Israele ritarda il rilascio concordato di un prigioniero dopo 172 giorni di sciopero della fame

Redazione di MEMO

3 ottobre 2022 – Middle East Monitor

Domenica un tribunale israeliano ha rimandato fino ad oggi il rilascio concordato del prigioniero Khalil Awawdeh. Awawdeh di quarant’anni e abitante a Idna, nel distretto di Hebron nella Cisgiordania del sud, ha interrotto lo sciopero della fame il 21 giugno dopo che le autorità israeliane gli avevano promesso che non avrebbero rinnovato la sua detenzione amministrativa.

Una settimana dopo ha ricominciato la sua protesta dopo che le autorità dell’occupazione si sono rimangiate la promessa e hanno deciso di prolungare la sua detenzione. Egli ha interrotto nuovamente lo sciopero della fame il 21 agosto quando si era concordato il suo rilascio il 2 ottobre.

Tuttavia il tribunale israeliano di Rishon LeZion, vicino a Tel Aviv, lo scorso mercoledì ha sentenziato che Awawdeh sarebbe stato trattenuto almeno fino al 9 ottobre. Nondimeno le autorità poi si sono accordate per il rilascio in data odierna, anche se il ministero palestinese dei prigionieri a Gaza si aspettava che ciò avrebbe significato che la detenzione sarebbe ricominciata.

Questa estensione è apparentemente dovuta al fatto che egli è stato accusato di cercare di portare con sé all’infermeria della prigione di Ramla il telefono cellulare che aveva all’ospedale Assaf Harofeh.

Proviamo frustrazione e dolore” ha detto Dalal, la moglie di Awawdeh. “Questa è una occupazione e non è una novità per noi che cerchino di rovinare la gioia e il trionfo di Khalil dopo che si era riconquistato la libertà da loro”.

Amnesty International ha descritto l’uso da parte di Israele della detenzione amministrativa come una “crudele e ingiusta pratica che contribuisce a mantenere il sistema di apartheid di Israele nei confronti dei palestinesi.”

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)




Palestina: una delegazione UE “scioccata” dalle immagini del prigioniero da quasi 200 giorni in sciopero della fame

Redazione di MEE

29 agosto 2022 – Middle East Eye

I medici avvertono che Khalil Awawdeh è a rischio di morte imminente dopo essere stato trattenuto per mesi in una prigione israeliana senza accuse.***

Domenica la delegazione dell’Unione Europea per i palestinesi ha affermato di essere rimasta “scioccata” dalle foto del gracile corpo del detenuto Khalil Awawdeh, da marzo in sciopero della fame in una prigione israeliana.

La delegazione ha twittato: “Siamo scioccati dalle orribili immagini di Awawdeh che sta facendo lo sciopero della fame…per protestare contro la sua detenzione senza accuse ed è in imminente pericolo di vita. A meno che non sia immediatamente incriminato, deve essere rilasciato.”

Nel messaggio Awawdeh afferma che “questo corpo, di cui rimangono solo pelle e ossa, non riflette la debolezza e la nudità del popolo palestinese, ma piuttosto riflette e rispecchia il volto concreto dell’occupazione.”

Egli aggiunge che Israele “sostiene di essere uno Stato democratico, mentre c’è un prigioniero senza accuse che si è schierato contro la barbara detenzione amministrativa, per dire con la sua carne e il suo sangue ‘no’ alla detenzione amministrativa.”

I medici hanno avvertito che Awawdeh è a rischio di morte imminente; dopo aver perso decine di chili il suo corpo ha raggiunto un grave livello di fragilità e la sua ossatura e il suo torace sono sporgenti.

Anni di detenzione amministrativa

Il quarantenne è originario del villaggio di Idhna, nei pressi di Hebron, nel sud della Cisgiordania occupata. Nel corso della sua vita è stato arrestato cinque volte ed ha passato un totale di 13 anni nelle prigioni israeliane.

Israele lo accusa di essere un attivista del gruppo Jihad Islamico Palestinese (PIJ).

Lo scorso mese l’organizzazione ha affermato di aver raggiunto un accordo con Israele per il rilascio di Awawdeh e Bassam al-Saadi, importante personalità del PIJ di Jenin, come parte dell’accordo di cessate il fuoco in seguito all’operazione militare israeliana contro la Striscia di Gaza a luglio.

Tuttavia funzionari israeliani lo hanno smentito e rimangono irremovibili riguardo al fatto che sia Saadi che Awawdeh rimarranno in carcere.

