Cisgiordania: le forze israeliane uccidono un adolescente palestinese durante una retata in un campo profughi

 Imad Khaled Salah Hashash è stato colpito alla testa dalle forze israeliane durante una retata nel campo profughi di Balata vicino a Nablus

Redazione di MEE

24 agosto 2021 –  Middle East Eye

Martedì un soldato israeliano ha sparato e ucciso un adolescente palestinese con proiettili veri dopo un’irruzione delle forze di sicurezza in un campo profughi nella Cisgiordania occupata.

Il ministero della Salute palestinese ha confermato che il sedicenne Imad Khaled Salah Hashash è morto dopo essere stato colpito alla testa dalle forze israeliane nel campo profughi di Balata, vicino a Nablus.

Secondo l’agenzia Wafa News il ministero ha riferito che Hashash è stato portato d’urgenza all’ospedale chirurgico Rafidia dove è stato dichiarato morto.

Le immagini pubblicate in rete mostrano la famiglia di Hashash che regge il suo cadavere dopo averlo avvolto in un sudario funebre blu.

L’esercito israeliano ha affermato che Hashash è stato colpito da un colpo di arma da fuoco quando i soldati hanno visto un abitante lanciare un “oggetto di grandi dimensioni” durante una retata nel campo profughi.

“Uno dei soldati ha risposto aprendo il fuoco ed è stato verificato che qualcuno è stato colpito”, ha affermato una dichiarazione dell’esercito israeliano, senza entrare nello specifico della morte dell’adolescente.

All’inizio di questo mese durante una protesta a Nablus le truppe israeliane hanno sparato e ucciso un palestinese ferendone altri.

Secondo il ministero della Salute palestinese il deceduto era stato ricoverato d’urgenza all’ospedale di Nablus per poi morire in seguito alle ferite riportate.

Il servizio di ambulanze della Mezzaluna Rossa Palestinese ha aggiunto che altri 21 palestinesi sono stati colpiti dalle truppe israeliane, la maggior parte con proiettili di gomma.

(traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)




Sheikh Jarrah: le forze israeliane feriscono più di 20 palestinesi nella Gerusalemme est occupata

A cura della redazione di MEE

22 giugno 2021 – Middle East Eye

Le forze israeliane hanno riferito di aver usato nel quartiere granate stordenti, spray al peperoncino e proiettili ricoperti di gomma

Lunedì sera nella Gerusalemme est occupata più di 20 palestinesi sono stati feriti nel corso di un raid delle forze israeliane nel quartiere di Sheikh Jarrah.

Gli abitanti palestinesi di Sheikh Jarrah stanno affrontando delle espulsioni forzate finalizzate a consentire ai coloni israeliani la presa di possesso delle loro case.

L’area è diventata un fulcro di proteste e sit-in di solidarietà che raccolgono palestinesi e israeliani contrari all’occupazione e attivisti internazionali che sostengono gli abitanti di Sheikh Jarrah.

Lunedì la Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito che nella zona 21 persone avrebbero subito dei danni, 13 per aver inalato gas lacrimogeni, tre a causa dello spray al peperoncino e due per essere state colpite da proiettili di metallo ricoperti di gomma sparati dalle forze di polizia israeliane.

L’organizzazione ha aggiunto che due persone avrebbero riportato ferite a causa delle percosse, mentre un anziano sarebbe stato ricoverato in ospedale in seguito a un trauma cranico.

La Mezzaluna Rossa Palestinese ha affermato che i coloni di Sheikh Jarrah avrebbero lanciato pietre contro una delle loro ambulanze, mentre su un’altra le forze israeliane avrebbero spruzzato dell’acqua puzzolente.

Secondo Haaretz la polizia israeliana ha riferito che un colono avrebbe subito una ferita alla schiena in seguito al lancio di una pietra.

Saleh Diab, un attivista palestinese, ha detto all’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa che a Sheikh Jarrah le forze di polizia israeliane, mentre sparavano granate stordenti e proiettili ricoperti di gomma, avrebbero arrestato due palestinesi e, nell’assalire le case delle famiglie al-Kurd e al-Qasem, alle prese con un’imminente un’espulsione, avrebbero aggredito gli abitanti con manganelli.

Arresti in Cisgiordania

Nel corso dei raid di lunedì sera e martedì mattina nella Cisgiordania occupata la polizia israeliana ha arrestato 35 palestinesi. Tali raid notturni in città e villaggi palestinesi vengono effettuati dalle forze israeliane e da unità sotto copertura quasi quotidianamente.

Secondo Wafa nel villaggio di Qarawat Bani Hassan, nel nord della Cisgiordania, sono stati arrestati 14 palestinesi, 12 dei quali appartenenti alla famiglia Marei.

Altri sette palestinesi sono stati arrestati a Jenin e due a Tulkarm, mentre nel quartiere di Silwan, a sud della moschea di al-Aqsa a Gerusalemme est, ne sono stati arrestati 10.

Gli arresti sono stati effettuati ​​lunedì quando i coloni israeliani hanno fatto irruzione nella moschea di al-Aqsa, affiancati dalla polizia israeliana.

I coloni sono entrati nel sito dalla Porta Marocchina, a est della Moschea di Al-Aqsa, che conduce alla piazza del Muro Occidentale, dove gli israeliani recitano le preghiere.

Il Jerusalem Islamic Waqf, l’istituzione religiosa palestinese che amministra il sito, ha affermato che i coloni avrebbero svolto le preghiere ebraiche di fronte alla porta di al-Rahmeh e alla moschea della Cupola della Roccia, e avrebbero ascoltato un sermone sul Terzo Tempio ebraico [detto anche Tempio di Ezechiele, descritto e profetizzato nel Libro di Ezechiele, ndtr.].

Nonostante il divieto di pregare lì, i coloni entrano regolarmente nella moschea di Al-Aqsa, con l’obiettivo di rafforzare la presenza ebraica sul sito, tanto che alcuni chiedono la distruzione della moschea della Cupola della Roccia per costruire un tempio ebraico al suo posto.

(traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)