Un gran numero di palestinesi morti e feriti a causa del bombardamento israeliano sulla scuola di Gaza che ospitava persone sfollate

Redazione di MEMO

17 novembre 2023 – Middle East Monitor

Palestine TV ha riferito che c’è stato un gran numero di morti e feriti a causa del bombardamento di venerdì che ha preso di mira una scuola di Gaza City in cui si sono rifugiate persone sfollate.[50 morti e decine di feriti fonte Al Jazeera 19 nov.ndt]

Secondo quanto riportato dall’agenzia Anadolu, un canale affiliato all’Autorità Palestinese con sede a Ramallah, in Cisgiordania, ha affermato che più di 20 persone sono state uccise e altre 100 ferite nel bombardamento della scuola Al-Falah, nel quartiere meridionale Zeitun di Gaza City, che ospita sfollati.

Da parte israeliana non ci sono stati commenti riguardo a questa notizia.

Venerdì mattina presto Palestine TV ha annunciato l’arrivo di 120 corpi dai governatorati di Gaza e Gaza Nord all’ospedale indonesiano, nella parte settentrionale della Striscia di Gaza.

Secondo gli ultimi dati, da quando Israele ha cominciato a bombardare Gaza il 7 ottobre almeno 11.500 palestinesi sono stati uccisi, tra cui 7.800 donne e minori, e oltre 29.200 sono stati feriti.

Un blocco israeliano ha anche tagliato a Gaza le forniture di carburante, elettricità e acqua e ha ridotto l’invio di aiuti a ben poco.

Nel contempo secondo dati ufficiali il numero dei morti israeliani è di circa di 1.200.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)




Quello che sappiamo finora dell’attacco mortale ad un ospedale di Gaza

Redazione di Al Jazeera

18 ottobre 2023 – Al Jazeera

Funzionari palestinesi affermano che almeno 500 persone sono state uccise in un raid aereo israeliano sull’ospedale arabo Al-Ahli a Gaza.

Almeno 500 persone sono state uccise in un attacco aereo israeliano contro l’ospedale arabo Al-Ahli nella Striscia di Gaza assediata, hanno detto funzionari palestinesi.

Il ministero della Sanità di Gaza ha affermato che l’esplosione nell’ospedale è stata causata da un raid aereo israeliano. Israele ha attribuito l’esplosione ad un lancio difettoso di un razzo da parte del gruppo armato della Jihad islamica palestinese (PIJ). La PIJ ha negato l’accusa.

Al Jazeera non è stata in grado di verificare in modo indipendente i resoconti.

Mentre la tensione continua a crescere, ecco cosa sappiamo finora dell’esplosione:

Centinaia di morti

Il ministero della Sanità di Gaza afferma che almeno 500 persone sono state uccise nell’esplosione, di gran lunga il più alto numero di vittime di qualsiasi singolo incidente avvenuto a Gaza durante l’attuale guerra tra Israele e Hamas.

Il ministero ha detto che centinaia di altre vittime sono rimaste sotto le macerie.

Hamas ha affermato che l’esplosione ha ucciso soprattutto sfollati.

Il ministro della Sanità dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mai Alkaila, ha accusato Israele di aver compiuto “un massacro”.

Situato nel centro di Gaza l’ospedale, gestito dalla diocesi episcopale di Gerusalemme, è stato colpito mentre era ultra affollato da migliaia di palestinesi in cerca di rifugio nel mezzo di una campagna di brutali attacchi aerei israeliani su gran parte della Striscia di Gaza assediata.

Come ha reagito il mondo?

I leader mondiali hanno denunciato il bombardamento e i leader di tutto il Medio Oriente hanno rilasciato le dichiarazioni più ferme.

Inoltre proteste sono scoppiate in tutto il Medio Oriente compresa la Giordania e la Cisgiordania occupata da Israele dove le proteste palestinesi si sono scontrate con le forze di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese.

La Giordania ha annullato il vertice previsto nella capitale Amman con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e i leader arabi.

Il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha affermato che l’incontro si terrà in un momento in cui tutti i presenti potranno concordare di lavorare per porre fine alla “guerra e ai massacri contro i palestinesi”.

Il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi, che avrebbe dovuto partecipare al vertice, ha dichiarato di condannare “nei termini più forti possibili” il bombardamento israeliano dell’ospedale di Gaza.

Anche l’Arabia Saudita ha rilasciato una ferma dichiarazione, condannando “nei termini più forti possibili l’atroce crimine commesso dalle forze di occupazione israeliane con il bombardamento dell’ospedale battista Al Ahli a Gaza”.

I leader occidentali non hanno incolpato Israele per l’attacco, il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato in un post sui social media che “niente può giustificare un attacco contro un ospedale” e ha aggiunto che “bisogna far luce sulle circostanze”.

Biden in un comunicato ha espresso “le più sentite condoglianze per le vite innocenti perse nell’esplosione dell’ospedale di Gaza”.

Cosa dice Israele?

Le autorità israeliane hanno detto che l’ospedale è stato colpito da un razzo vagante lanciato dalla Jihad islamica palestinese che opera all’interno della Striscia di Gaza.

“Un’analisi compiuta dai sistemi operativi dell’IDF [l’esercito israeliano] indica che una raffica di razzi è stata lanciata da terroristi a Gaza, passando in prossimità dell’ospedale Al Ahli di Gaza nel momento in cui è stato colpito”, ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un post sui social media.

Le informazioni provenienti da molteplici fonti che in nostro possesso indicano che la Jihad islamica è responsabile del fallito lancio di un razzo che ha colpito l’ospedale di Gaza”.

Il portavoce militare israeliano, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha detto ai giornalisti che i razzi lanciati dalla PIJ sono passati vicino all’ospedale al momento dell’attacco che, secondo lui, ha colpito il parcheggio della struttura.

Hagari ha affermato che non c’è stato alcun attacco diretto sulla struttura e che le riprese dei droni militari hanno mostrato “una sorta di impatto nel parcheggio”.

Ha detto che in effetti nel momento dell’esplosione all’ospedale i militari avevano un’operazione dell’aeronautica israeliana in corso nell’area “ma è stato impiegato un tipo diverso di munizioni che non… si adatta al filmato che abbiamo [dell’] ospedale”.

