La legge anti-BDS dell’Arkansas viola il Primo Emendamento, afferma il tribunale

Michael Arria

15 febbraio 2021 Mondoweiss

Con due voti a favore ed uno contrario l’Ottavo Distretto della Corte d’Appello ha dichiarato incostituzionale una legge che proibisce all’Arkansas di lavorare con aziende che boicottino Israele.

L’Arkansas Times ha contestato con successo una normativa che proibisce allo Stato di avere rapporti di affari con aziende che boicottano Israele.

Il settimanale di Little Rock [capitale dell’Arkansas, ndtr], che aveva intentato la causa legale nel 2018, era rappresentato dall’ACLU [American Civil Liberties Union, organizzazione non governativa USA per la difesa dei diritti civili che ha giocato un ruolo importante nell’evoluzione del diritto costituzionale USA, ndtr]. Pur non avendo adottato alcuna posizione ufficiale sul BDS, il periodico aveva intrapreso questa battaglia legale in seguito al rifiuto da parte del Pulaski Technical College dell’Università dell’Arkansas di firmare un contratto pubblicitario con l’Arkansas Times se questo non avesse sottoscritto l’impegno (a non boicottare Israele, ndtr). L’istanza era stata respinta da un giudice distrettuale nel 2019, ma la settimana scorsa l’Ottavo Distretto della Corte d’Appello ha sentenziato con due voti a favore ed uno contrario che la legge è incostituzionale.

“Siamo entusiasti per la decisione della Corte, che sostiene il diritto fondamentale a partecipare a campagne politiche di boicottaggio,”, ha dichiarato il legale dell’ACLU Brian Hauss. “Il governo non può obbligare a scegliere se mantenere le proprie fonti di reddito oppure i diritti garantiti dal Primo Emendamento, che è esattamente ciò che fa questa legge. I boicottaggi politici sono una forma legittima di protesta nonviolenta, protetti dal Primo Emendamento.”

Sulla stessa scia la dichiarazione di Nihad Awad, direttore generale del CAIR [Council on American-Islamic Relations, gruppo musulmano per i diritti civili in USA, ndtr]. “Questa sentenza federale rappresenta un momento cruciale nella lotta per la protezione della libertà di parola qui negli USA e per la promozione dei diritti umani all’estero,” ha affermato. “Dall’Arizona al Texas fino all’Arkansas numerosi tribunali cominciano a riconoscere ciò che è ovvio: gli Stati non possono chiedere né a soggetti individuali né ad aziende di sottoscrivere l’impegno a sostenere lo Stato di Israele come condizione per poter lavorare con il governo di uno Stato dell’Unione.”

Leslie Rutledge, Procuratore Generale dell’Arkansas, ha invece espresso la sua frustrazione per la sentenza. “Il Procuratore Generale è delusa per la decisione dell’Ottavo Distretto. Tale decisione interferisce con la legge dell’Arkansas che proibisce la discriminazione contro Israele, importante alleato degli USA,” ha dichiarato all’Associated Press un portavoce dell’Ufficio del Procuratore.

Nella stessa giornata della sentenza in Arkansas, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu attaccava il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite per avere pubblicato la lista delle aziende che operano nei Territori Occupati. Nella sua dichiarazione Netanyahu ha ammesso che Israele promuove norme anti-BDS all’interno degli USA: “Negli anni recenti abbiamo promosso leggi nella maggioranza degli Stati dell’Unione che stabiliscono che si debbano adottare misure forti contro chiunque cerchi di boicottare Israele.”

traduzione dall’inglese di Stefania Fusero