Il congresso del Partito Laburista vota il sostegno a sanzioni contro Israele per il “crimine di apartheid”

Joe Gill

27 settembre 2021 Middle East Eye

La mozione sfida la leadership di Keir Starmer riconoscendo che Israele ha messo in atto un sistema di apartheid e chiedendo la cessazione del commercio di armi con Israele.

 

Lunedì è stata una giornata disastrosa per Keir Starmer: durante il congresso del partito i delegati hanno fatto approvare una provocatoria mozione sulla Palestina e un membro del governo ombra si è dimesso con una durissima dichiarazione che stigmatizza la leadership di Starmer.

Il congresso del partito laburista ha sostenuto una mozione che sollecita il partito a sostenere sanzioni contro Israele per le sue azioni illegali ai sensi del diritto internazionale, a bloccare il commercio di armi del Regno Unito con Israele e a cessare gli scambi commerciali con le colonie illegali sui territori palestinesi occupati.

Il voto imbarazza Starmer, che ha trascurato la questione palestinese da quando è subentrato a Jeremy Corbyn, da sempre sostenitore delle richieste palestinesi di porre fine all’occupazione militare e agli abusi israeliani.

Subito dopo l’approvazione della mozione, la ministra ombra laburista degli Esteri, Lisa Nandy, l’ha disconosciuta dichiarando a Jewish News [quotidiano gratuito ebraico che ha sede a Londra, ndtr]: “Non possiamo sostenere questa mozione.”

Ha condannato la posizione pro-palestinese del congresso dicendo: “E’ nostro dovere nei confronti dei popoli di Israele e Palestina adottare un approccio equo ed equilibrato che riconosca che la pace è possibile solo se viene garantita la sicurezza di Israele accanto ad uno Stato palestinese sovrano ed autosufficiente.”

In seguito, con il grave gesto delle proprie dimissioni nel corso del congresso, il ministro ombra per l’impiego Andy McDonald ha dichiarato che Starmer ha tradito l’impegno di unire il partito sulla base di politiche socialiste preso al momento della sua elezione alla guida del partito.

McDonald ha spiegato che si dimetteva perché aveva ricevuto istruzioni da parte dell’ufficio di Starmer di opporsi ad un salario minimo nazionale di 20 dollari (15 sterline) e un’indennità di malattia obbligatoria pari al salario di sussistenza.

Nella lettera di dimissioni McDonald, che aveva già occupato posizioni di rilievo nel gruppo parlamentare del partito a guida Corbyn, scrive: “Dopo 18 mesi sotto la tua guida il nostro movimento è sempre più diviso e i giuramenti che avevi fatto agli iscritti non vengono onorati.”

Parlando poi in serata ad una riunione collaterale del partito , dove è stato accolto con entusiasmo, McDonald ha dichiarato che il partito deve “dire la verità su ciò che non ha funzionato [nella società] e avere coraggio su come porvi rimedio, ”ma che Starmer si è rifiutato di farlo in qualità di leader.

Ha quindi aggiunto: “Avevo detto con chiarezza a Keir che anche se non lo avevo votato né sostenuto, visto che pensavo che avrebbe vinto, lo avrei aiutato a portare avanti i dieci impegni che aveva assunto.” Ma gli impegni politici presi da Starmer sono stati annacquati.

La mozione sulla Palestina

La mozione sulla Palestina fa riferimento a recenti rapporti sui diritti umani che evidenziano “in modo inequivocabile” che Israele si è macchiata di apartheid, riconosciuto come crimine dall’ONU, come dimostrato dall’organizzazione israeliana per i diritti B’tselem e da Human Rights Watch.

La mozione sostiene la società civile palestinese nella sua richiesta di “misure efficaci” contro la costruzione delle colonie, rivendica la fine dell’occupazione della Cisgiordania e del blocco di Gaza, e sostiene il diritto dei palestinesi a ritornare alle proprie case.

La mozione, proposta dalla sezione giovanile del partito laburista, è passata senza difficoltà dopo una breve discussione presto interrotta dagli organizzatori del congresso e non trasmessa in diretta ai delegati.

