Il Palestine Chronicle esamina la risposta dei media israeliani alla decisione di Abbas di annullare tutti gli accordi

L'annuncio di Abbas sul disimpegno dagli accordi con Israele
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Redazione di Palestine Chronicle

22 maggio 2020 – Palestine Chronicle

I media israeliani hanno reagito alla decisione del 19 maggio di Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, di annullare tutti gli accordi con Israele, incluso il cosiddetto coordinamento per la sicurezza, con uno “sbadiglio”, oltre alla solita retorica anti-palestinese.

Il Palestine Chronicle ha esaminato le opinioni di quattro commentatori israeliani sulle decisioni di Abbas. Sono quelle di Israel Harel (Haaretz), Ruthie Blum (Jerusalem Post), Avi Issacharoff (The Times of Israel) e Elior Levy (YNet News).

Israel Harel (Haaretz) 

Harel sembra interpretare la decisione di Abbas esclusivamente dalla prospettiva di come ciò potrebbe impattare sulla “sicurezza di Israele”. Per Harel né la pace né la giustizia fanno parte delle sue opinioni politiche. È solo preoccupato che l’interruzione del ‘coordinamento per la sicurezza’ metta in pericolo la sicurezza degli israeliani, inclusi i coloni ebrei illegali. Ma Harel non ne è preoccupato. 

Harel scrive: 

Quello che spaventa gli israeliani più degli attacchi terroristici è che Israele dovrà di nuovo prendersi la responsabilità del benessere e dell’assistenza di 2,5 milioni di palestinesi. A cosa siamo arrivati?

Chi si occupa della situazione dei palestinesi sa che l’ANP non sarà smantellata, che il coordinamento per la sicurezza non cesserà e che i missili puntati da Nablus sull’aeroporto di Ben Gurion non saranno lanciati almeno nell’immediato futuro. Israele ha imparato un paio di cose dalla sua fuga da Gaza (ma non da quella dal Libano). Quando c’è una preoccupazione reale per una bomba che sta per esplodere nell’Area A in Cisgiordania, se ne occupano il servizio di sicurezza Shin Bet e l’esercito, non il ‘coordinamento per la sicurezza.’”

Ruthie Blum (The Jerusalem Post)

Come sempre nei commenti pubblicati dai giornali di destra israeliani, le opinioni di Blum sono sprezzanti verso i palestinesi, prevedibilmente interessate solo a mostrare il senso di autocommiserazione israeliano e vittimizzazione nei suoi riferimenti all’Olocausto e alla presunta cultura ‘anti-semita’ dei palestinesi.

Blum scrive:

Mahmoud Abbas, il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, ha bisogno di materiale nuovo. Persino le mosche sul muro del suo compound a Ramallah devono aver sbadigliato martedì sera quando ha annunciato, per l’ennesima volta, che l’ANP non è più vincolata dagli accordi precedenti con Israele.

Anche se i grandi capi presenti devono aver dubitato che Abbas stia veramente per mantenere la minaccia di porre fine alla cooperazione economica e sulla sicurezza con lo Stato di Israele, non hanno potuto ammetterlo ad alta voce.

Il che ci porta alla vera ragione di questo suo ultimo concione: ricordare alla cosiddetta comunità internazionale il suo ‘dramma’ e costringere i leader arabi a simpatizzare, almeno formalmente, con le sue ultime rimostranze.

Non che sia roba nuova, naturalmente. No, Abbas ha poche carte da giocare e cerca di darsi importanza fingendo che lo scopo principale della sua vita sia di … ottenere l’indipendenza per il suo popolo e liberare dalla ‘occupazione illegale’ israeliana la Cisgiordania e Gaza.

Tramite mezzi di comunicazione e programmi scolastici rigidamente controllati, egli promuove l’idea che la ‘catastrofe’ della fondazione di Israele nel 1948 sia stata la vera ‘occupazione illegale della Palestina.’ Negazionista dell’Olocausto e allo stesso tempo uno che accusa Israele di crimini simili a quelli dei nazisti, egli incoraggia l’antisemitismo nella sua società.”

