Commissione della Knesset bandisce una legge per definire Israele come uno Stato di tutti i suoi cittadini

Jonathan Lis

4 giugno 2018, Haaretz

Lunedì [4 giugno] una legge proposta da tre deputati della “Lista unitaria” [coalizione di partiti arabo- israeliani, terza forza alle ultime elezioni politiche, ndt.] in cui si chiede che Israele sia definito uno Stato di tutti i suoi cittadini è stata bocciata dalla commissione di controllo della Knesset [che vaglia l’ammissibilità delle proposte di legge, ndt.] prima che raggiungesse l’aula della Knesset [il parlamento israeliano, ndt.] per la votazione.

Sette parlamentari hanno appoggiato la decisione di impedire il dibattito sulla “Legge fondamentale: un Paese per tutti i suoi cittadini,” proposta dai deputati Jamal Zahalka, Haneen Zoabi e Joumah Azbarga; due deputati si sono opposti (Esawi Freige del Meretz [partito della sinistra sionista, ndt.] e Ahmad Tibi della “Lista unitaria”), e il deputato Bezalel Smotrich di “Casa ebraica” [partito di estrema destra dei coloni, ndt.] si è astenuto.

È la prima volta nelle ultime due legislature che una proposta di legge è stata bocciata prima di essere discussa in parlamento.

Il consulente legale della Knesset Eyal Yinon ha chiarito in un comunicato che “sia sul piano teorico che su quello specifico è difficile non vedere una simile proposta di legge come un tentativo di negare l’esistenza di Israele come Stato del popolo ebraico, e quindi, in base all’articolo 75(e) del regolamento, la commissione di controllo della Knesset ha la potestà di impedirne la presentazione.

Yinon ha sottolineato che la legge “comprende una serie di articoli che intendono modificare il carattere di Israele da Stato-Nazione del popolo ebraico a Stato in cui c’è uno status per ebrei ed arabi riguardo alla nazionalità.”

Il consigliere giuridico ha anche detto che la legge sembra intesa per modificare principi basilari –cancellando per esempio essenzialmente la “Legge del Ritorno” (che sancisce il diritto di ogni ebreo di immigrare in Israele), e stabilendo invece che l’ottenimento della cittadinanza israeliana sia basato sull’appartenenza personale ad una famiglia di un altro cittadino dello Stato.”

Inoltre, scrive Yinon, la legge nega il principio secondo cui i simboli dello Stato riflettono la rinascita nazionale del popolo ebraico, oltre al rifiuto dell’ebraico come lingua principale dello Stato.

Durante una discussione sulla proposta della “Lista unitaria”, il presidente della Knesset Yuli Edelstein [ex oppositore del regime sovietico ed ora deputato del Likud, ndt.] ha affermato: “Questa è una legge insensata che qualunque persona intelligente può capire che debba essere immediatamente bloccata. Una legge che intende erodere le fondamenta dello Stato non deve aver accesso alla Knesset. È la prima volta dalla mia nomina come presidente della Knesset 5 anni fa che raccomando che la commissione di controllo escluda una legge. I tre deputati di Balad [uno dei partiti che costituiscono la “Lista unitaria”] continuano a cercare di raccogliere voti con provocazioni, e non possiamo tendere loro una mano in questo.”

Al contrario il deputato Freige ha affermato che “la maggioranza ebraica spesso sfida la minoranza araba, e un esempio di questo è la cosiddetta “Legge dello Stato-Nazione” [legge proposta dal governo per accentuare la prevalenza ebraica sullo Stato, ndt.]. Perché gli estensori di quella legge possono presentarla ma Zahalka no?”

La minoranza,” ha detto il deputato Tibi,” ha il diritto di protestare e di opporsi ad accordi come quelli che stabiliscono diritti di cui gode solo la maggioranza ebraica in Israele, una situazione che rafforza l’inferiorità della minoranza araba.”

Il deputato Smotrich, che si è astenuto, ha detto di essere “completamente d’accordo con il presidente della Knesset che questa è effettivamente una legge assurda. Tuttavia una direttiva che impedisca che una legge venga discussa alla Knesset deve derivare da una Legge Fondamentale, e non dai regolamenti della Knesset.”

(traduzione di Amedeo Rossi)

 




Il disegno di legge sullo Stato-Nazione ebraico di Israele è una ‘dichiarazione di guerra’

Jonathan Cook

per Al Jazeera – 11 Maggio 2017

Il parlamento Israeliano ha approvato in via preliminare un nuovo disegno di legge che definisce Israele come ‘nazione del popolo ebraico’.

La nuova legislazione tesa a consolidare la definizione di Israele come Stato che appartiene esclusivamente agli ebrei di tutto il mondo è una “dichiarazione di guerra” nei confronti dei cittadini Palestinesi di Israele, hanno annunciato i leader della minoranza questa settimana.

