Secondo le associazioni israeliane per i diritti umani le retate in casa di palestinesi sono disumanizzanti, cercano di piegare il loro spirito.

2 dicembre 2020 – Middle East Monitor

Un rapporto pubblicato la settimana scorsa dalle associazioni israeliane per i diritti umani condanna le intrusioni illegali nelle abitazioni dei palestinesi da parte dell’esercito israeliano, suggerendo che questa pratica viola il diritto internazionale.

Questo studio, che si basa su due anni di ricerche da parte di Yesh Din [organizzazione di donne israeliane per la difesa dei diritti umani dei palestinesi, ndtr.], Physicians for Human Rights Israel [Medici per i Diritti Umani – Israele, associazione di medici israeliani, ndtr.] (PHRI) e Breaking the Silence [organizzazione di ex-soldati israeliani contrari all’occupazione, ndtr.], mette in luce una vasta documentazione e molte testimonianze di soldati e famiglie sfrattate.

Le notti passano senza poter chiudere occhio e non posso stare qui in casa. Per molto tempo non ho potuto dormire in casa, andavo dai miei genitori. Loro (i soldati) sono venuti ed hanno buttato giù la nostra porta. Fino ad oggi non sono ancora riuscita a metabolizzarlo,” dice una donna di Beit Ummar nel rapporto.

Attacchi, aggressioni e atti di vandalismo sono frequenti nelle città e nei villaggi palestinesi della Cisgiordania occupata da Israele, tanto da parte di coloni illegali che di soldati.

Secondo il rapporto intitolato “Una vita in bilico: irruzioni militari in case palestinesi in Cisgiordania”, ogni anno centinaia di adolescenti palestinesi vengono arrestati dall’esercito israeliano durante retate notturne, violando le stesse direttive militari riguardo all’emissione di mandati di comparizione per un interrogatorio prima dell’arresto.

Quello che mi viene da pensare,” ha detto la dottoressa Jumana Milhem, una psicologa che lavora con Medici per i Diritti Umani – Israele, “è che il processo implica la disumanizzazione di tutta la società. La questione è piegare l’animo umano.

Ci sono vari fattori di rischio per il TEPT (disturbo da stress post-traumatico) che notiamo in alte percentuali nella società palestinese in generale. Non stiamo parlando di un solo trauma, ma di uno degli aspetti del trauma continuo dell’occupazione. La sensazione di stare chiuso in carcere nel tuo stesso Paese. Questa sensazione di essere continuamente a rischio.”

Luay Abu ‘Aram, palestinese di Yatta, ha detto a Yesh Din: “È stato veramente terrificante il fatto che siano entrati in casa in piena notte con armi, i volti coperti, cani e tutti che si aggiravano in cortile. Nella tua testa passano tanti pensieri. Ha avuto un impatto terribile sulle ragazze, e perché? Perché fanno una perquisizione del genere di tutta la famiglia e dei vicini? Se ci sono informazioni dovrebbero cercare quelle.”

Per qualcuno, come Fadel Tamimi, imam di 59 anni di una moschea a Nebi Salih in Cisgiordania, le retate sono diventate frequentissime negli ultimi 20 anni. Dice di aver perso il conto del numero di volte in cui i soldati sono entrati in casa sua, il che fa pensare che possano essere più di 20, l’ultima nel 2019, appena prima della pandemia da coronavirus.

Il rapporto evidenzia come i civili palestinesi debbano essere protetti contro le frequenti e mortali offensive ed incursioni militari israeliane.

Vengono sottolineati anche gli effetti di queste incursioni sui soldati dell’occupazione, due dei quali hanno descritto la propria esperienza di irruzioni in case palestinesi come un punto di svolta per loro, soprattutto nel modo in cui vedevano se stessi come i “buoni” o “buoni” soldati e persone.

Ci è stata mostrata un’immagine aerea con ogni casa numerata. Ci è stato detto di scegliere quattro abitazioni a caso per entrarvi e “rovistare”, che vuol dire mettere tutto a soqquadro per un qualunque sospetto. Mi è sembrato strano che mi dessero questa possibilità di scelta,” ha spiegato Ariel Bernstein, 29 anni, che ha fatto il militare in un’unità d’élite della fanteria, la Sayeret Nahal.

L’esercito israeliano nega queste accuse, secondo cui le perquisizioni di case verrebbero realizzate a caso, e afferma che sono una questione relativa alla sicurezza.

(traduzione dallo spagnolo di Amedeo Rossi)