Cosa dice PIJ?

La PIJ ha respinto l’accusa israeliana secondo cui sarebbe stata responsabile dell’attacco.

In un comunicato ha affermato: “Il nemico sionista sta facendo del suo meglio per eludere le proprie responsabilità per il brutale massacro commesso con il bombardamento dell’Ospedale nazionale arabo battista di Gaza attraverso la sua consueta fabbricazione di bugie e puntando il dito contro il movimento della Jihad islamica in Palestina”.

Il comunicato prosegue: “Affermiamo quindi che le accuse avanzate dal nemico sono false e infondate”

Imran Khan, giornalista di Al Jazeera, ha notato che alcuni osservatori hanno messo in dubbio la versione israeliana degli eventi e inoltre hanno sottolineato che Israele ha una lunga storia di false attribuzioni degli atti compiuti dalle sue stesse forze a gruppi armati palestinesi.

Martedì Khan ha affermato; “Abbiamo già visto questo tipo di cose da parte degli israeliani”.

Prendiamo ad esempio l’uccisione della nostra collega Shireen Abu Akleh. All’inizio gli israeliani hanno incolpato i combattenti all’interno del campo di Jenin per la sua morte. Solo più tardi hanno ammesso che era stato uno di loro”.

(Traduzione dall’inglese di Giuseppe Ponsetti)




Israele distrugge a Gaza 22.639 unità abitative, 10 strutture sanitarie e 48 scuole

Redazione di MEMO

11 ottobre 2023 (aggiornato il 12) – Middle East Monitor

Da sabato gli aerei da guerra israeliani hanno distrutto 22.639 unità abitative, 10 strutture sanitarie e 48 scuole.

Istituzioni locali riferiscono che gli aerei da guerra israeliani hanno completamente distrutto 168 edifici, mentre 12.630 unità abitative sono state parzialmente demolite, incluse 560 unità che sono diventate inabitabili.

Dieci strutture sanitarie sono state bombardate, inclusi sette ospedali, mentre 12 ambulanze sono state colpite direttamente e 48 scuole sono state parzialmente o gravemente danneggiate.

Secondo queste fonti, 70 rifugi ospitano correntemente 187.000 persone che sono state sfollate dai bombardamenti israeliani in corso sulla Striscia di Gaza.

A partire da mercoledì il bilancio dei morti palestinesi è salito a 900, inclusi sette giornalisti,[aggiornato al 12 ottobre i morti sono 1417 dati Onu, ndt]  mentre il numero di feriti ha raggiunto i 4.500,[6268 ultimo aggiornamento dati ONU,ndt] cinque dei quali tra il personale medico.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)




Guerra Israele-Palestina: gli è stato detto di lasciare le loro case. Lo hanno fatto. Eppure sono stati bombardati.

Maha Hussaini, Gaza City, Palestina occupata

9 ottobre 2023 – Middle East Eye

Ai palestinesi di Beit Hanoun è stato intimato dall’esercito israeliano di lasciare le proprie case e dirigersi al centro città. Ore dopo il centro città è stato preso di mira.

Domenica i palestinesi di Beit Hanoun sono stati svegliati da esplicite istruzioni da parte dell’esercito israeliano: lasciate le vostre case e recatevi in centro città.

L’avviso, che normalmente precede la maggior parte dei bombardamenti aerei israeliani, non è stato una gran sorpresa, dato che le bombe israeliane erano piovute sulla Striscia di Gaza assediata per tre giorni di seguito.

Molti a Beit Hanoun, un’area densamente popolata nel nordest di Gaza, hanno seguito il consiglio.

Sono andati verso ovest, a circa due chilometri di distanza, verso il campo profughi di Jabalia, nella speranza di trovare un luogo relativamente sicuro.

Invece hanno trovato la morte.

Gli aerei da combattimento israeliani hanno bombardato due edifici nel principale mercato del campo, uccidendo almeno 50 persone, a detta del Ministero della Salute di Gaza.

Stavo guidando la macchina e mi ero quasi immesso in strada, improvvisamente il cielo si è infiammato di una immensa luce”, ha detto a Middle East Eye Muhammed Lubbad, un abitante di Gaza, poco dopo gli attacchi.

Improvvisamente c’erano persone sul tetto della mia macchina, la gente è stata letteralmente scaraventata in aria. Alcuni corpi sono stati trovati sui tetti degli edifici. Nelle strade c’erano corpi di bambini, qualche testa mozzata, la testa gettata fuori dall’edificio e il corpo all’interno”, ha aggiunto.

Mentre lui cerca di ricomporsi, l’auto di Lubbad reca i segni del devastante raid, con il sangue dei passanti sparso ovunque.

Ancora non mi rendo conto di cosa è successo”, dice. “Sono state uccise decine di persone, compresi autisti di taxi, pedoni e commercianti. Quasi tutti quelli che si trovavano dentro il centro commerciale di Rabaa sono stati uccisi. Nessuno vi è rimasto vivo.

E’ un massacro che nessuno immaginava potesse accadere.”

Israele ha lanciato attacchi aerei su Gaza sabato dopo che combattenti del territorio assediato e impoverito hanno scatenato un attacco senza precedenti contro la barriera di sicurezza che controlla i movimenti dei palestinesi in ingresso e in uscita da Israele.

Dopo aver lanciato migliaia di razzi e mandato centinaia di combattenti al di là del confine per terra, aria e mare, i combattenti palestinesi hanno ucciso almeno 800 israeliani e preso oltre 100 ostaggi.

Solo nelle ultime 24 ore l’aviazione di Israele ha lanciato almeno 2.000 munizioni e più di 1.000 tonnellate di esplosivi sulla Striscia assediata.

Edifici residenziali di molti piani, attività commerciali, moschee, ospedali e banche sono stati tutti presi di mira, con almeno 560 palestinesi morti confermati e più di 2.900 feriti.

Molti a Gaza hanno detto a MEE di essersi rassegnati ad ulteriori uccisioni.

Da un luogo preso di mira ad un altro’

Muhammed Abdallah, abitante del campo profughi di Jabalia, si trovava in casa quando è avvenuto l’attacco.

