Migliaia le persone intrappolate mentre l’esercito israeliano fa irruzione nell’ospedale al-Shifa di Gaza

Redazione di Al Jazeera

15 novembre 2023 – Al Jazeera

Il raid segue giorni di pesanti attacchi nell’area in cui migliaia di sfollati e pazienti cercano riparo.

Dopo giorni di pesanti attacchi nell’area circostante il complesso situato a Gaza City le forze israeliane hanno fatto irruzione nell’ospedale di al-Shifa, dove cercano riparo migliaia di palestinesi.

All’alba di mercoledì lesercito israeliano ha dichiarato che stava effettuando una operazione contro Hamas in una zona specifica” ad al-Shifa. Definendo lassalto una operazione mirata” contro la più grande struttura medica di Gaza, ha affermato che il raid faceva seguito ad informazioni dellintelligence israeliana e statunitense.

Israele accusa Hamas, il partito che governa Gaza, di utilizzare l’ospedale come base. Hamas respinge le accuse perché Israele non ha prodotto prove a sostegno di quanto affermato.

Decine di soldati israeliani sono entrati nella struttura mentre carri armati stazionavano nel cortile, ha riferito mercoledì Tareq Abu Azzoum di Al Jazeera dalla cittadina di Khan Younis. Secondo i dirigenti sanitari nellospedale ci sono circa 650 pazienti, di cui 22 in terapia intensiva e 36 neonati prematuri, oltre a circa 400 operatori sanitari e più di 2.000 sfollati.

Il dottor Munir al-Bursh, direttore generale degli ospedali nella Striscia di Gaza, ha detto ad Al Jazeera che le forze israeliane hanno perquisito il seminterrato di al-Shifa e sono entrate nei reparti chirurgici e di emergenza all’interno del complesso.

Secondo fonti interne ad al-Shifa i soldati israeliani usano gli altoparlanti per ordinare ai giovani di arrendersi. Sembra che circa 30 persone siano state portate nel cortile, spogliate, bendate e interrogate dai soldati. Le forze israeliane avrebbero anche fatto saltare in aria un magazzino di medicinali e dispositivi medici.

Il dottor Ahmed El Mokhallalati, un chirurgo all’interno della struttura, ha riferito che nel complesso si sono sentiti forti colpi di arma da fuoco ed esplosioni.

È un momento assolutamente spaventoso, è un momento orribile per le famiglie e i civili che si rifugiano in ospedale con i loro figli. È terribile per il personale che si prende cura dei pazienti e per gli stessi pazienti”, ha detto ad Al Jazeera.

Mokhallalati riferisce che in ospedale ci sono circa 700 pazienti, di cui circa 100 in condizioni critiche. Sul posto sono intrappolati anche più di 1.000 operatori sanitari, ma non sono in grado di curare i pazienti a causa della carenza di medicinali e carburante.

Allinterno dellospedale al-Shifa si trovano anche migliaia di civili sfollati a causa delle cinque settimane di bombardamento israeliano contro Gaza, che ha ucciso più di 11.200 palestinesi. Non vi sono indicazioni che ad al-Shifa sia detenuta qualcuna delle oltre 200 persone prese in ostaggio durante lattacco di Hamas del 7 ottobre, che ha ucciso circa 1.200 persone.

Gli ospedali non sono campi di battaglia’

Per settimane larea che circonda al-Shifa è stata martoriata da molteplici attacchi israeliani. Il governo israeliano ha avvertito di evacuare la struttura. Tuttavia, i dirigenti sanitari palestinesi hanno respinto lordine affermando di non poter abbandonare i loro pazienti.

Nel corso del raid il ministro della Sanità dellAutorità Palestinese Mai al-Kaila ha affermato in una dichiarazione pubblicata dallagenzia di stampa palestinese Wafa che le forze israeliane stanno commettendo un nuovo crimine contro lumanità, il personale medico e i pazienti”.

Il governo palestinese ritiene le forze israeliane responsabili della vita del personale medico, dei pazienti e degli sfollati nel complesso di al-Shifa”, ha aggiunto.

Hamas ha affermato di ritenere Israele e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden responsabili delle implicazioni del raid, definendolo un crimine barbaro contro una struttura sanitaria protetta dalla quarta Convenzione di Ginevra”.

Il Sottosegretario delle Nazioni Unite Martin Griffiths si è detto sconvolto” dallassalto israeliano ad al-Shifa. Gli ospedali non sono campi di battaglia”, ha detto in un post su X.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha scritto su X che “le notizie sull’incursione militare nell’ospedale al-Shifa sono profondamente preoccupanti”.

Anche il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) si è detto estremamente preoccupato per limpatto sui malati e sui feriti, sul personale medico e sui civili” e che devono essere prese tutte le misure per evitare qualsiasi conseguenza su di loro”.

‘Nessuna prova’

Gli Stati Uniti hanno espresso parole di cautela attraverso le affermazioni di un portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca: Non siamo favorevoli ad un bombardamento di un ospedale dall’alto e non vogliamo vedere uno scontro a fuoco in un ospedale dove persone innocenti, indifese, malate, che cercano di ottenere le necessarie cure mediche restino intrappolate in mezzo al fuoco incrociato”.

Allo stesso tempo, gli Stati Uniti hanno anche affermato di avere informazioni” secondo cui Hamas e la Jihad islamica palestinese utilizzano gli ospedali di Gaza, compreso quello di al-Shifa, per nascondere e sostenere le loro operazioni militari e trattenere ostaggi”.

Hamas ha negato di utilizzare gli ospedali come base e ha invitato le Nazioni Unite a inviare investigatori indipendenti per verificare “la falsità” delle affermazioni di Israele.

Ardi Imseis, esperto di diritto internazionale presso la Queens University in Canada, ha affermato che Israele ha lonere di produrre prove” e dimostrare la sua affermazione secondo cui lospedale sarebbe stato utilizzato da Hamas come base.

Lobiettivo dellattacco è civile. Fino a quando gli israeliani non forniranno una prova che giustifichi una sua conversione in obiettivo militare, la sua natura civile non cambierà”, dice.

Omar Shakir, direttore per Israele e Palestina di Human Rights Watch, ha dichiarato ad Al Jazeera che il governo israeliano non ha presentato alcuna prova che giustifichi la privazione degli ospedali delle loro protezioni speciali ai sensi del diritto umanitario internazionale”.

Anche se le giustificazioni di Israele per attaccare gli ospedali fossero accolte a scatola chiusa”, dice Shakir, il diritto internazionale umanitario consente di attaccare gli ospedali solo se si provveda a consentire unevacuazione sicura”, aggiungendo: La realtà è che qui a Gaza non esiste nessun luogo sicuro dove andare”.

(Traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)




Secondo i funzionari sanitari Israele colpisce il più grande complesso ospedaliero di Gaza

Redazione di Al Jazeera

Al Jazeera 10 novembre 2023

L’esercito israeliano sostiene che Hamas opera ad al-Shifa, ciò che il gruppo armato e i funzionari dell’ospedale negano

Il Ministero della Sanità dell’enclave governata da Hamas ha detto che Israele ha attaccato quattro ospedali a Gaza, compreso il più grande complesso medico dell’enclave provocando pare numerose vittime.

