Israele aiuta i nazisti dell’Ucraina a rifarsi l’immagine

Asa Winstanley e Ali Abunimah 

23 dicembre 2022,The Electronic Intifada 

Dei rappresentanti del Battaglione neonazista ucraino Azov hanno visitato Israele per raccogliere sostegno ai propri combattenti imprigionati. Si sono incontrati con politici e soldati israeliani. L’ufficiale dell’intelligence dell’Azov Illia Samoilenko era stato rilasciato a settembre in uno scambio di prigionieri con la Russia.

Era uno delle centinaia di combattenti dell’Azov che si erano arresi a maggio alla fine del lungo assedio russo alla città orientale di Mariupol.

Israele apprezza la libertà, apprezza la forza, Israele apprezza l’onore. Sono le stesse cose che apprezziamo anche noi”, ha detto questa settimana al quotidiano israeliano Haaretz.

Samoilenko ha anche detto a The Times of Israel che “vede Israele e Ucraina dalla stessa parte, i civili che combattono gli incivili in una lotta per il futuro dell’umanità”: così il giornale sintetizza il suo sfogo.

Abbiamo ricchezze, una bella, prospera, magnifica civiltà, e loro hanno medievali uomini delle caverne “, ha detto. Sembra che “loro” in questo caso siano i palestinesi e i russi, che Samoilenko considera “incivili”.

Insieme nel tour israeliano con Samoilenko c’era Yulia Fedosiuk, moglie di un combattente Azov imprigionato e attivista di estrema destra a pieno titolo. Entrambi hanno partecipato questa settimana a una campagna di propaganda come parte di una più ampia iniziativa per rifare l’immagine di Azov in Occidente.

Prima che la Russia invadesse l’Ucraina a febbraio era ampiamente riconosciuto che il Battaglione Azov promuovesse l’ideologia nazista.

Ad esempio, l’Anti-Defamation League, un importante gruppo di lobby ebraico e israeliano [con sede negli USA, fondato nel 1913, che considera “antisemita” ogni critica al governo di Israele, ndt.], nel 2019 aveva segnalato Azov come “gruppo estremista ucraino” con “legami con neonazisti e suprematisti bianchi”.

Ma ora con i governi occidentali che armano l’Ucraina, incluso il Battaglione Azov, in una guerra per procura contro la Russia, c’è uno sforzo concertato per nascondere questa preoccupante realtà all’opinione pubblica.

Di conseguenza – con l’aiuto dei media e ora di Israele e della sua lobby – Azov ha tentato negli ultimi mesi di cambiare marchio.

Ottenere un timbro di approvazione da parte di Israele è una strategia consolidata da tempo degli estremisti di estrema destra europei e americani che cercano di guadagnare legittimità nell’opinione corrente.

A maggio il Times di Londra ha riferito come Azov stesse progettando di cambiare il suo simbolo del wolfsangel, un simbolo di estrema destra associato a una divisione dell’esercito tedesco durante il regime nazista di Hitler.

Ma sembra che anche questa superficiale ripulitura fosse un cambiamento intollerabile per Azov. Il simbolo rimane visibile in tutti i siti online di Azov.

I recenti post sui social media di Azov dimostrano che i loro combattenti usano ancora il wolfsangel.

Masada è il sito di una mitica ultima resistenza dei combattenti ebrei contro le milizie romane. Oggi, Israele vi tiene le cerimonie di giuramento dei nuovi soldati, che promettono che “Masada non cadrà più”.

L’account Telegram dell’associazione Azovstal ha pubblicato foto dei membri dell’Azov a Masada e ha dichiarato: “Quando oggi in Israele parliamo della difesa di Mariupol, gli israeliani… ripetono costantemente: ‘Mariupol è la vostra Masada’”.

Accanto a Masada, i tweet mostrano che i due militanti ucraini hanno anche incontrato soldati israeliani riservisti, assistito alla proiezione di un film e incontrato Naama Lazimi, un’importante politica israeliana del Partito Laburista che fa parte del governo di coalizione uscente.

[Poco dopo la pubblicazione di questo articolo, l’account Twitter di Azovstal ha cancellato il post che mostrava il loro incontro con Lazimi. Anche Shahar Tenenbaum, portavoce di Lazimi, ha contattato The Electronic Intifada per chiedere che il suo nome fosse rimosso da questo articolo.]

