Sei importanti sviluppi che hanno segnato il 2022 per i palestinesi

Zena Al Tahhan e Maram Humaid

26 dicembre 2022 – Al Jazeera

L’ONU ha definito il 2022 l’anno più luttuoso degli ultimi 16 per i palestinesi nella Cisgiordania occupata dagli israeliani. Ecco alcuni degli eventi più importanti dell’anno.

Ramallah, Cisgiordania occupata e Gaza. Conflitti, incursioni e l’uccisione di una delle giornaliste più rispettate in Palestina sono alcuni degli eventi più importanti in Israele e Palestina nel 2022.

Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2022 l’anno più letale per i palestinesi nella Cisgiordania occupata dal 2006, a riprova di un aumento dell’uso della forza da parte di Israele, a fronte di un ulteriore spostamento verso l’estrema destra del Paese.

Ecco sei degli sviluppi più importanti del 2022 per i palestinesi.

Conflitto a Gaza, di nuovo

Meno di 15 mesi dopo il precedente bombardamento israeliano della Striscia di Gaza, il territorio sottoposto al blocco è stato attaccato da aerei da guerra israeliani per tre giorni agli inizi di agosto, causando la morte di almeno 49 palestinesi, tra cui 17 minori.

L’arresto in Cisgiordania del leader del Jihad Islamico Palestinese (PIJ) da parte delle forze israeliane ha sollevato timori di un’escalation, causando un’intensificazione della presenza militare israeliana lungo il confine tra Israele e Gaza.

Il 5 agosto gli aerei da guerra israeliani hanno lanciato un’ondata di attacchi aerei contro Gaza a cui il PIJ ha risposto lanciando razzi contro Israele.

Se c’era un reale timore che lo scoppio dei combattimenti avrebbe portato a un conflitto prolungato, specialmente dopo l’uccisione dei comandanti del PIJ lo scontro alla fine è terminato dopo tre giorni in seguito all’entrata in vigore di una tregua mediata dall’Egitto.

Una delle ragioni principali della mancata escalation del conflitto è stata la decisione di Hamas, che governa Gaza da 15 anni, di tenersi fuori dallo scontro.

Nonostante ciò ci sono stati danni considerevoli a Gaza, che era appena stata ricostruita dopo il conflitto nel 2021 durato 11 giorni. Non è inoltre scomparsa la minaccia di un altro scoppio di violenza prolungata, lasciando i palestinesi a Gaza costantemente preoccupati per quello che molti pensano sia un’inevitabile guerra futura.

Crescita della resistenza armata palestinese

Uno dei cambiamenti principali in Cisgiordania nel 2022 è stato la crescita di piccoli gruppi di resistenza armata concentrati nelle città settentrionali di Jenin e Nablus.

Il fenomeno è iniziato nel settembre 2021 con la formazione del primo gruppo, le Brigate di Jenin, nel campo profughi della città dopo l’uccisione a giugno da parte di Israele del combattente Jamil al-Amouri.

Ha fatto seguito nel 2022 la creazione delle Brigate di Nablus, della Fossa dei Leoni, delle Brigate di Balata, delle Brigate di Tubas e delle Brigate di Yabad. Mentre i gruppi già esistenti sono formati da membri di varie fazioni tradizionali palestinesi, questi nuovi si rifiutano di allinearsi con una specifica fazione o movimento.

Dato che i gruppi hanno limitate capacità, si sono concentrati in scontri con le forze israeliane in risposta ai loro raid quasi giornalieri e si sono anche impegnati in sparatorie contro checkpoint militari israeliani. Inoltre hanno rivendicato la responsabilità di attacchi che hanno ucciso soldati e coloni israeliani.

Con l’emergere di questi gruppi è la prima volta dalla seconda Intifada (2000-05) che formazioni organizzate hanno combattuto le forze israeliane in Cisgiordania. Alla fine di quell’Intifada, o rivolta, la maggior parte delle armi nel territorio era sotto il controllo dell’Autorità Palestinese (ANP).

Raid quotidiani e uccisioni

In seguito a una serie di attacchi individuali in Israele iniziati a marzo, Israele ha lanciato una campagna militare detta “Break the Wave” (Spezza l’ondata) con raid, arresti di massa e uccisioni quasi ogni giorno in Cisgiordania, focalizzati a Jenin e Nablus.

Con assassinii mirati e durante gli scontri armati, sono stati uccisi sia i civili che durante gli attacchi si sono scontrati con l’esercito israeliano e degli astanti non coinvolti, che dei combattenti palestinesi.

Secondo il ministero palestinese della Salute, in Cisgiordania e nella Gerusalemme Est occupata nel 2022 le forze israeliane hanno ucciso circa 170 palestinesi, inclusi più di 30 minori, e almeno altri 9.000 sono stati feriti.

Molte delle uccisioni hanno causato una particolare indignazione fra i palestinesi, inclusa recentemente quella del 12 dicembre, quando una sedicenne di Jenin è stata ferita a morte mentre dal tetto di casa sua osservava un attacco dell’esercito. Il 2 dicembre è stato ucciso in pubblico da un soldato israeliano anche un ventitreenne palestinese. L’uccisione è stata filmata e i palestinesi l’hanno descritta come “un’esecuzione”.

Nel corso di quest’anno osservatori, diplomatici e organizzazioni per i diritti umani hanno espresso “preoccupazione” circa l’uso eccessivo di forza letale da parte di Israele in Cisgiordania che ha causato l’elevato numero di uccisioni.

L’Ufficio dell’Alto Commissario dell’ONU per i Diritti Umani aveva in precedenza osservato che le forze israeliane “spesso usano armi da fuoco contro i palestinesi per un semplice sospetto o come misura precauzionale, in violazione dei principi internazionali”.

Uccisione di Shireen Abu Akleh

L’undici maggio le forze israeliane hanno ucciso Shireen Abu Akleh, giornalista veterana di Al Jazeera mentre stava seguendo un’operazione dell’esercito nel campo profughi di Jenin.

Abu Akleh, 51 anni, corrispondente televisiva palestinese-americana per Al Jazeera Arabic ha seguito l’occupazione israeliana dei territori palestinesi per oltre 25 anni. La sua uccisione ha sollevato una protesta internazionale e scosso il mondo intero.

La reporter è stata onorata nel corso di una processione funebre durata tre giorni con esternazioni di dolore e rispetto mentre il corpo veniva traslato da Jenin a Gerusalemme.

A Gerusalemme Est le forze israeliane hanno attaccato le persone in lutto che portavano la sua bara. Nonostante gli sforzi delle autorità israeliane, migliaia di palestinesi si sono riversati nelle strade di Gerusalemme per il funerale.

Varie indagini hanno ritenuto Israele responsabile della sua uccisione e a settembre Israele ha infine ammesso che con “molta probabilità” uno dei suoi soldati ha ucciso Abu Akleh. Comunque le autorità israeliane si sono rifiutate di avviare un’indagine penale.

A dicembre Al Jazeera ha presentato una richiesta formale alla Corte Penale Internazionale (ICC) per indagare e processare i responsabili dell’uccisione di Abu Akleh.

Ascesa dell’estrema destra

Nel 2022 si è svolta la quinta elezione parlamentare in Israele in meno di quattro anni. Se i risultati sembrano avere temporaneamente messo fine alla prolungata impossibilità di formare un governo stabile in Israele, ha tuttavia dato come risultato la creazione del governo di destra più estrema nella storia dei 74 anni del Paese.

Benjamin Netanyahu, primo ministro designato, e il suo partito Likud hanno formato un’alleanza con Sionismo Religioso e i partiti ultraortodossi, ottenendo una maggioranza di 64 seggi sui 120 parlamentari che costituiscono la Knesset.

Il terzo blocco per grandezza risultante dalle elezioni è l’alleanza Sionismo Religioso, una fusione tra il partito con lo stesso nome guidato da Bezalel Smotrich e Potere Ebraico, capitanato da Itamar Ben-Gvir.

I due personaggi controversi sono noti per i loro frequenti incoraggiamenti alla violenza contro i palestinesi e hanno pubblicamente dichiarato le proprie intenzioni di voler espandere la fondazione di colonie illegali israeliane in Cisgiordania.

L’anno scorso Smotrich ha detto che i palestinesi in Israele “sono qui per errore, perché [l’ex premier] Ben-Gurion non aveva finito il lavoro” di cacciarli nel 1948.

Nel contempo Ben-Gvir, che aveva in precedenza chiesto la deportazione di cittadini palestinesi “giudicati sleali verso Israele”, ha invitato i coloni a portare armi e ha regolarmente criticato l’esercito israeliano e il governo poiché non usano misure più rigide contro i palestinesi.

Le politiche e le opinioni dei politici che stanno per essere incaricati della sicurezza in Cisgiordania sono destinati a innescare ulteriormente la già tesa situazione sul posto.

Aumento degli attacchi dei coloni

Nel 2022 gli attacchi dei coloni israeliani contro i palestinesi in Cisgiordania sono aumentati, diventando più audaci e coordinati.

Quest’anno sono stati uccisi almeno tre palestinesi. Alcuni di questi attacchi sono avvenuti sotto gli occhi dell’esercito israeliano.

Prove inquietanti circa le forze israeliane che frequentemente facilitano, sostengono e partecipano agli attacchi dei coloni rendono difficile distinguere tra la violenza dei coloni israeliani e quella dello Stato,” ha sostenuto in un comunicato del 15 dicembre un funzionario dell’ONU.

Il 2022 è il sesto anno consecutivo in cui il numero di attacchi dei coloni israeliani nella Cisgiordania occupata è aumentato,” continua il documento. “Coloni israeliani armati e mascherati attaccano i palestinesi nelle loro case, aggrediscono i bambini che vanno a scuola, distruggono proprietà, bruciano oliveti e terrorizzano intere comunità nella totale impunità.”