Parlando contro la mozione, il parlamentare Steve McCabe, presidente di Labour Friends of Israel [gruppo parlamentare che cerca di rafforzare i legami tra il partito laburista britannico e quello israeliano,ndtr], ha dichiarato “questa mozione eterogenea è troppo gridata, troppo arrabbiata, troppo faziosa e non si concentra per niente sulla ricerca della pace.”

Il voto non è vincolante per la dirigenza laburista, ma dimostra che la base del partito è tuttora orientata a sostenere i diritti dei palestinesi e a porre fine alla complicità britannica nell’occupazione israeliana dei territori palestinesi.

La UK Palestine Solidarity Campaign [Campagna di solidarietà con la Palestina, ndtr] ha avuto parole di plauso: “approvata storica mozione sulla Palestina al congresso del 2021 del partito laburista che prende atto che Israele pratica l’apartheid e richiede severe sanzioni.”

Le azioni militari di Israele di maggio contro Gaza, con centinaia di morti, hanno provocato grandi proteste nel Regno Unito, portando 200.000 persone in piazza per la più grande dimostrazione a sostegno della Palestina mai vista in Gran Bretagna.

Da quando è stato eletto alla guida del partito lo scorso anno, il leader laburista Keir Starmer ha decisamente abbandonato la posizione del suo predecessore Jeremy Corbyn, da sempre a sostegno della causa palestinese, dichiarando di “sostenere incondizionatamente il sionismo”.

I membri palestinesi del partito laburista hanno denunciato che la dirigenza non li ha sostenuti e ha trasformato il partito in un ambiente ostile per chi difende i diritti umani dei palestinesi.

Un gruppo di autorevoli palestinesi ha scritto diverse volte a Starmer senza ricevere alcuna risposta dal capo del partito laburista.

Atallah Said, ex presidente dell’Associazione Arabo-britannica e fondatore di Arab Labour [l’associazione promuove la causa laburista fra le comunità arabe in Gran Bretagna, ndtr] ha dichiarato all’Independent lo scorso maggio: “ignorare le molte lettere di autorevoli membri della comunità palestinese britannica significa che questa comunità è sgradita all’interno del partito.

Il leader sta praticamente trattando l’intera comunità come reietti e si rifiuta non solo di incontrarci, ma persino di risponderci. Questo va di pari passo con l’allarmante cambio di rotta del partito laburista nel suo approccio alla questione del razzismo e con il suo dietrofront nei confronti della Palestina.”

Martedì scorso, nel corso di un collegamento video con un evento collaterale del partito laburista, l’attivista di Hebron Issa Amro ha sostenuto che la mozione sulla Palestina è stata una grande vittoria.

Che cosa è accaduto nel partito laburista? Che cosa non si è fatto per distruggere il punto di vista palestinese all’interno del partito laburista – [ma] ieri abbiamo vinto. Amiamo Jeremy Corbyn, ma ce l’abbiamo fatta senza di lui, con i nostri sostenitori all’interno del partito laburista.”

traduzione dall’inglese di Stefania Fusero

Testo della mozione approvata dal Partito Laburista britannico nella Conferenza Annuale di Brighton 2021

27/09/2021

La Conferenza condanna la Nakba in corso in Palestina, la violenza militarizzata di Israele che attacca la moschea di Al Aqsa, gli sfollamenti forzati da Sheikh Jarrah e l’assalto mortale a Gaza.

Insieme all’annessione de facto della terra palestinese mediante la costruzione accelerata di insediamenti e alle dichiarazioni dell’intenzione di Israele di procedere con l’annessione, è sempre più chiaro che Israele è intenzionato a eliminare qualsiasi prospettiva di autodeterminazione palestinese.

La Conferenza prende atto della mozione del Congresso TUC 2020 che descrive la costruzione e l’annessione di tali insediamenti come “un altro passo significativo” verso il crimine di apartheid delle Nazioni Unite e invita il movimento sindacale europeo e internazionale a unirsi alla campagna internazionale per fermare l’annessione e porre fine all’apartheid.

