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Le forze israeliane uccidono almeno 6 palestinesi nell’ultima incursione a Jenin

Redazione di Al Jazeera

7 marzo 2023- Al Jazeera

Il Ministero della salute palestinese afferma che sono più di 11 le persone ferite, tra cui due gravi.

Le forze israeliane hanno ucciso almeno sei palestinesi e ferito altri 11 durante un raid nella città occidentale della Cisgiordania di Jenin, secondo il Ministero della salute dell’Autorità palestinese.

Martedì il Ministero ha dichiarato che due delle persone ferite hanno subito lesioni gravi.

Testimoni hanno detto all’agenzia di stampa AFP [principale agenzia di stampa francese, ndt.] che una casa è stata assediata dalle forze israeliane e colpita con razzi. I filmati circolanti sui social media mostrano elicotteri che sorvolano una colonna di veicoli militari che entrano in città.

Le autorità israeliane hanno sostenuto che uno dei palestinesi uccisi la scorsa settimana è stato complice nella sparatoria ai danni di due fratelli di una colonia illegale vicino al villaggio palestinese di Huwara.

L’ufficio del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che le truppe hanno “eliminato” l’uomo armato che il mese scorso ha ucciso due coloni israeliani in Cisgiordania.

Sara Khairat di Al Jazeera, riferendo da Ramallah, ha affermato che un’altra incursione da parte delle forze israeliane è stata condotta anche martedì sera in un altro campo profughi a sud di Nablus.

L’esercito è entrato in un edificio nel campo profughi di Askar e ha arrestato tre uomini, tra cui due figli di un uomo di 49 anni ucciso a Jenin.

L’agenzia di stampa palestinese Wafa riporta che Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese Mahmud Abbas, ha definito l’uso dei razzi a Jenin martedì un atto di “guerra totale”.

Abu Rudeineh ha accusato il governo israeliano di essere “responsabile di questa pericolosa escalation che minaccia di infiammare la situazione e distruggere tutti gli sforzi volti a ripristinare la stabilità”.

Nel corso della notte il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, ha ribadito le richieste a entrambe le parti di “ridurre” le tensioni in Cisgiordania, e si prevede anche che la questione delle violenze sarà sollevata dal segretario alla Difesa Lloyd Austin quando visiterà Israele questa settimana.

Tuttavia prima dell’inizio del mese sacro musulmano del Ramadan e delle festività della Pasqua ebraica non vi è stato alcun segno di rinuncia alla violenza.

Durante la notte di lunedì i coloni israeliani hanno attaccato i palestinesi nel villaggio di Huwara, che la scorsa settimana è stato teatro di un violento pogrom da parte di decine di coloni in cerca di vendetta per l’uccisione di due israeliani sulla loro auto.

Le forze israeliane dell’esercito e della polizia di confine hanno disperso la folla di quelli che i militari hanno descritto come “un certo numero di rivoltosi violenti ” a Huwara. I video condivisi sui social media mostrano un gruppo di giovani vestiti di nero che attaccano un’auto palestinese prima che il guidatore riesca ad allontanarsi.

Omar Khalifa, che aveva appena finito di fare la spesa in un supermercato ed era in macchina con la sua famiglia quando sono stati attaccati, racconta: “Mia moglie era seduta dietro e ha abbracciato nostra figlia per proteggerla con il suo corpo”.

Avremmo potuto perderla. Eravamo veramente in pericolo di vita.

Altri filmati sembrano mostrare soldati israeliani che ballano insieme a coloni ebrei nella città durante la festività ebraica di Purim. Si sente una voce dire in ebraico: “Signori, Huwara è stata conquistata!”

L’esercito di Israele non ha dato risposte a una domanda sul filmato dei suoi soldati che ballano con i coloni quando ha risposto a una richiesta di informazioni dell’agenzia Reuters sull’incidente.

La scorsa settimana i coloni hanno dato fuoco a decine di auto e case a Huwara dopo che due fratelli sono stati colpiti da un palestinese armato mentre erano seduti in macchina a un checkpoint nelle vicinanze.

Le violenze, descritte come un “pogrom” da un alto comandante israeliano, hanno provocato indignazione e condanna in tutto il mondo, cresciute quando il ministro delle Finanze ultra-nazionalista Bezalel Smotrich, che ha la responsabilità di aspetti delle attività amministrative in Cisgiordania, ha affermato che Huwara avrebbe dovuto essere “rasa al suolo”. In seguito Smotrich ha parzialmente ritrattato.

Marwan Bishara, esperto analista politico di Al Jazeera, afferma che la violenta repressione di Israele servirà a ben poco per stroncare la resistenza palestinese.

Bishara afferma: “Nel corso degli anni e dei decenni l’idea che puoi semplicemente reprimere Jenin con più violenza si è dimostrata sbagliata. I campi profughi e le città che gli israeliani attaccano di più, dove hanno ucciso di più, si sono rivelati i simboli più importanti della resistenza palestinese “.

“Hebron, Gaza o Jenin e altri hanno dimostrato di essere i più resistenti, i più ostinati e continueremo a vedere più incursioni israeliane, più resistenza palestinese: il ciclo continuerà.”

Nel 2023 i coloni hanno ucciso finora almeno cinque palestinesi, mentre le forze israeliane quest’anno ne hanno uccisi almeno 68. Nello stesso periodo, 13 israeliani e una donna ucraina sono stati uccisi in attacchi apparentemente non coordinati.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)




Uomo armato uccide 7 persone in un attacco nella Gerusalemme est occupata

Redazione di Al Jazeera

27 gennaio 2023 – Al Jazeera

La sparatoria ha fatto seguito a una sanguinosa incursione israeliana nel campo profughi di Jenin, nella Cisgiordania occupata, che ha ucciso nove palestinesi.

