La politica di giudaizzazione di Israele sta inglobando le città arabe e costruendovi sinagoghe

Editoriale/Redazione di Haaretz

6 gennaio 2025, Haaretz

A soli 100 metri dal nuovo quartiere che si sta costruendo a Dimona circa 500 beduini vivono nel villaggio non riconosciuto di Ras Jrabah. Quel villaggio è stato costruito prima della fondazione dello Stato [di Israele].

I suoi abitanti più anziani ricordano ancora quando hanno aiutato a costruire il villaggio vicino. Da allora Dimona si è sviluppato e li ha progressivamente cacciati. Ora pianifica di “inglobare” il loro villaggio senza lasciarne traccia. Secondo il sindaco di Dimona, Benny Biton il sito deve essere sgomberato per fare spazio ad una “popolazione di alto livello”.

Il piano per espellere gli abitanti di Ras Jrabah ed espandere Dimona è un esempio del trattamento brutale, arrogante, discriminatorio e violento del governo nei confronti dei suoi cittadini non ebrei. Tutto è permesso in nome della politica di giudaizzazione.

L’attuale governo tratta i beduini persino peggio dei governi precedenti. Nel 2024 c’è stato un incremento del 400% nell’esecuzione di ordini di demolizione nel Negev.

Inoltre il Comitato Ministeriale per le Questioni dei Beduini ha concordato che il piano del ministro Amichai Chikli di concentrare gli abitanti dei villaggi beduini non riconosciuti in poche cittadine verrà esteso ad altre parti del Negev.

Dei circa 35 villaggi non riconosciuti nel Negev, 10 sono a rischio immediato di demolizione. In alcuni casi lo Stato programma di costruire nuove comunità ebraiche o di ampliare quelle esistenti sulle loro rovine.

A tale scopo il governo sta portando avanti un piano che consentirebbe di trasferire migliaia di beduini in parchi roulotte provvisori che saranno costruiti nelle attuali città beduine. Ma il livello di infrastrutture in questi parcheggi sarebbe inferiore a quello richiesto per le cittadine stanziali. Se questo piano fosse approvato potrebbe facilmente consentire un veloce trasferimento forzato di migliaia di beduini in quartieri di baraccopoli con inadeguate condizioni di vita.

Sedici delle 18 comunità la cui creazione è stata approvata dal governo nell’ultimo decennio sono destinate agli ebrei. Il risultato pratico è che la terra disponibile per i beduini si è ridotta e loro non hanno potuto regolarizzare i propri villaggi.

Un esempio è la sequela di comunità che si prevede sorgano lungo la Route 25 tra Be’er Sheva e Dimona. Quasi tutte sono destinate ad essere costruite su terre, o nei loro pressi, dei villaggi beduini non riconosciuti.

Invece di agire a vantaggio della popolazione che vive nel Negev il governo sta promuovendo una soluzione suburbana costosa ed ingiusta destinata a persone che vivono all’esterno. I primi sono beduini, i secondi ebrei.

Analogamente, in seguito alle decisioni di progettazione e vendita, solo un quarto degli appartamenti nel nuovo quartiere di Jisr al-Zarqa, che avrebbe dovuto alleviare la carenza di case nell’impoverita cittadina araba, è stato in realtà acquistato dagli abitanti del villaggio.

I nuovi abitanti, per la maggioranza ebrei, ora sono preoccupati di quando verrà costruita una circonvallazione e se sarà possibile costruire una sinagoga nel loro “esclusivo complesso di lusso recintato”, come viene definito dal materiale pubblicitario dei progettisti.

Questa discriminazione nella pianificazione contro la comunità araba, incrementata dalla legge sullo Stato-nazione, condanna molti membri della comunità ad una vita di povertà senza alcun futuro. Tutto ciò deve finire.

Questo articolo è l’editoriale principale di Haaretz, pubblicato sui giornali in ebraico e in inglese in Israele.

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)