Gli attacchi aerei hanno fatto tremare la casa, i miei nipoti sono stati scaraventati contro il muro e i vetri delle finestre in frantumi li hanno feriti. Li abbiamo presi in braccio e siamo scesi in strada cercando un’ambulanza o qualche assistenza, solo per scoprire che l’intera zona era disseminata dei corpi degli uccisi”, ha detto Abdullah a MEE.

Mucchi di corpi, centri commerciali in fiamme, case abbattute, auto distrutte. In strada c’erano più di 50 corpi. Non sapevamo che cosa fare.

Chi di noi poteva trasportare delle vittime mentre fuggiva dalla zona, lo ha fatto.”

Abdullah ha detto che la maggioranza delle persone uccise si erano spostate dalle zone vicine dopo aver ricevuto messaggi dalle forze israeliane che li esortavano a recarsi in centro città.

Abbiamo preso dei taxi per l’ospedale per curare quelli [dei nostri bambini] che erano feriti e abbiamo evacuato gli altri nel quartiere di Rimal. E adesso abbiamo appena ricevuto messaggi che ci spingono a lasciare la zona di Rimal. Li abbiamo portati da un luogo preso di mira ad un altro che sarà preso di mira”, ha detto.

Ora non sappiamo dove portarli.”

Densamente popolata

Le zone prese di mira erano vicino ad una scuola gestita dall’agenzia ONU che si occupa dei rifugiati palestinesi (UNRWA). Più di 20.000 palestinesi hanno cercato rifugio in 44 scuole gestite dall’UNRWA.

Più del 60% dei palestinesi a Gaza sono rifugiati, in seguito all’espulsione delle famiglie da altre parti della Palestina nel 1948.

Affiancata da Israele ed Egitto sulla costa mediterranea, la Striscia di Gaza è una delle aree più densamente popolate al mondo.

Circa il 97% dell’acqua potabile di Gaza è contaminata e gli abitanti sono costretti a vivere con costanti interruzioni di elettricità a causa di una rete elettrica che è stata gravemente danneggiata in ripetuti attacchi israeliani.

Al tempo stesso quasi il 60% dei palestinesi vive in povertà e la disoccupazione giovanile è al 63%.

Secondo l’UNRWA gli anni di conflitto e assedio hanno reso l’80% della popolazione di Gaza dipendente dall’assistenza internazionale.

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)




Gaza: le operazioni israeliane di uccisione mirata suscitano una richiesta di indagine

Bethan McKernan e Hazem Balousha da Gaza City

Lunedì 17 luglio 2023 – The Guardian

L’iniziativa fa seguito alla morte di civili durante la campagna israeliana di attacchi “Scudo e Freccia”

Nella via del centro di Gaza City in cui viveva la famiglia di Khalil al-Bahtini il contenuto della casa del comandante del Jihad Islamico palestinese e delle due abitazioni su entrambi i lati è ancora sparso in strada. I passanti devono districarsi tra le macerie e la carcassa accartocciata di un serbatoio per l’acqua, tra i detriti della vita di una famiglia distrutta: un orsacchiotto rosso, utensili da cucina, frammenti di libri e vestiti.

La famiglia Adas non era l’obiettivo degli attacchi aerei che hanno colpito la casa del loro vicino verso le 2 del mattino del 9 maggio, primo atto dell’operazione israeliana “Scudo e Freccia”, ma gli edifici distavano meno di un metro. La bomba GBU-39 che ha sfondato i tre piani della casa dei Bahtini fino alle fondamenta ha fatto saltare in aria anche un lato della casa degli Adas, uccidendo le due figlie adolescenti della famiglia. Dania, 19 anni, è morta sul colpo, mentre sua sorella Imam, 17 anni, si è aggrappata alla vita per due ore prima di soccombere alle ferite in ospedale.

L’esplosione ha scaraventato la porta della camera da letto verso di me e mia moglie mentre stavamo dormendo, poi sono corso in sala a cercare i bambini,” dice Alaa Adas, 55 anni, impiegato civile. “Mio figlio era lì, ma le mie figlie non rispondevano. Quando ho visto i loro capelli in mezzo alle macerie il cuore si è fermato.”

Scudo e Freccia”, un’operazione israeliana di bombardamento aereo a sorpresa che ha preso di mira il Jihad Islamico, la principale organizzazione armata dopo Hamas nella Striscia di Gaza assediata, è iniziata con l’omicidio mirato di Bahtini e la quasi contemporanea uccisione di altri due comandanti in un’altra zona della Striscia.

Israele sostiene di aver cercato di evitare vittime civili con “attacchi di precisione” che avrebbero preso di mira membri importanti delle fazioni di Gaza. Ma la tempistica e la ferocia dell’azione iniziale di “Scudo e Freccia” hanno portato a una nuova iniziativa delle associazioni israeliane per i diritti umani che sfida la Corte Suprema israeliana a iniziare indagini indipendenti riguardo alle vittime civili in base a una sentenza esistente, ma non applicata, sulla pratica delle uccisioni mirate.

Gli assassinii, avvenuti durante un cessate il fuoco, hanno portato il Jihad Islamico a rispondere con circa 1.500 razzi lanciati verso Israele nel corso di cinque giorni, prima che venisse negoziata una tregua con la mediazione dell’Egitto. La violenza ha lasciato a Gaza 33 vittime, tra cui almeno 10 donne e minori, e, secondo fonti ufficiali palestinesi, 103 abitazioni sono state distrutte e altre 2.800 danneggiate. Tre persone sarebbero state uccise da proiettili lanciati in modo errato dal Jihad Islamico all’interno della Striscia, e in Israele sono morti un’ottantenne e un lavoratore palestinese.

Dopo il cessate il fuoco il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha descritto “Scudo e Freccia” come “perfetta”, citandone i risultati militari.

Questo tipo di operazione israeliana è diventato più frequente. Da quando nel 2007 il movimento islamico si è impossessato del controllo sulla Striscia ci sono state quattro importanti guerre tra Hamas e Israele, l’ultima delle quali è stata combattuta per 11 giorni nel maggio 2021. Ma dal 2019 ci sono state anche tre operazioni minori, due delle quali sono state attacchi di sorpresa: in totale queste missioni più ridotte hanno ucciso circa 107 persone a Gaza, di cui almeno 42 erano civili.

