Le forze israeliane uccidono tre palestinesi in un attacco nella Cisgiordania occupata

Redazione di Al Jazeera

6 agosto 2023 – Al Jazeera

I soldati hanno aperto il fuoco su un veicolo vicino al campo profughi di Jenin, uccidendo tre passeggeri che secondo l’esercito israeliano stavano pianificando un attacco.

Le forze israeliane nella Cisgiordania occupata hanno ucciso a colpi di arma da fuoco tre palestinesi che secondo l’esercito stavano per compiere un attacco.

In un comunicato l’esercito ha affermato che domenica i soldati hanno aperto il fuoco su un veicolo e ucciso tre passeggeri.

Sostiene di aver eliminato una squadra di terroristi del campo profughi di Jenin identificata mentre si recava a compiere un attacco.

Tra i morti c’è Naif Abu Tsuik, 26 anni, che secondo l’esercito era un “importante esponente militare del campo profughi di Jenin.

L’esercito ha dichiarato che era “coinvolto in azioni militari contro le forze di sicurezza israeliane e in attività militari in fase avanzata dirette dai terroristi nella Striscia di Gaza”, l’enclave costiera controllata dall’organizzazione Hamas.

Secondo Quds News Network il veicolo è stato crivellato da più di cento proiettili.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha elogiato le forze di sicurezza e ha affermato che Israele “continuerà ad agire ovunque e in qualsiasi momento contro coloro che minacciano la nostra vita “.

Hazem Qasem, un portavoce di Hamas da Gaza, ha detto che le morti non rimarranno impunite.

“Il nemico, che ha assassinato tre dei nostri palestinesi, non eviterà di pagare il prezzo dei suoi crimini”, ha affermato in una dichiarazione.

In un reportage dalla Gerusalemme est occupata, Mohammed Jamjoom di Al Jazeera ha detto che il ministero della Salute palestinese ha confermato le morti nell’attacco a sud di Jenin.

“L’esercito israeliano ha detto di aver trovato nel veicolo anche un M-16 [arma d’assalto] “, ha affermato Jamjoom.

Tutto questo si aggiunge all’estrema tensione già presente in loco. Arriva 24 ore dopo un attacco avvenuto a Tel Aviv, in cui un giovane palestinese di Jenin ha sparato sulla gente. Ciò aggiunge molta preoccupazione per ciò che questo fatto potrebbe significare nei giorni a venire.

Mustafa Barghouti, capo del partito Iniziativa Nazionale Palestinese, ha affermato che l’uccisione dei tre palestinesi equivale a un “omicidio extragiudiziale”.

Quello che Israele ha fatto oggi è un altro atto di uccisione extragiudiziale di giovani palestinesi”, ha detto Barghouti ad Al Jazeera. “È un’esecuzione illegale di persone senza alcun tipo di processo giudiziario”.

L’anno più mortale

Più di 200 palestinesi sono stati uccisi quest’anno nei territori palestinesi occupati e le Nazioni Unite hanno avvertito che il 2023 è sulla buona strada per essere l’anno più mortale per i palestinesi da quando esse ha iniziato a registrare il numero delle vittime.

Barghouti ha affermato che queste uccisioni sono una “guerra del terrore” contro la popolazione civile palestinese, che continuerà finché continuerà l’occupazione israeliana.

“L’occupazione esiste da 56 anni, la pulizia etnica dei palestinesi esiste da 75 anni, e senza porre fine a questi due processi ovviamente non ci sarà mai pace in questa regione”, ha affermato.

Jenin è stata un punto critico e teatro di numerosi raid israeliani – molti mortali – negli ultimi mesi. Il più grande raid israeliano del campo in quasi 20 anni ha avuto luogo a giugno, uccidendo 12 palestinesi e costringendo migliaia di persone a fuggire dalle loro case.

Sabato 5 agosto, Kamel Abu Bakr, di Jenin, ha aperto il fuoco nel centro di Tel Aviv e ha ucciso un ispettore della polizia israeliana prima di essere ucciso da un agente che ha risposto al fuoco.

All’inizio di questa settimana, un violento attacco dei coloni nella Cisgiordania occupata ha ucciso il 19enne palestinese Qusai Jamal Maatan, mentre i soldati israeliani hanno sparato a un altro giovane palestinese, il 18enne Mahmoud Abu Sa’an, durante una delle loro incursioni notturne nella Cisgiordania occupata.

L’attacco dei coloni, ha detto Barghouti, è stato effettuato da un uomo che fa parte del governo israeliano.

Il leader politico ha aggiunto che quindi ciò che questo comporta riguardo al rapporto tra i coloni e l’attuale governo di estrema destra israeliano è che “questo governo israeliano è un governo fascista.”

