La Germania fornisce un timbro kosher all’occupazione israeliana

Avraham Burg

26 luglio 2022 – Haaretz

La destra israeliana razzista e conservatrice controlla le azioni della Germania riguardo agli ebrei, all’antisemitismo e a Israele

Qualche settimana fa ho preso parte ad un’importante conferenza in Germania sul sequestro della memoria dell’Olocausto e la nuova destra. E’ stata una delle più intense, particolari e impegnate conferenze a cui abbia mai partecipato.

L’establishment ebraico locale ha immediatamente reagito con una prevedibile risposta pavloviana: “Antisemiti!”, “Sostenitori del BDS!”. Ci sono state anche sgradevoli e scorrette insinuazioni riguardo ad uno dei più importanti storici della nostra generazione (ovviamente non ebreo). Io c’ero: mentono e distorcono la realtà. Ecco perché adesso mi è chiaro che è tempo di far scoppiare il bubbone di cui sono responsabili.

Negli anni scorsi si sono svolti in Germania parecchi eventi che hanno messo in questione il discorso ebraico-israeliano-tedesco. Uno scrittore ebreo, che sta fuori dal coro dei conservatori, è stato messo a tacere perché sua madre non è ebrea. Contemporaneamente il direttore del museo ebraico di Berlino è stato costretto a dimettersi a causa di un tweet sulla libertà di espressione.

Ora sono nel mezzo di una feroce campagna di delegittimazione nei confronti di alcune tra le più importanti istituzioni di ricerca e culturali sia in Germania che nel mondo: l’Einstein Forum e il Centro Internazionale di Berlino per lo studio dell’antisemitismo. Nella miglior tradizione della falsa propaganda, hanno rinominato quest’ultimo “l’istituzione per l’antisemitismo”.

Stanno cercando di intimidire e intimorire centri importantissimi e validi ricercatori la cui unica colpa è lottare per una ricerca in profondità e universale, senza che vengano imposte a priori delle mistificazioni demagogiche. Chiunque osi esprimere un’opinione o una posizione diversa dalla loro rischia di essere giustiziato pubblicamente.

La Germania ha un governo eletto, ma quando si tratta di sensibilità su questioni legate alla storia ebraica-tedesca o all’attuale problema dell’antisemitismo tutto viene controllato dal Consiglio Centrale degli Ebrei in Germania. Questo ente dovrebbe rappresentare la totalità degli ebrei della Germania, ma di fatto ne rappresenta solo una piccola parte.

Sotto molti aspetti ciò è logico e giustificabile. Ma pochi colgono la catena di connessioni: l’estrema destra guida la politica dello Stato di Israele; Israele modella le posizioni del Consiglio Centrale e a sua volta questo ente detta la linea delle discussioni politiche più delicate in Germania. Ciò significa che la destra israeliana conservatrice e razzista ha il controllo di una gamma di sentimenti dei tedeschi relativi al loro passato riguardante gli ebrei, l’antisemitismo e Israele.

Come è successo? Israele ha trasformato l’antisemitismo in una potente arma diplomatica. Il suo governo conservatore ha ampliato molto questo concetto. Ogni critica è antisemita; ogni oppositore è un nemico; ogni nemico è Hitler; ogni anno è il 1938.

Questa è la struttura portante della sensibilità politica e dell’arte di governo di Israele e la Germania vi gioca un ruolo chiave: funge da certificazione kosher [di purezza dal punto di vista della religione ebraica, ndt.] per le ingiustizie perpetrate dagli ebrei israeliani. Lo Stato tedesco è terrorizzato da ogni confronto o chiarificazione con Israele sulla natura dell’antisemitismo contemporaneo e sulla questione di che cosa sia una critica corretta delle illegittime politiche israeliane.

Tramite questa elusione la Germania è diventata il maggior garante e complice della realtà in cui i palestinesi sono privi di diritti e di status nella loro stessa patria. Non ci sarà mai pace in Medio Oriente, né esisterà un Israele sano e duraturo, finché la Germania sarà prigioniera delle complessità del suo passato.

