I palestinesi lottano per salvare un cimitero di Gerusalemme

I palestinesi lottano per salvare un cimitero di Gerusalemme dall’essere distrutto per far posto a un parco israeliano

Yumna Patel

29 ottobre 2021 – Mondoweiss

 

Venerdì forze israeliane hanno lanciato lacrimogeni e bombe stordenti contro i palestinesi all’esterno del cimitero di al-Yusufiyah nella Gerusalemme est occupata, l’ultima escalation sul posto, in quanto i palestinesi lottano per salvare il cimitero dall’essere distrutto per far posto a un parco israeliano.

Secondo informazioni locali, gruppi di palestinesi si sono riuniti fuori dal cimitero, situato nelle immediate vicinanze delle mura della Città Vecchia, per protestare contro la costruzione nella zona di un parco israeliano che minaccia di distruzione parecchie tombe palestinesi.

Video ripresi sul posto venerdì mostrano poliziotti di frontiera israeliani armati che lanciano lacrimogeni e granate assordanti contro la folla, mentre altri arrestano violentemente giovani palestinesi e minacciano con i manganelli persone che stanno filmando la scena.

L’attacco contro i manifestanti è avvenuto dopo che forze israeliane hanno chiuso il cimitero con lamiere e reticolati nel tentativo di impedire alle numerose famiglie di accedere al cimitero mentre i bulldozer israeliani stavano lavorando nella zona.

Video mostrano la polizia israeliana che tenta di cacciare con la forza le famiglie che insistono per rimanere lì e perché gli venga consentito di visitare le tombe dei propri cari.

Un video postato sulle reti sociali mostra un gruppo di donne palestinesi che cerca di aprire di forza i portoni, ma inutilmente.

Una delle donne è Ola Nababteh, che all’inizio di questa settimana è stata filmata mentre si aggrappava disperatamente alla tomba del figlio quando i poliziotti israeliani stavano cercando di strapparla dalla pietra tombale.

Il video, diventato virale sulle reti sociali, mostra Nababteh in lacrime supplicare i poliziotti dicendo “Andiamo, lasciatemi qui,” mentre i bulldozer spianavano la terra attorno a lei.

Secondo la Reuter [agenzia di stampa britannica, ndtr.], Arieh King, vice sindaco di Gerusalemme e leader del movimento di destra dei coloni a Gerusalemme, ha affermato che non c’è “alcun tentativo di rimuovere il cimitero e la polizia ha portato via Nababteh perché era troppo vicina ai lavori di costruzione.”

Ma Nababteh ha sostenuto tutt’altro, dicendo a Middle East Eye che nel corso degli anni, quando andava sulla tomba del figlio, era costantemente maltrattata dalle autorità israeliane, che le dicevano che non aveva avuto il permesso di seppellire suo figlio lì.

Quindi, quando all’inizio del mese, durante i lavori di costruzione israeliani sul posto, sono stati disseppelliti resti umani, lei e altri palestinesi con parenti sepolti nel cimitero hanno temuto che i loro cari potessero presto subire un destino simile.

Le autorità israeliane sostengono che i resti che sono stati disseppelliti appartenevano a tombe “non autorizzate” che nel corso degli anni erano state “illegalmente collocate” nel cimitero e che le tombe “autorizzate” non sarebbero state danneggiate.

Per anni i palestinesi hanno lottato contro i progetti israeliani di parchi e riserve naturali, che minacciano più di un cimitero musulmano in città.

Nel 2018 forze israeliane hanno scavato all’interno del cimitero di Bab al-Rahma, fuori dalla Città Vecchia, come parte del progetto di creare un percorso per turisti per il parco nazionale della Città di David [parco archeologico gestito da un’associazione di coloni, ndtr.], che passa attraverso il cimitero plurisecolare, luogo di riposo eterno per generazioni di palestinesi e di altri arabi.

Nel contempo Mustafa Abu Zahra, capo della Commissione per la Tutela dei Cimiteri Islamici di Gerusalemme, ha detto a Mondoweiss che le profanazioni di cimiteri musulmani in città sono iniziate fin dagli anni ’70.

Negli ultimi anni ogni tentativo da parte dei palestinesi di scavare nuove tombe nel cimitero è stato respinto con la forza dalle autorità israeliane, che hanno distrutto le sepolture e limitato l’accesso dei palestinesi alla zona.

“Questa è una violazione delle leggi internazionali e parte della continua ebraizzazione di Gerusalemme da parte di Israele. Questo cimitero rappresenta la nostra cultura, la nostra vita, la nostra storia, e Israele sta cercando di cancellare tutto ciò,” aveva detto allora.

Aviv Tatarsky, ricercatore dell’ong israeliana di sinistra “Ir Amim”, dice a Mondoweiss che “i parchi nazionali sono stati ampiamente utilizzati in modo improprio da Israele a Gerusalemme est come uno dei mezzi per limitare pesantemente le aree residenziali palestinesi al fine di realizzare la politica demografica israeliana di garantire una maggioranza ebraica a Gerusalemme,” e che la politica crea pressioni che “incoraggiano” gli abitanti di Gerusalemme est a lasciare la città.

 

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)