La legge israeliana pensata per escludere gli arabi da certe comunità adesso è usata contro gli ebrei

Meirav Arlosoroff

7 gennaio 2023 – Haaretz

Potrebbe sembrare che il nuovo governo stia espandendo il numero di comitati di ammissione in piccole comunità per escludere gli arabi. In realtà si vuole evitare che altri ebrei competano con i locali per terreni a basso costo

Nell’ultimo rapporto biennale pubblicato due mesi fa dall’Ufficio Centrale di Statistica in Israele solo cinque autorità locali si collocano nel Gruppo 10, più alto dal punto di vista socio-economico. Omer, un consiglio comunale con una popolazione di 8.000 abitanti situato appena a nord di Be’er Sheva, è uno di questi cinque posti privilegiati. 

Pini Badash è stato sindaco di Omer per 32 anni ed è certamente un amministratore esperto e di successo. La scorsa settimana, in un’intervista a Makor Rishon [giornale di destra e vicino al movimento dei coloni, N.d.T.], ha detto: “Adesso c’è una nuova area destinata all’edilizia residenziale a Omer e ho deciso di destinarne una parte al personale di carriera dell’esercito che opera nella zona e un’altra parte ad abitanti che vivono già a Omer. Sono stati immessi sul mercato libero sei lotti [per una casa], ma se un beduino ne comprasse uno, io bloccherò la vendita.” 

Badash ha continuato dicendo che “ci sono cittadini israeliani qui, nostri vicini, con carte di identità come le nostre che, alla resa dei conti e in un momento di crisi, sono il nemico. Io ero a una riunione sulla sicurezza con un militare che ha descritto così la situazione: ‘Immagina di costruire una casa, una casa magnifica, di installarci videocamere e una recinzione, così nessuno può entrarci. Ma cosa succede? Le termiti della casa hanno divorato te.’ Questa è la nostra situazione. C’è un esercito forte, ci sono i servizi segreti, ma alla fine siamo annientati dall’interno.” 

The Marker [quotidiano economico in ebraico pubblicato in Israele dal gruppo Haaretz, N.d.T.] ha chiesto a Badash se volesse scusarsi per aver paragonato i beduini alle termiti e di ritrattare la sua dichiarazione in cui dice che intende impedire ai cittadini beduini di comprare terreni a Omer. Badash ha rifiutato di commentare.

Badash ha un problema. Ai sensi della legislazione attuale è vietato negare a chiunque il diritto di acquistare una casa nella comunità che governa o persino di mostrare preferenze sulla vendita di una casa a una persona più che a un’altra, eccetto in casi in cui si applichi una di queste due condizioni. 

La prima condizione è che l’acquirente sia un “nativo.” In altre parole, è una preferenza che consente ai membri della seconda generazione di vivere vicino ai propri genitori, sebbene anche questa sia parziale. Questa eccezione si applica ad alcuni, ma non a tutti i lotti che sono sul mercato a Omer e certamente non impedisce ai beduini di acquistare case per sé. La seconda condizione si applica solo a piccole comunità fino a un massimo di 400 famiglie che vogliono mantenere la propria individualità tramite i comitati di ammissione. 

Queste due eccezioni sono più o meno simili e sono intese a garantire che solo io e quelli come me hanno il diritto di vivere in certe zone. In pratica mi danno il diritto di discriminare gli altri unicamente perché non mi assomigliano. 

Ci sono molti “altri” che non riusciranno a superare gli ostacoli dei comitati di ammissione: mizrahi [ebrei originari di Paesi arabi o musulmani che vivono in Israele, N.d.T.] in una comunità ashkenazita [ebrei di origine europea, N.d.T.], persone religiosamente osservanti in un ambiente laico, laici in un contesto osservante, comunità che accettano solo vegani e, ovviamente, arabi. Del resto i comitati di ammissione sono sorti come risposta alla sentenza dell’Alta Corte di Giustizia nel 1995 sul caso Kaadan, quando la causa relativa a una famiglia araba di Baka al-Garbiyeh che aveva cercato di comprare una casa nella vicina comunità di Katzir e si era vista opporre un rifiuto si rivolse alla Corte Suprema che giudicò illegale la discriminazione. In seguito si trovò un modo per aggirare quella sentenza tramite la legge dei Comitati di Ammissione del 2011: la concessione a piccole comunità del diritto di esaminare le persone che vogliano trasferirvisi. 

Non è un caso che gli accordi della coalizione firmati dal Likud con Sionismo Religioso e Otzma Yehudit [entrambi partiti di estrema destra, N.d.T.], lo scellerato trio Smotrich, Ben-Gvir e Netanyahu, riguardino i comitati di ammissione. I due accordi con i due partner di coalizione includono una clausola che autorizza le comunità fino a 1000 famiglie (due volte e mezza il limite precedente di 400) a creare tali comitati. Il diritto di selezionare i candidati e limitare l’ammissione delle famiglie sta quindi per essere applicato come minimo a decine di altre comunità, colonie incluse. 