Tra i 600.000 e i 750.000 coloni israeliani vivono in almeno 250 colonie illegali sparse in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.

(traduzione dall’inglese di Mirella Alessio)




Rapporto OCHA del periodo 22 novembre – 5 dicembre 2022

1- Durante il periodo di riferimento, nel territorio palestinese occupato e a Gerusalemme ovest, sono stati uccisi tredici palestinesi e due israeliani; 307 palestinesi e 21 israeliani sono rimasti feriti. In Cisgiordania, su media mensile, il 2022 è stato l’anno più mortifero per i palestinesi da quando, nel 2005, le Nazioni Unite iniziarono a registrare sistematicamente le vittime.

2- Durante operazioni di ricerca-arresto, le forze israeliane hanno ucciso sette palestinesi; un altro è morto per le ferite riportate durante una precedente operazione (seguono dettagli). Il 23 novembre, un palestinese è deceduto per le ferite riportate il 24 luglio durante un’operazione di ricerca-arresto e uno scontro a fuoco tra forze israeliane e palestinesi avvenuta nella Città Vecchia di Nablus.

Il 28 novembre, nel corso di un’operazione di ricerca-arresto condotta nella città di Beit Ummar (Hebron), sono scoppiati scontri tra palestinesi e forze israeliane e un palestinese è stato ucciso dalle forze israeliane mentre si trovava fuori dalla propria abitazione. Durante lo stesso episodio, 18 palestinesi sono rimasti feriti, di cui nove con proiettili veri; un’ambulanza ha subito danni e le forze israeliane hanno fatto irruzione in una clinica, arrestando un medico che stava curando i feriti.

Il 29 novembre, nel villaggio di Kafr Ein (Ramallah), durante un’operazione di ricerca-arresto e i conseguenti scontri, due palestinesi (fratelli) sono stati uccisi dalle forze israeliane con proiettili veri, quattro sono rimasti feriti e quattro sono stati arrestati. Le prime informazioni indicano che uno dei fratelli, quando gli hanno sparato, aveva in mano una bottiglia incendiaria.

Il 30 novembre, nella città di Ya’bad (Jenin), durante un’operazione di ricerca-arresto che ha comportato uno scontro a fuoco, un passante palestinese è stato ucciso, mentre un altro palestinese è stato ferito dalle forze israeliane e un terzo è stato arrestato.

Il 1° dicembre, durante uno scontro a fuoco tra palestinesi e forze israeliane sotto copertura che effettuavano un’operazione di ricerca-arresto nel Campo profughi di Jenin, due palestinesi affiliati alla Jihad islamica e alle Brigate dei martiri di Al Aqsa sono stati uccisi, due sono rimasti feriti e quattro sono stati arrestati.

Il 5 dicembre, durante un’operazione di ricerca-arresto nel Campo profughi di Ad Duheisha (Betlemme), un palestinese è stato ucciso da proiettili veri sparati dalle forze israeliane.

3- In Cisgiordania, in altri quattro episodi, le forze israeliane hanno ucciso cinque palestinesi (seguono dettagli). Il 22 novembre, nella città di Nablus, in coincidenza con l’ingresso di decine di coloni israeliani nel sito della tomba di Giuseppe, si sono avuti scontri con lanci di pietre e uno scontro a fuoco tra palestinesi e forze israeliane che hanno sparato, uccidendo un ragazzo palestinese di 16 anni e ferendone altri 110, di cui dieci con proiettili veri. Un altro palestinese, ferito nello stesso contesto, è morto Il 23 novembre.

Il 29 novembre, nei pressi dell’insediamento di Kochav Ya’akov, a nord di Gerusalemme, un palestinese ha investito e ferito una soldatessa israeliana: è stato inseguito e ucciso dalle forze israeliane nei pressi di checkpoint che conduce alla città di Ramallah. Sempre il 29 novembre, nel villaggio di Al Mughayyir (Ramallah), le forze israeliane stavano impartendo ordini di demolizione contro strutture di proprietà palestinese; ne sono nati scontri, durante i quali un palestinese è stato ucciso da proiettili veri sparati dalle forze israeliane.

Il 2 dicembre, nella città di Huwwara (Nablus), un palestinese è stato ucciso da un agente della polizia di frontiera israeliana. Le registrazioni video mostrano l’ufficiale israeliano che tiene un palestinese bloccato alla testa e altri due uomini che cercano di liberarlo. L’ufficiale si allontana, sempre trattenendo il palestinese, questi afferra il fucile dell’ufficiale poi cade a terra e l’ufficiale gli spara quattro colpi con la sua pistola. Sia fonti palestinesi che israeliane riferiscono che inizialmente il palestinese era stato colpito da un israeliano che attraversava Huwwara in auto. Secondo fonti israeliane, l’uomo aveva cercato di introdursi in un’auto israeliana prima che l’autista (un soldato fuori servizio) gli sparasse; precedentemente il palestinese avrebbe accoltellato un altro membro delle forze israeliane. Secondo testimoni oculari palestinesi, l’uomo avrebbe avuto un alterco con un colono israeliano seduto in un’auto, avrebbe cercato di aprire la portiera del veicolo e sarebbe stato colpito e ferito dal colono. I testimoni oculari aggiungono che, dopo il secondo momento di spari, per circa 20 minuti, all’uomo sarebbero state impedite le cure mediche. A Huwwara successivi scontri tra lanciatori di pietre palestinesi e forze israeliane hanno provocato il ferimento di 16 palestinesi.

4- A Gerusalemme ovest sono stati uccisi due israeliani (seguono dettagli). Il 23 novembre, come riportato da Magen David Adom, in una presunta aggressione palestinese, un ragazzo israeliano di 15 anni è stato ucciso e altri 14 sono rimasti feriti da due ordigni esplosi vicino alle fermate degli autobus a Gerusalemme ovest e vicino all’insediamento di Ramot a Gerusalemme est. Per le ferite riportate, uno degli israeliani feriti è morto il 26 novembre.

5- In Cisgiordania, complessivamente, sono stati feriti dalle forze israeliane 299 palestinesi, tra cui almeno 17 minori. La maggior parte dei feriti (177 – 59%) è stata registrata nel governatorato di Nablus. Complessivamente, 203 palestinesi sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeno, 45 sono stati feriti da proiettili di gomma, 34 sono stati colpiti da proiettili veri, dieci sono stati spruzzati con liquido al peperoncino, tre sono stati aggrediti fisicamente, tre sono stati feriti da schegge e uno è stato colpito da un candelotto di gas lacrimogeno. Tra i feriti, 136 sono stati coinvolti in episodi che hanno visto la presenza di coloni israeliani, 93 in operazioni militari e scontri (tra cui operazioni di ricerca-arresto), 68 in manifestazioni contro l’espansione degli insediamenti e le restrizioni all’accesso legate agli insediamenti colonici, uno in un caso di demolizione e uno mentre cercava di attraversare un varco non autorizzato nella Barriera per raggiungere il suo posto di lavoro in Israele. In uno degli episodi, accaduto il 24 novembre, le forze israeliane hanno sparato, ferendo 19 studenti palestinesi della Palestine Technical University di Tulkarm City, di cui tre con proiettili veri; erano coinvolti negli scontri scoppiati vicino al checkpoint della Barriera. Inoltre, due agenti della polizia di frontiera israeliana sono rimasti feriti all’ingresso del Campo profughi di Ayda (Betlemme), ad opera di palestinesi che lanciavano pietre e ordigni esplosivi improvvisati contro le forze israeliane.

6- Otto palestinesi e quattro coloni israeliani sono rimasti feriti in episodi collegati a coloni. Oltre ai 136 palestinesi feriti da forze israeliane in episodi legati ai coloni, otto palestinesi sono stati feriti da coloni israeliani (seguono dettagli). Il 23 novembre, vicino a Khallet Sakariya (Betlemme), coloni israeliani hanno aggredito fisicamente e ferito una donna palestinese. Il 24 novembre, nella città di Huwwara (Nablus), un palestinese è rimasto ferito da pietre lanciate da coloni israeliani contro il suo veicolo.

Il 29 novembre, un palestinese di tre anni, una donna incinta e altri due palestinesi sono rimasti feriti (uno da una pietra e tre da uno spray al peperoncino) quando coloni israeliani hanno fatto irruzione nel villaggio di Al Mughayyir, lanciando pietre contro case e veicoli palestinesi. In precedenza, lo stesso giorno, coloni israeliani, secondo quanto riferito, provenienti dall’insediamento di Adei Ad, avevano aggredito agricoltori palestinesi di Al Mughayyir, ferendo un palestinese e impossessandosi di attrezzature per la raccolta, in un’area in cui l’accesso degli agricoltori richiede un preventivo coordinamento con l’esercito israeliano.

Il 1° dicembre, nell’area H2 della città di Hebron, coloni israeliani hanno aggredito fisicamente e ferito un ragazzo di 17 anni. Durante il periodo in esame, persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali, hanno lanciato pietre contro veicoli israeliani che viaggiavano sulle strade dei governatorati di Ramallah e Gerusalemme, ferendo quattro coloni israeliani e provocando danni ai veicoli.

7- Le forze israeliane hanno disposto delle chiusure intorno a una città ed hanno bloccato gli ingressi principali di quattro villaggi, interrompendo l’accesso di migliaia di palestinesi ai mezzi di sussistenza e ai servizi (seguono dettagli). Il 22 novembre, nell’Area B della città di Huwwara (Nablus), l’esercito israeliano ha eretto cumuli di terra in corrispondenza di due incroci, ostacolando, per cinque giorni, il movimento di almeno 7.000 palestinesi; secondo quanto riferito, in risposta al lancio di pietre contro veicoli di coloni israeliani.

