ESCLUSIVO: “Sei stato avvertito”: i senatori repubblicani minacciano il procuratore della Corte Penale Internazionale

Redazione Zeteo e Mehdi Hasan

06 maggio 2024 – ZETEO

Nella lettera, ottenuta da Zeteo si minacciano sanzioni in difesa di Netanyahu.

Un gruppo di influenti senatori repubblicani ha inviato una lettera al procuratore capo della Corte Penale Internazionale (CPI) Karim Khan diffidandolo dall’emettere mandati di arresto internazionali contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e altri funzionari israeliani, e minacciandolo di “severe sanzioni” se lo fa.

In una concisa lettera di una pagina ottenuta in esclusiva da Zeteo e firmata da 12 senatori repubblicani tra cui Tom Cotton dell’Arkansas, Marco Rubio della Florida e Ted Cruz del Texas, Khan viene informato che qualsiasi tentativo da parte della CPI di spiccare mandati di arresto per Netanyahu e i suoi colleghi perché rendano conto delle loro azioni a Gaza sarà interpretato “non solo come una minaccia alla sovranità di Israele ma anche alla sovranità degli Stati Uniti”.

Prendi di mira Israele e noi prenderemo di mira te”, dicono i senatori a Khan, aggiungendo che “sanzioneremo i tuoi dipendenti e collaboratori e escluderemo te e la tua famiglia dall’accesso agli Stati Uniti”.

In modo piuttosto minaccioso, la lettera conclude: “Sei stato avvertito”.

In una dichiarazione rilasciata a Zeteo il senatore democratico Chris Van Hollen del

Maryland ha affermato: “Va bene esprimere opposizione a una possibile azione giudiziaria, ma è assolutamente sbagliato interferire in una questione giudiziaria minacciando gli ufficiali giudiziari, i loro familiari e i loro dipendenti di vendetta. Questo bullismo è qualcosa che si addice alla mafia, non ai senatori americani”.

Sebbene né Israele né gli Stati Uniti siano membri della CPI, i territori palestinesi sono stati ammessi con lo status di Stato membro nell’aprile 2015. Khan, un avvocato britannico, è stato nominato procuratore capo della CPI nel febbraio 2021, e una settimana prima la Corte aveva già deciso, a maggioranza, che la sua giurisdizione territoriale si estendeva a “Gaza e Cisgiordania”.

In seguito agli attacchi del 7 ottobre 2023 Khan ha annunciato che la Corte aveva giurisdizione su qualsiasi potenziale crimine di guerra commesso sia dai militanti di Hamas in Israele che dalle forze israeliane a Gaza. La Corte Penale Internazionale, secondo lo Statuto di Roma del 2002, può accusare individui di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio – e recenti rapporti suggeriscono che i funzionari israeliani sono sempre più convinti che la Corte Penale Internazionale stia preparando mandati di arresto per Netanyahu e altri alti funzionari di gabinetto e militari.

Venerdì l’ufficio del procuratore capo con sede all’Aja ha pubblicato una dichiarazione senza precedenti su Twitter, in cui si chiede la fine delle minacce di ritorsioni contro la Corte Penale Internazionale e dei tentativi di “ostacolare” e “intimidire” i suoi funzionari. La dichiarazione aggiunge che tali minacce potrebbero “costituire un reato contro l’amministrazione della giustizia” ai sensi dello Statuto di Roma.

La tempistica di questo inusuale avvertimento pubblico ora ha più senso: la lettera dei senatori statunitensi era stata inviata a Khan una settimana prima, il 24 aprile.

Nella loro lettera i dodici senatori repubblicani ricordano a Khan che gli Stati Uniti “hanno dimostrato nell’American Service-Members’ Protection Act [ASPA, legge di protezione degli americani in servizio] fino a che punto siamo disposti a spingerci per proteggere la [nostra] sovranità”.

L’ASPA, convertito in legge da George W. Bush nel 2002, da allora è diventato ampiamente noto come “L’atto di invasione dell’Aja” perché autorizza il presidente degli Stati Uniti “a utilizzare tutti i mezzi necessari e appropriati” per ottenere il rilascio non solo di cittadini americani, ma anche di alleati imprigionati o detenuti dalla CPI.

Il gruppo di senatori repubblicani – che comprende anche il leader della minoranza Mitch McConnell del Kentucky e Tim Scott della Carolina del Sud, che si ritiene siano nella lista dei candidati alla vicepresidenza di Donald Trump – afferma che l’emissione di eventuali mandati di arresto per i leader di Israele da parte della Corte Penale Internazionale sarebbe “illegittima e priva di base legale”, oltre a “dimostrare” “l’ipocrisia e i doppi standard” della Corte. I senatori sottolineano che Khan non ha emesso mandati di arresto per i leader di Iran, Siria, Cina o Hamas. Non menzionano, tuttavia, il fatto che i tre paesi elencati non sono membri della CPI, né sono accusati di aver commesso crimini di guerra sul territorio di un membro della CPI. Per quanto riguarda i funzionari di Hamas, è stato riferito che il procuratore capo sta, di fatto, anche “valutando mandati di arresto per i leader di Hamas”.

