Sale la tensione in Cisgiordania a causa di una campagna di arresti lanciata dalle forze di occupazione israeliane

Redazione di Palestine Chronicle

28 marzo 2023 – Palestine Chronicle

Middle East Monitor ha riferito che lunedì notte hanno avuto luogo scontri tra le forze di occupazione israeliane e i palestinesi mentre le truppe effettuavano alcuni arresti in Cisgiordania e a Gerusalemme occupate.

Scontri hanno avuto luogo anche a Jenin, dove le forze israeliane hanno arrestato palestinesi accusati di prendere parte ad azioni di resistenza popolare contro le forze di occupazione e i coloni ebrei illegali.

Le incursioni sono state concentrate nei governatorati di Hebron (Al-Khalil), Nablus, Jenin e Betlemme. Sono state fatte irruzioni in decine di case e beni personali sono stati confiscati. Alcuni abitanti sono stati interrogati per molte ore.

Due dei palestinesi arrestati erano gli ex-prigionieri Ammar Jawabreh e Wael Al-Badawi. Le loro case nel campo di Al-Aroub a nord di Hebron sono state prese d’assalto dalle forze di occupazione israeliane.

Le truppe israeliane hanno anche arrestato Ismail Al-Hawamdeh di Al-Samou’, a sud di Hebron, dopo aver fatto incursione nella sua casa e confiscato i suoi beni.

Quando le forze di occupazione hanno preso d’assalto un’altra casa ad Al-Aroub, hanno arrestato un giovane mentre altri hanno tirato pietre ai veicoli blindati usati dalle truppe.

Scontri sono scoppiati anche tra un gruppo di palestinesi e le forze di occupazione al posto di controllo di Salem, ad ovest di Jenin. Non è stata riferita la presenza di vittime.

Nel governatorato di Gerusalemme, le forze di occupazione hanno fatto un’incursione nella casa di famiglia del ragazzo palestinese Muhammad Al-Zaliani nel campo di Shuafat. Esse hanno preso le misure della casa in previsione di una successiva demolizione.

Secondo le autorità israeliane, il ragazzo ha provato ad effettuare un accoltellamento al posto di controllo di Shuafat alcuni mesi fa.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)




Rapporto OCHA del periodo 28 febbraio – 13 marzo 2023

1). A Gerico, Jenin e Nablus, durante quattro operazioni con scontri a fuoco con palestinesi, le forze israeliane hanno ucciso 14 palestinesi, tra cui un minore, e ne hanno feriti altri 55; 30 con munizioni vere (seguono dettagli).

Il 1° marzo, le forze israeliane hanno condotto un’operazione di ricerca- arresto nel Campo profughi di Aqbat Jaber (Gerico) ed hanno arrestato 4 palestinesi sospettati di aver ucciso un israeliano durante una aggressione con arma da fuoco verificatasi il 27 febbraio, nella stessa zona. Durante la stessa operazione di ricerca-arresto c’è stato uno scontro a fuoco tra forze israeliane e palestinesi; un palestinese è stato colpito con proiettili veri mentre cercava di fuggire; è stato quindi arrestato, ma è morto successivamente per le ferite. Nello stesso contesto, un altro palestinese è stato colpito con proiettili veri e altri 25 hanno avuto bisogno di cure mediche per inalazione di lacrimogeni. Dopo l’attacco, le forze israeliane hanno rimosso i checkpoints che avevano allestito attorno alla città di Gerico. Il 7 marzo le forze israeliane hanno fatto irruzione nel Campo profughi di Jenin, dove hanno sparato uccidendo 6 palestinesi e ferendone altri 26. Uno dei feriti, un ragazzo di 14 anni, è morto il 9 marzo, a seguito delle ferite subite. Secondo l’esercito israeliano una delle vittime era sospettato di aver sparato e ucciso due israeliani, il 26 febbraio, a Huwwara. Il 9 marzo, le forze israeliane sotto copertura hanno fatto irruzione nel villaggio di Jabaa (Jenin) per arrestare dei palestinesi sospettati di essere responsabili di aggressioni, con armi da fuoco, contro israeliani, proprio in quella zona. All’ingresso del villaggio, le forze israeliane hanno ucciso 3 palestinesi a bordo di un veicolo, affermando che gli stessi avevano aperto il fuoco contro di loro. Un altro palestinese è stato arrestato. Il 12 marzo, vicino al villaggio di Sarra (Nablus), le forze israeliane hanno sparato, uccidendo altri 3 palestinesi, anch’essi a bordo di un veicolo; secondo l’esercito israeliano, avevano aperto il fuoco contro una postazione dell’esercito. Un quarto uomo, presente nel veicolo, si è consegnato. La Brigata dei Martiri di Al Aqsa ha rivendicato come propri affiliati gli uomini uccisi; i loro corpi sono stati trattenuti dalle autorità israeliane. Durante l’episodio, le forze israeliane hanno ferito, con armi da fuoco, altri 3 palestinesi che si stavano recando al lavoro.

2). A Qalqilya due minori sono stati uccisi dalle forze israeliane (seguono dettagli). Il 2 marzo, nel villaggio di Azzun, le forze israeliane hanno sparato alla schiena a un ragazzo palestinese di 15 anni uccidendolo e ferendo altri 2 minori con proiettili veri. Secondo l’esercito israeliano, i soldati hanno sparato a persone sospettate di aver lanciato contro di loro bottiglie incendiarie. Il 10 marzo, all’ingresso della città di Qalqiliya, le forze israeliane hanno ucciso, con armi da fuoco, un palestinese di 16 anni. Le forze israeliane hanno sparato proiettili veri e candelotti lacrimogeni contro palestinesi che lanciavano pietre ed esplosivi.

Ad oggi, in Cisgiordania, nel 2023 sono stati uccisi dalle forze israeliane, quindici minori palestinesi rispetto ai 2 uccisi, nello stesso arco di tempo, nel 2022.

3). A Qalqilya, all’interno di un nuovo avamposto di insediamento colonico, un colono israeliano ha ucciso, con armi da fuoco, un palestinese (seguono dettagli).

Il 10 marzo, un colono israeliano ha ucciso, con arma da fuoco, un palestinese che era entrato in un avamposto di insediamento a est di Qalqilya. Secondo l’esercito israeliano, l’uomo portava coltelli e ordigni esplosivi. Il suo corpo è stato trattenuto dalle autorità israeliane. Questo porta a 4 il numero di palestinesi uccisi da coloni israeliani in Cisgiordania dall’inizio dell’anno; compresi tre che sono stati uccisi mentre attaccavano, o presumibilmente tentavano di attaccare, israeliani.

4). In Israele, un palestinese della Cisgiordania ha ferito con armi da fuoco, 3 israeliani (seguono dettagli). Il 9 marzo, in un’area centrale di Israele, un uomo di Ni’lin (Ramallah) ha ferito, con armi da fuoco, 3 israeliani; è stato successivamente colpito e ucciso da un agente di polizia fuori servizio. Dopo la sparatoria, le forze israeliane hanno fatto irruzione nel villaggio di Ni’lin (Ramallah), dove hanno arrestato il padre e il fratello dell’aggressore palestinese e hanno fatto un sopralluogo nella casa di famigli; secondo quanto riferito, in preparazione della sua demolizione punitiva. Durante il raid, le forze israeliane hanno sparato proiettili veri, proiettili di gomma e lacrimogeni contro palestinesi che lanciavano pietre e bottiglie incendiarie; 3 palestinesi sono rimasti feriti, due dei quali colpiti da proiettili veri.

5). In Cisgiordania, complessivamente, sono stati feriti dalle forze israeliane 271 palestinesi, di cui almeno 24 minori; dei 271, 39 sono stati colpiti da proiettili veri (seguono dettagli). Oltre ai 55 palestinesi feriti durante le tre suddette operazioni condotte a Gerico, altri 19 sono stati feriti nei Campi profughi di Jenin e Nablus, durante quattro operazioni di ricerca-arresto e altre operazioni condotte dalle forze israeliane in diverse località. Cinque episodi si sono verificati in conseguenza dell’ingresso di coloni, accompagnati da forze israeliane, nelle Comunità palestinesi di Qaryut, Huwwara e Burin (tutte in Nablus) e Ebron. Le forze israeliane hanno ferito 84 palestinesi; la maggior parte ha dovuto essere curata per inalazione di gas lacrimogeni.

Altri 85 palestinesi sono rimasti feriti nei pressi di Beit Dajan (Nablus) e Kafr Qaddum (Qalqilya) durante le manifestazioni contro le restrizioni degli accessi e l’espansione degli insediamenti. Ad Azzun (Qalqiliya), Beit Ummar e nel Campo profughi Al ‘Arrub (entrambi in Hebron), le forze israeliane hanno ferito, con proiettili veri e lacrimogeni, 28 palestinesi che lanciavano pietre contro soldati israeliani in servizio presso torrette militari di osservazione.Inoltre, all’ingresso di Azzun (Qalqilya), un soldato israeliano è stato ferito da lanci di pietre da parte di palestinesi. Complessivamente 204 palestinesi hanno dovuto essere curati per inalazione di gas lacrimogeni, 39 sono stati colpiti da proiettili veri, 17 colpiti da proiettili di gomma, 9 feriti da lacrimogeni o granate assordanti.

6). In Cisgiordania coloni israeliani hanno ferito 11 palestinesi, compresi 2 minori, e persone note come coloni, o ritenute tali, hanno danneggiato proprietà palestinesi in 24 casi. Inoltre, in cinque episodi in cui erano coinvolti coloni, 84 palestinesi sono stati feriti dalle forze israeliane; 11 sono stati feriti direttamente da coloni (seguono dettagli). Il 3 marzo, vicino a Khirbet Zantua (Hebron), coloni hanno aggredito e ferito 2 pastori palestinesi che pascolavano il proprio bestiame. Il 6 marzo, un bambino palestinese di due anni, una donna e altre 3 persone, tutti membri della stessa famiglia, sono stati feriti da coloni israeliani che erano entrati a Huwwara lanciando pietre contro case e veicoli palestinesi. Nel corso di tale episodio almeno quattro veicoli e due negozi hanno subito danni dal lancio di pietre e dagli spari dei coloni. Le forze israeliane sono intervenute sparando lacrimogeni contro i palestinesi, ferendone 25. Il 7 e 8 marzo, nella città di Hebron, in due episodi separati, coloni hanno attaccato palestinesi lanciando pietre e bottiglie vuote a Tal Rumeida e Wadi Al Hussein, area H2 di Hebron. Un bambino di 8 anni e un altro palestinese sono rimasti feriti, oltre ai danni a case e veicoli. L’8 marzo, ad Al Aqsa Mosque/Monte del tempio nella Città Vecchia di Gerusalemme, un colono israeliano ha spruzzato un palestinese con liquido al peperoncino, ferendolo. L’8 marzo, a An Nassariya (Nablus), un palestinese è rimasto ferito dal lancio di pietre contro la sua auto ad opera di coloni. In sei episodi accaduti nei pressi di A l Mughayyir and Deir Nidham (entrambi in Ramallah), Jit (Qalqiliya), Rujeib (Nablus), e Yasuf (Salfit), a detta delle Comunità, sono stati vandalizzati circa 240 ulivi su terreni palestinesi prossimi alle colonie israeliane; anche in località nelle quali i palestinesi accedono con una preventiva autorizzazione dei militari israeliani. Inoltre, in 18 episodi registrati vicino a Qalqiliya, Nablus, Hebron e Bethlehem, sono state danneggiate proprietà palestinesi e sono stati feriti capi di bestiame; i danni riguardano 12 veicoli, strutture agricole, due cisterne d’acqua e muri in pietra.

7). Palestinesi hanno ferito 4 coloni israeliani ed hanno danneggiato almeno 14 veicoli israeliani in dodici episodi in cui, secondo fonti israeliane, persone palestinesi, o ritenute tali, hanno lanciato pietre contro veicoli israeliani che viaggiavano sulle strade della Cisgiordania.

8). A Gerusalemme Est e Area C della Cisgiordania, le autorità israeliane hanno demolito, confiscato o costretto a demolire 35 strutture, incluse 13 strutture abitative, perché prive dei permessi di costruzione rilasciati da Israele e quasi impossibili da ottenere. Otto delle strutture erano state donate da progetti di assistenza umanitaria. Il risultato: 74 palestinesi, di cui 32 minori, sono stati sfollati, altri 170 sono stati danneggiati /privati dei mezzi di sussistenza. Ventisette strutture si trovavano nell’Area C , incluse sette (tutte donazioni) demolite in un unico episodio registrato a Mantiqat Shib al Butum a sud di Hebron, con conseguente sfollamento di 4 famiglie, composte da 26 persone, di cui 8 minori. Si tratta della terza demolizione nello stesso luogo da febbraio 2022. Altre otto strutture sono state demolite a Gerusalemme est, incluse due strutture demolite dai proprietari per evitare il pagamento delle multe alle autorità israeliane.