Nel complesso ospedaliero di al-Shifa l’esercito israeliano ha colpito un cortile dove si erano rifugiati migliaia di palestinesi sfollati, ha detto venerdì il portavoce del Ministero della Sanità Ashraf al-Qudra.

Israele sta ora muovendo questi pericolosi attacchi contro gli ospedali per metterli completamente fuori servizio e di conseguenza sfollare le persone che vi si rifugiano, così come i pazienti e i medici”, ha detto al-Qudra ad Al Jazeera.

L’esercito israeliano ha affermato che Hamas gestisce un centro di comando nel sito dell’ospedale, compresi gli ingressi alla sua vasta rete di tunnel, cosa che Hamas e i funzionari dell’ospedale hanno sempre negato.

I funzionari israeliani non hanno commentato immediatamente le notizie sugli ultimi attacchi.

Mohammad Abu Salmiya, direttore generale dell’ospedale al-Shifa, ha detto che l’attacco ha colpito i civili che erano nel cortile accanto ad alcuni giornalisti ferendone quattro, di cui due in modo grave.

Ha causato molte vittime, compresi feriti gravi. Avrebbe potuto esserci un massacro per via del numero di persone presenti in questo complesso”, ha detto Abu Salmiya ad Al Jazeera.

“Prima avevano bombardato un edificio molto vicino all’ospedale. E ora ci sono pesanti scontri e bombardamenti vicino all’ospedale”.

Abu Salmiya ha detto che medici e pazienti erano terrorizzati a causa delle esplosioni quasi continue vicino alla struttura.

Non passa un secondo senza che cadano bombe vicino all’ospedale. Molte finestre dell’ospedale si sono rotte e c’è paura e ansia tra i medici, i pazienti e gli sfollati”, ha detto.

Questa è una guerra contro gli ospedali e una guerra contro tutti i cittadini [palestinesi]”.

Il video delle evidenti conseguenze dell’attacco mostra diverse persone che urlano e cercano riparo, e un uomo ferito che giace sul marciapiede in una pozza di sangue.

Al-Qudra ha affermato che venerdì anche due ospedali pediatrici, al-Rantisi e al-Nasser, sono stati colpiti da “attacchi e bombardamenti diretti”.

Anche il Ministero degli Esteri indonesiano ha riferito che durante la notte delle esplosioni hanno danneggiato l’ospedale indonesiano che si trova all’estremità settentrionale dell’enclave, vicino a cui migliaia di palestinesi feriti e sfollati si erano rifugiati.

“L’Indonesia condanna ancora una volta i selvaggi attacchi contro civili e obiettivi civili, in particolare le strutture umanitarie a Gaza”, ha affermato il Ministero in una nota.

Tenendo in mano le schegge missilistiche, Atef al-Kahlout, direttore dell’ospedale, ha dichiarato: “Questo è ciò che l’occupazione sta lanciando contro gli ospedali: proiettili a frammentazione!”.

Che il mondo sia testimone di quali sono gli obiettivi dell’occupazione. Tra 24 ore l’ospedale sarà fuori servizio. Sembra che le forze di occupazione israeliane non siano contente dell’esistenza dell’ospedale indonesiano né della determinazione della popolazione del nord di Gaza”.

Omar Shakir, direttore di Human Rights Watch per Israele e Palestina, ha affermato sui social media che le strutture mediche devono essere protette e che “Nessuna area è zona di fuoco libero”.

L’attacco ad al-Shifa è l’ultimo di una serie di attacchi segnalati nei giorni scorsi contro o nelle vicinanze dell’ospedale di Gaza City.

La settimana scorsa, secondo i funzionari palestinesi, l’esercito israeliano ha bombardato un’ambulanza fuori dall’ospedale, uccidendo 15 persone. Lunedì Al Jazeera e i media palestinesi hanno riferito che le forze israeliane avevano colpito i pannelli solari che fornivano elettricità al complesso medico, subito smentiti dai funzionari israeliani.

Funzionari militari israeliani hanno rilasciato immagini, mappe illustrate e registrazioni audio che, secondo loro, dimostrano che Hamas sta utilizzando la struttura per pianificare operazioni e nascondere i suoi combattenti.

I terroristi di Hamas operano all’interno e sotto l’ospedale [al-Shifa] e in altri ospedali di Gaza”, ha detto il mese scorso il portavoce dell’esercito israeliano contrammiraglio Daniel Hagari.

Hamas, le autorità sanitarie e i funzionari dell’ospedale al-Shifa hanno negato che il gruppo armato si nasconda all’interno o sotto il complesso.

L’esercito israeliano ha ripetutamente ordinato l’evacuazione dell’ospedale nelle ultime settimane, suscitando la condanna di gruppi umanitari che affermano che le strutture mediche devono essere risparmiate dai combattimenti.

(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)




Israele arresta l’attivista palestinese Ahed Tamimi durante raid in Cisgiordania

Redazione di Al Jazeera

6 novembre 2023 – Al Jazeera

La ventiduenne icona palestinese è stata arrestata durante l’ennesima notte di incursioni israeliane nella Cisgiordania occupata.

Forze israeliane hanno arrestato Ahed Tamimi, famosa attivista palestinese di 22 anni, per “incitamento al terrorismo”.

Hanno annunciato l’arresto lunedì, in seguito a un’altra serie di incursioni notturne e combattimenti nella Cisgiordania occupata. dove dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas lo scorso mese la violenza si è accentuata.

Il corrispondente di Al Jazeera Zein Basravi ha informato di molteplici incursioni dell’esercito israeliano in Cisgiordania, anche nel villaggio di Nabi Saleh, nei pressi di Ramallah, dove è stata arrestata Ahed Tamimi.

L’attivista “è stata incarcerata in quanto sospettata di incitare alla violenza e ad attività terroristiche,” ha affermato un portavoce dell’esercito. “Tamimi è stata affidata alle forze di sicurezza israeliane per ulteriori interrogataori.”

Nariman Tamimi, la madre dell’attivista, ha detto all’agenzia di notizie Anadolu [agenzia di stampa ufficiale turca, ndt.] che le forze israeliane hanno perquisito la casa e confiscato i telefonini dei membri della famiglia. Suo padre Bassen Tamimi è stato arrestato la scorsa settimana dalle forze israeliane durante un raid in città, e non ci sono informazioni sulla sua sorte.

Mezzi di informazione israeliani hanno detto che in un post su Instagram Ahed Tamimi ha esortato all’uccisione di coloni in Cisgiordania. Interpellata riguardo alla ragione del suo arresto, una fonte della sicurezza israeliana ha condiviso con l’AFP [agenzia di stampa francese, ndt.] il presunto post su Instagram.

Tuttavia Nariman nega che sua figlia abbia scritto il post: “Con il nome di Ahed e la sua foto ci sono decine di pagine (in rete) senza alcun rapporto con lei,” afferma.

L’esercito israeliano ha festeggiato l’arresto di Ahed Tamimi pubblicando su Facebook una sua foto e la domanda: “Dov’è ora il suo sorriso?”

Famiglia di attivisti

Tamimi e i membri della sua famiglia sono attivisti molto noti e da quasi un decennio guidano la resistenza non-violenta di Nabi Saleh.

Suo padre è stato arrestato varie volte dalle forze israeliane ed ha passato almeno quattro anni in carcere.

