Prigioniero palestinese riarrestato inizia lo sciopero della fame

Zena Al Tahhan

5 ottobre 2021 – Al Jazeera

Mohammad al-Ardah, uno dei sei prigionieri evasi da un carcere israeliano il mese scorso, sta protestando contro le misure punitive in carcere.

Ramallah, Cisgiordania occupata – Il prigioniero palestinese riarrestato Mohammad al-Ardah, uno dei sei prigionieri evasi il mese scorso da una prigione israeliana, ha iniziato uno sciopero della fame a tempo indeterminato contro quelle che i suoi avvocati hanno descritto come “durissime condizioni di isolamento”.

L’avvocato di Al-Ardah gli ha fatto visita lunedì nella prigione meridionale di Asqalan (Ashkelon), dove egli è tenuto in isolamento da mercoledì.

“Ha annunciato uno sciopero della fame per chiedere condizioni di vita e di detenzione migliori e perché le autorità carcerarie ritirino le misure punitive adottate nei suoi confronti”, ha detto ad Al Jazeera l’avvocato Kareem Ajwa, della Commissione per gli Aaffari dei Ddetenuti dell’Autorità Nnazionale Ppalestinese.

Secondo Ajwa si è tenuta un’udienza all’interno della prigione, in seguito alla quale le autorità hanno imposto ad al-Adrah due settimane di isolamento e un divieto per due mesi delle visite dei familiari e dell’accesso alla mensa, oltre a sanzioni pecuniarie.

Aiwa ha affermato che, mentre i 14 giorni di isolamento costituiscono una punizione carceraria interna, è probabile che i tribunali israeliani emettano nei confronti di al-Ardah e di molti degli altri prigionieri ricatturati un ordine formale di isolamento, che può essere rinnovato ogni sei mesi. “Potrebbero affrontare anni di isolamento”, ha aggiunto.

La Commissione ha dichiarato che al-Ardah, di 39 anni, è detenuto in condizioni di durissimo isolamento”, in una cella non ventilata priva dei servizi elementari”, senza effetti personali o vestiti di ricambio, un cuscino o una coperta.

Ajwa ha affermato che la Commissione presenterà presto un’istanza per un miglioramento delle condizioni di detenzione di al-Ardah, che ha detto di sperare includa il trasferimento in una cella migliore e il permesso di avere con sé dei vestiti.

Al-Ardah è uno dei sei prigionieri palestinesi evasi dalla prigione di Gilboa, nel nord di Israele, all’alba del 6 settembre. Le autorità israeliane hanno annunciato di averlo ripreso insieme a Zakaria Zubeidi, 46 anni, la mattina dell’11 settembre, mentre Mahmoud Abdullah al-Ardah, 46 anni, e Yaqoub Mahmoud Qadri, 49 anni, erano stati riarrestati il giorno prima. Sono stati catturati dopo essere stati trovati vicino a Nazareth.

Gli ultimi due fuggitivi, Ayham al-Kamamji e Munadel Infaat, sono stati riarrestati il ​​19 settembre a Jenin, nel nord della Cisgiordania occupata, dopo una caccia all’uomo di due settimane.

Domenica la Commissione ha affermato che le autorità carcerarie israeliane hanno tenuto per Qadri un’udienza interna e hanno deciso di imporgli delle misure punitive, tra cui due settimane di isolamento e il divieto per sei mesi delle visite familiari e dell’accesso alla mensa, oltre a sanzioni pecuniarie.

Qadri è recluso in isolamento nella sezione dei detenuti per reati criminali della prigione di Rimonim, nel nord. Nel frattempo Mahmoud al-Ardah e Infaat sono tenuti in isolamento nella prigione di Ayalon a Ramla, Zubaidi nella prigione di Eshel e Kamamji nella prigione di Ohalei Kedar.

Prima di essere posti in isolamento i sei prigionieri sono stati sottoposti da parte della polizia e delle forze di intelligence israeliane a quelli che gli avvocati hanno descritto come durissimi interrogatori e molti di loro hanno denunciato abusi fisici e mentali.