In un’escalation di violenza dopo una sanguinosa incursione dell’esercito israeliano in Cisgiordania il giorno prima, nella Gerusalemme est occupata un uomo armato ha ucciso sette persone nei pressi di una sinagoga in una colonia israeliana prima di essere colpito a morte.

Dopo la sparatoria di venerdì il pronto soccorso di Magen David Adom [la Croce Rossa israeliana, ndt.] ha confermato che sette persone, cinque uomini e due donne, sono morte, mentre erano ancora ricoverate in ospedale altre tre sono rimaste ferite, una delle quali in condizioni gravissime.

Per quanto abbiamo capito, è arrivata un’auto davanti a una sinagoga, ne è uscito un uomo armato che ha aperto il fuoco,” ha informato James Bays di Al Jazeera dalla scena dell’attacco nell’illegale colonia israeliana di Neve Yaakov.

Il bilancio che abbiamo finora è di sette morti,” ha affermato Bays, aggiungendo che secondo la polizia il sospettato non aveva “precedenti penali”.

Il pronto soccorso ha informato di un totale di dieci vittime dell’attacco armato, tra cui una donna di 60 anni e un ragazzo di 15.

Immagini televisive mostrano sulla strada fuori dalla sinagoga varie vittime che vengono assistite da operatori del pronto soccorso.

Ho sentito molti spari,” ha detto all’agenzia di notizie AFP Matanel Almalem, uno studente diciottenne che vive nei pressi della sinagoga.

Un primo comunicato della polizia afferma che si è trattato di un “attacco terroristico a una sinagoga di Gerusalemme” e che “il terrorista che ha sparato è stato neutralizzato (ucciso)”.

In seguito la polizia ha detto che il sospettato è un ventunenne abitante di Gerusalemme est che nell’attacco avrebbe agito da solo in una zona che Israele ha annesso a Gerusalemme dopo la guerra del 1967 in Medio Oriente [la guerra dei Sei Giorni, ndt.].

[La polizia] ha affermato che [l’attentatore] ha cercato di scappare in auto, ma è stato inseguito dalla polizia e colpito a morte.

L’attacco è avvenuto un giorno dopo una sanguinosa incursione israeliana nel campo profughi di Jenin, nella Cisgiordania occupata. Sono rimasti uccisi nove palestinesi, tra cui una donna anziana, dopo che decine di soldati israeliani hanno attaccato una casa che secondo l’esercito ospitava sospetti combattenti, provocando duri scontri durati alcune ore.

Giovedì anche un ventiduenne palestinese è stato ucciso dalle forze israeliane nella città di al-Ram, a nord di Gerusalemme.

A indicare una potenziale ulteriore escalation, il ministero della Sanità palestinese ha affermato che tre palestinesi sono stati portati in ospedale dopo essere stati colpiti da un colono israeliano in un incidente nei pressi della città di Nablus, nel nord della Cisgiordania.

Ha aggiunto che è morto un sedicenne palestinese ferito da forze israeliane in un altro incidente mercoledì.

Poi i combattenti di Gaza hanno lanciato razzi e Israele ha effettuato raid aerei durante la notte, ma lo scontro è stato limitato.

Una risposta naturale”

Hazem Qassem, un portavoce di Hamas, la fazione palestinese che controlla la Striscia di Gaza, ha detto all’agenzia di notizie Reuter che l’attacco di venerdì è stato “una risposta al crimine perpetrato a Jenin dall’occupazione e una risposta naturale alle azioni criminali dell’occupazione.”

Qassam non ha rivendicato l’attacco a mano armata. Anche la Jihad Islamica palestinese ha elogiato [l’azione], ma non ha assunto la responsabilità dell’attentato.

Nell’ultimo anno le incursioni militari israeliane nella Cisgiordania occupata sono diventate quasi quotidiane, con la morte di almeno 200 combattenti e civili palestinesi. Anche civili e soldati israeliani sono stati uccisi in attacchi palestinesi in Israele e nei territori occupati.

La sparatoria di venerdì è avvenuta poche ore dopo che i palestinesi avevano sfilato con rabbia al funerale dell’ultima delle vittime uccise dai soldati israeliani il giorno precedente.

Durante tutto il giorno sono scoppiati scontri tra forze israeliane e manifestanti palestinesi nella Cisgiordania occupata, anche dopo il funerale del ventiduenne ucciso a nord di Gerusalemme. Folle di palestinesi hanno sventolato le bandiere sia di Fatah, il partito che controlla l’Autorità Nazionale Palestinese, che di Hamas. Nelle strade di al-Ram palestinesi mascherati hanno lanciato pietre e fatto scoppiare petardi contro la polizia israeliana, che ha risposto con lacrimogeni.

L’escalation di violenza è giunta pochi giorni prima della prevista visita del Segretario di Stato USA Antony Blinken in Israele e nella Cisgiordania occupata.

Gli Stati Uniti condannano nel modo più fermo l’orrendo attacco terroristico,” ha affermato Blinken in un comunicato. “Siamo in stretto contatto con i nostri partner israeliani e riaffermiamo il nostro incrollabile impegno per la sicurezza di Israele.”

Netanyahu convoca il gabinetto di sicurezza

Poco dopo l’attacco a Gerusalemme est il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir, di estrema destra, ha visitato il luogo dell’attentato. “Dobbiamo reagire, la situazione non può continuare così,” ha detto.

Parlando ai giornalisti nel quartier generale della polizia nazionale israeliana, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato di aver fatto una verifica riguardo alla sicurezza e deciso “azioni immediate”.