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)




Studente a Jenin ucciso dall’esercito israeliano mentre andava a scuola

Mariam Barghuti

22 Novembre 2022 – Mondoweiss

Mahmoud Al-Saadi era all’ultimo anno di liceo e suo padre ha lavorato tutta la vita per garantire un’istruzione a suo figlio. Israele ha ucciso la luce degli occhi di suo padre.

Lunedì 21 novembre le forze israeliane hanno ucciso uno studente liceale palestinese del campo profughi di Jenin e ne hanno feriti altri tre durante un’operazione militare nella città di Jenin, 98 km a nord-ovest di Gerusalemme.

Mahmoud Al-Saadi, 17 anni, si stava recando alla Farhat Shihad Boys’ School di Jenin quando le forze israeliane gli hanno sparato all’addome. Quasi un’ora dopo, Al-Saadi è morto per le ferite riportate all’ospedale pubblico Ibn Sina. Suo padre lo ha identificato in ospedale prima di seppellirlo.

La morte viene a bussare

Poco prima delle 8:00, una forza composta da militari israeliani, polizia di frontiera e Shin Bet (intelligence interna) ha invaso Jenin e si è diretta verso l’abitazione di Rateb Al-Bali, ricercato per presunto coinvolgimento in scontri armati contro obiettivi militari israeliani.

Arrenditi, sappiamo che sei qui. È meglio che tu ti arrenda, prima che ti rovesci la casa sulla testa e su tutti quelli che ci sono dentro”, si è sentito un soldato israeliano minacciare attraverso un altoparlante. “Ti avverto! Esci!”

“Sappiamo che sei a casa e tutti sono a casa con te”, la voce del soldato poteva essere ascoltata da tutti nel quartiere. “Vieni fuori e arrenditi prima che ti abbattiamo la casa addosso.”

Ferito e preoccupato per l’incolumità della sua famiglia, Al-Bali si è arreso.

La casa di Rateb è vicino alla scuola di Al-Saadi. L’operazione di ricerca e arresto, pianificata da alcune delle unità operative speciali più di élite di Israele, è stata programmata durante l’orario scolastico di un giorno di scuola, mentre c’erano i ragazzi.

Uccidere la luce degli occhi un padre

Riguardo all’assassinio di Mahmoud Al-Saadi, XX ha dichiarato, chiedendo l’anonimato, a Mondoweiss: “I suoi amici pensavano che stesse scherzando quando ha urlato che gli avevano sparato”. I compagni di classe di Al-Saadi, che hanno scambiato la supplica dell’amico per una ferita leggera, hanno dovuto schivare i proiettili dell’esercito israeliano e garantire l’evacuazione del loro coetaneo ferito.

I giornalisti locali hanno confermato a Mondoweiss che Al-Saadi è stato trasferito, mentre sanguinava dall’addome, in un’auto privata poiché era improbabile che le ambulanze lo raggiungessero in tempo.

Poco dopo la sua sepoltura, un parente di Al-Saadi ha dichiarato in un’intervista che il padre di Mahmoud aveva lavorato tutta la vita “per fornire [a Mahmoud] un futuro dignitoso e un’istruzione”.

“L’occupazione ha ucciso questo sogno”, ha detto prima di scoppiare in lacrime.

Un cuore abbastanza grande da abbracciare tutto il campo

Secondo il Ministero della Salute palestinese più di 202 palestinesi sono stati uccisi dall’inizio dell’anno. Molti dei martiri sono stati uccisi durante le incursioni offensive dei militari israeliane nelle città e nei paesi palestinesi intese a reprimere la resistenza armata palestinese contro la continua invasione dei coloni.

Agli scolari e ai giovani palestinesi non sono state risparmiate le violenze della continua offensiva militare di Israele. Molte delle uccisioni di quest’anno sono state di minori, molti dei quali uccisi nel corso delle frequenti incursioni di ricerca e arresto dell’esercito israeliano.

Ben 33 bambini sono stati uccisi durante l’offensiva militare israeliana di quest’anno, l’Operazione Break the Wave (spezzare l’onda). Proprio la scorsa settimana i soldati israeliani hanno crivellato di proiettili un’auto quando questa si è avvicinata inconsapevolmente a un’operazione di ricerca e arresto simile a Betunia, uccidendo la quattordicenne Fulla Masalma all’interno dell’auto.

Al-Saadi faceva parte del Jenin Freedom Theatre, che ha rilasciato una dichiarazione per piangere la morte di Al-Saadi.