Il 22, 25 e 30 novembre l’esercito israeliano ha limitato il movimento di oltre 12.000 palestinesi bloccando, per due giorni, gli ingressi ai villaggi di Majdal Bani Fadil e Qusra (entrambi a Nablus) e chiudendo, per tre ore, i cancelli stradali all’ingresso del villaggio di Haris (Salfit); secondo quanto riferito, in risposta al lancio di pietre palestinesi contro veicoli di coloni israeliani.

Il 3 dicembre, in seguito a quanto accaduto a Huwwara (vedi sopra), l’esercito israeliano ha bloccato l’ingresso del villaggio di Osarin (Nablus), ostacolando il movimento di almeno 2000 palestinesi. Dall’inizio del 2022, in Cisgiordania sono state segnalate quasi 70 nuove chiusure permanenti o temporanee.

8– Per mancanza di permessi di costruzione, rilasciati da Israele, le autorità israeliane hanno demolito, confiscato o costretto persone a demolire 58 strutture, tra cui 10 case residenziali e una scuola. Cinque delle strutture erano state fornite da donatori come assistenza umanitaria. Di conseguenza, 47 palestinesi, tra cui 27 minori, sono stati sfollati e sono stati colpiti i mezzi di sussistenza di altri 160. Cinquantasei delle strutture prese di mira si trovavano in Area C, comprese cinque strutture demolite in base al “Military Order 1797”, che fornisce solo un preavviso di 96 ore e motivi molto limitati per contestare legalmente una demolizione. Inoltre, a Gerusalemme Est, due strutture sono state demolite dai proprietari per evitare il pagamento di multe alle autorità israeliane.

9- A Hebron, è stata demolita una scuola finanziata da donatori e per un’altra è stato emesso un ordine di demolizione (seguono dettagli). Il 23 novembre, a Masafer Yatta, le autorità israeliane hanno demolito la scuola Isfey Al Faqua finanziata da donatori, che accoglieva 21 studenti di tre Comunità nel sud di Hebron. Isfey Al Fauqa è una delle 13 Comunità di pastori che comprendono circa 1.150 persone, la metà delle quali sono minori, in un’area designata dalle autorità israeliane come “Zona di fuoco 918”.

Il 29 novembre, a Khashem al Karem (Hebron), le autorità israeliane hanno emesso un ordine di demolizione, con un preavviso di 96 ore, nei confronti di un’altra scuola finanziata da donatori. Il 1° dicembre, i garanti dell’assistenza legale hanno ottenuto una ingiunzione del tribunale (valida 21 giorni) contro la demolizione, a condizione che nella scuola, durante questo periodo, non abbiano luogo ulteriori lavori di costruzione.

10- Nella Striscia di Gaza, in almeno 33 occasioni, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento vicino alla recinzione perimetrale israeliana o al largo della costa, presumibilmente per imporre restrizioni di accesso in aree interne a Gaza. Di conseguenza, tre pescatori palestinesi sono rimasti feriti, sei sono stati arrestati e due pescherecci sono stati confiscati. Separatamente, il 3 dicembre, un palestinese è stato arrestato dalle forze israeliane mentre tentava di entrare in Israele senza autorizzazione attraverso la recinzione perimetrale. Inoltre, il 3 dicembre, da Gaza è stato lanciato un razzo che è atterrato in un campo aperto nel sud di Israele; non sono stati segnalati feriti o danni. Durante la notte, le forze israeliane hanno effettuato attacchi aerei su Gaza; non sono stati segnalati feriti.

Questo rapporto riflette le informazioni disponibili al momento della pubblicazione. I dati più aggiornati e ulteriori analisi sono disponibili su ochaopt.org/data.

Ultimi sviluppi (al di fuori del periodo di riferimento)

Secondo le prime informazioni provenienti dalla Comunità locale e da fonti dei media, tra il 7 e l’11 dicembre, sono stati uccisi sei palestinesi, tra cui due minori (seguono dettagli). Il 7 dicembre, vicino all’insediamento di Ofra (Ramallah), secondo quanto riferito, un palestinese ha aperto il fuoco contro una postazione militare israeliana. Ne è seguito un inseguimento e uno scontro a fuoco, e l’uomo è stato ucciso dalle forze israeliane.

L’8 dicembre, nel Campo profughi di Jenin ha avuto luogo uno scontro a fuoco tra forze israeliane e palestinesi, durante il quale sono stati uccisi tre palestinesi. Lo stesso giorno, durante scontri nei pressi del villaggio di Abud (Ramallah), le forze israeliane hanno sparato, uccidendo un minore palestinese.

L’11 dicembre, nella città di Jenin (Jenin), durante un’operazione di ricerca-arresto che ha comportato uno scontro a fuoco tra forze israeliane e palestinesi, una ragazza palestinese di 15 anni è stata uccisa da proiettili veri.

(Maggiori dettagli saranno forniti sugli episodi sopra menzionati nella prossima relazione)

nota 1:

I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians

L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano l’edizione inglese dei Rapporti.

nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]

sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti

a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.

nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.

Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it




L’esercito israeliano conferma l’uccisione di una ragazza palestinese di 15 anni nel raid di Jenin

Redazione MEE

12 dicembre 2022 – Middle East Eye

Un raid israeliano nella città di Jenin, in Cisgiordania, provoca la morte di una adolescente palestinese mentre si intensificano le operazioni nei territori occupati

Una dichiarazione israeliana afferma che i soldati hanno colpito la ragazza involontariamente mentre rispondevano al fuoco contro uomini armati su un tetto. Affermano che pare la ragazza si trovasse sul tetto di una delle case vicino agli uomini armati.

Il Ministero della Salute palestinese ha identificato la vittima come Jana Majdi Zakarneh, morta dopo essere stata colpita alla testa sul tetto della sua casa. Secondo fonti palestinesi il suo corpo è stato ritrovato dopo il ritiro delle forze israeliane.

Durante gli scontri armati con i combattenti palestinesi scoppiati nella città chiave di Jenin vi sono stati altri tre feriti. Secondo i media palestinesi un’unità militare israeliana sotto copertura è entrata a Jenin e, in risposta, i combattenti palestinesi hanno tentato di respingere le forze israeliane provocando una sparatoria.

In una serie di tweet l’esercito israeliano ha confermato il raid e l’esecuzione di tre arresti.

Le fazioni palestinesi a Jenin hanno annunciato che ci sarebbe stato uno sciopero generale nel campo profughi per commemorare la morte di Zakarneh.

Durante il raid le forze israeliane hanno preso d’assalto diverse case, danneggiato un certo numero di veicoli e cecchini si sono arrampicati sui tetti degli edifici.

Hussein al-Sheikh, segretario generale del comitato esecutivo dell’OLP, ha affermato che Zakarneh è stata “una vittima della brutalità dell’occupazione a Jenin”.

“Il suo sangue dimostra questo persistente comportamento criminale che viola tutte le norme e rivela la verità sul brutale comportamento razzista delle forze di occupazione”, ha aggiunto Sheikh.

L’anno con il maggior numero di vittime [palestinesi] mai registrato

Giovedì della scorsa settimana quattro palestinesi sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco dell’esercito israeliano a Jenin, tra cui un adolescente di 17 anni. L’esercito israeliano ha detto che le sue forze stavano conducendo un’operazione per arrestare 15 uomini ricercati a Jenin quando palestinesi armati hanno iniziato a sparare contro di loro.

Dopo gli ultimi decessi, il numero di palestinesi uccisi dall’inizio di quest’anno è salito a 218, di cui 52 nella Striscia di Gaza e 166 in Cisgiordania, rendendolo uno degli anni con più uccisioni di palestinesi dal 2005.

Le autorità israeliane hanno recentemente condotto quasi ogni notte rastrellamenti in tutta la Cisgiordania che spesso portano al ferimento o all’uccisione di palestinesi.

Le operazioni hanno portato a più di 2.500 arresti, secondo le autorità israeliane.

Molti degli scontri mortali si sono verificati nell’area di Jenin e Nablus, dove le forze israeliane hanno ripetutamente condotto rastrellamenti.

Le morti di giovedì arrivano quest’anno nel mezzo di un culmine di violenza israeliana contro i palestinesi in Cisgiordania e di una ripresa della resistenza armata palestinese.

La “politica di sparare per uccidere” di Israele viene largamente criticata all’ aumentare del numero di morti palestinesi per mano delle sue forze.

Altri 49 palestinesi sono stati uccisi durante un bombardamento israeliano su Gaza ad agosto.

Nel frattempo, 29 israeliani, soldati inclusi, sono stati uccisi dai palestinesi nello stesso periodo, il numero più alto dal 2008.

* Questo articolo è stato corretto martedì 13 dicembre per chiarire che Jana Majdi Zakarneh aveva 15 anni quando le hanno sparato.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)




Cisgiordania: due fratelli tra cinque palestinesi uccisi da Israele

Redazione

29 novembre 2022 – Aljazeera

Jawad e Dhafr Rimawi sono stati uccisi durante un raid israeliano vicino a Ramallah, mentre un altro uomo è stato ucciso vicino a Hebron.

Cinque palestinesi, tra cui due fratelli, sono stati uccisi dal fuoco israeliano in distinte occasioni nella Cisgiordania occupata.

I due fratelli uccisi martedì sono stati identificati dall’agenzia di stampa palestinese WAFA come Jawad e Dhafr Rimawi, di 22 e 21 anni. Wafa sostiene che sono stati uccisi dal fuoco israeliano durante scontri con le truppe vicino al villaggio di Kafr Ein, a ovest di Ramallah.

Centinaia di persone hanno preso parte al corteo funebre prima che i loro corpi fossero sepolti. Bernard Smith di Al Jazeera ha riferito che a Ramallah si è tenuto uno sciopero generale per mostrare solidarietà alle ultime vittime.

Il ministro degli affari civili dell’Autorità palestinese Hussein Al-Sheikh ha descritto l’uccisione dei due fratelli come una “esecuzione a sangue freddo”.

