A Gaza viene ristrutturata una scuola di 800 anni fa

Entsar Abu Jahal

18 gennaio 2021 – Al-Monitor

Il ministero del Turismo e delle Antichità, il Comune e il Centro Iwan per il Patrimonio Culturale di Gaza hanno lanciato un’iniziativa con alcuni attivisti per ristrutturare un’antica scuola nel centro storico di Gaza City, con lo scopo di preservare il patrimonio culturale dell’enclave e rendere consapevoli i palestinesi dell’importanza della cultura.

Gaza City, Striscia di Gaza – All’inizio di dicembre un gruppo di giovani artisti ed attivisti della Striscia di Gaza, insieme al ministero del Turismo e delle Antichità, al Comune di Gaza e al Centro Iwan per il Patrimonio Culturale, ha avviato un’iniziativa per ristrutturare la scuola Kamalaia nel centro storico di Gaza City.

L’iniziativa, denominata “Baytkom Amer” (approssimativamente traducibile con “la nostra casa sarà sempre felice”) è parte del progetto per la Cultura, l’Arte e la Partecipazione della Comunità, che promuove la conservazione del patrimonio culturale della Città Vecchia, con particolare riguardo al potenziamento del dialogo comunitario e della sensibilizzazione sull’importanza della cultura che contribuisce a questo dialogo.

Il progetto è finanziato dalla Fondazione Abdul Mohsin al-Qattan [Ong palestinese con sede a Londra, ndtr.] e dall’Agenzia Svizzera per lo Sviluppo e la Cooperazione.

Il coordinatore dell’iniziativa, Abdullah al-Razi, ha detto ad Al-Monitor che la scuola Kamalaia, che si trova nel cuore della Città Vecchia ed è stata chiusa negli anni ’70, ha circa 800 anni, in quanto risalente all’epoca dei Mamelucchi. È stata costruita con antiche pietre calcaree su un’area di 800 m2. Ha spiegato che la scuola è stata abbandonata per molto tempo e trasformata in discarica per il quartiere, mentre, data la sua collocazione strategica, da molte parti si voleva sfruttare l’edificio e trasformarlo in complesso residenziale o commerciale.

Razi ha affermato che l’iniziativa si inserisce nel quadro della conservazione del patrimonio culturale della Città Vecchia, ricca di reperti antichi e di testimonianze storiche, allo scopo di attivare il dibattito nella comunità, adottare un edificio del patrimonio culturale e rafforzare i legami comunitari. Aggiunge che l’iniziativa coinvolge un gruppo di artisti e di attivisti competenti, così come vari volontari della zona.

“La scuola Kamalaia è considerata parte del lavoro sul patrimonio architettonico abbandonato, come una fondamentale questione nazionale, e parte della responsabilità individuale e collettiva, intesa a sensibilizzare riguardo all’importanza della conservazione del patrimonio del centro storico,” ha notato.

Razi ha aggiunto che la prima fase dell’iniziativa è stata ripulire il cortile della scuola, le sue stanze e corridoi, oltre a qualche lavoro di restauro di tre aule fatiscenti e dei muri perimetrali per garantire la sicurezza dell’edificio e dei suoi futuri inquilini. Questa prima fase è praticamente completata e sarà seguita dall’avvio di attività culturali e artistiche nell’edificio della scuola.

“Abbiamo ricevuto un finanziamento di 20.000 dollari, che non sono sufficienti per ristrutturare tutta la scuola. Questa cifra è destinata a lavori di restauro e alle attività,” dice Razi.

Ha spiegato che gli interventi previsti dall’iniziativa includono incontri, laboratori tecnici, riunioni serali, mostre e campagne sul campo, nel tentativo di sensibilizzare i palestinesi riguardo al patrimonio culturale e ad edifici antichi nella Striscia di Gaza e di coinvolgerli nei processi di salvaguardia di tali monumenti.

