Visita di Netanyahu a Hebron

La visita senza precedenti di Netanyahu a Hebron scatena la rabbia tra i palestinesi e richieste di annessione da parte di ministri israeliani

 

Yumna Patel

4 settembre 2019 – Mondoweiss

 

Mercoledì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto una visita senza precedenti alla città di Hebron nella Cisgiordania occupata, provocando irate reazioni da parte di dirigenti e cittadini palestinesi, che l’hanno definita una “pericolosa escalation”.

Per la prima volta un primo ministro israeliano ha pronunciato un discorso nella turbolenta città: Netanyahu ha partecipato a una cerimonia di commemorazione dei disordini del 1929 che provocarono la morte di 67 ebrei.

Durante il suo discorso il primo ministro ha definito i palestinesi “terroristi assetati di sangue” che “perpetrarono questo orribile massacro 90 anni fa,” ribadendo la narrazione israeliana secondo cui i disordini che provocarono morti furono motivati dall’odio palestinese per gli ebrei.

“Erano sicuri che con ciò ci avrebbero sradicati da questo luogo per sempre. Si sbagliavano,” ha detto Netanyahu, aggiungendo: “Siamo tornati a Hebron”, lodando l’espansione delle colonie nella città, in particolare la notoriamente violenta colonia di Kiryat Arba.

La cerimonia si è svolta nella piazza antistante la moschea di Ibrahim, o tomba dei Patriarchi, un sito santo sia per musulmani che per ebrei, e luogo in cui nel 1994si svolse il massacro di 29 fedeli palestinesi da parte di un colono americano israeliano.

“Nel novantesimo anniversario dei disordini dico: non siamo stranieri a Hebron, vi rimarremo per sempre,” ha detto il primo ministro, aggiungendo che “il popolo di Israele è profondamente radicato a Hebron. Fin dalle nostre origini il nostro posto è qui.”

Ricordate dai palestinesi come la “rivolta di Buraq” del 1929, in tutta la Palestina storica scoppiarono massicce proteste dopo che un gruppo di immigrati ebrei andò ad “al-Buraq”, noto come il “Muro del Pianto”, portando bandiere e gridando slogan sionisti.

I palestinesi videro l’iniziativa, in coincidenza con l’anniversario della nascita del profeta Maometto, come la manifestazione di una crescente presenza sionista in Palestina che minacciava di impossessarsi della loro terra e dei luoghi santi.

A Gerusalemme l’avvenimento portò in città a violenti scontri tra palestinesi ed ebrei, che poi si diffusero in diverse città in tutta la Palestina, compresa Hebron, iniziando la rivolta di “al Buraq”.

Si ritiene che 133 ebrei e 116 palestinesi vennero uccisi durante la rivolta, per lo più per mano delle forze coloniali britanniche, mentre altri furono uccisi durante attacchi di ebrei contro comunità arabe.

La commissione Shaw, un’indagine britannica sulla rivolta, stabilì che “non c’erano dubbi” che la ragione fondamentale della ribellione fosse la sensazione di ostilità tra i palestinesi “in conseguenza della delusione delle loro aspirazioni politiche e nazionali e del timore per il loro futuro economico.”

Sfatando il mito secondo cui i palestinesi avrebbero ucciso gli ebrei semplicemente per la loro religione, la commissione mise in evidenza il fatto che nei 10 anni precedenti la rivolta di “al Buraq” c’erano stati solo tre incidenti rilevati di attacchi arabi contro ebrei, e negli 80 anni precedenti ad essa “non c’erano stati casi registrati di alcun incidente simile.”

Nonostante le testimonianze storiche, il presidente israeliano Reuven Rivlin si è unito a Netanyahu nel ribadire la convinzione che, come ha affermato, “i disordini del 1929 furono diretti contro ogni ebreo di qualunque etnia e opinione, semplicemente in quanto ebrei.”

Rivlin ha persino trattato di affermazioni da parte di storici, secondo cui i moti erano diretti contro il sionismo, affermando che “esse sono totalmente infondate.”

Durante la cerimonia, che è stata vista innanzitutto come un tentativo di Netanyahu di ingraziarsi la base di destra in vista delle elezioni di questo mese, alcuni ministri del partito Likud di Netanyahu hanno invitato il premier ad estendere la sovranità israeliana a tutta Hebron.