Se Khan emetterà un mandato di arresto per Netanyahu nei prossimi giorni non sarà la prima volta che perseguirà un controverso leader mondiale per presunti crimini di guerra – o sarà sanzionato per questo. Nel marzo 2023, la Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato d’arresto nei confronti del presidente russo Vladimir Putin per la sua presunta responsabilità “per il crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini)”. Il governo russo ha risposto inserendo Khan nella lista dei “ricercati”.

All’epoca il presidente Biden definì “giustificato” il mandato d’arresto per Putin e affermò che era un “ottimo risultato”. E, due anni prima, nell’aprile 2021, Biden ha revocato le sanzioni statunitensi che erano state imposte dall’amministrazione Trump al procuratore della Corte Penale Internazionale sulla scia di un’indagine sull’azione militare statunitense in Afghanistan.

Venerdì l’addetta stampa della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha detto ai giornalisti che l’amministrazione si oppone a “qualsiasi minaccia o intimidazione nei confronti di funzionari pubblici… compresi i funzionari della Corte Penale Internazionale” ma che il presidente “non sostiene questa indagine investigativa.” La Casa Bianca ha rifiutato di commentare per Zeteo la lettera dei senatori, così come l’ufficio del procuratore capo della Corte Penale Internazionale dell’Aia.

La senatrice Katie Britt dell’Alabama, una delle firmatarie repubblicane della lettera, ha detto a Zeteo che “non si tratta di una minaccia, ma di una promessa”. Gli altri 11 senatori repubblicani che hanno firmato la lettera non hanno risposto alle richieste di commento di Zeteo al momento della pubblicazione.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)




“Allarmante”: i palestinesi accusano il procuratore generale della CPI di parzialità dopo la visita in Israele

Mat Nashed e Zena Al Tahhan

9 dicembre 2023 – Al Jazeera

Sebbene la CPI rappresenti un’alternativa ai tribunali israeliani, nessun mandato di arresto è stato emesso contro politici e comandanti militari israeliani

Cisgiordania occupata – Il 2 dicembre Eman Nafii è stata una delle decine di palestinesi invitati a un incontro con il procuratore generale della Corte Penale Internazionale nella Cisgiordania occupata Karim Khan. In quanto moglie del prigioniero palestinese detenuto da più anni in Israele, Nafii voleva parlare a Khan di suo marito e dell’occupazione israeliana.

Ma Khan ha passato la maggior parte dell’incontro a parlare prima che i suoi collaboratori dessero a Nafii e ad altre vittime palestinesi solo 10 minuti per condividere le loro storie.

Le persone erano arrabbiate. Gli hanno detto: ‘Sei venuto per ascoltarci 10 minuti? Come possiamo venire a parlarti delle nostre vicende in 10 minuti?” dice Nafii ad Al Jazeera.

Una delle donne (tra noi) era di Gaza. Ha perso 30 membri della sua famiglia nella (guerra in corso). Ha gridato: ‘Come possiamo spiegare questo in 10 minuti?’”

Benché alla fine Khan abbia ascoltato le vittime per circa un’ora, i palestinesi temono che egli applichi un doppio standard concentrando il suo impegno contro Hamas e ignorando i gravi crimini che Israele è accusato di aver perpetrato in oltre due mesi di una guerra letale.

Molti sono stati delusi del fatto che Khan abbia accettato un invito israeliano a visitare le comunità e le zone israeliane attaccate da Hamas il 7 ottobre rifiutando invece l’invito dei palestinesi a visitare centinaia di colonie illegali e posti di blocco israeliani e campi di rifugiati nella Cisgiordania occupata.

Durante la sua visita di 3 giorni Israele non ha consentito a Khan di entrare a Gaza, dove dal 7 ottobre Israele ha ucciso più di 17.000 persone ed espulso dalla propria casa la maggioranza dei 2.3 milioni di abitanti dell’enclave assediata.

La maggior parte delle persone uccise sono donne e minori, mentre migliaia di giovani ora sono stati rastrellati, molti denudati e portati in località sconosciute. Alcuni giuristi hanno segnalato che le atrocità di Israele a Gaza potrebbero presto configurare un genocidio.

Secondo politici, vittime e giuristi palestinesi, nonostante le crescenti prove e le continue atrocità, Khan ha evidenziato scarso interesse nel mettere seriamente sotto inchiesta Israele.

Khan si è dimostrato entusiasta di iniziare questa indagine (nei territori occupati) dopo il 7 ottobre. Ciò è allarmante,” afferma Omar Awadallah, che monitora le organizzazioni ONU per i diritti umani come membro dell’Autorità Palestinese, l’entità politica che governa la Cisgiordania.

(L’Autorità Palestinese) gli ha attribuito la competenza retroattivamente a partire dal 2014. (Khan) non può dire di non vedere i crimini commessi (nei territori occupati) dal 2014 fino al 7 ottobre,” ha detto Awadallah ad Al Jazeera.

Un’alternativa possibile?

Il 2 gennaio 2015 lo Stato di Palestina ha firmato lo Statuto di Roma, attribuendo alla CPI la competenza per indagare su atrocità come crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio nella Cisgiordania occupata e a Gaza.

