Rapporto OCHA del periodo 2 – 15 maggio 2023

). I dettagli dell’escalation delle ostilità, dal 9 al 13 maggio a Gaza e in Israele, sono disponibili negli aggiornamenti flash di OCHA.

Al momento, nella Striscia di Gaza, le Nazioni Unite hanno accertato l’uccisione di 33 palestinesi; un ulteriore decesso è ancora in fase di verifica. Delle vittime accertate, almeno dodici erano civili, tra cui quattro ragazze, due ragazzi, quattro donne e due uomini. Secondo fonti israeliane e palestinesi, almeno tre delle vittime palestinesi sono state uccise da razzi mal funzionanti ricaduti in Gaza. Secondo il Ministero della Salute (MoH) a Gaza, 190 palestinesi sono rimasti feriti all’interno dell’enclave costiera, tra cui 64 minori e 38 donne. In Israele, secondo fonti sanitarie, i razzi hanno ucciso una donna israeliana e un lavoratore palestinese di Gaza e almeno 40 persone sono rimaste ferite.

2). Il 2 maggio, in una prigione israeliana, è morto un palestinese di Jenin dopo uno sciopero della fame durato quasi tre mesi. Al momento di concludere il presente rapporto, le autorità israeliane stavano ancora trattenendo il suo corpo, insieme a quelli di altri 132 palestinesi. Secondo una Organizzazione per i diritti umani, alcuni dei corpi sono trattenuti dal 2016. Dopo la sua morte, tra il 2 e il 3 maggio, gruppi armati palestinesi di Gaza hanno lanciato razzi e altri proiettili contro Israele, provocando, secondo fonti sanitarie, il ferimento di 11 israeliani e tre stranieri, e danni alle proprietà. Le forze israeliane hanno effettuato attacchi aerei e bombardamenti, secondo quanto riferito, prendendo di mira strutture militari di Gaza. A seguito degli attacchi aerei israeliani, secondo quanto riferito, un palestinese è stato ucciso e altri cinque sono rimasti feriti dalle schegge di un razzo. Inoltre, secondo quanto riferito, sono state danneggiate proprietà civili, tra cui diverse case, una scuola, linee elettriche e idriche.

3). Nel corso di tre operazioni che hanno coinvolto forze sotto copertura e scontri a fuoco con palestinesi, le forze israeliane hanno ucciso sette palestinesi e ferito altri 236 (seguono dettagli).

Il 4 maggio, le forze israeliane sotto copertura hanno fatto irruzione nella Città Vecchia di Nablus, dove hanno circondato e sparato proiettili esplosivi contro un edificio residenziale, uccidendo tre palestinesi, distruggendo una casa e provocando danni ad altre tre case. Secondo l’esercito israeliano, tra le vittime c’erano palestinesi sospettati di aver ucciso, il 7 aprile, tre coloni israeliani tra cui un minore. L’operazione è durata circa tre ore, durante le quali sono rimasti feriti 156 palestinesi, di cui quattro colpiti da proiettili veri. Durante l’operazione è stato necessario evacuare dozzine di scolari e personale della vicina scuola. Più di 50 alunni hanno ricevuto cure mediche dopo aver inalato gas lacrimogeni sparati dalle forze israeliane. Secondo fonti mediche, durante l’operazione le forze israeliane hanno limitato il movimento delle ambulanze nell’area.

Il 6 maggio, le forze israeliane sotto copertura hanno condotto un’altra operazione nel Campo profughi di Tulkarm, dove hanno circondato una casa e hanno avuto uno scontro a fuoco con palestinesi. Due palestinesi sono stati uccisi; secondo l’esercito israeliano entrambi avevano partecipato a uno scontro a fuoco con le forze israeliane e avevano precedentemente sparato e ferito un colono israeliano. Due palestinesi sono rimasti feriti e altri due sono stati arrestati, compreso uno dei feriti.

Il 13 maggio, le forze israeliane sotto copertura, usando un autobus palestinese, hanno fatto irruzione nel Campo profughi di Balata (Nablus), hanno circondato un edificio e hanno sparato a dei palestinesi. Due palestinesi sono stati uccisi da proiettili veri sparati dalle forze israeliane. Secondo l’esercito israeliano entrambi erano armati, mentre testimoni oculari e Organizzazioni per i diritti umani riferiscono che non erano né armati né coinvolti in uno scontro a fuoco. Durante la stessa operazione, altri 78 palestinesi sono rimasti feriti; di cui tre colpiti da munizioni vere.

4). Le forze israeliane hanno ucciso altri quattro palestinesi durante altre tre operazioni, alcune delle quali avrebbero comportato scontri a fuoco con palestinesi (seguono dettagli).

Il 10 maggio, le forze israeliane hanno fatto irruzione a Qabatiya (Jenin), dove hanno sparato e ucciso due palestinesi che, secondo l’esercito israeliano, avevano sparato contro di loro. Un passante palestinese è stato ferito ed è morto il giorno successivo per le ferite riportate. Durante l’operazione, i palestinesi hanno lanciato pietre e ordigni esplosivi contro le forze israeliane. Secondo quanto riferito, separatamente, ha avuto luogo anche uno scontro a fuoco.

L’11 maggio, le forze israeliane hanno fatto irruzione nel Campo profughi di Nur Shams (Tulkarm) dove, secondo quanto riferito, hanno avuto uno scontro a fuoco con palestinesi, due dei quali sono rimasti feriti. Durante lo stesso episodio, un anziano palestinese che transitava nell’area,è stato colpito e ucciso dalle forze israeliane. Secondo le forze israeliane, un soldato israeliano è rimasto ferito.

Il 15 maggio, nel Campo profughi di Askar (Nablus), le forze israeliane hanno ucciso un palestinese in un episodio in cui le forze israeliane hanno sparato proiettili veri e lacrimogeni contro palestinesi che lanciavano pietre e petardi contro di loro. Le forze erano entrate nel Campo per un sopralluogo nella casa di famiglia di un palestinese accusato di aver ucciso due coloni israeliani; secondo quanto riferito, intendevano preparare la demolizione punitiva della casa. Un minore palestinese è stato ferito con proiettili veri. Dall’inizio del 2023 fino al 15 maggio, in Cisgiordania (inclusa Gerusalemme est), le forze israeliane hanno ucciso 108 palestinesi, più del doppio del bilancio di vittime (51) nello stesso periodo nel 2022.

5). In episodi separati, registrati ai checkpoints militari israeliani, le forze israeliane hanno ucciso altri due palestinesi, un uomo e una donna (seguono dettagli).

Il 13 maggio, a un checkpoint sulla Linea Verde, vicino all’ingresso di Barta’a (Jenin), le forze israeliane hanno sparato uccidendo un palestinese. Secondo l’esercito israeliano, l’uomo aveva tentato di accoltellare un soldato israeliano; non sono stati segnalati feriti israeliani.

Il 4 maggio, le forze israeliane hanno sparato uccidendo una donna palestinese che aveva accoltellato un soldato israeliano di stanza a un checkpoint sulla Linea Verde, vicino all’ingresso di Barta’a (Jenin) nella città di Huwwara (Nablus). Un soldato israeliano è rimasto ferito. Dall’inizio dell’anno, in Cisgiordania, sono stati colpiti e uccisi dalle forze israeliane 12 palestinesi mentre attaccavano o presumibilmente tentavano di attaccare le forze israeliane.

6). In Cisgiordania sono stati feriti dalle forze israeliane 688 palestinesi, tra cui almeno 72 minori; 54 di loro sono stati colpiti con proiettili veri (seguono dettagli).

Dei feriti, 516 sono stati segnalati durante nove operazioni di ricerca-arresto e altre operazioni condotte dalle forze israeliane, compresi i 240 feriti palestinesi riportati nelle operazioni menzionate sopra.

In due casi, le forze israeliane hanno ferito nove palestinesi (tutti sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeni): il primo caso è stato registrato nella Comunità palestinese di Qaryut (Nablus), in seguito all’ingresso di coloni israeliani (accompagnati da forze israeliane) presso una sorgente; il secondo caso, all’ingresso di Deir Sharaf (Nablus), in seguito al lancio di pietre da parte di coloni israeliani contro veicoli palestinesi.

Altri 145 palestinesi sono rimasti feriti nei pressi di Beit Dajan e Beita (entrambi a Nablus), Kafr Qaddum (Qalqilya), Shufa (Tulkarm), presso il Campo profughi di Al ‘Arrub (Hebron) e nella città di Betlemme, durante manifestazioni contro le restrizioni di accesso, l’espansione degli insediamenti e la morte di un prigioniero palestinese (di cui sopra).

Altri sei palestinesi, tra cui due minori, sono rimasti feriti quando palestinesi hanno lanciato pietre contro le forze israeliane di stanza a un checkpoint recentemente costituito all’ingresso dei villaggi di Al Mughayyir (Ramallah) e Deir Sharaf (Nablus); le forze israeliane hanno usato munizioni vere e proiettili di gomma. In altri episodi, le forze israeliane hanno sparato e ferito due palestinesi che stavano cercando di raggiungere i loro luoghi di lavoro in Israele attraverso brecce abusive praticate nella Barriera, vicino a Habla (Qalqilya).

