Attacchi aerei israeliani mortali colpiscono duramente l’enclave di Gaza

MEE e agenzie

sabato 14 luglio 2018, Middle East Eye

Almeno due adolescenti uccisi, molti palestinesi feriti in quello che il leader israeliano Netanyahu chiama “il colpo più duro” dal 2014

Fonti mediche ufficiali a Gaza affermano che attacchi aerei israeliani hanno ucciso due adolescenti e ferito almeno altri 14 palestinesi nella Striscia di Gaza assediata, in quella che l’esercito israeliano ha descritto come una delle sue più vaste operazioni dal 2014.

Sabato sera il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto che Israele ha inflitto il suo “colpo più duro” ad Hamas dalla guerra del 2014 con una serie di attacchi aerei ed ha minacciato di intensificarli, se necessario.

I due morti palestinesi sono stati identificati dal portavoce del ministero della Salute di Gaza Ashraf al-Qidra come Amir al-Nimra, 15 anni, e Luay Kahil, 16 anni, entrambi colpiti da bombe degli attacchi aerei nel quartiere Katiba di Gaza City.

Al-Qidra ha aggiunto che ambulanze e strutture del ministero della Salute sono state pesantemente danneggiate dagli attacchi aerei a Katiba.

Fonti locali hanno detto a Middle East Eye che un edificio in costruzione su piazza Katiba è stato preso di mira da almeno 4 missili di aerei da combattimento F-16.

Mentre l’edificio era disabitato, la piazza centrale di Gaza City è uno spazio pubblico in cui notoriamente si riuniscono famiglie e bambini.

Stavo guidando il mio taxi sulla strada principale nei pressi dell’edificio (Katiba), quando improvvisamente potenti missili l’hanno colpito,” ha detto a MEE Iyad Hamed da un ospedale in cui è stato curato dopo l’attacco. “La bomba è scoppiata in mezzo a noi, abitanti e passanti nella zona.”

Chiediamo alla resistenza palestinese di rispondere duramente a questa arroganza e barbarie di Israele per porre fine a queste violazioni,” ha aggiunto Hamed.

Sabato mattina Israele ha detto di aver lanciato attacchi aerei che hanno preso di mira strutture di Hamas a Gaza, il giorno dopo che forze israeliane hanno sparato e ucciso due palestinesi che manifestavano nei pressi della barriera che separa l’enclave da Israele.

Più tardi in una dichiarazione in video Netanyahu ha detto: ”Durante una consultazione con il ministro della Difesa, il capo di stato maggiore (militare) e il comando di massima sicurezza dello Stato di Israele abbiamo deciso una dura azione contro il terrorismo di Hamas.”

(L’esercito) ha inferto ad Hamas il colpo più duro dall’operazione “Margine protettivo” e se necessario aumenteremo la forza dei nostri attacchi,” ha aggiunto, in riferimento all’operazione di Israele nella Striscia di Gaza del 2014.

In un comunicato postato su twitter l’esercito israeliano ha affermato che aerei da combattimento israeliani hanno colpito due “tunnel terroristici di Hamas” – uno nel sud di Gaza e l’altro a nord – così come altre infrastrutture lungo il territorio costiero.

Ha affermato che gli obiettivi hanno incluso “complessi utilizzati per preparare attacchi terroristici incendiari e una struttura di addestramento terroristico di Hamas”, e che gli attacchi sono stati effettuati “in risposta ad atti di terrorismo istigati durante le violente proteste che hanno avuto luogo lungo la barriera di sicurezza.”

L’esercito israeliano ha affermato di aver colpito più di 40 obiettivi all’interno di parecchi complessi, in quello che ha descritto come una delle più vaste operazioni dalla devastante guerra del 2014.

Secondo testimonianze a Gaza, gli attacchi aerei di sabato mattina hanno danneggiato infrastrutture militari di Hamas, mentre non sono state diffuse informazioni simili sugli attacchi avvenuti sabato sera.

