Comitato: “Un’enorme maggioranza” di minori palestinesi detenuti da Israele viene “torturata”

Ma’an Agency 18 ottobre 2016

Ramallah.(Ma’an).

Martedì il Comitato Palestinese per le Questioni dei Prigionieri, oltre a denunciare un deciso aumento della carcerazione e dei maltrattamenti da parte di Israele dei ragazzi palestinesi, ha dichiarato che nella “stragrande maggioranza” dei casi i minori palestinesi chiusi nelle carceri israeliane di Megiddo e Ofer sono stati torturati durante la detenzione e gli interrogatori.

L’avvocato del comitato Luay Ukka ha dichiarato che, durante una visita al carcere di Ofer, ha constatato che il numero dei giovani prigionieri era notevolmente aumentato nello scorso mese. A metà ottobre, ha detto, il numero dei prigionieri palestinesi sotto i 18 anni ad Ofer è salito a 28, di cui 14 minori di 14 anni.

Secondo l’associazione per i diritti umani Defense for Children International – Palestine (DCIP) [Difesa dei Minori Internationale – Palestina (DCIP)] , Israele ha anche drasticamente incrementato l’uso della detenzione amministrativa – incarcerazione senza accusa né processo – contro i minori.

Secondo la DCIP, nello scorso anno sono stati sottoposti a detenzione amministrativa 19 minori palestinesi. Prima dell’ ottobre 2015 Israele, a quanto risulta, non aveva trattenuto in detenzione amministrativa nessun minore palestinese della Cisgiordania occupata dal dicembre 2011.

Secondo Ukka, “la stragrande maggioranza” dei minori prigionieri detenuti a Ofer ha subito “torture, pestaggi, umiliazioni” durante le incursioni da parte dei militari israeliani per arrestarli e anche durante gli interrogatori.

Ukka ha anche detto che la maggioranza dei minori prigionieri proveniva dal campo profughi di Aida e dalla città di al-Ubeidiya, che si trovano nel distretto di Betlemme, nella parte meridionale della Cisgiordania occupata. Proprio la settimana scorsa militari israeliani in borghese hanno arrestato otto minori palestinesi nel campo profughi di Aida, mentre i residenti del campo – in particolare minori – hanno recentemente subito un’intensificazione di violente incursioni militari.

Il quattordicenne Tamir Abu Salem, arrestato circa un anno fa ad Aida, ha detto a Ukka che le incursioni hanno scatenato scontri tra i giovani del luogo ed i soldati israeliani e che lui è stato colpito alla testa da una pallottola d’acciaio rivestita di gomma prima di essere portato in carcere, dove gli hanno anche dato un pugno in faccia. Tamir ha aggiunto che la pallottola gli ha fratturato un osso della testa e che “quando respiro una parte del mio cuoio capelluto si muove su e giù.”

Il quattordicenne ha raccontato che le uniche cure che ha ricevuto dal servizio carcerario israeliano (IPS) sono state alcuni antidolorifici – lamentela comune tra i prigionieri palestinesi malati e feriti, parte di una deliberata politica di negligenza sanitaria da parte delle autorità carcerarie israeliane.

Lunedì, in una sede diversa, Hiba Masalha, un altro avvocato che lavora con il comitato, ha dichiarato che il numero di minori prigionieri nel carcere di Megiddo è anch’esso recentemente aumentato. “Per la maggior parte i minori prigionieri vengono torturati ed umiliati durante l’arresto”, ha detto, aggiungendo che i minori palestinesi vengono anche perquisiti fisicamente all’arrivo nei centri di detenzione israeliani.

La pubblicazione delle testimonianze è avvenuta un giorno dopo che la DCIP ha pubblicato un rapporto in cui afferma che almeno cinque minori palestinesi sono stati arrestati da Israele senza accuse negli ultimi mesi, in merito a post su Facebook che le autorità israeliane hanno considerato “istigazione”.