Ha detto che convocherà il gabinetto di sicurezza sabato sera, dopo la fine del Sabbath [giorno della festa settimanale per gli ebrei, ndt.], per discutere di un’ulteriore risposta. Netanyahu si è rifiutato di specificare, ma ha detto che Israele agirà con “determinazione e autocontrollo”.

Ha anche chiesto all’opinione pubblica di non farsi giustizia da sé.

Venerdì notte il presidente USA Joe Biden ha avuto un colloquio con il primo ministro israeliano, in cui ha definito le uccisioni “un attacco contro il mondo civilizzato” e offerto appoggio a Israele. Biden ha anche “sottolineato il ferreo impegno USA per la sicurezza di Israele”, ha affermato la Casa Bianca in un comunicato.

Secondo il ministero degli Esteri israeliano l’aggressione a mano armata è stata la più sanguinosa per gli israeliani dall’attacco del 2008 che uccise otto persone in una scuola religiosa ebraica.

Prima della sparatoria di venerdì finora almeno 30 palestinesi sono stati uccisi quest’anno e l’Autorità Nazionale Palestinese, che ha limitati poteri di governo in Cisgiordania, ha affermato che sospenderà l’accordo di cooperazione per la sicurezza con Israele.

Mesi di violenza nella Cisgiordania occupata hanno accresciuto le preoccupazioni che il già imprevedibile conflitto possa acuirsi vertiginosamente senza controllo, innescando ulteriore violenza da parte di Israele.

Israele e Hamas hanno combattuto quattro guerre e una serie di schermaglie minori contro Gaza da quando Hamas ha preso il potere nell’enclave costiera assediata dal 2007. Le tensioni si sono notevolmente accentuate dopo che dallo scorso marzo Israele ha moltiplicato le incursioni nella Cisgiordania occupata.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)




L’esercito israeliano conferma l’uccisione di una ragazza palestinese di 15 anni nel raid di Jenin

Redazione MEE

12 dicembre 2022 – Middle East Eye

Un raid israeliano nella città di Jenin, in Cisgiordania, provoca la morte di una adolescente palestinese mentre si intensificano le operazioni nei territori occupati

Una dichiarazione israeliana afferma che i soldati hanno colpito la ragazza involontariamente mentre rispondevano al fuoco contro uomini armati su un tetto. Affermano che pare la ragazza si trovasse sul tetto di una delle case vicino agli uomini armati.

Il Ministero della Salute palestinese ha identificato la vittima come Jana Majdi Zakarneh, morta dopo essere stata colpita alla testa sul tetto della sua casa. Secondo fonti palestinesi il suo corpo è stato ritrovato dopo il ritiro delle forze israeliane.

Durante gli scontri armati con i combattenti palestinesi scoppiati nella città chiave di Jenin vi sono stati altri tre feriti. Secondo i media palestinesi un’unità militare israeliana sotto copertura è entrata a Jenin e, in risposta, i combattenti palestinesi hanno tentato di respingere le forze israeliane provocando una sparatoria.

In una serie di tweet l’esercito israeliano ha confermato il raid e l’esecuzione di tre arresti.

Le fazioni palestinesi a Jenin hanno annunciato che ci sarebbe stato uno sciopero generale nel campo profughi per commemorare la morte di Zakarneh.

Durante il raid le forze israeliane hanno preso d’assalto diverse case, danneggiato un certo numero di veicoli e cecchini si sono arrampicati sui tetti degli edifici.

Hussein al-Sheikh, segretario generale del comitato esecutivo dell’OLP, ha affermato che Zakarneh è stata “una vittima della brutalità dell’occupazione a Jenin”.

“Il suo sangue dimostra questo persistente comportamento criminale che viola tutte le norme e rivela la verità sul brutale comportamento razzista delle forze di occupazione”, ha aggiunto Sheikh.

L’anno con il maggior numero di vittime [palestinesi] mai registrato

Giovedì della scorsa settimana quattro palestinesi sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco dell’esercito israeliano a Jenin, tra cui un adolescente di 17 anni. L’esercito israeliano ha detto che le sue forze stavano conducendo un’operazione per arrestare 15 uomini ricercati a Jenin quando palestinesi armati hanno iniziato a sparare contro di loro.

Dopo gli ultimi decessi, il numero di palestinesi uccisi dall’inizio di quest’anno è salito a 218, di cui 52 nella Striscia di Gaza e 166 in Cisgiordania, rendendolo uno degli anni con più uccisioni di palestinesi dal 2005.

Le autorità israeliane hanno recentemente condotto quasi ogni notte rastrellamenti in tutta la Cisgiordania che spesso portano al ferimento o all’uccisione di palestinesi.

Le operazioni hanno portato a più di 2.500 arresti, secondo le autorità israeliane.

Molti degli scontri mortali si sono verificati nell’area di Jenin e Nablus, dove le forze israeliane hanno ripetutamente condotto rastrellamenti.

Le morti di giovedì arrivano quest’anno nel mezzo di un culmine di violenza israeliana contro i palestinesi in Cisgiordania e di una ripresa della resistenza armata palestinese.

La “politica di sparare per uccidere” di Israele viene largamente criticata all’ aumentare del numero di morti palestinesi per mano delle sue forze.

Altri 49 palestinesi sono stati uccisi durante un bombardamento israeliano su Gaza ad agosto.

Nel frattempo, 29 israeliani, soldati inclusi, sono stati uccisi dai palestinesi nello stesso periodo, il numero più alto dal 2008.