Legami provati con il nazismo

Durante l’incontro con Lazimi Samoilenko “ha sfatato i miti creati dalla propaganda russa sul Reggimento Azov”, ha affermato l’associazione Azovstal sul suo canale Telegram.

Sembra essere un riferimento alla corretta affermazione del governo russo all’inizio della sua invasione dell’Ucraina a febbraio secondo cui il Battaglione Azov è un’organizzazione nazista.

Ma ricordiamo che questa non era solo un’affermazione della Russia, era stata ampiamente riconosciuta e riportata dai media occidentali, incluso il sito “investigativo” finanziato dall’UE Bellingcat.

Nel 2019, Bellingcat ha documentato ampiamente il raggio d’azione internazionale del Battaglione rispetto a gruppi della supremazia bianca, osservando che “l’interesse di Azov nel mettersi in contatto con gli estremisti americani e la disinvoltura del gruppo ucraino nel cooperare con i neonazisti negli Stati Uniti e in Occidente erano evidenti” almeno fino al 2018 – quattro anni dopo il Battaglione Azov fu integrato nella guardia nazionale ucraina.

Ma quando gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’UE hanno intrapreso la loro guerra per procura contro la Russia in Ucraina, i media occidentali si sono ampiamente allineati, dipingendo Azov con simpatia come i “difensori di Mariupol”, come nazionalisti incompresi e come vittime della “propaganda di Putin”.

Anche l’Anti-Defamation League (ADL), che in precedenza aveva condannato i legami nazisti di Azov, si sta allineando.

Dopo l’invasione russa, l’ADL si è impegnata in un palese revisionismo dell’Olocausto per riabilitare i collaboratori di Hitler in tempo di guerra che oggi sono venerati come eroi nazionali in Ucraina, anche se hanno aiutato il leader tedesco a uccidere centinaia di migliaia di polacchi ed ebrei durante la seconda guerra mondiale.

L’ADL sta ora anche aiutando a ritoccare Azov. Recentemente, il gruppo di pressione israeliano ha affermato che l’integrazione del 2014 del Battaglione Azov nella guardia nazionale ucraina ha significato che l’unità militare Azov si era separata dal più ampio movimento politico Azov di estrema destra e dal fondatore del movimento Andriy Biletsky.

Di conseguenza, l’ADL ora afferma di “non considerare il Reggimento Azov come il gruppo di estrema destra che era una volta”.

Ma nel 2019, Bellingcat aveva già riferito di “dichiarazioni recentemente scoperte fatte da un alto funzionario delle forze dell’ordine” in Ucraina che “suggeriscono che l’incorporazione del Reggimento Azov nella Guardia nazionale dell’Ucraina non ha influenzato l’ideologia di estrema destra sposata da ex membri – e invece ha permesso ad Azov di ottenere armi sofisticate e costruire un proprio partito politico”.

“Ripristinare l’onore della razza bianca”

Negli ultimi mesi pare che il Battaglione Azov si sia ribattezzato “Reggimento Azov”, altro evidente tentativo di legittimarsi come elemento normale dello Stato ucraino e di imbiancare la sua immagine nazista pur mantenendo le stesse politiche.

Questo cambio di nome è stato messo in risalto in un articolo del Jerusalem Post questa settimana, in cui si affermava che “il Battaglione Azov [è] il predecessore del Reggimento Azov”.

Ma proprio come quando gli Stati Uniti e i loro alleati hanno ripetutamente tentato di rinominare il ramo siriano di al-Qaeda come “ribelli moderati”, è improbabile che simili cambiamenti cosmetici possano ingannare qualcun altro oltre alle truppe degli smidollati giornalisti dei media mainstream.

E nonostante il fascino esercitato questa settimana da Samoilenko e Fedosiuk sulla stampa israeliana non c’è assolutamente alcun motivo per pensare che l’Azov si sia allontanato dalle sue radici razziste e antisemite.

Oltre a utilizzare ancora il simbolo nazista wolfsangel, i recenti post sui social media dell’Azov mostrano che il fondatore del gruppo Andriy Biletsky è ancora una presenza regolare nelle parate dell’Azov.

