“Collocate il materiale nei pozzi”: documenti puntano il dito sull’esercito israeliano per la guerra batteriologica nel 1948

Per decenni sono circolate indiscrezioni e testimonianze su truppe ebraiche mandate ad avvelenare i pozzi nei villaggi arabi. Ora i ricercatori hanno individuato la documentazione ufficiale dell’operazione ‘Getta il tuo pane’

Ofer Aderet

14 ottobre 2022 – Haaretz

Il primo aprile 1948 David Ben-Gurion scrisse nel suo diario circa “lo sviluppo della scienza e la velocità delle sue applicazioni in guerra.” Un mese e mezzo dopo scrisse di acquisti di “materiali biologici” per 2.000 dollari. Solo ora, 74 anni dopo, è venuto alla luce il collegamento tra queste due annotazioni. La storia sconvolgente che c’è dietro è stata recentemente scoperta dopo ampie ricerche d’archivio da due storici, Benny Morris e Benjamin Z. Kedar, vincitore del Premio Israele. Evidentemente gli stralci del diario dell’uomo che sarebbe diventato il primo premier di Israele sono prove del suo coinvolgimento in un’operazione segreta per avvelenare l’acqua potabile delle comunità arabe durante la Guerra di Indipendenza. 

Questa operazione era stata parzialmente rivelata decenni fa quando in quotidiani e libri furono riportate indiscrezioni e testimonianze orali di un tentativo nel 1948 da parte delle IDF [Forze di Difesa Israeliane, l’esercito israeliano, ndt.] di avvelenare pozzi a San Giovanni d’Acri e Gaza aggiungendo batteri all’acqua potabile. Tuttavia solo ora le ricerche di Morris e Kedar hanno scoperto la “pistola fumante” sotto forma di una documentazione ufficiale. I documenti da poco scoperti mostrano che questa operazione aveva un scopo molto più ampio di ciò che si era creduto fino ad ora e che, oltre a Ben-Gurion, erano coinvolte altre figure militari e politiche di alto livello. 

Morris dice: “Abbiamo scoperto moltissime nuove informazioni. Abbiamo decifrato come l’operazione fu sviluppata nei suoi vari stadi: abbiamo scoperto chi autorizzò, organizzò e controllò l’operazione e come fu eseguita in varie zone.”. E Kedar aggiunge: “Ora abbiamo un quadro molto più completo e basato in parte sulla documentazione delle IDF”.  

Recentemente i due studiosi hanno pubblicato un articolo su Middle Eastern Studies intitolato: “‘Getta il tuo pane’: guerra batteriologica israeliana durante la guerra del 1948.” Il nome in codice dell’operazione era “Getta il tuo pane”. Naturalmente la maggior parte del materiale relativo all’episodio è censurato, ma quando Morris ha cercato negli archivi delle IDF delle citazioni riguardo all’operazione usando questo nome è stato sorpreso nello scoprire numerosi documenti. Morris scrive nell’articolo che il censore apparentemente non sapeva a cosa si riferisse il nome in codice. 
[Moshe] Dayan, che in codice si chiamava “Moshe Neptune” [Mosè Nettuno], telegrafò a Yadin [supremo comandante e capo di stato maggiore delle IDF, ndt.]: “ ‘Getta tuo pane’ verrà attivata lunedì o martedì dalla Nahshon (cioè dalle forze dell’Operazione Nahshon che includevano la Brigata Harel). Io arriverò a metà settimana con tutto il materiale.”
 

Yadin istruì i comandanti di alto grado delle IDF: “C’è un bisogno immediato di nominare nel vostro quartier generale un ufficiale incaricato delle questioni relative a ‘Getta il tuo pane’. La faccenda è della massima importanza e dovete mantenere la più grande segretezza.” 
In un altro telegramma Yadin scrisse: “Sistemate nei pozzi il materiale di tipo ‘Getta il tuo pane’.” E in un altro cablogramma: “C’è l’autorizzazione di usare B [in ebraico la lettera Bet] nelle zone che saranno evacuate da noi ([cioè, Israele)?”
 

L’operazione iniziò nell’aprile 1948 mentre crescevano i timori di un’invasione da parte degli eserciti arabi. Il piano era di avvelenare i pozzi nei villaggi arabi abbandonati e nelle località ebraiche che dovevano essere evacuate dal nascente Stato. L’idea era di impedire agli arabi di ritornare ai loro villaggi e insediarsi nei luoghi ebraici che sarebbero caduti nelle loro mani.

Inizialmente l’operazione si concentrò nella zona fra Gerusalemme e Tel Aviv, per poi espandersi ad Acri a nord e Gaza a sud. Le prove indicano che successivamente incluse, nei piani o di fatto, altre comunità come Gerico, Be’er Sheva, Ilaboun, Bidu, Beit Suriq, Beit Mahsir e Har-Tuv (dopo l’evacuazione degli ebrei). Fu anche proposta la possibilità di aggiungere bersagli fuori Israele come il Cairo e Beirut, ma non se ne fece niente. L’idea di base era ostacolare l’avanzata degli eserciti arabi.  