“Un formatore esperto e appassionato del nostro programma per bambini e giovani, ha portato il suo carattere unico in questo lavoro”, si legge nella dichiarazione. “Mahmoud aveva un futuro promettente davanti a sé, ed eravamo entusiasti di vedere dove lo avrebbe portato il suo lavoro in teatro”.

Anche Ranin Odeh, che aveva formato Al-Saadi al Freedom Theatre, ha scritto una commemorazione del giovane ucciso.

“Il tuo cuore era abbastanza grande da abbracciare l’intero campo, le sue strade e le sue case”, si legge nella lettera. “Penso a te che sali sul palco e ti unisci ai workshop per divertirti e recitare. Questo è ciò che mi fa più male, che il ragazzo dal cuore d’oro se ne sia andato. Credimi, la notizia del tuo martirio ferisce il mio corpo e mi fa piangere».

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)




Giovane donna palestinese muore in seguito alle ferite subite vicino a Jenin

International Middle East Media Center

19 aprile, 2022 – IMEMC (International Middle East Media Center) News

Fonti mediche palestinesi hanno riferito che lunedì sera una giovane donna palestinese è morta a causa delle gravi ferite infertele dai soldati palestinesi che il 9 aprile avevano invaso un villaggio vicino a Jenin, nel nord della Cisgiordania occupata.

La fonte ha affermato che la giovane donna, Hanan Mahmoud Khdour, di 18 anni, è stata colpita all’addome da un proiettile vero dopo che l’esercito ha sparato parecchi colpi contro un’automobile in cui si trovava quando i soldati hanno invaso la città di Jenin.

E’ stata immediatamente ricoverata all’ospedale specializzato Ibn Sina di Jenin ed è rimasta in condizioni critiche finché è morta per le ferite.

Stava andando a scuola a Jenin quando i soldati hanno aperto il fuoco contro l’auto durante l’invasione della città.

Centinaia di palestinesi hanno partecipato al suo corteo funebre a Jenin prima di dirigersi verso il suo villaggio, Faqqu’a, ad est di Jenin.

Il giorno in cui è stata ferita i soldati israeliani hanno sparato ad almeno 10 palestinesi e ucciso un giovane, Ahmad Nasser Sa’adi, di 21 anni, nel campo profughi di Jenin.

In aprile sono stati uccisi dall’esercito israeliano 19 palestinesi, compresi tre donne e tre minori:

    1. Aprile 18, 2022: Hanan Mahmoud Khdour, 18 anni.
    2. Aprile 15, 2022: Shawkat Kamal ‘Aabed, 17 anni
    3. Aprile 14, 2022: Mustafa Faisal Abu ar-Rob, 31anni
    4. Aprile 14, 2022: Sha’s Fuad Kamamji, 29 anni
    5. Aprile 14, 2022: Fawwaz Ahmad Hamayel, 45 anni
    6. Aprile 13, 2022: Omar Mohammad Elyan, 20 anni
    7. Aprile 13, 2022: Qussai Fuad Hamamra, 14 anni
    8. Aprile 13, 2022: Mohammad Hasan Assaf, 34° anni
    9. Aprile 12, 2022: Abdullah Tayseer Mousa Srour, 41 anni
    10. Aprile 11, 2022: Mohammad Hussein Zakarna, 17anni
    11. Aprile 10, 2022: Mohammad Ali Ghneim, 21anni
    12. Aprile 10, 2022: Ghada Ibrahim Ali Sabateen, 48 anni
    13. April 10, 2022: Maha Kathem Zaatari, 24 anni
    14. Aprile 9, 2022: Ahmad Nasser Sa’adi, 21 anni
    15. Aprile 8, 2022: Ra’ad Fathi Hazem, 29 anni
    16. Aprile 2, 2022: Saif Hifthy Abu Libda, 25 anni
    17. Aprile 2, 2022: Khalil Mohammad Tawalba, 24 anni
    18. Aprile 2, 2022: Sa’eb Tayseer Abahra, 30 anni
    19. Aprile 1, 2022: Ahmad Younis al-Atrash, 29 anni

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)




Quattro palestinesi colpiti e uccisi da armi da fuoco in un’incursione dell’esercito israeliano a Jenin

Al Jazeera – agenzie di stampa

16 Agosto 2021 – Al Jazeera

Lunedì mattina sono scoppiati scontri quando l’esercito israeliano ha fatto irruzione nel campo profughi di Jenin nel nord della Cisgiordania occupata.

Almeno quattro uomini palestinesi sono stati colpiti a morte durante gli scontri con l’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin, nel nord della Cisgiordania occupata.

