliani Contro l’Apartheid.

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)




Medici israeliani chiedono di colpire ospedali e ambulanze di Gaza

Redazione di Palestine Chronicle

6 novembre 2023 – Palestine Chronicle

Un gruppo israeliano, autodenominatosi “Medici per i Diritti dei Soldati dell’IDF” [Israeli Defence Force, l’esercito israeliano, ndt.] ha chiesto di distruggere “ogni luogo dove la gente (di Hamas) si sta nascondendo (…), anche se è un ospedale.”

La Palestine Global Mental Health Network [Rete Globale Palestinese per la Salute Mentale, ndt.] (PGMHN), ha sollecitato tutti i professionisti, il personale e le associazioni che si occupano di sanità e salute a condannare fortemente la dichiarazione pubblicata da un gruppo di medici israeliani che ha chiesto la distruzione degli ospedali palestinesi a Gaza.

Un gruppo israeliano, autodenominatosi “Medici per i Diritti dei Soldati dell’IDF” ha chiesto di distruggere “ogni luogo dove la gente (di Hamas) si sta nascondendo (…), anche se è un ospedale.”

Il PGMHN ha anche sollecitato tutte le organizzazioni che si occupano di salute e “tutte le persone libere” del mondo a “condannare questa richiesta barbara di uccisione e distruzione da parte di coloro che hanno fatto il giuramento di Ippocrate di non nuocere.”

Quei dottori assetati di sangue dovrebbero essere espulsi dagli ordini professionali e dovrebbero essere trattati come criminali,” recita il comunicato.

La dichiarazione dei dottori, che è circolata ampiamente sui social media, afferma che “l’organizzazione terroristica assassina (riferendosi ad Hamas) sta usando tutti i mezzi e sta commettendo crudeli omicidi e un orrore senza precedenti contro persone, donne e bambini, perciò ogni luogo in cui i suoi militanti si stanno nascondendo o che viene usato per operazioni terroristiche è un legittimo obiettivo da distruggere – anche se si tratta di un ospedale.”

Aggiunge: “hanno a loro disposizione le ambulanze che stanno trasferendo pazienti a sud per ricevere cure mediche altrove. Basta!

Gli abitanti di Gaza che ritengono giusto trasformare gli ospedali in cellule terroristiche in un tentativo di strumentalizzare gli standard occidentali, sono responsabili della loro stessa distruzione – il terrorismo deve essere sradicato ovunque e in ogni modo.”

A Gaza Israele ha già bombardato molti ospedali, e cliniche palestinesi o le aree circostanti, uccidendo centinaia di civili palestinesi.

Il più noto di questi bombardamenti è stato il 17 ottobre, quando Israele ha bombardato l’ospedale battista Al-Ahli a Gaza City, uccidendo quasi 500 persone e ferendone altre centinaia.

Il ministero palestinese della Sanità a Gaza ha affermato che dall’inizio della guerra israeliana contro Gaza un mese fa un gran numero di dottori, infermieri, autisti di ambulanze, insieme ad altro personale medico, è stato ucciso negli attacchi israeliani.

Inoltre molti lavoratori della protezione civile sono stati uccisi mentre stavano cercando di recuperare i corpi dei palestinesi da sotto le macerie di case, scuole ed ospedali.

Finora Israele ha ucciso a Gaza circa 10.022 palestinesi, inclusi 4.800 minori e 2.550 donne, e ne ha feriti più di 25.000.

I rapporti del ministero palestinese della Sanità e le organizzazioni internazionali affermano che la maggioranza delle persone uccise o ferite sono donne e minori.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)