Intanto il Comitato Palestinese per le questioni carcerarie in un rapporto di settembre ha segnalato che almeno 1000 minori palestinesi tra gli 11 e i 18 anni sono stati imprigionati da Israele a partire da gennaio, parecchi dei quali hanno riferito di aver subito violenza ed essere stati torturati durante la detenzione.

Secondo l’associazione per i diritti dei prigionieri Addameer, sono attualmente detenuti da Israele come prigionieri politici in totale 340 minori palestinesi.

Gli interrogatori dei minori palestinesi, secondo Addameer, possono durare fino a 90 giorni e, oltre ai pestaggi e alle minacce, sono stati riferiti anche casi di violenza sessuale e reclusione in isolamento per ottenere confessioni, mentre le confessioni che sono costretti a firmare sono in ebraico, lingua che la maggior parte dei minori palestinesi non conosce.

(Traduzione di Cristiana Cavagna)




Rapporto OCHA del periodo 23 agosto – 5 settembre 2016

Il 24 agosto, presso lo snodo stradale di Yitzhar (Nablus), un 26enne palestinese ha accoltellato e ferito un soldato israeliano; l’aggressore è stato ucciso con arma da fuoco.

Dall’inizio del 2016, in attacchi e presunti attacchi effettuati da palestinesi della Cisgiordania contro israeliani, sono stati uccisi 61 palestinesi, tra cui 16 minori, e 11 israeliani, tra cui una ragazza.

Altri due palestinesi sono stati uccisi, con arma da fuoco, dalle forze israeliane in due distinti episodi. In un caso, all’ingresso del villaggio Silwad (Ramallah), un uomo di 38 anni che, a quanto riferito, era affetto da disturbo mentale, è stato colpito mentre si avvicinava ad una torre militare senza rispettare l’alt. L’esercito israeliano ha aperto un’indagine penale. Nell’altro caso, nel Campo profughi di Shu’fat, soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro un veicolo perché, secondo quanto riferito, credevano che stesse per investirli; tuttavia, la polizia israeliana ha riferito che il conducente era ubriaco e che, quindi, l’episodio non è da considerare un attacco deliberato.

Le autorità israeliane hanno restituito alle famiglie i corpi di tre palestinesi sospettati di aver compiuto attacchi contro israeliani; due dei corpi erano stati trattenuti per più di undici mesi. Allo stato attuale, sono ancora trattenuti dalle autorità israeliane i corpi di altri 12 presunti responsabili palestinesi; alcuni da quasi sette mesi.

In Cisgiordania, durante le due settimane [23 Agosto – 5 settembre], in scontri con le forze israeliane sono stati feriti 66 palestinesi, tra cui due minori e una donna. La maggior parte degli scontri si è verificato durante operazioni di ricerca-arresto, la più ampia delle quali è stata condotta nel Campo profughi di Ayda, dove si sono avuti 24 feriti. Altri scontri, con 11 feriti, sono stati segnalati durante le manifestazioni settimanali a Kafr Qaddum (Qalqiliya). Cinque soldati israeliani sono stati feriti da pietre.

In Cisgiordania, complessivamente, le forze israeliane hanno condotto 186 operazioni di ricerca-arresto ed hanno arrestato 239 palestinesi. Il numero più alto di operazioni (49) e di arresti (95) è stato registrato nel governatorato di Gerusalemme. Alcune delle operazioni sono state condotte a Betlemme e nella città di Hebron, il 23 e il 25 agosto, presso sette officine meccaniche, sospettate di fabbricare armi; cinque officine sono state chiuse e le attrezzature confiscate. Inoltre, nella città di Dura (Hebron), le forze israeliane hanno fatto irruzione in una stazione radio: hanno confiscato tutte le apparecchiature di trasmissione ed hanno emesso un’ordinanza militare di chiusura di tre mesi nei confronti della stazione; cinque membri del personale sono stati arrestati.

A Gaza, nelle Aree ad Accesso Riservato (ARA) di terra e di mare, in almeno diciotto casi, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento verso palestinesi: feriti un pastore ed un pescatore successivamente arrestato. Altri due pescatori sono stati costretti a togliersi i vestiti e nuotare verso le imbarcazioni militari israeliane dove sono stati tratti in arresto; le loro barche e le reti da pesca sono state sequestrate.

