La falsa richiesta per la “parità di diritti” maschera le opinioni suprematiste di Ben-Gvir

Foto: Amir CohenSIPA
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Michael F. Brown

13 gennaio 2023 – Electronic Intifada

Non c’è niente di nuovo nel fatto che suprematisti bianchi e coloni si approprino della nozione di uguaglianza per giustificare il loro razzismo e potere illegittimo a spese di coloro che considerano essere meno che umani.

I razzisti americani hanno usato per molto tempo lo slogan “separati ma uguali” per mascherare il brutale sistema segregazionista delle leggi ’Jim Crow’ [in vigore nel sud degli USA fra il 1877 e il 1964 per mantenere la segregazione razziale dei servizi pubblici, N.d.T.] da loro imposte sui neri ridotti in schiavitù e sui loro discendenti.

E infine i governanti bianchi suprematisti sudafricani cercarono di vendere l’apartheid non come quel dominio e sfruttamento razzista e coloniale che era, ma sostenendo che lo “sviluppo separato” avrebbe permesso ai neri sudafricani di avere pieni diritti politici nei bantustan.

Così non sorprende che in Israele Itamar Ben-Gvir e i suoi compagni razzisti anti-palestinesi abbiano adottato una strategia simile.

Ora importanti membri del nuovo governo di Benjamin Netanyahu, Ben-Gvir e company hanno cercato di presentare l’accesso degli ebrei e l’annessione e la dominazione israeliana del complesso della moschea al-Aqsa, che gli ebrei chiamano il Monte del Tempio, come un tema di “uguaglianza di diritti”.

Ben-Gvir, un discepolo del rabbino genocida anti-palestinese Meir Kahane e un fan di Baruch Goldstein, il colono ebreo che nel 1994 assassinò decine di palestinesi nella moschea di Ibrahimi a Hebron, è ora il ministro della Sicurezza Nazionale di Israele.

A questo titolo il 3 gennaio egli ha visitato il sacro sito, ostentando il suo potere sui palestinesi e godendosi sia la paura che la rabbia provocate dalla sua visione suprematista.

Dallo stesso luogo, il razzista da sempre e capo del partito Otzma Yehudit (Potere Ebraico) ha sostenuto scandalosamente che “nel governo di cui io sono un membro non ci saranno discriminazioni razziste.”

Evidentemente non stava improvvisamente caldeggiando i diritti che Israele ha da sempre negato ai palestinesi, ma parlava in modo molto specifico del suo “diritto” di impossessarsi di territori occupati.

Il leader kahanista potrebbe farcela con gli stenografi di estrema destra a Fox News e Newsweek, dove l’opinionista Josh Hammer è un razzista antipalestinese che se la spassa con l’antisemita Viktor Orbán e proprio l’anno scorso si è divertito in compagnia di Donald Trump, l’antisemita e anti-palestinese negatore dei risultati elettorali.

(Verso la fine dello scorso anno Hammer aveva criticato Trump perché si era incontrato con gli antisemiti Nick Fuentes, Milo Yiannopoulos e Kanye West, ora conosciuto come Ye, dicendo nonostante ciò che la sua organizzazione filoisraeliana preferita, la Zionist Organization of America [Organizzazione Sionista d’America, ZOA, N.d.T.] aveva “giustamente onorato” Trump per il suo “incredibile contributo durante la sua presidenza per salvaguardare il benessere, l’incolumità e la sicurezza dello Stato ebraico e del popolo ebraico.” Hammer comunque ha anche sottolineato che tiene sempre fede a un articolo scritto nell’ottobre 2020 in cui definiva Trump “il presidente più filoebraico di sempre.”)

A novembre Hammer ha ringraziato Dio per il successo elettorale di Ben-Gvir, un tizio che è stato condannato per il suo sostegno a un’organizzazione terrorista e per incitamento al razzismo.

Né Ben-Gvir né nessun altro nel governo israeliano ha alcun interesse nell’uguaglianza dei diritti, certamente non se riguardano i palestinesi. Dopotutto questa è una coalizione che si è insediata sostenendo che “il popolo ebraico ha un diritto esclusivo e indiscutibile a tutte le aree della terra di Israele.” Netanyahu cerca in modo grottesco di rendere complici delle sue azioni tutti gli ebrei attraverso un discorso che prelude all’infrazione delle leggi da parte del suo governo.

