Opinione | Un altro passo del fascismo israeliano: accusare i giornalisti di sinistra di tradimento durante la guerra di Gaza

Rogel Alpher

2 giugno 2024 – Haaretz

Nadav Haetzni, giornalista e avvocato, ha pubblicato venerdì scorso un articolo su Israel Hayom, in cui invitava a far rispettare l’articolo 103 della legge penale. Gli israeliani che diffondono “propaganda disfattista” dovrebbero essere giustiziati mediante impiccagione in tempo di guerra: “Notizie che potrebbero minare lo spirito dei soldati e dei cittadini israeliani nel confronto con il nemico”.

Ha inoltre sottolineato che “le pressioni esercitate da Haaretz, dal New York Times e dall’Aia per fermare la guerra… devono essere esaminate alla luce di questi articoli di legge”. Si riferisce anche all’articolo 99, che prevede la morte o l’ergastolo per favoreggiamento del nemico in tempo di guerra. Si è lamentato che “La distinzione tra protesta legittima e tradimento è stata completamente oscurata”.

“Il problema”, secondo Haetzni, “inizia con la legittimazione concessa nel mondo accademico, negli studi televisivi e soprattutto nel sistema legale a coloro che stanno scavando un buco nel fondo della nostra barca comune”. Ha detto che gli israeliani che accusano Israele di affamare o di espellere il nemico stanno cercando di “danneggiare il paese e l’intera impresa sionista” e “sebbene molti di loro agiscano chiaramente in contraddizione con gli articoli della legge, noi non reagiamo”

Ha paragonato questi israeliani al britannico Lord Haw-Haw (il soprannome dispregiativo del fascista britannico William Joyce), che nel gennaio 1946 fu impiccato per tradimento, dopo aver effettuato dalla Germania [dove era fuggito per evitare l’internamento, n.d.t.] trasmissioni radio che propagandavano le idee di Hitler. Nell’ultima trasmissione si lamentò della reazione sproporzionata degli alleati nei confronti della Germania e dei suoi cittadini.

“Che cosa familiare”, ha osservato amaramente Haetzni. A suo avviso la Gran Bretagna, al contrario di Israele, “ha perseguito qualcuno che sosteneva le opinioni del nemico e lo vedeva come un traditore da condannare all’impiccagione”. Ha chiesto quale sia la differenza tra le organizzazioni israeliane per i diritti umani e il deputato di sinistra Ofer Cassif da un lato, e Lord Haw-Haw dall’altro. Per quanto lo riguarda non c’è differenza.

Il regime del primo ministro Benjamin Netanyahu e i suoi sostenitori (che, secondo i sondaggi, sono ancora una volta in crescita) accusano spesso i media israeliani di diffondere “rapporti che potrebbero minare lo spirito dei soldati e dei cittadini israeliani nel confronto con il nemico”. È un dato di fatto che Haaretz sia accusato di diffondere “propaganda disfattista”, ma non è l’unico media da biasimare, a loro avviso, per aver violato gli articoli 103 e 99 della legge penale.

Tutte le emittenti israeliane, ad eccezione di Canale 14, sono accusate di sabotaggio del Paese e del regime (che ai loro occhi sono la stessa cosa), di tradimento e di favoreggiamento del nemico in tempo di guerra. Le stesse accuse vengono rivolte mattina, mezzogiorno e sera anche al sistema giudiziario, soprattutto l’Alta Corte di Giustizia, e lo stesso vale per il mondo accademico. È evidente il tentativo di sfruttare la guerra per rilanciare la riforma giudiziaria e mettere a tacere ogni critica al regime.

E ora un giornalista e avvocato, che in realtà è un fascista anti-Bibi (esiste anche una categoria del genere), si alza e chiede chiaramente l’esecuzione dei “traditori” nei media, nel sistema giudiziario e nel mondo accademico, senza alcuna necessità di ulteriore legislazione. Non c’è bisogno di una revisione giudiziaria per impiccare giornalisti, accademici, giudici, attivisti per i diritti umani e parlamentari; basterà applicare le leggi esistenti. In Gran Bretagna c’era un solo Lord Haw-Haw. Qui ci sono molti Lord Haw-Haw e tutti loro devono essere messi a tacere per sempre mediante l’esecuzione o l’ergastolo in nome della protezione del Paese e dell’intera impresa sionista.

Mi vengono in mente non pochi giornalisti di Haaretz, compreso il caporedattore o chi scrive, che, secondo Haetzni, dovrebbero essere impiccati o marcire in prigione per il resto della loro vita. Nel frattempo continuiamo a pubblicare – ma per quanto tempo? I segnali premonitori si stanno stringendo su di noi. Le forze di polizia del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir . La richiesta del regime affinché lo Shin Bet monitori le proteste. Netanyahu è ancora una volta il più adatto tra tutti a ricoprire il ruolo di primo ministro.

L’articolo di Haetzni non è un’eccezione. Il giorno in cui è stato pubblicato è stato un giorno come un altro per il fascismo israeliano. E lo stesso varrà per il giorno in cui verrà impiccato il primo presunto Lord Haw-Haw israeliano.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)