Awawdeh ha passato un totale di sei anni in detenzione amministrativa senza accuse. È sposato e padre di quattro figlie.

Ci sono 4.450 detenuti palestinesi nelle carceri israeliane, 560 dei quali in detenzione amministrativa.

Questa prassi molto criticata, in uso quasi esclusivamente contro i palestinesi, consente la detenzione senza accuse né processo per periodi rinnovabili da tre a sei mesi, senza possibilità di appello o senza sapere quali accuse siano mosse al prigioniero.

Molti detenuti palestinesi hanno fatto ricorso allo sciopero della fame per protestare contro questa prassi e imporre il proprio rilascio.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)

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Khalil Awawdeh sospende lo sciopero della fame. Sarà liberato il 2 ottobre

Pagine Esteri




Palestinese in sciopero della fame si appellerà alla Corte Suprema israeliana

Redazione di Al Jazeera

16 agosto 2022 – Al Jazeera

Il prigioniero palestinese Khalil Awawdeh continua uno sciopero della fame durato 165 giorni contro la sua detenzione senza accuse né processo

Secondo la sua legale, il prigioniero palestinese in sciopero della fame Khalil Awawdeh si appellerà alla Corte Suprema israeliana contro la sua detenzione dopo che un tribunale militare israeliano ha respinto una richiesta di rilascio per problemi di salute.

Awawdeh – che secondo la sua famiglia è in sciopero della fame per protesta da 165 giorni – sta contestando il fatto di essere detenuto senza accuse né processo in base a quella che Israele definisce “detenzione amministrativa”.

L’avvocatessa Ahlam Haddad sostiene che la salute del suo cliente sta peggiorando e di aver chiesto che venga rilasciato.

“A quest’uomo non è stata fatta giustizia,” ha detto Haddad riguardo alla sentenza del tribunale militare israeliano. “Ci rivolgiamo alla… Corte Suprema di Gerusalemme per ottenere forse la giusta soluzione, cioè il suo rilascio dalla detenzione amministrativa.”

Awawdeh, quarantenne con quattro figli, è uno dei numerosi prigionieri palestinesi in prolungato sciopero della fame che nel corso degli anni hanno protestato contro la detenzione amministrativa.

Israele sostiene che questa politica contribuisce a mantenere le strade sicure e consente al governo israeliano di detenere i sospettati senza divulgare informazioni di intelligence riservate.

Chi lo critica afferma che questo modo di agire nega il giusto processo ai prigionieri palestinesi.

Israele sostiene che Awawdeh è membro di un gruppo armato, un’accusa che tramite la sua avvocatessa egli ha strenuamente respinto.

Miliziani palestinesi del Jihad Islamico hanno chiesto il rilascio di Awawdeh come parte di un accordo di cessate il fuoco mediato dall’Egitto che ha posto fine all’attacco di tre giorni contro la Striscia di Gaza assediata da parte di forze israeliane all’inizio di questo mese. L’organizzazione non lo ha riconosciuto come un suo membro.

Israele attualmente tiene in carcere circa 4.450 prigionieri palestinesi.

Al momento sono in detenzione amministrativa circa 670 palestinesi, un numero in aumento in marzo quando Israele ha iniziato a effettuare retate quasi ogni sera nella Cisgiordania occupata.

Secondo gli ultimi dati resi pubblici dall’associazione per i diritti dei detenuti Addameer, delle migliaia di palestinesi nelle prigioni israeliane 175 sono minorenni e 27 sono donne.

Haddad ha affermato che, secondo la sua famiglia, durante lo sciopero della fame il suo cliente non ha mai mangiato, salvo che in un periodo di 10 giorni in cui ha ricevuto iniezioni di vitamine.

Il servizio di sicurezza interna israeliano Shin Bet non ha fatto commenti sul suo caso.

Israele ha affermato che la detenzione amministrativa garantisce un giusto processo e imprigiona principalmente chi minaccia la sua sicurezza, benché un piccolo numero di prigionieri sia composto da detenuti per reati minori.

I palestinesi e le associazioni per i diritti umani affermano che il sistema è inteso a reprimere l’opposizione all’occupazione militare israeliana delle loro terre durata 55 anni e che non accenna a finire.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)




Un detenuto palestinese entra nel novantaseiesimo giorno di sciopero della fame, nonostante le condizioni di salute critiche.