Mohammad al-Ardah ha riferito di aver subito durante il suo interrogatorio delle torture, compresa la privazione del cibo, del sonno e delle cure mediche.

Quattro dei sei prigionieri prima dell’evasione stavano scontando l’ergastolo, mentre due erano detenuti in attesa di processo militare. I condannati sono stati arrestati tra il 1996 e il 2006 e condannati per aver compiuto attacchi contro obiettivi militari e civili israeliani. Cinque di loro sono affiliati al gruppo della Jihad islamica palestinese, mentre uno è un membro anziano del braccio armato di Fatah, organizzazione a capo dell’Autorità nazionale palestinese.

La maggior parte dei palestinesi, che vedono tutti i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane come prigionieri politici nella lotta per la liberazione, hanno ovunque celebrato l’evasione.

Scioperi della fame contro la detenzione amministrativa

Inoltre lunedì il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha dichiarato di essere “seriamente preoccupato” per la salute di altri due prigionieri palestinesi che stanno affrontando uno sciopero della fame a tempo indeterminato contro la reclusione nelle carceri israeliane in regime di detenzione amministrativa – senza processo né accuse.

“Il medico del CICR ha visitato entrambi i detenuti, Kayed Nammoura (Fasfous) che è in sciopero della fame da 82 giorni e Miqdad Qawasmeh che lo conduce da 75 giorni, e ha monitorato attentamente le loro condizioni”, ha affermato Robert Paterson, responsabile sanitario del CICR.

“Siamo preoccupati per le conseguenze potenzialmente irreversibili per la loro salute e la loro vita di uno sciopero della fame così prolungato”.

Fasfous e Qawasmi sono detenuti all’ospedale di Kaplan e sono fra i sei prigionieri palestinesi in sciopero della fame contro la loro reclusione di mesi in regime di detenzione amministrativa.

Secondo la Commissione Alaa al-Araj ha raggiunto i 59 giorni; Shadi Abu Akar i 43 giorni;, Rayeq Bsharat i 44 giorni; e Hisham Hawwash i 49 giorni. I quattro sono detenuti presso il reparto medico della prigione di Ramle.

Attualmente Israele trattiene in detenzione amministrativa 520 prigionieri palestinesi – una politica che consente alla polizia e ai militari israeliani di tenere prigionieri i palestinesi a tempo indeterminato sulla base di “informazioni segrete” – senza sporgere denuncia formale o processarli, una pratica che risale ai tempi dell’occupazione britannica della Palestina.

Secondo Amany Sarahneh, portavoce della Associazione dei Pprigionieri Ppalestinesi (PPS), oltre ai due prigionieri citati dal CICR, anche Hawwash e al-Araj stanno affrontando gravi complicazioni per la loro salute.

Generalmente in questo stadio tutti gli organi vitali del corpo entrano in una condizione di rischio“, ha detto Sarahneh ad Al Jazeera, aggiungendo che i sei prigionieri sono “tutti in pericolo”.

Avvertono un’estrema debolezza fisica, alcuni di loro hanno disturbi oculari, altri della sfera cognitiva”, prosegue, aggiungendo che tutti loro si trovano su sedia a rotelle, ma che mancano ancora dei particolari sui problemi di salute che i prigionieri stanno affrontando.

Tutti i quattro detenuti nella clinica del carcere di Ramle, afferma Sarahneh, si trovano in condizioni di “isolamento molto duro”, in celle isolate, come misura punitiva per aver iniziato lo sciopero della fame. Riferisce che i prigionieri sono tenuti in stanze piccole e prive di igiene, alcune delle quali infestate da scarafaggi.

Secondo Sarahneh mercoledì alle 11 ci sarà un’udienza del tribunale militare israeliano per Qawasmi e al-Araj per sentenziare su una petizione presentata dal PPS che chiede il loro rilascio.

Altri prigionieri in detenzione amministrativa hanno scelto di interrompere l’assunzione dei loro farmaci, anche per malattie croniche, per fare pressione sulle autorità per il loro rilascio.

(traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)