L’antisemitismo israeliano sotto falso nome

Asa Winstanley

31 agosto 2020 – Middle East Monitor

Gli antisemiti diventeranno i nostri amici più fidati, i Paesi antisemiti sono i nostri alleati,”disse il fondatore del sionismo, Theodor Herzl.

Herzl non era affatto l’unico sionista a sostenere un’alleanza con gli antisemiti, e questo modello malefico continua anche oggi.

In Ucraina, per esempio, Israele ha armato e addestrato il Battaglione Azov, una milizia neonazista ferocemente antisemita.

Attualmente uno degli alleati politici e morali più accesi di Israele sono i Cristiani Uniti per Israele, un’organizzazione che, basandosi su dati discutibili, afferma di contare circa sei milioni di aderenti.

Il gruppo cristiano sionista è stato fondato da John Hagee, un predicatore evangelico in televisione e pastore protestante statunitense con una redditizia serie di pubblicazioni teologiche sulla “fine dei tempi”, DVD e vari altri prodotti. Una volta in una predica Hagee ha detto che Adolf Hitler era “un cacciatore” inviato da dio per ricacciare gli ebrei in Palestina, trasformarli in coloni e far sì che fondassero lo Stato di Israele.

I sionisti cristiani evangelici come Hagee hanno una posizione teologica terribilmente antisemita che profetizza che, alla fine della storia, gli ebrei si divideranno tra quelli che si convertiranno in massa al cristianesimo e quelli che verranno condannati alle fosse ardenti dell’inferno.

Ciononostante Hagee è un grande amico ed alleato del primo ministro Benjamin Netanyahu. Nel 2018 Hagee ha pronunciato la preghiera di commiato all’inaugurazione della nuova ambasciata degli USA a Gerusalemme, quando essa venne aperta.

Si rivolse ai partecipanti a quella cerimonia anche un altro leader evangelico di destra, Robert Jeffress.

Jeffress è un altro razzista antisemita e islamofobo. Durante un’intervista a un canale televisivo cristiano ha sostenuto che gli ebrei, i musulmani e i mormoni finiranno tutti all’inferno. “L’Islam è sbagliato. E’ un’eresia infernale,” ha dichiarato. “La religione dei mormoni è sbagliata. E’ un’eresia infernale.” Ed ha proseguito: “Ebraismo: non ti puoi salvare se sei ebreo. Tra l’altro, sai chi l’ ha detto? I tre ebrei più importanti del Nuovo Testamento: Pietro, Paolo e Gesù Cristo.”

I politici israeliani come Netanyahu sono sicuramente consapevoli dell’odiosa ideologia di simili alleati. Ma, finché essi si impegnano ad appoggiare lo Stato di Israele e a difendere i suoi crimini, a loro non importa.

In fin dei conti la lobby evangelica ha ancora un immenso potere e influenza nella politica degli USA. E, mentre l’appoggio ebraico a Israele si riduce, essa sta diventando gradualmente una componente fondamentale della lobby israeliana.

Il vertice annuale dei Cristiani Uniti per Israele comincia a rivaleggiare con l’American Israel Public Affairs Committee [Comitato di Affari Pubblici Americano-Israeliano, principale organizzazione lobbystica filoisraeliana USA, ndtr.] (AIPAC) riguardo al numero di assassini politici che riesce ad attrarre. In giugno la sua riunione virtuale ha incluso oratori come il presidente di Israele Reuven Rivlin, il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz, il ministro contro il BDS Gilad Erdan, l’ex-ambasciatrice degli USA all’ONU Nikki Haley, il senatore ed ex-candidato alla presidenza Ted Cruz, l’ambasciatore israeliano negli USA Ron Dermer e l’ambasciatore USA in Israele David Friedman.

Dati questo contesto e questa storia, non dovrebbe stupire trovare sionisti che promuovono l’antisemitismo. Dopotutto sia i sionisti che gli antisemiti vogliono vedere gli ebrei andarsene dai loro Paesi di origine per diventare coloni in Palestina.

Per alcuni ciò può sembrare controintuitivo. Ma si basa sull’idea sbagliata molto diffusa secondo cui la parola “sionista” sia sinonimo di “ebreo”: non lo è.

L’ “ebraismo” è un’identità religiosa o culturale (o entrambe), mentre il sionismo è una ideologia politica. Questa è una differenza importante.

Come ha detto il grande intellettuale afro-americano James Baldwin: “Per essere sionista non c’è bisogno di amare gli ebrei. Conosco alcuni sionisti che sono assolutamente antisemiti. Ed essere ebreo non significa necessariamente essere sionista.”

Un esempio particolarmente impressionante, se non sorprendente, di antisemitismo sionista si è verificato all’inizio di agosto in Scozia.

È apparsa la notizia che Edward Sutherland, un attivista della Confederazione degli Amici di Israele, era indagato dall’ispettorato all’istruzione per pubblicazioni antisemite su Facebook.

Tra le menzogne antiebraiche che ha esternato c’era quella che il “grande naso” dell’avvocato ebreo Matthew Berlow [avvocato ebreo scozzese condannato per aver espresso frasi offensive contro filopalestinesi, ndtr.] era stato messo “fuori combattimento”. Per molti decenni le caricature degli ebrei grotteschi con il naso grande sono state un tema comune della propaganda antisemita.

Fino ai suoi problemi recenti Sutherland si recava ogni fine settimana alle riunioni degli Amici di Israele di Glasgow. Ora deve affrontare la possibilità di perdere il suo posto di insegnante. Nelle notizie del dipartimento “non lo potevi fare”, la qualifica di Sutherland è “direttore dell’educazione religiosa e morale” nella scuola dove insegna, la Accademia Belmont ad Ayr.

Sutherland ha postato in rete usando un falso profilo Facebook, il nome di una persona inventata che ha presentato come attivista “filo-palestinese”. Il piano era diffamare il movimento di solidarietà con la Palestina. Quindi questa potrebbe essere definita come una campagna sotto falso nome.

C’è una lunga storia di partecipazione di Israele e dei filo-israeliani in queste cose, con il fine di fare propaganda contro i palestinesi e i loro sostenitori.

Per esempio, nel decennio 1980-90 l’Anti-Difamation League [Lega contro la Diffamazione, organizzazione della lobby filo-israeliana negli USA, ndtr.] ha diretto una rete di spionaggio infiltrandosi nei movimenti solidali con i palestinesi e in altri gruppi di sinistra e antirazzisti negli USA. Diffondeva e vendeva informazioni sia su Israele che sul regime dell’apartheid sudafricano.

La sua spia più importante, Roy Bullock, cercò di fare qualcosa di simile, tentando di creare un legame tra il gruppo arabo in cui si era infiltrato e un gruppo neonazista che negava l’Olocausto. E quale miglior esempio di questa campagna che l’attacco durato vari anni contro Jeremy Corbyn e il partito Laburista per il loro “antisemitismo”? Israele era profondamente coinvolto anche in quello.

Le opinioni esposte in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Middle East Monitor.

Asa Winstanley

Redattore di The Electronic Intifada, Asa Winstanley è un giornalista d’inchiesta che vive a Londra e che dal 2004 si reca regolarmente in Palestina.

(traduzione dallo spagnolo di Amedeo Rossi)