Dieci feriti aggiuntivi sono stati segnalati durante un caso di confisca a Jubbet adh Dhib (Betlemme) e una demolizione punitiva a Haris (Salfit) (vedere ulteriori dettagli di seguito). Complessivamente, 587 palestinesi sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeni, 54 sono stati colpiti da proiettili veri, 39 sono stati feriti con proiettili di gomma, tre sono stati feriti da schegge e cinque sono stati aggrediti fisicamente.

7). In Cisgiordania, coloni israeliani hanno ferito cinque palestinesi, di cui tre con proiettili veri, e persone conosciute come coloni, o ritenute tali, hanno danneggiato proprietà palestinesi in altri 28 casi. Ciò si aggiunge al ferimento di nove palestinesi da parte delle forze israeliane nei due episodi summenzionati che hanno coinvolto coloni a Qaryut e Deir Sharaf (entrambi a Nablus) (seguono dettagli).

L’8 maggio, a Jalud (Nablus), coloni israeliani, secondo quanto riferito, provenienti dall’insediamento di Esh Kodesh, hanno aggredito fisicamente e ferito un contadino palestinese mentre lavorava nel suo podere.

Il 10 maggio, a Deir Dibwan (Ramallah), un gruppo di coloni israeliani, alcuni armati, hanno sparato e ferito con proiettili veri due palestinesi ed hanno aggredito fisicamente e ferito un minore palestinese.

Il 12 maggio, a Silwad (Ramallah), vicino all’insediamento israeliano di Ofra, palestinesi si sono scontrati, lanciando pietre, con coloni che pascolavano il loro bestiame su terreni coltivati di proprietà palestinese. Un palestinese è stato ferito con proiettili veri e un altro è stato aggredito e ferito fisicamente.

Secondo fonti della Comunità, durante il periodo di riferimento, più di 870 alberi e alberelli sono stati vandalizzati su terra palestinese prossima agli insediamenti israeliani, anche dove l’accesso palestinese alla terra richiede l’approvazione dell’esercito israeliano; tali danni sono stati segnalati in 13 casi riferiti alla Cisgiordania. In altri dieci casi, registrati a Ein Samiya, Rammun, Silwad, Deir Dibwan e Al Mazra’a al Qibliya (tutti a Ramallah), Biddya (Salfit), Jalud (Nablus), Maghayir al Abeed (Hebron), secondo testimoni oculari e fonti delle Comunità locali, coloni hanno fatto irruzione nelle case e nei terreni agricoli danneggiando raccolti, due strutture residenziali e agricole e provocando danni al bestiame. Nei rimanenti undici casi segnalati in Cisgiordania, coloni israeliani hanno lanciato pietre, danneggiando 11 veicoli palestinesi.

8). In Cisgiordania, in quattro diversi episodi, sono rimasti feriti due coloni israeliani, tra cui una donna (seguono dettagli).

In un episodio registrato il 2 maggio, un palestinese ha sparato a un veicolo israeliano nei pressi di Shufa (Tulkarm).

In altri due casi, persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali, hanno lanciato pietre contro veicoli israeliani che viaggiavano sulle strade della Cisgiordania, causando danni a due veicoli. Inoltre, a Husan (Betlemme), palestinesi hanno appiccato il fuoco a un veicolo di coloni. Complessivamente, secondo fonti israeliane, sono stati danneggiati almeno quattro veicoli israeliani.

9). A Gerusalemme Est e nell’Area C della Cisgiordania, adducendo la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, che sono quasi impossibili da ottenere, le autorità israeliane hanno demolito, confiscato o costretto le persone a demolire 42 strutture, comprese 17 case. Nove delle strutture erano state fornite da donatori come assistenza umanitaria, inclusa una scuola (maggiori dettagli di seguito). Di conseguenza, 50 palestinesi, tra cui 23 minori, sono stati sfollati e sono stati colpiti i mezzi di sussistenza di oltre 600 altri. Più della metà delle strutture colpite (26) erano in Area C, inclusa una scuola finanziata da donatori. Le restanti 16 strutture sono state demolite a Gerusalemme est, comprese due strutture residenziali demolite nell’area di Wadi Qaddum, a Silwan, provocando lo sfollamento di sette famiglie comprendenti 39 persone, tra cui 22 minori. Altre sette strutture sono state distrutte dai proprietari per evitare il pagamento di multe alle autorità israeliane. Inoltre (non conteggiata sopra), nell’Area A della Cisgiordania, le forze israeliane hanno distrutto una struttura residenziale e causato danni ad altre tre, durante un’operazione delle forze israeliane condotta nella Città Vecchia di Nablus (vedi sopra).

10). Nel sud di Betlemme è stata demolita una scuola finanziata da donatori. Il 7 maggio, adducendo la mancanza di un permesso di costruzione rilasciato da Israele e problemi di sicurezza strutturale, le forze israeliane hanno demolito una scuola palestinese finanziata dall’UE che ospitava almeno 40 alunni di Jubbet Adh Dhib (Betlemme). Cinquantasette scuole in tutta la Cisgiordania sono a rischio demolizione.

In un caso separato, il 10 maggio, l’amministrazione civile israeliana, insieme alle forze israeliane, ha smantellato e confiscato due tende che erano state utilizzate come aule temporanee per gli alunni della scuola di Jubbet adh Dhib. Le tende erano state fornite come assistenza umanitaria in risposta alla demolizione del 7 maggio. Durante la confisca sono scoppiati scontri tra residenti palestinesi e forze israeliane, durante i quali i palestinesi hanno lanciato pietre e le forze israeliane hanno sparato proiettili di gomma e lacrimogeni; di conseguenza, otto palestinesi sono rimasti feriti. Attrezzature scolastiche, comprese sedie e scrivanie, sono state confiscate dalle forze israeliane.

11). Il 2 e 3 maggio, le forze israeliane hanno fatto irruzione nei villaggi di Hajja (Qalqilya) e Haris (Salfit), nell’Area B della Cisgiordania, e hanno demolito per motivi punitivi due case a più piani; appartenevano a famiglie i cui membri avevano ucciso quattro israeliani e ne avevano feriti altri. Tre famiglie, composte da 14 persone, tra cui otto minori, sono state sfollate. Altri nove, tra cui tre minori, sono stati colpiti in forme diverse. Durante la demolizione, i palestinesi hanno lanciato pietre contro le forze israeliane che hanno sparato lacrimogeni, ferendo un palestinese. Dall’inizio del 2023, sono state demolite, per motivi punitivi, dieci case e una struttura agricola, rispetto alle 14 strutture demolite in tutto il 2022 e alle tre nel 2021. Le demolizioni punitive sono una forma di punizione collettiva e come tali sono illegali ai sensi del diritto internazionale, poiché prendono di mira le famiglie di un aggressore, o presunto aggressore.

12). In Cisgiordania, le chiusure continuano ad impedire l’accesso di migliaia di palestinesi a mezzi di sussistenza e servizi (seguono dettagli).

All’ingresso del villaggio di Shufa (Tulkarm), il 2 maggio, l’esercito israeliano ha eretto cumuli di terra e blocchi di cemento e il 14 maggio ha installato un cancello stradale, ostacolando il movimento di almeno 1.400 palestinesi; ciò è accaduto, secondo quanto riferito, in risposta a spari contro veicoli di coloni israeliani che hanno provocato il ferimento di un colono.

Nell’area H2 della città di Hebron, continuano le segnalazioni di numerosi checkpoints “volanti”, principalmente nell’area non riservata della città. Complessivamente, sono stati rilevati un totale di 12 checkpoints volanti, rispetto a una media bisettimanale di due registrata dall’inizio del 2023. Le forze israeliane hanno intensificato i controlli di sicurezza a questi checkpoints, causando lunghi ritardi per le persone in transito (fino a tre ore in alcuni casi ).

13). Nella zona non interdetta dell’area H2 di Hebron, il 3 maggio, a causa di una disputa sulla proprietà, le autorità israeliane hanno emesso un ordine di sgombero definitivo contro due strutture a più piani, tra cui un laboratorio di falegnameria. Questo sgombero inciderebbe sul sostentamento di una famiglia palestinese composta da dieci persone, tra cui otto minori. I palestinesi che vivono nell’area H2 sono esposti a politiche e pratiche israeliane coercitive.

14). Nella Striscia di Gaza, nei pressi della recinzione perimetrale israeliana o al largo della costa, presumibilmente per imporre restrizioni all’accesso, le forze israeliane hanno aperto il “fuoco di avvertimento” in almeno dieci casi (tutti segnalati prima dell’escalation delle ostilità). Non sono stati segnalati feriti o danni. In una occasione, bulldozer militari israeliani hanno spianato i terreni della zona centrale prossimi alla recinzione perimetrale, all’interno di Gaza. Durante l’escalation delle ostilità, adducendo problemi di sicurezza, le autorità palestinesi locali hanno vietato tutte le attività di pesca al largo della costa di Gaza, per un totale di sei giorni.

Note a piè di pagina

1 Vengono conteggiati separatamente i palestinesi uccisi o feriti da persone che non fanno parte delle forze israeliane (ad esempio da civili israeliani) o colpiti da razzi palestinesi non giunti a bersaglio, così come quelli la cui causa immediata di morte o l’identità dell’aggressore rimangono controverse, poco chiare o sconosciute.