* Questo articolo è stato corretto martedì 13 dicembre per chiarire che Jana Majdi Zakarneh aveva 15 anni quando le hanno sparato.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)




Palestinese ucciso dalle forze israeliane nella Cisgiordania occupata

Redazione Al Jazeera

6 luglio Al Jazeera

Rafeeq Riyad Ghannam è stato ucciso all’alba di mercoledì nella città di Jabaa a sud di Jenin, durante un’incursione dell’esercito israeliano.

Le forze israeliane hanno sparato uccidendolo ad un giovane palestinese nella Cisgiordania occupata, nel corso degli scontri seguiti ad un’incursione militare israeliana.

Il Ministero della Salute palestinese ha identificato l’uomo come Rafiq Riyad Ghannam e ha dichiarato che è stato ucciso dal fuoco israeliano nella città di Jabaa a sud di Jenin all’alba di mercoledì.

L’agenzia di notizie ufficiale palestinese Wafa ha riferito che Ghannam aveva 20 anni.

Ghannam è stato arrestato dalle forze israeliane dopo essere stato ferito ed è morto poco dopo sotto la loro custodia. Il suo corpo non è stato ancora consegnato alla sua famiglia dall’esercito israeliano.

La ‘Palestinian Prisoners Society’ ha dichiarato che l’uccisione “è avvenuta nell’ambito di una continua escalation di esecuzioni sul campo da parte delle forze di occupazione israeliane fin dall’inizio di quest’anno e del trattenimento dei loro corpi, oltre ad arresti e violenze su molti cittadini dopo che sono stati feriti.”

Gli scontri si erano accesi all’alba di mercoledì dopo che le forze israeliane hanno fatto irruzione a Jabaa.

L’esercito israeliano compie quasi ogni giorno incursioni ed operazioni di arresto nelle città palestinesi nella Cisgiordania illegalmente occupata, che spesso provocano il ferimento o l’uccisione di palestinesi.

Nella notte di mercoledì le forze israeliane hanno arrestato almeno 42 palestinesi, compresi 30 provenienti dalla città di Silwad vicino a Ramallah.

Nei mesi scorsi l’esercito ha intensificato le incursioni nella zona di Jenin.

Dalla fine di marzo almeno 50 palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane in Israele e nei territori palestinesi, inclusa la giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, uccisa l’11 maggio mentre svolgeva il suo lavoro di cronaca nel campo profughi di Jenin.

Nello stesso periodo 19 persone sono state uccise in Israele in attacchi da parte di singoli palestinesi.

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)




Due donne e un minore tra 6 palestinesi uccisi

Tamara Nassar

11 aprile 2022 – The Electronic Intifada

Un minore palestinese e due donne sono tra i sei palestinesi uccisi negli attacchi delle forze israeliane da venerdì.

Domenica sera i soldati hanno sparato all’addome al sedicenne Muhammad Hussein durante un raid nella città occupata di Jenin, in Cisgiordania.

“I medici hanno trovato numerosi frammenti di proiettili nel bacino e nelle natiche di Muhammad”, ha dichiarato lunedì la Defense for Children International-Palestine. Muhammad è stato dichiarato morto poco dopo le 7 di questa mattina.

È il sesto minore palestinese ucciso dalle forze israeliane quest’anno.

Israele ha affermato che il ragazzo ha aperto il fuoco sulle forze israeliane che stavano facendo irruzione a Jenin in quel momento.

Dopo l’annuncio della sua morte il gruppo di resistenza della Jihad islamica lo ha rivendicato come un suo membro.

Tuttavia il racconto israeliano è contraddetto da un testimone oculare che ha dichiarato a Defense for Children International-Palestine che un veicolo militare israeliano è entrato a Jenin intorno alle 17:00 di domenica e ha iniziato a inseguire un’auto civile.

Secondo l’organizzazione per i diritti umani Muhammad “ha iniziato a correre dietro il veicolo militare israeliano e sembra stesse cercando per terra pietre da lanciargli contro”.

“Improvvisamente, senza alcun preavviso, un soldato israeliano ha sparato tre proiettili dal lunotto del veicolo militare, colpendo Muhammad all’addome da una distanza di circa quattro metri “.

Le ultime violenze israeliane arrivano dopo che i palestinesi hanno effettuato diversi attacchi in Israele e Cisgiordania in apparente risposta all’occupazione militare in corso e al sistema di apartheid israeliano.

Ansioso di mostrare all’opinione pubblica israeliana la sua durezza, il governo israeliano si è impegnato in una serie di uccisioni e arresti in tutta la Cisgiordania occupata.

Sullo sfondo delle recenti tensioni c’è il primo anniversario della rivolta dell’anno scorso nella Palestina storica, quando l’esercito israeliano ha effettuato un assalto di 11 giorni nella Striscia di Gaza assediata e in tutta la Cisgiordania occupata.

Madre di sei figli uccisa a colpi di arma da fuoco

Domenica, l’esercito di occupazione israeliano ha effettuato l’esecuzione extragiudiziaria una donna nella città palestinese di Husan, a ovest di Betlemme, sempre in Cisgiordania.

Le forze israeliane hanno detto che Ghada Sbatin si stava comportando in modo “sospetto” mentre si avvicinava, quindi le hanno sparato.

Secondo i media israeliani la donna era disarmata.

I soldati israeliani hanno affermato di aver avviato una “procedura di arresto” sparando in aria. Sbatin non si è fermata e allora hanno aperto il fuoco direttamente contro di lei.

Le forze israeliane spesso affermano di aver tentato una procedura di arresto quando uccidono palestinesi.

I media hanno diffuso filmati dell’incidente.

Il video mostra tre soldati, due in piedi dietro barriere di cemento e un terzo accanto a loro. La donna si avvicina ai soldati che le sparano a bruciapelo.