L’esercito israeliano sostiene che le truppe che si trovavano nel villaggio sono state attaccate da sospetti che lanciavano pietre e bombe incendiarie e i soldati hanno risposto con le armi da fuoco. Sostiene anche che starebbe conducendo un’inchiesta sull’incidente.

In un altro avvenimento un uomo palestinese, identificato dal ministero della salute palestinese come Mufid Khalil, è stato ucciso dai soldati israeliani durante un raid militare vicino a Hebron.

Secondo il ministero della salute Khalil è stato colpito alla testa e almeno altri otto palestinesi sono rimasti feriti.

L’esercito israeliano sostiene che i soldati hanno sparato contro i palestinesi che lanciavano pietre e ordigni esplosivi improvvisati durante il raid. L’esercito israeliano afferma che anche i palestinesi hanno sparato alle truppe e che due veicoli dell’esercito sono rimasti bloccati a causa di problemi meccanici.

Un quarto palestinese è morto dopo essere stato colpito al petto dai soldati israeliani martedì pomeriggio durante gli scontri a nord di Ramallah, afferma il ministero della salute palestinese.

Wafa ha identificato l’uomo ucciso vicino a Ramallah come Raed Ghazi Al-Naasan.

Più tardi, martedì, il servizio di pronto soccorso israeliano ha dichiarato di aver curato una giovane donna gravemente ferita dopo essere stata investita da un’auto in quello che i militari hanno definito un attacco deliberato vicino all’insediamento illegale di Kochav Yaakov fuori Gerusalemme est occupata. La polizia ha sparato e ucciso il presunto aggressore.

I raid militari israeliani sono stati a lungo eventi ricorrenti nella Cisgiordania occupata che hanno portato a feriti o uccisioni di palestinesi disarmati.

Quest’anno segna il numero più alto di palestinesi uccisi da Israele in Cisgiordania dal 2006.

Dall’inizio del 2022 le forze israeliane hanno ucciso almeno 200 palestinesi, tra cui 47 minori, in Cisgiordania, Gerusalemme est e nella Striscia di Gaza assediata.

Solo in Cisgiordania, secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite, quasi altri 8.900 sono stati feriti dall’esercito israeliano quest’anno fino al 7 novembre

Quest’anno in Israele sono state anche uccise in attacchi palestinesi almeno 25 persone.

(Traduzione dall’inglese di Giuseppe Ponsetti)




Rapporto OCHA del periodo 8 – 21 Novembre 2022

1). In Cisgiordania sono stati uccisi cinque palestinesi e tre israeliani; altri 146 palestinesi e cinque israeliani sono rimasti feriti. Inoltre, un colono israeliano è morto per le ferite riportate in una aggressione con coltello ad opera di palestinesi, avvenuta il 25 ottobre 2022, vicino al villaggio di Al Funduq (Qalqilya). In Cisgiordania, su media mensile, il 2022 è l’anno più mortifero per i palestinesi da quando, nel 2005, le Nazioni Unite iniziarono a contare sistematicamente le vittime: finora, quest’anno sono 127 i palestinesi uccisi.

2). In Cisgiordania, in due diversi episodi, due palestinesi, tra cui un minore, sono stati uccisi e altri 60 sono rimasti feriti dalle forze israeliane [seguono dettagli]. Il 9 novembre, nella città di Nablus, durante scontri armati, un ragazzo palestinese di 15 anni è stato colpito da proiettili veri, sparati dalle forze israeliane, mentre l’ordigno esplosivo (IED) che stava presumibilmente collocando esplodeva. Ciò è avvenuto quando coloni israeliani e membri del parlamento israeliano si sono recati in visita alla tomba di Giuseppe; fatto che ha innescato scontri tra palestinesi e forze israeliane, provocando il ferimento di 60 palestinesi. Nel corso degli anni, la Tomba di Giuseppe ha visto ricorrenti scontri tra palestinesi e forze israeliane che scortavano coloni israeliani. Dall’inizio del 2022, nelle occasioni in cui scortavano coloni israeliani al sito, le forze israeliane hanno ucciso quattro palestinesi, tra cui due minori, e ne hanno ferito 525.

Il 10 novembre, forze israeliane hanno sparato e ferito a morte con proiettili veri un palestinese di 29 anni che stava tentando di raggiungere il posto di lavoro in Israele attraverso un varco nella Barriera prossimo al villaggio di Anin (Jenin). Secondo fonti mediche ufficiali, l’uomo aveva subito una grave perdita di sangue, dovuta al fatto che fosse stato trattenuto in una base militare israeliana per almeno un’ora, ritardando il suo trasferimento in ospedale, dove era stato poi dichiarato morto.

Dall’inizio del 2022, questo è il quarto lavoratore palestinese ucciso mentre tentava di attraversare varchi non ufficiali della Barriera. Anche in un altro caso, registrato a Tulkarm, le forze israeliane hanno sparato proiettili veri contro un palestinese che cercava di attraversare un varco nella Barriera, con l’intento di raggiungere il posto di lavoro in Israele.

3). Nei pressi di Salfit, un palestinese ha ucciso tre israeliani e ne ha feriti altri tre, in una aggressione con coltello e speronamento con auto [seguono dettagli]. Il 15 novembre, un palestinese di 19 anni ha compiuto un attacco all’interno e intorno all’insediamento di Ariel: ha accoltellato due israeliani, uccidendoli; in un secondo tempo l’aggressore ha ucciso un altro colono israeliano, investendolo con un veicolo rubato. Successivamente è stato ucciso dalle forze israeliane. Dopo l’attacco, le forze israeliane hanno fatto irruzione ad Haris (Salfit), la città natale dell’autore del reato, ed hanno effettuato rilevamenti della sua casa, presumibilmente in preparazione di una demolizione punitiva.

In un altro episodio avvenuto l’8 novembre, un colono israeliano di 55 anni è morto per le ferite riportate il 25 ottobre 2022, quando un palestinese lo accoltellò vicino al villaggio di Al Funduq (Qalqilya). Dall’inizio dell’anno, in Cisgiordania, sono stati uccisi dieci israeliani, tra cui quattro membri delle forze israeliane, rispetto ai tre israeliani uccisi nel 2021.

4). A Ramallah e nel Campo profughi di Jenin, nel corso di due operazioni di ricerca-arresto, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo due minori palestinesi e ferendone altri cinque [seguono dettagli]. Il 14 novembre, a Beituniya (Ramallah), prima dell’alba, una ragazza palestinese di 15 anni è stata uccisa e un uomo è stato ferito e arrestato durante un’operazione di ricerca-arresto. Il Coordinatore speciale delle Nazioni Unite, Tor Wennesland, ha invitato Israele a condurre un’indagine immediata e approfondita sull’episodio. Secondo fonti dei media israeliani che citano l’esercito israeliano, i soldati hanno aperto il fuoco contro un veicolo sospetto che stava accelerando verso di loro. Secondo fonti della Comunità locale, l’esercito israeliano ha sparato contro l’auto con proiettili veri, da lontano.

Il 21 novembre, nelle vicinanze del Campo profughi di Jenin, durante un’operazione delle forze israeliane, un minore palestinese di 17 anni è stato ucciso mentre si recava a scuola e altri tre sono rimasti feriti. Durante l’operazione, secondo quanto riferito, le forze israeliane hanno lanciato un missile da spalla e hanno avuto uno scambio a fuoco con palestinesi prima di arrestare un altro palestinese. In Cisgiordania, dall’inizio dell’anno, nel corso di operazioni di ricerca-arresto, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo 63 palestinesi, compresi quindici minori; venti delle uccisioni si sono verificate nel Campo profughi di Jenin.

5). In Cisgiordania, in totale, sono stati feriti dalle forze israeliane 138 palestinesi, tra cui almeno 18 minori; 23 (17%) sono stati colpiti da proiettili veri [seguono dettagli]. La maggior parte dei ferimenti (67%) è avvenuta nel governatorato di Nablus; 60 durante scontri scoppiati vicino alla tomba di Giuseppe (vedi sopra), 31 vicino a Beit Dajan e Beita, in manifestazioni contro le restrizioni di accesso e l’espansione degli insediamenti nell’area; un minore è stato ferito nella Città Vecchia di Nablus, durante un’operazione di ricerca-arresto. Altri tre sono rimasti feriti a Kafr Qaddum (Qalqilya), durante le proteste settimanali contro l’espansione degli insediamenti. Altri ventitré palestinesi sono rimasti feriti in scontri con forze israeliane; tredici durante operazioni di ricerca-arresto ed altri arresti; due ai checkpoints volanti; altri quattro quando le forze israeliane hanno aggredito fisicamente e sparato lacrimogeni contro palestinesi che cercavano di raggiungere i loro terreni prossimi ad un insediamento israeliano a Dura (Hebron) e dietro la Barriera a Qaffin (Tulkarm). In un altro caso le forze israeliane hanno sparato proiettili veri contro un palestinese che, per raggiungere il posto di lavoro in Israele, cercava di attraversare un varco nella Barriera a Tulkarm.

Complessivamente, 94 palestinesi sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeno, 23 sono stati colpiti da proiettili veri, nove sono stati feriti da proiettili di gomma, nove sono stati aggrediti fisicamente, uno è stato spruzzato con spray al peperoncino, uno è stato colpito da una granata assordante e uno è stato colpito da un bomboletta di gas lacrimogeno.

In un episodio separato, avvenuto il 10 novembre, un ragazzo di 11 anni è rimasto ferito dall’esplosione di un ordigno inesploso (UXO): stava maneggiando una munizione trovata vicino alla sua casa nel villaggio di Tell (Nablus). Secondo quanto riferito, l’ordigno era stato sparato dalle forze israeliane, il giorno prima, durante un’operazione militare. (Non conteggiato nel totale)

6). In Cisgiordania, complessivamente, le forze israeliane hanno condotto 110 operazioni di ricerca-arresto, arrestando 159 palestinesi, tra cui almeno sette minori. In Cisgiordania, tra gennaio e il 21 novembre 2022, in media, ogni mese, sono stati detenuti più di 500 palestinesi.

