1- Durante il periodo di riferimento, nel territorio palestinese occupato e a Gerusalemme ovest, sono stati uccisi tredici palestinesi e due israeliani; 307 palestinesi e 21 israeliani sono rimasti feriti. In Cisgiordania, su media mensile, il 2022 è stato l’anno più mortifero per i palestinesi da quando, nel 2005, le Nazioni Unite iniziarono a registrare sistematicamente le vittime.
2- Durante operazioni di ricerca-arresto, le forze israeliane hanno ucciso sette palestinesi; un altro è morto per le ferite riportate durante una precedente operazione (seguono dettagli). Il 23 novembre, un palestinese è deceduto per le ferite riportate il 24 luglio durante un’operazione di ricerca-arresto e uno scontro a fuoco tra forze israeliane e palestinesi avvenuta nella Città Vecchia di Nablus.
Il 28 novembre, nel corso di un’operazione di ricerca-arresto condotta nella città di Beit Ummar (Hebron), sono scoppiati scontri tra palestinesi e forze israeliane e un palestinese è stato ucciso dalle forze israeliane mentre si trovava fuori dalla propria abitazione. Durante lo stesso episodio, 18 palestinesi sono rimasti feriti, di cui nove con proiettili veri; un’ambulanza ha subito danni e le forze israeliane hanno fatto irruzione in una clinica, arrestando un medico che stava curando i feriti.
Il 29 novembre, nel villaggio di Kafr Ein (Ramallah), durante un’operazione di ricerca-arresto e i conseguenti scontri, due palestinesi (fratelli) sono stati uccisi dalle forze israeliane con proiettili veri, quattro sono rimasti feriti e quattro sono stati arrestati. Le prime informazioni indicano che uno dei fratelli, quando gli hanno sparato, aveva in mano una bottiglia incendiaria.
Il 30 novembre, nella città di Ya’bad (Jenin), durante un’operazione di ricerca-arresto che ha comportato uno scontro a fuoco, un passante palestinese è stato ucciso, mentre un altro palestinese è stato ferito dalle forze israeliane e un terzo è stato arrestato.
Il 1° dicembre, durante uno scontro a fuoco tra palestinesi e forze israeliane sotto copertura che effettuavano un’operazione di ricerca-arresto nel Campo profughi di Jenin, due palestinesi affiliati alla Jihad islamica e alle Brigate dei martiri di Al Aqsa sono stati uccisi, due sono rimasti feriti e quattro sono stati arrestati.
Il 5 dicembre, durante un’operazione di ricerca-arresto nel Campo profughi di Ad Duheisha (Betlemme), un palestinese è stato ucciso da proiettili veri sparati dalle forze israeliane.
3- In Cisgiordania, in altri quattro episodi, le forze israeliane hanno ucciso cinque palestinesi (seguono dettagli). Il 22 novembre, nella città di Nablus, in coincidenza con l’ingresso di decine di coloni israeliani nel sito della tomba di Giuseppe, si sono avuti scontri con lanci di pietre e uno scontro a fuoco tra palestinesi e forze israeliane che hanno sparato, uccidendo un ragazzo palestinese di 16 anni e ferendone altri 110, di cui dieci con proiettili veri. Un altro palestinese, ferito nello stesso contesto, è morto Il 23 novembre.
Il 29 novembre, nei pressi dell’insediamento di Kochav Ya’akov, a nord di Gerusalemme, un palestinese ha investito e ferito una soldatessa israeliana: è stato inseguito e ucciso dalle forze israeliane nei pressi di checkpoint che conduce alla città di Ramallah. Sempre il 29 novembre, nel villaggio di Al Mughayyir (Ramallah), le forze israeliane stavano impartendo ordini di demolizione contro strutture di proprietà palestinese; ne sono nati scontri, durante i quali un palestinese è stato ucciso da proiettili veri sparati dalle forze israeliane.
Il 2 dicembre, nella città di Huwwara (Nablus), un palestinese è stato ucciso da un agente della polizia di frontiera israeliana. Le registrazioni video mostrano l’ufficiale israeliano che tiene un palestinese bloccato alla testa e altri due uomini che cercano di liberarlo. L’ufficiale si allontana, sempre trattenendo il palestinese, questi afferra il fucile dell’ufficiale poi cade a terra e l’ufficiale gli spara quattro colpi con la sua pistola. Sia fonti palestinesi che israeliane riferiscono che inizialmente il palestinese era stato colpito da un israeliano che attraversava Huwwara in auto. Secondo fonti israeliane, l’uomo aveva cercato di introdursi in un’auto israeliana prima che l’autista (un soldato fuori servizio) gli sparasse; precedentemente il palestinese avrebbe accoltellato un altro membro delle forze israeliane. Secondo testimoni oculari palestinesi, l’uomo avrebbe avuto un alterco con un colono israeliano seduto in un’auto, avrebbe cercato di aprire la portiera del veicolo e sarebbe stato colpito e ferito dal colono. I testimoni oculari aggiungono che, dopo il secondo momento di spari, per circa 20 minuti, all’uomo sarebbero state impedite le cure mediche. A Huwwara successivi scontri tra lanciatori di pietre palestinesi e forze israeliane hanno provocato il ferimento di 16 palestinesi.