2 Le vittime israeliane in questi rapporti includono persone che sono state ferite mentre correvano ai rifugi durante gli attacchi missilistici palestinesi. I cittadini stranieri uccisi in attacchi palestinesi e le persone la cui causa immediata di morte o l’identità dell’aggressore rimangono controverse, poco chiare o sconosciute, vengono conteggiate separatamente.

Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it




Gaza: i nomi dei bambini uccisi nell’attacco di Israele

Redazione Middle East Eye

11 maggio 2023 –  Middle East Eye

In cinque giorni di bombardamenti sono morti almeno sette minori palestinesi

Strazianti immagini sono giunte dalla Striscia di Gaza da quando il 9 maggio è iniziata l’offensiva di Israele nell’enclave assediata.

Edifici residenziali sono stati rasi al suolo mentre continuava il bombardamento israeliano con le famiglie costrette sulla strada.

I bambini sono stati i più colpiti, con almeno sette minori fra i 33 palestinesi uccisi.

In alcuni video che circolano online si vedono bambini che piangono di paura mentre sopra di loro continua il bombardamento, mentre altri cercano tra le macerie delle proprie case i loro cari e i loro beni.

Finora sono state danneggiate più di 500 unità abitative e i civili descrivono il terrore per la terra che trema sotto i loro piedi.

Ora diamo uno sguardo ai bambini uccisi nell’offensiva:

Mayar Tariq Ibrahim Ezz el-Din, 11 anni

Mayar Tariq Ibrahim Ezz el-Din è stata uccisa il 9 maggio 2023 a Gaza City. Aveva 11 anni.

Mayar e suo fratello Ali sono figli di Tareq Ibrahim Ezz el-Din, un comandante militare della Jihad islamica palestinese (PIJ).

La famiglia stava dormendo quando un jet da combattimento israeliano ha preso di mira l’intero piano del loro edificio residenziale nel quartiere di al-Remal nel centro di Gaza City.

Nell’attacco sono stati uccisi 15 palestinesi, compresi tre membri della PIJ, quattro bambini e quattro donne.

Secondo il Ministero della Sanità di Gaza altre 20 persone sono state ferite, compresi tre bambini e sette donne, alcuni dei quali sono in gravi e critiche condizioni.

Ali Tariq Ibrahim Ezz el-Din, nove anni


Ali Tariq Ibrahim Ezz al-Din è stato ucciso insieme a sua sorella Mayar il 9 maggio 2023 a Gaza City. Aveva 9 anni.

Ali, prima di essere ucciso, con sua sorella aveva comprato dei dolci e preparato i vestiti, eccitato per il giorno seguente, in cui doveva partire in gita scolastica.

Gli utenti dei social media hanno condiviso online fotografie dei fratelli durante gli allegri festeggiamenti e hanno pianto la loro perdita.

L’attacco ha distrutto completamente la casa della famiglia ed anche le abitazioni circostanti.

Hajar Khalil Salah el-Bahtini, cinque anni

Hajar Khalil Salah el-Bahtini, di cinque anni, è stata uccisa il 9 maggio 2023 a Gaza City insieme a sua madre di 44 anni, Layla el-Bahtini. E’ la figlia del comandante delle brigate Al-Quds Khalil al-Bahtini, anch’egli ucciso nel raid che ha colpito la loro casa.

Molti hanno condiviso foto di Hajar a scuola e hanno condannato Israele per aver preso di mira dei bambini negli attacchi.

Testimoni oculari che hanno parlato con Middle East Eye hanno descritto una sensazione di paura tra i bambini, che mostrano anche segni di disordine da stress post traumatico (PTSD).

Le scuole sono state chiuse mentre i ragazzi piangono i loro compagni e molti edifici hanno subito gravi danni.

Layan Bilal Maddoukh, otto anni

Layan Bilal Maddoukh, di otto anni, è stata uccisa il 10 maggio 2023 in un raid israeliano che ha colpito edifici residenziali nella via al-Sahaba a Gaza City.

Tamim Mohamed Dawoud, quattro anni

Tamim Mohamed Daoud, di quattro anni, è morto per un attacco di panico in seguito ad un attacco aereo israeliano sul suo quartiere a Gaza il 10 maggio 2023, ha detto suo padre a Middle East Eye.

Iman Adas, 17 anni 

Iman è stata uccisa insieme a sua sorella maggiore Dania, che si sarebbe sposata dopo pochi giorni.

Le sorelle sono state uccise in un attacco aereo che ha preso di mira la casa del loro vicino nelle prime ore del mattino.

I muri della loro casa sono diventati un mucchio di macerie mentre i loro beni si intravvedevano tra i frammenti di vetri e pietre.

Yazan Jawdat Elayyan, 16 anni

Centinaia di persone hanno partecipato ad un corteo funebre per l’adolescente, in cui hanno pianto la sua morte.

Testimoni hanno detto ai notiziari locali che dormivano quando è esploso il rumore assordante degli attacchi aerei e la casa di Elayyan si è sgretolata.

Io e mia moglie stavamo dormendo quando abbiamo sentito il rumore e i bambini sono saltati in piedi”, ha raccontato un testimone ai media locali.

Abbiamo guardato fuori e abbiamo visto l’edificio coperto di fumo e completamente distrutto. Tutto tremava…non vi è stato un preventivo avviso perché le persone se ne andassero.”

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)




La mancanza di scrupoli israeliana a Gaza

Editoriale

10 maggio 2023 – Haaretz

Nel primo attacco dell’offensiva su Gaza denominata Operazione Scudo e Freccia, iniziata nella notte tra lunedì e martedì, sono state uccise 13 persone tra cui 10 civili, tre dei quali bambini. Ma senza batter ciglio è stato affermato che si trattava di un “danno collaterale” dovuto alla necessità di eliminare tre figure di spicco della Jihad islamica. In realtà, è vero il contrario. I tre comandanti dovrebbero essere visti come il “risultato collaterale” dell’uccisione mirata di civili a Gaza.

Il gran numero di civili uccisi solleva questioni spinose sugli aspetti morali e legali di tali operazioni militari, e dovrebbero essere rivolte a più persone. I primi a cui rivolgere queste domande sono i comandanti dell’esercito, che hanno deciso “giudiziosamente” (più precisamente, a sangue freddo) di effettuare un attacco in un momento in cui era molto probabile che intorno agli obiettivi ci fossero civili, compresi bambini. Il secondo è il governo, guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha autorizzato la missione. I decisori si sono assicurati che non ci fossero rischi per la vita dei civili o si sono affidati ai consigli dell’esercito? Hanno calcolato il prezzo omicida dell’azione – uccidere innocenti, compresi i bambini – e sono giunti alla contorta conclusione che il “prezzo” era giusto? Se la risposta è sì, allora questo non è solo un crimine morale, ma un crimine di guerra.

Il terzo è il procuratore generale Gali Baharav-Miara, che ha autorizzato l’operazione senza convocare il gabinetto di sicurezza. Ha accertato a fondo se ci fosse pericolo per la vita dei civili? E se è così, ha ritenuto opportuno approvare l’operazione nonostante il suo costo scellerato?

Ultimi a cui rivolgere le medesime domande sono i piloti che hanno effettuato la missione. Non sapevano, o valutavano, alla luce della situazione in atto e dell’esperienza passata che è molto probabile che il bombardamento di case invece che di siti militari porti all’uccisione di civili? La questione è critica poiché sono stati i membri dell’aeronautica, in particolare i riservisti, a invocare l’insubordinazione contro il golpe di regime [il tentativo di “riforma” giudiziaria del governo Netanyahu, ndt.] I piloti insubordinati vivono in pace uccidendo civili innocenti, bambini compresi? Trovano accettabile eseguire un ordine che ha una “bandiera pirata che ci sventola sopra?”

“Quando sgancio una bomba sento un leggero urto nell’ala”, disse Dan Halutz, ex comandante dell’aeronautica e poi capo di stato maggiore militare (e ora leader della protesta anti-golpe) nel 2002, dopo che 14 civili furono uccisi nel bombardamento della casa di Gaza dell’alto funzionario di Hamas Salah Shehadeh.

La sfacciata arroganza di Halutz riguardo all’omicidio all’ingrosso – per il quale è stato giustamente oggetto di feroci critiche pubbliche – è diventata routine. Non possiamo accettare che i crimini di guerra e la morte di innocenti diventino parte della routine israeliana. Una leadership con questa visione del mondo non può essere legittima in una democrazia.

L’articolo di cui sopra è l’editoriale principale di Haaretz, pubblicato sul giornale sia nell’edizione ebraico che inglese in Israele.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)




Israele prosegue gli attacchi a Gaza, i palestinesi rispondono con i razzi

Redazione Al Jazeera

10 maggio 2023- Al Jazeera

Almeno cinque palestinesi sono stati uccisi e un altro ferito, mentre gli attacchi israeliani continuano tra il lancio di razzi per rappresaglia.