Morris ha trovato prove drammatiche dell’operazione negli archivi del kibbutz Na’an, in testimonianze fornite nel 1988 da un membro del kibbutz, l’archeologo Shemarya Guttman, che era un comandante della Palmach [la formazione d’elite della principale milizia sionista, l’Haganah, prima della fondazione dello Stato di Israele, N.d.T.] e importante ufficiale dell’intelligence delle IDF. Guttman raccontò come il generale Yohanan Ratner, comandante in capo che Ben-Gurion aveva destinato al comando dell’operazione, lo informò di aver mandato “due persone al confine egiziano per fare questo lavoro concernente i pozzi.” I due erano David Mizrahi ed Ezra Horin (Afgin), che partirono per la missione a Gaza il 22 maggio 1948, ma furono catturati e processati da un tribunale militare egiziano per aver avvelenato i pozzi con batteri, e successivamente giustiziati. 

Guttman riferisce di essersi opposto con tutte le sue forze all’operazione per motivi etici, ammonendo anche che avvelenare l’acqua avrebbe potuto danneggiare anche gli ebrei. “Guarda che noi potremmo conquistare questa zona domani e bere questa acqua e allora tutte le nostre armate si ammalerebbero di tifo o dissenteria,” disse a Ratner. Quando chiese un ordine scritto, la sua richiesta fu respinta. “[Ratner] mi disse: ‘Non ti darò mai una cosa simile [per iscritto].’” Guttman continua riferendo che aveva chiesto “di che materiale state parlando ‘liquido o polvere … e aveva poi deciso che sarebbe stata una polvere.’” Aggiunse anche che “i due furono presi in flagrante.” 

Un’altra testimonianza trovata da Morris e Kedar era nascosta in un’intervista data nel 2008 dall’ex ambasciatore Asher Ben-Natan allo storico Nir Mann. Ben-Natan descrisse un’altra fase dell’operazione: un tentativo di avvelenare pozzi al Cairo. Data la sua posizione nell’intelligence operativa, nell’estate del 1948 Ben-Natan era a Parigi. L’agente di intelligence Binyamin Gibli lo incontrò là e gli diede “una capsula da usare per avvelenare i pozzi al Cairo.” Ma il piano fu abbandonato e, Ben-Natan disse: “Mi lasciarono la capsula di veleno e alla fine la distrussi buttandola nella fogna.” Negli archivi delle IDF Morris e Kedar hanno trovato anche queste prove in un documento del settembre 1948, in cui Yadin scrive: “Per favore chiama presto… a proposito dell’attivazione all’estero di ‘Getta il tuo pane’.” 

I documenti mostrano che Ben-Gurion era al vertice della piramide. Sotto di lui c’era Yadin che supervisionava l’aspetto militare dell’operazione. Il comandante dell’operazione era Yohanan Ratner. Inizialmente il capo del gruppo sul terreno era Dayan, che diventò poi il capo di stato maggiore delle IDF e ministro della Difesa. I documenti indicano che Dayan prese i batteri dai Science Corps [Reparti di ricerca scientifica, N.d.T.] e li distribuì in vari punti in tutto il Paese. Anche David Shaltiel, comandante della Brigata Etzioni a Gerusalemme, era coinvolto nell’operazione. A uno stadio successivo si unì anche l’agente dell’intelligence Ezra Helmer (poi Omer, capo del personale del Dipartimento di Intelligence dell’Haganah). L’identità di un’altra persona coinvolta nell’operazione resta incerta. In alcuni cablogrammi ci si riferisce a lui come “Mizrahi.”  

All’inizio il lavoro sporco di avvelenare i pozzi fu svolto da semplici soldati come quelli del quarto battaglione della Brigata Harel. Successivamente fu affidato a membri della divisione araba del Palmach, i “mistarvim”, specializzati in operazioni di sabotaggio e assassinio in territorio nemico. 

Sul lato scientifico della produzione del veleno c’erano persone dei Science Corps Bet delle IDF, una sotto-unità dei Science Corps che si occupava di guerra batteriologica. Era capitanata da Alex Keinan che poi fondò l’Istituto Israeliano per la Ricerca Biologica a Ness Ziona. Il lavoro scientifico era supervisionato dai fratelli Katchalski (Katzir): il biofisico Ephraim Katzir, il primo comandante dei Science Corps e in seguito vincitore del Premio Israele e quarto presidente di Israele, e il fratello maggiore, lo scienziato Aharon Katzir dell’Istituto Weizmann, ucciso nell’attacco terroristico all’aeroporto di Lod del 1972. “Nell’operazione fu coinvolta anche una serie di assistenti che poi divennero docenti nelle università israeliane,” dice Morris. 

L’operazione ricordava il piano degli “Avengers” [vendicatori], guidato da Abba Kovner, per avvelenare fonti di acqua e cibo in Germania dopo la Seconda Guerra Mondiale e provocare stragi. I fratelli Katzir furono coinvolti anche in questa operazione e fornirono il veleno a Kovner, ma alla fine anche lui lo gettò in mare prima di essere arrestato dai britannici. Morris e Kedar credono che l’obiettivo dell’operazione delle IDF non fosse causare un massacro ma piuttosto di ostacolare i movimenti degli arabi. Concludendo, l’operazione non cambiò il corso della guerra. Secondo vari rapporti parecchie decine di arabi si ammalarono, specialmente ad Acri. L’operazione attirò feroci critiche all’interno del sistema, sia nelle IDF che fra i leader del Yishuv [la comunità dei coloni ebrei residenti in Palestina prima della nascita dello stato di Israele, N.d.T.], in parte perché violava il Protocollo di Ginevra del 1925 che vietava “l’uso della guerra batteriologica.” 

(traduzione dall’inglese di Mirella Alessio)