Il movimento kahanista: un lascito di violenza e razzismo in Israele

Jessica Buxbaum

7 giugno 2022 – The New Arab

Jessica Buxbaum

7 giugno 2022 – The New Arab

Oggi, decenni dopo la fondazione del Kach e la morte del rabbino Meir Kahan, il movimento ebraico radicale suprematista è persino forse più influente che ai suoi inizi.

Il mese scorso gli Stati Uniti hanno annunciato la decisione di rimuovere il gruppo estremista ebraico Kahane Chai dalla loro lista di terroristi stranieri.

La mossa è stata accolta da forti critiche da parte dei difensori dei diritti palestinesi, mentre l’Autorità Palestinese ha condannato la decisione perché ‘premia’ l’estremismo israeliano.

Anche se dal 2005 Kahane Chai non è stato direttamente collegato a un attacco terrorista, gli esperti asseriscono che il movimento di ultradestra potrebbe essere persino più influente oggi che ai suoi inizi.

Una storia di violenza e razzismo 

Kahane Chai è una fazione del partito politico israeliano Kach fondato dal rabbino Meir Kahane nel 1971. L’estremista, nato negli USA, si candidò varie volte alle elezioni per il Kach e poi ottenne finalmente un seggio nel parlamento israeliano, la Knesset, nel 1984.  

Il razzismo antipalestinese di Kahane e l’ideologia suprematista ebraica fecero di lui un outsider nella Knesset. Fra le sue convinzioni c’erano l’espulsione di palestinesi e arabi da Israele e dai territori palestinesi occupati e la promozione di uno Stato in cui viga la legge ebraica.

I parlamentari boicottarono spesso i suoi discorsi in parlamento e ignorarono le sue proposte di legge. Kahane fu parlamentare per una sola legislatura in seguito all’approvazione da parte della Knesset di un emendamento che proibiva la candidatura di partiti che incitavano al razzismo. 

Dopo l’assassinio di Kahane nel 1990 il Kach si divise in due gruppi: Kach e Kahane Chai. Kahane Chai, ovvero “Kahane vive” in ebraico, era guidato da Binyamin, il figlio di Kahane.  

David Sheen, un giornalista investigativo con base ad Haifa ed esperto di Kach, ha spiegato a The New Arab che il nome Kahane Chai è un tentativo di far vivere Kahane attraverso il figlio.  

Fino a quando è stato vivo il figlio, lo strumento principale del movimento di Kahane fu Kahane Chai,” dice Sheen.  

Entrambe le organizzazioni furono dichiarate entità terroristiche nel 1994, dopo che un sostenitore di Kach, Baruch Goldstein, uccise 29 fedeli in preghiera nella moschea Ibrahimi a Hebron, nella Cisgiordania occupata. Nel 1997 gli Stati Uniti aggiunsero quindi Kahane Chai alla loro lista di gruppi terroristici.  

Nel corso degli anni organizzazioni affiliate al Kach sono state protagoniste di violenze antiarabe. Negli anni ’80 Machteret, un’unità terrorista ebraica clandestina, commise parecchi attacchi contro i palestinesi. Le autorità israeliane impedirono a Machteret di portare avanti un piano per far saltare in aria la moschea di Al-Aqsa.  

Si crede che i sospettati dell’uccisione nel 1985 di Alex Odeh, direttore per la California meridionale del Comitato contro la discriminazione degli arabi americani, appartenessero alla Jewish Defence League-Kahane [Lega per la Difesa Ebraica – Kahane]

Il Dipartimento di Stato USA ha giustificato la sua decisione dicendo che Kahane Chai non è stata coinvolta in atti di terrorismo per vari anni, ma Sheen sostiene che questo ragionamento non sta in piedi.  

La cosa più clamorosa che emerge da quest’annuncio è che si finge che non abbiano commesso un attacco terroristico in cinque anni,” dice Sheen. “Non sono questi forse gli stessi kahanisti che hanno organizzato pogrom antipalestinesi e scontri razziali in tutto il Paese lo scorso maggio? Questo non conta come terrorismo kahanista?”

Il più recente attacco terroristico noto commesso da un affiliato a Kahane Chai è stato nel 2005, quando un soldato israeliano abbandonò la sua postazione e uccise quattro palestinesi cittadini di Israele. Ma Sheen spiega che solo perché il gruppo non ha commesso violenze sotto il suo nome originario non significa che sia inattivo.

Secondo Sheen il rabbino Yitzchak Ginsburg, seguace del movimento Chabad, subentrò come leader religioso del movimento kahanista dopo l’assassinio del figlio di Kahane, Binyamin, nel 2000. Quell’anno, in occasione della commemorazione annuale di Kahane, Ginsburg dichiarò che l’estremista scomparso aveva ragione e che la sua opera doveva continuare.