Fonti ufficiali delle Israel Defence Forces [Forze di Difesa Israeliane(IDF)] affermano che le innovazioni tecnologiche e l’intelligenza artificiale permettono di far lavorare cellule di attacco che lavorano insieme a droni e aerei da guerra per individuare esattamente quali persone ed edifici dovrebbero essere presi di mira.

Ma per la popolazione di 2,2 milioni di persone intrappolate nella stretta Striscia queste operazioni a sorpresa stanno chiarendo che se un vicino è sulla lista nera di Israele anche altre famiglie sono in pericolo.

Non sapevo che ci fosse un comandante che viveva in questo edificio,” dice Abu Hamza, 55 anni, che abita in un grattacielo nel centro di Gaza City colpito a maggio e che ha ucciso un’importante figura del Jihad Islamico, Tareq Ezzedine, e i suoi figli di 12 e 8 anni, così come un dentista che viveva al piano inferiore, sua moglie e il figlio diciannovenne della coppia. “Se hanno queste armi così sofisticate, perché non possono colpire i bersagli quando sono in auto o da qualche altra parte, lontano da famiglie e persone innocenti che stanno dormendo?”

Organizzazioni palestinesi e israeliane per i diritti umani sostengono che le valutazioni di Israele riguardo all’accettabilità di vittime civili in attacchi aerei sono cambiate, nonostante una sentenza del 2006 della Corte Suprema israeliana affermi che le uccisioni mirate sono legali solo se vengono rispettate alcune condizioni, tra cui evitare il più possibile la morte di civili.

In passato fonti ufficiali israeliane hanno sostenuto di non sapere che donne e minori sarebbero rimasti uccisi in attacchi che prendevano di mira membri dei gruppi armati di Gaza. Ma durante “Scudo e Freccia” il linguaggio utilizzato dal governo e dalle IDF è sensibilmente cambiato, suggerendo che siano state invece prese delle misure per ridurre danni collaterali “necessari”.

Membri di estrema destra del nuovo governo israeliano hanno fatto campagna elettorale promettendo una “posizione più dura” nei confronti dei palestinesi e stanno anche cercando di indebolire i poteri della Corte Suprema, che gioca un importante ruolo di controllo ed equilibrio.

Il capo di stato maggiore dell’IDF Herzl Halevi ha affermato che l’aviazione ha effettuato “un’accurata azione che ha colpito obiettivi terroristi minimizzando il danno a terze parti. Se potessimo, avremmo agito senza colpire affatto persone non coinvolte, ma dobbiamo ricordare che i terroristi agiscono tra la popolazione civile e mettono in pericolo gli abitanti di Gaza.”

Le IDF sostengono che “Scudo e Freccia” è stata una risposta proporzionata contro la violenza proveniente dalla Striscia e che gli omicidi sono stati rinviati due volte per “garantire condizioni adeguate e minimizzare le vittime civili.”

Ma in base al fatto che la sentenza esistente della Corte Suprema sulle uccisioni mirate non viene applicata, la Commissione Pubblica contro la Tortura-Israele ( PCATI) e Yesh Gvul, una Ong che svolge un ruolo di controllo sull’esercito israeliano, recentemente hanno lanciato un esposto chiedendo al procuratore generale di Israele di avviare un’indagine indipendente sui danni ai civili di Gaza.

Se non viene formata una commissione indipendente per esaminare la legalità delle recenti azioni dell’esercito a Gaza, come previsto dalla Corte Suprema, Israele avrà reso evidente di non volere né essere in grado di rispettare le leggi internazionali e lo stato di diritto. Ciò consentirà l’intervento di istituzioni internazionali come la Corte Penale Internazionale,” afferma un comunicato delle due organizzazioni per i diritti umani.

Non solo Israele non ha finora condotto un’inchiesta indipendente, non ha neppure fornito alcuna prova che le persone prese di mira per l’omicidio rappresentassero un chiaro e imminente pericolo; per quanto ne sappiamo, le IDF non informano i vicini o i civili che si trovano nei pressi dell’imminente omicidio, né pare che cerchino attivamente di limitare i cosiddetti danni collaterali.”

In messaggi di commento via mail il portavoce del Ministero della Giustizia Efran Oren ha affermato che l’ufficio del procuratore generale ha ricevuto l’esposto e risponderà a tempo debito.

Tuttavia la questione delle uccisioni mirate ha una crescente importanza fuori dalla Striscia di Gaza. Nel 2022 e 2023 la Cisgiordania occupata ha assistito al maggior spargimento di sangue di qualunque altro periodo dalla Seconda Intifada, o rivolta palestinese, conclusasi nel 2005, e per la prima volta negli ultimi due decenni quest’anno Israele ha iniziato ad utilizzare droni armati e attacchi aerei nella città settentrionale di Jenin.

La Corte Suprema israeliana vede la sentenza [sulle indagini riguardo ai danni causati a civili dalle uccisioni mirate] come più applicabile alla Cisgiordania che a Gaza, in quanto non considera più Gaza come sotto occupazione,” afferma Michael Sfard, noto avvocato per i diritti umani, che ha presentato l’esposto alla procura generale per conto di PCAT e Yesh Gvul.

Quindi questo esposto è molto significativo. Ciò che interessa è che nel 2023 Israele sta utilizzando il pretesto di due decenni fa per fare i conti ora con la legalità e il diritto internazionale. Oggi sembra che il governo israeliano non finga più che le sue azioni siano in accordo con le sentenze di una magistratura indipendente… Non penso proprio che a questo governo importi.”

* Questo articolo è stato modificato il 19 luglio 2023. Una precedente versione affermava erroneamente che la descrizione di Benjamin Netanyahu di “Scudo e Freccia” come “perfetta” fosse “dovuta al basso numero di morti israeliani”. Il suo comunicato non cita il numero di morti israeliani (o le vittime civili palestinesi), ma riguarda l’uccisione di dirigenti del Jihad Islamico e la distruzione delle loro armi e centri di comando.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)




Israele ha bombardato questa casa, riducendo in polvere un’antica collezione

Maram Humaid

5 giugno 2023 – Al Jazeera

Un abitante di Gaza ritorna nella sua casa distrutta da un bombardamento israeliano, sperando di recuperare la sua antica collezione di oggetti che risalgono a centinaia di anni addietro.