Ahed Tamimi è un simbolo della resistenza palestinese da quando è diventato virale un video del 2012 di un diverbio con un soldato israeliano arrivato a casa sua per arrestare il fratello.

Era già stata arrestata, insieme a sua madre e a sua cugina Nour, di 20 anni, dall’esercito israeliano nel dicembre 2017 in seguito a ulteriori scontri.

Incriminata per 12 accuse, tra cui aggressione, incitamento e precedenti casi di lancio di pietre, è stata incarcerata per otto mesi.

Incusioni notturne

Ahed Tamimi è stata arrestata nel corso di un’altra notte di incursioni israeliane e combattimenti nella Cisgiordania occupata, mentre le forze di occupazione hanno intensificato i raid notturni contro case, villaggi e cittadine palestinesi in Cisgiordania e a Gerusalemme est occupate.

Informando da Ramallah, Basravi ha detto che è stata una notte caotica, con varie cittadine in tutta la Cisgiordania che hanno assistito a incursioni e scontri aperti tra l’esercito e combattenti armati palestinesi. Le immagini mostrano strade e automobili distrutte.

Uno dei raid più pesanti è avvenuto nel campo profughi di Shuafat [a Gerusalemme est, ndt.], noto perché vi si trovano vari gruppi armati palestinesi. Durante un’intervista in diretta l’esercito israeliano ha arrestato Rafat Alian, un consigliere del governo dell’Autorità Palestinese (AP) e membro di Fatah.

Dal 7 ottobre nel corso delle incursioni notturne in Cisgiordania e a Gerusalemme est occupate Israele ha arrestato circa 1.740 palestinesi.

La maggioranza è stata trattenuta in base a leggi e ordinanze militari che consentono la detenzione senza processo o accuse.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)




Analisi: Gaza sarà la Stalingrado di Israele?

Zoran Kusovac

18 ottobre 2023 – Al Jazeera

Nonostante potenzialità militari molto superiori, a Gaza Israele potrebbe trovarsi in trappola.

Il micidiale bombardamento martedì notte dell’Al-Ahli Arab Hospital nella città di Gaza, che secondo funzionari sanitari ha ucciso almeno 500 persone, ha seminato indignazione in tutto il mondo e scatenato un’altra serie di accuse reciproche.

I palestinesi sono convinti che l’esplosione sia stata provocata da una bomba intelligente sganciata da un aereo militare israeliano, ma Israele si è affrettato ad accusare i combattenti palestinesi sostenendo che l’esplosione è stata causata da un razzo lanciato da Gaza che non è riuscito a raggiungere una traiettoria di volo corretta.

Le scarse prove a disposizione subito dopo il fatto sono insufficienti per stabilire conclusioni definitive. Solo un’attenta analisi dei detriti lasciati presso l’ospedale che possa rilevare frammenti dell’involucro esterno dell’ordigno esploso potrebbero dare come risultato un’identificazione chiara.

Anche prima di quest’ultimo attacco c’era un crescente numero di prove che indicavano il fatto che i raid aerei israeliani contro i palestinesi a Gaza sono stati in buona misura indiscriminati. La maggioranza delle attente analisi dei bersagli non riesce a svelare le chiare caratteristiche militari degli incessanti bombardamenti aerei, imponendo una domanda: quale logica ha motivato la scorsa settimana la richiesta israeliana ai palestinesi di evacuare la parte settentrionale di Gaza?

Dalla prospettiva della strategia militare ci sono due risposte possibili. Per Israele entrambe sarebbero potenzialmente un errore.

La prima potrebbe essere quella di creare un tale caos sulle strade della Striscia di Gaza che ai combattenti del movimento Hamas risulterebbe difficile o quasi impossibile muoversi. Questa logica seguirebbe un classico pensiero militare, verificato molte volte in differenti guerre. Ma questa non è una guerra classica con due parti uguali, né i combattenti di Hamas sono una classica formazione militare. Nessun approccio israeliano che non ne tenga conto può garantire un successo neppure limitato.

Nel corso degli anni in cui Israele ha bloccato l’enclave, i combattenti di Hamas hanno creato una ragnatela di tunnel scavati sotto la Striscia di Gaza. Per ovvie ragioni militari la loro stessa esistenza è stata un segreto palestinese gelosamente custodito, e persino quando la loro presenza non poteva più essere negata, si è permesso che filtrasse solo un’informazione molto generica, per cui essi sono ancora avvolti nel mistero.

Pare che la pratica di scavare passaggi sottoterra sia iniziata per la necessità di prevalere sull’occupazione israeliana del territorio durata fino al 2005. Le prime congetture riguardo al fatto che i palestinesi di Gaza facessero entrare di nascosto beni, forniture militari e il classico contrabbando comparvero negli anni ’90, quando la Striscia era ancora sotto il controllo politico di Fatah.

Inizialmente si presumeva che questi tunnel fossero molto rudimentali, lunghi quel tanto da passare sotto le barriere di confine con l’Egitto con ingressi da entrambi i lati nascosti dalle case. Correvano per qualche centinaio di metri ed erano così piccoli che le persone dovevano percorrerli accovacciate. Chiunque abbia visitato il Tunnel di Sarajevo, una struttura frettolosamente scavata dall’esercito della Bosnia Erzegovina a metà del 1993 per alleviare l’assedio della città, può immaginare come fossero probabilmente i primi tunnel tra Egitto e Gaza: un cunicolo stretto, angusto e scavato a mano con il soffitto basso sostenuto da travi e pali.

Con il tempo i tunnel che attraversavano il confine divennero mezzi molto efficaci per contrabbandare rifornimenti a Gaza. La rete si estese anche all’interno del territorio palestinese, consentendo di spostarsi liberamente al riparo da cittadini indiscreti che potessero essere informatori del nemico e da sistemi di sorveglianza israeliani che vanno dai satelliti agli aeroplani ed elicotteri fino ai droni senza pilota. Nel frattempo gli scavatori divennero molto esperti e migliorarono la qualità delle strutture sotterranee.

Video di Hamas resi noti la scorsa settimana mostrano tunnel di sorprendenti dimensioni e complessità, costruiti con appositi elementi prefabbricati di cemento, abbastanza alti da consentire di stare eretti e abbastanza larghi che i combattenti vi si possano muovere a passo veloce, e anche abbastanza ampi da fungere come magazzini ben protetti per armi e munizioni, compresi i razzi.

Non si sa quali siano l’estensione e l’esatta ubicazione dei tunnel, ma non ci sono dubbi che la rete sia estesa e che consenta un efficace movimento di truppe e munizioni sottoterra. Per ogni scopo pratico la relativamente piccola forza militare di Hamas potrebbe riposizionarsi da uno scontro a fuoco a quello successivo attraverso i tunnel, sia per operazioni difensive che offensive. Così, se l’ordine israeliano perché la gente nel nord di Gaza se ne vada intendeva rallentare lo spostamento di truppe di Hamas, si tratterebbe di una lettura errata della situazione sul terreno, o meglio, nel sottosuolo.

La seconda linea di pensiero possibile dei comandanti militari israeliani per spiegare questo ordine potrebbe essere il desiderio di svuotare la zona dai non-combattenti e rendere l’offensiva più semplice e più facile da condurre.