In Area C e a Gerusalemme Est, per mancanza di permessi di costruzione, le autorità israeliane hanno demolito, o confiscato, 28 strutture in sette comunità palestinesi, sfollando 55 persone e compromettendo i mezzi di sostentamento di altre 200. Undici delle strutture prese di mira erano state precedentemente fornite come assistenza umanitaria; fra esse, ricoveri abitativi, latrine e una cisterna per l’acqua. Sale così a 223 il numero di manufatti donati come aiuto umanitario e distrutti o confiscati dall’inizio del 2016: più del doppio di quelli riferiti a tutto il 2015.

Il 30 agosto, nella città di Dura (Hebron), per motivi punitivi, le forze israeliane hanno fatto esplodere la casa di famiglia di un palestinese, attualmente in stato di detenzione, accusato di aver collaborato, il 1° luglio, all’uccisione di un colono israeliano; una famiglia di tre persone, tra cui due minori, è stata sfollata. In conseguenza dell’esplosione una cisterna per acqua è rimasta gravemente danneggiata.

In Jayyus e in Ras Atiya (entrambe in Qalqiliya), le autorità israeliane hanno sradicato 300 ulivi, di proprietà palestinese, a motivo del fatto che queste aree sono designate [da Israele] come “terra di stato”. In precedenza, fino al 2014 (anno in cui fu completata una modifica al tracciato della Barriera) agli agricoltori era stato negato l’accesso alla seconda località (Ras Atiya) a motivo del tracciato della Barriera. In Area C, quasi tutta la “terra di stato” è stata posta sotto la giurisdizione degli insediamenti colonici israeliani.

Le forze israeliane hanno bloccato cinque strade che collegano la città di Huwwara (Nablus) a quattro villaggi vicini, interrompendo in modo significativo l’accesso delle persone ai servizi ed ai mezzi di sostentamento. Secondo fonti israeliane, i blocchi sono conseguenti a diversi episodi di lancio di pietre contro veicoli di coloni israeliani. Durante il periodo di riferimento, i militari hanno riaperto uno degli ingressi alla città di Hizma (Gerusalemme) che, dal 28 luglio, per un motivo simile, era stato interdetto ai veicoli; nella stessa città, permane, invece, la chiusura di altre due strade.

Due palestinesi sono stati feriti da coloni israeliani: uno, nella città vecchia di Gerusalemme est, aggredito fisicamente, e un altro, un contadino, attaccato da cani scatenati da coloni, vicino a Deir Istiya (Salfit). Secondo quanto riferito, decine di alberi di proprietà palestinese sono stati danneggiati dal riversamento di acque reflue operato da coloni israeliani di Betar Illit su terreni appartenenti ad agricoltori del villaggio di Husan (Betlemme).

Nei governatorati di Hebron e Gerusalemme, secondo i media israeliani, due israeliani sono stati feriti e quattro veicoli israeliani sono stati danneggiati dal lancio di pietre da parte di palestinesi.

Il valico di Rafah, sotto controllo egiziano, per tre giorni è stato aperto eccezionalmente per i pellegrini; è stato riferito che 2.332 palestinesi sono usciti dalla Striscia di Gaza verso l’Egitto. Dall’inizio del 2016, il valico è stato parzialmente aperto per soli 14 giorni. Secondo le autorità palestinesi di Gaza si stima che oltre 27.000 persone siano registrate e in attesa di attraversare.

nota 1:

I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati settimanalmente in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informazio-ni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians

L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano (vedi di seguito) l’edizione inglese dei Rapporti.

sono scaricabili dal sito Web della Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, alla pagina:

https://sites.google.com/site/assopacerivoli/materiali/rapporti-onu/rapporti-settimanali-integrali

nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]

sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti

a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.

nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.

Associazione per la pace – Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it; Web: https://sites.google.com/site/assopacerivoli