La campagna diffamatoria contro la sinistra francese sa di disperazione

David Cronin

25 giugno 2024 – The Electronic Intifada

In Francia il razzismo contro i palestinesi è accettato.

Yonathan Arfi del CRIF [Conseil Représentatif des Institutions juives de France] la più importante organizzazione filo-israeliana a Parigi ha dichiarato allinizio di questanno che non esiste alcuna equivalenza morale tra le vittime collaterali, civili, che non sono state deliberatamente prese di mira, e le vittime del terrorismo”.

Il messaggio è chiaro: per Arfi le vite dei palestinesi non contano.

Lungi dallessere messo da parte per il palese fanatismo e l’atteggiamento sprezzante nei confronti del genocidio che Israele sta perpetrando a Gaza, Arfi e la sua organizzazione intrattengono ancora rapporti cordiali con l’élite al potere francese. A maggio pochi mesi dopo lo spregevole commento di Arfi Gabriel Attal, il primo ministro francese, ha partecipato alla cena annuale del CRIF.

Attal in quell’occasione ha cercato di compiacere i suoi ospiti inveendo contro il partito di sinistra La France Insoumise (LFI).

Diffamare quel partito costituisce un pensiero fisso della lobby filo-israeliana. E nellattuale stagione elettorale le calunnie sono state implacabili.

Arfi è andato fuori di sé quando qualche settimana fa Rima Hassan ha vinto un seggio per LFI al Parlamento Europeo.

Hassan ha trascorso la sua prima infanzia in un campo profughi palestinese vicino alla città siriana di Aleppo prima di trasferirsi in Francia all’età di 10 anni. È stata soprannominata Lady Gazaper la sua energica protesta contro lattuale genocidio.

Quando recentemente ad Arfi è stato chiesto alla radio se considerava la sua elezione al Parlamento europeo un pericolo per gli ebrei, ha risposto sì”.

Arfi non ha prodotto alcuna prova che Hassan rappresenti un pericolo del genere. Invece, ha potenzialmente messo a rischio Hassan sostenendo (ancora una volta senza prove) che lei sarebbe una portavoce di Hamas e che seguirebbe una cultura di violenza politica”.

Domenica prossima [domenica 30 giugno, ndt.] gli elettori francesi si recheranno alle urne per il primo turno delle elezioni dell’Assemblea Nazionale.

Arfi ha affermato che i frequenti riferimenti alla Palestina fatti da La France Insoumise nella sua campagna creano un clima estremamente dannosoper gli ebrei.

La France Insoumise ha stretto un patto elettorale con altri partiti per presentare un fronte comune contro il Raggruppamento Nazionale di estrema destra di Marine Le Pen.

La sola idea che LFI potesse far parte di quel fronte al fianco di partiti considerati più moderati ha rappresentato un anatema per Arfi, che ha anche sostenuto che LFI starebbe promuovendo lodio verso gli ebrei per fini elettorali.

La settimana scorsa Arfi ha affermato che il principale carburante dellantisemitismo dal 7 ottobre è lodio per Israele, che viene strumentalizzato. In precedenza aveva puntualizzato che le generazioni più giovani sarebbero più ricettive allodio per Israele.

Attraverso tali accuse Arfi rivela le sue vere paure.

Israele potrebbe essere percepito come un alleato dalla Francia e da altri governi dellUnione Europea. Tuttavia, il diffuso disgusto nellopinione pubblica nei confronti del genocidio di Gaza rivela come le fondamenta su cui è costruita lalleanza siano sempre più traballanti.

I sostenitori di Israele non oserebbero ammettere che il disgusto sia una risposta diretta alla barbarie di Israele. Quindi devono denigrare chiunque dimostri solidarietà verso i palestinesi descrivendoli come antisemiti.

Tali tattiche saranno familiari a coloro che hanno seguito il modo in cui la lobby filo-israeliana ha creato una crisi di antisemitismoin Gran Bretagna quando Jeremy Corbyn era a capo del partito laburista di quel Paese. Le calunnie contro LFI e il suo più noto rappresentante Jean-Luc Mélenchon sono praticamente identiche a quelle affrontate da Corbyn.

Tuttavia, mentre Corbyn ha cercato una conciliazione con i bulli filo-israeliani, finora LFI li ha contrastati. Si spera che continui a farlo.

David Cronin è un co-redattore di The Electronic Intifada. Tra i suoi libri Balfours Shadow: A Century of British Support for Zionism [L’ombra di Balfour: un secolo di appoggio britannico al Sionismo, ndt.] e Israel and Europes Alliance with Israel: Aiding the Occupation [Israele e l’alleanza europea: un aiuto all’occupazione, ndt.]

(traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)