L’Olocausto e lo Stato di Israele devono rimanere componenti cruciali dell’identità politica ed etica della Germania – ma non si tratta di questo. In tutti gli ambiti relativi ad Israele e al popolo ebreo, in Germania attualmente non esiste una reale libertà di espressione. Viene attivata automaticamente una stretta e severa censura, anche se si può capire. Ma un meccanismo di cinico sfruttamento politico ha preso il controllo, trasformando l’Olocausto e la sua memoria in strumento per respingere ogni critica ad Israele.

Non esiste nessun altro Paese nell’Occidente democratico che nega i diritti naturali di milioni di persone a votare ed essere eletti, a vivere nel proprio Paese in virtù del diritto all’autodeterminazione, come fa Israele al popolo palestinese. Israele è in grado di fare questo perché gli Stati Uniti considerano giusta la loro visione distorta e la Germania sostiene ogni capriccio israeliano automaticamente e cecamente.

C’è ancora del vero antisemitismo nel mondo e non si deve mostrare alcuna comprensione o legittimazione verso di esso. In piccola parte si tratta del vecchio e tradizionale antisemitismo; in parte è una variante diffusa da gruppi anti-israeliani che usano il crimine dell’occupazione per attaccare tutti gli ebrei dovunque siano e negano la loro esistenza come individui e come comunità.

C’è anche un livello ancor più subdolo e pericoloso di antisemitismo: quello che si ammanta di un falso sostegno ad Israele per nascondere la propria xenofobia e odio per gli immigrati. E’ l’antisemitismo dei fascisti e dei neo-nazisti che “amano” Israele. E sorprendentemente parecchi ebrei perbene e tedeschi dell’establishment li sostengono perché, almeno per il momento, appaiono come filo-ebrei o filoisraeliani. In termini più chiari: ci sono ebrei e tedeschi che sostengono l’antisemitismo sottoforma di amore per Israele.

C’è un altro modo per combattere l’antisemitismo globale e l’odio per gli ebrei in Germania. E’ accettabile criticare Israele, esattamente come è accettabile difenderlo. Si può contestare le sue politiche, così come si può appoggiarle. Ed è persino possibile che esista un antisionismo ideologico e intellettuale che non è antisemitismo.

Inoltre la lotta contro il vero antisemitismo non è un problema solo per gli ebrei. Si deve costituire un’alleanza contro ogni forma di odio, sia locale che globale. Quando qualcuno odia un turco, odia anche me. Quando offende i musulmani, offende me. E quando perseguita gli immigrati, le donne e i membri della comunità LGBTQ+, anche io vengo perseguitato. Perché questo è il volto del vero ebraismo, dalla Bibbia a Martin Buber: una civiltà che non ignora mai i propri obblighi universali verso tutte le persone.

L’odio per gli ebrei non deve costituire un’eccezione nell’elenco di odi dei nostri tempi. Solo in questo modo, attraverso la solidarietà con tutte le vittime, possiamo ottenere la vittoria sulla coalizione degli odiatori e dei populisti. In questa lotta globale tedeschi ed ebrei hanno un ruolo strategico di enorme importanza. La Germania è la chiave dell’intero Occidente. È una vergogna che i suoi dirigenti siano un’irresponsabile banda di ebrei egocentrici e tedeschi incapaci di distinguere la luce dal buio.

Come presidente a mio tempo della Knesset [il parlamento israeliano, ndt.] e come ex presidente dell’Organizzazione Mondiale Sionista, che è stata coinvolta per molti anni in questa questione, chiedo al governo tedesco e a Josef Schuster, presidente del Consiglio Centrale degli ebrei in Germania: scegliete una data e un luogo e discutiamo del modo in cui l’Olocausto deve essere ricordato nel XXI secolo; del fatto che è vietato sfruttarlo per fini politici impropri; di come rappresentare gli ebrei e l’ebraismo. E soprattutto di come costruire un mondo in cui Israele sia un esempio per risolvere i conflitti e non un certificato kosher per tutti i meschini interessi nel mondo populista di oggi.

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)