L’esercito israeliano ha detto che combattenti di Gaza hanno sparato più di cinquanta colpi di mortaio e razzi verso Israele, facendo suonare le sirene di allarme e fuggire gli israeliani nei rifugi. Haaretz [giornale israeliano, ndtr.] ha informato che 16 razzi sono stati intercettati dal sistema di difesa missilistica Iron Dome.

Un portavoce della polizia israeliana ha affermato che tre israeliani sono stati portati in ospedale in seguito agli attacchi. Haaretz ha informato che quattro israeliani sono stati leggermente feriti dopo che un razzo sparato da Gaza ha colpito la loro casa nella città meridionale di Sderot.

Il portavoce di Hamas Fawzi Barhoum ha rivendicato la responsabilità per i colpi di mortaio di sabato mattina contro Israele, aggiungendo che sono stati lanciati “in risposta agli attacchi aerei israeliani.”

La protezione e la difesa del nostro popolo sono un dovere nazionale e una scelta strategica,” ha sostenuto Barhoum.

Un portavoce di Hamas ha detto ad Haaretz che “l’escalation e l’intensificazione dell’aggressione israeliana non definiranno una nuova agenda,” aggiungendo che non “bloccheranno il processo di ritorno. Le forze della resistenza non permetteranno ad Israele di continuare ad attaccare il popolo palestinese, e saremo pronti a rispondere.”

Una fonte ufficiale palestinese, che ha parlato in incognito con l’agenzia di notizie [inglese] Reuter, ha affermato che l’Egitto ed altri attori internazionali erano in contatto con Israele e Gaza per cercare di ripristinare la calma. Non ci sono stati commenti immediati da fonti ufficiali al Cairo.

All’inizio della settimana Israele ha chiuso Kerem Shalom, l’unico valico commerciale della Striscia di Gaza, inasprendo l’assedio dell’enclave palestinese, mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha minacciato “passi ulteriori”.

Le autorità israeliane hanno incolpato Hamas della “Grande Marcia del Ritorno”, un’accusa che gli organizzatori della campagna hanno respinto, ed ha accusato il partito che governa Gaza di essere dietro gli aquiloni incendiari diretti al di là della barriera di sicurezza che hanno appiccato incendi in Israele.

I palestinesi di Gaza hanno partecipato alla “Grande Marcia del Ritorno” dal 30 marzo, chiedendo la fine del blocco di undici anni imposto da Israele contro Gaza e il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi alle terre che le loro famiglie hanno abbandonato durante la fondazione dello Stato di Israele nel 1948.

Secondo il ministero della Salute di Gaza, da quando allora sono scoppiati proteste e scontri lungo la barriera, almeno 139 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano.

Nessun israeliano è stato ucciso. Comunque l’esercito israeliano afferma che venerdì un soldato è stato ferito da una granata.

Nel contempo il ministero della Salute di Gaza sostiene che 220 palestinesi sono rimasti feriti nelle proteste di venerdì nei pressi della barriera di Gaza, oltre a Othman Rami Hales, 15 anni, e a Mohammed Nasser Shurrab, 20 anni, che sono stati colpiti a morte.

Informazioni aggiuntive a Gaza di Mohammed Asad.

(traduzione di Amedeo Rossi)

 




Israele uccide un ragazzino mentre Gaza segna 100 giorni di proteste

Ali Abunimah

13 luglio 2018, Electronic Intifada

Venerdì i cecchini israeliani hanno ucciso un ragazzino mentre i palestinesi hanno segnato più di 100 giorni delle proteste della “Grande Marcia del Ritorno” a Gaza.

Secondo il gruppo per i diritti umani Al Mezan, Uthman Rami Hillis, 14 anni, è stato ucciso da fuoco mortale.

Il gruppo ha affermato che Hillis, del quartiere di Shujaiya, è stato colpito alla schiena dalle forze israeliane schierate lungo il confine est della Striscia di Gaza.

Più di 100 persone a Gaza sono state ferite, 65 delle quali da proiettili veri.

In seguito alla notizia della sua morte, media palestinesi hanno diffuso una foto di Hillis.

Hanno anche diffuso immagini di Hillis portato via in barella dopo essere stato colpito.