Secondo i funzionari della sanità palestinese almeno cinque palestinesi sono stati uccisi negli attacchi aerei israeliani che hanno colpito la Striscia di Gaza per il secondo giorno consecutivo.

La ripresa mercoledì dei bombardamenti ha provocato una raffica di razzi di rappresaglia dall’enclave assediata verso il sud di Israele.

I raid aerei israeliani hanno colpito diverse località dell’enclave assediata, sia a sud che a nord, e una serie di siti appartenenti al movimento della Jihad islamica palestinese (PIJ).

I media locali hanno riferito che almeno un altro palestinese è stato ferito a est di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Il PIJ non ha confermato che le vittime fossero membri del suo gruppo.

In un reportage da Gaza City, Youmna El Sayed di Al Jazeera afferma che la gente del posto è in “massima allerta” ed estremamente preoccupata: a seguito della serie di attacchi di martedì che hanno ucciso almeno 15 persone, tra cui diversi civili, le scuole e le strutture pubbliche e private hanno chiuso e le persone cercano di rimanere in casa.

Aggiunge: “C’è un altissimo senso di tensione e preoccupazione tra i residenti di Gaza dopo gli attacchi israeliani di ieri. Tutto a Gaza è chiuso e le persone sono rimaste nelle loro case”.

I media arabi hanno riferito che Hamas, il gruppo che gestisce la Striscia di Gaza, ha detto che i razzi lanciati da lì erano una risposta al “massacro commesso dall’occupazione israeliana”, dato che i media palestinesi hanno riferito che i razzi di rappresaglia erano “a nome del coordinamento delle fazioni [di Gaza]’” che comprende Hamas e altri gruppi armati con sede a Gaza.

Il giornalista israeliano Barak Ravid cita il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari che afferma non esservi alcuna indicazione immediata che Hamas sia coinvolta nei combattimenti.

Da parte israeliana le autorità hanno detto ai cittadini che vivono nelle città lungo la barriera di Gaza di evacuare o rimanere nei rifugi.

In un reportage da Ashkelon, nel sud di Israele, Willem Marx di Al Jazeera ha affermato che l’esercito israeliano era in massima allerta quando sono state avviate le sirene. Il sistema di difesa aerea israeliano Iron Dome ha anche intercettato dei razzi.

“Negli ultimi istanti, ci sono state istruzioni [dalle autorità] alle persone di rimanere all’interno dei rifugi a causa di questi lanci”, ha detto. “Molte comunità sono state incoraggiate ad allontanarsi da qui”.

Il bombardamento arriva il giorno dopo che le forze israeliane hanno attaccato Gaza City e i suoi dintorni, uccidendo 15 persone, tra cui quattro minori, in quella che hanno definito un’operazione contro tre comandanti della PIJ.

In un attacco notturno, le forze israeliane hanno anche ucciso due persone nella città occupata di Qabatiya, in Cisgiordania, a sud di Jenin. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa palestinese WAFA il ministero della salute li ha identificati come Ahmad Jamal Assaf, 19 anni, e Warani Walid Qatanat, 24. Un palestinese di 17 anni è stato colpito al petto e portato in ospedale.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)




Due uccisi e due feriti nel recente bombardamento israeliano di Gaza

Redazione di MEMO

9 maggio 2023 – Middle East Monitor

Il ministero palestinese della salute a Gaza ha affermato che nel recente bombardamento israeliano della città di Khan Younis, nella parte meridionale della striscia di Gaza, due palestinesi sono stati uccisi e altri due feriti.

I loro nomi non sono ancora stati resi noti, ma lo Stato di Israele dichiara che erano uomini della Jihad Islamica che stavano pianificando il lancio di razzi verso Israele.

In una dichiarazione ufficiale, la Jihad Islamica ha negato che le vittime facessero parte dell’organizzazione, ma ha sottolineato che vendicheranno tutte le vittime uccise da questa mattina.

Le immagini pubblicate che mostrano un’auto bruciata dopo l’attacco sono diventate virali sui social media. L’esercito dell’occupazione ha pubblicato un video dell’attacco girato da un drone.

Il ministero della Salute ha affermato che l’attacco ha portato a 15 il bilancio delle vittime e i feriti a 22 dall’inizio degli attacchi nelle prime ore del mattino.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)




Bollettino dalla Cisgiordania: si stringe la presa di Israele su Gerusalemme e si rafforza lo status della città come magnete per la mobilitazione

Ufficio Palestina di Mondoweiss

24 aprile 2023, Mondoweiss 

La duplice offensiva israeliana contro i palestinesi a Gerusalemme durante il Ramadan e la Pasqua hanno chiarito una cosa: la guerra per affermare la presenza sionista nella città è entrata in una nuova fase.

Sviluppi importanti (20-24 aprile)

Lunedì mattina, 24 aprile, le forze israeliane hanno sparato a Suleiman Ayesh Hussein Oweid, 20 anni, uccidendolo. Oweid è stato ucciso durante un’invasione nel campo profughi di Aqbat Jabr, situato nel distretto di Gerico. Dallo scorso anno la resistenza armata palestinese si è diffusa in tutta la Cisgiordania, compresa Gerico, dove è apparsa la brigata Aqbat Jabr all’inizio di quest’anno quando le forze israeliane hanno ucciso cinque dei suoi combattenti, continuando a prendere di mira e detenere i loro familiari nei mesi a seguire. Oweid è il secondo palestinese ucciso a Gerico nelle ultime due settimane.

  • Sempre lunedì, poche ore dopo l’uccisione di Oweid a Gerico, è avvenuto il tamponamento di un’auto a Gerusalemme. Secondo la polizia israeliana almeno cinque israeliani sono rimasti feriti, compreso un 57enne che ha avuto un attacco di panico. L’uomo che ha effettuato l’attacco sarebbe di Beit Safafa, ultimo quartiere palestinese rimasto a Gerusalemme ovest. Le forze israeliane hanno inflitto severe punizioni collettive alla famiglia dell’uomo, compreso l’arresto da casa di sua moglie. L’uomo è stato identificato come Hatem Abu Nijim, che ha trent’anni e, secondo quanto riferito, una storia di malattia mentale.

  • La scorsa settimana, giovedì 20 aprile, i coloni e l’esercito israeliani hanno attaccato i palestinesi nella città palestinese di Beita, ferendone almeno due con proiettili veri più altri 30 colpiti da asfissia per i gas lacrimogeni. Questo attacco è il più recente di un’escalation contro la città palestinese di Beita dove i coloni israeliani hanno cercato di legalizzare e consolidare la loro annessione forzata del Monte Sbeih di proprietà palestinese. L’ultimo attacco a Beita di simile vasta scala era avvenuto la settimana prima, il 14 aprile, quando i coloni israeliani e l’esercito avevano attaccato i palestinesi a Beita e Beit Dajan, ferendo almeno 58 palestinesi, compreso uno con pallottole rivestite di plastica, metodo ben documentato usato in modo letale contro i palestinesi.

La scorsa settimana i politici israeliani hanno anche proceduto a consolidare l’annessione illegale della Cisgiordania, assegnandole un budget senza precedenti di quasi 13,7 miliardi di dollari per i trasporti. Questo servirà a collegare tra loro più insediamenti in Cisgiordania a spese dei palestinesi. Il budget rappresenta quasi il 25% del totale per i trasporti dei coloni che costituiscono quasi l’8% degli israeliani. La decisione è stata promossa dal Ministro dei Trasporti israeliano Miri Regev e dal Ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich. Entrambi sono noti per il loro fedele e convinto sostegno all’ala destra del Likud e per le politiche anti-palestinesi.

Approfondimenti

Dall’inizio dell’anno l’eterna guerra sionista per Gerusalemme è entrata in una nuova fase. I tentativi israeliani di affermare il controllo sul complesso di al-Aqsa non sono una novità, ma il nuovo governo israeliano sta anche sistematicamente cercando di erodere lo status quo preesistente che tutela i diritti dei palestinesi sulla città. Le invasioni di Ben-Gvir ad al-Aqsa sono l’espressione governativa dei Fedeli del Monte del Tempio [estremisti ebraici ortodossi il cui obiettivo è ricostruire il Terzo Tempio ebraico sul Monte del Tempio e ripristinare la pratica del sacrificio rituale, ndt.] che sono stati a loro volta ulteriormente autorizzati e incoraggiati dalle politiche del nuovo governo. Tutte queste tensioni sono arrivate al culmine nell’ultimo mese, quando le festività musulmane, ebraiche e cristiane hanno coinciso.

Durante le festività musulmane e cristiane, i palestinesi affermano i loro diritti sulla città, ciò che negli ultimi anni ha portato alla nascita di una comunità, una sorta di sfera pubblica in cui l’appartenenza religiosa palestinese è politicizzata e incanalata in un confronto con le autorità coloniali. Questa è la seconda parte della dinamica dell’escalation per cui le autorità israeliane si rifiutano di consentire la mera esistenza di una presenza palestinese sovversiva e autonoma — negli anni precedenti si è già dimostrato quanto possa essere minacciosa la comunità del Ramadan, come nel caso della rivolta di Bab al-Asbat che ha portato all’allentamento delle restrizioni alla circolazione nella Città Vecchia.