Poi si vede Sbatin sdraiata a terra, ricoperta di cartone.

All’arrivo in un vicino ospedale aveva perso molto sangue, secondo il ministero della salute dell’Autorità Palestinese, ed è stata dichiarata morta. Sbatin era una madre vedova di sei figli.

Più tardi lo stesso giorno le forze israeliane hanno sparato e ucciso una donna palestinese vicino alla moschea Ibrahimi nella città di Hebron, in Cisgiordania. Sostengono che aveva accoltellato e ferito lievemente un ufficiale della polizia paramilitare di frontiera israeliana.

È stata identificata dal ministero della salute come la 24enne Maha Kathem al-Zaatari.

Sempre domenica, le forze di occupazione israeliane hanno ucciso a colpi di arma da fuoco il diciannovenne Muhammad Ali al-Ghunaim nella città palestinese di al-Khader, un villaggio vicino a Husan.

Sparare nel mucchio

Lo stesso giorno, un comandante militare israeliano ha sparato e ucciso un uomo nella città di Ashkelon, nel sud di Israele, che avrebbe cercato di rubare l’arma di un soldato.

L’esercito israeliano ha detto di averlo “neutralizzato”.

L’uomo si è rivelato essere un cittadino ebreo israeliano che era scappato da un reparto psichiatrico, non un palestinese.

“Inizialmente si riteneva trattasse di un terrorista ucciso sul posto a colpi di arma da fuoco”, ha spiegato il sindaco di Ashkelon Tomer Glam.

“Poco fa è risultato chiaro che si trattava di un cittadino ebreo ad aver commesso l’atto, ed è stato sollevato il sospetto che potesse essere malato di mente “, ha aggiunto, suggerendo che l’esercito avrebbe potuto rispondere diversamente se avesse saputo che l’autore era un ebreo israeliano piuttosto che un palestinese.

Questo incidente illustra il livello di tensione in cui praticamente chiunque può essere sommariamente ucciso per “sospetto” di “terrorismo”.

Ma dimostra anche la natura razzista del sistema di apartheid israeliano, in cui ogni palestinese che resiste a quel sistema viene automaticamente bollato come “terrorista”, senza indagare su motivazioni o condizioni, mentre agli ebrei israeliani sono concesse le malattie mentali.

Guerra a Jenin

Sabato le forze di occupazione israeliane hanno invaso il campo profughi di Jenin nella Cisgiordania occupata settentrionale per fare irruzione nella casa del palestinese armato accusato di aver sparato e ucciso due israeliani giovedì.

Raed Hazem, 28 anni, è stato accusato di aver ucciso due israeliani e feriti altri 10 nella vivace Dizengoff Street di Tel Aviv, nel quarto attacco mortale in Israele delle ultime settimane.

È stato ucciso in uno scontro a fuoco con le forze israeliane mentre si nascondeva vicino a una moschea nella città portuale di Jaffa venerdì mattina, ha riferito il quotidiano di Tel Aviv Haaretz.

Hazem proveniva dal campo profughi di Jenin.

Sabato durante l’irruzione nella casa della sua famiglia, palestinesi armati hanno difeso il campo dall’invasione israeliana e un combattente della resistenza palestinese è stato ucciso.

Si chiamava Ahmad Naser al-Saadi, 23 anni, comandante sul campo della brigata Jenin del gruppo di resistenza della Jihad islamica.

Almeno altri 13 sono stati feriti con proiettili veri, ha affermato il ministero della salute dell’Autorità palestinese.

La brigata Jenin è stata costituita nel settembre 2021, quando sei palestinesi sono fuggiti da una delle prigioni più fortificate di Israele ma sono stati successivamente catturati.

Jenin rimane un centro della resistenza armata palestinese all’occupazione militare israeliana in Cisgiordania, nonostante tutti gli sforzi di Israele e dell’Autorità Palestinese per reprimere tale resistenza.

La città è diventata punto focale dei recenti scontri tra palestinesi armati e forze israeliane.

Le autorità israeliane stanno pianificando la demolizione delle case dei familiari di Raed Hazem e Dia Hamarsheh, entrambi residenti nell’area di Jenin, accusati di attacchi mortali in Israele.

Questa è una forma di punizione collettiva che Israele usa esclusivamente contro le famiglie dei palestinesi accusati di violenza, ma mai contro le famiglie degli ebrei.

Domenica le truppe israeliane hanno aperto il fuoco su un veicolo che trasportava i due fratelli di Hazem, compreso un bambino, e la loro madre, ha detto il fratello maggiore ai media.

I soldati israeliani hanno prima cercato di scontrarsi frontalmente contro l’auto, ma, quando il fratello di Hazem è riuscito a evitare lo scontro, i soldati hanno lasciato il loro veicolo militare e si sono avvicinati all’auto “direttamente” con “l’intenzione di uccidere, non di arrestare”, ha detto il fratello.

Durante questo attacco le forze israeliane hanno ucciso a colpi di arma da fuoco il sedicenne Muhammad Qassim.

Punizione collettiva

Sabato le autorità israeliane hanno annunciato una serie di punizioni collettive dirette non solo alle famiglie dei sospetti aggressori, ma contro l’intera popolazione di Jenin.

Includono la revoca dei permessi di lavoro, il divieto per i cittadini israeliani di visitare Jenin e il divieto ai residenti di Jenin di visitare le famiglie in Israele.

“Ci si aspetta che tali restrizioni infliggano un duro colpo all’economia locale”, ha affermato il quotidiano di Tel Aviv Haaretz, osservando che la stragrande maggioranza del potere d’acquisto della città proviene dai cittadini palestinesi di Israele.