Nel solo mese di febbraio 2023, a Gerusalemme est, c’è stato il numero più alto di demolizioni dall’aprile 2019. Sono state demolite 36 strutture, a fronte di una media mensile di 11 nel 2022.

9). Quattro famiglie palestinesi hanno lasciato il loro luogo di residenza, a causa della costruzione nelle vicinanze di un nuovo avamposto di insediamento israeliano e di un possibile conseguente trasferimento forzato (seguono dettagli).

IL 26 febbraio, a causa di un nuovo insediamento di coloni nelle vicinanze, quattro famiglie palestinesi hanno preso i loro averi e le loro tende ed hanno lasciato Wadi e la Comunità Seeq in Area C (Ramallah), spostandosi in una località tra Sinjil and Jaljiliya, in Area B di Ramallah. Le quattro famiglie sono composte da 27 persone, di cui 16 minori. Mentre negli anni precedenti queste persone si spostavano per motivi stagionali, hanno riferito che l’attuale trasferimento, avvenuto in un momento inusuale, è dovuto all’insediamento colonico e che non hanno intenzione di ritornare.

10). Nella Striscia di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale israeliana o al largo della costa, in almeno 39 occasioni, le forze israeliane hanno aperto il “fuoco di avvertimento” contro palestinesi, presumibilmente per far rispettare le restrizioni all’accesso; 4 pescatori sono rimasti feriti e un peschereccio è stato danneggiato.

In un altro episodio, un anziano palestinese di Gaza è stato arrestato dalle forze israeliane al valico di Erez, mentre accompagnava un parente che aveva un appuntamento sanitario fuori Gaza. In un altro caso, un minore palestinese è stato arrestato dalle forze israeliane mentre cercava di entrare in Israele attraverso la recinzione perimetrale. Inoltre, in almeno otto occasioni, bulldozer militari israeliani hanno spianato un terreno all’interno di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale di Khan Younis.

11). L’8 marzo a Gaza gruppi palestinesi armati hanno lanciato un razzo contro Israele. Il razzo è caduto in area aperta senza causare feriti o danni.

Questo rapporto riflette le informazioni disponibili al momento della pubblicazione. I dati più aggiornati e ulteriori analisi sono disponibili su ochaopt.org/data.

Ultimi sviluppi (al di fuori del periodo di riferimento)

Questa sezione si basa su informazioni iniziali provenienti da diverse fonti. Ulteriori dettagli confermati saranno forniti nel prossimo rapporto.

• Il 16 marzo, le forze israeliane sotto copertura sono entrate a Jenin, dove hanno sparato, uccidendo quattro palestinesi, tra cui un minore, e ferendone almeno altri 23.

• Il 18 marzo, al checkpoint di Beit El/DCO all’ingresso nord di Al Bireh (Ramallah), un palestinese è stato colpito e ucciso dalle forze israeliane.

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nota 1:

I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians

L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano l’edizione inglese dei Rapporti.

nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]

sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti

a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.

nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.

o

Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it




Rapporto OCHA del periodo 14 – 27 febbraio 2023

1). In Cisgiordania sono continuati gli episodi di violenza quotidiana che hanno coinvolto palestinesi, coloni israeliani e forze israeliane: 16 palestinesi, di cui tre minori, e tre israeliani sono stati uccisi; 1.089 palestinesi e cinque israeliani sono rimasti feriti.

Dal 1° gennaio al 27 febbraio 2023, nei Territori palestinesi occupati e in Israele sono stati uccisi 63 palestinesi e tredici israeliani, oltre a un cittadino straniero e un soldato israeliano; 2.001 palestinesi e almeno 25 israeliani sono rimasti feriti.

2). Nella città vecchia di Nablus, in un’operazione che ha comportato uno scontro a fuoco con palestinesi, forze israeliane hanno ucciso dieci palestinesi e ferito altri 453, di cui 103 con proiettili veri. Un altro palestinese è morto a causa dell’esposizione a gas lacrimogeni che hanno aggravato la sua condizione medica preesistente. Secondo il Ministero della salute questo è il numero più alto di persone uccise in una singola operazione in Cisgiordania da quando, nel 2005, l’OCHA (ONU) iniziò a registrare i dati (seguono dettagli).

Il 22 febbraio, forze israeliane hanno fatto irruzione nella Città Vecchia di Nablus, dove hanno circondato un edificio ed hanno avuto uno scontro a fuoco con palestinesi. Secondo l’esercito israeliano, l’operazione aveva lo scopo di arrestare palestinesi sospettati di pianificare attacchi contro israeliani. Durante l’operazione, le forze israeliane hanno distrutto un edificio, all’interno del quale due palestinesi, che si erano rifiutati di arrendersi, sono stati uccisi. Inoltre, durante la stessa operazione, altri quattro palestinesi sono stati colpiti e uccisi in scontri a fuoco con forze israeliane. L’operazione ha innescato ulteriori scontri tra residenti palestinesi e forze israeliane, durante i quali le forze israeliane hanno sparato proiettili veri, proiettili di gomma e lacrimogeni contro i palestinesi che hanno lanciato contro di loro pietre e bottiglie incendiarie. Di conseguenza, quattro palestinesi, tra cui un ragazzo di 16 anni, sono stati colpiti e uccisi con proiettili veri sparati dalle forze israeliane; altri 453 sono rimasti feriti, di cui 103 da proiettili veri. Secondo i media israeliani, due soldati israeliani sono rimasti feriti. Secondo fonti mediche, le forze israeliane hanno impedito alle ambulanze di accedere all’area. Dopo l’operazione, palestinesi di tutta la Cisgiordania e della Striscia di Gaza hanno tenuto manifestazioni, durante le quali sette palestinesi sono rimasti feriti. Il 24 febbraio, un palestinese è morto per le ferite riportate il giorno prima; le forze israeliane gli avevano sparato con proiettili veri durante una di tali manifestazioni, svolta all’interno del Campo profughi di Al ‘Arrub (Hebron), in cui i palestinesi avevano lanciato pietre contro le forze israeliane.

3). Durante il periodo in esame altri quattro palestinesi, tra cui due minori, sono stati uccisi da forze israeliane o sono morti per le ferite riportate in precedenza (seguono dettagli).

Il 14 febbraio, forze israeliane hanno fatto irruzione nel Campo profughi di El Far’a a Tubas, e nel corso di uno scontro a fuoco con palestinesi, hanno ucciso un ragazzo di 17 anni che, secondo l’esercito israeliano, aveva sparato contro di loro; accusa contestata da un testimone oculare e da Organizzazioni per i diritti umani.

Durante lo stesso episodio, un ragazzo di 13 anni è stato morso e ferito da un cane delle forze armate israeliane.

Lo stesso giorno, un palestinese è morto per le ferite riportate il 1° gennaio 2021; in quelle circostanze, accadute nella Comunità Ar Rakeez di Masafer Yatta (Hebron), mentre cercava di impedire la confisca di un generatore elettrico, un soldato israeliano gli aveva sparato al collo .

Il 20 febbraio, un tredicenne palestinese è deceduto per le ferite riportate l’8 febbraio 2023; durante scontri tra palestinesi ed esercito israeliano che scortavano coloni israeliani alla tomba di Giuseppe, nella città di Nablus, un soldato israeliano gli aveva sparato con proiettili veri.

Ad oggi, il numero totale di minori palestinesi uccisi da forze israeliane in Cisgiordania nel 2023 è di dodici (12), rispetto ai due uccisi nel 2022, in un arco di tempo equivalente.

Il 23 febbraio, un altro palestinese è deceduto per le ferite riportate il 12 febbraio durante un’operazione di ricerca-arresto che aveva provocato uno scontro a fuoco tra forze israeliane e palestinesi nel Campo profughi di Jenin.

4). A Nablus, due coloni israeliani e un palestinese sono stati uccisi lo stesso giorno, in due diversi episodi (seguono dettagli).

Il 26 febbraio, due fratelli israeliani dell’insediamento colonico di Har Barcha, mentre stavano percorrendo la strada 60 nella città di Huwwara (Nablus), sono stati uccisi da un uomo armato, ritenuto palestinese. Successivamente, per trovare l’autore, forze israeliane hanno lanciato una caccia all’uomo, imponendo restrizioni agli spostamenti in Città e nell’area circostante (vedi sotto). A seguito dell’attacco, coloni israeliani, secondo quanto riferito, provenienti dagli insediamenti colonici di Yitzhar, Bracha, Kfar Tappuah e altri avamposti di insediamenti adiacenti, hanno lanciato pietre ed hanno aggredito fisicamente abitanti della città di Huwwara e dei villaggi vicini; inoltre hanno appiccato il fuoco a proprietà palestinesi. Nel villaggio di Za’tara, un palestinese è stato colpito e ucciso vicino alla sua casa e un altro è rimasto ferito, entrambi con proiettili veri sparati da coloni israeliani o da forze israeliane. Altri nove palestinesi sono stati feriti da coloni israeliani, tra cui un minore e una donna, e sono stati causati ingenti danni alle proprietà palestinesi. Almeno 37 case abitate hanno subito danni, comprese alcune date alle fiamme da coloni israeliani, provocando lo sfollamento di otto famiglie palestinesi e di parte di altre cinque famiglie. Inoltre, almeno otto strutture commerciali, comprese sei officine di riparazione auto, sono state incendiate, insieme a 55 veicoli privati palestinesi e 1.200 veicoli rottamati. Inoltre, a Huwwara, coloni hanno attaccato un camion dei pompieri, impedendo loro di entrare in città; il veicolo è stato danneggiato e uno dei vigili del fuoco è rimasto ferito. Secondo le forze israeliane un soldato è rimasto ferito da coloni che lo hanno aggredito fisicamente e hanno tentato di investirlo.

5). Il 27 febbraio, in una sparatoria registrata vicino a Gerico, un israeliano, che detiene anche la cittadinanza statunitense, è stato ucciso da un uomo armato (ritenuto palestinese). Lo stesso uomo ha continuato a guidare, sparando contro altri due veicoli, ma non sono stati riportati feriti. Successivamente, forze israeliane hanno lanciato una caccia all’uomo per trovare l’autore, imponendo restrizioni agli spostamento nella città di Gerico (vedi sotto). Ciò porta a tredici, oltre a un cittadino straniero e un soldato, gli israeliani uccisi, dall’inizio dell’anno, in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est e Israele; nel 2022, nello stesso arco di tempo non erano state registrate uccisioni.

6). In Cisgiordania, durante il periodo in esame, 1.068 palestinesi, tra cui almeno 102 minori, sono stati feriti da forze israeliane, di cui 119 colpiti da proiettili veri (seguono dettagli).

Oltre ai 453 palestinesi feriti da forze israeliane, il 22 febbraio, nell’operazione nella Città Vecchia di Nablus, altri 39 feriti sono stati registrati durante dieci operazioni di ricerca-arresto e altre operazioni condotte da forze israeliane in tutta la Cisgiordania.

In altri quindici episodi, registrati a Betlemme, Hebron, Nablus e Tubas, 451 palestinesi sono stati feriti da forze israeliane, in seguito all’ingresso di coloni israeliani, accompagnati da forze israeliane, nelle stesse Comunità palestinesi; la maggior parte dei feriti è stata curata per inalazione di gas lacrimogeni. Il novanta per cento di questi feriti è stato registrato nella città di Huwwara, tra il 26 e il 27 febbraio, contestualmente all’attacco di coloni.

Altri 125 dei feriti totali sono stati registrati in varie manifestazioni, compresa quella che contestava la creazione di un avamposto israeliano presso la Comunità Wadi Seeq (Ramallah), e contro l’espansione degli insediamenti e le restrizioni di accesso legate agli insediamenti a Beit Dajan e Beita (entrambe a Nablus), e Kafr Qaddum (Qalqilya) e in altre manifestazioni contro l’operazione Nablus che hanno provocato la morte di undici palestinesi.

Complessivamente, 866 palestinesi sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeni, 120 sono stati colpiti da proiettili veri, 19 sono stati feriti da proiettili di gomma, 55 da schegge, cinque sono stati aggrediti fisicamente, due sono stati colpiti da granate sonore e uno è stato colpito da candelotti lacrimogeni.

