Ben Gvir entra ad Al-Aqsa: perché è considerata una provocazione?

Redazione

3 gennaio 2023 – Al Jazeera

Il ministro della sicurezza nazionale israeliano di estrema destra era stato avvertito dall’ex primo ministro israeliano che la sua mossa avrebbe scatenato la violenza

Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano di estrema destra, Itamar Ben-Gvir, è entrato nel complesso della moschea di Al-Aqsa nella Gerusalemme est occupata con una mossa che i palestinesi hanno definito una “provocazione deliberata”, ignorando gli avvertimenti dei politici israeliani che la sua apparizione nel luogo sacro avrebbe infiammato le tensioni.

Ben-Gvir ha detto che non “si sarebbe arreso alle minacce di Hamas” dopo che il gruppo palestinese ha avvertito che il suo ingresso nel sito martedì avrebbe oltrepassato una “linea rossa”.

Il ministro, ampiamente considerato un provocatore, ha già chiesto l’espulsione dei palestinesi .

Vediamo perché il suo ingresso nel complesso della moschea di Al-Aqsa è così controverso:

Qual è lo status di Al-Aqsa?

  • Il complesso della Moschea Al-Aqsa (noto anche come al-Haram al-Sharif per i musulmani e Monte del Tempio per gli ebrei) è un’ampia piazza cinta da mura nel cuore della Città Vecchia nella Gerusalemme Est occupata. Include la Moschea Al-Aqsa e la Cupola della Roccia.

  • È considerato sacro sia dai musulmani che dagli ebrei ed è un simbolo nazionale palestinese.

  • Una delle mura del complesso, il Muro Occidentale, chiamato anche Muro del Pianto o Muro di Buraq [dal nome del cavallo che avrebbe portato in volo il profesta, ndt.], è un luogo sacro per la preghiera ebraica. Gli ebrei pregano indisturbati sul lato del muro che si trova all’esterno del recinto.

  • Israele occupa Gerusalemme Est dal 1967. L’occupazione è illegale secondo il diritto internazionale.

  • Il complesso è stato gestito ininterrottamente da musulmani, sotto un waqf (fondazione religiosa) da centinaia di anni.

  • Il waqf, finanziato dalla Giordania, ha continuato a gestire il sito dal 1967, mentre Israele ha il controllo della sicurezza. In base a un accordo di lunga data lo status quo del sito consente solo la preghiera musulmana e le visite di non musulmani sono consentite solo in orari specifici.

Perché il sito è così importante per i palestinesi?

  • I palestinesi sono attenti a qualsiasi tentativo di cambiare lo status quo di Al-Aqsa in quanto sito dal significato sia religioso che nazionale.

  • L’aumento del numero di ebrei ultranazionalisti che entrano nel complesso e i frequenti assalti al sito da parte delle forze di sicurezza israeliane, anche all’interno della sala di preghiera della moschea di Al-Aqsa, hanno aumentato la rabbia palestinese.

  • Scontri tra le forze di sicurezza israeliane e gruppi di coloni da una parte e palestinesi dall’altra si sono verificati numerose volte negli ultimi due anni, in particolare a seguito delle incursioni [dei coloni e dell’esercito, ndt.] ad Al-Aqsa.

  • I palestinesi vedono Al-Aqsa come uno dei pochi simboli nazionali su cui conservano un certo controllo. Ma temono una lenta invasione da parte di gruppi ebraici simile a quanto accaduto alla Moschea Ibrahimi [Abramo, ndt.] (Grotta dei Patriarchi) a Hebron, dove dopo il 1967 metà della moschea è stata trasformata in una sinagoga che è stata progressivamente ingrandita.

  • I palestinesi sono anche preoccupati perché i movimenti israeliani di estrema destra cercano di demolire le strutture islamiche nel complesso della moschea di Al-Aqsa e costruire un tempio ebraico al loro posto.

Gli ebrei pregano ad Al-Aqsa?

  • Tradizionalmente, gli ebrei ultraortodossi, comprese le autorità religiose di alto livello, hanno considerato inammissibile per ragioni religiose entrare nel complesso della moschea di Al-Aqsa, tanto meno pregarvi. Questo perché considerano il sito troppo sacro perché le persone possano calpestarlo.

  • Gli ebrei ultranazionalisti hanno cercato di pregare nel complesso con sempre maggiore insistenza, nonostante sia proibito dalle autorità israeliane.

  • Lo scorso maggio, un tribunale israeliano ha confermato il divieto dopo che era stato contestato da tre giovani ebrei che avevano ricevuto un’ordinanza restrittiva dopo aver pregato sul posto.

  • Tuttavia le forze di sicurezza israeliane hanno spesso chiuso un occhio davanti alla preghiera “silenziosa” degli ebrei scortati dalla polizia ad Al-Aqsa.

Cosa vuole Ben-Gvir?

  • Ben-Gvir fa parte del movimento ideologico israeliano del “sionismo religioso” nato per cercare di riconciliare gli ebrei religiosi e il sionismo. Molti ebrei religiosi erano sospettosi delle influenze secolari del sionismo.

  • Fa anche parte di un movimento in crescita in Israele, che ha sfidato le tradizionali restrizioni ebraiche sulla preghiera ad Al-Aqsa e invece vuole incoraggiarle.

  • In quanto membro dell’estrema destra israeliana, Ben-Gvir era visto da molti politici israeliani come troppo estremista per collaborare con lui, ma il primo ministro Benjamin Netanyahu è stato costretto a cercare alleati dell’estrema destra, tra cui Ben-Gvir, quando le forze più “rispettabili” della politica israeliana gli si sono opposte.

  • La posizione di Ben-Gvir nel governo, che include il controllo sulla polizia [di frontiera, che pattuglia i territori occupati, ndt.] israeliana, evidenzia la forza del movimento “religioso sionista” che vuole mantenere ed espandere il controllo israeliano sul territorio palestinese occupato.

  • Ben-Gvir è stato condannato per istigazione razzista contro gli arabi e sostegno al “terrorismo”. Ha anche manifestato favore nei confronti di Baruch Goldstein, un israeliano americano che ha ucciso 29 palestinesi nella moschea di Ibrahimi nel 1994.

Quale sarà la reazione palestinese?

  • Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha dichiarato ad Al Jazeera che l'”assalto” di Ben-Gvir ad Al-Aqsa è stato “una continuazione dell’aggressione dell’occupazione sionista contro i nostri luoghi santi e della sua guerra alla loro identità araba”.

  • Mentre sono stati fatti appelli generici per una risposta palestinese, nessun gruppo ha ancora chiesto specificamente attacchi contro obiettivi israeliani.

  • Gli analisti ritengono che, con Netanyahu in una posizione simile, Hamas e Fatah siano interessati ad evitare uno scontro armato con Israele.

  • Tuttavia, le tensioni, nella Cisgiordania occupata in particolare, potrebbero intensificarsi, tra i continui rastrellamenti israeliani, che hanno reso il 2022 l’anno più letale per i palestinesi nel territorio dal 2006, e la crescita di nuovi gruppi armati palestinesi.

  • Lunedì il leader dell’opposizione israeliana ed ex primo ministro Yair Lapid aveva avvertito che l’ingresso programmato di Ben-Gvir nel complesso avrebbe portato a violenze, definendola una “provocazione deliberata che metterà in pericolo vite”.

(traduzione dall’inglese di Giuseppe Ponsetti)