Gaza City – Da quando il 12 maggio la sua casa è stata distrutta da un bombardamento israeliano Hazem Mohanna vi si reca ogni giorno cercando tra le macerie per ritrovare la sua antica preziosa collezione.

Il sessantaduenne ha passatp 40 anni della sua vita collezionando, come hobby, antiche monete d’argento, pietre preziose e pezzi legati al patrimonio palestinese. La sua casa di quattro piani nel quartiere al-Sahaba, nella parte orientale di Gaza City è diventata “uno straordinario museo archeologico,” dice Mohanna.

Il 12 maggio, il terzo giorno dell’ultimo attacco militare contro Gaza, mentre se ne stava in casa con la sua famiglia, Mohanna ha ricevuto una telefonata dai servizi israeliani. “Mi hanno dato solo cinque minuti per lasciare la casa”, dice a Al Jazeera.

Ero sconvolto. Mia moglie, i miei figli sposati e i miei nipoti sono immediatamente corsi fuori dall’edificio di quattro piani”, dice il padre di quattro figli.

Ho potuto salvare me e la mia famiglia, ma non ho potuto salvare i miei beni, che ho collezionato e custodito per tutta la vita”, dice con volto visibilmente triste.

Nei diversi recenti attacchi Israele ha bombardato centinaia di case a Gaza, concedendo dovunque agli abitanti da qualche ora a solo pochi minuti di preavviso per uscire, suscitando le critiche delle organizzazioni per i diritti umani.

Nel maggio 2021 Israele ha bombardato un edificio di 11 piani che ospitava il nuovo ufficio di Al Jazeera, dopo aver dato un preavviso di circa un’ora. In 11 giorni di incessanti bombardamenti israeliani sono stati uccisi circa 250 palestinesi.

La mia antica collezione significava molto per me. Vi sono pezzi preziosi che datano centinaia di anni”, dice Mohanna, funzionario della sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese in pensione.

Ci sono documenti di certificazione di molti Paesi, pezzi legati alla tradizione palestinese, come vestiti ricamati, valigie e manufatti in rame”, dice.

Ci sono oggetti e memorie che non possono essere risarciti da alcuna somma di denaro, per via del nostro attaccamento ad essi. Vorrei che i miei figli ereditassero il mio piccolo museo archeologico, ma l’occupazione israeliana perseguita ogni cosa, anche le nostre memorie e i nostri hobby.”

Il vecchio collezionista non riesce ancora a trovare una ragione o una giustificazione del bombardamento della sua casa. “Siamo tutti dei semplici civili”, dice Mohanna, che ora vive in un piccolo appartamento di due stanze in affitto con i 16 membri della sua famiglia, compresi i suoi figli sposati.

Insieme ad altre centinaia di persone, è preoccupato per la ricostruzione della sua casa. Secondo il Ministero dei Lavori Pubblici almeno 20 edifici, per un totale di 56 unità abitative, sono stati completamene distrutti e 940 unità abitative sono state danneggiate durante l’escalation militare israeliana.

Finora nessuno mi ha contattato per una compensazione o almeno per pagare l’affitto dell’appartamento”, dice Mohanna. “Ci sono case distrutte nelle precedenti offensive israeliane che non sono state ancora ricostruite, perciò quando arriverà il nostro turno?”

Basta guerre’

Sabah Abu Khater, di 60 anni, dice che l’ultima escalation militare israeliana ha tolto l’allegria a suo figlio, che si sarebbe sposato dopo un mese e mezzo.

Nel pomeriggio dell’11 maggio la sua famiglia di 10 persone stava guardando le notizie nella sua casa di Beit Hanoun nel nord della Striscia di Gaza quando ha ricevuto una telefonata che ordinava di lasciare la casa perché stava per essere bombardata.

Israele ha giustificato il bombardamento di case civili affermando che venivano utilizzate da gruppi armati –un’affermazione respinta dai palestinesi.

Ho sentito i vicini gridare ‘Uscite di casa! Stanno per bombardarla!’” dice Khater.

Siamo tutti usciti immediatamente. I miei figli, le loro mogli e i miei nipotini. Siamo corsi in strada con solo i vestiti che avevamo addosso”, dice cercando le sue cose tra le macerie della sua casa di due piani.

Abbiamo concordato la dote per la sposa di mio figlio e ci stavamo apprestando a completare l’accordo dopo che la situazione si fosse calmata, ma adesso siamo nuovamente daccapo”, dice Khater riferendosi alla cifra che uno sposo deve pagare alla moglie al momento delle nozze, in base alla legge islamica.

Sono triste e col cuore spezzato per mio figlio, che ha speso un sacco di soldi e di sforzi per mettere insieme la dote e costruire la sua casa”, dice.

La gente qui a Gaza è stufa di guerre e disgrazie.”

Il figlio 26enne di Khater, Bilal Abu Khater, che sta seduto demoralizzato sulle macerie della casa della sua famiglia, racconta di aver faticosamente raccolto la dote della sua promessa sposa e preparato una modesta casa per il matrimonio.

Sono stato costretto a fare lavoro straordinario per una paga bassa, non più di 20 shekel al giorno e anche meno, che corrispondono a circa 5 euro, in aggiunta all’aiuto inviato dai miei zii e parenti all’estero”, dice.

Oggi ho dovuto lavorare di più per aiutare a costruire una nuova casa e anche a sostenere le spese dei miei famigliari, rimasti tutti senza casa”, dice Bilal Abu Khater.

I giovani della Striscia di Gaza vivono condizioni difficili a causa della mancanza di opportunità di lavoro e del perdurante blocco”, dice riferendosi al blocco terrestre, aereo e marittimo dell’enclave palestinese imposto da Israele dal 2007.

Le guerre peggiorano le cose”, dice Bilal Abu Khater.

Ci sono voluti anni per costruire la nostra casa ed ora ci vorrà molto tempo per ricostruirla”, dice con la voce spezzata, per poi ringraziare dio che la sua famiglia sia salva. “I soldi si rimediano. La cosa importante è che nessuno di noi è stato ferito.”

Nell’attacco militare israeliano iniziato il 9 maggio gli aerei da guerra israeliani hanno preso di mira case e appartamenti in tutta la Striscia di Gaza. Hanno sostenuto che il bombardamento era diretto contro il movimento della Jihad islamica, ma i palestinesi e le organizzazioni per i diritti hanno affermato che nei cinque giorni di aggressione sono stati uccisi soprattutto civili. Le fazioni palestinesi hanno lanciato razzi su Israele, uccidendo un israeliano.

