Rapporto OCHA del periodo 10 – 30 maggio 2022

1). L’11 maggio, nel Campo profughi di Jenin, un’importante giornalista palestinese, Shireen Abu Akleh, è stata uccisa con arma da fuoco mentre realizzava un servizio su un’operazione militare israeliana; un altro giornalista è stato colpito e ferito; entrambi indossavano giubbotti da addetti stampa.

Il Coordinatore Speciale ed il Coordinatore Umanitario, facendo eco ai portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite, hanno chiesto indagini indipendenti e trasparenti per l’accertamento delle responsabilità. Il 13 maggio, mentre migliaia di palestinesi si erano radunati per i funerali di Abu Akleh, la polizia israeliana è intervenuta presso l’ospedale Saint Joseph, dove si trovava la salma della giornalista ed ha attaccato con manganelli i palestinesi che partecipavano al corteo funebre, compresi i portatori della bara ed altre persone in lutto, ferendone 33 ed arrestandone 15. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite si è detto “profondamente turbato” dal comportamento di alcuni membri della polizia ed ha esortato “al rispetto dei diritti umani fondamentali, compresi i diritti alla libertà di opinione, di espressione e di riunione pacifica”.

2). In scontri a fuoco occorsi durante due operazioni militari, condotte nella città di Jenin e nel Campo profughi di Jenin, sono rimasti uccisi altri due palestinesi (uno era un ragazzo) e un soldato israeliano; nelle stesse operazioni 34 palestinesi sono rimasti feriti [seguono dettagli]. Il 15 maggio, un palestinese è morto per le ferite riportate due giorni prima, quando era stato colpito dalle forze israeliane durante un’operazione di ricerca-arresto che ha visto uno scontro a fuoco all’interno e vicino al Campo profughi di Jenin. Durante tale operazione, un soldato israeliano è rimasto ucciso e almeno 30 palestinesi sono rimasti feriti. Inoltre, una abitazione per cinque famiglie è stata demolita, provocando lo sfollamento di venti persone, tra cui dieci minori. Secondo quanto riferito, la demolizione ha fatto parte di una procedura militare, in base alla quale i soldati prendono come bersaglio una casa dove si nasconde un sospetto che rifiuta di arrendersi. Il 20 maggio, le forze israeliane hanno condotto un’operazione di ricerca-arresto nella città di Jenin ed hanno avuto uno scontro a fuoco con palestinesi armati; un palestinese di 17 anni, coinvolto, a quanto riferito, nel lancio di una bottiglia incendiaria, è stato ucciso dalle forze israeliane.

3). Il 14 maggio un palestinese di 23 anni è morto in conseguenza delle ferite riportate il 22 aprile ad Haram Al Sharif / Monte del Tempio, nella Città Vecchia di Gerusalemme. Secondo testimoni oculari, era stato colpito alla testa con un proiettile gommato; secondo i media israeliani, che citano documenti sanitari israeliani, sul suo corpo non è stata riscontrata nessuna ferita causata da tale tipo di proiettile. Il 16 maggio, le forze israeliane hanno limitato la partecipazione di palestinesi al suo corteo funebre ed hanno sparato proiettili gommati contro l’ambulanza che trasportava la salma. Durante il corteo, le forze israeliane hanno confiscato bandiere palestinesi ed hanno aggredito le persone in lutto. Secondo quanto riferito, palestinesi hanno lanciato petardi contro agenti di polizia israeliani che hanno risposto con granate stordenti. Circa 71 palestinesi e, a quanto riferito, due poliziotti israeliani sono rimasti feriti, mentre altri 18 palestinesi circa, compresi minori, sono stati arrestati all’interno del cimitero vicino alla Città Vecchia di Gerusalemme.

4). Il 24 maggio, nella città di Nablus, vicino alla Tomba di Giuseppe, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo un 16enne palestinese. Secondo i resoconti dei media israeliani, che citano le forze israeliane, il ragazzo stava lanciando una bottiglia incendiaria. Ciò è accaduto dopo che le forze israeliane, che scortano i coloni israeliani al sito, hanno lanciato bombe assordanti, e i palestinesi hanno lanciato pietre verso di loro; successivamente, le forze israeliane hanno sparato proiettili veri, proiettili gommati e lacrimogeni, ferendo 89 palestinesi. Dall’inizio dell’anno, le forze israeliane che scortano i coloni israeliani al sito, hanno ucciso due palestinesi, tra cui un minore, e ne hanno feriti 306. Nel corso degli anni, la Tomba di Giuseppe ha visto scontri ricorrenti tra palestinesi e forze israeliane di scorta ai coloni israeliani.