Biletsky si è “impegnato a ripristinare l’onore della razza bianca” e quando era in parlamento ha proposto leggi per proibire il “mescolamento razziale”.

Nel 2014 ha scritto che “la missione storica della nostra nazione in questo momento critico è guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale per la loro sopravvivenza. Una crociata contro i sub-umani semiti”.

Un fascista convinto

Nonostante il benevolo trattamento che ha ricevuto quest’anno dagli stessi media occidentali che hanno rivalutato i nazisti di Azov, anche Yulia Fedosiuk è parte attiva dell’estrema destra ucraina.

“Uno dei miei migliori amici è ebreo ed è in Azov”, ha affermato questa settimana Fedosiuk in un’intervista al Times of Israel.

Samoilenko ha fatto affermazioni simili nella sua intervista ad Haaretz, un’affermazione che, ha sottolineato il giornale, non era “in grado di sostenere immediatamente fornendo nomi”.

In un articolo rivelatore su Fedosiuk, il ricercatore Bob Pitt osserva che “la propensione di Azov al linguaggio ambiguo e al negazionismo è particolarmente notevole in relazione all’antisemitismo, e le assicurazioni ai giornalisti occidentali che il movimento accoglie membri ebrei sono contraddette altrove da espressioni di estrema ostilità verso gli ebrei”.

Pitt scrive che Fedosiuk è una fascista convinta che inveisce contro il femminismo e i diritti LGBTQ e che apprezzava il leader fascista rumeno dell’inizio del XX secolo Corneliu Codreanu.

Codreanu era un violento antisemita che una volta dichiarò che “la missione storica della nostra generazione è risolvere il problema dei kike, gli ebrei (kike è un termine estremamente dispregiativo per gli ebrei).

Come ha sottolineato Pitt, quando Fedosiuk lavorava per Plomin, la casa editrice di Azov, pubblicava traduzioni ucraine degli scritti di Codreanu, del fascista italiano Julius Evola e di altre figure famose della storia fascista europea.

Nazisti al potere

Israele ha stretti legami sia con la Russia che con l’Ucraina. Nonostante il presidente Volodymyr Zelensky si sia lamentato del fatto che Israele abbia rifiutato di fornire all’Ucraina il sistema missilistico Iron Dome, sono arrivate da Israele in Ucraina, e anche al battaglione Azov, armi, addestramento e combattenti.

Ad aprile è emerso un video di mercenari israeliani che combattono in Ucraina, con i ringraziamenti al governo israeliano per “averci aiutato” nella guerra contro la Russia.

Nello stesso mese un video pubblicato online da Azov mostrava l’unità che utilizza armi anticarro israeliane.

Il Battaglione Azov nacque come banda di teppisti di strada di estrema destra. I suoi attivisti hanno formato l’avanguardia del colpo di stato Maidan del 2014, sostenuto dagli Stati Uniti, che ha rovesciato un governo eletto in Ucraina. Poco dopo, è stato integrato nelle forze armate ucraine, e lì resta.

Nel 2018 l’avvocato israeliano per i diritti umani Eitay Mack ha scritto al governo israeliano per obiettare che gli aiuti del paese all’Ucraina venivano utilizzati da neonazisti.

In risposta, il governo ha confermato che le sue licenze di armi all’Ucraina erano state concesse “in pieno coordinamento con il Ministero degli Affari Esteri e altri enti governativi”, ma non ha negato di armare i nazisti ucraini.

La denuncia nel 2018 di Electronic Intifada sull’armamento israeliano dei nazisti ucraini ha causato un piccolo incidente diplomatico nel momento in cui l’ambasciatore ucraino in Israele ha scritto una denuncia formale ad Haaretz quando questo giornale fece eco alla nostra segnalazione.

Mack ha presentato una petizione all’Alta Corte israeliana per impedire allo Stato di armare i nazisti ucraini. Il governo ha risposto con la richiesta che le udienze si tenessero a porte chiuse e mettendo il bavaglio alla stampa.

Asa Winstanley è un giornalista investigativo e Ali Abunimah è il direttore esecutivo di The Electronic Intifada.

(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)