In teoria c’è una logica valida in questo: se la maggioranza dei civili se ne va, gli attaccanti possono supporre che chiunque sia ancora presente sul terreno sia un combattente e quindi un bersaglio militare legittimo. Oltretutto questo sviluppo ridurrebbe le vittime civili collaterali e le accuse secondo cui le Forze di Difesa Israeliane [l’esercito israeliano, ndt.] uccidono indiscriminatamente i civili.

In realtà Israele dovrebbe sapere che, come hanno sottolineato le Nazioni Unite e varie organizzazioni umanitarie, sarebbe impossibile per 1.1 milioni di persone in un territorio già densamente abitato spostarsi di notte, soprattutto se sottoposte a condizioni di assedio in cui scarseggiano cibo, acqua, medicine e carburanti.

Ma anche se tutti i non combattenti seguissero le direttive e miracolosamente riuscissero a lasciare le zone a nord, un’offensiva di terra israeliana non sarebbe affatto una passeggiata, nonostante il vantaggio sproporzionato della forza di una fanteria addestrata, armata ed equipaggiata, il controllo incontrastato dei cieli e il predominio quanto a sofisticati dispositivi altamente tecnologici di ultima generazione.

Una vecchia massima militare afferma che un comandante può considerare di aver conquistato un territorio solo quando le scarpe dei suoi soldati sono sul terreno in ogni angolo e nel centro di quell’area. Un terreno densamente urbanizzato pieno di macerie, in cui gli edifici sono già stati in buona misura distrutti o danneggiati da bombardamenti aerei e dal fuoco di sbarramento dell’artiglieria, è presumibilmente il tipo di terreno più impegnativo e complesso per un’avanzata militare.

Cercando un precedente viene in mente Stalingrado. Là, nonostante l’addestramento ed esperienza militare migliori e la grande superiorità tecnologica, gli eserciti tedeschi combatterono per otto mesi per conquistare la città in rovine per poi essere sopraffatti dalla determinazione e dal sacrificio dei difensori sovietici.

In città semidistrutte gli attaccanti sono in una situazione molto più difficile che in ogni altro terreno, e il classico rapporto 3 a 1 necessario perché l’esercito attaccante abbia una possibilità di successo non è sufficiente, ed è molto più realistico un rapporto di 5 a 1 o superiore.

Paradossalmente, se i civili di Gaza tenessero conto delle richieste di Israele e svuotassero il nord, renderebbero più facile ai miliziani di Hamas combattere, in quanto non avrebbero da preoccuparsi degli effetti delle loro azioni sui loro fratelli e sorelle. Potrebbero colpire chiunque si muova sul terreno senza pensarci, sapendo che i loro compagni utilizzeranno i corridoi sotterranei per sparire da un posto e riapparire altrove in modo inaspettato.

Sicuramente Israele si sta preparando per la fase successiva. Nei prossimi giorni esamineremo le sue opzioni, capacità e possibili tattiche militari.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)




Quello che sappiamo finora dell’attacco mortale ad un ospedale di Gaza

Redazione di Al Jazeera

18 ottobre 2023 – Al Jazeera

Funzionari palestinesi affermano che almeno 500 persone sono state uccise in un raid aereo israeliano sull’ospedale arabo Al-Ahli a Gaza.

Almeno 500 persone sono state uccise in un attacco aereo israeliano contro l’ospedale arabo Al-Ahli nella Striscia di Gaza assediata, hanno detto funzionari palestinesi.

Il ministero della Sanità di Gaza ha affermato che l’esplosione nell’ospedale è stata causata da un raid aereo israeliano. Israele ha attribuito l’esplosione ad un lancio difettoso di un razzo da parte del gruppo armato della Jihad islamica palestinese (PIJ). La PIJ ha negato l’accusa.

Al Jazeera non è stata in grado di verificare in modo indipendente i resoconti.

Mentre la tensione continua a crescere, ecco cosa sappiamo finora dell’esplosione:

Centinaia di morti

Il ministero della Sanità di Gaza afferma che almeno 500 persone sono state uccise nell’esplosione, di gran lunga il più alto numero di vittime di qualsiasi singolo incidente avvenuto a Gaza durante l’attuale guerra tra Israele e Hamas.

Il ministero ha detto che centinaia di altre vittime sono rimaste sotto le macerie.

Hamas ha affermato che l’esplosione ha ucciso soprattutto sfollati.

Il ministro della Sanità dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mai Alkaila, ha accusato Israele di aver compiuto “un massacro”.

Situato nel centro di Gaza l’ospedale, gestito dalla diocesi episcopale di Gerusalemme, è stato colpito mentre era ultra affollato da migliaia di palestinesi in cerca di rifugio nel mezzo di una campagna di brutali attacchi aerei israeliani su gran parte della Striscia di Gaza assediata.

Come ha reagito il mondo?

I leader mondiali hanno denunciato il bombardamento e i leader di tutto il Medio Oriente hanno rilasciato le dichiarazioni più ferme.

Inoltre proteste sono scoppiate in tutto il Medio Oriente compresa la Giordania e la Cisgiordania occupata da Israele dove le proteste palestinesi si sono scontrate con le forze di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese.

La Giordania ha annullato il vertice previsto nella capitale Amman con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e i leader arabi.

Il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha affermato che l’incontro si terrà in un momento in cui tutti i presenti potranno concordare di lavorare per porre fine alla “guerra e ai massacri contro i palestinesi”.

Il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi, che avrebbe dovuto partecipare al vertice, ha dichiarato di condannare “nei termini più forti possibili” il bombardamento israeliano dell’ospedale di Gaza.

Anche l’Arabia Saudita ha rilasciato una ferma dichiarazione, condannando “nei termini più forti possibili l’atroce crimine commesso dalle forze di occupazione israeliane con il bombardamento dell’ospedale battista Al Ahli a Gaza”.

I leader occidentali non hanno incolpato Israele per l’attacco, il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato in un post sui social media che “niente può giustificare un attacco contro un ospedale” e ha aggiunto che “bisogna far luce sulle circostanze”.

Biden in un comunicato ha espresso “le più sentite condoglianze per le vite innocenti perse nell’esplosione dell’ospedale di Gaza”.

Cosa dice Israele?

Le autorità israeliane hanno detto che l’ospedale è stato colpito da un razzo vagante lanciato dalla Jihad islamica palestinese che opera all’interno della Striscia di Gaza.

“Un’analisi compiuta dai sistemi operativi dell’IDF [l’esercito israeliano] indica che una raffica di razzi è stata lanciata da terroristi a Gaza, passando in prossimità dell’ospedale Al Ahli di Gaza nel momento in cui è stato colpito”, ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un post sui social media.

Le informazioni provenienti da molteplici fonti che in nostro possesso indicano che la Jihad islamica è responsabile del fallito lancio di un razzo che ha colpito l’ospedale di Gaza”.

Il portavoce militare israeliano, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha detto ai giornalisti che i razzi lanciati dalla PIJ sono passati vicino all’ospedale al momento dell’attacco che, secondo lui, ha colpito il parcheggio della struttura.

Hagari ha affermato che non c’è stato alcun attacco diretto sulla struttura e che le riprese dei droni militari hanno mostrato “una sorta di impatto nel parcheggio”.