Un video mostra anche scene strazianti di parenti che piangono sul corpo di Hillis nell’obitorio dell’ospedale al-Shifa di Gaza City.

Venerdì, prima della morte di Hillis, l’OCHA, agenzia di monitoraggio umanitario dell’ONU, ha informato che sono stati 21 i minori tra i circa 150 palestinesi uccisi dalle forze israeliane a Gaza dal 30 marzo, la grande maggioranza dei quali durante le proteste. Più di 4.000 sono stati feriti da proiettili veri.

Nello stesso periodo sono stati feriti quattro israeliani.

In difesa di Khan al-Ahmar

Per il sedicesimo venerdì di seguito migliaia di palestinesi si sono diretti verso il confine orientale di Gaza.

Dal 30 marzo i palestinesi hanno organizzato proteste contro l’assedio israeliano di Gaza durato 11 anni e per chiedere il diritto dei rifugiati di tornare alle terre da cui sono stati espulsi e da cui sono esclusi da Israele perché non sono ebrei.

Israele ha risposto schierando cecchini con l’ordine di sparare contro civili disarmati, compresi minori – uccisioni e mutilazioni che la procura della Corte Penale Internazionale ha avvertito potrebbero portare i dirigenti israeliani ad essere processati per crimini di guerra.

Il tema della protesta di questo venerdì è stato la solidarietà con Khan al-Ahmar, un villaggio beduino nei pressi di Gerusalemme che deve affrontare un’imminente demolizione da parte di Israele – un crimine di guerra – per far posto a nuove colonie ebraiche nella Cisgiordania occupata.

A Gaza molti palestinesi hanno rivolto messaggi alla gente di Khan al-Ahmar attraverso i media locali.

Oggi siamo qui in solidarietà con i nostri fratelli e sorelle di Khan al-Ahmar,” ha detto un uomo. “Tutta Gaza è con voi.”

Un’immagine mostra un palestinese che sventola una bandiera irlandese in onore dell’ approvazione, all’inizio di questa settimana da parte del senato irlandese, di una legge che vieta l’importazione di prodotti dalle colonie israeliane.

Israele rafforza l’assedio

Mentre i palestinesi di Gaza continuano la loro rivolta contro l’assedio, nonostante il suo terribile costo, Israele risponde rafforzando ulteriormente il blocco.

Lunedì Israele ha annunciato la chiusura dell’unico valico commerciale di Gaza.

Israele ha anche ridotto da nove a sei miglia nautiche la distanza [dalla costa] entro la quale i pescatori di Gaza possono andare in mare.

Queste iniziative sono punizioni collettive contro i due milioni di persone di Gaza per gli aquiloni e i palloncini incendiari che i palestinesi hanno lanciato, provocando incendi nei prati sul lato israeliano del confine.

L’esercito tecnologicamente avanzato di Israele ha dimostrato di non essere in grado di combattere aquiloni e palloncini.

Perciò ancora una volta le autorità dell’occupazione stanno aggiungendo ulteriori sofferenze a quelle che hanno innescato la rivolta contro una situazione in cui la popolazione di Gaza- la metà della quale composta da minorenni – può solo scegliere tra morire a causa dei proiettili e delle bombe israeliani o essere ridotti in silenzio alla disperazione ed alla morte dall’assedio.

Israele afferma che consentirà l’ingresso di prodotti “umanitari” come cibo e medicine, ma funzionari dell’ONU stanno avvertendo che la chiusura del valico commerciale renderà la situazione di Gaza molto peggiore.

Ci si può attendere che la chiusura avrà conseguenze profonde e di vasta portata per i civili già disperati,” ha affermato giovedì Chris Gunness, portavoce dell’UNRWA, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi.

Gunness ha evidenziato che tra i beni di importazione vietati da Israele ci sono materiali da costruzione per i progetti educativi, sanitari, idrici, fognari e per l’igiene dell’ONU.

I sistemi idrici e fognari di Gaza sono già vicini al collasso in seguito ad anni di blocco e attacchi militari di Israele.

