Gaza è il terreno per testare l’industria bellica israeliana

Nabil Salem

26 settembre 2018, Middle East Monitor

Ogni giorno il governo di Israele ci presenta ulteriori prove del fatto che rappresenta e adotta un approccio aggressivo che non si preoccupa della pace, né è disposto a rispettare le leggi e le convenzioni internazionali. Fornisce anche prove del fatto che scatena guerre per il gusto di farle e per soddisfare il suo sfrenato desiderio di aggressione ed espansione, al servizio dei suoi criminali obiettivi contro gli arabi in generale e il popolo palestinese in particolare.

Benché i dirigenti israeliani abbiano generalmente nascosto gli obiettivi delle loro violente guerre sotto vari pretesti, come azioni preventive e con altre giustificazioni che cercano di proporre al mondo, è degno di nota che, nonostante le loro varie denominazioni operative, queste guerre non siano altro che quello che Israele sta facendo o pensando in merito. Ci sono guerre per altre ragioni che dimostrano la decadenza morale della classe dirigente israeliana e il livello di criminalità e di brutalità a cui è arrivata.

In un articolo dello scrittore israeliano Rogel Alpher su Haaretz, egli spiega perché Israele potrebbe scatenare un’altra guerra contro la gente di Gaza. Mentre lo Stato occupante cerca sempre di giustificare le sue aggressioni come “autodifesa”, Alpher rivela che una nuova guerra è necessaria in modo che l’industria bellica israeliana e l’esercito possano testare sul campo nuove armi e munizioni contro cavie vive. Ciò è disgustoso. Benché egli menzioni anche che tra le ragioni che potrebbero portare Israele alla guerra ci siano dispute interne e le imminenti elezioni, il fatto che si possa persino parlare di testare nuovi armamenti in questo modo è in sé criminale e potenzialmente una flagrante violazione di ogni moralità e di leggi e convenzioni internazionali. Ciò riconferma anche quello che è stato rivelato dal regista israeliano Yotam Feldman nel suo film del 2013, “The lab” [Il laboratorio], per cui non si tratta di qualcosa di veramente nuovo.

Se prendiamo in considerazione l’ingiusto assedio imposto dall’occupazione israeliana su più di due milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza, che ha trasformato l’enclave nella più grande prigione del mondo, il collaudo di armamenti israeliani nel territorio aggiunge una nuova e vergognosa dimensione ai continui crimini contro il popolo palestinese. Possiamo anche aggiungere l’uso per parecchi anni di armi vietate a livello internazionale da parte di Israele.

Sarebbe necessario molto tempo e molta fatica per elencare tutti i crimini commessi dagli israeliani contro i palestinesi da prima del 1948 [data della nascita dello Stato di Israele, ndtr.] fino ad oggi. Lo stesso Stato di Israele venne fondato su massacri di civili palestinesi da parte delle bande terroristiche sioniste. Da allora sono stati commessi crimini incalcolabili, compresi omicidi extragiudiziari, deportazioni, detenzioni arbitrarie, l’assedio e altre restrizioni ingiustificabili al movimento, colonie illegali e politiche e pratiche discriminatorie, comprese leggi apertamente razziste.

Non c’è bisogno di dire che Israele non sarebbe mai stato in grado di commettere tutti questi crimini senza l’appoggio illimitato e incondizionato di molti poteri coloniali, soprattutto degli USA, e il deliberato disprezzo per l’opinione pubblica e le leggi internazionali. Sfortunatamente sembra che tali limiti giuridici vengano usati unicamente quando fa comodo ai vincitori della Seconda Guerra Mondiale e ad altri poteri nucleari. Essi non hanno intenzione di ristabilire i diritti dei popoli oppressi, ma di giustificare la persecuzione o l’ingiustizia in base a falsi slogan e pretesti.

Di conseguenza è logico dire che Israele non smetterà di commettere i suoi crimini, ma li incrementerà finché non ci sarà una potenza araba pronta a bloccarli o una seria volontà di contenere e limitare il suo ruolo criminale nella nostra regione. Lo Stato coloniale non solo minaccia la pace e la sicurezza in Medio Oriente, ma anche quella in tutto il mondo. Il fatto di testare i suoi armamenti su obiettivi viventi nella Striscia di Gaza assediata è una chiara dimostrazione del fatto che Israele non si fermerà davanti a niente per raggiungere i propri scopi ed obiettivi.

Questo articolo è comparso per la prima volta in arabo sul “Palestinian Information Centre” [agenzia di notizie considerata vicina ad Hamas, ndtr.] il 26 settembre 2018.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Middle East Monitor.

(traduzione di Amedeo Rossi)