La Conferenza prende atto anche degli inequivocabili rapporti del 2021 di B’Tselem e Human Rights Watch che concludono che Israele sta praticando il crimine di apartheid come definito dalle Nazioni Unite.

La Conferenza accoglie con favore la decisione della Corte penale internazionale di avviare un’inchiesta sugli abusi commessi nei Territori palestinesi occupati dal 2014.

La Conferenza decide che è necessaria un’azione ora a causa delle continue azioni illegali di Israele e che i laburisti dovrebbero aderire a una politica etica su tutto il commercio del Regno Unito con Israele, compreso il blocco a qualsiasi commercio di armi utilizzato per violare i diritti umani palestinesi e il commercio con insediamenti israeliani illegali.

La Conferenza decide di sostenere “misure efficaci” comprese sanzioni, come richiesto dalla società civile palestinese, contro le azioni del governo israeliano che sono illegali secondo il diritto internazionale; in particolare per garantire che Israele fermi la costruzione di insediamenti, annulli qualsiasi annessione, ponga fine all’occupazione della Cisgiordania, al blocco di Gaza, faccia cadere il Muro e rispetti il ​​diritto del popolo palestinese, sancito dal diritto internazionale, al ritorno alle loro case.

La Conferenza decide che il Partito Laburista deve stare dalla parte giusta della storia e rispettare queste risoluzioni nella sua politica, comunicazione e strategia politica.

Traduzione di Angelo Stefanini

 




La sinistra sionista di estrema destra israeliana

Gideon Levy

27 maggio 2018, Haaretz

Eitan Cabel, del partito Laburista, non propone la pace ma l’annessione. I suoi palestinesi non avrebbero uno status né diritti, e ovviamente sono da ritenere responsabili per questo.

È un peccato che Eitan Cabel non sia segretario del partito Laburista. Se lo fosse, il partito Laburista potrebbe affermare ufficialmente di essere arrivato alla fine del suo percorso. Ma anche così, il suo editoriale sull’edizione di Haaretz in ebraico di venerdì rispecchia adeguatamente le posizioni del suo partito e più in generale quelle della più ampia “Unione Sionista” [coalizione elettorale di cui il partito Laburista è la componente principale ed attualmente all’opposizione, ndt.]. Di fatto il partito Laburista non ha posizioni diverse da quelle che Cabel ha precisato. Perciò dovremmo essere grati al coraggioso parlamentare della Knesset [il parlamento israeliano, ndt.]: ha esposto la verità sul suo partito e sull’intera sinistra sionista.

Sul problema più grave la sinistra sionista non fa altro che imitare le posizioni della destra. La novità di Cabel è che queste sono le posizioni dell’estrema destra. Cabel e Naftali Bennett [ministro dell’Educazione e leader del partito di estrema destra “Casa Ebraica”, ndt.] sono fratelli, “Casa Ebraica” e ”Unione Sionista” sono gemelli, non c’è più nessuna differenza tra loro. Il vuoto e ipocrita “carro” – una metafora dei valori e del patrimonio ideale – della sinistra sionista è arrivato alla fine del suo percorso. Quanto meno un membro coraggioso addirittura se ne vanta.

Cabel propone un’iniziativa sobria. Non pace ma annessione. Non un’annessione come quella che c’è stata finora, ma un’annessione totale. I palestinesi di Cabel non hanno uno status né diritti passati, presenti o futuri; è persino dubbio che essi esistano. Ovviamente sono da ritenere responsabili di questo e gli ebrei devono avere tutta la terra.

Solo una cosa terrorizza il socialdemocratico di Rosh Ha’ayin [cittadinia del centro di Israele, ndt.] – che, il cielo non voglia, nella Knesset ci saranno 30 deputati arabi. I suoi genitori non sono immigrati dallo Yemen per questo. Shoshana e Avshalom non sono venuti qui per vivere con gli arabi. Quello ce l’avevano già in Yemen. Essi e il loro figlio vogliono uno Stato razzialmente puro. Se un quarto dei deputati fosse arabo ciò distruggerebbe il loro sogno. Il compagno di partito di Bennett Bezalel Smotrich [noto per le posizioni particolarmente estremiste, ndt.] non avrebbe potuto dirlo in termini più razzisti.