Quando punisci tutta Jenin, impedisci il commercio e di recarsi al lavoro metti le persone con le spalle al muro. Aspettati che facciano qualsiasi cosa”, ha detto al Times of Israel il sindaco di Jenin, Akram al-Rajoub.

Due decenni fa, in questo mese, l’esercito israeliano massacrò almeno 52 palestinesi e ne ferì dozzine nel campo profughi di Jenin, secondo un rapporto compilato all’epoca dal segretario generale delle Nazioni Unite.

Le forze israeliane hanno bombardarono anche 150 edifici lasciando 450 famiglie senza casa. Secondo il rapporto 23 soldati israeliani morirono durante l’operazione.

L’escalation di Israele non mostrò in alcun modo di produrre la pacificazione dei palestinesi e la tranquilla occupazione a cui aspira Israele.

L’esercito israeliano ha dichiarato che due israeliani, entrati lunedì nella città occupata di Nablus, in Cisgiordania, sono stati leggermente feriti in una sparatoria da parte di palestinesi.

Gli israeliani stavano andando alla tomba di Giuseppe, un sito archeologico considerato sacro da musulmani, cristiani ed ebrei, situato nel cuore della città.

I coloni israeliani effettuano regolarmente visite al sito scortati pesantemente dall’esercito israeliano.

(traduzione dall’inglese di Giuseppe Ponsetti)




Forze israeliane hanno ucciso tre palestinesi in un’imboscata a Jenin

Shatha Hammad

2 aprile 2022 – Middle East Eye

Testimoni oculari hanno raccontato a Middle East Eye che forze speciali israeliane su un autobus hanno bloccato un veicolo che trasportava i tre uomini ed hanno aperto il fuoco

Jenin, Palestina occupata –Prima dell’alba di sabato soldati israeliani hanno ucciso tre palestinesi durante un’imboscata nella città di Jenin, nel nord della Cisgiordania occupata.

Un testimone oculare ha detto a Middle East Eye che alle 2 del mattino ora locale nei pressi dell’incrocio con il villaggio di Arraba, a sud ovest di Jenin e del checkpoint israeliano di Dotan, un autobus bianco ha bloccato un veicolo che trasportava i tre uomini.

Poi forze speciali israeliane sono scese dall’autobus ed hanno aperto il fuoco contro i tre uomini, ha affermato il testimone, che preferisce rimanere anonimo.

Si trattava di Saeb Abahra, 30 anni, Khalil Tawalbeh, 24, e Saif Abu Libda, 25.

Tutti e tre erano membri delle Brigate di al-Quds (Saraya al-Quds), l’ala militare del movimento palestinese Jihad Islamica.

Dopo l’operazione, durata circa un’ora, i loro corpi sono stati trattenuti dall’esercito.

Le forze di sicurezza israeliane hanno sostenuto che quando hanno cercato di arrestarli i palestinesi hanno aperto il fuoco contro di loro, provocando una sparatoria.

Quattro soldati israeliani, di cui uno in condizioni critiche, sono rimasti feriti.

Secondo il testimone subito dopo l’inizio della sparatoria è arrivato sul posto un gran numero di rinforzi dell’esercito israeliano.

Ha aggiunto di aver visto molto sangue sul parabrezza e nell’auto, che è stata sequestrata dall’esercito.

Inoltre egli ha sostenuto che i soldati israeliani non hanno fornito assistenza medica ai tre uomini.

Anche la Mezzaluna Rossa palestinese ha affermato che l’esercito ha impedito alle sue ambulanze di avvicinarsi al luogo dello scontro.

Un secondo testimone del vicino villaggio di Araba ha detto a MEE di aver sentito un’intensa sparatoria nella zona, per cui lui e un gruppo di abitanti del villaggio si sono recati sul posto e vi hanno trovato decine di soldati israeliani con veicoli civili.

Ha aggiunto che i militari non hanno consentito loro di avanzare, hanno sparato contro gli abitanti e li hanno presi di mira con i laser per impedire che si avvicinassero.

Khader Adnan, un dirigente della Jihad Islamica di Jenin, ha denunciato l’operazione come un’ostentazione di forza da parte dell’esercito israeliano che, ha affermato, ha commesso due crimini: prima ha assassinato i tre palestinesi, poi ha impedito che venissero curati.

Dov’è la Croce Rossa internazionale e dove sono le organizzazioni internazionali per i diritti umani che lavorano in Palestina sui crimini commessi dall’esercito di occupazione contro di noi?” ha detto Adnan a MEE.

I dirigenti politici israeliani pagheranno il prezzo del sangue dei martiri palestinesi,” ha aggiunto. In un comunicato le Brigate di al-Quds hanno affermato: “Piangiamo la morte dei nostri tre eroici combattenti,” aggiungendo che due di loro erano di Jenin e uno di Tulkarem.

Venerdì notte combattenti palestinesi avevano fatto una sfilata militare nel campo profughi di Jenin per commemorare il ventesimo anniversario dell’operazione dell’esercito israeliano nel campo durante la Seconda Intifada, diventato un importante simbolo dell’oppressione israeliana e della resistenza palestinese.

Dallo scorso anno Jenin ha assistito al rinascere della resistenza armata. Israele e l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) hanno cercato per mesi di arrestare i 25 -30 sospetti a loro noti. Giovedì truppe israeliane avevano fatto un’irruzione a Jenin nel tentativo di operare alcuni arresti, ma erano state respinte dai miliziani palestinesi.

Due civili palestinesi che protestavano contro il raid erano stati colpiti a morte dalle truppe israeliane.

