Le forze israeliane uccidono una giornalista palestinese vicino ad un campo profughi nella Cisgiordania
Redazione di Middle East Eye
Mercoledì 1 giugno 2022 – Middle East Eye
La famiglia di Ghufran Harun Warasneh di 31 anni afferma che lei si stava dirigendo verso la sede di una rete multimediale locale dove aveva cominciato un nuovo lavoro quando è stata colpita da un soldato israeliano.
Mercoledì nella città di Hebron, nella Cisgiordania occupata, le forze di sicurezza israeliane hanno colpito a morte una giornalista palestinese mentre si stava recando nella sede di un media locale dove aveva cominciato un nuovo lavoro.
Il ministero della sanità palestinese ha affermato che Ghufran Harun Warasneh, di 31 anni, è stata colpita al torace vicino al campo profughi di al-Arroub e dichiarata morta successivamente in ospedale.
Un testimone anonimo ha affermato all’agenzia palestinese di notizie Wafa che Warasneh stava camminando verso la strada principale quando due soldati che presidiavano un checkpoint militare le hanno chiesto di avvicinarsi prima che uno di loro la colpisse.
L’esercito israeliano ha affermato in una dichiarazione che “un aggressore armato di coltello si è diretto verso un soldato che stava facendo gli ordinari controlli di sicurezza sulla Route 60. I soldati hanno risposto sparando”.
La Mezzaluna rossa palestinese ha affermato che le forze di sicurezza israeliane presenti sulla scena hanno impedito ai suoi medici di raggiungere Warasneh per 20 minuti prima che riuscissero a trasferirla all’ospedale al-Ahli di Hebron.
Warasneh aveva iniziato a lavorare con l’agenzia locale di notizie Dream questa settimana e si suppone che mercoledì fosse al suo terzo giorno del nuovo lavoro.
Laureata alla scuola di giornalismo della università di Hebron, Warasneh aveva lavorato con alcune agenzie locali prima di passare alla Dream.
Sua madre ha riferito all’agenzia Wafa che Warasneh era stata precedentemente arrestata e detenuta per tre mesi per il suo servizio su una manifestazione pro-Palestina a gennaio e la sua attrezzatura fotografica era stata distrutta.
La madre di Warasneh (che è rimasta anonima) ha riferito all’agenzia Wafa che “Ghufran ha lasciato la casa presto per arrivare al lavoro in orario.
Ma poco dopo abbiamo sentito che gli occupanti [le forze israeliane, ndt.] avevano colpito a morte una donna all’ingresso del campo, ma abbiamo saputo molto tempo dopo che era mia figlia
La notizia è stata scioccante.”
Obiettivo: giornaliste donne
La giornalista palestinese Merfat Sadiq ha detto a Middle East Eye che la morte di Ghufran è stata “dolorosa” e parte della intensificazione degli attacchi contro i giornalisti palestinesi nell’ultimo anno.
Sadiq ha detto che “sembra che in particolare le giornaliste donne siano considerate un obiettivo più facile, Abbiamo osservato questo due giorni fa con ripetuti attacchi contro giornaliste donne che stavano seguendo la marcia delle bandiere a Gerusalemme e a Nablus.
La giornalista Ranin Sawaftah è stata colpita direttamente con una raffica di gas lacrimogeni.
L’accusa di un tentativo di aggressione non è credibile, il soldato avrebbe potuto arrestarla o spaventarla. Lei era vicina a loro, tuttavia è stata colpita nella parte superiore del corpo come le immagini hanno mostrato. È stato un assassinio premeditato,” ha aggiunto.
Il ministero degli esteri palestinese ha condannato l’assassinio come una “esecuzione sul campo”.
“Stava andando verso il luogo di lavoro e lì non c’erano incidenti né pericoli per i colpevoli [della sua uccisione, ndt.]”, ha affermato in un comunicato.
Finora quest’anno le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso più di 50 palestinesi nella Cisgiordania occupata, inclusa la famosa giornalista Shireen Abu Akleh.
Venerdì le forze israeliane hanno colpito a morte un quindicenne palestinese vicino Betlemme, dopo uno scontro scoppiato tra gli abitanti di al-Khader e i soldati che hanno preso d’assalto la città per “mettere in sicurezza un incrocio vicino alla colonia illegale di Efrat”, secondo i media israeliani.
Ghonaim è il quindicesimo adolescente palestinese ucciso dal fuoco israeliano quest’anno.
Due giorni prima Gaith Yamin, di 16 anni, è stato ucciso dai soldati israeliani mentre proteggevano l’arrivo dei coloni israeliani alla tomba di Giuseppe, nei sobborghi di Nablus, città della Cisgiordania, un sito venerato da musulmani ed ebrei e un continuo luogo di conflitto tra palestinesi e israeliani.
(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)