Infliggere sofferenze

Gisha”, un gruppo israeliano per i diritti umani che monitora il blocco di Gaza, ha affermato che Israele sta vietando ogni materiale da costruzione, non solo quelli destinati ai progetti dell’ONU – cosa che porterà rapidamente all’interruzione di qualunque attività edilizia a Gaza.

Anche le attività economiche già in difficoltà soffriranno gravissime perdite.

Il contadino Suleiman Zurub stava aspettando di spedire 2.000 cassette di patate dolci fuori dal valico. Questo raccolto probabilmente ora andrà in rovina. “I contadini sono i più danneggiati da questa decisione,” dice Zurub, citato da Gisha.

Anche Hasan Shehadeh, proprietario di una fabbrica di vestiti, deve far fronte a gravi perdite in quanto non può spedire i prodotti ai consumatori in Israele, nella Cisgiordania occupata e in Cina.

Se le cose continuano così, subirò pesanti perdite finanziarie, perché nei miei contratti ho firmato l’impegno a pagare per ogni articolo che rimane nella mia fabbrica,” dice Shehadeh secondo Gisha.

Shehadeh è anche preoccupato per le 200 persone che impiega: “La decisione di Israele danneggerà anche loro, ovviamente,” afferma.

Allerta preventiva

Gunness, dell’UNRWA, ha previsto che l’ultima chiusura porterà a un incremento della domanda di servizi dell’agenzia.

Ciò avverrà in un periodo in cui essa, che fornisce razioni alimentari d’emergenza, servizi sanitari ed educativi a centinaia di migliaia di persone a Gaza, affronta una crisi finanziaria senza precedenti in seguito al congelamento dei contributi degli USA all’inizio di quest’anno.

Circa l’80% della popolazione di Gaza è già obbligata a contare sull’assistenza umanitaria e la percentuale di disoccupazione è vicina al 50%.

In giugno l’UNRWA ha avvertito che dovrà fare importanti tagli ai suoi già ridotti servizi.

Anche prima delle ultime restrizioni israeliane, i funzionari dell’ONU hanno evidenziato indicatori di una situazione che va deteriorandosi profondamente.

Secondo l’OCHA, dal gennaio 2017 al giugno di quest’anno la percentuale di medicine essenziali senza riserve nei magazzini a Gaza è aumentata gradualmente da un terzo al 50% – il che significa che c’è meno di un mese di rifornimento per queste medicine.

In giugno il numero medio di ore di elettricità al giorno è stato di 4,5 ore, vicino al livello minimo dal gennaio 2017.

Nel contempo, nel corso dell’ultimo anno, il numero di persone che hanno dovuto chiedere in prestito denaro o cibo a familiari o amici è salito da circa uno su tre a quasi uno su due.

Complicità internazionale

L’Unione Europea, che raramente critica Israele e non ha condannato i suoi massacri di civili a Gaza, ha affermato venerdì di “attendersi che Israele revochi” la decisione di chiudere il valico commerciale.

La dichiarazione di Bruxelles non fa riferimento agli obblighi di Israele, in quanto potenza occupante, di attenersi alle leggi internazionali, compreso il divieto di punizioni collettive.

L’Ue ha persino tacitamente giustificato le azioni di Israele includendo la richiesta che “Hamas e altri attori a Gaza cessino e rinuncino ad azioni violente e provocazioni contro Israele, compreso il lancio di aquiloni e palloncini incendiari.”

Al contrario Gisha ha definito “sia illegale che moralmente perverso” il ricorso di Israele a “punizioni collettive di circa due milioni di persone a Gaza” chiudendo il valico commerciale.

Il gruppo palestinese per i diritti umani Al Mezan ha deplorato “la continua tolleranza della comunità internazionale nei confronti delle punizioni collettive della popolazione di Gaza in violazione degli obblighi giuridici in base alle leggi umanitarie internazionali.”

Al Mezan ha avvertito che Gaza sta assistendo “a un collasso sociale ed economico” e sta andando verso “un’esplosione”.

(traduzione di Amedeo Rossi)