Cabel vuole che si faccia qualcosa. Sa che non c‘è una controparte palestinese e non ci sarà mai. Quindi avanti, prendiamo l’iniziativa. Possiamo pensare a un trasferimento, indubbiamente un’iniziativa, atroce quanto l’annessione, ma anche di più, però almeno ciò garantirebbe una soluzione finale. Comunque, Cabel non ci è ancora arrivato. Forse presto farà carriera nei ranghi del partito. Nel frattempo Cabel ne ha abbastanza della limitazione dei blocchi di colonie, il più grande imbroglio della sinistra sionista, su cui c’è un presunto consenso generale.

Una breve storia dei blocchi, proprio come una breve storia delle colonie: prima si trattava di annettere Gerusalemme est. Ciò non poteva essere fatto senza un “confine di sicurezza”, per cui la valle del Giordano è stata aggiunta alle zone intoccabili. Poi è arrivato il blocco di Gush Etzion [gruppo di colonie israeliane nei territori occupati fondato a partire dal 1967, ndt.] in perenne espansione, senza cui Israele non può essere immaginato, e come possiamo lasciare fuori Ma’aleh Adumim [grande colonia nei pressi di Gerusalemme, riconosciuta come città dal governo israeliano, ndt.], che è stata fondata per tagliare in due la Cisgiordania? E cosa ne sarà, fratelli ebrei, della città universitaria di Ariel [colonia nel centro della Cisgiordania, dove sorge la prima università nelle colonie, ndt.]?

Queste sono state tutte aggiunte alla lista non dalla destra ma dalla sinistra sionista, che ha sostenuto la fondazione di uno Stato palestinese, certamente uno Stato palestinese tra Jenin e il suo campo profughi. Ora Cabel sta annettendo anche Karnei Shomron, e cosa dire di Shavei Shomron, Yitzhar e Itamar? Rehelim, Havat Gilad e Baladim [altre colonie in Cisgiordania, ndt.]? Perché no? Il destino dei coloni, che stanno vivendo sotto la “legge marziale”, spezza il cuore di Cabel, perciò, perché non annettere anche loro? Non sono esseri umani? Non sono ebrei? Cabel è un uomo con una coscienza, il suo cuore è sempre dalla parte degli oppressi.

Cabel è uno dei dirigenti del campo della pace, e come dice il nome del suo campo, offre ai palestinesi negoziati prima o poi, quando si comporteranno correttamente. Nel 1948 hanno perso il 78% del loro Paese, ed ora Cabel sta sezionando i resti di ciò che rimane e rubando per sé i blocchi [di colonie], un prezzo per il ladro e il colono.

Ma la Palestina non è perduta. Cabel, di sinistra, vuole discutere di quello che resta. C’è una possibilità che rinunci al campo profughi di Al-Fawwar [a sud di Hebron, ndt.]. Se ci sarà una dirigenza palestinese all’altezza, che mangi con coltello e forchetta, in un giorno di particolare generosità Cabel e il suo partito le offriranno persino il campo profughi di Al-Arroub [sulla strada tra Hebron e Gerusalemme, ndt.]. Dai tempi del Mahatma Gandhi non c’è più stato un uomo di pace come Cabel, da quelli di Nelson Mandela non c’è più stato un simile combattente per la giustizia.

La richiesta di Cabel di essere sobri è un importante contributo al dibattito politico. Tornate sobri, amici di Cabel, non avete niente da offrire. Siete di destra, persino di estrema destra, ed ora siete senza la maschera che avete portato per 50 anni. Eliminate le elezioni in Israele. Dopotutto, (quasi) tutti sono per l’occupazione.

(traduzione di Amedeo Rossi)