Commentando le difficoltà del progetto, Razi ha affermato che si è trattato di una duplice sfida – una relativa ai problemi con la proprietà dell’edificio e un’altra riguardante i problemi della comunità. “Abbiamo un lungo cammino da fare per arrivare a un cambiamento culturale, artistico e storico, che può essere fatto dalla comunità attraverso questa iniziativa.”

Razi spera che il progetto, in base all’arrivo dei fondi della durata prevista di 10 mesi, sarà sostenibile dopo questo periodo grazie al patrocinio da parte di organizzazioni non governative locali e internazionali.

Hussein Odeh, capo dell’ufficio del Comune di Gaza per le pubbliche relazioni, ha detto ad Al-Monitor che riguardo alla proprietà della scuola c’è stata una discussione tra il Comune, il ministero del Turismo e delle Antichità e il ministero del Patrimonio. “Senza citare il fatto che anche alcuni abitanti ne rivendicano la proprietà. Questi problemi hanno portato all’abbandono della scuola, che è diventata una discarica di quartiere. L’iniziativa giocherà un ruolo nel mettere insieme i vari punti di vista, in quanto tutte le parti promuovono l’interesse pubblico attraverso investimenti a favore dei servizi alla comunità,” ha affermato, alludendo ai problemi di proprietà che devono ancora essere risolti.

“Come parte dell’iniziativa è stato firmato un protocollo d’intesa con la municipalità, in cui provvediamo ad ogni servizio necessario come la pulizia, lo sgombero della spazzatura, l’allacciamento al servizio idrico e il coordinamento con la compagnia elettrica per fornire energia alla scuola,” ha affermato Odeh. “Il gruppo di lavoro ha un piano per il riciclaggio dei rifiuti ambientali, per cui abbiamo aperto loro i depositi comunali.”

Jamal Abu Raida, direttore del Dipartimento delle Antichità e del Patrimonio storico del ministero del Turismo e delle Antichità a Gaza, ha detto ad Al-Monitor che il gruppo di lavoro ha firmato un protocollo d’intesa con il ministero per tenere laboratori e seminari educativi e artistici nella scuola, nel tentativo di sensibilizzare i cittadini sull’importanza delle antichità come parte del patrimonio culturale dei palestinesi.

“Il ministero accoglie positivamente ogni iniziativa della comunità riguardante il restauro di monumenti e resti storici, sempre che ciò venga fatto con la supervisione del ministero e non pregiudichi le caratteristiche del monumento,” ha affermato.

Abu Raida ha sottolineato che il blocco israeliano contro la Striscia di Gaza, in atto dal 2006, ha influenzato negativamente i progetti di restauro e la conservazione di luoghi archeologici nell’enclave costiera, soprattutto perché questi lavori richiedono notevoli somme di denaro che il governo non può fornire. Ha spiegato che per simili progetti il ministero si basa su finanziamenti internazionali.

“Il governo non può destinare un bilancio stimato a milioni di dollari per il restauro di siti archeologici, in quanto per ora questa non è una priorità a causa della difficile situazione finanziaria,” ha aggiunto Abu Raida.

Ahmad al-Astal, direttore del Centro Iwan, ha detto ad Al-Monitor di aver realizzato lavori di restauro solo nelle parti pericolanti della scuola per poter ricevere in sicurezza visitatori e tenervi eventi. Ha affermato che l’iniziativa intende far rivivere questo antico monumento per ottenere finalmente il finanziamento necessario per restaurarlo interamente, notando che a questo scopo è stato preparato un progetto da presentare a donatori internazionali.

“Il finanziamento è la parte più complessa dell’iniziativa, in quanto è difficile convincere i donatori a causa della divisione tra i palestinesi. Per non parlare delle sfide per educare la comunità riguardo all’importanza di preservare il patrimonio culturale. Stiamo lavorando con le autorità coinvolte e competenti per distribuire istruzioni e regolamenti sulla protezione di reperti antichi a Gaza,” ha sottolineato.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)