Israele chiude uno stadio di calcio in maggioranza palestinese dopo la sconfitta del Beitar Jerusalem

Mustafa Abu Sneineh

3 dicembre 2021 – Middle East Eye

Al Bnei Sakhnin, attualmente terzo nel campionato israeliano di serie A, è stato vietato di giocare sul suo campo dopo la vittoria sulla squadra i cui tifosi esaltano il razzismo.

Le autorità israeliane hanno vietato al Bnei Sakhnin, un’importante squadra di calcio dei cittadini palestinesi di Israele che gareggia nel campionato di serie A del Paese, di giocare partite nel suo stadio. La decisione ha fatto seguito alla vittoria della squadra contro il Beitar Jerusalem, i cui tifosi sono noti per esaltare il razzismo anti-palestinese.

Giovedì [2 dicembre] il ministero israeliano dell’Economia e dell’Industria ha affermato di aver revocato la licenza al Doha Stadium a Sakhnin, una cittadina in maggioranza palestinese nel nord di Israele, sostenendo che la squadra ha superato il numero consentito di tifosi approvato dalle autorità.

Il ministero ha affermato di aver concesso al Bnei Sakhnin di far entrare 5.388 tifosi sui 7.414 posti del Doha Stadium per assistere alla partita, ma che secondo i suoi dati 7.000 sostenitori hanno fatto il tifo per il Bnei Sakhnin, rispetto ai circa 500 del Beitar Jerusalem.

“In un comunicato il ministero ha affermato: “Consideriamo seriamente la violazione delle condizioni che abbiamo stabilito nella nostra concessione della licenza commerciale dello stadio.”

Venerdì l’iniziativa è stata duramente criticata come “politica” dall’Alto Comitato Arabo di Controllo, un’organizzazione che riunisce le fazioni politiche che rappresentano i cittadini palestinesi di Israele, i quali costituiscono circa il 20% della popolazione del Paese.

Il 30 novembre il Bnei Sakhnin ha battuto al Doha Stadium il Beitar Jerusalem, una squadra di Gerusalemme ovest i cui tifosi sono noti per la loro violenza e i cori razzisti contro i palestinesi.

Il 2 a 0 ha portato il Bnei Sakhnin al terzo posto nel campionato israeliano di serie A ed ha determinato le dimissioni dell’allenatore olandese del Beitar Erwin Koeman, fratello del più noto Ronald.

Uso della forza da parte della polizia

Il Bnei Sakhnin o Abna Sakhnin, che significa, rispettivamente in ebraico e arabo, “figli di Sakhnin”, è stato fondato nei primi anni ’90 ed è diventato una delle migliori squadre del campionato israeliano di serie A, vincendo lo scudetto nel 2004.

L’Alto Comitato Arabo ha affermato che la chiusura del Doha Stadium è stata “una rappresaglia arbitraria e un passo politico totalmente ingiustificato contro l’Abna Sakhnin e i suoi tifosi, tutti arabi.”

Il Comitato ha anche condannato l’uso della forza contro i tifosi del Bnei Sakhnin da parte della polizia israeliana dopo la partita con il Beitar Jerusalem, a cui hanno assistito membri palestinesi del parlamento israeliano, che hanno festeggiato la vittoria.

La polizia israeliana avrebbe sparato lacrimogeni e granate stordenti in zone residenziali nei pressi del Doha Stadium, inaugurato nel 2006 e in parte finanziato dal Qatar.

Mohammed Abu Younis, presidente del Bnei Sakhnin, ha detto a media locali che le autorità israeliane stavano “aspettando con ansia” di chiudere lo stadio.

“Vogliono trasformare il Doha Stadium in una prigione? Ci rivolgeremo al potere giudiziario per annullare questa decisione… Prometto che non rimarremo in silenzio e lotteremo in ogni modo contro questa decisione,” ha affermato.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)