“Loro festeggiavano, noi piangevamo”: un palestinese reagisce al video dei soldati che festeggiavano la demolizione delle case

Yumna Patel

23 luglio 2019 – Mondweiss

Palestinesi di Gerusalemme, della Cisgiordania e nella diaspora sono rimasti scossi dopo che lunedì Israele ha condotto una demolizione massiccia senza precedenti di 10 edifici nella cittadina di Sur Baher nella Gerusalemme est occupata.

Le demolizioni hanno conquistato l’ampia attenzione dei mezzi di comunicazione internazionali, mentre sono comparsi video delle forze israeliane che picchiano violentemente attivisti e portano via a forza famiglie palestinesi prima delle demolizioni.

Uno dei video più scioccanti degli avvenimenti di lunedì è apparso nel pomeriggio, in seguito all’ultima demolizione della giornata.

Come ha detto lunedì pomeriggio l’attivista locale Hamada Hamada a Mondoweiss, le forze israeliane hanno demolito usando bulldozer tutti gli edifici tranne uno.

Hamada ha detto a Mondoweiss che, date le dimensioni e la posizione dell’ultimo stabile, invece dei bulldozer le forze israeliane hanno minato ogni appartamento dell’edificio con esplosivo e hanno fatto evacuare la zona.

Un video del fatto mostra le forze israeliane piazzate su una collina che domina la costruzione, che contano alla rovescia in ebraico a partire da 10. Alla fine del conteggio un soldato con il volto coperto, affiancato dai due lati da ufficiali della polizia di frontiera, schiaccia un bottone che fa scoppiare una catena di esplosioni nell’edificio.

In pochi secondi l’immobile crolla a terra e una densa nube di polvere e fumo riempie la zona.

Si può sentire ridere l’ufficiale che filma il video, mentre il soldato che ha schiacciato il bottone e il poliziotto di frontiera vicino a lui iniziano a ridere, si danno pacche sulle spalle e si abbracciano.

Si sentono in sottofondo rumorose acclamazioni, che sembrano arrivare dalle decine di militari che si trovano nella zona.

Poi un funzionario della polizia di frontiera con la telecamera chiede al soldato con il detonatore di girarsi e mettersi in posa per una foto con la nuvola di fumo come sfondo.

Poi i due si congratulano a vicenda dandosi la mano prima che il filmato finisca.

Il video ha provocato scalpore sulle reti sociali, con i palestinesi che hanno manifestato il proprio sdegno, afflizione e tristezza nel vedere i soldati israeliani che festeggiano la demolizione di decine di case palestinesi.

L’ex-ministro della Salute di Gaza, il dottor Basem Naim ha twittato: “Quando una persona festeggia l’esplosione della casa di un’altra persona…perde la propria umanità..”

L’OLP ha twittato il video evidenziando il fatto che un totale di 24 palestinesi, 14 dei quali minorenni, sono stati espulsi a forza durante la campagna di demolizioni di lunedì, mentre centinaia di altri sono stati danneggiati in altro modo.

Distrutti i sogni di una vita

Uno delle centinaia di palestinesi colpiti come il cinquantaduenne Jehad Sous, padre di cinque figli, che era proprietario di un appartamento nell’edificio che è stato demolito con l’esplosione controllata: “Ho messo tutti i miei risparmi di una vita in quell’appartamento, più di 345.000 shekel (circa 80.000 €),” ha detto martedì Sous a Mondoweiss.

Ho lavorato ogni giorno della mia vita con il sogno che un giorno avrei dato un’esistenza migliore alla mia famiglia. E ieri ho visto quel sogno crollare in pochi secondi.” Sous ha detto a Mondoweiss che cinque anni fa ha investito i suoi risparmi per comprare un alloggio nell’edificio in costruzione, con la speranza di poter traslocare con la sua famiglia dal suo attuale appartamento, un piccolo spazio di 70 metri quadri.

Ma tre anni fa, proprio subito dopo che stava per finire l’appartamento in modo che la sua famiglia vi potesse traslocare, ha ricevuto l’ordine dalle forze israeliane di bloccare i lavori.

Ho continuato a pagare il prezzo dell’appartamento al proprietario della terra, perché speravo che alla fine i tribunali avrebbero deciso in nostro favore contro l’ordine di demolizione degli edifici,” dice Sous.

È rimasto sconvolto quando lo scorso mese la Corte Suprema ha sentenziato a favore della tesi dell’esercito, secondo cui l’edificio rappresentava una “minaccia per la sicurezza” a causa della sua vicinanza alla barriera di separazione.

Vedendo andare in fumo il suo sogno e il futuro della sua famiglia, Sous dice di essersi sentito come se stesse vivendo in un incubo senza fine.