7). Le forze israeliane hanno bloccato gli ingressi principali di quattro città, impedendo l’accesso di migliaia di palestinesi a mezzi di sussistenza e ai servizi [seguono dettagli]. Nell’Area B della città di Huwwara (Nablus), in due occasioni, l’esercito israeliano ha bloccato con cumuli di terra due incroci, ostacolando il movimento di almeno 7.000 palestinesi; secondo quanto riferito in risposta al lancio di pietre contro veicoli di coloni israeliani.

Il 15 novembre, chiudendo i cancelli stradali all’ingresso dei villaggi dei Kifl Haris e Bruqin (Salfit), rispettivamente per un giorno e per tre ore, le forze israeliane hanno limitato il movimento di oltre 9.000 palestinesi; ciò è avvenuto all’indomani dell’attacco all’insediamento di Ariel e in seguito alle proteste dei coloni israeliani contro il deterioramento delle condizioni di sicurezza nell’area.

Il 20 novembre, dopo un giorno di apertura, l’esercito israeliano ha richiuso il cancello stradale all’ingresso principale della città di Azzun (Qalqiliya), ostacolando il movimento di almeno 11.000 palestinesi che sono costretti a fare una deviazione di 7 km per raggiungere i centri-servizi di Qalqilya e Nablus. Negli ultimi due mesi, il cancello è stato in gran parte chiuso, presumibilmente a causa del lancio di pietre da parte di palestinesi contro veicoli di coloni israeliani che transitano sulla strada 55.

8). In Cisgiordania, adducendo la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, le autorità israeliane hanno demolito 33 strutture di proprietà palestinese e ne hanno confiscato altre tre. Di conseguenza, 40 persone, tra cui 20 minori, sono state sfollate e sono stati colpiti i mezzi di sussistenza di altre 120. Trentacinque delle strutture prese di mira erano situate in Area C, comprese otto strutture demolite in base all’Ordine militare israeliano (1797) che accorda un preavviso di sole 96 ore e motivi molto limitati per impugnare legalmente una demolizione. L’altra struttura residenziale è stata demolita dal Comune di Gerusalemme a Sur Bahir, sfollando una famiglia composta da quattro persone, tra cui due minori.

9). Coloni israeliani, in sette distinti episodi, hanno ferito otto palestinesi, tra cui due minori e persone conosciute come coloni israeliani, o ritenute tali, hanno causato danni a proprietà palestinesi in 24 casi [seguono dettagli]. Il 15, 16 e 17 novembre, in cinque distinti episodi, sette palestinesi, tra cui un minore, sono rimasti feriti e dodici veicoli sono stati danneggiati (tra cui un camion di verdure incendiato) ad opera di coloni israeliani che hanno lanciato pietre contro veicoli palestinesi che transitavano sulle strade principali vicino a Beit Lid (Tulkarm), l’insediamento di Kedumim a Qalqilya, vicino agli insediamenti di Shavei Shomron e Yitzhar a Nablus e all’ingresso della città di Hebron.

In altre 16 occasioni, durante il periodo di riferimento, persone conosciute come coloni israeliani, o ritenute tali, hanno lanciato pietre contro veicoli palestinesi in transito per la Cisgiordania, causando danni a 16 veicoli.

Il 18 novembre, un gruppo di coloni israeliani, secondo quanto riferito, proveniente dagli avamposti agricoli di coloni vicino all’insediamento di Rimonim e accompagnato da forze israeliane, ha aggredito fisicamente e ferito un ragazzo di 14 anni; il gruppo intendeva attaccare i palestinesi che pascolavano il loro bestiame presso la Comunità beduina del Centro Al Mu’arrajat, a est di Ramallah. Secondo fonti della Comunità, un team medico palestinese ha prestato i primi soccorsi al ragazzo, ma le forze israeliane hanno bloccato sia il ragazzo che il team medico fino all’arrivo di un’ambulanza israeliana che ha trasportato il ferito in un ospedale israeliano.

In tre occasioni, il 18 e il 19 novembre, circa 35.000 coloni israeliani e altri gruppi hanno tenuto una festa religiosa nell’area H2 della città di Hebron e sono stati autorizzati a transitare dai checkpoints per raggiungere l’area H1 sotto il controllo dell’Autorità palestinese; qui hanno attaccato e causato danni alle proprietà palestinesi.

In altri tre episodi, coloni israeliani hanno rubato 170 alberelli di ulivo appartenenti a un agricoltore palestinese di Al Mughayyir (Ramallah); a Mantiqat Shi’b al Butum (Hebron), dopo essere entrati con il loro bestiame su proprietà palestinesi, hanno vandalizzato circa 100 ulivi; in un’area vicino all’insediamento di Shilo, il cui accesso richiede il preventivo coordinamento con l’esercito israeliano, hanno abbattuto nove alberi, di cui quattro vecchi di 15 anni, appartenenti a una famiglia palestinese di Qaryut (Nablus).

Infine, in sette episodi separati registrati vicino a Kafr ad Dik (Salfit), Kafr Thulth (Qalqiliya), Susiya, Tarqumiya, l’area H2 della città di Hebron (tutti a Hebron) e Al Mughayir (Ramallah), secondo testimoni oculari e fonti della Comunità locale, ad opera di coloni sono stati danneggiate due strutture agricole finanziate da donatori, due serbatoi d’acqua, bestiame e recinzioni in pietra.

10). Secondo fonti israeliane, in sei distinti episodi, sono rimasti feriti due coloni israeliani e sono stati segnalati danni ad almeno sei veicoli israeliani, ad opera di persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali, che hanno lanciato pietre contro veicoli israeliani in transito sulle strade della Cisgiordania.

11). Nella Striscia di Gaza, il 17 novembre, nel Campo profughi di Jabalia nel nord di Gaza, 21 palestinesi della stessa famiglia allargata, tra cui 11 minori, sono rimasti uccisi in un incendio scoppiato in un edificio residenziale. Secondo un’indagine delle autorità de facto, abitudini non sicure hanno contribuito ad aggravare l’accaduto. Ha contribuito all’elevato numero di morti anche la limitata capacità operativa della Protezione civile palestinese, dovuta a disaccordi con l’Autorità Palestinese e al divieto imposto da Israele sui materiali essenziali.

12). Vicino alla recinzione perimetrale israeliana e al largo della costa di Gaza, in almeno 23 occasioni, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento, a quanto riferito per far rispettare [ai palestinesile restrizioni di accesso [loro imposte]: non sono state segnalate vittime. In almeno due occasioni, i bulldozer militari israeliani hanno spianato il terreno all’interno di Gaza, a 50 metri dalla recinzione perimetrale, a est di Deir al-Balah.

Ultimi sviluppi (successivi al periodo di riferimento)

1). Il 24 novembre, il corpo di un israeliano di 17 anni, presumibilmente morto il 23 novembre in un incidente stradale a Jenin, è stato consegnato all’esercito israeliano; il corpo era stato portato via dall’ospedale da un gruppo palestinese e trattenuto nel Campo profughi di Jenin, per più di 30 ore.

2). Il 23 novembre, in due episodi separati, durante scontri tra palestinesi e forze israeliane (innescati da una visita di coloni israeliani alla tomba di Giuseppe nella città di Nablus), le forze israeliane hanno sparato, uccidendo due palestinesi, tra cui un minore, e ferendone altri 210.

3). Il 23 novembre, un palestinese è morto per le ferite riportate il 24 luglio 2022, quando fu colpito dalle forze israeliane durante un’operazione di ricerca-arresto condotta nella Città Vecchia di Nablus.

4). Il 23 novembre, a Gerusalemme, sono state registrate due esplosioni vicino a fermate di autobus: un minore israeliano è rimasto ucciso e altri 14 sono rimasti feriti. Successivamente, le forze israeliane hanno cercato i potenziali responsabili nelle Comunità palestinesi.

5). Il 23 novembre, a Massafer Yatta nel sud di Hebron, dopo l’annullamento da parte dell’Alta Corte di giustizia israeliana di una ingiunzione temporanea che ne vietava la demolizione, le autorità israeliane hanno demolito la scuola Isfey Al Faqua, finanziata da donatori. La scuola accoglieva 21 studenti provenienti da tre diverse Comunità. Isfey Al Fauqa è una delle 13 Comunità di pastori di Masafer Yatta, situate in un’area designata dall’esercito israeliano come “Zona a fuoco 918”, che ospita circa 1.150 palestinesi, la metà dei quali minori.

nota 1:

I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians

L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano l’edizione inglese dei Rapporti.

nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]

sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti

a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.

nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.

Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it




Un morto e diversi feriti in due esplosioni a Gerusalemme

Redazione di Al Jazeera

AlJazeera – 23 novembre 2022

Le due distinte esplosioni fanno seguito all’uccisione di un sedicenne palestinese da parte delle forze israeliane nella Cisgiordania occupata, affermano i funzionari.

Almeno una persona è stata uccisa e altre 12 ferite in due diverse esplosioni che hanno scosso la città di Gerusalemme, come riportano i funzionari israeliani.

La polizia israeliana ha affermato che si sospetta gli incidenti di mercoledì mattina essere attacchi palestinesi.

Secondo alcuni funzionari palestinesi le esplosioni sono avvenute poche ore dopo l’uccisione di un adolescente palestinese di 16 anni da parte delle forze israeliane nella città occupata di Nablus, in Cisgiordania.

La prima esplosione è avvenuta verso le 7 (le 6 ora italiana) vicino a una stazione degli autobus israeliana lungo un’autostrada all’entrata occidentale di Gerusalemme, di solito piena di pendolari.

Sette persone sono rimaste ferite nella prima esplosione, di cui, secondo i medici, almeno due in gravi condizioni.