Ha detto che in effetti nel momento dell’esplosione all’ospedale i militari avevano un’operazione dell’aeronautica israeliana in corso nell’area “ma è stato impiegato un tipo diverso di munizioni che non… si adatta al filmato che abbiamo [dell’] ospedale”.

Cosa dice PIJ?

La PIJ ha respinto l’accusa israeliana secondo cui sarebbe stata responsabile dell’attacco.

In un comunicato ha affermato: “Il nemico sionista sta facendo del suo meglio per eludere le proprie responsabilità per il brutale massacro commesso con il bombardamento dell’Ospedale nazionale arabo battista di Gaza attraverso la sua consueta fabbricazione di bugie e puntando il dito contro il movimento della Jihad islamica in Palestina”.

Il comunicato prosegue: “Affermiamo quindi che le accuse avanzate dal nemico sono false e infondate”

Imran Khan, giornalista di Al Jazeera, ha notato che alcuni osservatori hanno messo in dubbio la versione israeliana degli eventi e inoltre hanno sottolineato che Israele ha una lunga storia di false attribuzioni degli atti compiuti dalle sue stesse forze a gruppi armati palestinesi.

Martedì Khan ha affermato; “Abbiamo già visto questo tipo di cose da parte degli israeliani”.

Prendiamo ad esempio l’uccisione della nostra collega Shireen Abu Akleh. All’inizio gli israeliani hanno incolpato i combattenti all’interno del campo di Jenin per la sua morte. Solo più tardi hanno ammesso che era stato uno di loro”.

(Traduzione dall’inglese di Giuseppe Ponsetti)




L’ordine israeliano di evacuazione non è altro che una copertura per la pulizia etnica

Yara Hawari

16 ottobre 2023 – Al Jazeera

L’ordine offre la copertura al governo israeliana per commettere atrocità di massa, impadronirsi delle terre e continuare la Nakba cominciata nel 1948.

Il 12 ottobre, dopo giorni di bombardamenti, il governo israeliano ha ordinato a 1,1 milioni di palestinesi che vivono nel nord della Striscia di Gaza, che comprende Gaza City, l’area urbana più popolata al mondo, di spostarsi a sud del territorio assediato. Ha promesso che per 24 ore le strade saranno sicure per coloro che vogliano fuggire dall’imminente invasione di terra. Molti hanno cominciato subito a spostarsi verso sud a piedi, altri sono saliti sui camion e i “fortunati” si sono ammassati sulle proprie auto.

Israele bombarda da giorni le strade della parte settentrionale della Striscia, rendendo lento e faticoso ogni tentativo di evacuazione. Peggio ancora, ci sono state segnalazioni secondo cui il governo israeliano avrebbe infranto la promessa e preso di mira i convogli che si spostavano verso sud. Secondo il Ministero della Sanità palestinese il 13 ottobre un attacco israeliano sulla strada Salah al-Din, una delle arterie principali del territorio sovraffollato e temporaneamente dichiarata “sicura” dall’esercito israeliano, ha ucciso 70 persone che stavano tentando di fuggire verso sud.

Alla fine molti sono fuggiti, ma molti di più non ci sono riusciti. Alcuni non sono in grado di muoversi, perché disabili o feriti. In diversi ospedali medici e infermieri si stanno rifiutando di abbandonare i pazienti che non è possibile spostare. Ci sono anche altri che si rifiutano di partire perché temono l’esilio permanente.

Il trauma della Nakba del 1948, quando 750.000 palestinesi furono permanentemente esiliati dalle loro case, non ha mai abbandonato i palestinesi. Questo sentimento è particolarmente palpabile tra i palestinesi di Gaza, la maggior parte dei quali proviene da famiglie sfollate nel 1948.

Il governo israeliano lo sa. Sa anche che spostare nel giro di poche ore 1,1 milioni di persone in uno spazio come Gaza è logisticamente impossibile. Ma l’ordine di evacuazione serve al suo scopo: fornisce al governo israeliano la copertura per commettere atrocità di massa sfruttando la menzogna ripetuta da anni secondo cui Hamas fa uso di scudi umani.

Le agenzie internazionali hanno chiarito che l’ordine di evacuazione non esonera il governo israeliano dai suoi obblighi e responsabilità ai sensi del diritto umanitario internazionale e hanno invitato i leader israeliani a revocarlo. Tuttavia, da parte sua il governo israeliano non ha fatto grandi sforzi per nascondere il fatto che questo ordine di evacuazione o i suoi piani più ampi per Gaza sono un tentativo di pulizia etnica. Nel corso della scorsa settimana vari ministri e politici israeliani hanno invocato l’eliminazione di Gaza utilizzando un linguaggio disumanizzante. Il ministro della Difesa israeliano ha addirittura definito i palestinesi di Gaza “animali umani”.

Nel frattempo gli Stati Uniti stanno spingendo l’Egitto affinché consenta un corridoio umanitario tra Gaza e la penisola del Sinai attraverso il valico di frontiera di Rafah. Sebbene sia fondamentale che venga compiuto ogni sforzo per aiutare le persone a sfuggire ai bombardamenti e affinché gli aiuti vengano consegnati, il timore è che chiunque sia costretto a lasciare Gaza adesso possa finire per essere permanentemente esiliato. Questa non è una paura irrazionale, poiché si è verificato continuamente nel corso della storia palestinese. In effetti il governo israeliano ha persistentemente ignorato varie convenzioni internazionali che regolano i diritti dei rifugiati, comprese quelle che riconoscono il loro diritto al ritorno alle proprie case. Si stima che più di sette milioni di palestinesi vivano attualmente in esilio permanente e non abbiano il permesso di tornare, e in molti casi nemmeno di visitare, la propria patria.

Mentre i palestinesi nel nord di Gaza prendono la decisione impossibile se restare nelle proprie case o rischiare di tentare l’evacuazione, il governo israeliano sta preparando un’invasione di terra. Centinaia di carri armati israeliani sono stati spostati lungo la recinzione israeliana che ha ingabbiato i palestinesi a Gaza per così tanto tempo.

Nel frattempo politici e generali dell’esercito israeliani stanno fomentando discorsi deliranti. Per sollevare il morale tra i soldati hanno anche coinvolto un criminale di guerra israeliano, che partecipò al massacro di Deir Yassin del 1948. Ha detto loro “cancellatene il ricordo… Cancellate loro, le loro famiglie, madri e figli. Questi animali non possono più vivere”.

Tutto ci dice che l’invasione sarà spietata. Il pretesto di voler spazzare via “i vertici della leadership politica e militare di Hamas” è esattamente ciò: un pretesto. L’invasione fornirà al governo israeliano l’opportunità di conquistare la parte settentrionale di Gaza e spingere i palestinesi in una prigione ancora più piccola o, per molte migliaia di loro, oltre i confini di Gaza. Comunque la si guardi, la situazione può essere descritta solo come una pulizia etnica e la continuazione della Nakba iniziata nel 1948.

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autrice e non riflettono necessariamente la posizione editoriale di Al Jazeera.

Yara Hawari è esperta di politica palestinese per Al-Shabaka, The Palestinian Policy Network (Rete di Politica Palestinese).

(traduzione dall’inglese di Mirella Alessio)




Il mito Israeliano dell'”esercito più etico” al mondo

Neve Gordon

16 ottobre 2023 – Al jazeera

La manipolazione del diritto internazionale consente a Israele di eludere la condanna per i suoi crimini di guerra.