Il disegno di legge, che definisce Israele come la “Nazione del popolo ebraico”, ha superato mercoledì il suo primo voto nel parlamento israeliano, dopo che domenica aveva già ricevuto il supporto unanime di una commissione governativa.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha promesso di fare in modo che il provvedimento sia tradotto in legge entro 60 giorni.

Tra le altre disposizioni, la legge – conosciuta comunemente come disegno di legge dello Stato-Nazione ebraico – revoca lo status di lingua ufficiale dell’arabo, nonostante esso sia la lingua madre di un cittadino su cinque.

La popolazione di Israele include una numerosa minoranza di 1,7 milioni di palestinesi.

La legge afferma che gli ebrei di tutto il mondo hanno un diritto “esclusivo” all’auto-determinazione in Israele, e chiede al governo di rafforzare i legami con le comunità ebraiche al di fuori di Israele.

Inoltre assegna maggiore potere ai cosiddetti “comitati di ammissione” che impediscono ai cittadini palestinesi di vivere in centinaia di comunità che controllano la maggior parte del territorio di Israele.

 

Un pericolo per i colloqui di pace

Oltre a questo, chi la critica teme che la legge sia finalizzata ad intralciare ogni prospettiva di ripristinare i colloqui di pace con la leadership palestinese nei Territori Occupati. Il presidente USA Donald Trump è atteso nella regione per la fine di questo mese, per quello che si presume sia un tentativo di riavviare il processo di pace, il quale è in fase di stallo da molto tempo.

Netanyahu però ha già chiarito che insisterà sulla condizione preliminare che, il presidente palestinese Mahmoud Abbas, riconosca Israele come Stato ebraico. Il nuovo disegno di legge di fatto enuncia le caratteristiche dello Stato che Abbas sarebbe tenuto a riconoscere.

Netanyahu ha detto questa settimana che tutti i partiti sionisti in parlamento dovrebbero supportare la legge. “Il disegno di legge stabilisce il fatto che lo Stato di Israele è lo Stato-Nazione del popolo ebraico nella nostra patria storica”, ha detto ai sostenitori del suo partito, il Likud.

Ha poi aggiunto: “Non c’è nessuna contraddizione tra questo disegno di legge e l’uguaglianza di diritti per tutti i cittadini di Israele.”

Tuttavia i leader della minoranza palestinese si sono dichiarati assolutamente contrari.

 

Non spariremo’

Ayman Odeh, capo del partito a maggioranza palestinese “Lista Unitaria” del parlamento Israeliano, ha avvertito che la legge assicurerebbe “la tirannia della maggioranza sulla minoranza”.

Sulla base del disegno di legge solo l’ebraico sarebbe lingua ufficiale, mentre all’arabo sarebbe soltanto concesso uno “status speciale”. I cittadini palestinesi già lamentano come la maggior parte dei servizi pubblici e dei documenti ufficiali non siano forniti in arabo.

L’obiettivo è quello di dipingere il razzismo istituzionale in Israele come assolutamente normale, e garantire che la realtà dell’apartheid sia irreversibile”, ha detto ad Al Jazeera Haneen Zoabi, membro palestinese del parlamento israeliano.

Fa parte dell’immaginario della destra – loro negano che qui ci sia una popolazione indigena che vive ancora nella propria terra. Non spariremo a causa di questa legge.”

 

Maggiori diritti

Sul piano strettamente giuridico, il disegno di legge dello Stato-Nazione ebraico apporta dei cambiamenti limitati. Sin dalla sua fondazione nel 1948 Israele si è definito come uno Stato del popolo ebraico anziché di tutti i cittadini del Paese, inclusa la sua minoranza palestinese.

La “Legge del Ritorno” del 1950 permette solo agli ebrei di emigrare in Israele e di ricevere la cittadinanza. Adalah, un’associazione per i diritti legali, ha documentato la presenza di decine di leggi che discriminano esplicitamente i cittadini palestinesi.

Ma la nuova legge è significativa per ragioni che vanno al di là del suo immediato impatto giuridico.

Non da ultimo essa fornisce all’auto-definizione di Israele come Stato-Nazione del popolo ebraico qualcosa di simile ad uno status costituzionale, ha osservato Ali Haider, avvocato per i diritti umani ed ex co-direttore di Sikkuy, un’organizzazione che fa pressione a favore di eguali diritti di cittadinanza.

Il disegno di legge, se approvato, si unirà ad un gruppo di Leggi Fondamentali destinate a costituire le fondamenta di ogni futura costituzione. Tali leggi prevalgono sulle leggi ordinarie e sono molto più difficili da abrogare.

Questo è un passo molto pericoloso perché rende esplicito in una Legge Fondamentale il fatto che tutti gli ebrei, anche quelli che non sono cittadini, hanno maggiori diritti in Israele di quei cittadini che sono palestinesi,” ha detto ad Al Jazeera.

 

Intimidazione dei giudici

Una bozza alternativa della nuova legge, che concedeva uguali diritti a tutti i cittadini, è stata effettivamente bloccata dal governo a gennaio, quando stava per essere presa in esame.