5). In Cisgiordania, in episodi separati che, secondo quanto riferito, hanno coinvolto palestinesi nel lancio di pietre, le forze israeliane hanno ucciso altri due ragazzi palestinesi [seguono dettagli]. Il 27 maggio, vicino al villaggio di Al Khader (Betlemme), le forze israeliane hanno sparato, uccidendo un ragazzo di 14 anni. Secondo i resoconti dei media israeliani che citano l’esercito israeliano, il ragazzo stava lanciando bottiglie incendiarie; tuttavia, secondo testimoni oculari, è stato colpito alla schiena e non era coinvolto in alcuno scontro. Durante lo svolgimento del corteo funebre del ragazzo, tre palestinesi, tra cui un minore, sono stati colpiti con armi da fuoco e feriti mentre scoppiavano scontri tra palestinesi e forze israeliane all’ingresso del villaggio. L’11 maggio, ad Al Bireh, mentre gli studenti stavano uscendo dalla vicina scuola, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo un ragazzo palestinese di 16 anni. In quel momento palestinesi lanciavano pietre contro le forze israeliane che, sparando proiettili veri, hanno colpito lo studente al petto; nella stessa circostanza un altro ragazzo è stato ferito. Testimoni affermano che entrambi i ragazzi non erano coinvolti nel lancio di pietre. In nessuno di tali episodi è stato riportato alcun ferito israeliano.

6). In Cisgiordania, complessivamente, sono stati feriti dalle forze israeliane 1.240 palestinesi, inclusi 38 minori [seguono dettagli]. Circa 268 feriti sono stati registrati vicino a Beita e Beit Dajan (entrambi a Nablus) e Kafr Qaddum (Qalqiliya) in manifestazioni contro gli insediamenti e durante la commemorazione del 74° anniversario di quella che i palestinesi chiamano “An Nakba” [“La catastrofe”, esodo palestinese] del 15 maggio 1948. Altri 309 feriti sono stati registrati il 29 maggio, in scontri scoppiati durante otto proteste tenutesi a Hebron, Nablus, Ramallah e nella Città Vecchia di Gerusalemme, contro l’ingresso di coloni israeliani e altri gruppi israeliani nell’Haram al Sharif / Monte del Tempio (vedi sotto). In altri quindici episodi registrati a Qaryut, Qusra, Burqa, Huwwara e Burin (tutti a Nablus), città di Nablus, città di Salfit e Haris (Salfit), 357 persone sono rimaste ferite a seguito dell’ingresso di coloni israeliani, accompagnati da forze israeliane, nelle Comunità palestinesi. Secondo fonti palestinesi, le forze israeliane hanno sparato in aria bombe assordanti ed i residenti hanno risposto lanciando pietre contro di loro. In cinque occasioni, le forze israeliane hanno sparato, ferendo 40 palestinesi durante scontri nelle vicinanze del Campus universitario di Al Quds nella città di Abu Dis (Gerusalemme) e dell’Università Tecnica nella città di Tulkarm. Altri 52 palestinesi sono rimasti feriti durante sei operazioni di ricerca-arresto condotte a Gerusalemme e Jenin. Altri sei sono rimasti feriti durante una demolizione in Silwan, a Gerusalemme Est, (vedi sotto e sopra). I restanti 208 feriti sono stati segnalati in situazioni diverse a Gerusalemme Est (vedi sopra). Di tutti i feriti palestinesi, 75 sono stati colpiti da proiettili veri e 261 da proiettili gommati; la maggior parte delle persone ferite è stata curata per aver inalato gas lacrimogeni.