L’iniziativa era stata accolta come una vittoria dalle associazioni per i diritti umani palestinesi e israeliane, che ne avevano abbastanza del sistema giudiziario israeliano perché non puniva politici, militari e coloni israeliani responsabili di crimini come il furto di terre e uccisioni extragiudiziarie nei territori occupati.

Secondo Yesh Din, un’organizzazione israeliana per i diritti umani che si oppone alla colonizzazione illegale in Cisgiordania, i palestinesi vittime di soldati israeliani hanno meno dell’1% di probabilità di ottenere giustizia se presentano una denuncia in Israele.

Secondo un esperto giuridico di Al Mezan, un’organizzazione per i diritti umani che chiede giustizia per Gaza, benché la CPI rappresenti un’alternativa ai tribunali israeliani, nessun mandato di arresto è stato emesso contro politici o militari israeliani per aver commesso crimini di guerra e contro l’umanità a Gaza e in Cisgiordania.

Abbiamo sottoposto parecchie analisi legali e prove all’ufficio del procuratore generale anche prima che Khan venisse eletto” dice ad Al Jazeera l’esperto, che chiede di rimanere anonimo per timore di rappresaglie da parte delle autorità israeliane. “Pensiamo che l’ufficio (di Khan) abbia già sufficienti prove per emettere mandati di arresto contro dirigenti politici e militari israeliani.”

Dopo essere tornato dalla sua visita di tre giorni in Israele e Cisgiordania, Khan ha rilasciato una dichiarazione in cui ha appena accennato alle crescenti prove che coinvolgono Israele nella commissione di crimini contro l’umanità, come quello di apartheid in Cisgiordania e crimini di guerra in Cisgiordania e Gaza.

Khan ha semplicemente affermato che la sua visita non era “di natura investigativa” e ha chiesto a Israele di rispettare i principi giuridici di “distinzione, precauzione e proporzionalità” nella sua campagna di bombardamenti e nell’offensiva di terra in corso a Gaza.

Khan ha utilizzato un tono diverso quando si è riferito agli attacchi di Hamas il 7 ottobre, definendoli “gravi crimini internazionali che sconvolgono le coscienze dell’umanità.”

Il comunicato di Khan ha indignato le vittime palestinesi che aveva incontrato brevemente a Ramallah.

Ciò che ci ha veramente contrariati è stato quello che ha scritto dopo la visita,” afferma Nafii. “Non avrebbe dovuto tracciare un’equivalenza tra la vittima e i suoi assassini. Volevamo che dicesse agli israeliani di smettere di fare quello che stanno facendo ai detenuti e di (fermare) quello che stanno facendo a Gaza.”

Al Jazeera ha inviato alcune domande scritte all’ufficio di Khan che accolgono le critiche palestinesi alla sua visita in Cisgiordania e al suo comunicato. L’ufficio ha risposto inviando ad Al Jazeera alcune precedenti dichiarazioni di Khan senza rispondere ad alcuna delle domande.

Politicamente compromesso?

Nel settembre 2021 Khan aveva affermato che avrebbe dato minore priorità ai crimini commessi dalle forze statunitensi in Afghanistan e concentrato la sua indagine sulle atrocità commesse dai talebani e dallo Stato Islamico ISKP (ISIS-K) nella provincia del Khorasan.

I critici pensano che Khan si sia inchinato alle pressioni politiche da parte degli Stati Uniti, uno Stato che non aderisce allo Statuto di Roma e che aveva sanzionato il predecessore di Khan per aver osato aprire un’indagine contro le truppe americane in Afghanistan.

Ma Khan ha giustificato la propria decisione sostenendo che la Corte ha risorse limitate e che i talebani e lo Stato Islamico hanno commesso crimini più gravi. Ora i palestinesi temono che Khan possa far ricorso a una giustificazione simile per indagare contro Hamas ma non contro Israele.

Non abbiamo ancora visto un procuratore generale che prenda seriamente in considerazione la questione della Palestina, il che dimostra che tutto il sistema delle leggi internazionali è stato fatto a pezzi,” afferma Diana Buttu, una giurista palestinese.

Butto aggiunge che la CPI è di fatto diventata un tribunale che agisce per gli interessi politici di potenti Stati occidentali invece che in base a principi strettamente giuridici.

Cita la decisione di Khan di incriminare il presidente russo Vladimir Putin per crimini di guerra commessi durante l’invasione russa dell’Ucraina.

La CPI è diventata un tribunale politico che è riuscito ad emettere un’incriminazione contro Putin. Ma, dopo otto settimane da quello che è presumibilmente il peggior disastro (a Gaza) per mano dell’uomo, il procuratore generale è rimasto in silenzio ed è venuto (in visita) su richiesta di Israele.”

Nafii è d’accordo e aggiunge che Khan non può sostenere di non sapere o di essere all’oscuro delle atrocità israeliane contro i palestinesi.

Quante persone vuole vedere morte prima di parlare?” dice ad Al Jazeera. “Vorrei che fosse abbastanza coraggioso da dire la verità e dirla pubblicamente.”

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)