Ginsburg dirige la scuola talmudica di Od Yosef Chai a Yitzhar, una colonia israeliana illegale in Cisgiordania notoriamente violenta. Nel 2015 si suppone che seguaci e studenti di Ginsburg abbiano dato fuoco alla casa della famiglia palestinese Dawabsheh, uccidendo un bambino di 18 mesi e i suoi genitori.  

Che si chiamino Jewish Legion [Legione Ebraica] o Committee for the Safety of the Roads [Comitato per la Sicurezza stradale] o Lehava [organizzazione di estrema destra suprematista ebraica, ndt.] tutte queste diramazioni fanno parte dello stesso movimento, ma sono autentici terroristi e tutti kahanisti,” afferma Sheen.  

Il movimento Kach è vivo e gode di ottima salute

Decenni dopo la fondazione di Kach e la morte di Kahane il credo kahanista persiste ancora oggi. Itamar Ben-Gvir, un discepolo di Kahane, è stato eletto nella Knesset nel 2021 con il partito Otzma Yehudit, ovvero Potere ebraico. Molti attivisti considerano l’Otzma Yehudit una reincarnazione di Kach.  

Ma se Kahane era isolato nella Knesset, Ben-Gvir sta crescendo in popolarità. Shaul Magid, l’autore di ‘Meir Kahane: The Public Life and Political Thought of an American Jewish Radical‘,[Meir Kahane: la vita pubblica e il pensiero politico di un ebreo americano radicale] sostiene ciò dicendo che il mainstream israeliano è cambiato e i politici di centro sposano gli stessi ideali delle loro controparti di destra.  

In questo modo il Kach non sembra più così estremista come una volta,” ha detto Magid a The New Arab. “Ecco perché con uno come Ben-Gvir tutti si limitano ad alzare le spalle, perché non è cosi lontano dal mainstream.” 

Sheen è d’accordo con l’idea che la società israeliana ha fatto diventare il kahanismo parte del discorso prevalente.  

Le vecchie élite trovano il kahanismo spregevole,” dice Sheen. “Ma quella vecchia classe dirigente si sta riducendo mentre le nuove élite stanno crescendo e la rimpiazzano. Le nuove élite sono i coloni e per loro Ben-Gvir è un eroe.” 

I parlamentari hanno sostenuto Ben-Gvir nelle sue azioni provocatorie, come impiantare degli uffici improvvisati nell’esplosivo quartiere di Sheikh Jarrah. Il politico sobillatore ha anche ricevuto un significativo seguito di pubblico. 

La popolarità di Ben-Gvir cresce così come quella del kahanismo. Otzma Yehudit ha ottenuto un certo successo alle ultime elezioni perché l’ex primo ministro Netanyahu si è alleato con loro. Ma sembra che il futuro politico del partito non possa contare sul sostegno di altri leader.

Pare che nelle prossime elezioni [i kahanisti] dilagheranno perché otterranno molti più voti e diventeranno una potenza a sé stante.” conclude Sheen.

Jessica Buxbaum è una giornalista che vive a Gerusalemme e che si occupa di Palestina e Israele. Il suo lavoro è apparso su Middle East Eye, The National e Gulf News.

(traduzione dall’inglese di Mirella Alessio)




Ciò che Israele non può ammettere del terrorismo ebraico

 

Ciò che Israele non può ammettere sul terrorismo ebraico

Natasha Roth-Rowland

2 novembre 2021 – +972 Magazine

 

Domenica 24 ottobre, ancora nel pieno delle conseguenze della messa fuori legge di sei ONG palestinesi con le accuse pretestuose e non dimostrate di “terrorismo”, la destra israeliana ha commemorato il 31^ anniversario della morte di Meir Kahane, il rabbino estremista alla testa di gruppi fascisti americani e israeliani che da molto tempo sono a loro volta al bando per terrorismo nei rispettivi Paesi.

Può apparire superficiale e financo condiscendente portare esempi di terrorismo ebraico ogniqualvolta nascano accuse di terrorismo palestinese (e di sostegno ad esso). Questo comprensibile riflesso non soltanto rischia di convalidare le definizioni volutamente ampie di terrorismo usate da Israele per criminalizzare ogni forma di resistenza all’occupazione (comprese le attività in difesa dei diritti umani), ma può anche oscurare la differenza di potenziale derivante dal fatto che il terrorismo ebraico ha spesso il sostegno – vuoi implicito vuoi esplicito – di uno Stato pesantemente armato.

Ciononostante, se dovessimo applicare lo schema usato da Israele e dai suoi sostenitori agli estremisti ebraici, questo non farebbe che evidenziare l’arbitrarietà, l’inconsistenza e l’evidente razzismo delle accuse di terrorismo rivolte indiscriminatamente contro persone e movimenti palestinesi.