4- A Gerusalemme ovest sono stati uccisi due israeliani (seguono dettagli). Il 23 novembre, come riportato da Magen David Adom, in una presunta aggressione palestinese, un ragazzo israeliano di 15 anni è stato ucciso e altri 14 sono rimasti feriti da due ordigni esplosi vicino alle fermate degli autobus a Gerusalemme ovest e vicino all’insediamento di Ramot a Gerusalemme est. Per le ferite riportate, uno degli israeliani feriti è morto il 26 novembre.
5- In Cisgiordania, complessivamente, sono stati feriti dalle forze israeliane 299 palestinesi, tra cui almeno 17 minori. La maggior parte dei feriti (177 – 59%) è stata registrata nel governatorato di Nablus. Complessivamente, 203 palestinesi sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeno, 45 sono stati feriti da proiettili di gomma, 34 sono stati colpiti da proiettili veri, dieci sono stati spruzzati con liquido al peperoncino, tre sono stati aggrediti fisicamente, tre sono stati feriti da schegge e uno è stato colpito da un candelotto di gas lacrimogeno. Tra i feriti, 136 sono stati coinvolti in episodi che hanno visto la presenza di coloni israeliani, 93 in operazioni militari e scontri (tra cui operazioni di ricerca-arresto), 68 in manifestazioni contro l’espansione degli insediamenti e le restrizioni all’accesso legate agli insediamenti colonici, uno in un caso di demolizione e uno mentre cercava di attraversare un varco non autorizzato nella Barriera per raggiungere il suo posto di lavoro in Israele. In uno degli episodi, accaduto il 24 novembre, le forze israeliane hanno sparato, ferendo 19 studenti palestinesi della Palestine Technical University di Tulkarm City, di cui tre con proiettili veri; erano coinvolti negli scontri scoppiati vicino al checkpoint della Barriera. Inoltre, due agenti della polizia di frontiera israeliana sono rimasti feriti all’ingresso del Campo profughi di Ayda (Betlemme), ad opera di palestinesi che lanciavano pietre e ordigni esplosivi improvvisati contro le forze israeliane.
6- Otto palestinesi e quattro coloni israeliani sono rimasti feriti in episodi collegati a coloni. Oltre ai 136 palestinesi feriti da forze israeliane in episodi legati ai coloni, otto palestinesi sono stati feriti da coloni israeliani (seguono dettagli). Il 23 novembre, vicino a Khallet Sakariya (Betlemme), coloni israeliani hanno aggredito fisicamente e ferito una donna palestinese. Il 24 novembre, nella città di Huwwara (Nablus), un palestinese è rimasto ferito da pietre lanciate da coloni israeliani contro il suo veicolo.
Il 29 novembre, un palestinese di tre anni, una donna incinta e altri due palestinesi sono rimasti feriti (uno da una pietra e tre da uno spray al peperoncino) quando coloni israeliani hanno fatto irruzione nel villaggio di Al Mughayyir, lanciando pietre contro case e veicoli palestinesi. In precedenza, lo stesso giorno, coloni israeliani, secondo quanto riferito, provenienti dall’insediamento di Adei Ad, avevano aggredito agricoltori palestinesi di Al Mughayyir, ferendo un palestinese e impossessandosi di attrezzature per la raccolta, in un’area in cui l’accesso degli agricoltori richiede un preventivo coordinamento con l’esercito israeliano.
Il 1° dicembre, nell’area H2 della città di Hebron, coloni israeliani hanno aggredito fisicamente e ferito un ragazzo di 17 anni. Durante il periodo in esame, persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali, hanno lanciato pietre contro veicoli israeliani che viaggiavano sulle strade dei governatorati di Ramallah e Gerusalemme, ferendo quattro coloni israeliani e provocando danni ai veicoli.
7- Le forze israeliane hanno disposto delle chiusure intorno a una città ed hanno bloccato gli ingressi principali di quattro villaggi, interrompendo l’accesso di migliaia di palestinesi ai mezzi di sussistenza e ai servizi (seguono dettagli). Il 22 novembre, nell’Area B della città di Huwwara (Nablus), l’esercito israeliano ha eretto cumuli di terra in corrispondenza di due incroci, ostacolando, per cinque giorni, il movimento di almeno 7.000 palestinesi; secondo quanto riferito, in risposta al lancio di pietre contro veicoli di coloni israeliani.