La seconda esplosione, che i funzionari hanno definito “controllata”, è avvenuta meno di mezz’ora dopo allo svincolo di Ramot, a nord di Gerusalemme. I funzionari hanno detto che cinque persone sono rimaste leggermente ferite dalle schegge.

Secondo quanto riferito da Ramot da Alan Fisher di Al Jazeera, la polizia ritiene che il primo incidente sia stato causato da “esplosivi nascosti all’interno di una bicicletta lasciata alla fermata dell’autobus”.

Si ritiene che entrambe le esplosioni siano state attivate a distanza.

Il primo ministro uscente Yair Lapid ha annunciato la convocazione di una riunione straordinaria con i funzionari della sicurezza israeliani.

Le autorità israeliane hanno chiuso le strade principali e istituito posti di blocco nella parte orientale e occidentale di Gerusalemme e intanto conducono un’indagine sulle esplosioni e ricercano i sospetti.

Per una decisione del Ministro della Difesa, l’esercito israeliano ha anche annunciato la chiusura di due fondamentali posti di blocco nell’area di Jenin: Jalameh e Salem.

Il commissario di polizia israeliano ha affermato che il tipo di attacco che ha avuto luogo a Gerusalemme “non si vedeva da anni” e che le autorità stanno cercando gli assalitori. Ha aggiunto che la polizia sta cercando altri possibili esplosivi in città.

Il filmato della prima esplosione da una telecamera di sorveglianza è stato condiviso sui social.

Yosef Haim Gabay, un medico che era sul posto quando è avvenuta l’esplosione, ha detto ad Army Radio che c’erano “danni ovunque sul posto” e che alcuni dei feriti stavano sanguinando copiosamente.

Se la causa è ancora sotto indagine, l’incidente è avvenuto mentre dall’anno scorso continuano a crescere le tensioni nella zona. Le incursioni dell’esercito israeliano e le uccisioni di palestinesi nelle città e nei villaggi della Cisgiordania occupata sono recentemente aumentate parallelamente all’aumento degli attacchi armati palestinesi, nonché all’aumento degli attacchi dei coloni contro i palestinesi.

Almeno 200 palestinesi, tra cui più di 50 bambini, sono stati uccisi da Israele nei territori illegalmente occupati di Gerusalemme Est, Cisgiordania e nella Striscia di Gaza assediata nell’anno più letale per i palestinesi dal 2006.

Più di 25 persone sono state uccise anche fra gli israeliani.

Poco dopo la mezzanotte di mercoledì i funzionari sanitari palestinesi hanno confermato l’uccisione a Nablus di un ragazzo di 16 anni, Ahmad Amjad Shehadeh, con una pallottola al cuore.

Le forze israeliane avevano fatto irruzione a Nablus nella Cisgiordania occupata settentrionale per garantire l’ingresso dei coloni israeliani al sito sensibile del Santuario di Giuseppe, circa un chilometro dal centro di Nablus.

Almeno altri cinque palestinesi sono rimasti feriti dopo essere stati colpiti con proiettili veri e granate assordanti, di cui uno in gravi condizioni per un proiettile allo stomaco, ha detto il Ministero della Salute palestinese.

La Mezzaluna Rossa [la Croce Rossa, ndt.] palestinese ha affermato di aver curato altri 22 feriti da proiettili rivestiti di gomma e molti altri per l’inalazione di gas lacrimogeni. Ha aggiunto che “l’ambulanza della Mezzaluna Rossa è stata presa di mira con proiettili veri dalle forze di occupazione”.

Le esplosioni sono avvenute mentre il primo ministro eletto Benjamin Netanyahu continua i negoziati per formare una nuova coalizione di governo con i partiti di estrema destra e gli ultranazionalisti, che hanno ottenuto la maggioranza in parlamento alle elezioni generali di questo mese.

Itamar Ben-Gvir, il politico di estrema destra che ha chiesto la pena di morte per i palestinesi che compiono attacchi e che è destinato a diventare Ministro della Sicurezza Interna responsabile della polizia nel nuovo governo del Paese, ha affermato che le esplosioni di Gerusalemme significano che dovrà applicare misure più forti.

“Dobbiamo riprendere gli omicidi mirati e fargliela pagare”, ha detto Ben-Gvir, riferendosi all’aumento degli omicidi mirati di combattenti palestinesi da parte dell’esercito israeliano nella Cisgiordania occupata.

Hamas, il gruppo palestinese che governa la Striscia di Gaza assediata da Israele, ha elogiato l’attacco definendolo un’operazione eroica, ma si è fermato prima di rivendicarne la responsabilità.

“L’occupazione sta pagando il prezzo dei suoi crimini e dell’aggressione contro il nostro popolo”.

(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)




Rapporto OCHA del periodo 25 ottobre – 7 novembre 2022

1- In Cisgiordania, durante il periodo in esame, 15 palestinesi e un colono israeliano sono stati uccisi e 201 palestinesi e 12 israeliani sono rimasti feriti, inclusi sette membri delle forze israeliane.

I palestinesi feriti includono 184 feriti dalle forze israeliane e 17 da coloni israeliani. In Cisgiordania, considerando la media mensile di uccisi, il 2022 è l’anno più mortifero per i palestinesi, da quando (nel 2005) le Nazioni Unite iniziarono a contare sistematicamente le vittime.

2- Nella Città Vecchia di Nablus e nel Campo profughi di Jenin, nel corso di due operazioni militari israeliane sotto copertura, sono stati uccisi dalle forze israeliane sei palestinesi; 28 sono rimasti feriti (seguono dettagli).

Il 25 ottobre, nella Città Vecchia di Nablus, le forze israeliane hanno accerchiato palestinesi affiliati al gruppo Lions’ Den, [La Fossa dei Leoni ndr] con i quali hanno avuto uno scambio a fuoco, durante il quale l’esercito israeliano ha utilizzato anche proiettili esplosivi da spalla. Di conseguenza, quattro palestinesi, tra cui due passanti, sono stati uccisi e altri 27 sono rimasti feriti da proiettili veri sparati dalle forze israeliane. Inoltre, secondo i rapporti disponibili, un palestinese è stato ucciso e altri due sono rimasti feriti dalle schegge di un ordigno esplosivo improvvisato (IED) esploso sul luogo degli scontri, all’interno di un’auto. Il 3 novembre, nel Campo profughi di Jenin, le forze israeliane sotto copertura, hanno ucciso un palestinese: dopo averlo inseguito, gli hanno sparato alla schiena. Successivamente, tra palestinesi e forze israeliane, si sono verificati lanci di pietre e uno scontro a fuoco, durante il quale un ragazzo di 14 anni è stato ucciso e un altro palestinese è rimasto ferito; entrambi colpiti con proiettili veri.

3- A Hebron, Qalqilya e Gerusalemme, nel corso di due aggressioni, portate con arma da fuoco e coltello, e un episodio di lancio di pietre contro coloni israeliani, un colono israeliano e un palestinese sono stati uccisi, e cinque coloni israeliani e un palestinese sono rimasti feriti, (seguono dettagli).

Il 25 ottobre, nel villaggio di Al Funduq (Qalqilya), un palestinese ha accoltellato un colono israeliano che, per le ferite riportate, è morto l’8 novembre (questa vittima verrà conteggiata nel prossimo periodo di riferimento). Dopo l’accoltellamento, le forze israeliane hanno condotto nell’area operazioni di ricerca-arresto ed hanno arrestato un palestinese, presunto aggressore. Il 29 ottobre, nell’area di Wadi al Ghrouz della città di Hebron, vicino all’insediamento di Kiryat Arba, un palestinese ha sparato contro veicoli di coloni israeliani, uccidendo un colono israeliano e ferendone altri tre. Ne è seguito uno scontro a fuoco, durante il quale l’uomo è stato investito da un veicolo di una guardia dell’insediamento israeliano e poi è stato ucciso, con arma da fuoco, da un soldato israeliano. Durante lo stesso episodio, è stato ferito, con proiettili veri sparati dalle forze israeliane, anche un paramedico palestinese; faceva parte di una equipe medica inviata nella zona dopo l’accaduto. Successivamente, le forze israeliane hanno chiuso gli ingressi alla città di Hebron (vedi sotto). Il 31 ottobre, un colono israeliano è stato ferito dal lancio di pietre, da parte palestinese, contro un autobus israeliano che viaggiava sulla strada 437 vicino al villaggio di Hizma (Gerusalemme). Complessivamente, sulle strade della Cisgiordania, almeno tre veicoli di coloni israeliani sono stati danneggiati dal lancio di pietre da parte di persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali, mentre nell’area di Silwan a Gerusalemme est, sei veicoli sono stati dati alle fiamme. Il 3 novembre, nell’insediamento colonico di Kiryat Arba, una colona israeliana di 13 anni ha riportato un trauma cranico a causa di un proiettile vagante; l’esercito israeliano ha dichiarato che le circostanze dell’episodio sono sotto inchiesta (non conteggiata nel totale).

4- A Gerico, Ramallah e Gerusalemme, nel contesto di tre attacchi palestinesi, o presunti attacchi, contro le forze israeliane sono stati uccisi tre autori/presunti autori palestinesi e sono stati feriti sette membri delle forze israeliane (seguono dettagli). Il 30 ottobre, in due diversi incroci prossimi a Gerico, un palestinese ha investito, e ferito, con il suo veicolo cinque soldati israeliani; è stato quindi colpito e ucciso dalle forze israeliane. Il 2 novembre, al checkpoint di Beit ‘Ur al Fauqa nel Governatorato di Ramallah, secondo quanto riferito, un palestinese ha investito e ferito con il suo veicolo un soldato israeliano. Poi è uscito dal veicolo e, secondo quanto riferito, ha brandito un’ascia prima di essere colpito e ucciso da un soldato israeliano. Il 3 novembre, alla porta di Bab al Majles nella Città Vecchia di Gerusalemme, un palestinese ha ferito un poliziotto israeliano con un coltello, prima di essere colpito e ucciso da agenti di polizia israeliani; secondo fonti dei media israeliani, nello stesso contesto, altri due poliziotti israeliani sono stati feriti da “fuoco amico”. I corpi dei tre palestinesi autori degli attacchi di cui sopra sono stati trattenuti dalle autorità israeliane. Dall’inizio del 2022, in Cisgiordania e Israele, durante attacchi palestinesi o tentati/presunti attacchi, sono stati uccisi dalle forze israeliane, con armi da fuoco, diciassette (17) palestinesi.