7). Il 29 maggio, migliaia di coloni israeliani e altri israeliani hanno marciato attraverso Gerusalemme Est durante l’annuale “Giornata di Gerusalemme”, che commemora l’occupazione israeliana di Gerusalemme Est, nel 1967. Le autorità israeliane hanno schierato migliaia di poliziotti ed hanno installato barriere di metallo fuori dalla Porta di Damasco, bloccando l’accesso e l’uscita dei palestinesi dalla Città Vecchia di Gerusalemme e costringendo i proprietari a chiudere i loro negozi. Sono scoppiati scontri tra palestinesi e forze israeliane, durante i quali 87 palestinesi, tra cui nove minori e una donna, sono stati feriti con proiettili gommati e granate stordenti e 72 palestinesi sono stati arrestati. In precedenza, lo stesso giorno, circa 2.600 israeliani sono entrati nell’Haram al Sharif / Monte del Tempio, innescando violenti scontri tra palestinesi e polizia israeliana che ha protetto l’ingresso degli israeliani. All’interno della moschea di Al Qibli, le forze israeliane hanno sparato proiettili gommati, granate stordenti e lacrimogeni contro i fedeli palestinesi e, per diverse ore, hanno chiuso i cancelli con catene di ferro, impedendo loro di lasciare la struttura. Durante questi scontri almeno 20 palestinesi, tra cui tre donne, sono stati arrestati. In una dichiarazione, l’Ente islamico che gestisce il sito, il “Waqf”, ha accusato le autorità israeliane di “violare la santità” di Al Aqsa, consentendo ad “estremisti ebrei di assaltare la moschea, fare tournée provocatorie e svolgere preghiere e rituali pubblici”.

8). A Gerusalemme Est e nell’Area C della Cisgiordania, adducendo la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, le autorità israeliane hanno demolito, confiscato o costretto le persone a demolire 58 strutture di proprietà palestinese [seguono dettagli]; undici delle strutture erano state finanziate da donatori e fornite come aiuto umanitario. Di conseguenza, 110 persone, tra cui 59 minori, sono state sfollate e sono stati colpiti i mezzi di sussistenza di altre 607 circa. Circa 46 delle strutture si trovavano in Area C, di cui diciassette in un’area designata [da Israele] come “zona di tiro” per l’addestramento militare, dove le Comunità palestinesi sono a rischio di trasferimento forzato. Tredici strutture sono state demolite a Gerusalemme Est, comprese cinque case demolite dai proprietari per evitare di pagare multe.

9). Inoltre, senza alcun preavviso, le autorità israeliane hanno demolito e messo i sigilli a tre strutture di sostentamento e ad un pozzo d’acqua; rispettivamente nel Campo profughi di Shu’fat, a Gerusalemme Est, ed in Ras ‘Atiya, a Qalqiliya. Il pozzo era l’unica fonte di acqua potabile e di irrigazione per circa 400 ettari di terreni coltivati; la sua chiusura colpisce 1.200 famiglie palestinesi dei sette villaggi circostanti. Il 18 maggio, adducendo motivi di sicurezza, è stata demolita una struttura in Area A.

10). Secondo fonti della Comunità locale, il 18 maggio le forze israeliane hanno emesso ordini di sfratto contro famiglie palestinesi che gravitano su 4 ettari di terreni agricoli palestinesi vicino a Wadi Fukin (Betlemme), comprese tre abitazioni, minacciando il ricovero ed i mezzi di sussistenza di otto famiglie. Le autorità israeliane avevano designato l’area come “terra demaniale”, che raramente viene assegnata a palestinesi. Il 22 maggio, nel villaggio di Jinba, Masafer Yatta, in Hebron, adducendo motivi di sicurezza, le forze israeliane hanno emesso un ordine di requisizione contro 2,2 ettari di terra palestinese utile a completare parte della barriera della Cisgiordania. Jinba è una delle Comunità di pastori a rischio di sfollamento forzato, a seguito della sentenza dell’Alta Corte di Giustizia Israeliana che ha sancito l’utilizzo di 3.000 ettari da destinare alle esercitazioni militari. La designazione di quest’area come “Zona di tiro attiva” potrebbe comportare lo sfollamento di circa 1.200 palestinesi, inclusi 580 minori. Il 25 maggio, il Comune di Gerusalemme ha consegnato un ordine definitivo di demolizione ai proprietari di un edificio residenziale, composto da 12 unità abitative, dislocato in Wadi Qaddum, nel quartiere Silwan di Gerusalemme Est. Circa 74 persone, tra cui 42 minori, rischiano lo sfollamento.