Per questo motivo le autorità israeliane hanno lanciato due massicce offensive contro i palestinesi di Gerusalemme durante lo scorso mese;: il primo sui fedeli di al-Aqsa, che ha comportato pestaggi brutali e l’arresto di centinaia di persone, e il secondo contro i fedeli durante la Pasqua quando l’intera Città Vecchia è stata trasformata in una zona militare con soldati e posti di blocco sparsi ovunque.

La doppia offensiva ha chiarito una cosa: la guerra per affermare la presenza sionista in Gerusalemme è entrata in una nuova fase, la cui caratteristica principale è la fusione del fondamentalismo ebraico con il tradizionale ethos laburista sionista di “massimo di terra con il minimo di arabi”. Ma mentre la morsa su Gerusalemme si stringe, cresce il suo status di magnete politico per la mobilitazione popolare. Ciò non si vede solo nelle strade, ma ha addirittura minacciato di far sprofondare la regione in una guerra quando razzi sono stati lanciati verso Israele da Gaza e dal sud del Libano, un’azione a cui Israele ha risposto istericamente.

Sebbene questa volta non sia scoppiata una guerra anche solo il fatto che non sia scoppiata è indicativo, come il successivo allentamento delle restrizioni per i fedeli musulmani palestinesi durante gli ultimi giorni del Ramadan. Semmai dimostra la paura israeliana della risposta palestinese (e araba) ad ampio raggio che potrebbe essere scatenata dalle sue provocazioni a Gerusalemme.

Il guaio è che, mentre queste provocazioni continueranno senza dubbio a buttare benzina sul fuoco, le autorità coloniali non possono fare a meno di continuare ad alimentare le fiamme. Gli interessi dei coloni hanno monopolizzato lo Stato sionista e l’emergere di una comunità palestinese a Gerusalemme è troppo minacciosa perché la si permetta.

Tutto ciò crea tensioni sociali e politiche che rendono inevitabile la continuazione dell’eterna guerra per Gerusalemme.

Numeri chiave

• Più di 100 palestinesi sono stati uccisi dall’inizio dell’anno.

• Almeno 50 palestinesi sono stati arrestati dalle forze israeliane la scorsa settimana.

• Ci sono attualmente 4900 detenuti politici palestinesi, 19 dei quali hanno un’età compresa tra i 12 e i 17 anni, dieci dei quali sono detenuti senza processo o accusa.

(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)




Le forze israeliane uccidono un palestinese in un raid nel campo di Gerico

Redazione di Middle East Eye

24 aprile 2023 Middle East Eye

Suleiman Ayesh, 20 anni, è stato ucciso durante un raid militare nel campo di Aqabat Jaber in Cisgiordania

Lunedì in una incursione nella Cisgiordania occupata le forze israeliane hanno ucciso un palestinese e ferito altri tre.

Il ministero della salute palestinese ha identificato la persona morta come Suleiman Ayesh, 20 anni. Le forze israeliane hanno preso d’assalto il campo di Aqabat Jaber vicino a Gerico in quella che l’esercito ha definito una “operazione antiterrorismo” e hanno arrestato un “sospetto ricercato”.

Il Palestine Prisoners Club ha detto che Ibrahim al-Habash e Hossam Faraj sono stati arrestati durante il raid

L’esercito israeliano ha anche affermato che due “sospetti” sono stati visti fuggire dalla scena, a questo punto i soldati israeliani hanno risposto sparando proiettili veri. I soldati israeliani hanno fatto fuoco contro i residenti del campo anche con pallottole, bombe sonore e gas lacrimogeni.

Il governatore di Gerico e della Valle del Giordano, Jihad Abu al-Assal, ha affermato che l’esercito israeliano sta detenendo il corpo di Ayesh, in linea con la pratica usuale di trattenere i corpi dei palestinesi uccisi durante i raid dell’esercito o presunti attacchi contro gli israeliani.

Testimoni oculari hanno riferito che le forze israeliane hanno preso d’assalto il campo profughi di Aqabat Jaber e hanno preso posizione sui tetti di alcune case. Hanno anche perquisito e manomesso il contenuto di dozzine di abitazioni, sottoponendo i residenti a indagini sul campo dopo averli trattenuti per ore.

L’esercito israeliano ha anche eretto posti di blocco militari e chiuso tutti gli ingressi a Gerico per il terzo giorno consecutivo, ostacolando il movimento dei palestinesi.

Questo incidente porta a 99 il numero totale di palestinesi uccisi dalle forze e dai coloni israeliani dall’inizio di quest’anno, inclusi 16 minori, con sei morti dall’inizio di aprile.

Quest’anno diciannove israeliani e un ucraino sono stati finora uccisi da palestinesi.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)




Uomo colpito a morte a Gerusalemme dopo aver investito con l’auto dei civili

Redazione Al Jazeera

24 aprile 2023 – Al Jazeera

Le autorità israeliane comunicano che nell’incidente sono state ferite almeno cinque persone, compreso un settantenne.

La polizia israeliana ha affermato che un palestinese ha diretto la sua auto sulla folla in una strada di Gerusalemme, ferendo cinque persone, prima di essere colpito a morte da un passante.

Lunedì, alcune ore prima, le truppe israeliane hanno ucciso un palestinese durante un’incursione nella Cisgiordania occupata, l’ultimo di una lunga serie di incidenti nel corso di una recrudescenza di violenze nell’ultimo anno.

Il servizio di ambulanza di Israele ha detto di aver curato cinque persone ferite dall’auto, compreso un anziano di 70 anni che versa in condizioni gravi ma stabili, prima di trasferirle ad un ospedale.

Dei video diffusi dall’agenzia di notizie Reuters mostrano un uomo sul cofano di un’auto fermata in mezzo alla strada mentre si sentono degli spari.

Parlando in apertura delle cerimonie di commemorazione dei soldati israeliani caduti, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha detto che il guidatore dell’auto, un trentenne di Gerusalemme est, ha cercato deliberatamente di investire dei civili.

Questo attacco terroristico, in questo luogo, in questo momento, ci ricorda che la terra di Israele e lo Stato di Israele sono stati ottenuti attraverso molte prove e tribolazioni”, ha affermato.

Violenza crescente

Quest’anno la violenza tra israeliani e palestinesi si è intensificata, con frequenti incursioni militari e violenze dei coloni israeliani a fronte di una serie di attacchi palestinesi. Da gennaio sono stati uccisi più di 90 palestinesi e almeno 19 israeliani e stranieri.

Lunedì mattina le forze israeliane hanno ucciso un palestinese durante un’incursione nel campo profughi di Aqabat Jabr, vicino alla città cisgiordana di Gerico.

Durante l’azione due sospetti sono stati visti fuggire dalla scena. I soldati hanno risposto con proiettili veri. I colpiti sono stati identificati”, ha dichiarato l’esercito. Non ha specificato perché i due palestinesi siano stati presi di mira.

L’agenzia di notizie ufficiale palestinese WAFA ha citato il governatore di Gerico, secondo cui un uomo è stato colpito a morte e altri tre feriti dalle truppe.

La dichiarazione del governatore afferma che l’esercito non ha consegnato il corpo dell’uomo alla sua famiglia.

Dal canto suo l’Associazione Palestinese di Difesa dei Prigionieri ha detto che nella notte e nella mattina di lunedì le forze di sicurezza israeliane hanno eseguito 30 arresti in Cisgiordania.

Israele ha occupato la Cisgiordania e Gerusalemme est, che i palestinesi rivendicano come cuore di un futuro Stato indipendente, durante la guerra del Medio Oriente del 1967. Da allora ha annesso Gerusalemme est con un’iniziativa non riconosciuta a livello internazionale.

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)




Rapporto OCHA del periodo 28 marzo – 18 aprile 2023

https://www.ochaopt.org/poc/28-march-17-april-2023

1). In Cisgiordania le forze israeliane hanno ucciso sei palestinesi, tra cui un minore, durante operazioni di ricerca-arresto e altre operazioni delle forze israeliane, alcune delle quali, secondo quanto riferito, hanno comportato uno scontro a fuoco con palestinesi; un altro palestinese è morto per le ferite riportate (seguono dettagli).

Il 28 marzo, un palestinese è morto per le ferite riportate il 22 febbraio quando è stato colpito, con proiettili veri, dalle forze israeliane che operavano nella città di Nablus. Ciò porta a 12 il numero di vittime di quell’episodio; il numero più alto di vittime palestinesi in un singolo caso occorso in Cisgiordania, da quando, nel 2005, l’OCHA ha iniziato a registrare le vittime.

Il 3 aprile, forze israeliane hanno fatto irruzione nella città di Nablus per arrestare i palestinesi coinvolti nella sparatoria, avvenuta a Huwwara il 25 marzo, in cui furono feriti due soldati israeliani. Durante l’operazione, le forze israeliane hanno avuto uno scontro a fuoco con palestinesi, uccidendone due. Successivamente, le forze israeliane hanno sparato proiettili veri, proiettili di gomma e lacrimogeni contro palestinesi che lanciavano pietre contro di loro; 56 palestinesi sono rimasti feriti e due sono stati arrestati. Durante l’operazione, le forze israeliane hanno ostacolato il lavoro dei paramedici e un’ambulanza è stata colpita da lacrimogeni.

