La commissione ONU sulla Palestina invita a cercare nuovi metodi per obbligare Israele a rispettare le leggi internazionali

Navy Pillay Foto: FABRICE COFFRINI/AFP
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Redazione di MEM

Martedì 14 giugno 2022 – Middle East Monitor

La commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati ha affermato ieri che la comunità internazionale deve urgentemente esplorare nuovi metodi per garantire che lo Stato di Israele rispetti il diritto internazionale.

L’ex commissaria ONU per i diritti umani Navy Pillay ha inviato al Consiglio per i diritti umani il primo rapporto della commissione sui territori palestinesi occupati e Israele.

Ha affermato che “anche noi siamo fermamente convinti che la continua occupazione del territorio palestinese, includendo Gerusalemme Est e Gaza, i 15 anni di assedio di Gaza e la pluriennale discriminazione all’interno dello Stato di Israele sono tutte collegate e non possono essere considerate separatamente”.

Dato il netto rifiuto da parte dello Stato di Israele di adottare concrete misure per implementare le conclusioni e le raccomandazioni delle precedenti commissioni, la comunità internazionale deve urgentemente esplorare nuove modalità per garantire l’ottemperanza al diritto internazionale.

L’ex giurista sudafricana ha affermato che la comunità internazionale non è riuscita a prendere significative misure per garantire il rispetto del diritto internazionale a parte di Israele obbligarlo a porre fine all’occupazione.

Pillay ha affermato che lo stato di “perpetua occupazione” della Palestina e la duratura discriminazione sia nello Stato di Israele sia in Palestina è la causa fondamentale della continua violenza.

L’ex responsabile della commissione ha affermato che “le minacce di deportazione forzata, le demolizioni, la costruzione ed espansione delle colonie, la violenza dei coloni e l’assedio di Gaza hanno contribuito e continueranno a contribuire a cicli di violenza.”

Ha affermato che la realtà perdurante da decenni porta ad un generale senso di disperazione e alla mancanza di ogni speranza tra i palestinesi in Palestina, Israele e nella diaspora.

Essi sono lasciati senza speranza di un futuro migliore che garantisca loro l’intero spettro dei diritti umani senza discriminazioni,” ha affermato Pillay.

La perdurante situazione di occupazione e discriminazione, ha spiegato, è usata dai palestinesi “che ricoprono incarichi di responsabilità” per giustificare le loro violazioni e irregolarità in violazione del diritto internazionale, incluso il fatto che l’autorità palestinese non sia riuscita a tenere le elezioni legislative e presidenziali.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)