Al momento in cui è entrato in vigore un cessate il fuoco mediato dall’Egitto, il 12 maggio, erano stati uccisi almeno 33 palestinesi, compresi sei minori, e feriti 190, con perdite economiche stimate in 5 milioni di dollari.

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)

 




Dispaccio dalla Cisgiordania: lo stato di guerra dei coloni sionisti

Mondoweiss Ufficio Palestina

10 aprile 2023, Mondoweiss

I recenti attacchi ad Al-Aqsa, i continui arresti e omicidi di combattenti della resistenza e la marcia dei coloni sul monte Sbeih indicano un rinnovato impegno all’etica sionista delle origini. Ciò porterà inevitabilmente a uno scontro di ampia portata.

Principali sviluppi (7–10 aprile)

All’alba di lunedì mattina 10 aprile le forze israeliane hanno invaso il campo profughi di Aqbat Jabr e ucciso il diciottenne Mohammad Fayez Mohammad Oweidat. Durante l’invasione militare sono stati anche arrestati Yasin Omar Izzat Hunaifa e Mohammad Eid Abu Dahouk. Il mese scorso, le forze israeliane hanno invaso Aqbat Jabr e ucciso sei palestinesi.

Lunedì mattina 10 aprile a dir poco sette ministri israeliani hanno guidato migliaia di coloni in una manifestazione sul monte Sbeih nella città di Beita, 13 chilometri a sud-est di Nablus. Almeno un giornalista palestinese è rimasto ferito secondo i giornalisti locali presenti sulla scena, mentre secondo la Mezzaluna Rossa nelle prime due ore più di 121 palestinesi sono stati feriti. Dal 2021 i coloni israeliani hanno cercato di impossessarsi con la forza delle terre nell’area, ma sono stati ostacolati dall’opposizione organizzata dei palestinesi.

Durante il fine settimana l’aviazione israeliana ha lanciato attacchi aerei sulla Siria sostenendo di mirare ad agenti militari iraniani e ad un gruppo armato palestinese assadista [corrente politica del Partito Ba’th che sostiene le politiche di Àsad, ndt.] 

Nonostante gli accordi del comunicato congiunto mediato il mese scorso da Giordania ed Egitto, Israele ha approvato sei nuovi insediamenti in Cisgiordania.

Centinaia di coloni israeliani continuano nel quinto giorno della pasqua ebraica le incursioni armate nel sacro spazio di culto musulmano, il complesso di Al-Aqsa.

A seguito dello speronamento di un’auto venerdì che ha provocato la morte di un italiano e il ferimento di almeno altre quattro persone, la famiglia del palestinese ucciso ha negato la versione della polizia che si sia trattato di un attacco e afferma che si è trattato di un incidente automobilistico.

Approfondimento

La scorsa settimana l’assalto israeliano ai luoghi del Ramadan in Gerusalemme ha minacciato di trasformarsi nel corso della settimana in una guerra a tutto campo, con razzi lanciati dal Libano sulle zone settentrionali ai confini dello Stato israeliano in risposta alle provocazioni israeliane ad Al-Aqsa. Molti avrebbero potuto definire prevedibile questo sviluppo, poiché offre a Netanyahu una comoda scusa per sfuggire alla crisi interna sulla revisione giudiziaria proposta dal suo governo, forzando Israele all’unità di fronte a una minaccia esterna. La gente di Gaza lo prevedeva già da settimane, temendo che la striscia assediata sarebbe stata usata ancora una volta come pedina nelle battaglie interne del regime israeliano. Questo è ciò che ha portato alcuni a credere che la brutale repressione dei fedeli ad Al-Aqsa la scorsa settimana sia stata una deliberata provocazione israeliana per spingere Gaza a rispondere con il lancio di razzi. Quello che nessuno si aspettava era che i razzi provenissero dal Libano.

La direzione della sicurezza israeliana ha insistito sul fatto che non sia stato Hezbollah a lanciare i razzi, ma che ne fossero invece responsabili gli agenti di Hamas – qualsiasi cosa pur di evitare uno scontro diretto con il gruppo politico libanese dominante da cui Israele aveva subito una sconfitta militare durante l’invasione del Libano nel 2006. Gli analisti della sicurezza israeliani hanno fatto eco a questa opinione cauta anche se venata di isteria, ritenendo che l’incidente rappresenti la “situazione più pericolosa e complessa della sicurezza che Israele abbia dovuto affrontare sul suo confine settentrionale dalla seconda guerra del Libano nell’agosto 2006”.

L’esercito israeliano ha bombardato le aree circoscritte da cui erano stati lanciati i razzi; giorni dopo, l’8 e il 9 aprile, altri razzi sono stati lanciati dalla Siria sulle alture del Golan da un gruppo palestinese assadista. Come prima Israele ha risposto in modo insolitamente moderato sparando contro il punto da cui erano stati lanciati i razzi. Gaza, d’altra parte, è stata colpita più duramente poiché un fuoco di fila israeliano ha squarciato i siti di resistenza in diverse parti della Striscia di Gaza e ha alimentato i timori dello scoppio di un’altra guerra su Gaza – che rimane il paravento più conveniente per Israele, il deus ex machina delle crisi politiche israeliane.

Nonostante i disordini nella regione sono continuati gli assalti congiunti dell’esercito israeliano e del movimento dei coloni di destra contro le comunità palestinesi. L’esercito israeliano ha invaso il campo profughi di Aqbat Jabr a Gerico e il campo profughi di al-Ain a Nablus, uccidendo un combattente della resistenza e arrestandone molti, mentre nel villaggio di Beita migliaia di coloni israeliani guidati da Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich hanno marciato verso l’insediamento illegale di Evyatar evacuato (per rioccuparlo), e l’esercito israeliano ha ferito centinaia di contro-manifestanti palestinesi abitanti di Beita.