Mentre Israele ordinava a un milione e centomila palestinesi, molti dei quali figli e nipoti di rifugiati, di lasciare le loro case nel nord di Gaza prima delloffensiva di terra, mi sono chiesto quante altre uccisioni e distruzioni saranno necessarie per soddisfare questa pulsione di morte.

Israele intende chiaramente infliggere una punizione in seguito al terribile attacco di Hamas. Nellimmaginario israeliano il 7 ottobre sarà ricordato per sempre come il giorno in cui Hamas massacrò più di 1.300 persone. I combattenti di Hamas sono entrati negli insediamenti e nelle città israeliane uccidendo centinaia di bambini, uomini e donne. L’attacco ad un festival musicale nel deserto ha causato la morte di oltre 250 israeliani.

Dal punto di vista giuridico questi attacchi costituiscono una serie di crimini di guerra palesi ed eclatanti e quindi è naturale che i leader di tutto il mondo li abbiano denunciati come atroci atti di violenza.

Tuttavia, lattacco di Israele a edifici e infrastrutture civili e luccisione di più di 2.300 bambini, uomini e donne palestinesi è stato accolto dal silenzio dei leader occidentali. Inoltre, la decisione di Israele di tagliare lelettricità, limitare la fornitura dacqua e radere al suolo gran parte della Striscia di Gaza non ha suscitato quasi alcuna critica da parte dellOccidente, anche se queste azioni costituiscono anchesse flagranti crimini di guerra.

Per capire perché la morte di civili palestinesi non riesca a generare indignazione morale tra le élite occidentali e cosa probabilmente accadrà ai palestinesi di Gaza quando le truppe israeliane attraverseranno il confine dobbiamo dare uno sguardo alle narrazioni israeliane dominanti in occasione degli assalti passati.

Nel 2014, ad esempio, durante linvasione israeliana di Gaza, furono uccisi più di 2.200 palestinesi, 556 dei quali minorenni a confronto con i 64 israeliani uccisi in quell’ondata di violenza.

Allora, come è possibile che, anche dopo che Israele ebbe scatenato nel 2014 una violenza così sproporzionata e letale, lOccidente continuasse a credere quasi all’unanimità che lesercito israeliano sia lesercito più etico al mondo, mentre i palestinesi sono stati inesorabilmente considerati aggressori violenti? Perché i leader occidentali non denunciano mai pubblicamente Israele per crimini di guerra?

La risposta è complessa perché ci sono diversi fattori in gioco. Ma uno di questi è la manipolazione incredibilmente astuta del diritto bellico da parte di Israele, che ha contribuito con successo a inquadrare la violenza israeliana come etica.

Le manipolazioni giuridiche di Israele si basano su una serie di ambiguità ed eccezioni all’interno del diritto internazionale, che rivelano come le leggi di guerra favoriscano gli Stati rispetto agli attori non statali e i forti rispetto ai deboli e di conseguenza potrebbero non essere lo strumento migliore per proteggere i civili a Gaza.

Facciamo alcuni esempi concreti. Gli ordini permanenti dati ai soldati che entrarono nella Striscia di Gaza nel 2014 erano chiari: i palestinesi che non avevano prestato ascolto agli avvertimenti di Israele di evacuare le loro case e fuggire a sud diventavano obiettivi militari legittimi. Un soldato ha spiegato allorganizzazione israeliana Breaking the Silence che:

In realtà non cerano regole di ingaggioCi dissero: non dovrebbero esserci civili. Se vedete qualcuno, sparate. Se la persona rappresentasse o meno una minaccia non era nemmeno messo in discussione; e questo per me ha un significato. Se spari a qualcuno a Gaza è ok, non è un grosso problema. Prima di tutto perché è Gaza, e in secondo luogo perché questa è una guerra. Anche questo ci venne chiarito: ci dissero: ‘non abbiate paura di sparare, e misero in chiaro che non esistevano civili non conniventi”.

Si potrebbe pensare che un ordine militare che consenta di sparare indiscriminatamente contro i civili sarebbe considerato illegale ai sensi del diritto internazionale, in particolare alla luce del principio di distinzione (il fondamento del diritto bellico che invita le parti in guerra a distinguere in ogni momento tra civili e combattenti e vieta lattacco intenzionale ai civili) e dato che oltre la metà dei 2,3 milioni di palestinesi che attualmente vivono nella Striscia di Gaza sono minorenni.

Lironia è che Israele in realtà utilizza il diritto di guerra per presentarsi come attore morale. Come ha fatto allinizio di questa settimana, nel 2014 lesercito israeliano ordinò a centinaia di migliaia di palestinesi di lasciare le loro case e di viaggiare verso sud ben sapendo che tra coloro che vivono nella zona ci fossero migliaia di anziani e malati e che il lasso di tempo concesso per liberare l’area non sarebbe stato sufficiente.

Ma Israele sa anche che avvertire i civili palestinesi e ordinare loro di andarsene gli permetterà di negare lesistenza stessa dei civili nel nord di Gaza. Questo è esattamente il significato della frase non ci sono civili non conniventi, poiché marchia tutti coloro che sono rimasti nella zona (anche se i civili sono ancora la maggioranza e non possono andarsene, come hanno affermato le Nazioni Unite sullattuale situazione) come partecipanti alle ostilità” o come scudi umani volontari. Secondo alcune interpretazioni del diritto di guerra tale terminologia rende questi civili “passibili di uccisione”.

E poiché la pretesa di eticità si basa sul rispetto delle leggi di guerra la violenza letale che i soldati israeliani usano contro i civili che rimangono nelle loro case viene quindi congegnata come moralmente giustificabile e persino etica.

Accanto a questa visione giuridica Israele diffonde anche una narrazione coloniale che presenta i palestinesi come animali umaniche non comprendono le leggi della guerra. Combinando questi cliché coloniali e il gergo giuridico si inquadrano i palestinesi come barbari immorali che meritano di morire. Questa mossa retorica, a sua volta, interpreta i soldati israeliani come lopposto, vale a dire, i combattenti civilizzati” e morali.

Inoltre, il collegamento del diritto internazionale con i luoghi comuni coloniali, o quello che potremmo chiamare una visione giuridico-coloniale, aiuta a giustificare lesecuzione di gravi violenze. Circa un mese fa il programma 60 Minutes della CBS News ha intervistato Shira Etting, una pilota israeliana attiva nelle proteste contro i tentativi del governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di riformare la giustizia israeliana. Se si pretende che i piloti possano alzarsi in volo per lanciare bombe e missili sulle case sapendo che potrebbero uccidere bambini, ha detto, è indispensabile che essi abbiano la massima fiducia nei [politici] che prendono quelle decisioni”.

Etting non concepisce in alcun modo una intenzionalità nell’uccisione di minori. Eppure riconosce che quando lei e i suoi colleghi piloti partono per una missione nei cieli di Gaza sanno che può benissimo finire, come spesso capita, che i missili lanciati uccidano dei civili.