Non ci posso credere, non posso ancora credere che la mia casa sia crollata al suolo. Non ci possiamo credere. Tutto quello per cui ho lavorato è perduto,” dice.

Sous dice a Mondoweiss che, pur avendo affrontato nella sua vita molte difficoltà economiche, malanni fisici e privazioni, per la prima volta è scoppiato in lacrime mentre vedeva distruggere la sua casa.

In vita mia non ho mai pianto, ma ieri l’ho fatto. Non riesco a descrivere come mi sono sentito in quel momento, vedendo crollare tutti i miei sogni.”

Quando gli si chiede come si sente dopo aver visto il video dei soldati che festeggiano la demolizione, Sous dice di essere stato sopraffatto dal disgusto e dalla frustrazione.

Non hanno umanità,” dice. “Festeggiano mentre noi piangiamo.”

Talvolta come soldato ti danno ordini da eseguire. Ma almeno, quando lo fai e sai che è sbagliato, e si tratta di distruggere i sogni della gente, non dovresti essere contento di questo, dovresti vergognarti.”

Akram al-Wa’ra ha contribuito a questo reportage dalla Cisgiordania.

Yumna Patel è l’inviata in Palestina di Mondoweiss.

(traduzione di Amedeo Rossi)




“Sadica dimostrazione di violenza”: 12 palestinesi e 4 britannici ricoverati in ospedale dopo essere stati picchiati dalle forze israeliane a Sur Bahir

Yumna Patel

23 luglio 2019 – Mondweiss

Lunedì almeno 16 persone, 12 palestinesi e 4 persone di nazionalità britannica, sono state ricoverate in ospedale per ferite riportate durante una violenta, massiccia operazione di demolizione da parte di Israele nella cittadina di Sur Baher, nella Gerusalemme est occupata.

Nelle ore prima dell’alba di lunedì centinaia di soldati israeliani hanno preso d’assalto la zona di Wadi al Hummus di Sur Baher ed hanno iniziato a portare via a forza dalle loro case famiglie palestinesi per preparare la demolizione di 11 edifici nella zona.

In quel momento gente del posto ha detto a Mondoweiss che soldati israeliani armati hanno fatto irruzione nelle case ed erano “estremamente aggressivi” mentre cacciavano gli abitanti e gli attivisti internazionali che si erano barricati all’interno per manifestare solidarietà.

L’“International Solidarity Movement” [Movimento di Solidarietà Internazionale, che si oppone all’occupazione israeliana, ndtr.] (ISM) informa che 12 palestinesi, la cui identità rimane sconosciuta, sono stati ricoverati in ospedale dopo che le forze israeliane li hanno sbattuti giù dalle scale. Altri due sarebbero stati colpiti da breve distanza con proiettili ricoperti di gomma.

L’ISM aggiunge che quattro persone del gruppo di attivisti britannici sono state portate all’ospedale Makassed di Gerusalemme est dopo essere state “pestate, trascinate per i capelli, soffocate con una sciarpa e colpite con spray urticante dalla polizia di frontiera israeliana.”

Sono stati identificati come Bethany Rielly, 25 anni, Beatrice-Lily Richardson, 27, Chris Lorigan, 30, e Gabriella Jones, 20.

Il gruppo stava partecipando al sit-in di 30 persone insieme ad attivisti francesi e americani in casa dell’abitante di Wadi al-Hummus Ismail Obeidi, nella speranza che la loro presenza potesse contribuire a ritardare la demolizione della casa di Obeidi.

Secondo l’ISM, verso le 5 del mattino decine di soldati israeliani hanno sfondato la porta della casa di Obeidi e gli hanno subito spruzzato in faccia spray urticante mentre si trovava sulla soglia con le mani alzate.

Hanno usato una forza eccessiva, apparentemente divertititi, mentre sparavano gas lacrimogeni nello stretto spazio e brutalizzavano palestinesi e attivisti internazionali,” afferma l’ISM.

Rielly, Richardson, Lorigan e Jones si erano chiusi in un “piccolo gabinetto senza ventilazione” quando un soldato avrebbe aperto la porta e lanciato dentro un lacrimogeno. “Quando i soldati ci hanno trovato nel bagno, hanno lanciato molti candelotti lacrimogeni e hanno chiuso la porta. Quando abbiamo iniziato a soffocare nella stanza più piccola della casa, i soldati hanno fatto irruzione e ci hanno trascinati violentemente tirandoci da ogni parte, senza preoccuparsi della nostra incolumità o della correttezza,” avrebbe detto Lorigan secondo l’ISM.

Lorigan ha detto all’ISM che i soldati israeliani lo hanno trascinato per i piedi, lo hanno sollevato e colpito allo stomaco, mentre un soldato lo ha picchiato in testa quattro volte “con tutta la forza” prima di mettergli i piedi in testa e tirargli i capelli.