5- In Cisgiordania, in altre quattro circostanze, sono stati uccisi dalle forze israeliane cinque palestinesi (seguono dettagli). Il 25 ottobre, all’ingresso del villaggio di An Nabi Salih (Ramallah), un palestinese è stato colpito e ucciso dalle forze israeliane: i soldati israeliani hanno sparato proiettili veri e lacrimogeni contro palestinesi che, manifestando contro l’operazione militare israeliana nella Città Vecchia di Nablus, lanciavano pietre contro soldati israeliani di guardia alla torretta militare posizionata all’ingresso del villaggio. Il 28 ottobre, nella città di Huwwara (Nablus), le forze israeliane hanno sparato, uccidendo due palestinesi (successivamente identificati come membri della Protezione civile palestinese) e ferendone un terzo. Secondo fonti dei media israeliani, le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro veicoli sospettati di aver sparato a una postazione militare vicino al checkpoint di Huwwara; non sono state segnalate vittime tra i soldati israeliani e le circostanze precise dell’episodio rimangono poco chiare. Il 3 novembre, l’esercito israeliano ha fatto irruzione nel villaggio di Beit Duqqu (Gerusalemme), la città natale dell’uomo palestinese che aveva effettuato un attacco con auto al checkpoint di Beit ‘Ur al Fauqa (vedi dettagli sopra); l’irruzione ha innescato scontri tra palestinesi che lanciavano pietre e forze israeliane che, secondo quanto riferito, hanno sparato proiettili veri e lacrimogeni: un palestinese è stato colpito e ucciso da proiettili veri sparati dall’esercito israeliano. Secondo fonti mediche, per almeno mezz’ora, le forze israeliane hanno impedito al personale medico di raggiungere il ferito e hanno permesso all’ambulanza di trasportarlo solo dopo averne confermato la morte. Il 5 novembre, l’esercito israeliano ha sparato, uccidendo un palestinese e ferendone un altro a seguito di un presunto lancio di pietre contro veicoli di coloni israeliani che viaggiavano sulla strada 60, vicino al villaggio di Sinjil (Ramallah). Non sono state segnalate vittime tra i coloni israeliani e, secondo fonti palestinesi, le circostanze complete dell’episodio rimangono poco chiare. Questo porta a 125 (di cui 28 minori) il numero totale di palestinesi uccisi dalle forze israeliane in Cisgiordania nel 2022.

6- In Cisgiordania, in totale, sono stati feriti dalle forze israeliane 184 palestinesi (16 minori), di cui 60 (33%) colpiti da proiettili veri. Oltre ai 28 palestinesi feriti durante due operazioni militari nella Città Vecchia di Nablus e nel campo profughi di Jenin (vedi sopra), 95 palestinesi sono rimasti feriti durante manifestazioni tenutesi in tutta la Cisgiordania, principalmente per protestare contro queste operazioni militari. Altri 13 palestinesi e un attivista israeliano sono rimasti feriti nei pressi di Beit Dajan (Nablus) e Kafr Qaddum (Qalqilya) durante manifestazioni contro le restrizioni di accesso e l’espansione degli insediamenti. Inoltre, nei governatorati di Nablus e Ramallah, le forze israeliane hanno ferito 19 palestinesi in concomitanza di attacchi di coloni israeliani. A Hebron un palestinese è stato ferito durante un attacco palestinese contro coloni (vedi sopra). Altri quindici palestinesi sono rimasti feriti in scontri: sei durante operazioni di ricerca-arresto e altri arresti, due durante un episodio di demolizione e uno quando le forze israeliane hanno sparato proiettili veri contro un palestinese che cercava di attraversare varchi nella Barriera a Hebron, nel tentativo di raggiungere il luogo di lavoro in Israele. Infine, due palestinesi sono rimasti feriti presso checkpoints in Cisgiordania, uno in un attacco/presunto attacco contro le forze israeliane e uno in risposta a presunti lanci di pietre contro forze israeliane

7- In Cisgiordania, complessivamente, le forze israeliane hanno condotto 144 operazioni di ricerca-arresto ed hanno arrestato 268 palestinesi, tra cui 31 minori. Il governatorato di Gerusalemme ha registrato il maggior numero di operazioni (56 – 39%) e il maggior numero di arresti (54 – 20%). Tra gennaio e ottobre 2022, il numero medio mensile di palestinesi detenuti/arrestati dalle forze israeliane in Cisgiordania, pari a 572, è il più alto dal 2017.

8- In diverse località della Cisgiordania le forze israeliane hanno limitato gli spostamenti dei palestinesi. In seguito all’uccisione di un colono israeliano, avvenuta il 29 ottobre (vedi sopra), l’esercito israeliano ha chiuso per un giorno tutti i punti di accesso e uscita dalla città di Hebron; da allora sono state bloccate quattro strade con cumuli di terra e sono stati chiusi due cancelli stradali che di solito erano aperti. Nelle aree di Al Bowereh, Beit ‘Einun e Wadi al Ghrous nell’Area C della città di Hebron, ciò ha impedito il movimento di circa 3.000 persone, costringendo i residenti a utilizzare strade sterrate alternative e lunghe deviazioni per accedere a cliniche, scuole e mercati. Simili restrizioni di movimento si sono intensificate anche intorno alla città di Nablus in seguito al presunto attacco con armi da fuoco registrato al checkpoint di Huwwara il 28 ottobre.

9- A Gerusalemme Est e nell’Area C della Cisgiordania, adducendo la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, le autorità israeliane hanno demolito, confiscato o costretto persone a demolire 54 strutture; sette delle strutture erano state fornite come aiuti umanitari finanziati da donatori. Di conseguenza, 35 persone, tra cui 16 minori, sono state sfollate e quasi 200 persone sono state colpite in altro modo. La maggior parte delle strutture prese di mira (41) si trovava in Area C, comprese undici strutture sequestrate senza preavviso, impedendo così ai proprietari di presentare opposizioni in tempo utile. Inoltre, 13 strutture sono state demolite a Gerusalemme Est, tra cui sei case demolite dai proprietari per evitare il pagamento di multe alle autorità israeliane.

10- La stagione della raccolta delle olive è stata interrotta da almeno 23 episodi di violenza che hanno provocato il ferimento di 18 palestinesi: 10 da parte di coloni israeliani e 8 da parte delle forze israeliane; inoltre sono stati danneggiati più di 350 ulivi e sono state rubate grandi quantità di raccolto (seguono dettagli). Il 25 ottobre, nell’Area C del villaggio di Turmus’ayya (Ramallah), durante un’attività di raccolta delle olive un gruppo di coloni israeliani ha lanciato pietre contro palestinesi e ha dato fuoco a due veicoli. Successivamente le forze israeliane sono intervenute e hanno ferito otto palestinesi, usando proiettili di gomma, lacrimogeni e aggressioni fisiche. In due casi, registrati nel governatorato di Hebron il 29 ottobre e il 3 novembre, coloni israeliani hanno aggredito fisicamente e lanciato pietre contro raccoglitori di olive palestinesi, tra cui un uomo e una donna anziani, ferendo sette palestinesi alla periferia del villaggio di Ash Shuyukh e nell’area H2 della città di Hebron. Il 5 novembre, a nord del villaggio di Kafr ad Dik nel governatorato di Salfit, tre palestinesi, tra cui un ragazzo di 13 anni, intenti a raccogliere le loro olive, sono stati aggrediti fisicamente e presi a sassate da un gruppo di circa 40 coloni israeliani; nella stessa circostanza, coloni israeliani hanno rubato circa 40 kg di raccolto e un macchinario per la raccolta. Gli episodi che hanno provocato danni alla proprietà hanno comportato, tra gli altri, il furto di strumenti e prodotti per la raccolta, lo sradicamento di alberi, danni alle attrezzature agricole e l’irrorazione di ulivi con sostanze chimiche. Inoltre, in 25 episodi di violenza dei coloni non collegati alla raccolta delle olive, coloni israeliani hanno ferito sette palestinesi e persone conosciute come coloni israeliani, o ritenute tali, hanno danneggiato proprietà palestinesi. Questi includono un caso registrato a Burin (Nablus) dove le forze israeliane sono intervenute e hanno ferito altri nove palestinesi. I danni alla proprietà segnalati riguardano tra l’altro più di 50 veicoli, 1.400 metri di tubi di irrigazione, serbatoi d’acqua, pannelli solari e case residenziali.

11- Nella Striscia di Gaza, il 1° novembre, tre minori palestinesi sono rimasti feriti dall’esplosione di un residuato bellico (UXO) trovato a nord-ovest di Rafah.

12- Il 3 novembre, gruppi armati palestinesi hanno lanciato quattro razzi da Gaza verso il sud di Israele (la prima volta dalle ostilità dell’agosto 2022): tre razzi sono caduti e il quarto è stato intercettato dal sistema israeliano Iron Dome. Successivamente, le forze israeliane hanno effettuato diversi attacchi aerei, colpendo posizioni che, secondo quanto riferito, appartenevano a gruppi armati di Gaza; sono stati segnalati danni strutturali, ma non feriti.