In altre parole, i piloti israeliani, come Etting, sanno quando sganciano massicci bombardamenti sui centri urbani di uccidere dei minorenni ma non avendo intenzionedi ucciderli, il diritto internazionale così come i media come CBS News e i leader occidentali considerano le loro azioni moralmente integre. Questo nonostante il bombardamento effettuato da questi piloti abbia provocato la morte di un numero esponenzialmente maggiore di civili, compresi minorenni, rispetto a un attacco di Hamas. I media occidentali li dipingono come eroi che non intendevano uccidere i non combattenti, evenienza eufemisticamente chiamata danno collaterale”.

Si noti tuttavia che allinterno di questa visione giuridico coloniale non sono solo gli autori della violenza ad essere considerati differenti sul piano etico, ma anche le vittime di questa violenza. Le vittime israeliane hanno nomi e storie di vita che sono state tragicamente interrotte. Queste vittime, in altre parole, vengono presentate come persone degne di essere compiante.

Al contrario, le vittime palestinesi restano senza nome; e tendono a essere presentate come semplici numeri piuttosto che come esseri umani in carne ed ossa le cui vite meritino di essere ugualmente compiante. Anche questo contribuisce a perpetuare il mito dellesercito israeliano come etico.

In definitiva, quindi, non solo coloro che utilizzano le armi dei forti sono considerati più etici perché uccidono persone innocenti a distanza, ma anche perché il discorso giuridico coloniale considera le persone uccise come animali umani”, danno collateraleo come dati statistici.

Finché i morti saranno disumanizzati in questo modo e, di conseguenza, presentati come indegni di essere compianti, la pulsione di morte continuerà senza sosta. Questa, temo, è la ricetta per una punizione genocida.

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono allautore e non riflettono necessariamente la posizione editoriale di Al Jazeera.

Neve Gordon è docente di diritto internazionale alla Queen Mary University di Londra. È anche autore di Israel’s Occupation [L’occupazione israeliana, ndt.] e coautore di The Human Right to Dominate [Il diritto umano di dominare, ndt.].

[traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)




Cosa c’è da sapere riguardo al mortale attacco di Hamas contro un festival musicale israeliano

Redazione di Al Jazeera

10 ottobre 2023 – Al Jazeera

Almeno 260 persone sono morte durante il festival musicale Supernova dopo che dei combattenti sono arrivati su furgoni e motociclette, indossando giubbotti antiproiettile e brandendo mitra AK-47.

Sabato in migliaia sono stati testimoni di un massacro durante un festival musicale israeliano quando combattenti di Hamas hanno ucciso almeno 260 persone e portato ostaggi all’interno di Gaza.

Ecco quello che se ne sa:

Cos’è successo e quando?

Circa 3.500 giovani erano presenti al festival musicale Supernova, diventato uno dei primi obiettivi degli uomini armati palestinesi che hanno attraversato la barriera di confine di Gaza sabato alla mattina presto da Gaza.

Immagini video circolate sulle reti sociali mostrano uomini armati scendere con parapendii sull’evento. Altri sono arrivati via terra.

Decine di combattenti di Hamas hanno aperto il fuoco sui giovani israeliani che erano arrivati insieme per una notte di musica elettronica per celebrare la festività ebraica di Sukkot.

Filmati realizzati dai primi soccorritori israeliani e postati sulla rete sociale Telegram mostrano uomini armati che si lanciano sulla folla presa dal panico, falciando le persone in festa con raffiche di armi automatiche.

Molte vittime sono state colpite alla schiena mentre scappavano.

Secondo i partecipanti alla festa, mentre piovevano razzi, alcuni combattenti si sono diretti verso il luogo dove si svolgeva il festival mentre altri aspettavano nei pressi dei rifugi antimissile, abbattendo persone che vi cercavano riparo.

Si ritiene che l’attacco di sabato sia il peggior massacro di civili nella storia di Israele.

 Dov’è successo?

La festa si svolgeva in un campo sterrato fuori dal kibbutz di Re’im, a circa 5,3 kilometri dal muro che separa Gaza dal sud di Israele.

Quante vittime?

I servizi d’emergenza israeliani affermano che nel sito del festival sono stati recuperati 260 corpi.

Tuttavia gli organizzatori del festival affermano che stanno aiutando le forze di sicurezza israeliane a individuare i partecipanti che risultano ancora dispersi. Il bilancio dei morti potrebbe salire in quanto ci sono squadre che continuano a perlustrare la zona.

Cos’altro sappiamo riguardo ai combattenti di Hamas che stanno dietro a quanto successo?

Molti dei combattenti, arrivati anche con furgoni e motociclette, indossavano giubbotti antiproiettile e brandivano mitragliette Ak-47 e lanciagranate.

Cosa dicono le vittime?

“Ci siamo nascosti e messi a correre, nascosti e messi a correre, in un campo aperto, il posto peggiore in cui ti possa trovare in quella situazione,” ha detto Arik Nani di Tel Aviv, che era andato alla festa per festeggiare il suo ventiseiesimo compleanno.

“Per un Paese in cui tutti conoscono tutti in quel giro è un trauma che non avrei mai immaginato,” ha detto Maya Alper, 25 anni, all’Associated Press.

“Non posso neppure spiegarmi l’energia che loro (i miliziani) hanno avuto. Era così evidente che non ci vedevano come esseri umani,” afferma. “Ci guardavano con odio, puro odio.”

Elad Hakim, fuggito con altri amici su un’auto da corsa, dice che “era sicuro che sarebbero stati rapiti.”

“Ho scritto ai miei genitori, ho inviato al mio amico una registrazione per dire ai miei genitori che non avevo sofferto e che era… sarebbe andato tutto bene.”

Zohar Maariv, 23 anni, che vive sul confine con Gaza afferma di aver sentito durante l’attacco che “quella era la fine.”

“Vivo sul confine con Gaza e ne ho viste di cose durante la mia vita, ma non lo avevo mai provato così da vicino,” afferma Maariv, che ha dovuto saltare giù dall’auto con cui stava scappando quando è finita sotto un fuoco incrociato.

“Non mi ero mai sentita così vicina alla morte,” aggiunge.

Fonte: Al Jazeera e agenzia di notizie.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)




Israele annuncia il blocco “totale” su Gaza.

Redazione di Al Jazeera

9 ottobre 2023 – Al Jazeera

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant afferma che il blocco includerà anche la sospensione delle forniture di cibo, elettricità e carburante.

Israele ha annunciato un blocco “totale” della già assediata Striscia di Gaza, compreso lo stop a cibo e acqua dopo che Hamas ha effettuato il più grande attacco al paese da decenni.

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha detto lunedì che le autorità taglieranno l’elettricità e bloccheranno l’ingresso di cibo e carburante come parte di “un assedio completo” di Gaza governata da Hamas, dove vivono circa 2,3 milioni di persone in una delle aree più densamente popolate del mondo.

Il blocco israeliano della Striscia di Gaza occupata, nella sua forma attuale, è in vigore dal giugno 2007. Israele controlla lo spazio aereo e le acque territoriali di Gaza, nonché due dei tre valichi di frontiera; il terzo è controllato dall’Egitto.

Stiamo imponendo un assedio completo a Gaza… Niente elettricità, niente cibo, niente acqua, niente gas – è tutto chiuso”, ha detto Gallant in una dichiarazione video.

Il portavoce militare capo di Israele, Daniel Hagari, ha detto lunedì ai giornalisti che Israele ha il “controllo” delle sue comunità dopo l’incursione di massa di combattenti di Hamas di sabato nel suo territorio.