7). In Cisgiordania, altri otto palestinesi, tra cui due minori, sono stati feriti da coloni israeliani; persone conosciute come coloni, o ritenute tali, hanno danneggiato proprietà palestinesi in altri 39 casi. Oltre ai palestinesi feriti da forze israeliane e da coloni nei già citati episodi collegati a coloni (seguono dettagli).

Tra il 14 e il 25 febbraio, coloni israeliani hanno ferito cinque palestinesi, tra cui un minore. Due dei feriti sono stati provocati da proiettili veri sparati da coloni.

In altri 24 episodi registrati a Ramallah, Betlemme, Hebron, Gerusalemme e Nablus, secondo testimoni oculari e fonti delle Comunità locali, più di 300 alberi sono stati vandalizzati su terre palestinesi, comprese le terre prossime agli insediamenti israeliani e agli avamposti degli insediamenti israeliani di nuova costituzione; sono state forate le gomme di venticinque auto di proprietà palestinese; coloni israeliani hanno scritto sui muri di tre case, hanno dato fuoco alle coltivazioni in un terreno agricolo, hanno rubato attrezzature agricole e danneggiato serbatoi d’acqua.

Inoltre, tra il 26 e il 27 febbraio, in seguito alla uccisione di due coloni (di cui sopra), in Cisgiordania sono stati segnalati altri 18 episodi di violenza: coloni israeliani hanno ferito tre palestinesi, tra cui una donna, hanno lanciato pietre, hanno vandalizzando 17 veicoli palestinesi ed hanno forato le gomme di altri sette o dato fuoco a proprietà palestinesi vicino a Tubas, Hebron, Ramallah, Salfit e Nablus.

8). Vicino a Nablus, una donna israeliana è rimasta ferita e il suo veicolo ha subito danni, secondo quanto riferito, ad opera di palestinesi che hanno sparato al suo veicolo. In altri cinque casi, due coloni israeliani sono rimasti feriti e sono stati causati danni ad almeno cinque veicoli israeliani da persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali, che hanno lanciato pietre contro veicoli israeliani che viaggiavano sulle strade della Cisgiordania.

9). A Gerusalemme Est e nell’Area C della Cisgiordania, adducendo la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, che sono quasi impossibili da ottenere, le autorità israeliane hanno demolito, confiscato o costretto le persone a demolire 66 strutture comprese 18 strutture residenziali Ventidue (22) delle strutture erano state fornite da donatori come assistenza umanitaria. Di conseguenza, 60 palestinesi, tra cui 29 minori, sono stati sfollati e sono stati colpiti i mezzi di sussistenza di oltre 200 altri (seguono dettagli).

Quarantanove (49) delle strutture si trovavano in Area C, di cui sedici (tutte finanziate da donatori) demolite in un unico episodio registrato nella Comunità di Lifjim a Nablus; tre famiglie, comprendenti 17 persone, tra cui dieci minori, sono state sfollate. Altre 17 strutture sono state demolite a Gerusalemme Est, di cui otto demolite dai proprietari, per evitare il pagamento di multe alle autorità israeliane. Il mese di febbraio 2023 ha registrato il maggior numero di strutture demolite a Gerusalemme est, dall’aprile 2019, in un solo mese; con un totale di 36 strutture demolite, a fronte di una media mensile di undici demolizioni nel 2022.

10). Il 16 febbraio, nell’Area C della città di Hebron, per motivi punitivi, le autorità israeliane hanno demolito con esplosivi l’appartamento al quarto piano di un edificio residenziale a più piani, sfollando una famiglia composta da quattro persone, tra cui tre minori. L’appartamento apparteneva alla famiglia dell’uomo che sparò e uccise un colono israeliano il 29 ottobre 2022 a Hebron. Dall’inizio del 2023, per motivi punitivi, sono state demolite sei case e una struttura agricola, rispetto alle undici case e tre strutture demolite in tutto il 2022; erano state tre in tutto il 2021 e sette nel 2020. Le demolizioni punitive sono una forma di punizione collettiva e in quanto tali sono illegali ai sensi del diritto internazionale in quanto prendono di mira le famiglie di un autore, o presunto autore.

11). In diverse località della Cisgiordania, forze israeliane hanno limitato gli spostamenti dei palestinesi, interrompendo l’accesso di migliaia di persone a mezzi di sussistenza e servizi (seguono dettagli).

Il 26 febbraio, in seguito alla uccisione di due coloni israeliani (di cui sopra), l’esercito israeliano ha imposto la chiusura della città di Huwwara (Nablus) e ha chiuso i checkpoints nelle vicinanze; ha inoltre ostruito l’ingresso del villaggio di Beita (Nablus) con blocchi di cemento, ostacolando il movimento di più di 19.000 palestinesi.

Il 27 febbraio, in seguito all’uccisione di un israeliano, avvenuta lo stesso giorno, vicino a Gerico, l’esercito israeliano ha dispiegato posti di blocco volanti davanti a tutte le entrate/uscite della città di Gerico, inclusi blocchi di cemento, ostacolando il movimento di almeno 50.000 palestinesi.

In due episodi separati, registrati il 17 e il 24 febbraio, forze israeliane hanno limitato il movimento di oltre 10.000 palestinesi, chiudendo i cancelli stradali all’ingresso dei villaggi di Azzun (Qalqilya) e An Nabi Salih (Ramallah), rispettivamente per quattro e tre ore.

12). Nella Striscia di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale israeliana o al largo della costa, in almeno 33 occasioni, forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento, presumibilmente per far rispettare le restrizioni di accesso; quattro pescatori sono stati arrestati e un peschereccio è stato sequestrato; non sono stati riportati feriti o danni. In un altro caso, quattro minori palestinesi sono stati arrestati da forze israeliane mentre cercavano di entrare in Israele attraverso la recinzione perimetrale. Inoltre, il 26 febbraio, si sono svolte manifestazioni lungo la recinzione perimetrale di Israele con Gaza, contro l’operazione di Nablus che ha provocato la morte di undici palestinesi (vedi sopra). I palestinesi hanno bruciato pneumatici e lanciato pietre e altri oggetti contro la recinzione e le forze israeliane, posizionate dall’altra parte della recinzione, hanno sparato proiettili veri, proiettili di gomma e lacrimogeni, ferendo quattro palestinesi, tra cui un minore.

13). Sempre nella Striscia di Gaza, il 23 febbraio, gruppi armati palestinesi hanno lanciato sei razzi e altri proiettili verso il sud di Israele; cinque razzi sono stati intercettati dal sistema israeliano Iron Dome e uno è caduto in un’area aperta in Israele. Secondo quanto riferito, forze israeliane hanno lanciato attacchi aerei contro siti militari appartenenti a gruppi armati della Striscia di Gaza. Non sono stati segnalati feriti.

Questo rapporto riflette le informazioni disponibili al momento della pubblicazione. I dati più aggiornati e ulteriori analisi sono disponibili su ochaopt.org/data.

Ultimi sviluppi (al di fuori del periodo di riferimento)

Questa sezione si basa su informazioni iniziali provenienti da diverse fonti. Ulteriori dettagli confermati saranno forniti nel prossimo rapporto.

Il 1° marzo, un palestinese è deceduto per le ferite da arma da fuoco riportate il giorno precedente, quando, durante un’operazione di ricerca-arresto nel Campo profughi di Aqbat Jaber (Gerico), era stato colpito dalle forze israeliane, nel contesto di uno scontro a fuoco con palestinesi.

Il 2 marzo, le forze israeliane hanno condotto un’operazione di ricerca-arresto nel villaggio di Azzun (Qalqilya), dove hanno colpito, con arma da fuoco, e ucciso un minore palestinese.

nota 1:

I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians

L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano (vedi di seguito) l’edizione inglese dei Rapporti.

nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]

sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti

a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.

nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.

Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it




Coloni ebrei aggrediscono un anziano contadino palestinese, i soldati israeliani lo arrestano

Redazione di Palestine Chronicle (WAFA, PC)

7 marzo 2023 – Palestine Chronicle

L’agenzia di notizie WAFA [agenzia di stampa dell’ANP, ndt.] ha riferito che martedì un anziano agricoltore palestinese è stato arrestato dalle forze israeliane dopo essere stato aggredito da coloni ebrei illegali mentre stava lavorando la sua terra nella Cisgiordania settentrionale

Ghassan Daghlas, un attivista locale, ha detto a WAFA che i coloni ebrei provenienti dalla colonia illegale di Yitzhar hanno attaccato un anziano agricoltore mentre stava lavorando la sua terra nella parte orientale della città di Urif, vicino a Nablus.

L’uomo è stato successivamente arrestato dai soldati dell’occupazione israeliana che sono intervenuti a proteggere i coloni.

Daghlas ha affermato che gli abitanti della città sono corsi ad aiutare l’agricoltore e hanno respinto i coloni che hanno attaccato le case palestinesi, ma sono stati affrontati da soldati israeliani che gli hanno tirato contro gas lacrimogeni.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)




Rapporto OCHA del periodo 31 gennaio – 13 febbraio 2023

1). Forze israeliane hanno ucciso sei palestinesi e ne hanno ferito undici con proiettili veri in due operazioni (una condotta a Gerico e un’altra a Nablus) che hanno dato luogo a uno scontro a fuoco con palestinesi (seguono dettagli). Il 6 febbraio, forze israeliane hanno fatto irruzione nel Campo profughi di Aqbat Jaber (Gerico), dove hanno circondato un edificio; ne è seguito uno scontro a fuoco con palestinesi. Secondo i media israeliani, almeno cinque palestinesi sono stati uccisi e i loro corpi sono stati trattenuti; altri quattro sono stati feriti e arrestati. Secondo fonti mediche, le forze israeliane hanno aperto il fuoco, danneggiando almeno due ambulanze ed impedendo loro di operare all’interno del Campo. Secondo l’esercito israeliano, citato dai media israeliani, l’operazione è stata effettuata per arrestare palestinesi sospettati di aver effettuato, il 28 gennaio, un attacco con armi da fuoco nei pressi di un insediamento israeliano, in seguito al quale le forze israeliane avevano limitato, per dieci giorni, il movimento dei palestinesi dentro e fuori la città di Gerico.

Nello stesso luogo, il 4 febbraio, durante un’altra operazione di ricerca-arresto, forze israeliane hanno distrutto due strutture, di cui una costituita da due unità abitative; inoltre è stata danneggiata una struttura adiacente ed è stato provocato lo sfollamento di sei persone, tra cui due minori. Durante la stessa operazione quattordici palestinesi sono rimasti feriti, di cui due colpiti da proiettili veri; altri tredici sono stati arrestati.

Il 13 febbraio, forze israeliane hanno fatto irruzione nella città di Nablus, dove hanno circondato un edificio, all’interno del quale hanno avuto uno scontro a fuoco con palestinesi. Due degli occupanti sono stati feriti e successivamente arrestati dalle forze israeliane. L’operazione è durata più di quattro ore, durante le quali le forze israeliane hanno sparato proiettili veri, proiettili di gomma e lacrimogeni contro palestinesi che si erano radunati, lanciando pietre contro di loro. Un passante palestinese è stato ucciso e altri 80 sono rimasti feriti, di cui cinque colpiti da proiettili veri; gli altri sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeni. Secondo fonti mediche, le forze israeliane hanno impedito alle ambulanze di accedere all’area e, per tre ore, hanno tenuto bloccati tre medici volontari.

2). A Nablus e Jenin forze israeliane hanno ucciso due minori palestinesi durante due operazioni di ricerca-arresto che hanno comportato uno scontro a fuoco con palestinesi (seguono dettagli). Il 6 febbraio, forze israeliane hanno fatto irruzione nella città di Nablus, dove hanno avuto uno scontro a fuoco con palestinesi; un ragazzo di 17 anni che, secondo l’esercito israeliano aveva sparato contro di loro, è rimasto ucciso; un’accusa contestata da testimoni oculari e da Organizzazioni per i diritti umani.

Il 12 febbraio, forze israeliane hanno condotto un’operazione di ricerca-arresto nella città di Jenin, dove hanno avuto uno scontro a fuoco con palestinesi, uccidendo un ragazzo palestinese di 14 anni; secondo l’Organizzazione per i diritti umani le circostanze dell’accaduto non sono ancora chiare. Durante lo stesso episodio altri due palestinesi sono stati feriti con proiettili veri e tre sono stati arrestati. Ad oggi, in Cisgiordania, sale a nove il numero totale di minori palestinesi uccisi nel 2023 da forze israeliane. Nel 2022, nello stesso periodo, risultavano pari a zero.