Secondo il “Times of Israel” [giornale israeliano indipendente in inglese, ndtr.] il presidente della Knesset [parlamento israeliano, ndtr.] Yuli Edelstein ha chiesto che Hebron diventi “una città israeliana a pieno titolo,” affermando che “è venuto il tempo che la colonia ebraica di Hebron cresca di migliaia di abitanti.”

Durante il suo discorso nel corso della cerimonia la ministra della cultura Miri Regev ha chiesto direttamente al primo ministro di adempiere alla sua promessa di estendere la sovranità israeliana a tutta la Cisgiordania, affermando che “non c’è posto migliore di Hebron per iniziare a portare a compimento l’impegno.”

“Se non c’è Hebron non c’è Tel Aviv,” ha detto Regev.

Yishai Fleisher, portavoce della comunità dei coloni di Hebron, ha condiviso su Twitter la maggior parte degli eventi del giorno, elogiando Regev e Netanyahu per le loro affermazioni e congratulandosi per gli avvenimenti del giorno.

I dirigenti palestinesi hanno condannato la cerimonia di mercoledì, che ha coinciso con un crescente dispiegamento di truppe israeliane nella zona e forti limitazioni agli spostamenti dei palestinesi in città.

Secondo l’agenzia palestinese di notizie WAFA le forze israeliane “hanno imposto il coprifuoco sui quartieri palestinesi”, mentre negozi e scuole palestinesi sono stati obbligati a chiudere in anticipo.

Hanan Ashrawi [nota dirigente palestinese, ndtr.] ha definito la visita di Netanyahu e Rivlin “un tentativo irresponsabile e offensivo di compiacere gli elementi più estremisti e razzisti del movimento dei coloni.”

“L’intollerabile situazione di segregazione, discriminazione razziale, vessazioni quotidiane e oppressione imposte sulla popolazione palestinese ad Hebron è guidata dalle politiche razziste e illegali che il signor Netanyahu vuole perpetuare e promuovere contro il popolo palestinese nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme,” ha detto Ashrawi.

Il portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas Nabil Abu Rudeineh ha condannato la visita come tentativo di provocare i musulmani della regione, affermando che “lanciamo un monito contro le pericolose ripercussioni dell’iniziativa di Netanyahu, che viene messa in atto per conquistare i voti dell’estrema destra (israeliana).”

Sia Ashrawi che Abu Rudeineh hanno sottolineato lo status di patrimonio dell’umanità dell’UNESCO del centro storico di Hebron e della moschea di Ibrahim ed hanno chiesto alla comunità internazionale di impedire ulteriori “aggressioni” contro i luoghi.

“La comunità internazionale ha l’ulteriore responsabilità di proteggere questa città da nuove spoliazioni e devastazioni, di obbligare Israele a porre fine alle sue misure draconiane contro la popolazione palestinese di Hebron e a ripristinare vita e libertà nei quartieri assediati, che sono stati svuotati a forza di vita e speranza dall’occupazione israeliana,” ha detto Ashrawi.

Nel centro storico di Hebron circa 800 coloni estremisti israeliani vivono sotto la protezione di migliaia di soldati israeliani, che garantiscono l’accesso dei coloni alla maggior parte della zona.

Nel contempo più di 30.000 palestinesi originari della città sono sottoposti al sistema israeliano di permessi e devono affrontare quotidianamente la violenza dei coloni e i più di venti posti di controllo militari che limitano ogni loro movimento.

 

 

Yumna Patel

Yumna Patel è l’inviata di Mondoweiss in Palestina.

 

 

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)

 




Estrema destra israeliana contro conferenza sui bambini palestinesi

Deputati della Knesset interrompono la conferenza sui “Bambini sotto occupazione”

Quattro deputati di destra espulsi dall’auditorium della Knesset dopo aver interrotto una discussa conferenza organizzata dai partiti di sinistra: “Fino a che punto siete disposti a cadere in basso? Fino a portarci il nemico in casa?” ha gridato il deputato del Likud Oren Hazan.