E come se questo non fosse abbastanza, l’accordo di coalizione Likud-Sionismo Religioso contiene anche un’altra clausola speciale che permette di insediare un comitato di ammissione in una cittadina che conti fino a 2000 famiglie, in questo caso Kasif, la città progettata nel Negev per gli haredi [ebrei ortodossi ed ultra-ortodossi, N.d.T.]. La clausola è pensata per garantire che tutte le prime 2000 famiglie di Kasif siano ebree (e fra loro neppure una beduina), come parte del fine dichiarato che Kasif, che si intende far sorgere nel cuore della zona in cui vivono i beduini e che alla fine offrirà una soluzione abitativa per 25.000 famiglie, sia una città esclusivamente ebraica. 

Comunque concentrarsi sull’odio contro gli arabi e sul desiderio di impedire loro di comprare case in insediamenti ebraici, un obiettivo che Badash ammette apertamente, fa perdere di vista il punto principale. Gli arabi raramente acquistano case in comunità ebraiche. Badash ammette che anche a Omer non ci sono che poche famiglie beduine benestanti. (“Al momento ci sono 25 famiglie beduine che vivono qui: giudici, medici, ingegneri e due ‘collaboratori’ [membri delle forze di sicurezza palestinesi] stipendiati dallo stato.”) 

Gli arabi preferiscono stare vicini alle proprie comunità anche solo per poter mandare i figli alle scuole arabe. Inoltre giustamente non vogliono vivere dove non sono graditi. Al contrario quelli che vogliono abitare in queste comunità ebraiche sono altri ebrei, meno abbienti di quelli che ambiscono alla qualità di vita dei quartieri residenziali. Il vero motivo dei comitati di ammissione è quello di tenere a debita distanza questi ebrei. 

Preservare i privilegi economici

A causa dei seri danni che possono causare, al momento la legge autorizza i comitati di ammissione solo in zone rurali di aree periferiche. Inevitabilmente finiscono per creare comunità omogenee, in cui solo io e quelli come me possono vivere, offrendo di fatto un permesso per discriminare. Costituiscono un grave colpo alla possibilità di alleviare la crisi degli alloggi, rendendo impossibile rimpolpare tali comunità (la maggioranza bloccata a 400 famiglie) e continuare a crescere. Hanno anche un basso tasso di utilizzo, dato che fungono da licenza per alcuni di arricchirsi a spese dei terreni demaniali.

L’ultimo punto è il più importante. I comitati di ammissione, come i diritti della “seconda generazione” o di un “nativo,” sono strumenti per arricchirsi. In fin dei conti sono formati da privati cittadini incaricati di distribuire le terre nelle loro comunità e di decidere chi, e se, le comprerà. È la loro occasione per speculare sul prezzo dei terreni nella comunità e anche un segnale di via libera a corruzione e abusi. 

Inoltre questo è uno stratagemma inteso a garantire che l’assegnazione dei lotti nella comunità sia esente da gare pubbliche aperte a tutti: verrà invece fatta una scelta personale tra chi avrà diritto alle proprietà e chi no. In tal modo si raggiungeranno due obiettivi fondamentali. Il primo è che saranno i compari dei membri del comitato che acquisteranno i lotti nella comunità (in pratica è anche possibile fare in modo che l’assegnazione agli abitanti locali ecceda il tetto stabilito per legge). Il secondo, il loro prezzo sarà inferiore in assenza della concorrenza per l’acquisto dei lotti. Così i membri della famiglia potranno acquistare case nella comunità a prezzi convenienti. 

Analogamente questo spiega perché è importante per Otzma Yehudit e Sionismo Religioso estendere il fenomeno dei comitati di ammissione anche alle colonie. Non perché i palestinesi cercheranno di comprare terreni nelle colonie, non lo faranno, ma perché i figli dei coloni potranno comprare lotti a prezzi bassi. Quindi, sia i coloni che molte decine di comunità che contino fino a 1000 famiglie, che non avranno più il loro status precedente, condizioneranno il costo dei terreni per ottenere per i propri figli un prezzo conveniente. 

Nonostante le urla e lo strepito di Badash, 25 famiglie beduine benestanti e istruite che possono permettersi i costi delle case a Omer non distruggeranno il carattere agiato della prestigiosa comunità. Badash, e come lui le piccole comunità facoltose del Consiglio Regionale di Misgav, a nord, che si sono aggregate ai kibbutz della Galilea, e il forum di estrema destra che sostiene le colonie ebraiche al grido di “salviamo la Galilea”, vogliono proteggere i loro privilegi economici. Vogliono creare una situazione in cui solo loro e i loro colleghi e amici avranno l’opportunità di acquistare proprietà nelle loro comunità e se è necessario usare razzismo e odio contro gli arabi per raggiungere l’obiettivo – allora tutto è lecito.

(traduzione dall’inglese di Mirella Alessio)