3). Un automobilista palestinese ha ucciso tre israeliani, tra cui due minori, e ne ha feriti altri quattro, investendoli con la propria auto (seguono dettagli). Il 10 febbraio, nell’insediamento israeliano di Ramot a Gerusalemme est, due israeliani, tra cui un bambino di sei anni, sono stati uccisi e altri cinque sono rimasti feriti da un palestinese che li ha investiti con la propria auto mentre si trovavano alla fermata dell’autobus. Uno dei feriti, un bambino di otto anni, è morto il giorno successivo per le ferite riportate. L’aggressore è stato successivamente ucciso dalla polizia israeliana.

Il 13 febbraio, nella città vecchia di Gerusalemme, secondo i media israeliani, un ragazzo palestinese di 14 anni ha accoltellato e ferito un ragazzo israeliano di 17 anni, dandosi quindi alla fuga.

4). Ai checkpoint israeliani, o nei loro pressi, forze israeliane hanno ucciso due palestinesi, ferendone altri due (seguono dettagli). Il 3 febbraio, al checkpoint di Huwwara (Nablus), forze israeliane hanno sparato, uccidendo un palestinese che, secondo le stesse forze, avrebbe tentato di aggredire un soldato israeliano.

Il 9 febbraio, forze israeliane hanno sparato, uccidendo un palestinese che, secondo le autorità israeliane, avrebbe cercato di accoltellare soldati israeliani in servizio presso un punto di osservazione militare prossimo al Campo profughi di Al Fuwwar (Hebron). In entrambe le circostanze non sono stati segnalati ferimenti di israeliani. Alla chiusura del presente rapporto, i corpi di entrambi i palestinesi risultavano ancora trattenuti dalle autorità israeliane.

5). A Gerusalemme est, presso un checkpoint israeliano, durante un tentativo di aggressione con coltello da parte di un palestinese, un agente di polizia israeliano è stato colpito per errore, e ucciso, da un altro membro delle forze israeliane (seguono dettagli). Il 13 febbraio, al checkpoint del Campo profughi di Shu’fat a Gerusalemme est, secondo quanto riferito, un ragazzo palestinese di 13 anni ha accoltellato un ufficiale di polizia di frontiera israeliano; dopodiché un altro membro delle forze israeliane ha cercato di sparare al ragazzo, ma ha colpito per errore l’ufficiale, che in seguito è morto per le ferite. Successivamente, le forze israeliane hanno arrestato il ragazzo.

6). A Salfit un colono israeliano ha sparato con munizioni vere, uccidendo un palestinese (seguono dettagli). L’11 febbraio, un gruppo di coloni israeliani, secondo quanto riferito, provenienti dall’insediamento di Yair Farm, è entrato nel villaggio di Qarawat Bani Hassan dove ha affrontato operai palestinesi al lavoro presso una costruzione. Secondo testimoni oculari, sia i coloni israeliani che i palestinesi hanno iniziato a lanciare pietre; uno dei coloni ha sparato da distanza ravvicinata, uccidendo un palestinese. Forze israeliane sono intervenute, sparando lacrimogeni e proiettili di gomma contro i palestinesi: non sono stati riportati feriti. Durante lo stesso episodio, secondo i media israeliani, un colono israeliano è stato ferito da una pietra lanciata da palestinesi.

7). In Israele, un anziano israeliano è morto per le ferite riportate durante una aggressione palestinese (seguono dettagli). Nel maggio 2022, due palestinesi aggredirono degli israeliani con asce, uccidendo tre persone e ferendone quattro. Uno dei quattro feriti è morto il 2 febbraio, portando a quattro il numero delle vittime di quell’aggressione.

8). In Cisgiordania, durante il periodo di riferimento, sono stati feriti dalle forze israeliane 373 palestinesi, tra cui almeno 58 minori, di cui 18 colpiti da proiettili veri (seguono dettagli). Dei feriti, 131 (35 %) si sono verificati durante manifestazioni contro l’espansione degli insediamenti e le restrizioni di accesso legate agli insediamenti vicino a Kafr Qaddum (Qalqilya), Beit Dajan e Beita (entrambe a Nablus). In altri quattro episodi, registrati a Qaryut e Asira al Qibliya (entrambi a Nablus), 33 palestinesi sono stati feriti da forze israeliane, in seguito all’ingresso di coloni israeliani, accompagnati da forze israeliane, all’interno delle stesse Comunità palestinesi. Altri 177 feriti si sono verificati durante operazioni di ricerca-arresto e altre operazioni condotte da forze israeliane. Inoltre, forze israeliane hanno ferito 30 palestinesi, durante una demolizione, nell’area di Jabal al Mukabbir a Gerusalemme est. Il 31 gennaio, i residenti palestinesi di Jabal al Mukabbir avevano dichiarato un giorno di sciopero per protestare contro l’attuale tendenza, da parte delle autorità israeliane, all’incremento delle demolizione di strutture in quell’area. Gli altri due feriti si sono verificati ai checkpoints. Complessivamente, 313 palestinesi sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeno, 18 sono stati colpiti da proiettili veri, 24 sono stati feriti con proiettili di gomma, sei sono stati aggrediti fisicamente, due sono stati spruzzati con liquido al peperoncino, cinque sono stati colpiti da granate assordanti e cinque sono stati colpiti da bombolette di gas.

9). Coloni israeliani hanno ferito, in quattro episodi, sei palestinesi tra cui almeno un minore, e persone conosciute come coloni, o ritenute tali, hanno danneggiato proprietà palestinesi in altri 16 casi; a questi sono da aggiungere il palestinese ucciso da un colono e i 33 palestinesi feriti da forze israeliane, episodi, relativi a coloni, riportati nei precedenti paragrafi (seguono dettagli). Il 2 e il 10 febbraio, a Huwwara e Jalud (Nablus), due palestinesi, tra cui un ragazzo di 14 anni, sono stati feriti da coloni israeliani che li hanno spruzzati con liquido al peperoncino.

Il 10 febbraio, a Qarawat Bani Hassan (Salfit), coloni israeliani hanno lanciato pietre contro palestinesi e il loro bestiame ferendo due palestinesi.

L’11 febbraio, coloni israeliani hanno lanciato pietre contro palestinesi che viaggiavano sulle strade prossime a Deir Sharaf (Nablus), ferendo un uomo e danneggiandone il veicolo.

In altre due circostanze, registrate a Marda e Yasuf (entrambi a Salfit), circa 50 alberi sono stati vandalizzati su terre palestinesi, comprese quelle vicine a insediamenti israeliani, in aree in cui l’accesso palestinese richiede l’approvazione dell’esercito israeliano (comunemente indicato come “previo coordinamento”).

In altre sette occasioni, persone conosciute come coloni, o ritenute tali, hanno lanciato pietre contro veicoli palestinesi, danneggiandone almeno 35. Altre proprietà palestinesi sono state danneggiate e il bestiame è stato ferito in dodici episodi registrati a Jenin, Ramallah, Salfit, Tubas, Hebron e Qalqiliya o nelle vicinanze; secondo testimoni oculari e fonti della Comunità locale, le proprietà includevano strutture residenziali e agricole, trattori, raccolti e una rete idrica.

10). Tre coloni israeliani sono rimasti feriti e sono stati segnalati danni ad almeno sei veicoli israeliani ad opera di persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali, che hanno lanciato pietre contro veicoli israeliani che viaggiavano sulle strade della Cisgiordania. In un caso, secondo fonti israeliane, palestinesi hanno dato fuoco a un’auto a Kafr Ein (Ramallah). In un episodio separato, un veicolo israeliano è stato danneggiato con colpi di arma da fuoco sulla strada 465 vicino a Ramallah, senza che siano stati riportati feriti.

11). A Gerusalemme Est e nell’Area C della Cisgiordania, adducendo la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele che sono quasi impossibili da ottenere, le autorità israeliane hanno demolito, confiscato o costretto persone a demolire 30 strutture, comprese nove case. Due delle strutture erano state fornite da donatori come assistenza umanitaria. Di conseguenza, 55 palestinesi, tra cui 31 minori, sono stati sfollati e i mezzi di sussistenza di oltre 100 altri ne sono stati colpiti. Diciassette (17) delle strutture si trovavano in Area C, comprese due strutture demolite nella Comunità beduina di Zatara al Kurshan (Betlemme) situate in aree che Israele ha designato come “zone di tiro”, chiuse perché destinate alle esercitazioni militari e dove le Comunità palestinesi sono a rischio di trasferimento forzato a causa di un ambiente coercitivo generato dalle politiche e dalle pratiche israeliane. Le restanti tredici strutture sono state demolite a Gerusalemme Est, di cui quattro demolite dai proprietari, per evitare il pagamento di multe alle autorità israeliane. Gennaio 2023 ha registrato il maggior numero di strutture demolite a Gerusalemme est, in un solo mese, dall’aprile 2019; con un totale di 32 strutture demolite, a fronte di una media mensile di undici demolizioni registrate nel 2022.

12). Forze israeliane hanno limitato il movimento dei palestinesi in diverse località della Cisgiordania, interrompendo l’accesso di migliaia di palestinesi ai mezzi di sussistenza e ai servizi (seguono dettagli). Tra il 28 gennaio e il 6 febbraio, l’esercito israeliano ha dispiegato posti di blocco volanti a tutte le entrate/uscite della città di Gerico, inclusi blocchi di cemento, ostacolando il movimento di almeno 50.000 palestinesi per dieci giorni; ciò in risposta a un attacco palestinese contro un insediamento israeliano a sud di Gerico, dove non erano stati segnalati feriti. Il 6 febbraio, l’esercito israeliano ha limitato il movimento di oltre 7.000 palestinesi collocando cumuli di terra in una strada secondaria della città di Huwwara (Nablus), secondo quanto riferito, in risposta al lancio di pietre palestinesi contro veicoli di coloni israeliani. Lo stesso giorno, l’esercito israeliano ha chiuso il cancello di una strada agricola nel villaggio di Immatin (Qalqilya), ostacolando il movimento di almeno 50 agricoltori verso i loro terreni.

13). Nella Striscia di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale israeliana o al largo della costa, in almeno 34 occasioni, forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento, presumibilmente per far rispettare le restrizioni all’accesso; due pescatori sono stati arrestati e un peschereccio è stato sequestrato; non sono stati riportati feriti o danni. Separatamente, due palestinesi sono stati arrestati da forze israeliane mentre cercavano di entrare in Israele attraverso la recinzione perimetrale.

14). In tre occasioni, gruppi armati palestinesi hanno lanciato razzi e altri proiettili contro Israele. I lanci palestinesi sono stati registrati l’1, l’11 e il 13 febbraio. I razzi sono stati intercettati o sono caduti in aree aperte a Gaza e in Israele; una israeliana è rimasta ferita mentre correva verso un rifugio. Il 2 e il 13 febbraio, forze israeliane hanno effettuato attacchi aerei nella Striscia di Gaza, contro siti militari appartenenti a gruppi armati. Non sono stati segnalati feriti.

Questo rapporto riflette le informazioni disponibili al momento della pubblicazione. I dati più aggiornati e ulteriori analisi sono disponibili su ochaopt.org/data

Questa sezione si basa su informazioni iniziali provenienti da diverse fonti. Nel prossimo rapporto saranno forniti ulteriori dettagli accertati.

Il 14 febbraio, un palestinese è deceduto per le ferite riportate nel gennaio 2021, quando un soldato israeliano gli sparò al collo nella Comunità Ar Rakeez di Masafer Yatta (Hebron), mentre cercava di impedire la confisca di un generatore elettrico.

Il 14 febbraio, un minore palestinese è stato ucciso da forze israeliane in un’operazione di ricerca- arresto condotta nel Campo profughi di Al Far’a (Tubas) e dove è stato segnalato uno scontro a fuoco con palestinesi.

Note a piè di pagina

1. Vengono conteggiati separatamente i palestinesi uccisi o feriti da persone che non fanno parte delle forze israeliane, ad esempio da civili israeliani o colpiti da razzi palestinesi che ricadono su territori palestinesi; così come quelli la cui causa immediata di morte o l’identità dell’autore rimangono controverse, poco chiare o sconosciute.

2. In queste rilevazioni, le vittime israeliane includono persone che sono state ferite mentre correvano ai rifugi durante gli attacchi missilistici palestinesi. I cittadini stranieri uccisi in attacchi palestinesi e le persone la cui causa immediata di morte o l’identità dell’autore rimangono controverse, poco chiare o sconosciute, vengono conteggiate separatamente. Durante questo periodo di riferimento, un membro delle forze israeliane che è stato ucciso in un attacco palestinese viene conteggiato separatamente poiché la causa della sua morte rimane poco chiara al momento della stesura.

nota 1:

I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians

L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano (vedi di seguito) l’edizione inglese dei Rapporti.

nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]

sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti

a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.

nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.

Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it




Israele colpisce a morte un diciassettenne palestinese durante un’incursione

Redazione di MEMO

14 febbraio 2023 – Middle East Monitor

Le forze di occupazione israeliane hanno colpito a morte un ragazzo palestinese diciassettenne durante un’incursione nel campo profughi di Al-Faraa, nella citta di Tubas della Cisgiordania occupata.

Secondo l’agenzia di notizie Wafa, Mahmoud Majed Al-Aydi è stato colpito alla testa ed è stato portato in condizioni critiche in ospedale, dove è morto per le ferite ricevute.

Un numero elevato di forze israeliane di occupazione all’alba ha fatto una incursione nel campo profughi di Al-Faraa ed ha attaccato molti abitanti con proiettili e lacrimogeni, scatenando le proteste degli abitanti.

L’occupazione israeliana ha affermato che i soldati hanno sparato al ragazzo che si stava avvicinando a loro con un ordigno esplosivo mentre stavano facendo un arresto. Tuttavia non ci sono prove di quanto affermano.

Almeno cinque palestinesi sono stati feriti dopo essere stati colpiti da proiettili veri durante l’incursione e una persona è stata arrestata.

Mahmoud è il quarantottesimo palestinese ucciso dallo Stato di Israele dall’inizio dell’anno. La sua morte avviene due giorni dopo che il quattordicenne Qusai Radwan Waked è stato colpito a morte da un cecchino israeliano mentre giocava sul tetto della sua casa a Jenin.

Nei mesi scorsi c’è stato un incremento del numero delle incursioni israeliane in tutta la Cisgiordania occupata, insieme alle azioni violente dei coloni illegali che a volte hanno attaccato anche le forze israeliane.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)




Tre palestinesi uccisi in 3 giorni durante l’escalation militare israeliana

Mariam Barghouti

13 Febbraio 2023 – Mondoweiss

Le forze israeliane e i coloni israeliani hanno ucciso 3 palestinesi in tre giorni poco dopo che Itamar Ben Gvir aveva chiesto una “Operazione Scudo difensivo 2″*  in risposta all’attacco ai coloni israeliani. *[operazione militare condotta in Cisgiordania nel 2002 ndt]

I coloni israeliani e l’esercito israeliano hanno ucciso tre palestinesi in tre giorni di seguito. Ciò avviene poco dopo che il Ministro della Sicurezza Nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, ha chiesto di invadere la Cisgiordania in risposta all’uccisione di coloni israeliani, una “Operazione Scudo difensivo 2”.

Sabato 11 febbraio, Mithqal Rayyan, 27 anni, è stato ucciso da un colono israeliano a Qarawa Bani Husan, vicino a Salfit; domenica 12 febbraio le forze israeliane hanno invaso il campo profughi di Jenin e ucciso il quattordicenne Qusai Radwan e lunedì 13 febbraio le forze israeliane hanno fatto irruzione a Nablus in un’operazione militare contro i combattenti della resistenza palestinese durante la quale Ameer Bustami, 21 anni, è stato colpito e ucciso dall’esercito.

Nel fine settimana: l’uccisione di un padre e di un adolescente

Due palestinesi sono stati uccisi durante il fine settimana: sabato 11 febbraio il 27enne Mithqal Rayyan a Qarawat Bani Husan vicino a Salfit e domenica 12 febbraio il quattordicenne Qusai Radwan nel campo profughi di Jenin.

Sabato pomeriggio Mithqal Rayyan è stato ucciso da un colono israeliano con una pallottola alla testa durante un attacco di coloni contro contadini palestinesi e i loro campi.

Rayyan era padre di tre figli. Suo figlio maggiore ha solo 4 anni e ha una figlia di 2 anni e un neonato di meno di un mese.

Durante il suo funerale la madre di Rayyan è stata vista tenergli la testa e baciarlo in lacrime.

Ha detto alla Maan News Agency: “È partito la mattina senza salutare sua moglie e i suoi figli solo per tornare da loro come martire”.

Il giorno successivo, 12 febbraio, l’adolescente Qusai Radwan è stato ucciso durante un’incursione israeliana a Jenin – un evento quasi quotidiano – che aveva lo scopo di arrestare il fratello del detenuto politico palestinese Zakaria Zubeidi, uno dei sei palestinesi che sono fuggiti dalla prigione di Gilboa nel settembre 2021.

Gibril Zubeidi ed altri due sono stati arrestati durante il raid. Nel maggio dello scorso anno, Daoud Zubeidi, il fratello maggiore di Zakaria e Gibril, è stato arrestato dalle forze israeliane pochi giorni dopo l’uccisione di Shireen Abu Akleh, e sarebbe poi morto per le ferite riportate durante il suo arresto.

Qusai Radwan è stato sepolto nel suo villaggio natale di Arqah più tardi domenica sera.

A Nablus continuano gli scontri

Dopo la mezzanotte di lunedì, intorno all’una di notte, le forze speciali israeliane sotto copertura hanno attaccato Nablus vicino al campo profughi di Al-Ain.

Entro la prima mezz’ora dell’incursione le forze israeliane sono riuscite a circondare e ad assediare un edificio vicino alla Città Vecchia che si credeva ospitasse un combattente della resistenza. I combattenti della resistenza circondati si sono rifiutati di consegnarsi, ne è seguito un lungo scontro a fuoco che è durato quasi quattro ore.

Due palestinesi sono stati infine arrestati, Osama Al-Tawil e Abed Al-Kamel Jury, con l’accusa di essere sospettati di aver effettuato nell’ottobre dello scorso anno una sparatoria nei pressi dell’insediamento illegale di Shavei Shomron durante la quale un ufficiale israeliano che stava proteggendo una marcia di coloni è stato ucciso.

Durante l’assalto notturno a Nablus sette persone sono state ferite con proiettili veri, ma le forze israeliane hanno negato l’accesso al personale medico per raggiungere i feriti. Secondo la Mezzaluna Rossa palestinese anche tre medici volontari sono stati trattenuti per diverse ore in un edificio ed è stato loro impedito di fornire cure di emergenza. Secondo la Mezzaluna Rossa nella Città Vecchia a un ferito con proiettili veri alla coscia è stato impedito di raggiungere l’ospedale.

“I soldati della Fossa dei Leoni sono attualmente impegnati nella battaglia per la dignità”, ha affermato lunedì un comunicato stampa rilasciato dal gruppo di resistenza armata la Fossa dei Leoni. “Una battaglia per gli stessi valori di Al-Azizi, Al-Nabulsi e Al-Wadee”, riferendosi ai combattenti caduti che erano figure di spicco del gruppo di resistenza armata. La dichiarazione prosegue invitando i palestinesi ad affrontare le incursioni israeliane.

Vicino all’ingresso occidentale della città le forze israeliane hanno circondato un edificio e lo hanno attaccato con una serie di esplosivi, come mostrano filmati condivisi con Mondoweiss da abitanti e giornalisti locali.

Alle 2:30 del mattino le moschee della città hanno dato l’allarme avvertendo dell’incursione con suoni acuti, mentre nel centro della città sono seguiti scontri armati. In concomitanza con la Fossa dei leoni, anche le Brigate Quds-Battaglione Nablus, un gruppo di resistenza armata affiliato alla Jihad islamica palestinese (PIJ), si sono unite agli scontri.

Il Battaglione Nablus delle Brigate Al-Quds, secondo una dichiarazione sul suo account Telegram, ha riferito che il suo gruppo si è unito agli scontri contro le forze di invasione israeliane e ha sparato ordigni esplosivi da diverse posizioni.

L’assalto è stato così brutale che testimoni oculari lo hanno definito un “vero campo di battaglia”. Riprese video e reportage di giornalisti locali mostrano continue e consecutive sparatorie con munizioni vere. Queste si sono ulteriormente intensificate quando un veicolo dell’esercito si è fermato vicino a una scuola a Nablus, mentre i combattenti della resistenza hanno continuato a sparare contro l’esercito mentre si ritirava intorno alle 4:00 del mattino.

Alle 4:25, la Mezzaluna Rossa ha riferito che Ameer Bustami è stato dichiarato morto dopo diversi tentativi di rianimazione da parte dei medici dell’ospedale Rafidia vicino a Nablus.

Secondo locali fonti di notizie di Jenin, durante l’incursione di domenica al campo profughi di Jenin per arrestare Gibril Zubeid i combattenti della resistenza palestinese hanno impiegato un drone volante per monitorare il movimento dei veicoli militari israeliani che invadevano il campo. Questo è considerato un nuovo sviluppo della resistenza palestinese che, fino allo scorso anno, si era limitata a lanciare pietre e bombe molotov contro le forze israeliane d’invasione.

Con l’uccisione di Bustami, il numero di palestinesi uccisi in Cisgiordania è salito a 48 in meno di due mesi dall’inizio del nuovo anno, compresi dieci minori.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)




L’esercito israeliano uccide 5 palestinesi durante l’incursione nel campo profughi di Aqbat Jabr

MARIAM BARGHOUTI

6 FEBBRAIO 2023 – MONDOWEISS

Dopo un assedio di dieci giorni imposto a Gerico e dintorni l’esercito israeliano ha assaltato il campo profughi di Aqbat Jabr e ha ucciso 5 palestinesi

Lunedì mattina, 6 febbraio, le forze israeliane hanno condotto un’incursione mortale nel campo profughi di Aqbat Jabr, situato a sud-ovest di Gerico, nella Valle del Giordano. Aqabat Jabr è il più grande campo profughi della Cisgiordania.

Il raid arriva più di una settimana dopo che un palestinese avrebbe aperto il fuoco in un ristorante vicino alla colonia illegale di Almog il 28 gennaio. Nessuno è rimasto ferito nella sparatoria e lo sparatore è fuggito. Le forze israeliane hanno successivamente lanciato una caccia all’uomo di una settimana che ha comportato la chiusura dell’area di Gerico e che è culminata con l’incursione di questa mattina.

I palestinesi descrivono l’incursione come una “missione omicida” che prende di mira i combattenti della resistenza ricercati nell’area.

L’esercito israeliano ha inizialmente riferito che almeno quattro palestinesi sono stati uccisi e uno gravemente ferito, anche se i media palestinesi e israeliani sostengono che il bilancio delle vittime sia più alto alcuni parlano dell’uccisione di sette persone.

I cinque palestinesi uccisi sono stati identificati dal Ministero della Salute palestinese (MOH) come Ra’fat Wael Oweidat, 21 anni, Ibrahim Wael Oweidat, 27, Malek Ouni Lafi, 22, Adham Majdi Oweidat, 22, e Thaer Oweidat, 28.

Inoltre i media israeliani hanno riferito che l’esercito ha trattenuto i corpi di tutti i palestinesi uccisi.

Il ministero della Salute palestinese deve ancora confermare ufficialmente il numero totale delle vittime. Prima di mezzogiorno ora locale ha rilasciato una dichiarazione secondo cui “non ci sono informazioni ufficiali sullo stato di salute dei cittadini arrestati dalle forze di occupazione durante l’attacco alla città”.

Secondo la Mezzaluna Rossa palestinese almeno tre palestinesi sono stati feriti con proiettili veri durante l’incursione. Nel campo sono stati arrestati altri otto palestinesi.

L’incursione su Aqbat Jabr

L’incursione di lunedì mattina avviene più di una settimana dopo una presunta sparatoria in un ristorante vicino ad Almog. Secondo fonti militari israeliane e l’agenzia di notizie Aqsa, affiliata ad Hamas, i combattenti che hanno effettuato la sparatoria erano membri delle Brigate Izz al-Din al-Qassam, l’ala militare di Hamas.

Sabato, appena due giorni prima dell’incursione mortale di lunedì, l’esercito ha condotto un’operazione simile nello stesso campo profughi con il pretesto di cercare i colpevoli della sparatoria, ma l’esercito israeliano ha annunciato di non essere stato in grado di arrestare i combattenti della resistenza responsabili.

L’incursione odierna è avvenuta all’alba, quando, secondo gli abitanti del campo, le forze israeliane hanno circondato una casa.secondo i rapporti militari israeliani che sono stati confermati da fonti di notizie palestinesi locali e dagli abitanti del campo.