Ynet

Inbar Tvizer – 07/03/2018

La conferenza “Bambini sotto occupazione” ospitata lunedì alla Knesset ha provocato proteste prima ancora del suo inizio, culminate quando quattro membri della Knesset hanno interrotto gli oratori e sono stati espulsi con la forza dall’auditorium dagli addetti alla sicurezza.

La prima conferenza di questo genere è stata promossa da partiti di sinistra per discutere delle conseguenze del conflitto israelo-palestinese sui bambini che vivono in Cisgiordania, a Gaza e a Gerusalemme est.

Gli organizzatori della conferenza hanno detto che avrebbero discusso dei “diversi aspetti della vita dei bambini sotto occupazione israeliana – povertà, restrizioni negli spostamenti, mancanza di elettricità, di strutture idriche ed educative, così come della detenzione di bambini in base a leggi discriminatorie che rendono difficile per le famiglie riunirsi e dell’influenza del blocco nella Striscia di Gaza.”

La ministra della Cultura e dello Sport Miri Regev [del Likud, partito di destra al potere, ndtr.] ha descritto la conferenza come “una quinta colonna” e il presidente di Yesh Atid [partito di centro all’opposizione, ndtr.] Yair Lapid ha twittato che l’appoggio dell’“Unione Sionista” [coalizione di centro tra il partito Laburista e Kadima, all’opposizione. ndtr.] alla conferenza era un “regalo ai nemici di Israele.”

Alla discussa conferenza erano presenti diplomatici stranieri di stanza in Israele, compresi gli ambasciatori dell’Unione Europea, dell’Olanda e il vice ambasciatore della GB, e hanno esposto il loro punto di vista riguardo al suddetto argomento.

Il parlamentare Oded Forer (di Yisrael Beytenu [Israele Casa Nostra]) [partito nazionalista di estrema destra, al governo, ndtr.] è stato espulso dalla conferenza dopo aver gridato alla deputata Michal Rozin (del Meretz) [partito della sinistra sionista, all’opposizione, ndtr.]: “Dovresti vergognarti. Stai tenendo una conferenza senza menzionare i bambini (israeliani) che sono stati uccisi (dai terroristi palestinesi). È uno schifo.”

Gli addetti alla sicurezza della Knesset hanno espulso anche il deputato Oren Hazan (del Likud) che ha gridato: “Fino a che punto siete disposti a cadere in basso? Fino a portarci in casa il nemico? State danneggiando il (nostro) Paese.”

Il presidente della Knesset Yoel (Yuli) Edelstein ha vietato la proiezione di un video che mostra la vita di bambini palestinesi a confronto con quella di bambini ebrei.

Ciononostante i promotori della conferenza hanno inviato a tutti i partecipanti un link del video. Rozin ha detto: “Mostreremo questo video, che lo vogliano o no.”

“La ministra Miri Regev ci ha chiamati ‘quinta colonna’, Lapid chi ha chiamati ‘un regalo al nemico di Israele’. Pare che le tenere anime dei bambini terrorizzino i servi dell’opinione pubblica,” ha attaccato Rozin.

“Le loro reazioni non sono patriottiche e non riflettono l’amore per Israele. Siete quelli che mandano i (nostri) soldati a mettere in pratica questa politica e non avete il diritto di chiudere i vostri occhi e ignorare le sue implicazioni.”

Il capogruppo della “Lista Unitaria” [coalizione di tutti i partiti arabo-israeliani, all’opposizione, ndtr.] Ayman Odeh ha ringraziato la deputata Ksenia Svetlova (dell’Unione Sionista), che è stata una degli organizzatori della conferenza e l’unica del suo partito che l’ha sostenuta, per “non essersi arresa alle pressioni messe in atto contro di lei dall’opposizione.”

Un altro importante organizzatore della conferenza, il deputato Dov Khenin (della Lista Unitaria), ha detto: “L’attacco della destra radicale contro questa conferenza mostra che l’occupazione non può essere o considerata separatamente dallo spazio democratico in Israele.”

“(Quelli che ci attaccano) si stanno scontrando con il nostro diritto e dovere come membri della Knesset di esprimere le nostre posizioni. Continueremo ad essere conseguenti con la nostra posizione e non cederemo,” ha garantito il deputato.

(traduzione di Amedeo Rossi)