Il 10 aprile, durante un’operazione di ricerca-arresto condotta nel Campo profughi di Aqbat Jaber (Gerico), le forze israeliane hanno ucciso un ragazzo palestinese di 15 anni e ne hanno ferito altri due con munizioni vere; durante tale operazione i palestinesi hanno lanciato pietre e le forze israeliane hanno sparato proiettili veri, proiettili di gomma e lacrimogeni. Ad oggi, nel 2023, in Cisgiordania, il numero totale di minori palestinesi uccisi dalle forze israeliane è 17; nel 2022, in un periodo equivalente, erano state 8.

L’11 aprile, vicino a Deir al Hatab villaggio (Nablus), le forze israeliane hanno ucciso due palestinesi e ne hanno ferito un altro. Secondo l’esercito israeliano, prima che le forze israeliane di stanza nelle vicinanze sparassero al loro veicolo, i palestinesi avevano aperto il fuoco contro una postazione militare all’ingresso dell’insediamento colonico di Elon Moreh.

L’8 aprile, all’ingresso del villaggio di Azzun (Qalqiliya), le forze israeliane hanno sparato e ucciso con proiettili veri un palestinese; le prime informazioni provenienti da Organizzazioni per i diritti umani indicano che l’uomo fosse tra i palestinesi che lanciavano petardi contro le forze israeliane posizionate a un checkpoint all’ingresso del villaggio.

Durante il primo trimestre del 2023, il numero di palestinesi uccisi dalle forze israeliane (84) è stato quasi quattro volte superiore rispetto allo stesso periodo del 2022 (22).

2). Un palestinese è stato ucciso e quattro soldati israeliani sono rimasti feriti in due episodi avvenuti a Hebron e a Gerusalemme (seguono dettagli).

Il 1° aprile, a un checkpoint militare israeliano posizionato all’ingresso di Beit Ummar (Hebron), un palestinese ha speronato con un veicolo tre soldati israeliani, ferendoli; successivamente l’uomo è stato colpito e ucciso dalle forze israeliane. Ad oggi, in Cisgiordania, nel 2022, nove palestinesi sono stati colpiti e uccisi dalle forze israeliane mentre attaccavano o presumibilmente tentavano di attaccare forze israeliane.

Il 1° aprile, nei pressi di uno dei cancelli che conducono alla moschea di Al Aqsa, nella Città Vecchia di Gerusalemme, un agente di polizia israeliano ha ucciso un cittadino palestinese di Israele. Secondo la polizia israeliana, l’uomo aveva afferrato l’arma di un agente di polizia e gli aveva sparato due volte. Testimoni oculari contestano questo racconto; inoltre non è stato reso disponibile alcun filmato della telecamera di sorveglianza. Le autorità israeliane hanno aperto un’inchiesta sulla sparatoria. Inoltre, lo stesso giorno, vicino a Jaba’ Junction, a nord-est di Gerusalemme, un uomo armato, ritenuto palestinese, ha aperto il fuoco contro forze israeliane ed è fuggito. Secondo i media israeliani un soldato israeliano è rimasto ferito.

3). Il 7 aprile, tre coloni israeliani, una madre e le due figlie, una delle quali minorenne, mentre percorrevano la Strada 57 nella Valle del Giordano (Tubas), sono state uccise da un uomo armato, ritenuto palestinese. Le due sorelle sono state uccise sul colpo mentre la madre è deceduta tre giorni dopo per le ferite riportate. L’aggressore è fuggito. Le forze israeliane hanno avviato una caccia all’uomo, bloccando le strade principali nella Valle del Giordano. Ciò porta a diciotto il numero di israeliani uccisi, finora, nel 2023, in Cisgiordania, Gerusalemme est e Israele; oltre a un cittadino straniero e un soldato. Nel 2022, in un periodo equivalente, furono sei.

4). In Cisgiordania, sono stati feriti dalle forze israeliane 567 palestinesi (tra cui almeno 91 minori), 25 dei quali sono stati colpiti da proiettili veri (seguono dettagli). Ventisette palestinesi sono rimasti feriti durante 18 operazioni di ricerca-arresto e altre operazioni condotte dalle forze israeliane in più località, oltre ai 56 palestinesi feriti a Nablus e Gerico (vedi sopra).

Altri 43 feriti sono stati segnalati nelle vicinanze della Moschea di Al Aqsa, nella Città Vecchia di Gerusalemme (vedi sotto). In sei episodi, registrati nelle Comunità palestinesi di Qaryut (Nablus), Deir Ballut (Salfit) e Surif ( Hebron), le forze israeliane hanno ferito 41 palestinesi, a seguito dell’ingresso (all’interno delle Comunità) di coloni israeliani, accompagnati dalle forze israeliane; la maggior parte dei feriti sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeno.

In altri quattro episodi, le forze israeliane hanno sparato proiettili veri e lacrimogeni contro palestinesi che lanciavano pietre contro i soldati israeliani posizionati presso torrette di osservazione militare e checkpoints volanti; altri 19 palestinesi sono stati feriti agli ingressi di Azzun (Qalqiliya), Beit Ummar (Hebron), Husan e Al Khadr (entrambi a Betlemme).

In un episodio separato, le forze israeliane hanno aggredito fisicamente e ferito un palestinese che cercava di raggiungere il suo posto di lavoro in Israele attraverso un’apertura non autorizzata nella Barriera vicino a At Tayba (Jenin). Altri 380 palestinesi sono rimasti feriti nei pressi di Beit Dajan, Beita e Huwwara (tutti a Nablus) e Kafr Qaddum (Qalqiliya) durante manifestazioni in occasione della “Giornata della Terra” e contro le restrizioni di accesso e l’espansione degli insediamenti. In una di queste manifestazioni, 216 palestinesi sono rimasti feriti dopo che le forze israeliane hanno sparato proiettili di gomma, lacrimogeni e granate assordanti; i palestinesi hanno iniziato a lanciare pietre, dopo la chiusura dell’ingresso principale del villaggio di Beita (Nablus) da parte delle forze israeliane. Ciò è avvenuto durante una marcia di coloni a sostegno della legalizzazione dell’insediamento di Evyatar, costruito su terra palestinese. Complessivamente, 448 palestinesi sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeni, 25 sono stati colpiti da proiettili veri, 53 sono stati feriti con proiettili di gomma, 35 sono stati aggrediti fisicamente, cinque sono stati colpiti da granate sonore o lacrimogeni e uno è stato colpito da un veicolo militare.

5). All’inizio del mese musulmano del Ramadan, il 24 marzo, le forze israeliane hanno intensificato la loro presenza dentro e intorno alla Città Vecchia di Gerusalemme. Durante il periodo di riferimento, in sei occasioni, la polizia israeliana ha effettuato operazioni in prossimità della Moschea di Al Aqsa nella Città Vecchia di Gerusalemme. In una di queste occasioni, nelle prime ore del 5 aprile 2023, un gran numero di forze israeliane ha fatto irruzione nella moschea Al Qibli e ha usato la forza per evacuare i palestinesi che si rifiutavano di lasciare la sala della preghiera; per la mattina seguente era previsto l’arrivo al Complesso di coloni e altri israeliani. Le forze israeliane hanno fatto irruzione nella moschea Al Qibli attraverso l’adiacente clinica sanitaria, danneggiando e distruggendo attrezzature, rifornimenti e il muro che separava la clinica dalla moschea. Le forze israeliane hanno sparato granate assordanti, proiettili con la punta gommata e bombolette di gas lacrimogeni; inoltre hanno colpito i palestinesi con manganelli, compresi minori e donne. Secondo le autorità israeliane, i palestinesi hanno lanciato pietre e petardi contro le forze israeliane che avevano fatto irruzione nella Moschea. Complessivamente, le forze israeliane hanno ferito 43 palestinesi, inclusi 12 minori, e ne hanno arrestati altri 440, inclusi 65 minori. La maggior parte dei detenuti è stata rilasciata più tardi, quello stesso giorno, ma hanno ricevuto ordini che impedivano loro di accedere alla moschea di Al Aqsa fino alla fine del Ramadan.

6). In Cisgiordania, coloni israeliani hanno ferito 17 palestinesi, tra cui tre minori, e persone conosciute o ritenute coloni hanno danneggiato proprietà palestinesi in altri 44 casi. Ciò si aggiunge al ferimento di 41 palestinesi da parte delle forze israeliane in sei episodi che hanno coinvolto coloni (seguono dettagli).

Il 29 marzo, il 2 aprile e il 12 aprile, coloni israeliani hanno aggredito fisicamente e ferito cinque palestinesi che coltivavano o pascolavano bestiame vicino a Kisan (Betlemme), Surif (Hebron) e nella Comunità di Ein al Hilwa nella valle del Giordano (Tubas); tra i feriti c’era un uomo anziano.

Altri quattro attacchi si sono verificati ad Al Khadr (Betlemme), Surif (Hebron) e Kifl Haris e Deir Ballut (entrambi a Salfit); questi hanno coinvolto coloni israeliani che hanno fatto irruzione in strutture di sostentamento, lanciando pietre, aggredendo fisicamente e ferendo cinque palestinesi, tra cui un minore, e causando danni ad almeno 18 case palestinesi e quattro veicoli.