Secondo i rapporti militari israeliani confermati da fonti di notizie palestinesi locali e dagli abitanti del posto l’invasione è durata almeno quattro ore

Secondo il corrispondente dell’esercito israeliano Itay Blumenthal l’esercito ha preso di mira e ucciso i due combattenti della resistenza armata presumibilmente responsabili della sparatoria all’incrocio della colonia di Almog e ne ha ucciso altri tre durante gli scontri.

Secondo i giornalisti e il personale medico sul posto è stato negato l’accesso al campo ai giornalisti e al personale medico.

Poche ore dopo l’incursione un testimone oculare ha detto: “Questa è una politica sistematica della macchina da guerra israeliana per prevenire la denuncia dei crimini quotidiani commessi contro i palestinesi”.

Aggiunge: “Questo mira a spezzare il popolo palestinese, siamo presi di mira nelle nostre case, nelle nostre fattorie e non si fa nulla. Ci sono crimini di guerra organizzati che vengono compiuti per allontanarci dalle nostre case” e chiede: “fino a quando la comunità internazionale rimarrà in silenzio e non sarà in grado di fermare questi crimini?”

Un assedio di dieci giorni

A seguito dell’incursione nel campo di sabato 4 febbraio, che ha visto scontri sia armati che disarmati da parte degli abitanti del campo, l’esercito israeliano ha rilasciato una dichiarazione in cui rilevava la sua incapacità di catturare i responsabili della sparatoria.

Dal 4 febbraio tutti i punti di entrata e di uscita intorno a Gerico sono stati bloccati dai militari, mentre l’esercito ha eretto diversi posti di blocco volanti nell’area circostante perquisendo le auto e trattenendo i palestinesi in viaggio da e per Gerico.

Secondo la Palestine Prisoners Society nell’arco di dieci giorni più di 23 palestinesi sono stati arrestati ad Aqbat Jabr , compresi almeno due minori. Altri 13 palestinesi sono stati arrestati durante incursioni militari in Cisgiordania, in particolare nei distretti di Nablus e Ramallah.

La scorsa settimana l’esercito israeliano ha anche chiesto di rafforzare la sua presenza in Cisgiordania dispiegando nuovi battaglioni in varie aree.

I palestinesi entrano in sciopero generale

In seguito alle uccisioni nel campo profughi i palestinesi di Gerico hanno risposto bruciando pneumatici e protestando contro le forze israeliane intorno ai punti di ingresso della città.

Vari gruppi politici palestinesi hanno chiesto di rispondere con ulteriori reazioni agli assalti israeliani e agli attacchi contro i palestinesi in Cisgiordania e Gerusalemme. A Gerico, Ramallah, Salfit, Hebron e Nablus i palestinesi hanno dichiarato uno sciopero generale, chiudendo i negozi per tutto il giorno. Gruppi di queste località hanno anche chiesto ad altri paesi e città di osservare lo sciopero.

I consigli studenteschi di Birzeit, Gerusalemme e Hebron hanno chiesto un “giorno della rabbia” pubblico e il confronto con l’esercito israeliano ai posti di blocco militari.

La resistenza armata palestinese ha continuato a diffondersi in Cisgiordania e a Gerusalemme. Mentre la resistenza armata era inizialmente concentrata nel campo profughi di Jenin e Nablus, si è poi diffusa fino alla nascita di piccoli gruppi armati in aree come Ramallah, Tubas, Salfit, Tulkarem, Hebron e Gerico.

Il 26 gennaio le forze israeliane hanno invaso il campo profughi di Jenin e ucciso dieci palestinesi in quello che è diventato noto come il massacro del giovedì nero. Da allora sono state segnalate diverse sparatorie in vari punti del territorio occupato.

Dall’inizio dell’anno, le forze israeliane e i coloni armati hanno ucciso 41 palestinesi. Nelle prime cinque settimane del 2023 sono stati uccisi più palestinesi che in tutti i primi quattro mesi dello scorso anno, segnalando una probabile escalation della violenza nella regione.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)




Rapporto OCHA del periodo 10 – 30 Gennaio 2023

Questo rapporto copre eccezionalmente tre settimane.

1). In Cisgiordania, compresa Gerusalemme est, durante il periodo di riferimento, sono stati uccisi 31 palestinesi, 6 israeliani e un cittadino straniero; sono rimasti feriti 441 palestinesi e nove israeliani, compreso un membro delle forze israeliane.

2). Durante una operazione condotta da forze israeliane nel Campo profughi di Jenin sono stati uccisi dieci palestinesi, tra cui due minori e una donna, e altri 26 sono rimasti feriti: tutti colpiti con proiettili veri. Questo è il numero più alto di palestinesi uccisi in una singola operazione da quando, nel 2005, l’OCHA iniziò a registrare in Cisgiordania il numero di vittime. Lo stesso giorno, un undicesimo palestinese è stato ucciso da forze israeliane nella città di Ar Ram (Gerusalemme), nel corso di una protesta contro l’operazione condotta a Jenin (seguono dettagli). Il 26 gennaio, forze israeliane hanno fatto irruzione nel Campo. Secondo l’esercito israeliano, citato dai media israeliani, l’operazione era finalizzata all’arresto di palestinesi sospettati di pianificare attacchi contro israeliani. Durante l’operazione le forze israeliane hanno circondato un edificio; ne è nato uno scambio a fuoco con palestinesi, tre dei quali sono stati uccisi e un altro è stato arrestato; tutti e quattro sono stati rivendicati dalla Jihad islamica come affiliati. Altri tre palestinesi sono stati uccisi in scontri a fuoco con forze israeliane: costoro sono stati rivendicati come affiliati sia dalla Brigata dei martiri di Al-Aqsa che dalla Jihad islamica. Inoltre, tre palestinesi, tra cui due minori (16 e 17 anni) e una donna palestinese di 61 anni, sono stati colpiti e uccisi con proiettili veri da forze israeliane, benché, secondo quanto riferito, non costituissero alcuna minaccia immediata. Durante l’operazione di cui sopra, le forze israeliane hanno sparato gas lacrimogeni nelle vicinanze dell’ospedale di Jenin, colpendo l’unità pediatrica e rendendo necessaria l’evacuazione dei pazienti, compresi i minori. Quando le forze israeliane hanno sparato con missili a spalla contro l’edificio residenziale dove sono stati uccisi i tre palestinesi, sono stati distrutti diversi appartamenti, provocando lo sfollamento di tre persone. Durante l’operazione nessun soldato israeliano ha riportato ferite. Un palestinese, rivendicato come affiliato dalla Brigata dei martiri di Al-Aqsa, è deceduto il 29 gennaio per le ferite da arma da fuoco riportate il 26 gennaio nel Campo profughi di Jenin. Dopo l’operazione, in tutta la Cisgiordania, i palestinesi hanno tenuto manifestazioni; nel corso di alcune di esse i partecipanti hanno lanciato pietre e mortaretti contro le forze israeliane che, a loro volta, hanno sparato lacrimogeni, proiettili di gomma e proiettili veri. Un palestinese è stato ucciso vicino alla città di Ar Ram (Gerusalemme) durante una protesta contro l’operazione di Jenin e almeno altri 147 sono rimasti feriti (vedi sotto).

3). In un insediamento israeliano a Gerusalemme est, un palestinese ha sparato, uccidendo sei israeliani, tra cui un minore, e un cittadino straniero (per un totale di sette vittime); cinque israeliani sono rimasti feriti in questo e in un altro attacco palestinese, sempre in Gerusalemme est (seguono dettagli). Il 27 gennaio, un palestinese ha sparato, uccidendo sei israeliani, tra cui un ragazzo di 14 anni, e un cittadino straniero; ne ha quindi feriti altri tre nell’insediamento israeliano di Neve Ya’acov a Gerusalemme est. L’aggressore è stato successivamente colpito e ucciso dalla polizia israeliana. Dal 2008 questo è l’attacco più mortale condotto da palestinesi contro israeliani.

Il 28 gennaio, a Silwan, Gerusalemme est, un palestinese di 13 anni ha sparato, ferendo due israeliani, prima di essere colpito e ferito. Sono state segnalate altre due sparatoria: una vicino ad Almog, un insediamento israeliano a sud di Gerico, e un secondo contro un autobus israeliano sulla strada 60 vicino all’insediamento di Karmei Tsur, a nord di Hebron. Non sono stati segnalati feriti, solo danni al bus. Sulle strade della Cisgiordania, in ulteriori tre episodi separati, almeno tre veicoli israeliani sono stati danneggiati da pietre o bottiglie incendiarie lanciate da persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali.

4). In Cisgiordania, forze israeliane hanno ucciso sette palestinesi, tra cui un ragazzo; altri due palestinesi sono morti per le ferite riportate durante operazioni di ricerca-arresto e altre operazioni condotte da forze israeliane (seguono dettagli). L’11 gennaio, nel Campo profughi di Balata (Nablus), durante uno scontro a fuoco seguito a un’incursione sotto copertura di un’unità dell’esercito israeliano, forze israeliane hanno sparato con proiettili veri, ferendo un palestinese che in seguito è morto per le ferite riportate.

Il 12 gennaio, nel Campo profughi di Qalandiya (Gerusalemme), durante un’operazione di ricerca-arresto, un palestinese è stato ucciso da forze israeliane mentre cercava di impedire loro di arrestare il figlio.

Il 16 gennaio, forze israeliane hanno fatto irruzione nel Campo profughi di Ad Duheisha (Betlemme), innescando scontri con palestinesi che hanno lanciato pietre e bottiglie molotov, mentre le forze israeliane hanno sparato proiettili veri e lacrimogeni: un ragazzo palestinese di 14 anni è rimasto ucciso, colpito da proiettili veri.

Il 19 gennaio, forze israeliane hanno effettuato una operazione nel Campo profughi di Jenin, dove hanno avuto uno scontro a fuoco con palestinesi; due palestinesi sono stati uccisi, tra cui un insegnante che stava cercando di aiutare uno dei palestinesi feriti durante l’operazione. Durante la stessa operazione, secondo quanto riferito, un soldato israeliano è stato ferito da un ordigno esplosivo lanciato da un palestinese e tre palestinesi sono stati arrestati.

Il 12 gennaio, forze israeliane hanno fatto irruzione nella città di Qabatiya (Jenin), dove hanno avuto uno scontro a fuoco con palestinesi, due dei quali sono stati colpiti e uccisi.

Inoltre, il 14 e il 25 gennaio, un palestinese è morto per le ferite riportate il 2 gennaio ad opera delle forze israeliane a Kafr Dan (Jenin); un altro è stato ucciso nel Campo profughi di Shu’fat (Gerusalemme), colpito da proiettili veri sparati da forze israeliane durante scontri tra manifestanti e forze israeliane; entrambi sono rimasti uccisi durante demolizioni punitive di case di due palestinesi che avevano ucciso soldati israeliani prima di essere uccisi a loro volta.

5). In episodi separati, alcuni dei quali avvenuti ai checkpoints militari israeliani prossimi a Ramallah, Qalqilya e Hebron, forze israeliane hanno ucciso altri sette palestinesi, compreso un minore (seguono dettagli). Il 14 gennaio, nei pressi di Al Fandaqumiya (Jenin), forze israeliane hanno inseguito due palestinesi, colpendoli ed uccidendoli nel loro veicolo; secondo l’esercito israeliano, avevano aperto il fuoco contro soldati nei presi di Jaba’ (Jenin).

Il 15 gennaio, a un checkpoint volante disposto all’ingresso di Silwad (Ramallah), forze israeliane hanno sparato, uccidendo un palestinese; secondo testimoni oculari, è stato colpito da una distanza ravvicinata, dopo essere sceso dall’auto per controllare il figlio, che era stato spruzzato da forze israeliane con spray al peperoncino. Secondo i media israeliani, le forze israeliane hanno inizialmente affermato che l’uomo aveva lanciato pietre o aveva cercato di sottrarre l’arma ad un soldato; tuttavia, successivamente hanno ammesso che l’uccisione potrebbe essere stata ingiustificata.

Il 17 gennaio, un palestinese ha aperto il fuoco contro soldati in servizio ad un checkpoint militare vicino all’ingresso di Halhul (Hebron); è stato colpito e ucciso. Secondo le forze israeliane, che ne hanno trattenuto il corpo, l’uomo era sospettato di aver sparato contro un autobus il 15 gennaio. Durante l’episodio, due passanti palestinesi sono stati colpiti e feriti con proiettili veri dalle forze israeliane.

In un altro episodio, accaduto il 30 gennaio al checkpoint militare di Al Salaymeh, nell’area H2 della città di Hebron, forze israeliane hanno sparato, uccidendo un palestinese che, secondo le forze israeliane, aveva cercato di fuggire dopo essere passato con l’auto sul piede di un soldato.