Sui diritti Ben-Gvir sta solo blaterando. Questo governo sarà lealmente impegnato a opporsi all’autodeterminazione e ai pieni diritti per i palestinesi, al diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi spossessati e al completo accesso ai luoghi religiosi a Gerusalemme. Il governo israeliano è determinato a strappare terre in favore dei coloni, negando nel contempo il diritto alla restituzione ai proprietari palestinesi di quantità sempre più grandi di terre, come accaduto a Gerusalemme Est e Ovest.

Quello che Ben-Gvir vuole, proprio come i segregazionisti americani, è il dominio perpetuo rietichettato come “uguaglianza.”

Da parte sua Zvika Fogel, parlamentare di Potere Ebraico, parlando della visita di Ben-Gvir ha minacciato il genocidio.

Se Hamas viola la pace vigente e apre il fuoco contro il territorio israeliano noi risponderemo come penso dovremmo, e sì, varrebbe la pena, perché questa sarà l’ultima guerra e dopo potremmo sederci e allevare colombe e tutti gli altri splendidi uccelli viventi.”

Tuttavia proporre il genocidio mina profondamente le affermazioni della destra estrema di essere interessata all’uguaglianza dei diritti.

Diritto internazionale e il Gran Rabbinato in Israele

Va anche ricordato che il complesso della moschea di al-Aqsa fa parte di Gerusalemme Est, territorio occupato di cui Israele si è impossessata con la forza nel 1967 e che poi ha annesso illegalmente. Come tale Israele non vi ha alcuna giurisdizione o sovranità legittima.

Ma i palestinesi sono ben consci che Israele usa fede e tradizioni ebraiche come mezzi per esercitare una sovranità politica illegittima e il controllo fisico, motivo per cui resistono alle abituali intimidazioni e violente incursioni promosse da Ben-Gvir e altri leader della destra nel complesso della moschea di al-Aqsa.

Nel 1994 dopo il massacro nella moschea Ibrahimi perpetrato da Baruch Goldstein, l’eroe di Ben-Gvir, Israele ha diviso la moschea con la forza e l’ha assegnata quasi tutta ai coloni: qui la violenza, la segregazione e la discriminazione anti-musulmana restano molto reali.

I palestinesi sanno che questo è il piano di Israele anche per Gerusalemme, specialmente poiché così tanti leader politici e religiosi ebrei israeliani sostengono il cosiddetto movimento del Tempio.

Questo movimento fanatico messianico che fruisce dei fondi del governo israeliano e del supporto dei principali leader politici e religiosi, mira a una completa acquisizione israeliana del complesso della moschea di al-Aqsa, alla distruzione delle moschee antiche che vi sorgono e alla loro sostituzione con un nuovo tempio ebraico.

Senza alcun dubbio i palestinesi ricordano bene come, immediatamente dopo l’occupazione di Gerusalemme Est nel 1967, Israele demolì il Quartiere Marocchino, risalente a 700 anni prima, che comprendeva una scuola islamica e una moschea del XII secolo per creare la cosiddetta piazza del Muro del Pianto.

È il desiderio di dominio, sovranità e controllo che guida Ben-Gvir e i suoi compari sostenitori dell’apartheid. Dalla prospettiva teologica ebraica, agli ebrei è vietato pregare o persino metter piede sul Monte del Tempio.

Infatti il Gran Rabbinato di Israele esplicitamente avverte i visitatori ebrei che “secondo la legge della Torah è severamente proibito entrare nell’area del Monte del Tempio a causa della sacralità del sito.”

In anni recenti gli attivisti di estrema destra hanno sfidato ed eroso questo divieto religioso per far progredire il loro progetto politico di impossessarsi del sito.

Ovviamente nulla di tutto ciò ha a che fare con “uguaglianza” o accesso paritario ai siti per persone di varie fedi religiose.

È un gioco di potere in linea con la determinazione di Ben-Gvir di far vedere ai palestinesi chi sono “i padroni di casa”.

Ali Abunimah ha contribuito con ricerche ed analisi.

(traduzione dall’inglese di Mirella Alessio)