Avi Issacharoff (The Times of Israel) 

Anche se Issacharoff ha capito perché i politici israeliani non stiano prendendo sul serio le affermazioni di Abbas, egli avverte che questa volta potrebbe essere diverso. 

Issacharoff scrive:

Gli israeliani, specialmente i politici, tendono a sottovalutare le dichiarazioni altisonanti di Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese. E forse hanno ragione.

Questa volta Abbas ha agito per essere coerente con le sue parole. Dopo aver annunciato all’inizio di questa settimana che l’ANP non era più vincolata agli accordi con Israele a causa dei piani di annettere parti della Cisgiordania, Abbas ha agito per interrompere nei fatti il coordinamento per la sicurezza con Gerusalemme. Nelle ultime 24 ore fonti israeliani hanno confermato che l’ANP ha bloccato tutto il coordinamento.

Questo è un colpo di scena. A molti ‘porre fine a coordinamento’ potrebbe sembrare uno slogan senza senso. Ma un passo simile può avere importanti conseguenze sia per gli israeliani che per i palestinesi.

Per i palestinesi le forze di sicurezza palestinesi per la prevenzione si basano in gran parte su questo coordinamento. Confusioni di questo tipo sono accadute nel passato, ma è solo nelle ultime 24 ore che la polizia palestinese è stata improvvisamente sorpresa da ordini concreti di interrompere certe attività israeliane nell’Area A [sotto totale controllo dell’ANP, ndtr.].

Ignorati e umiliati ripetutamente in anni recenti da Israele e USA, i leader dell’ANP stanno mostrando i muscoli per dimostrare che sono intenzionati a giocarsi tutto, persino a danneggiare concretamente se stessi per provare che non capitoleranno davanti alle pressioni americane e israeliane.”

Elior Levy (Ynet News

Levy, come Issacharoff, ha preso piuttosto seriamente le dichiarazioni del presidente dell’ANP, definendo la sua decisione ‘un’arma apocalittica’. Ha anche analizzato le parole che Abbas ha scelto così attentamente, suggerendo che il leader palestinese ha di proposito lasciato un margine che gli permetterebbe di mantenere il ‘coordinamento per la sicurezza’ anche dopo il suo drammatico annuncio. 

Levy scrive: 

Per quanto riguarda l’ANP, se Israele vuole procedere all’annessione e ritornare ai giorni in cui doveva occuparsi di 2,5 milioni di palestinesi, gestire scuole, sistema sanitario, raccolta rifiuti, economia e sistema fognario, sono i benvenuti. 

Le armi apocalittiche si chiamano così perché si è già visto in precedenza che sono ugualmente distruttive per entrambe le parti.

Lo scioglimento dell’ANP significa anche che centinaia di migliaia di impiegati e burocrati che si sono abituati a una vita piuttosto confortevole sono ora disoccupati e probabilmente non molto contenti di rinunciare al loro stile di vita. 

Inoltre, senza l’ANP, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) perderebbe tutta la sua credibilità presso l’opinione pubblica palestinese, aprendo la porta ad Hamas, che potrebbe prendere il controllo totale della Striscia di Gaza e della Cisgiordania. 

Comunque, Abbas ha scelto le sue parole molto attentamente … garantendosi uno spazio di manovra.

Noi non siamo più vincolati dagli accordi che abbiamo firmato in precedenza” ha detto Abbas. Preso letteralmente significa che i palestinesi sono ancora obbligati, ma non ne rispondono più.

Ciò significa che la collaborazione per quanto riguarda la sicurezza è ancora in piedi e che l’OLP sta ancora lavorando con l’intelligence israeliana e la CIA.

Martedì sera i palestinesi hanno lanciato un segnale di avvertimento a Israele … Concludendo, i palestinesi stanno aspettando per vedere come si metteranno le cose. Alcuni di loro credono che tutta la storia dell’annessione andrà ad esaurirsi a causa delle sue ripercussioni sulle relazioni israeliane con la comunità internazionale.”

(traduzione dall’inglese di Mirella Alessio)