Altri due distinti episodi sono stati registrati nei pressi dell’insediamento israeliano di Kedumim a est di Qalqiliya. Nel primo, accaduto il 25 gennaio, forze israeliane hanno sparato, uccidendo un palestinese che, secondo le forze israeliane, aveva cercato di accoltellare soldati israeliani posizionati a un checkpoint. Nel secondo caso, accaduto il 29 gennaio, una guardia dell’insediamento israeliano ha sparato, uccidendo un palestinese che, secondo le forze israeliane, era stato avvistato vicino all’insediamento con una pistola. In nessuno dei cinque episodi sopra descritti è stato registrato alcun ferimento di israeliani.

Il 27 gennaio, un sedicenne palestinese è deceduto per ferite: il 25 gennaio era stato colpito da forze israeliane durante una manifestazione palestinese tenutasi nell’area di Silwan a Gerusalemme Est per protestare contro una demolizione punitiva avvenuta nel Campo profughi di Shu’fat (altri dettagli sotto).

6). Nei pressi degli avamposti di insediamenti di nuova costituzione a Hebron e Ramallah, coloni israeliani hanno sparato, uccidendo due palestinesi: il primo aveva accoltellato un colono israeliano; il secondo aveva tentato l’accoltellamento (seguono dettagli). L’11 gennaio, nei pressi di un nuovo avamposto colonico costruito su un terreno appartenente a palestinesi di As Samu’ (Hebron), un palestinese ha aggredito e ferito con un coltello un colono israeliano; a sua volta l’aggressore è stato colpito, con arma da fuoco, e ucciso da un altro colono.

Il 21 gennaio, nei pressi di un avamposto colonico di nuova costituzione vicino a Kafr Ni’ma (Ramallah), un altro palestinese è stato colpito e ucciso da un colono israeliano; come mostrato in un filmato pubblicato sui media israeliani, il palestinese aveva tentato un accoltellamento. I corpi di entrambi i palestinesi sono stati trattenuti dalle autorità israeliane.

7). In Cisgiordania, durante il periodo di riferimento, 422 palestinesi, tra cui almeno 49 minori, sono stati feriti da forze israeliane; 74 di loro (18%) sono stati colpiti da proiettili veri (seguono dettagli). Dei feriti, 249 (59 %) sono stati registrati in varie manifestazioni, comprese quelle contro l’espansione degli insediamenti e le restrizioni di accesso relative agli insediamenti vicino a Kafr Qaddum (Qalqilya), Beit Dajan, Beita e Jurish (tutte a Nablus) e altre manifestazioni contro l’operazione Jenin che ha comportato la morte di dieci palestinesi (vedi sopra).

In altri sette episodi separati, tutti registrati nel governatorato di Nablus, 95 palestinesi sono rimasti feriti in seguito all’ingresso di coloni israeliani nelle Comunità palestinesi, accompagnati dalle forze israeliane.

Altri 70 feriti si sono avuti in operazioni di ricerca-arresto e in altre operazioni condotte da forze israeliane; tre si sono verificati durante demolizioni (vedi sotto); altri cinque feriti sono stati registrati a Tulkarm, Jenin e Qalqilya, quando forze israeliane hanno sparato proiettili veri contro palestinesi che cercavano di attraversare varchi nella Barriera per raggiungere il loro posto di lavoro in Israele. Complessivamente, 288 palestinesi sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeni, 74 sono stati colpiti da proiettili veri, 45 sono stati feriti con proiettili di gomma, sei sono stati aggrediti fisicamente, uno è stato colpito da una granata assordante, quattro da lacrimogeni e quattro da schegge.

8). Coloni israeliani hanno ferito 18 palestinesi, tra cui almeno un minore, in nove episodi, e persone conosciute come coloni israeliani, o ritenute tali, hanno causato danni a proprietà palestinesi in altri 42 casi (oltre a quelli feriti da forze israeliane nel summenzionato episodio riferito a coloni / seguono dettagli). Il 27 gennaio, sulla strada 60 vicino all’ingresso di Beita (Nablus), cinque palestinesi sono stati colpiti e feriti con proiettili veri sparati da coloni israeliani che hanno aperto il fuoco su un gruppo di palestinesi.

L’11 e il 28 gennaio, su una strada principale, vicino a Huwwara e Qusra (entrambe a Nablus), coloni israeliani hanno preso a sassate un veicolo palestinese, ferendo tre palestinesi.

Il 13 gennaio, in prossimità della Comunità di Al Mu’arrajat East (Ramallah), coloni israeliani hanno attaccato con bastoni e manganelli escursionisti palestinesi, ferendo due donne.

Il 18 gennaio, nelle vicinanze della Comunità di Khirbet Bir Al Idd di Masafer Yatta (Hebron), coloni israeliani hanno ferito due pastori palestinesi ed hanno attaccato il loro bestiame.

Il 20 gennaio, nel villaggio di Jurish (Nablus), coloni avevano collocato delle roulottes per impossessarsi di terreni di proprietà palestinese; ne è seguito uno scontro, con reciproco lancio di pietre, tra coloni israeliani e palestinesi e due palestinesi e un colono sono rimasti feriti.

Il 28 gennaio, a Qusra, coloni israeliani hanno attaccato i residenti palestinesi con pietre: due palestinesi sono rimasti feriti e sono stati segnalati danni a due veicoli e a una casa.

Il 27 e il 29 gennaio, in altri due distinti episodi, coloni israeliani hanno attaccato palestinesi che viaggiavano sulle strade vicino a Salfit e Huwwara, aggredendoli fisicamente e spruzzandoli con gas al peperoncino, ferendo due uomini e provocando danni ai loro veicoli.

In altri diciassette episodi, più di 1.500 alberi sono stati vandalizzati su terreni palestinesi, alcuni dei quali vicino a insediamenti israeliani, comprese aree in cui l’accesso palestinese richiede l’approvazione dell’esercito israeliano (comunemente indicato come “previo coordinamento”).

In altre tredici occasioni, persone conosciute come coloni, o ritenute tali, hanno lanciato pietre contro veicoli palestinesi, danneggiandone almeno ventuno. Altre proprietà palestinesi sono state danneggiate in dodici episodi registrati nei pressi di Al Ganoub e A Seefer (entrambi a Hebron), Kisan (Betlemme), Ras ‘Ein al ‘Auja (Gerico) e Beit Sira, Al Mazra’a al Qibliya, Turmus’ayya (tutti a Ramallah); secondo testimoni oculari e fonti della Comunità locale, questi includevano strutture agricole, trattori, raccolti e bestiame.

9). A Gerusalemme Est e nell’Area C della Cisgiordania, adducendo la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, che sono quasi impossibili da ottenere, le autorità israeliane hanno demolito, confiscato o costretto la gente a demolire 88 strutture, comprese 21 abitazioni. Tre delle strutture erano state fornite da donatori come assistenza umanitaria. Di conseguenza, 99 palestinesi, tra cui 54 minori, sono stati sfollati e i mezzi di sussistenza di oltre 21.000 altri ne sono stati colpiti. Cinquantacinque delle strutture si trovavano in Area C, comprese cinque strutture demolite in base al Military Order 1797, che fornisce solo un preavviso di 96 ore e motivi molto limitati per impugnare legalmente una demolizione. Le restanti ventisei strutture sono state demolite a Gerusalemme est, di cui otto sono state distrutte dai loro proprietari, per evitare il pagamento di multe alle autorità israeliane. In Area B della Cisgiordania, le autorità israeliane hanno sigillato due pozzi d’acqua artigianali in costruzione, uno ad Habla e un altro a Kaqr Laqif (entrambi a Qalqiliya); entrambi i pozzi avrebbero fornito la principale fonte di acqua potabile e irrigazione per almeno 1.500 famiglie palestinesi in quattro Comunità.

10). Il 25 gennaio forze israeliane hanno fatto irruzione nel Campo profughi di Shu’fat, e il 28 gennaio a Ras al ‘Amud, entrambi a Gerusalemme est, dove hanno demolito o sigillato due edifici a più piani appartenenti a famiglie i cui membri avevano ucciso un soldato israeliano il 19 ottobre 2022, e sei israeliani e un cittadino straniero il 27 gennaio 2023. Di conseguenza, due famiglie, composte da 13 persone, tra cui cinque minori, sono state sfollate. Durante la demolizione nel Campo profughi di Shu’fat, i palestinesi hanno lanciato pietre contro le forze israeliane, che hanno sparato proiettili veri: un palestinese è stato ucciso (riportato sopra). Dall’inizio dell’anno, le autorità israeliane hanno demolito o sigillato, per motivi punitivi, quattro case e un’altra struttura, rispetto alle undici in tutto il 2022 e tre nel 2021. Queste includono tre strutture in Area B e due a Gerusalemme est. Queste demolizioni punitive sono una forma di punizione collettiva, proibita dal diritto internazionale e spesso innescano scontri tra le Comunità palestinesi e le forze israeliane, con conseguenti vittime.

11). Nel sud di Hebron una scuola finanziata da donatori è a rischio imminente di demolizione. Il 18 gennaio, l’Alta Corte di giustizia israeliana ha stabilito che il piano delle autorità israeliane di demolire la scuola può procedere a partire dal 28 gennaio. La scuola finanziata da donatori è frequentata da 47 minori della Comunità beduina palestinese di Khashm Al Karem, situata in un’area designata come “Zona a fuoco 917” nel sud di Hebron.

12). In Cisgiordania le chiusure continuano a interrompere l’accesso di migliaia di palestinesi a mezzi di sussistenza e servizi. A seguito di un attacco con armi da fuoco, accaduto il 28 gennaio nei pressi di Almog (un insediamento israeliano a sud di Gerico) dove non sono stati segnalati feriti o danni, forze israeliane hanno dispiegato checkpoints volanti davanti a tutti gli ingressi e le uscite della città di Gerico, e successivamente hanno chiuso tutti e cinque i punti di accesso da e per Jericho City per un giorno intero (28 gennaio). Da allora sono stati eretti cinque checkpoints, compreso l’utilizzo di blocchi di cemento, e gli ingressi principali della città sono presidiati da forze israeliane. Ai checkpoints sono state effettuate lunghe perquisizioni, soprattutto all’uscita dalla città di Gerico. Ciò ha limitato il movimento di circa 50.000 persone, costringendo i residenti a utilizzare strade sterrate alternative e lunghe deviazioni per accedere a cliniche, scuole e mercati. In altri due circostanze, il 23 e il 29 gennaio, nell’area H2 della città di Hebron, forze israeliane hanno chiuso l’As Salaymeh (Checkpoint 160) per diverse ore durante l’orario scolastico. Ciò ha limitato gli spostamenti di circa 1.200 residenti della zona ed ha pregiudicato l’accesso di circa 300 studenti alle undici scuole vicine. In una di queste occasioni, le forze israeliane hanno applicato limiti di età, consentendo di attraversare il checkpoint solo ai minori sotto i 13 anni. Il 15 gennaio, l’esercito israeliano ha bloccato, con cumuli di terra e blocchi di cemento, l’ingresso della Comunità di Khirbet ‘Atuf a Tubas, ostacolando il movimento di almeno 120 palestinesi; secondo quanto riferito in risposta al lancio di pietre palestinesi contro veicoli israeliani.

13). Nella Striscia di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale israeliana o al largo della costa, presumibilmente per far rispettare le restrizioni di accesso, in almeno 56 occasioni, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento; non sono stati segnalati feriti o danni. In una occasione, bulldozer militari israeliani hanno spianato terreni all’interno di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale a est di Khan Younis.

14). Sempre nella Striscia di Gaza, il 25 e 26 gennaio, gruppi armati palestinesi hanno lanciato una serie di razzi e proiettili verso il sud di Israele; i razzi sono stati intercettati o sono caduti in aree aperte a Gaza e in Israele. Forze israeliane hanno lanciato una serie di attacchi aerei contro siti militari appartenenti a gruppi armati della Striscia di Gaza. Non sono stati segnalati feriti da entrambe le parti, ma sono stati provocati danni ai siti presi di mira a Gaza.

Questo rapporto riflette le informazioni disponibili al momento della pubblicazione. I dati più aggiornati e ulteriori analisi sono disponibili su ochaopt.org/data.

nota 1:

I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians

L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano l’edizione inglese dei Rapporti.

nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]

sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti

a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.

nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.

Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it




Rapporto OCHA del periodo 20 dicembre 2022 – 9 gennaio 2023

Questo rapporto copre eccezionalmente tre settimane.