Il fatto che questo assalto di coloni e militari sia ostinatamente continuato senza badare alla minaccia di guerra dimostra due cose: in primo luogo che la presa da parte dei coloni sul governo israeliano ha reso il regime sionista più audace e più fedele all’ethos liberale sionista delle origini (“massimo di terra con un minimo di arabi”) rispetto a qualsiasi governo lo abbia preceduto, e in secondo luogo che questo impegno preventivo all’espansione coloniale a tutti i costi, privo della razionalità pragmatica della generazione sionista fondatrice – che, in certi momenti, si accontentò di limitare temporaneamente i progetti territoriali a favore del mantenimento della “purezza demografica” anche come tacita concessione alla resistenza armata palestinese – lancerà inevitabilmente e inesorabilmente Israele in uno scontro diretto non solo con i palestinesi ma con chiunque altro tenti di difenderli.

Questa eccezionale circostanza ha solo reso più reale la probabilità di uno scontro militare più ampio. Anche se né il governo israeliano né Hezbollah vogliono veramente tale conflitto, le forze sociali in gioco all’interno di Israele continueranno a creare le condizioni che lo rendono sempre più verosimile.

Tutto ciò è stato reso possibile da un unico filo rosso che passa dalla repressione ad al-Aqsa agli attacchi alla resistenza armata e alle marce dei coloni sul monte Sbeih: il sionismo ha raddoppiato il proprio sforzo verso il suo originale imperativo coloniale, e questo rinnovato impegno significa che l’imminente confronto, indipendentemente dalla forma che prenderà, è più vicino che mai.

Dati importanti

• Dall’inizio dell’anno, nel corso di 100 giorni, più di 98 palestinesi sono stati uccisi dalle forze armate e dai coloni israeliani. A marzo sono stati uccisi 14 israeliani.

• Nel primo trimestre del 2023 Israele ha rinnovato circa 800 ordini di detenzione amministrativa (AD – senza imputazione né processo, ndt.), raggiungendo il record più alto di arresti arbitrari da parte di Israele dal 2003.

• Dal 2021 più di 32.089 palestinesi sono stati feriti dalle forze e dai coloni israeliani, il 92% dei quali in Cisgiordania.

Da gennaio e fino al 30 marzo più di 413 palestinesi sono stati sfollati a seguito delle demolizioni israeliane in Cisgiordania e a Gerusalemme est.

• Dall’inizio dell’anno circa 100 palestinesi sono stati arrestati nella sola Gerico, la maggior parte degli arresti concentrati nel campo profughi di Aqbat Jabr – inclusa l’incarcerazione di parenti stretti dei palestinesi uccisi durante gli omicidi extragiudiziali israeliani.

(Traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)




Sei importanti sviluppi che hanno segnato il 2022 per i palestinesi

Zena Al Tahhan e Maram Humaid

26 dicembre 2022 – Al Jazeera

L’ONU ha definito il 2022 l’anno più luttuoso degli ultimi 16 per i palestinesi nella Cisgiordania occupata dagli israeliani. Ecco alcuni degli eventi più importanti dell’anno.

Ramallah, Cisgiordania occupata e Gaza. Conflitti, incursioni e l’uccisione di una delle giornaliste più rispettate in Palestina sono alcuni degli eventi più importanti in Israele e Palestina nel 2022.

Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2022 l’anno più letale per i palestinesi nella Cisgiordania occupata dal 2006, a riprova di un aumento dell’uso della forza da parte di Israele, a fronte di un ulteriore spostamento verso l’estrema destra del Paese.

Ecco sei degli sviluppi più importanti del 2022 per i palestinesi.

Conflitto a Gaza, di nuovo

Meno di 15 mesi dopo il precedente bombardamento israeliano della Striscia di Gaza, il territorio sottoposto al blocco è stato attaccato da aerei da guerra israeliani per tre giorni agli inizi di agosto, causando la morte di almeno 49 palestinesi, tra cui 17 minori.

L’arresto in Cisgiordania del leader del Jihad Islamico Palestinese (PIJ) da parte delle forze israeliane ha sollevato timori di un’escalation, causando un’intensificazione della presenza militare israeliana lungo il confine tra Israele e Gaza.

Il 5 agosto gli aerei da guerra israeliani hanno lanciato un’ondata di attacchi aerei contro Gaza a cui il PIJ ha risposto lanciando razzi contro Israele.

Se c’era un reale timore che lo scoppio dei combattimenti avrebbe portato a un conflitto prolungato, specialmente dopo l’uccisione dei comandanti del PIJ lo scontro alla fine è terminato dopo tre giorni in seguito all’entrata in vigore di una tregua mediata dall’Egitto.

Una delle ragioni principali della mancata escalation del conflitto è stata la decisione di Hamas, che governa Gaza da 15 anni, di tenersi fuori dallo scontro.

Nonostante ciò ci sono stati danni considerevoli a Gaza, che era appena stata ricostruita dopo il conflitto nel 2021 durato 11 giorni. Non è inoltre scomparsa la minaccia di un altro scoppio di violenza prolungata, lasciando i palestinesi a Gaza costantemente preoccupati per quello che molti pensano sia un’inevitabile guerra futura.

Crescita della resistenza armata palestinese

Uno dei cambiamenti principali in Cisgiordania nel 2022 è stato la crescita di piccoli gruppi di resistenza armata concentrati nelle città settentrionali di Jenin e Nablus.

Il fenomeno è iniziato nel settembre 2021 con la formazione del primo gruppo, le Brigate di Jenin, nel campo profughi della città dopo l’uccisione a giugno da parte di Israele del combattente Jamil al-Amouri.

Ha fatto seguito nel 2022 la creazione delle Brigate di Nablus, della Fossa dei Leoni, delle Brigate di Balata, delle Brigate di Tubas e delle Brigate di Yabad. Mentre i gruppi già esistenti sono formati da membri di varie fazioni tradizionali palestinesi, questi nuovi si rifiutano di allinearsi con una specifica fazione o movimento.

Dato che i gruppi hanno limitate capacità, si sono concentrati in scontri con le forze israeliane in risposta ai loro raid quasi giornalieri e si sono anche impegnati in sparatorie contro checkpoint militari israeliani. Inoltre hanno rivendicato la responsabilità di attacchi che hanno ucciso soldati e coloni israeliani.

Con l’emergere di questi gruppi è la prima volta dalla seconda Intifada (2000-05) che formazioni organizzate hanno combattuto le forze israeliane in Cisgiordania. Alla fine di quell’Intifada, o rivolta, la maggior parte delle armi nel territorio era sotto il controllo dell’Autorità Palestinese (ANP).