Nella Città Vecchia di Gerusalemme, il 6 aprile, un colono israeliano ha aperto il fuoco, ferendo un palestinese di 14 anni.

Il 7 aprile, un altro colono ha aggredito fisicamente un palestinese e ha lanciato pietre contro negozi palestinesi, causando danni ad almeno cinque negozi.

In altri cinque episodi, cinque palestinesi, tra cui un bambino di nove anni, sono rimasti feriti quando coloni israeliani hanno lanciato pietre contro veicoli palestinesi che viaggiavano sulle strade vicino a Nablus, Ramallah, Gerusalemme, Hebron e Salfit.

Secondo fonti della Comunità, durante il periodo di riferimento, più di 1.200 ulivi sono stati vandalizzati su terreni palestinesi vicino agli insediamenti israeliani, anche dove l’accesso palestinese richiede l’approvazione dell’esercito israeliano; tali danni sono relativi a 14 casi, segnalati in Cisgiordania. Altre proprietà palestinesi sono state danneggiate e il bestiame ferito in 12 episodi accaduti a Ramallah, Salfit, Tubas, Betlemme, Hebron, Gerusalemme e Qalqiliya. Secondo testimoni oculari e fonti delle Comunità locali, le proprietà danneggiate includevano strutture residenziali e agricole, trattori, raccolti e una rete idrica. Nei restanti 20 casi segnalati in Cisgiordania, coloni israeliani hanno lanciato pietre, danneggiando 36 veicoli palestinesi.

7). Nei pressi dell’insediamento di Gush Etzion (Hebron), una donna palestinese ha accoltellato e ferito un colono israeliano prima di essere colpita, ferita e arrestata dalle forze israeliane. Un altro colono israeliano è stato ferito e quattro veicoli israeliani sono stati danneggiati in quattro episodi, quando persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali, hanno lanciato pietre contro veicoli israeliani che viaggiavano sulle strade della Cisgiordania.

8). Secondo dati ufficiali israeliani, il secondo, terzo e quarto venerdì di Ramadan (31 marzo, 7 aprile e 14 aprile), attraverso i tre checkpoints designati lungo la Barriera, sono entrati a Gerusalemme Est circa 240.000 palestinesi in possesso di documenti di identità della Cisgiordania. Le autorità israeliane hanno permesso agli uomini di età superiore ai 55 anni, alle donne di tutte le età e ai minori di età inferiore ai 12 anni di entrare a Gerusalemme Est senza permesso. Circa 1.130 persone su 2,2 milioni di residenti a Gaza sono riuscite a recarsi a Gerusalemme per il Ramadan e la Pasqua.

9). Le forze israeliane hanno limitato il movimento dei palestinesi in diverse altre località della Cisgiordania, interrompendo l’accesso di migliaia di persone a mezzi di sussistenza e servizi (seguono dettagli). In seguito alla sparatoria e all’uccisione di tre israeliani avvenuta il 7 aprile (vedi sopra), mentre lanciavano una caccia all’uomo per trovare l’autore, le forze israeliane hanno intensificato le restrizioni di movimento intorno alle aree nord-orientali della Valle del Giordano. Diverse strade sono state chiuse con cumuli di terra, oltre a intensi controlli di sicurezza ai checkpoints, che hanno comportato lunghi tempi di attesa per i pendolari.

Inoltre, il 9 aprile, le forze israeliane hanno installato un cancello di metallo, blocchi di cemento e un checkpoint stradale sulla strada principale che collega le Comunità di Khirbet ar Ras al Ahmar e Khirbet ‘Atuf, a sud-est di Tubas nella Valle del Giordano, ostacolando il movimento di circa 500 palestinesi.

Il 6 e il 9 aprile, le forze israeliane hanno limitato il movimento di oltre 6.000 palestinesi collocando cumuli di terra a uno degli ingressi di Qusra (Nablus) e chiudendo il cancello stradale all’ingresso di Ras Karkar (Ramallah), presumibilmente in risposta al lancio di pietre da parte di palestinesi contro veicoli israeliani. Le intensificate restrizioni di movimento erano ancora in vigore alla fine del periodo di riferimento.

10). Nell’Area C della Cisgiordania, adducendo la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, che sono quasi impossibili da ottenere per i palestinesi, le autorità israeliane hanno demolito dieci strutture palestinesi; inoltre sono stati colpiti i mezzi di sussistenza di circa 60 persone. Ciò riflette un calo significativo, dall’inizio dell’anno, del numero di strutture demolite o sequestrate(19), rispetto alla media settimanale. In coerenza con una tipica riduzione delle demolizioni israeliane durante il mese di Ramadan.

11). Nella Striscia di Gaza, tra il 5 e il 7 aprile, gruppi armati palestinesi hanno lanciato contro Israele 52 razzi e altri proiettili; 16 razzi sono stati intercettati dal sistema israeliano Iron Dome, 32 sono caduti in aree aperte nel sud di Israele e a Gaza, e due sono caduti nella città di Sderot in Israele, causando danni a una fabbrica. Secondo fonti mediche israeliane, un israeliano è rimasto ferito mentre correva verso i rifugi. Le forze israeliane hanno lanciato molteplici attacchi aerei sparando 59 missili e 7 proiettili contro siti militari appartenenti a gruppi armati della Striscia di Gaza. Non sono stati segnalati feriti palestinesi, ma i siti presi di mira sono stati danneggiati, insieme a proprietà civili, tra cui un ospedale pediatrico, una clinica, una fattoria e quattro case.

12). Sempre nella Striscia di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale israeliana o al largo della costa, in almeno 25 occasioni, le forze israeliane hanno aperto il “fuoco di avvertimento”, presumibilmente per far rispettare le restrizioni all’accesso; quattro pescatori sono stati arrestati, di cui uno anche ferito, e due pescherecci sono stati sequestrati. In due circostanza, i palestinesi hanno tenuto manifestazioni vicino alla recinzione perimetrale israeliana in commemorazione della “Giornata della terra” e in solidarietà con i fedeli recatisi a Gerusalemme. I manifestanti hanno bruciato pneumatici, hanno lanciato pietre e si sono avvicinati alla recinzione; le forze israeliane hanno sparato proiettili veri e lacrimogeni. Di conseguenza, sette palestinesi, tra cui due minori, sono rimasti feriti, di cui quattro colpiti da proiettili veri.

Questo rapporto riflette le informazioni disponibili al momento della pubblicazione. I dati più aggiornati e ulteriori analisi sono disponibili su ochaopt.org/data.

Ultimi sviluppi

Questa sezione si basa su informazioni iniziali provenienti da diverse fonti. Ulteriori dettagli confermati saranno forniti nel prossimo rapporto.

Il 18 aprile, nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme est, due israeliani sono stati colpiti e feriti; si ritiene che l’autore sia palestinese.

_______________________________________

Note a piè di pagina

1 Vengono conteggiati separatamente i palestinesi uccisi o feriti da persone che non fanno parte delle forze israeliane (ad esempio feriti da civili israeliani o colpiti da razzi palestinesi ricaduti); così come quelli la cui causa immediata di morte o l’identità dell’autore rimangono controverse, poco chiare o sconosciute.

2 In questi bollettini le vittime israeliane includono persone che sono state ferite mentre correvano ai rifugi durante gli attacchi missilistici palestinesi. I cittadini stranieri uccisi in attacchi palestinesi e le persone la cui causa immediata di morte, o l’identità dell’autore, rimangono controverse, poco chiare o sconosciute, vengono conteggiate separatamente.

La selezione dei dati dei civili da parte dell’OCHA include episodi avvenuti al di fuori dei Territori Palestinesi Occupati (TPO) solo se hanno coinvolto residenti dei Territori Palestinesi Occupati come vittime o responsabili. Durante questo periodo di riferimento, un cittadino straniero che è stato ucciso, nel Centro di Israele, da un cittadino palestinese di Israele non è stato incluso in questo rapporto, e nemmeno il cittadino palestinese di Israele, che è stato colpito e ucciso dalla polizia.

Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it




Le giustificazioni di Israele per la fucilazione – che l’Occidente si beve

Maureen Clare Murphy

The Electronic Intifada 14 Aprile 2023

Yusif Abu Jaber è stato seppellito martedì e la sua famiglia chiede risposte sulle circostanze della sua morte.

Le autorità israeliane affermano che venerdì scorso il cittadino palestinese dello Stato (di Israele) ha diretto intenzionalmente l’auto contro un gruppo di turisti sulla passeggiata a mare di Jaffa, uccidendo un italiano, prima di essere ucciso dal fuoco della polizia.

La polizia dice che, dopo che la sua auto si è ribaltata, è sembrato che Abu Jaber afferrasse un “oggetto simile a un fucile”, che in seguito ha ammesso essere una pistola giocattolo.

I famigliari di Abu Jaber vogliono che Israele consegni le riprese della videocamera registrate dagli agenti che hanno ucciso il padre di sei ragazze. Segnalano che Israele non ha pubblicato foto della pistola giocattolo che Abu Jaber avrebbe afferrato.