Le uccisioni di sabato sono avvenute mentre, in seguito a tre recenti attacchi che hanno portato alla morte di 11 israeliani, Israele ha alzato il livello di allerta al massimo dal maggio dello scorso anno.

Sono anche accadute nel primo giorno del Ramadan, un mese in cui molti temono si assisterà a ulteriori tensioni, con i piani dei coloni israeliani di fare irruzione nella moschea di al-Aqsa a Gerusalemme.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)




Israele cattura gli ultimi due palestinesi fuggiti

Israele cattura gli ultimi due palestinesi fuggiti

Tamara Nassar

20 settembre 2021-The Electronic Intifada

 

Nella notte di domenica, le forze di occupazione israeliane hanno catturato i due palestinesi ancora in fuga dall’inizio di questo mese da una delle prigioni più fortificate del paese.

Ayham Kamamji e Munadel Infiat sono stati arrestati nella città di Jenin, nel nord della Cisgiordania occupata.

Secondo il quotidiano di Tel Aviv Haaretz, l’agenzia di spionaggio e tortura nazionale israeliana Shin Bet ha ricevuto informazioni sulla posizione dei due uomini poche ore prima dell’arresto.

La polizia e i soldati israeliani hanno circondato la casa in cui alloggiavano.

Gli israeliani sapevano, secondo quanto da loro affermato, che i due erano a Jenin da diversi giorni. Il capo della polizia Kobi Shabtai ha detto che Israele stava preparando una “operazione complessa” per catturare gli uomini.

Ma entrambi gli uomini, disarmati, si sono arresi senza opporre resistenza.

In un’intervista con i media locali, il padre di Kamamji ha detto che suo figlio lo ha chiamato nelle prime ore di domenica e ha spiegato che aveva deciso di costituirsi per proteggere i residenti dell’edificio.

Ciò è credibile, dato che Israele ha regolarmente utilizzato la cosiddetta “procedura della pentola a pressione” per costringere i palestinesi ricercati ad arrendersi uscendo da un edificio in cui si nascondono, oppure a essere uccisi in una esecuzione extragiudiziale.

Le forze israeliane usano macchine edili come armi, insieme ad armi da fuoco ed esplosivi, per distruggere gradualmente l’edificio sopra quelli che si nascondono all’interno se si rifiutano di arrendersi.

Altri si sono chiesti perché i due uomini non siano andati al campo profughi di Jenin, che è vicino alla città e un’area che Israele evita a causa della forte resistenza.

Tuttavia, la loro capacità di evitare la cattura per quasi due settimane, pur entrando nella Cisgiordania occupata nel mezzo di una massiccia caccia all’uomo, è stata un grande imbarazzo e umiliazione per Israele.

Nonostante la loro cattura, la fuga dei sei uomini è vista come una vittoria che solleva il morale dei palestinesi di tutto il mondo, che vedono la loro impresa come un colpo devastante per il cosiddetto apparato di sicurezza di Israele.

Non è chiaro se l’Autorità Nazionale Palestinese o altri informatori abbiano avuto un ruolo nella cattura degli uomini, dato il cosiddetto coordinamento della sicurezza – collaborazione – dell’A.N.P. con Israele.

I sei uomini erano fuggiti dalla prigione di Gilboa nel nord di Israele il 6 settembre attraverso un tunnel sotterraneo dal bagno della loro cella.

Il tunnel sbucava appena fuori le mura della prigione direttamente sotto una torre di guardia.

Mahmoud Arda e Yacoub Qadri sono stati catturati nella città di Nazareth, nel nord di Israele, il 10 settembre, mentre Muhammad Arda e Zakaria Zubeidi sono stati arrestati all’inizio del giorno successivo a Shibli Umm al-Ghanam, una città palestinese nel nord di Israele.

L’intelligence israeliana e le autorità carcerarie hanno interrogato i quattro uomini che devono affrontare nuove accuse relative alla loro fuga.

 

(Traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)




Israele uccide quattro palestinesi in Cisgiordania

Maureen Clare Murphy

6 Febbraio 2020– Electronic Intifada

Mercoledì e giovedì le forze di occupazione israeliane hanno ucciso quattro palestinesi in Cisgiordania, anche nella Città Vecchia di Gerusalemme.

Il ministero della Salute nei territori ha informato che un quinto palestinese, Khalil al-Adham, è morto giovedì per le ferite dopo essere stato colpito sabato da forze israeliane nel nord della Striscia di Gaza.

Giovedì diversi soldati israeliani sono rimasti feriti in tre attacchi.

Le forze israeliane hanno detto di aver inseguito un attentatore che all’inizio della giornata ha aperto il fuoco contro un gruppo di soldati fuori da una colonia nei pressi di Ramallah, la capitale dell’Autorità Nazionale Palestinese. Un soldato è stato ricoverato in ospedale per lievi ferite alla testa.

Giovedì prima dell’alba un automobilista si è lanciato contro un gruppo di soldati a Gerusalemme ovest, ferendone 12, di cui uno gravemente. A fine giornata Israele ha arrestato il presunto aggressore, un venticinquenne abitante di Gerusalemme est.

I media israeliani hanno informato che i soldati, della Brigata Golani, “stavano visitando Gerusalemme prima di una cerimonia di giuramento la mattina presto al Muro del Pianto”.

Sulle reti sociali soldati della Brigata Golani hanno incitato all’assassinio di palestinesi e sono sospettati di aver perpetrato crimini di guerra a Gaza.

Giovedì sera un cittadino palestinese di Israele è stato ucciso dopo aver aperto il fuoco contro agenti della polizia di frontiera israeliana fuori dal complesso della moschea di al-Aqsa, nella Città Vecchia di Gerusalemme.

