Le macabre rassicurazioni USA che autorizzano il genocidio da parte di Israele

Ramona Wadi

14 maggio 2024 – Middle East Monitor

La scorsa domenica l’ambasciatore USA in Israele Jack Lew ha difeso l’azione genocida e la complicità con essa quando ha spiegato che “fondamentalmente niente è cambiato nel rapporto basilare” tra USA e Israele. Si tratta di parole che ovviamente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non aveva bisogno di sentire, ma che tuttavia affermano, per quanto riguarda Washington, la superiorità della narrazione sionista sulle leggi internazionali.

Strategicamente prima del rapporto del Dipartimento di Stato, che senza dubbio è stato riempito di intenzionale inconsistenza retorica, Lew ha ricordato al mondo che gli USA hanno ritardato l’invio di un solo carico di armi. Gli USA non possono negare che le loro armi siano state utilizzate da Israele per commettere un genocidio a Gaza, ma ovviamente aggiungere la narrazione sionista come contesto del motivo per cui le armi sono state utilizzate giustifica futuri invii di armi.

In definitiva il rapporto si è basato sulla costruzione e distruzione di verità sul genocidio da parte di Israele, perché quando si tratta di Israele persino la verità è ipotetica.

“Quello che il presidente ha detto è che non pensa che sia una buona idea fare una massiccia campagna di terra in un’area densamente popolata,” Lew ha proposto come spiegazione. “Ma ha specificamente affermato che le bombe da 900 chili non dovrebbero essere utilizzate in quel contesto.” Finora, ha aggiunto Lew, l’operazione militare israeliana a Rafah non ha “oltrepassato la zona che riguarda il nostro disaccordo.” Ma ovviamente non c’è alcuna area di disaccordo tra Israele e gli USA. Neppure il genocidio. Anzi, tali macabre rassicurazioni esprimono l’autorizzazione statunitense del genocidio israeliano.

È persino peggio il fatto che Lew non stia minimizzando il blocco alla consegna delle armi da parte di Biden, ma che la realtà che sta dietro all’immagine patinata aggiunta per il consumo dei media e dell’opinione pubblica rimanga la stessa. Ciò nonostante il fatto che molta della pretesa inconcludenza del rapporto del Dipartimento di Stato, che è stato pubblicato dopo il simbolico e irrilevante gesto di Biden, abbia chiaramente denunciato una mancanza di cooperazione da parte delle autorità israeliane riguardo al fatto che siano state commesse o meno violazioni delle leggi internazionali. Dato che agli occhi degli americani le azioni di Israele non parlano da sé, nonostante la quantità di prove, e che come sempre Israele rifiuta di collaborare, gli USA non vedono alcuna ragione di sospendere permanentemente l’invio di armi allo Stato di apartheid.

Non si dimentichi che gli USA hanno invaso Paesi e creato Stati falliti in base a prove false. “Portare la democrazia” era una giustificazione sufficiente. Quando si tratta di Israele, tuttavia, le prove non sono mai sufficienti, benché continuino ad accumularsi corpi di palestinesi uccisi e l’esercito israeliano si vanti apertamente dei bombardamenti e derida i palestinesi perché non sono capaci di vivere in mezzo alla devastazione creata dall’entità israeliana colonialista di insediamento. Solo l’assoluto potere politico consente a Israele di commettere apertamente un genocidio a Gaza, mentre gli USA dicono che non ci sono prove sufficienti.

Ovviamente Rafah non porterà alcun disaccordo tra Israele e gli USA. Proprio come Israele vuole portare a termine il suo piano genocida, lo stesso fanno gli USA. Allo stesso modo l’ONU non è mai tornato sui suoi passi dopo il piano di partizione del 1947. Perché invece non creare un giorno di solidarietà per i palestinesi, in cambio del fatto di averli obbligati a diventare rifugiati, vittime di pulizia etnica e ora ad affrontare per mesi un genocidio? L’ONU ha sostenuto Israele attraverso risoluzioni che gli chiedevano di tenerne conto. Gli USA appoggiano Israele con armi e sostegno diplomatico. Sempre lo stesso, giorno dopo giorno. Si tratterebbe di uno squallido intrigo, se non fosse per il fatto che questa ripetizione significa più palestinesi uccisi da Israele solo in nome della protezione di un progetto colonialista che in primo luogo non avrebbe mai dovuto nascere.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)