Chiese di Gerusalemme nel mirino di un’escalation di attacchi estremisti: Consiglio delle Chiese

Agenzia Anadolu

7 gennaio 2023 – Middle East Monitor

Le chiese di Gerusalemme est sono sempre più preoccupate per l’aumento degli attacchi di estremisti israeliani contro le proprietà cristiane nella città.

Ex funzionari ecclesiastici e in carica hanno detto all’agenzia Anadolu che i frequenti attacchi alle proprietà cristiane si sono conclusi nella maggior parte dei casi senza una punizione dei colpevoli.

Domenica scorsa estremisti israeliani hanno distrutto e rovesciato le lapidi con croci di 30 tombe in un cimitero cristiano appartenente alla Chiesa episcopale evangelica a Gerusalemme est.

“Il Ministero degli Affari Esteri israeliano condanna l’atto di vandalismo al cimitero protestante del Monte Sion a Gerusalemme”, ha dichiarato mercoledì il Ministero degli Affari Esteri israeliano in un tweet.

Storia di un’aggressione

Il 27 dicembre 2022, dozzine di coloni hanno preso d’assalto il terreno di 5.000 m2 a Silwan, a sud della Città Vecchia di Gerusalemme, sotto la protezione della polizia israeliana.

Il Patriarcato greco-ortodosso ha denunciato il raid dei coloni come una “chiara violazione” delle sue proprietà a Gerusalemme.

“Questo gruppo radicale non ha alcun diritto o appiglio giuridico a suo favore che consenta loro di entrare o occupare la terra”, si legge in una nota.

Il Patriarcato ha fatto riferimento al fatto che, due anni fa, un’associazione di coloni ha tentato di impossessarsi degli hotel Imperial e Little Petra situati in piazza Omar Ibn Al Khattab nella Città Vecchia di Gerusalemme.

Condanna in attesa di punizione

L’ex vescovo della Chiesa evangelica luterana in Terra Santa, Munib Younan, ha dichiarato: “L’attacco a un cimitero che racconta la storia dei luterani dal XIX secolo è la prova dell’odio degli aggressori”.

Durante la sua intervista con l’agenzia Anadolu, Younan ha affermato che l’attacco al cimitero “è inaccettabile e non solo dovrebbe essere condannato, ma i responsabili devono essere anche puniti”.

Ha sottolineato che gli aggressori “miravano a impadronirsi della Porta di Hebron impossessandosi degli hotel Imperial e Petra, il che avrebbe portato al controllo del pellegrinaggio cristiano locale e internazionale alla Chiesa del Santo Sepolcro nella Città Vecchia”.

Restrizione deliberata

I recenti attacchi non si sono limitati ai beni della Chiesa luterana, ma hanno incluso anche quelli di altre denominazioni cristiane, comprese quelle di proprietà della Chiesa greco-ortodossa.

Il portavoce del Patriarcato greco-ortodosso, padre Issa Musleh, ha dichiarato: “Gli estremisti attaccano chiese e monasteri, così come la sacra moschea di Al-Aqsa”.

Musleh ha affermato che “la presenza di un governo di estrema destra in Israele non spaventa solo noi ma il mondo intero”.

Contro ignoti

Nel corso degli anni, Wadih Abu Nassar, portavoce del Consiglio dei responsabili delle Chiese cattoliche di Gerusalemme, ha seguito [le indagini su, ndt.] numerosi attentati insieme alle autorità israeliane.

“Non stiamo parlando di singoli attacchi ma piuttosto di decine di attacchi negli ultimi anni, la maggior parte dei quali”, ha osservato, “sono stati archiviati come contro ignoti”.

“Questa situazione non può essere accettata”, ha aggiunto Abu Nassar. “I migliori servizi di sicurezza devono essere utilizzati per fermare i crimini d’odio e consegnare i colpevoli alla giustizia”.

Ha messo in guardia contro lo sviluppo futuri attacchi e la loro violazione dei cimiteri.

“La continuazione degli attacchi porterà i loro autori a credere di essere intoccabili, i loro attacchi non si fermeranno ai cimiteri”, ha osservato Abu Nassar.

Ha anche sottolineato che “i crimini d’odio derivano da un problema educativo”, aggiungendo: “È necessaria una soluzione radicale”.

Attacchi con aggravanti di odio.

Abu Nassar racconta esempi di come le autorità israeliane affrontano con leggerezza i crimini di odio.

“Nel caso dell’attacco alla Chiesa della Grotta del Getsemani a Gerusalemme l’aggressore è stato arrestato, poi dichiarato infermo di mente”, sottolinea e spiega: “Le autorità israeliane si comportano in modo strano con tali crimini da parte di simili infermi di mente. Se l’aggressione è documentata attraverso le telecamere, le autorità dicono che i volti sono sfocati e quando gli aggressori vengono arrestati, sono sempre malati di mente”.

Aggiunge: “Non escludo che nel mirino ci sia la presenza cristiana, secondo alcuni fondamentalisti ebrei il cristiano è un nemico. Ci sono dimensioni ideologiche, non solo politiche, così come non escludo che per alcuni si tratti di odio”

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Middle East Monitor.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)