13- Nella Striscia di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale israeliana o al largo della costa, in almeno 35 occasioni, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento; presumibilmente per far rispettare le restrizioni di accesso nelle aree all’interno di Gaza: ciò ha provocato il ferimento di un pescatore, l’arresto di nove palestinesi, il danneggiamento di quattro pescherecci e il sequestro di altri tre. In un altro episodio, tre palestinesi di Gaza sono stati arrestati dalle forze israeliane al valico di Erez.

nota 1:

I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians

L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano l’edizione inglese dei Rapporti.

nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]

sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti

a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.

nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.

Traduzione a cura di  Associazione per la Pace , gruppo di Rivoli

Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it




Palestinese colpito a morte in Cisgiordania dopo aver ucciso degli israeliani

Redazione di AL Jazeera 

15 novembre 2022 Al Jazeera e Agenzie di stampa

Mohammad Souf, di 18 anni, ha accoltellato diversi israeliani all’ingresso industriale della colonia di Ariel nella Cisgiordania occupata.

Un palestinese ha ucciso tre israeliani e ne ha feriti altri tre in un attacco in una colonia nella Cisgiordania occupata, prima di essere colpito e ucciso da agenti della sicurezza israeliani: questo è quanto hanno riferito paramedici israeliani e funzionari palestinesi.

Il servizio paramedico Zaka ha detto che i tre feriti nell’attacco nella colonia illegale di Ariel sono stati curati in ospedale e sono in gravi condizioni.

E’ stato l’ultimo attacco di un’ondata di violenza tra israeliani e palestinesi in questo anno, che ha visto incursioni israeliane quasi quotidiane nella Cisgiordania occupata, con arresti e uccisioni di palestinesi, così come attacchi di palestinesi contro israeliani.

L’esercito israeliano ha affermato che il palestinese, identificato dal Ministero della Salute palestinese come il 18enne Mohammad Souf, prima ha attaccato gli israeliani all’entrata della zona industriale della colonia, poi ha proseguito fino ad un vicino distributore di benzina e lì ha accoltellato altre persone. L’esercito ha detto che poi l’uomo ha rubato un’auto, si è intenzionalmente scontrato con un’automobile sulla vicina strada principale ed ha colpito ed ucciso un’altra persona prima di fuggire a piedi.

Ha riferito che l’aggressore è stato colpito da un soldato e che le truppe stavano perlustrando l’area per cercare altri sospetti.

Un video amatoriale diffuso dalla televisione israeliana sembra mostrare il sospetto aggressore percorrere di corsa una strada e crollare a terra dopo essere stato colpito. Più tardi il Ministero della Salute ha dichiarato che Souf proveniva dal vicino villaggio di Hares.

Le forze israeliane hanno fatto irruzione nella casa di famiglia di Souf e, secondo organi di stampa palestinesi, hanno aggredito fisicamente membri della famiglia.

Nessuna fazione palestinese ha rivendicato la responsabilità dell’attacco, ma esso è stato acclamato da portavoce di Hamas, Jihad islamica e Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.

In una dichiarazione il portavoce di Hamas Abdel Latif al-Qanou ha affermato che l’operazione ha dimostrato “la capacità del nostro popolo di proseguire la sua rivoluzione e difendere la Moschea di Al-Aqsa da quotidiane incursioni”.

Il FPLP, di sinistra, ha affermato che l’attacco è stato una risposta “alla politica di esecuzioni sul campo perseguita dall’occupazione israeliana e dai suoi servizi di sicurezza contro il nostro popolo, delle quali l’uccisione della ragazza palestinese Fulla Masalmeh ieri a Beitunia non sarà l’ultima.”

L’anno più sanguinoso

Il Primo Ministro israeliano uscente Yair Lapid ha inviato le condoglianze alle famiglie degli israeliani uccisi nell’attacco e ha detto che Israele “sta combattendo il terrorismo senza sosta e col massimo delle forze.”

Le nostre forze di sicurezza lavorano 24 ore al giorno per proteggere i cittadini israeliani e danneggiano senza sosta le infrastrutture del terrorismo”, ha detto.

Quest’anno l’ondata di violenza tra israeliani e palestinesi in Cisgiordania e Gerusalemme est ha fatto almeno 25 morti dalla parte israeliana e più di 130 da quella palestinese, rendendo il 2022 l’anno con più vittime dal 2006.

Israele afferma che le sue incursioni ed arresti che avvengono quasi ogni notte in Cisgiordania sono necessari per smantellare le reti armate in un momento in cui le forze di sicurezza palestinesi non sono capaci o non vogliono farlo.

L’Autorità Nazionale Palestinese afferma che le incursioni indeboliscono le sue forze di sicurezza ed hanno lo scopo di consolidare l’occupazione illegale di Israele che continua da 55 anni nei territori che i palestinesi vogliono per il loro auspicato Stato.

In queste incursioni sono state fermate centinaia di palestinesi, molti dei quali sottoposti alla cosiddetta detenzione amministrativa, che consente ad Israele di detenerli a tempo indefinito senza processo né imputazione.

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)




Un civile israeliano ucciso da un soldato israeliano dopo essere stato scambiato per un palestinese

Redazione di WAFA, PC, Social

14 novembre 2022 – The Palestine Chronicle

Media israeliani hanno riferito che lunedì un soldato israeliano ha aperto il fuoco e ha ucciso un cittadino israeliano dopo aver sospettato che fosse un palestinese.

A quanto riferito il soldato si è avvicinato ad un civile israeliano nella stazione degli autobus della città di Ranana, vicino a Tel Aviv, e ha aperto il fuoco verso di lui uccidendolo sul colpo.

La polizia israeliana ha confermato che il soldato ha aperto il fuoco dopo essersi sentito “in pericolo come un cittadino avvicinato in modo sospetto”, ferendo anche altre due persone.

Sul momento l’esercito israeliano non ha fatto commenti e la polizia non ha dato dettagli sull’identità della vittima.

I media israeliani hanno riferito quanto detto dall’addetto stampa della polizia, cioè che “il soldato ha aperto il fuoco credendo che la persona fosse un palestinese”.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)




Israele uccide 4 palestinesi in Cisgiordania e a Gerusalemme est occupate

Redazione di Al Jazeera

3 novembre 2022 – Al Jazeera

Un uomo, Daoud Rayan, è stato ucciso a Beit Dukku un giorno dopo che un altro abitante della città è stato ucciso vicino a un posto di blocco.

Le forze israeliane hanno ucciso quattro palestinesi in differenti incidenti in Cisgiordania e a Gerusalemme est occupate.

Giovedì la violenza è scoppiata mentre Israele conteggiava i voti definitivi nelle elezioni nazionali svoltesi questa settimana, e si prevede che l’ex Primo Ministro Benjamin Netanyahu sarà alla guida di un’ampia maggioranza sostenuta da alleati di estrema destra.

Il Ministero della Salute palestinese ha detto che un palestinese è stato ucciso dal fuoco israeliano in Cisgiordania. È stato identificato come il quarantaduenne Daoud Mahmoud Khalil Rayan di Beit Duqqu, in Cisgiordania.

La polizia israeliana ha dichiarato che le guardie di frontiera paramilitari hanno fatto irruzione in casa di un palestinese che sostenevano avesse lanciato la propria auto mercoledì contro un soldato israeliano. La polizia ha detto che lì gli agenti hanno affrontato una protesta durante la quale i dimostranti hanno lanciato pietre e ordigni incendiari contro i poliziotti. Allora questi hanno aperto il fuoco contro chi aveva scagliato l’ordigno.

In un altro incidente occorso giovedì, secondo la polizia un palestinese avrebbe accoltellato un agente di polizia nella Città Vecchia di Gerusalemme e gli agenti hanno aperto il fuoco, uccidendolo. L’agente è rimasto lievemente ferito.

Nel frattempo due palestinesi, compreso un combattente della Jihad islamica, sono stati uccisi nel corso di incursioni dell’esercito a Jenin.

Le violenze si sono verificate mentre in Israele sta avvenendo un cambiamento politico dopo le elezioni nazionali, con l’ex Primo Ministro Benjamin Netanyahu che probabilmente tornerà al potere con un governo di coalizione composto da alleati di estrema destra, incluso il parlamentare di estrema destra Itamar Ben-Gvir, che in risposta agli incidenti ha detto che Israele presto userà un approccio più duro nei confronti degli aggressori.

È arrivato il momento di riportare la sicurezza nelle strade”, ha twittato. “È arrivato il momento che un terrorista che sta per compiere un attacco venga eliminato!”

Gli incidenti sono stati gli ultimi di un’ondata di violenze in Cisgiordania e a Gerusalemme est che quest’anno ha ucciso più di 130 palestinesi, facendo del 2022 l’anno con il maggior numero di vittime dal 2015.

Le forze israeliane hanno compiuto incursioni quasi quotidiane in Cisgiordania e i combattenti palestinesi hanno risposto attaccando soldati israeliani.

Le incursioni sono state parte dell’operazione israeliana “Spezzare l’onda”, che è un tentativo di porre fine all’emergere di nuovi gruppi di resistenza palestinesi in Cisgiordania.

Nelle ultime settimane le incursioni sono state accompagnate da un aumento degli attacchi contro israeliani, che hanno fatto almeno tre morti.

Sempre giovedì Israele ha rimosso alcuni posti di blocco in entrata e uscita da Nablus. Israele ha imposto le restrizioni settimane fa, attuando un giro di vite sulla città in risposta ad un nuovo gruppo militante noto come “La fossa dei leoni”. Nelle settimane scorse l’esercito ha condotto ripetute operazioni in città, uccidendo o arrestando i comandanti al vertice del gruppo.

Israele ha conquistato la Cisgiordania nella guerra del 1967 e da allora ha mantenuto un’occupazione militare illegale sul territorio e vi ha insediato più di 500.000 persone. I palestinesi vogliono il territorio, insieme alla Cisgiordania e Gerusalemme est per il loro auspicato Stato indipendente.

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)