Una prima autopsia eseguita dall’Istituto di Israele di Medicina Legale ha stabilito che il quarantacinquenne ha avuto un ictus. I media israeliani, rimettendosi alla polizia segreta dello Shin Bet israeliano (servizi segreti interni, ndtr.), hanno riferito che questi risultati preliminari rafforzano “i sospetti che si trattasse di un attacco terroristico”, anche se dovrebbe essere necessario un esame ulteriore per accertare altre cause della possibile perdita di controllo del veicolo da parte di Abu Jaber.

L’Istituto di Medicina Legale avrebbe concluso che Alessandro Parini, il turista italiano, è stato ucciso dalla violenza dell’impatto e non ha riscontrato che sia stato ferito da arma da fuoco.

La polizia israeliana ha concluso che Abu Jaber ha investito intenzionalmente le persone con la sua auto.

E’entrato ad alta velocità nell’area della passeggiata ed ha guidato tra i blocchi di cemento per raggiungere la pista ciclabile e colpire più persone possibile”, ha detto al giornale Haaretz di Tel Aviv un alto funzionario. Dopo aver investito un primo gruppo di persone Abu Jaber “ha continuato ad accelerare investendo un altro gruppo.”

Il funzionario ha detto che dopo che l’auto di Abu Jaber si è ribaltata lui è uscito dal veicolo impugnando una pistola giocattolo. Dopo che gli hanno sparato e l’oggetto gli è caduto di mano, “ha cercato di afferrare nuovamente la pistola giocattolo, dimostrando di voler morire”, riferisce Haaretz.

La polizia israeliana ha confermato quella conclusione. In un video degli spari a Abu Jaber fatto da un passante si sente qualcuno ordinare in ebraico di dare conferma dell’uccisione.

Riecheggiando ciò che le associazioni per i diritti umani sostengono da anni, Omar Abu Jaber, fratello del guidatore ucciso, ha detto: “Il poliziotto che gli ha sparato uccidendolo ha assunto il ruolo di accusatore e giudice e lo ha condannato direttamente sul campo.”

Omar Abu Jaber ha detto che suo fratello avrebbe potuto essere arrestato da vivo ed ha sottolineato che la polizia e il Servizio nazionale di pronto soccorso israeliano Magen David Adom hanno modificato più volte la loro versione dei fatti.

Problema di credibilità della polizia israeliana

Sami Abou Shahadeh, un deputato palestinese del parlamento israeliano, ha richiesto un’indagine indipendente.

Tuttavia media internazionali, diplomatici e persino funzionari ONU hanno velocemente accettato le affermazioni della polizia israeliana sull’episodio dell’evidente esecuzione sommaria di un palestinese.

In una dichiarazione rilasciata giovedì, esperti indipendenti di diritti umani dell’ONU hanno riportato l’incidente di Jaffa con dei giri di parole. Gli esperti fanno riferimento a “attacchi mortali contro israeliani e civili internazionali”, chiedendo un’azione internazionale per bloccare il trasferimento forzato da parte di Israele dei palestinesi di Gerusalemme.

Le affermazioni della polizia israeliana dovrebbero invece essere trattate con scetticismo, data la lunga consuetudine di dare copertura a morti ingiustificate per mano dei suoi agenti.

Giovedì il procuratore di Stato di Israele ha chiuso una indagine di routine sulla sparatoria mortale della polizia contro un cittadino palestinese di Israele sulla spianata della moschea di al-Aqsa nella Città Vecchia di Gerusalemme all’inizio di aprile.

La polizia sostiene che Muhammad al-Asibi, uno studente di medicina, aveva afferrato il fucile di un poliziotto e sparato due volte, prima di essere ucciso.

Testimoni oculari hanno confutato la versione della polizia e persino degli ex poliziotti hanno espresso dei dubbi sull’affermazione che l’incidente non fosse stato ripreso da una videocamera in un’area altamente sorvegliata.

Un sorvegliante della moschea di al-Aqsa che è stato testimone degli spari ad al-Asibi ha detto che la polizia aveva sequestrato il suo cellulare e che era stato interrogato dallo Shin Bet a scopo di intimidazione.

Gideon Levy, un giornalista di Haaretz, nota che “in una registrazione audio della scena si sentono sparare 12 colpi in rapida successione in circa tre secondi”, nonostante la polizia affermi che ci fosse stata una lotta prima dei colpi iniziali presumibilmente sparati da al-Asibi e di quelli che lo hanno ucciso.

Oltre all’assenza di pause tra i colpi uditi nella registrazione, secondo Levy “è anche sconcertante il fatto che 12 pallottole abbiano colpito Mohammed, la maggior parte delle quali sparate da un secondo poliziotto, senza che nessuna di esse abbia colpito il poliziotto che avrebbe lottato con al-Asibi.”

Ahmad Tibi, un deputato palestinese nel parlamento israeliano, ha sottolineato che la polizia israeliana è pronta a diffondere filmati quando sostiene che qualcuno ha attaccato un agente.

Conosco bene la zona, ci sono cinque videocamere di registrazione ed ogni poliziotto ha una videocamera”, ha detto Tibi.

Sospettiamo che la polizia abbia coordinato i suoi testimoni. Dicono esattamente le stesse cose e questo desta veramente dei sospetti.”

Insabbiamenti e diffamazioni della polizia

Tibi ha paragonato l’uccisione di Abu Jaber a quella di Yaqoub Abu al-Qiyan e Iyad Hallaq.

In entrambi quei casi la polizia sostenne di aver ucciso qualcuno che stava compiendo o intendeva compiere un attacco, con il capo della polizia e l’allora Ministro della Pubblica Sicurezza che arrivarono a calunniare Abu al-Qiyan come terrorista dello Stato Islamico.

Anni dopo un’inchiesta indipendente rivelò una massiccia copertura dell’uccisione nel 2017 di Abu al-Qiyan durante un’azione di demolizione, anche se lo Shin Bet concluse due giorni dopo il fatto che “non vi era prova o indicazione di un attacco terroristico”, come riportato da Haaretz.

Il procuratore di Stato di Israele nel 2018 archiviò l’inchiesta sulla sua uccisione e nessuno venne indicato responsabile della morte dell’insegnante di matematica.

Un ex agente di polizia ammise in un’intervista televisiva lo scorso anno che il dipartimento investigativo ricevette pressioni dai livelli superiori per chiudere l’indagine sull’uccisione di Abu al-Qiyan.

Adalah, un’associazione che difende i diritti dei palestinesi in Israele, ha detto che quell’ammissione dimostra che gli apparati dello Stato “applicano una consolidata politica di completa immunità quando dei palestinesi vengono uccisi o feriti dalla polizia o dall’esercito di Israele.”

L’agente che ha ucciso Iyad Hallaq, un palestinese affetto da autismo ammazzato mentre andava a scuola a Gerusalemme nel 2020, è attualmente sotto processo per omicidio colposo.

Nonostante l’apparente attribuzione di responsabilità, l’agente, il cui nome non è stato reso noto, gode dell’appoggio del capo della polizia israeliana Kobi Shabtai. E nonostante sia sotto processo ha ricevuto di fatto una promozione.

Come al-Asibi e Abu Jaber, Hallaq è stato ucciso durante il Ramadan, quando l’esercito e la polizia israeliana sono in massima allerta.

E similmente al caso di al-Asibi, Israele sostiene che tutte le 10 videocamere della zona erano in qualche modo non funzionanti nel periodo in cui Hallaq venne ucciso dalla polizia mentre il suo accompagnatore li implorava di fermarsi.

I genitori di Hallaq dissero che il loro figlio spesso registrava le sue camminate verso e dalla scuola con il suo cellulare, che fu restituito alla famiglia con il contenuto cancellato, secondo Haaretz.

Ci sono forti motivi per credere che le autorità israeliane stiano occultando le prove, ha detto il legale della famiglia Hallaq.

Gli agenti “sospettarono che Hallaq fosse un terrorista perché si era fermato diverse volte guardandosi indietro mentre camminava”, ha riferito Haaretz.

Quanto al poliziotto che uccise Hallaq, “quando mi hanno detto che era affetto da problemi sono rimasto scioccato”, disse in tribunale. “Sul momento ciò che sapevo era che lui era un terrorista.”

Il processo al killer di Hallaq è un’eccezione alla “totale impunità di Israele nei confronti delle sue forze militari e di polizia, come anche dei vigilanti civili ebrei israeliani, quando dei palestinesi vengono uccisi e feriti”, secondo quanto detto da Adalah.

L’organizzazione nota che Israele non ha attribuito la responsabilità alle sue forze per l’uccisione di 13 palestinesi – tutti cittadini di Israele tranne uno – durante le proteste nell’ottobre 2000, mentre “i capi politici e delle forze dell’ordine … incitavano insistentemente contro i palestinesi cittadini dello Stato.”

Il governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu intende ristrutturare le forze di polizia e allentare ulteriormente le regole d’ingaggio, codificando al contempo la politica di quasi totale impunità.

I campioni di verità e giustizia dovrebbero pensarci due volte prima di ripetere a pappagallo le asserzioni di Israele riguardo a palestinesi uccisi dalle sue forze.

Maureen Clare Murphy è caporedattrice di The Electronic Intifada.

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)