Raid quotidiani e uccisioni

In seguito a una serie di attacchi individuali in Israele iniziati a marzo, Israele ha lanciato una campagna militare detta “Break the Wave” (Spezza l’ondata) con raid, arresti di massa e uccisioni quasi ogni giorno in Cisgiordania, focalizzati a Jenin e Nablus.

Con assassinii mirati e durante gli scontri armati, sono stati uccisi sia i civili che durante gli attacchi si sono scontrati con l’esercito israeliano e degli astanti non coinvolti, che dei combattenti palestinesi.

Secondo il ministero palestinese della Salute, in Cisgiordania e nella Gerusalemme Est occupata nel 2022 le forze israeliane hanno ucciso circa 170 palestinesi, inclusi più di 30 minori, e almeno altri 9.000 sono stati feriti.

Molte delle uccisioni hanno causato una particolare indignazione fra i palestinesi, inclusa recentemente quella del 12 dicembre, quando una sedicenne di Jenin è stata ferita a morte mentre dal tetto di casa sua osservava un attacco dell’esercito. Il 2 dicembre è stato ucciso in pubblico da un soldato israeliano anche un ventitreenne palestinese. L’uccisione è stata filmata e i palestinesi l’hanno descritta come “un’esecuzione”.

Nel corso di quest’anno osservatori, diplomatici e organizzazioni per i diritti umani hanno espresso “preoccupazione” circa l’uso eccessivo di forza letale da parte di Israele in Cisgiordania che ha causato l’elevato numero di uccisioni.

L’Ufficio dell’Alto Commissario dell’ONU per i Diritti Umani aveva in precedenza osservato che le forze israeliane “spesso usano armi da fuoco contro i palestinesi per un semplice sospetto o come misura precauzionale, in violazione dei principi internazionali”.

Uccisione di Shireen Abu Akleh

L’undici maggio le forze israeliane hanno ucciso Shireen Abu Akleh, giornalista veterana di Al Jazeera mentre stava seguendo un’operazione dell’esercito nel campo profughi di Jenin.

Abu Akleh, 51 anni, corrispondente televisiva palestinese-americana per Al Jazeera Arabic ha seguito l’occupazione israeliana dei territori palestinesi per oltre 25 anni. La sua uccisione ha sollevato una protesta internazionale e scosso il mondo intero.

La reporter è stata onorata nel corso di una processione funebre durata tre giorni con esternazioni di dolore e rispetto mentre il corpo veniva traslato da Jenin a Gerusalemme.

A Gerusalemme Est le forze israeliane hanno attaccato le persone in lutto che portavano la sua bara. Nonostante gli sforzi delle autorità israeliane, migliaia di palestinesi si sono riversati nelle strade di Gerusalemme per il funerale.

Varie indagini hanno ritenuto Israele responsabile della sua uccisione e a settembre Israele ha infine ammesso che con “molta probabilità” uno dei suoi soldati ha ucciso Abu Akleh. Comunque le autorità israeliane si sono rifiutate di avviare un’indagine penale.

A dicembre Al Jazeera ha presentato una richiesta formale alla Corte Penale Internazionale (ICC) per indagare e processare i responsabili dell’uccisione di Abu Akleh.

Ascesa dell’estrema destra

Nel 2022 si è svolta la quinta elezione parlamentare in Israele in meno di quattro anni. Se i risultati sembrano avere temporaneamente messo fine alla prolungata impossibilità di formare un governo stabile in Israele, ha tuttavia dato come risultato la creazione del governo di destra più estrema nella storia dei 74 anni del Paese.

Benjamin Netanyahu, primo ministro designato, e il suo partito Likud hanno formato un’alleanza con Sionismo Religioso e i partiti ultraortodossi, ottenendo una maggioranza di 64 seggi sui 120 parlamentari che costituiscono la Knesset.

Il terzo blocco per grandezza risultante dalle elezioni è l’alleanza Sionismo Religioso, una fusione tra il partito con lo stesso nome guidato da Bezalel Smotrich e Potere Ebraico, capitanato da Itamar Ben-Gvir.

I due personaggi controversi sono noti per i loro frequenti incoraggiamenti alla violenza contro i palestinesi e hanno pubblicamente dichiarato le proprie intenzioni di voler espandere la fondazione di colonie illegali israeliane in Cisgiordania.

L’anno scorso Smotrich ha detto che i palestinesi in Israele “sono qui per errore, perché [l’ex premier] Ben-Gurion non aveva finito il lavoro” di cacciarli nel 1948.

Nel contempo Ben-Gvir, che aveva in precedenza chiesto la deportazione di cittadini palestinesi “giudicati sleali verso Israele”, ha invitato i coloni a portare armi e ha regolarmente criticato l’esercito israeliano e il governo poiché non usano misure più rigide contro i palestinesi.

Le politiche e le opinioni dei politici che stanno per essere incaricati della sicurezza in Cisgiordania sono destinati a innescare ulteriormente la già tesa situazione sul posto.

Aumento degli attacchi dei coloni

Nel 2022 gli attacchi dei coloni israeliani contro i palestinesi in Cisgiordania sono aumentati, diventando più audaci e coordinati.

Quest’anno sono stati uccisi almeno tre palestinesi. Alcuni di questi attacchi sono avvenuti sotto gli occhi dell’esercito israeliano.

Prove inquietanti circa le forze israeliane che frequentemente facilitano, sostengono e partecipano agli attacchi dei coloni rendono difficile distinguere tra la violenza dei coloni israeliani e quella dello Stato,” ha sostenuto in un comunicato del 15 dicembre un funzionario dell’ONU.

Il 2022 è il sesto anno consecutivo in cui il numero di attacchi dei coloni israeliani nella Cisgiordania occupata è aumentato,” continua il documento. “Coloni israeliani armati e mascherati attaccano i palestinesi nelle loro case, aggrediscono i bambini che vanno a scuola, distruggono proprietà, bruciano oliveti e terrorizzano intere comunità nella totale impunità.”

Tra i 600.000 e i 750.000 coloni israeliani vivono in almeno 250 colonie illegali sparse in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.

(traduzione dall’inglese di Mirella Alessio)