I manifestanti chiedono che Israele ammetta il rapimento di bambini yemeniti

2 Agosto 2019, Middle East Monitor

Alcuni Israeliani di origine yemenita hanno protestato di fronte alle residenze del presidente israeliano Reuven Rivlin e del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. La loro richiesta era il riconoscimento da parte di Israele di ciò che hanno definito come un rapimento, sostenuto dallo Stato, di bambini yemeniti durante i primi anni dell’istituzione dello Stato di Israele.

Giovedì Haaretz riportava che mercoledì sera circa 200 persone hanno preso parte alla marcia vicino alle abitazioni di Rivlin e Netanyahu.

Il giornale ha riferito che “I manifestanti portavano dei cartelli con le foto dei bambini e le date asserite in cui secondo loro i bambini sarebbero stati rapiti”.

Nel 2001 è stata costituita una commissione governativa per l’esame delle accuse di sparizione dei minori. La commissione ha successivamente concluso che “non esiste alcuna prova riguardo il rapimento sistematico di bambini yemeniti”.

Secondo il documento, “la commissione e i due precedenti comitati hanno concluso che la maggior parte dei bambini sia deceduta a causa di malattie”.

Le famiglie ed alcuni esperti legali hanno messo in dubbio l’efficacia e la professionalità della commissione e dei media che hanno pubblicato una serie di rapporti investigativi sulla questione.

Nel 2016 il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato: “La questione dei bambini yemeniti è una ferita aperta che continua a sanguinare. Molte famiglie non conoscono il destino dei bambini scomparsi e cercano la verità “.

La manifestazione è stata organizzata dalla Fondazione Amram per celebrare “una giornata di sensibilizzazione su centinaia o migliaia di bambini scomparsi nati da immigrati ebrei provenienti dallo Yemen, da altri paesi del Medio Oriente e dai Balcani”. Amram aveva annullato in precedenza un incontro programmato con il presidente israeliano Reuven Rivlin quando, riferisce Haaretz, “[lui] ha rifiutato di chiedere il riconoscimento ufficiale di ciò che la fondazione ha descritto come un’ingiustizia per queste comunità”.

Le minoranze in Israele si lamentano regolarmente di ciò che descrivono come “discriminazioni praticate nei loro confronti da parte delle istituzioni ufficiali israeliane “.

(traduzione di Aldo Lotta)