Saleh Mohammed Ammar, di 19 anni, e Raed Ziad Abu Seif, di 21, sono stati colpiti da armi da fuoco lunedì e sono morti per le ferite poco dopo l’arrivo all’ospedale cittadino di Jenin, secondo una fonte della struttura sanitaria.

Due cittadini sono arrivati al pronto soccorso, colpiti dall’esercito israeliano, e sono morti poco dopo, in seguito alle ferite”, ha detto una fonte interna all’ospedale, secondo i media locali.

Alcune fonti hanno riferito che i corpi dei due altri uomini, uno dei quali identificato come Noor Jarrar e l’altro come Amjad Iyad Azmi, sono stati portati via dalle forze israeliane.

Il governatore di Jenin ha confermato i decessi.

Almeno due altri palestinesi sono stati arrestati. Uno è stato colpito ad una mano e l’altro, identificato come Mohammed Abu Zina, è stato portato via da casa sua durante l’incursione.

Nel frattempo nel campo profughi di Jenin sono iniziati i cortei funebri per le vittime.

Testimoni hanno detto che un gruppo di palestinesi è stato coinvolto in scontri con i membri della Musta’ribeen della polizia israeliana – un’unità di infiltrati composta da israeliani travestiti da palestinesi.

Gli agenti di questa unità normalmente si infiltrano in zone palestinesi con l’intenzione di arrestare delle persone. La Maan (agenzia di informazione palestinese, ndtr.) ha riferito che gli agenti si trovavano dentro il campo ore prima che le forze israeliane irrompessero nella zona.

Secondo Maan, gli agenti della Musta’ribeen hanno aperto il fuoco “direttamente su un numeroso gruppo di giovani” appena le truppe israeliane sono entrate nel campo.

Testimoni hanno riferito che sono stati lanciati contro i palestinesi anche granate assordanti e candelotti lacrimogeni.

La polizia israeliana ha affermato in una dichiarazione che i soldati hanno sparato contro “aggressori” dopo che i palestinesi hanno aperto il fuoco contro le “forze in borghese” dell’esercito.

Nessuno tra le forze israeliane è stato ferito nell’incidente. Esse sarebbero state in missione per arrestare una persona, ha detto la polizia.

L’alto dirigente palestinese Hussein Al Sheikh ha accusato Israele di “un crimine odioso” ed ha twittato: “La comunità internazionale dovrebbe vergognarsi del suo silenzio su fatti come questi e della propria incapacità di dare protezione al popolo palestinese da questa oppressione”.

Nelle scorse settimane vi sono stati numerosi scontri tra israeliani e palestinesi nel nord della Cisgiordania occupata, soprattutto a Jenin e Beita.

Beita è teatro di ricorrrenti manifestazioni contro l’occupazione illegale israeliana e l’espansione delle colonie, che spesso si risolvono in scontri.

La lotta contro le forze israeliane è costata la vita a molti palestinesi ed ha provocato centinaia di feriti.

Colonie illegali

Circa mezzo milione di persone vivono in colonie illegali israeliane nella Cisgiordania occupata, accanto a 2 milioni e 800mila palestinesi.

A partire da maggio i palestinesi hanno organizzato proteste quasi quotidiane a Beita per gridare la loro rabbia contro un vicino avamposto illegale di coloni israeliani.

La colonia è stata evacuata all’inizio di luglio, ma le truppe dell’esercito israeliano rimangono posizionate là, mentre le autorità decidono sul loro destino. Se la colonia verrà autorizzata, i suoi fondatori potranno prendervi la residenza in modo permanente.

Gli abitanti di Beita hanno giurato che proseguiranno la loro campagna finché anche l’esercito non abbandonerà l’avamposto.

La Cisgiordania occupata è parte del territorio in cui è previsto uno Stato palestinese in base alla soluzione di due Stati.

Israele ha occupato la Cisgiordania durante la guerra del 1967 e tutti gli insediamenti al suo interno sono considerati illegali dalla maggior parte della comunità internazionale.

Le forze israeliane effettuano sovente incursioni in diverse zone in tutta la Cisgiordania, in cui arrestano e spesso uccidono dei palestinesi.

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)

 




Sono Mohammed Bakri, regista perseguitato da Israele

20 settembre 2018

Mohammed Bakri, è un attore, regista e sceneggiatore palestinese con cittadinanza israeliana. Da 15 anni è perseguitato da Israele e a gennaio 2019 dovrà subire l’ennesimo processo per diffamazione. La sua ‘colpa’? Essere l’autore di “Jenin, Jenin”, un documentario del 2002 che denuncia, attraverso i racconti di testimoni oculari, i crimini commessi dall’esercito israeliano durante l’attacco al campo-profughi di Jenin.

Sottotitoli a cura di Assopace Palestina,