Haider ha detto che la nuova versione fornirebbe le basi costituzionali per giustificare un’ondata di leggi finalizzate alla marginalizzazione dei cittadini palestinesi ed all’erosione dei loro diritti in quanto cittadini.

Una” Legge di Espulsione” approvata l’anno scorso dà al parlamento israeliano il potere di espellere i deputati palestinesi se fanno dichiarazioni politiche che la maggioranza ebraica non approva. Un altro disegno di legge presentato al parlamento, la “Legge dei Muezzin“, mette a tacere la chiamata islamica alla preghiera.

Tali leggi saranno quasi sicuramente contestate dinanzi alla Corte Suprema di Israele. “I giudici saranno molto più riluttanti ad intervenire se il disegno di legge dello Stato-Nazione ebraico sarà in vigore,” ha detto Haider. “Si sentiranno costretti ad ignorare fondamentali principi democratici ed a dare priorità al carattere ebraico di Israele.”

Ha inoltre aggiunto che ci sarà una scarsa opposizione da parte dell’opinione pubblica ebraica. Un sondaggio dell’Istituto Israeliano per la Democrazia dello scorso dicembre ha rilevato che più della metà degli ebrei Israeliani vorrebbe che qualunque cittadino che rifiuta la definizione di Israele come Stato ebraico fosse privato di diritti fondamentali.

 

Preparativi per l’annessione

Un altro obiettivo chiave del disegno di legge per il governo di Netanyahu è il suo probabile impatto su ogni iniziativa finalizzata a riattivare i colloqui di pace con i palestinesi. Abbas e Donald Trump si sono incontrati la scorsa settimana.

Il governo di Netanyahu non aderisce più nemmeno a parole all’idea che potrebbe accettare uno Stato palestinese. La maggior parte dei dibattiti all’interno del governo israeliano si concentra invece sull’intensificazione della costruzione degli insediamenti e sui preparativi per l’annessione di aree della Cisgiordania.

Zoabi ha osservato che, da quando è salito al potere nel 2009, Netanyahu ha lavorato instancabilmente per persuadere Washington ad accettare un nuovo prerequisito per il dialogo, ovvero che la leadership Palestinese dovrà prima di tutto riconoscere Israele come Stato ebraico.

 

Sacrificare i diritti dei rifugiati

Il nuovo disegno di legge metterebbe Abbas in una difficile posizione, che gli consentirebbe di iniziare le trattative con Israele solo se egli prima accettasse di sacrificare sia i diritti dei cittadini palestinesi di Israele alla pari cittadinanza, sia quelli dei milioni di rifugiati palestinesi al ritorno alle proprie vecchie case.

La legge è rivolta non solo ad Abbas ma anche a Trump,” ha detto Zoabi. “Gli fornisce una mappa che spiega con esattezza su cosa si potrà negoziare e come dovranno essere le condizioni della soluzione.”

Avi Dichter, un membro del partito di Netanyahu che ha preparato la bozza del disegno di legge, ha spiegato lo scopo diplomatico con il quale sarebbe utilizzato.

Ha detto al sito Israeliano Ynet: “L’aspirazione dei palestinesi di eliminare lo Stato-Nazione del popolo ebraico non è più un segreto”. Ha aggiunto che Israele dovrà “pretendere che i propri nemici lo riconoscano come lo Stato-Nazione del popolo ebraico”.

Netanyahu gli ha fatto eco, dicendo questa settimana che il disegno di legge è “la risposta più chiara possibile a coloro che stanno provando a negare la profonda connessione tra il popolo di Israele e la sua terra”.

 

Regime di apartheid

Probabilmente non è una coincidenza il fatto che al disegno di legge dello Stato-Nazione ebraico venga assegnato un trattamento prioritario, mentre ministri dell’estrema destra nel governo di Netanyahu stanno preparando un provvedimento separato per applicare la legge israeliana in Cisgiordania. Questo è un elemento chiave per il tentativo dei coloni e dei loro sostenitori all’interno del governo di annettere la Cisgiordania di soppiatto.

Marzuq al-Halabi, un giornalista palestinese che scrive per il sito israeliano “972”, ha avvertito questa settimana che, sulla scia del disegno di legge dello Stato-Nazione ebraico, il governo cercherà di ridisegnare i confini di Israele in modo da includere una parte o tutta la Cisgiordania.

Il “regime di apartheid” che ne risulterebbe “creerebbe… ‘crimini giustificati’ contro il popolo palestinese, come ad esempio il trasferimento o la rimozione della popolazione,” ha scritto.

Un editoriale di Haaretz ha concordato sul fatto che Netanyahu stia gettando le fondamenta per annettere la Cisgiordania senza conferire diritti alla popolazione palestinese ivi presente.

La nuova legge, ha dichiarato, è finalizzata ad essere “la base costituzionale per l’apartheid” in Israele e nei territori occupati, in modo da consentire ad Israele di “mantenere il controllo su… una maggioranza palestinese che vive sotto il proprio dominio”.

(Traduzione di Francesco Balzani)