Che accadrebbe, ad esempio, se organizzazioni ebraiche sospettate di finanziare e fiancheggiare il terrorismo fossero oggetto dei medesimi controlli dei gruppi palestinesi oggetto delle stesse accuse? Un ottimo esempio di questo fenomeno è lo studio israeliano di assistenza legale Honenu, che si dedica quasi esclusivamente alla difesa di inquisiti ebrei – compresi militari dell’esercito – accusati di violenze nazionaliste contro i palestinesi (assistenza alla quale, va ribadito, questi indiziati hanno diritto).

In precedenza il gruppo ha fornito assistenza a Yigal Amir, l’assassino dell’ex primo ministro Yitzhak Rabin, e prima ancora aveva offerto aiuto finanziario alle famiglie di terroristi ebrei in carcere, fra cui Ami Popper, che nel 1990 uccise sette palestinesi (pare che Honenu abbia interrotto questa prassi nel 2016 in seguito a commenti di stampa negativi). Esso continua comunque ad avere i requisiti per ricevere donazioni esentasse sia da Israele sia dagli USA.

E quali entità israeliane o loro sostenitori dovrebbero affrontare conseguenze legali per l’accusa di legami o di identificazione con gruppi definiti terroristi da parte delle autorità di governo? Un semplice studio di caso è il partito politico Otzma Yehudit (“Potere Ebraico”) e il suo parlamentare in carica Itamar Ben-Gvir, che ha ricevuto il sostegno dell’ex primo ministro Benjamin Netanyahu. Ben-Gvir era un attivista del Kach, il partito attualmente fuorilegge fondato da Kahane, e vari candidati del partito Otzma Yehudit avevano militato nel Kach. Con tutto ciò, Ben-Gvir non solo non ha carichi pendenti con la legge, ma addirittura ora ha il potere di contribuire a influenzarla.

All’esterno del governo, c’è la rete ben più oscura della Hilltop Youth israeliana [“Gioventù della Cima della Collina”, giovani estremisti religiosi nazionalisti che stabiliscono avamposti illegali in Cisgiordania, ndtr], coloni estremisti in larga misura responsabili dell’intensificazione delle ondate di violenza contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata.

È vero che alcuni di questi coloni vengono saltuariamente arrestati o anche imprigionati dalle autorità israeliane, ed è vero che lo Shin Bet [servizio di sicurezza interno d’Israele, ndtr.] ha una divisione che si occupa specificamente dell’estremismo ebraico. Tuttavia questi interventi sono l’eccezione che dimostra la regola dell’impunità, della collaborazione con le forze di sicurezza e delle coperture su cui possono contare di norma i coloni violenti. Le istituzioni dei coloni che fomentano tale violenza di quando in quando sono state sottoposte a chiusure o al taglio delle sovvenzioni governative, ma non hanno mai corso il serio rischio di venire messe fuorilegge.

L’incapacità da parte israeliana di affrontare efficacemente il terrorismo ebraico e la criminalizzazione dei difensori palestinesi dei diritti umani non sono che le due facce della stessa medaglia, e se si comprende ciò diventa evidente che la designazione delle sei ONG palestinesi come associazioni terroriste non ha nulla a che fare per Israele con la “giustizia” e neppure con la sicurezza. Piuttosto, come la scorsa settimana notavano in due articoli diversi Anwar Mhajne [docente allo Stonehill College, Boston, ndtr.] e Amjad Iraqi [redattore di +972, ndtr.], ha a che fare con la dominazione e con la campagna pluridecennale di smantellamento dell’identità nazionale palestinese, insieme con “l’eliminazione dell’autoaffermazione dei palestinesi”, come scrive Iraqi.

Tali imperativi non possono che condurre in ultima istanza alla messa fuorilegge di organizzazioni che sostengono i palestinesi incarcerati da Israele, o documentano le violazioni dei diritti umani commesse da Israele nei Territori Occupati, oppure assistono i contadini palestinesi a cui si espropriano le terre. Come ha detto Sahar Francis, responsabile di Addameer [una delle sei organizzazioni dichiarate fuori legge da Israele e che si occupa di prigionieri politici, ndtr.], a Yuval Abraham [giornalista freelance di Middle East Eye, sito di notizie in inglese con sede a Londra, ndtr.] la settimana scorsa: “Ci prendono di mira da anni per la semplice ragione che, parlando di apartheid, stiamo riuscendo a cambiare il paradigma a livello internazionale.”

Natasha Roth-Rowland scrive per la rivista +972 ed è dottoranda in storia all’Università della Virginia. Le sue ricerche e scritti vertono sull’estrema destra ebraica in Israele-Palestina e negli USA. Dopo avere lavorato diversi anni in Israele-Palestina quale redattrice, scrittrice e traduttrice, attualmente si è stabilita a New York. Scrive con il vero cognome in ricordo del nonno Kurt, che dovette cambiare il cognome in ‘Rowland’ quando cercò rifugio in Gran Bretagna durante la seconda guerra mondiale.

 

(traduzione dall’inglese di Stefania Fusero)