Il 22, 25 e 30 novembre l’esercito israeliano ha limitato il movimento di oltre 12.000 palestinesi bloccando, per due giorni, gli ingressi ai villaggi di Majdal Bani Fadil e Qusra (entrambi a Nablus) e chiudendo, per tre ore, i cancelli stradali all’ingresso del villaggio di Haris (Salfit); secondo quanto riferito, in risposta al lancio di pietre palestinesi contro veicoli di coloni israeliani.
Il 3 dicembre, in seguito a quanto accaduto a Huwwara (vedi sopra), l’esercito israeliano ha bloccato l’ingresso del villaggio di Osarin (Nablus), ostacolando il movimento di almeno 2000 palestinesi. Dall’inizio del 2022, in Cisgiordania sono state segnalate quasi 70 nuove chiusure permanenti o temporanee.
8– Per mancanza di permessi di costruzione, rilasciati da Israele, le autorità israeliane hanno demolito, confiscato o costretto persone a demolire 58 strutture, tra cui 10 case residenziali e una scuola. Cinque delle strutture erano state fornite da donatori come assistenza umanitaria. Di conseguenza, 47 palestinesi, tra cui 27 minori, sono stati sfollati e sono stati colpiti i mezzi di sussistenza di altri 160. Cinquantasei delle strutture prese di mira si trovavano in Area C, comprese cinque strutture demolite in base al “Military Order 1797”, che fornisce solo un preavviso di 96 ore e motivi molto limitati per contestare legalmente una demolizione. Inoltre, a Gerusalemme Est, due strutture sono state demolite dai proprietari per evitare il pagamento di multe alle autorità israeliane.
9- A Hebron, è stata demolita una scuola finanziata da donatori e per un’altra è stato emesso un ordine di demolizione (seguono dettagli). Il 23 novembre, a Masafer Yatta, le autorità israeliane hanno demolito la scuola Isfey Al Faqua finanziata da donatori, che accoglieva 21 studenti di tre Comunità nel sud di Hebron. Isfey Al Fauqa è una delle 13 Comunità di pastori che comprendono circa 1.150 persone, la metà delle quali sono minori, in un’area designata dalle autorità israeliane come “Zona di fuoco 918”.
Il 29 novembre, a Khashem al Karem (Hebron), le autorità israeliane hanno emesso un ordine di demolizione, con un preavviso di 96 ore, nei confronti di un’altra scuola finanziata da donatori. Il 1° dicembre, i garanti dell’assistenza legale hanno ottenuto una ingiunzione del tribunale (valida 21 giorni) contro la demolizione, a condizione che nella scuola, durante questo periodo, non abbiano luogo ulteriori lavori di costruzione.
10- Nella Striscia di Gaza, in almeno 33 occasioni, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento vicino alla recinzione perimetrale israeliana o al largo della costa, presumibilmente per imporre restrizioni di accesso in aree interne a Gaza. Di conseguenza, tre pescatori palestinesi sono rimasti feriti, sei sono stati arrestati e due pescherecci sono stati confiscati. Separatamente, il 3 dicembre, un palestinese è stato arrestato dalle forze israeliane mentre tentava di entrare in Israele senza autorizzazione attraverso la recinzione perimetrale. Inoltre, il 3 dicembre, da Gaza è stato lanciato un razzo che è atterrato in un campo aperto nel sud di Israele; non sono stati segnalati feriti o danni. Durante la notte, le forze israeliane hanno effettuato attacchi aerei su Gaza; non sono stati segnalati feriti.
Questo rapporto riflette le informazioni disponibili al momento della pubblicazione. I dati più aggiornati e ulteriori analisi sono disponibili su ochaopt.org/data.
Ultimi sviluppi (al di fuori del periodo di riferimento)
Secondo le prime informazioni provenienti dalla Comunità locale e da fonti dei media, tra il 7 e l’11 dicembre, sono stati uccisi sei palestinesi, tra cui due minori (seguono dettagli). Il 7 dicembre, vicino all’insediamento di Ofra (Ramallah), secondo quanto riferito, un palestinese ha aperto il fuoco contro una postazione militare israeliana. Ne è seguito un inseguimento e uno scontro a fuoco, e l’uomo è stato ucciso dalle forze israeliane.
L’8 dicembre, nel Campo profughi di Jenin ha avuto luogo uno scontro a fuoco tra forze israeliane e palestinesi, durante il quale sono stati uccisi tre palestinesi. Lo stesso giorno, durante scontri nei pressi del villaggio di Abud (Ramallah), le forze israeliane hanno sparato, uccidendo un minore palestinese.
L’11 dicembre, nella città di Jenin (Jenin), durante un’operazione di ricerca-arresto che ha comportato uno scontro a fuoco tra forze israeliane e palestinesi, una ragazza palestinese di 15 anni è stata uccisa da proiettili veri.
(Maggiori dettagli saranno forniti sugli episodi sopra menzionati nella prossima relazione)
nota 1:
I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.
sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians
L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano l’edizione inglese dei Rapporti.
nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]
sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti
a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.
nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.
Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it