Media israeliani hanno identificato l’aggressore palestinese ucciso come Shadi Banna, 45 anni, di Haifa [in Israele, ndtr.].

Riprese di una telecamera di sorveglianza israeliana mostrano Banna avvicinarsi ad un gruppo di agenti della forza paramilitare di polizia ed aprire il fuoco con una pistola. Il video sembra mostrare il momento in cui Banna viene colpito. Quando finisce il filmato dell’incidente sta ancora correndo lontano dalla scena.

La polizia israeliana ha affermato che un poliziotto è rimasto leggermente ferito.

Letale incursione per la demolizione di una casa

Giovedì due palestinesi, compreso un agente di polizia, sono stati uccisi durante un’incursione israeliana per la demolizione di una casa nella città di Jenin, nel nord della Cisgiordania.

Forze di occupazione hanno fatto irruzione nella città per distruggere per la seconda volta una casa della famiglia di Ahmad Qanbaa, un palestinese arrestato da Israele per il suo presunto ruolo in un attacco armato che due anni fa ha ucciso un colono.

“I soldati prima hanno demolito l’edificio nel 2018, ma poi è stato ricostruito,” hanno informato i mezzi di comunicazione israeliani.

Secondo il Centro Palestinese per i diritti umani otto persone, compresi due minori, vivevano nella casa demolita giovedì.

Dalla fine del 2015 Israele ha accelerato le demolizioni delle abitazioni di famiglie di palestinesi sospettati di avere attaccato israeliani.

Queste misure di punizione collettiva sono una violazione della Quarta Convenzione di Ginevra, che Israele ha ratificato.

Mettono anche in evidenza il razzismo istituzionalizzato di Israele, dato che tali punizioni non vengono mai comminate a famiglie di ebrei israeliani che aggrediscono palestinesi.

Alcuni palestinesi si sono riuniti sul luogo della demolizione e si sono scontrati con le forze di occupazione. I militari hanno utilizzato contro i manifestanti proiettili veri, pallottole ricoperte di gomma e lacrimogeni.

Secondo il “Centro Palestinese per i Diritti Umani” Yazan Munthir Khalid Abu Tabikh, 19 anni, è stato colpito al petto ed è morto sul colpo.

Dopo la sua morte fotografie di Abu Tabikh durante il pellegrinaggio alla Mecca sono state fatte circolare dai mezzi di informazione palestinesi.

Un video ha ripreso la sparatoria contro un secondo palestinese ferito a morte durante l’incursione. Le immagini mostrano Tariq Ahmad Luay Badwan, 24 anni, in piedi nell’ingresso di una stazione di polizia e totalmente inoffensivo, quando cade a terra. Colpito al ventre da un proiettile vero, più tardi è morto in ospedale lo stesso giorno.

Adolescente ucciso a Hebron

Il quarto palestinese ucciso in Cisgiordania questa settimana, il sedicenne Muhammad Suleiman al-Haddad, è stato colpito varie volte al petto mercoledì durante una protesta nella città di Hebron.

Israele ha sostenuto che al-Haddad aveva lanciato una bottiglia molotov contro i soldati.

Il“Centro Palestinese per i Diritti Umani” ha informato che al-Haddad è stato colpito da un cecchino dell’esercito israeliano che si trovava su un tetto nei pressi del checkpoint di via Shuhada a Hebron.

Il gruppo per i diritti umani ha affermato: “La sparatoria sarebbe avvenuta durante una protesta organizzata da decine di giovani che hanno lanciato pietre contro (le forze di occupazione israeliane) ed hanno bruciato copertoni.”

L’adolescente è stato il primo palestinese ucciso da quando lo scorso martedì è stato reso noto il piano per il Medio Oriente del presidente USA Donald Trump.

Secondo il “Centro Palestinese per i Diritti Umani” in Cisgiordania le forze israeliane hanno represso più di 60 manifestazioni di protesta contro il piano di Trump.

L’associazione ha affermato che “in seguito a ciò decine di civili sono stati colpiti e feriti con proiettili veri e pallottole ricoperte di gomma, oltre a molti altri (ricoverati) in seguito all’inalazione di gas lacrimogeni.”

Attacchi aerei e punizione collettiva contro Gaza

Nel contempo nelle prime ore di giovedì Israele ha preso di mira quelle che ha definito posizioni di Hamas a Gaza dopo che palestinesi del territorio avrebbero lanciato colpi mortaio e palloni incendiari verso Israele.

Non ci sono notizie di feriti in seguito agli attacchi aerei di Israele o al fuoco di mortai e palloni incendiari da Gaza.

Il COGAT, braccio amministrativo dell’occupazione militare israeliana, ha affermato che mercoledì, “in seguito al continuo lancio di razzi e di palloni incendiari,” Israele ha ulteriormente ridotto la zona di pesca consentita lungo le coste di Gaza

Lo scorso anno Israele ha annunciato per 20 volte modifiche dell’accesso alle acque territoriali di Gaza. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha utilizzato l’industria peschiera di Gaza come un “mezzo di pressione” – una definizione utilizzata dal quotidiano di Tel Aviv “Haaretz” – sui 2 milioni di palestinesi che dal 2007 vivono nel territorio sottoposto a un blocco molto rigido.

Giovedì il gruppo per i diritti umani “Gisha” ha affermato che le restrizioni frequentemente modificate sui pescatori “provocano un danno deliberato ad uno dei più vulnerabili e importanti settori [economici] di Gaza in risposta ad azioni che nessuno sostiene siano in alcun modo legate ai pescatori della Striscia.”

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)