La vergognosa “Lista nera” delle Nazioni Unite: equivalenza tra colpevole israeliano e vittima palestinese

Ramzy Baroud

18 luglio 2022 – Middle East Monitor

“Ci dispiace di non essere riusciti a proteggerti.”Questa frase fa parte di una dichiarazione rilasciata dagli esperti dei diritti umani delle Nazioni Unite il 14 luglio, in cui si esorta il governo israeliano a rilasciare il prigioniero palestinese Ahmad Manasra. Arrestato e torturato dalle forze israeliane a soli 14 anni, Manasra ora ha 20 anni. Il suo caso è una raffigurazione del trattamento complessivamente disumano che Israele riserva ai minori palestinesi.

La dichiarazione degli esperti è forte e sincera. Accusa Israele di aver privato il giovane Manasra “della sua infanzia, dell’ambiente familiare, della protezione e di tutti i diritti che avrebbero dovuto garantirgli da piccolo”. Definisce il caso come “inquietante”, considerando le “condizioni mentali in via di deterioramento” di Manasra. La dichiarazione va oltre, affermando che questo caso … è una macchia su tutti noi come parte della comunità internazionale per i diritti umani”.

La condanna di Israele per il maltrattamento dei minorenni palestinesi, che siano quelli sotto assedio nella Gaza colpita dalla guerra o sotto occupazione militare e apartheid nel resto dei territori occupati in Cisgiordania e Gerusalemme est, è usuale.

Eppure, in qualche modo, a Israele è stato comunque risparmiato un posto nell’elenco poco lusinghiero, pubblicato ogni anno dal Segretario generale delle Nazioni Unite, che cita e denuncia pubblicamente governi e gruppi che commettono gravi violazioni contro bambini e minori in qualsiasi parte del mondo.

Stranamente il rapporto riconosce il raccapricciante primato di Israele nella violazione dei diritti dei minorenni in Palestina. Descrive in dettaglio alcune di queste violazioni, che i collaboratori delle Nazioni Unite hanno verificato direttamente. Ciò include “2.934 gravi violazioni contro 1.208 minorenni palestinesi” solo nel 2021. Tuttavia, il rapporto equipara il primato di Israele, uno dei più tristi al mondo, a quello dei palestinesi, cioè al fatto che in tutto il 2021 9 minorenni israeliani sono stati vittime della violenza palestinese.

Sebbene provocare volutamente dei danni nei confronti di anche solo un minore sia deplorevole indipendentemente dalle circostanze o dall’autore, è sbalorditivo che il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres abbia ritenuto appropriato equiparare l’evento abituale delle violazioni sistematiche perpetrate dall’esercito israeliano ai danni recati, intenzionalmente o meno, ai 9 minori israeliani da gruppi armati palestinesi.

Occupandosi dell’evidente discrepanza tra le vittime minorenni palestinesi e quelle israeliane, il rapporto delle Nazioni Unite ha raggruppato tutte le categorie per distrarre dall’identità dell’autore, riducendo così l’attenzione sui crimini israeliani. Ad esempio, il rapporto afferma che un totale di 88 bambini sono stati uccisi in tutta la Palestina, di cui 69 a Gaza e 17 in Cisgiordania e Gerusalemme est. Tuttavia, il rapporto analizza questi omicidi in modo tale da mettere assieme i minori palestinesi e israeliani come se si cercasse intenzionalmente di confondere il lettore. Con una lettura attenta si scopre che tutti questi omicidi, tranne due, sono stati perpetrati dalle forze israeliane.

Inoltre il rapporto utilizza la stessa logica per analizzare il numero di minori mutilati nel conflitto, sebbene dei 1.128 mutilati solo 7 fossero israeliani. Dei restanti, 661 sono stati mutilati a Gaza e 464 in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est.

Il rapporto prosegue incolpando “gruppi armati palestinesi” per alcune delle vittime palestinesi, che sarebbero rimaste ferite a seguito di “incidenti che hanno coinvolto minorenni che si trovavano nei pressi di esercitazioni militari”. Supponendo che sia così, incidenti di questa natura non possono essere considerati “gravi violazioni” in quanto, secondo la stessa definizione dell’ONU, sono accidentali.

L’analisi confusa di questi dati, tuttavia, non è di per sé casuale, in quanto ha concesso a Guterres la possibilità di dichiarare che “se la situazione si ripetesse nel 2022 senza miglioramenti significativi, Israele dovrebbe essere inserito nell’elenco”.

Peggio ancora, il rapporto di Guterres è andato oltre nel rassicurare gli israeliani che sono sulla strada giusta affermando che “finora quest’anno non abbiamo assistito a un numero simile di violazioni”, come a suggerire che il governo israeliano di destra di Naftali Bennett e Yair Lapid ha volutamente cambiato la politica riguardo a individuare come bersaglio minori palestinesi. Naturalmente non esiste nessuna prova di questo tipo.

Il 27 giugno, Defense for Children International-Palestine (DCIP) [ONG internazionale impegnata nella promozione e difesa dei diritti del fanciullo, ndt.] ha riferito che dall’inizio del 2022 Israele “ha intensificato le sue aggressioni” contro i minori in Cisgiordania e a Gerusalemme est. Il DCIP ha confermato che ben 15 minorenni palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane nei primi sei mesi del 2022, quasi lo stesso numero di morti nelle stesse zone nel corso dell’intero anno precedente. Questa cifra include 5 minori nella sola città occupata di Jenin. Israele ha anche preso di mira i giornalisti che hanno tentato di riferire su queste violazioni, tra cui la giornalista palestinese Shireen Abu Akleh, che è stata uccisa l’11 maggio, e Ali Samoudi, che è stato colpito alla schiena lo stesso giorno.

Si può dire molto di più, ovviamente, sull’assedio di centinaia di migliaia di minorenni nella Striscia di Gaza, nota come la “prigione a cielo aperto più grande del mondo”, e molti altri nella Cisgiordania occupata. La mancanza di diritti umani fondamentali, comprese le medicine salvavita e, nel caso di Gaza, l’acqua potabile, non suggerisce alcun tangibile miglioramento nel bilancio di Israele per quanto riguarda i diritti dei minori palestinesi.

Se pensate che il rapporto delle Nazioni Unite sia un passo nella giusta direzione, ricredetevi. Il 2014 è stato uno degli anni più tragici per i minori palestinesi in cui, secondo un precedente rapporto delle Nazioni Unite, 557 minorenni sono stati uccisi e 4.249 feriti, la stragrande maggioranza dei quali è stata presa di mira durante la guerra israeliana a Gaza. Human Rights Watch [ONG internazionale che si occupa dei diritti umani, ndt.] ha affermato che il numero di palestinesi uccisi “è stato in quell’anno il terzo più alto al mondo”. Tuttavia Israele non è stato inserito nella “Lista della vergogna” delle Nazioni Unite. Il messaggio chiaro qui è che Israele può prendere di mira i bambini palestinesi a suo piacimento, poiché non dovrà scontare alcuna conseguenza legale, politica o morale per le sue azioni.

Questo non è ciò che i palestinesi si aspettano dalle Nazioni Unite, un’organizzazione che presumibilmente esiste per porre fine ai conflitti armati e portare pace e sicurezza per tutti. Per ora, il messaggio inviato dalla più grande istituzione internazionale del mondo a Manasra e al resto dei minori palestinesi rimane invariato: “Siamo spiacenti di non essere riusciti a proteggervi”.

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Middle East Monitor.

(traduzione dall’Inglese di Aldo Lotta)