Hagari ha detto che lunedì mattina si sono verificati alcuni incidenti isolati, ma che “in questa fase non ci sono combattimenti nelle comunità”.

Ha aggiunto che “potrebbero esserci ancora terroristi nella zona”.

Carri armati e droni israeliani stavano sorvegliando le aperture nella recinzione per impedire ulteriori infiltrazioni, ha detto Hagari, aggiungendo che 15 delle 24 comunità di confine sono state evacuate, mentre il resto dovrebbe essere evacuato nelle prossime 24 ore.

In precedenza il portavoce di Hamas Abdel-Latif al-Qanoua aveva dichiarato all’agenzia di stampa Associated Press che i combattenti del gruppo continuavano a combattere fuori Gaza e avevano catturato altri israeliani ancora lunedì mattina.

Ha detto che il gruppo mira a liberare tutti i prigionieri palestinesi detenuti da Israele, che in passato ha accettato accordi di scambio sbilanciati in cui ha rilasciato un gran numero di prigionieri per singoli prigionieri o addirittura spoglie di soldati.

(traduzione dall’inglese di Giuseppe Ponsetti)




Perché il gruppo palestinese Hamas ha lanciato un attacco contro Israele?

Redazione.

7 ottobre 2023– Al Jazeera

Decine di morti, centinaia di feriti dopo il lancio di razzi da parte di Hamas, combattenti in Israele che ha iniziato a bombardare Gaza.

Israele e Hamas sembrano essere sull’orlo di un altro conflitto dopo l’attacco a sorpresa di sabato con operazioni aeree, marittime e terrestri, avviate dal gruppo palestinese dalla Striscia di Gaza. Israele ha risposto con un pesante bombardamento dell’enclave costiera sottoposta a blocco.

Cosa sappiamo:

Cosa è successo e quando?

Il gruppo armato palestinese Hamas ha lanciato contro Israele l’“Operazione Alluvione Al-Aqsa”, l’escalation più grave dal 2021 quando Israele e Hamas hanno combattuto una guerra durata 11 giorni.

Hamas ha detto di aver lanciato 5.000 razzi, mentre Israele ha confermato che i combattenti del gruppo erano entrati nel suo territorio.

Daniel Hagari, portavoce dell’esercito israeliano, ha detto che il gruppo ha attaccato da terra, mare e aria.

Il primo lancio di razzi è partito alle 06:30 ora locale (le 5:30 in Italia).

L’esercito israeliano ha anche affermato di aver lanciato l’operazione “Spade di ferro” contro Hamas nella Striscia di Gaza.

Gli attacchi mattutini si sono verificati durante Simchat Torah, una festività che cade l’ultimo giorno della festa ebraica di una settimana conosciuta come Sukkot, o Festa dei Tabernacoli.

Dove sono avvenuti gli attacchi?

I razzi sono stati lanciati fino a Tel Aviv. Hamas ha anche inviato combattenti nel sud di Israele.

I media israeliani hanno affermato che uomini armati hanno aperto il fuoco sui passanti nella città di Sderot, e i filmati che circolano sui social media sembrano mostrare scontri nelle strade della città e uomini armati in jeep che vagano per le campagne. Un rapporto sostiene che i combattenti di Hamas hanno preso il controllo di diversi centri israeliani occupati da civili, dove gli abitanti hanno chiesto aiuto al loro governo.

L’esercito israeliano afferma che dozzine di aerei da combattimento stanno effettuando attacchi contro obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza.

Il Times of Israel ha riferito che attualmente, gli scontri a fuoco si stanno svolgendo dentro e intorno alle città di Kfar Aza, Sderot, Sufa, Nahal Oz, Magen, Be’eri e alla base militare di Re’im.

I luoghi dove sono in corso alla sera del 7 ottobre combattimenti tra milizie palestinesi e IDF

Quante vittime ci sono state in Israele e in Palestina?

Le fonti mediche a Gaza riferiscono che almeno 160 palestinesi sono stati uccisi e più di 1000 feriti.

I dirigenti sanitari israeliani affermano che a causa degli attacchi di Hamas almeno 40 israeliani sono stati uccisi e 750 feriti

Perché Hamas ha attaccato Israele?

Khaled Qadomi, il portavoce di Hamas, ha detto ad Al Jazeera che l’operazione militare del gruppo è una risposta a tutte le atrocità che i palestinesi hanno dovuto affrontare nel corso dei decenni.

Vogliamo che la comunità internazionale fermi le atrocità a Gaza, contro il popolo palestinese e contro i nostri luoghi santi come Al-Aqsa, ecco le ragioni per cui abbiamo iniziato questa battaglia”, ha detto.

“Questo è il giorno della più grande delle battaglie per porre fine all’ultima occupazione sulla terra”, ha detto Mohammed Deif, comandante militare di Hamas, aggiungendo che sono stati lanciati 5.000 razzi.

Chiunque abbia un’arma dovrebbe tirarla fuori. È giunto il momento”, ha detto Deif, secondo alcune fonti.

In una dichiarazione postata su Telegram Hamas ha invitato “i combattenti della resistenza in Cisgiordania” così come “le nostre nazioni arabe e islamiche” a unirsi alla battaglia.

Cosa dice il governo israeliano?

L’esercito israeliano ha avvertito gli israeliani che vivono vicino a Gaza di restare nelle loro case o di recarsi nei rifugi.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu afferma che il suo Paese è impegnato in una guerra che “vincerà”.

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha affermato che Israele “vincerà questa guerra. Questa mattina Hamas ha commesso un grave errore lanciando una guerra contro lo Stato di Israele.”

Ultimi aggiornamenti

Secondo il Times of Israel l’esercito israeliano sta affrontando i combattenti di Hamas in sette località nel sud di Israele, vicino alla recinzione con la Striscia di Gaza.

Il gabinetto israeliano dovrebbe tenere una riunione alle 13:00 presso la sede del Ministero della Difesa.

Il ministero della Salute a Gaza ha lanciato un appello per donazioni di sangue per gli ospedali dell’enclave.

Quali sono state finora le reazioni internazionali?

Il governo ceco ha condannato Hamas per aver lanciato “attacchi terroristici” contro Israele, tradizionale alleato di Praga.

Il capo degli Esteri dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha espresso solidarietà a Israele.

Il ministero degli Esteri francese ha affermato che la Francia condanna gli “attacchi terroristici in corso contro Israele e la sua popolazione” e che la Francia ha espresso la sua piena solidarietà a Israele.

Il Regno Unito “condanna inequivocabilmente” l’attacco a sorpresa di sabato del gruppo islamico palestinese Hamas contro Israele, ha detto il ministro degli Esteri James Cleverly.

L’Egitto ha messo in guardia sulle “gravi conseguenze” di un’escalation in una dichiarazione del ministero degli Esteri diffusa sabato dall’agenzia di stampa statale. Ha chiesto di “esercitare la massima moderazione ed evitare di esporre i civili a ulteriori pericoli”.

Sabato il gruppo libanese Hezbollah ha rilasciato una dichiarazione affermando di seguire da vicino la situazione a Gaza e di essere in “contatto diretto con i leader della resistenza palestinese”.

Al Jazeera e Agenzie di stampa

Traduzione dall’inglese di Giuseppe Ponsetti