Poi mi ha preso alla gola ed altri hanno iniziato a darmi pugni sul torace. È stata una sadica dimostrazione di violenza da parte della polizia di frontiera,” ha detto Lorigan.

L’ISM aggiunge che, mentre Richardson veniva trascinata fuori dalla casa, le sue mani sono state rotte in modo talmente grave che ha subito una frattura delle nocche della mano sinistra, e la sua mano destra ha patito un grave danno ai tessuti e “rimarrà permanentemente deformata se non si sottoporrà a un intervento di chirurgia plastica.”

Durante l’attacco i soldati israeliani hanno spruzzato spray urticante in faccia a Jones, hanno strappato la sua maglietta, mettendo in mostra il suo reggiseno, e l’hanno afferrata così violentemente la lasciarle lividi sul braccio. Rielly, che era stata trascinata fuori per la sciarpa attorno al collo e poi per i capelli, ha detto all’ISM che quando ha iniziato a gridare un soldato le ha schiacciato il collo sotto un ginocchio.

Ha aggiunto che, mentre veniva trascinata via, ha sentito soldati ridere di lei. “Non potevo credere alla vera e propria aggressione che stavano compiendo contro di noi. Ero in tale stato di shock per tutto il tempo che non ho potuto aprire gli occhi,” ha detto Rielly all’ISM.

Eravamo civili disarmati che usavano mezzi nonviolenti per cercare di rallentare la distruzione da parte loro della casa di Ismail e della sua famiglia, che avevano costruito lavorando molto duramente. Per farlo sono arrivati centinaia di soldati. In quale altra parte del mondo la demolizione di una casa è un’operazione militare? Questa è la situazione della vita dei palestinesi che vivono sotto l’occupazione israeliana,” ha detto.

Secondo testimonianze di attivisti dell’ISM che erano in altre stanze della casa di Obeidi, i soldati israeliani hanno continuato le proprie azioni di aggressione persino dopo che i palestinesi della casa avevano alzato le mani e accettato di andarsene volontariamente.

Un attivista americano disarmato ha detto che i soldati afferravano le dita delle persone “come se volessero romperle.”

Poi siamo arrivati alle scale e ci hanno spinti giù dalle scale nella parte bassa della schiena e hanno colpito alcuni ragazzi palestinesi in modo talmente duro che sono rotolati giù dalle scale, e ciò è avvenuto quando non era in corso nessuna resistenza,” ha affermato l’attivista all’ISM.

L’ISM sottolinea che c’erano attivisti da Spagna, Gran Bretagna e Austria che si trovavano in un’altra casa di proprietà di Ghaleb Abu Hadwan e delle sue quattro figlie, un figlio e di un nonno. Edmond Sichrovsky, un attivista austriaco di origini ebraiche, che era nella casa, ha detto che le forze israeliane hanno fatto irruzione nella casa ed hanno trascinato fuori per primi i palestinesi, picchiando il nonno per terra davanti ai nipoti che piangevano e gridavano.”

Secondo Sichrovsky chiunque avesse un cellulare è stato poi portato via a forza prima che i soldati iniziassero ad aggredire lui e altri quattro attivisti.

Sono stato ripetutamente picchiato e preso a ginocchiate, con il risultato del naso sanguinante e di una serie di tagli, e mi hanno anche rotto gli occhiali con una ginocchiata in faccia. Una volta fuori, mi hanno sbattuto contro un’auto mentre gridavano insulti contro di me e contro donne attiviste, chiamandole puttane,” ha detto. Nel suo comunicato che documenta il racconto dei suoi attivisti, l’ISM afferma: “La demolizione di ieri a Wadi al-Hummus è stata una notizia nazionale ma, data l’assenza di mezzi di comunicazione nelle case delle famiglie, le dimensioni della violenza e del sadismo perpetrato dalle IOF [lsraeli Occupation Forces, Forze di Occupazione Israeliane, ndtr.] contro cittadini palestinesi e attivisti internazionali non sono state per lo più denunciate.”

Condividendo le storie personali dei suoi attivisti, l’ISM nota l’importanza di riconoscere il fatto che è “incomparabile” con il trattamento quotidiano dei palestinesi da parte dell’occupazione israeliana.

Diciassette persone, compresi il signor Odeidi, sua moglie e i loro sei figli, ora sono senza casa, così come la famiglia del signor Hadwan,” ha detto l’ISM.

Nei tentativi come la distruzione di questi tre edifici a Wadi al-Hummus, e altre centinaia di ordini di demolizione da parte del governo israeliano, sono più che mai evidenti le prove della continua pulizia etnica della Palestina.”

Yumna Patel è l’inviata in Palestina di Mondoweiss.

(traduzione di Amedeo Rossi)