1). Il 21 dicembre, nella città di Nablus, vicino alla tomba di Giuseppe, forze israeliane hanno ucciso un palestinese di 23 anni (seguono dettagli). Le forze israeliane avevano fatto irruzione nella città per consentire a centinaia di coloni israeliani di entrare nel sito, ed avevano collocato postazioni di cecchini sui tetti. I palestinesi hanno protestato contro queste attività, anche lanciando pietre e bruciando pneumatici; sono stati segnalati anche scontri a fuoco. Un palestinese è stato colpito e ucciso e 35 sono rimasti feriti, di cui tre colpiti da proiettili veri sparati dalle forze israeliane; un’ambulanza è stata danneggiata durante un tentativo di evacuazione dei feriti e tre palestinesi sono stati arrestati. Ciò porta a sette il numero totale di palestinesi uccisi, nel 2022, da forze israeliane in accompagnamento di coloni israeliani al sito citato.

2). Forze israeliane hanno ucciso altri quattro palestinesi, tra cui tre minori, e ne hanno feriti altri dodici a Jenin, Betlemme e Nablus (seguono dettagli). Il 2 gennaio, forze israeliane hanno fatto irruzione nel villaggio di Kafr Dan (Jenin) ed hanno usato esplosivi per la “demolizione punitiva” delle case di due palestinesi che, il 14 settembre, uccisero un soldato israeliano al checkpoint militare di Al Jalama, a Jenin; nel susseguente scontro a fuoco i due uomini furono uccisi. Durante la suindicata operazione “punitiva” di Kafr Dan, durata più di 24 ore, le forze israeliane hanno sparato proiettili veri e lacrimogeni, mentre i palestinesi hanno sparato proiettili veri ed hanno lanciato pietre e bottiglie incendiarie. Due palestinesi, di 22 e 17 anni, sono stati colpiti e uccisi e altri dieci sono rimasti feriti, di cui sei con proiettili veri.

Il 3 e 5 gennaio, forze israeliane hanno condotto operazioni di ricerca-arresto nei Campi profughi di Ad Duheisha (Betlemme) e Balata (Nablus). Entrambe le operazioni si sono trasformate in scontri tra palestinesi e forze israeliane; a Balata, si è trattato di scontro a fuoco: due ragazzi di 15 e 16 anni sono rimasti uccisi. Altri due sono stati feriti da proiettili veri e tre persone sono state arrestate.

Durante il periodo in esame, le forze israeliane hanno effettuato 202 operazioni di ricerca-arresto ed hanno arrestato 315 palestinesi, tra cui almeno 30 minori.

3). In Cisgiordania, complessivamente, sono stati feriti dalle forze israeliane 394 palestinesi, tra cui almeno 40 minori. Dei feriti, 210 (55%) sono stati registrati in undici manifestazioni. Questi includevano 205 ferimenti riportati in manifestazioni contro l’espansione degli insediamenti e le restrizioni di accesso legate agli insediamenti vicino a Kafr Qaddum (Qalqilya), Beit Dajan (Nablus) e Umm ad Daraj a sud di Hebron. Cinque feriti sono stati segnalati in altre manifestazioni: di solidarietà con la famiglia di un prigioniero palestinese morto il 20 dicembre durante la custodia israeliana, e per chiedere alle autorità israeliane la restituzione dei corpi di palestinesi uccisi e trattenuti dalle forze israeliane. Altri trentaquattro feriti si sono avuti vicino alla tomba di Giuseppe (di cui sopra); 140 registrati in operazioni di ricerca-arresto e altre operazioni condotte dalle forze israeliane; dieci durante una demolizione punitiva a Kafr Dan (Jenin) (vedi anche sotto). Complessivamente, 318 palestinesi sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeni, 36 sono stati colpiti da proiettili veri, 21 sono stati feriti da proiettili di gomma, cinque sono stati aggrediti fisicamente, uno è stato colpito da una granata assordante, quattro da candelotti lacrimogeni e nove da schegge.

4). Coloni israeliani, in otto casi, hanno ferito venti palestinesi, tra cui cinque minori, e sette donne; e persone conosciute come coloni israeliani, o ritenute tali, hanno causato danni alle proprietà palestinese in altri 24 casi (seguono dettagli). Oltre ai 35 palestinesi feriti da forze israeliane nel suddetto episodio relativo a coloni accompagnati alla tomba di Giuseppe, 13 palestinesi, tra cui un bambino di 18 mesi e altri due minori, sono stati feriti direttamente da coloni israeliani in quattro episodi accaduti il 23, 28 e il 29 dicembre, su strade principali prossime alla città di Huwwara e al villaggio di Osarin (entrambi a Nablus): in questi casi, coloni hanno lanciato pietre contro veicoli palestinesi.

Il 20 dicembre, due minori sono stati aggrediti fisicamente e feriti quando coloni israeliani sono entrati in un parco pubblico nel villaggio di Al Mazra’a al Qabaliya (Ramallah) hanno aggredendo fisicamente i minori, anche con bastoni.

Il 25 dicembre, il 7 e il 9 gennaio, nella zona di Wadi al Joz di Gerusalemme Est e a Khallet al Louza (Betlemme), coloni israeliani hanno aggredito fisicamente palestinesi, anche con bastoni, ferendone quattro, tra cui due donne, e danneggiando almeno tre case e veicoli palestinesi.

In altri otto casi registrati vicino a Sinjil e Al Mughayir (entrambi a Ramallah), Jit, Kafr Thulth, Immatin, Azzun e Hajja (tutti a Qalqiliya) e Mantiqat Shi’b al Butum (Hebron), circa 400 ulivi sono stati vandalizzati su terreni palestinesi prossimi a insediamenti israeliani; comprese le aree in cui l’accesso da parte di palestinesi richiede l’approvazione dell’esercito israeliano (comunemente indicato come “previo coordinamento”).

In altre sette occasioni, persone conosciute come coloni israeliani, o ritenute tali, hanno lanciato pietre contro veicoli palestinesi, danneggiandone almeno dieci.

Altre proprietà palestinesi sono state danneggiate in dieci episodi accaduti a Nablus o nelle vicinanze, nell’area H2 di Hebron, a Tulkarm e Salfit; in questi casi, secondo testimoni oculari e fonti della Comunità locale, si trattava di strutture agricole, recinzioni in pietra e metallo, telecamere di sorveglianza e raccolti.

5). In cinque episodi, un colono israeliano e un paramedico israeliano sono rimasti feriti e sono stati danneggiati almeno cinque veicoli israeliani, ad opera di persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali; secondo fonti israeliane, avrebbero lanciato pietre contro veicoli israeliani che viaggiavano sulle strade della Cisgiordania. Gli episodi sono avvenuti sulle strade vicine a Betlemme, Ramallah e Gerusalemme.

6). A Gerusalemme Est e nell’Area C della Cisgiordania, le autorità israeliane hanno demolito, confiscato o costretto a demolire 66 strutture, comprese undici case, adducendo la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, che sono quasi impossibili da ottenere. Ventuno delle strutture erano state fornite da donatori come assistenza umanitaria. Di conseguenza, 53 palestinesi, tra cui 21 minori, sono stati sfollati e sono stati colpiti i mezzi di sussistenza di oltre 700 altri (seguono dettagli). Sessantuno delle strutture si trovavano in Area C, comprese tre strutture demolite in base a un “Ordine militare 1797” che concede solo un preavviso di 96 ore e motivi molto limitati per impugnare legalmente la demolizione. Le restanti cinque strutture sono state demolite a Gerusalemme est, di cui tre demolite dal proprietario, per evitare il pagamento di multe alle autorità israeliane. In un episodio separato, registrato il 27 dicembre, le autorità israeliane hanno confiscato due contenitori d’acqua e due trattori agricoli, di proprietà della Comunità di pastori di Hammamat al Maleh nella valle del Giordano (Tubas); i pastori raccoglievano l’acqua dalla sorgente di Ein al Hilweh. La sorgente, che è una delle principali fonti d’acqua per il consumo domestico e per il bestiame della zona, si trova su un terreno designato come “zona di fuoco” per le esercitazioni militari israeliane e dove l’accesso palestinese è vietato dalle autorità israeliane. Hammamat al Maleh è una delle Comunità più vulnerabili della Cisgiordania, con accesso limitato all’istruzione e ai servizi sanitari, nonché alle infrastrutture idriche, igienico-sanitarie ed elettriche.

7). Il 2 gennaio 2023, forze israeliane hanno fatto irruzione nel villaggio di Kafr Dan (Jenin), in Area B, ed hanno demolito per ragioni “punitive” due case a più piani e una struttura agricola appartenenti a famiglie i cui membri uccisero un soldato israeliano nel settembre 2022. Le case vicine sono state danneggiate. Le famiglie sfollate comprendono 17 persone, tra cui due minori. Durante l’operazione sono stati uccisi due palestinesi (vedi sopra). Nel 2022, sono state demolite per “motivi punitivi” undici case e altre tre strutture; erano state tre nel 2021. Le demolizioni punitive sono una forma di punizione collettiva, in quanto prendono di mira le famiglie di un aggressore, o presunto aggressore, e come tali sono illegali ai sensi del diritto internazionale.

8). Forze israeliane hanno bloccato gli ingressi principali di tre villaggi, interrompendo l’accesso di migliaia di palestinesi a mezzi di sussistenza e ai servizi (seguono dettagli). Il 23 e 24 dicembre e l’8 gennaio, l’esercito israeliano ha limitato il movimento di oltre 15.000 palestinesi chiudendo i cancelli stradali agli ingressi di Azzun (Qalqiliya), Madama (Nablus) e Tuqu’ (Betlemme). La prima sede è rimasta chiusa per alcune ore mentre le ultime due risultava ancora chiuse al termine del presente bollettino. Secondo quanto riferito, tutte le chiusure sono state attuate in risposta al lancio di pietre da parte di palestinesi contro veicoli di coloni israeliani.

9). Nella Striscia di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale israeliana o al largo della costa, in almeno 50 occasioni, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento, presumibilmente per far rispettare le restrizioni all’accesso; una casa ha subito lievi danni, ma non sono stati registrati feriti. In due occasioni, a est di Gaza City e a est di Khan Younis, bulldozer militari israeliani hanno spianato terreni all’interno di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale. In un caso, forze israeliane hanno arrestato un palestinese di Gaza mentre usciva dal valico di Erez. Il 3 gennaio, secondo quanto riferito, un razzo è stato lanciato dalla Striscia di Gaza, ricadendo all’interno della Striscia, vicino alla recinzione perimetrale, senza causare feriti o danni.

Questo rapporto riflette le informazioni disponibili al momento della pubblicazione. I dati più aggiornati e ulteriori analisi sono disponibili su ochaopt.org/data.

Ultimi sviluppi (successivi al periodo di riferimento)

1). Il 16 gennaio, forze israeliane hanno condotto un’operazione di ricerca-arresto nel Campo profughi di Ad Duheisheh (Betlemme), dove hanno sparato a un minore che è morto poco dopo per le ferite riportate.

2). Il 15 gennaio, a un posto di blocco volante approntato all’ingresso di Silwad (Ramallah), forze israeliane hanno ucciso un palestinese.

3). Il 14 gennaio, all’ingresso di Jaba’ (Jenin), forze israeliane hanno ucciso due palestinesi; secondo le prime informazioni provenienti dai media, è stato segnalato uno scontro a fuoco. Lo stesso giorno è deceduto un altro palestinese a causa delle ferite riportate il 2 gennaio a Kafr Dan (Jenin).

4). Il 12 gennaio, forze israeliane hanno condotto un’operazione di ricerca-arresto nel Campo profughi di Qalandia (Gerusalemme) dove hanno sparato, uccidendo un palestinese.

5). Il 12 gennaio, forze israeliane hanno effettuato un’operazione militare nella città di Qabatiya (Jenin), dove ha avuto luogo uno scontro a fuoco con palestinesi; due palestinesi sono rimasti uccisi.

6). L’11 gennaio, in una nuova fattoria colonica nel sud di Hebron, un palestinese ha accoltellato un colono israeliano, ferendolo; a sua volta, è stato colpito con arma da fuoco e ucciso da un altro colono.

7) L’11 gennaio, forze israeliane hanno condotto un’operazione militare nel Campo profughi di Balata (Nablus) e, nel corso di uno scontro a fuoco, un palestinese è rimasto ucciso.

(Maggiori dettagli sugli episodi sopra menzionati saranno forniti nella prossima relazione)

nota 1:

I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians

L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano l’edizione inglese dei Rapporti.

nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]

sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti

a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.

nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.

Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it