Redazione di Middle East Monitor

Martedì 7 giugno 2022 – Middle East Monitor

In Israele un detenuto palestinese, Khalil Awawdeh, si trova in gravi condizioni di salute in quanto è arrivato al novantaseiesimo giorno di sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione amministrativa, senza processo o accuse.

Khalil, padre di quattro figli, è stato imprigionato il 27 dicembre 2021 e messo in detenzione amministrativa – una norma che permette alle autorità israeliane di tenere in carcere chiunque per un periodo di sei mesi senza accuse o processo e che può essere esteso indefinitamente.

Secondo la Palestinian Prisoner Society (PPS) [organizzazione non governativa, N.d.T.], il prigioniero palestinese di quaranta anni ha difficolta a parlare e a comunicare. Soffre anche di forti dolori in tutto il corpo, specialmente agli arti inferiori e ai muscoli.

In seguito alla visita alla prigione di Ramleh, nella zona centrale di Israele, un legale della PPS, Jaward Boulos, ha riferito che oltre alle difficoltà alla vista, Khalil sta anche vomitando sangue e ha difficoltà di respirazione.

In precedenza era stato trasferito in ospedale, ma poi, nonostante le sue condizioni di salute, è stato riportato nell’infermeria della prigione di Ramleh.

Ieri i palestinesi hanno organizzato una manifestazione nella Striscia di Gaza per esprimere solidarietà a Khalil e a un altro detenuto in sciopero della fame, Raed Rayan, che sta protestando anche lui per la detenzione amministrativa.

Organizzata dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) [storico gruppo marxista della resistenza armata palestinese, N.d.T.], la manifestazione si è tenuta fuori dall’ufficio della Croce Rossa Internazionale a Gaza City.

Lo Stato di Israele è pienamente responsabile per la vita dei palestinesi in sciopero della fame,” ha detto alla manifestazione Awas Al-Sultan, un membro del FPLP.

Egli ha invitato le organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani ad inviare squadre di medici per esaminare le condizioni dei palestinesi in sciopero della fame e “per fare luce sulle sofferenze dei detenuti nelle carceri israeliane”.

Secondo l’organizzazione non governativa Palestine Prisoner Society nelle carceri israeliane ci sono circa 4.700 detenuti, di cui 600 senza accusa o processo.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)




Dopo più di due mesi di sciopero della fame, un prigioniero sottoposto a detenzione amministrativa nello Stato di Israele rifiuta di interromperlo

Agenzia Wafa

Ramallah, lunedì 9 maggio 2022 – WAFA

Il palestinese Khalil Awawdeh di 40 anni, residente nella città di Idna nella Cisgiordania del sud, sottoposto a detenzione amministrativa in Israele e che è stato in sciopero della fame per 68 giorni di seguito, persisterà nel suo sciopero fin quando non otterrà nuovamente la libertà, ha affermato il suo avvocato Ahlam Haddad dopo avergli fatto visita in prigione nella sua cella.

L’avvocato ha affermato che Awawdeh soffre di emicranie, dolori alle giunture, spossatezza, battito cardiaco irregolare, difficoltà respiratorie, vomita sangue e ha subìto una perdita di peso.

Awawdeh era stato precedentemente trasferito in ospedale ma poi, nonostante il deterioramento della sua salute, è stato riportato all’infermeria della prigione di Ramle.

Un altro prigioniero sotto detenzione amministrativa, Raed Rayan di 28 anni, è stato in sciopero della fame per 33 giorni di seguito, anche lui per rivendicare la sua libertà. Pare che anche lui abbia problemi di salute come conseguenza del lungo digiuno.

Awawdeh, padre di quattro figli, è stato incarcerato il 27 dicembre dello scorso anno e sottoposto a detenzione amministrativa senza imputazioni o processo, basandosi su una prova segreta.

Rayan è stato incarcerato il 3 ottobre dello scorso anno e anche tenuto per sei mesi in detenzione amministrativa.

I prigionieri palestinesi sotto detenzione amministrativa nello Stato di Israele, spesso fanno ricorso agli scioperi della fame per porre fine alla loro detenzione che sarebbe altrimenti prolungata.

La commissione per le questioni dei prigionieri palestinesi ha affermato oggi che durante il mese di aprile lo Stato di Israele ha emesso 154 ordini di detenzione amministrativa della durata tra i due e i sei mesi contro palestinesi, di cui 68 nuovi ordini e 86 rinnovi di ordini esistenti.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)