11). Coloni israeliani hanno ferito venti palestinesi, inclusi quattro minori, e persone conosciute come coloni, o ritenute tali, hanno danneggiato proprietà palestinesi in 34 casi [seguono dettagli]. Il 22 maggio, nei pressi dell’insediamento di Esh Kosdeh (Nablus), un ragazzo di 15 anni è stato picchiato da coloni e sequestrato per due ore, prima di essere consegnato a un’ambulanza e portato in ospedale per cure mediche. Altri dieci palestinesi sono stati colpiti con pietre o aggrediti fisicamente, di cui tre nell’Area H2 della città di Hebron, controllata da Israele, tre nel quartiere di Sheikh Jarrah e nella Città Vecchia di Gerusalemme, e quattro (tra cui una donna) ad ‘Al Mas’udiya e Duma (entrambi a Nablus). Altri nove ferimenti si sono verificati in due episodi separati accaduti a Burqa, dove un colono israeliano ha fatto irruzione nel villaggio, lanciando pietre contro i residenti e causando danni a veicoli. In altri sedici casi accaduti intorno a Ramallah, Hebron e Salfit, coloni hanno causato danni alle strutture di sostentamento palestinesi, hanno rubato attrezzature agricole e serbatoi d’acqua, danneggiando un impianto idrico e relative condutture. Secondo quanto indicato dalle locali Comunità palestinesi, in dodici episodi registrati a Betlemme, Ramallah, Salfit, Hebron e Nablus, circa 650 ulivi di proprietà palestinese sono stati sradicati da coloni. Nei villaggi di Al Funduq (Qalqiliya), Kafr ad Dik (Salfit), Urif (Nablus) e Al Jiftlik (Gerico) e nel quartiere Silwan di Gerusalemme Est, coloni hanno attaccato queste Comunità, lanciando pietre contro case e veicoli, provocando danni ad almeno dodici veicoli e a due abitazioni.

12). Persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali, hanno lanciato pietre, ferendo cinque coloni israeliani e danneggiando dieci veicoli israeliani in transito su strade della Cisgiordania. Gli episodi sono avvenuti vicino a Nablus, Ramallah e Gerusalemme. In ventidue casi, veicoli e autobus israeliani sono stati danneggiati dal lancio di pietre o bottiglie incendiarie.

13). Nella Striscia di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale israeliana o al largo della costa, in almeno 59 occasioni, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento [verso palestinesi], presumibilmente per far rispettare le restrizioni di accesso [loro imposte da Israele]; due pescatori palestinesi sono stati arrestati. Inoltre, ad est di Rafah, le forze israeliane hanno arrestato due palestinesi mentre, a quanto riferito, stavano cercando di entrare in Israele attraverso la recinzione perimetrale. In quattro occasioni, bulldozer militari israeliani hanno condotto operazioni di spianatura del terreno all’interno di Gaza, in prossimità della recinzione perimetrale.

14). Il 15 maggio, le autorità israeliane hanno revocato un divieto di 11 giorni, relativo all’uscita, da Gaza verso Israele, di persone in possesso di permessi israeliani; ne risultavano colpiti principalmente lavoratori e commercianti. Il divieto era stato inizialmente imposto per due giorni, in occasione del “Memoriale di Israele” e dei “Giorni dell’Indipendenza”, ed era stato ampliato in seguito all’uccisione di tre israeliani da parte di palestinesi della Cisgiordania. Durante il periodo di divieto è stata consentita l’uscita [da Gaza] solo per casi sanitari urgenti. Secondo quanto riferito, il 15 maggio [giorno della revoca del divieto di uscita da Gaza] sono uscite 4.600 persone, per lo più lavoratori, il numero giornaliero più alto in 15 anni.

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Ultimi sviluppi (successivi al periodo di riferimento)

Il 2 giugno, ad Al Midya, Ramallah, forze israeliane hanno sparato, uccidendo un ragazzo palestinese.

Il 2 giugno, durante un’operazione di ricerca-arresto condotta nel Campo profughi di Ad Duheisha, Betlemme, forze israeliane hanno sparato, uccidendo un palestinese.

Il 1° giugno, a Ya’bad (Jenin), forze israeliane hanno ucciso un palestinese nel corso di una demolizione “punitiva” della casa di famiglia del palestinese che, il 29 marzo, in Israele, sparò, uccidendo cinque persone.

Il 1° giugno, forze israeliane hanno sparato, uccidendo una donna palestinese che, vicino al Campo profughi di Al Arrub (Hebron), avrebbe tentato di accoltellare un soldato israeliano.

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nota 1:

I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians

L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano l’edizione inglese dei Rapporti.

nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]

sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti

a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.

nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.

Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it




Le forze israeliane uccidono una giornalista palestinese vicino ad un campo profughi nella Cisgiordania

Redazione di Middle East Eye

Mercoledì 1 giugno 2022 – Middle East Eye

La famiglia di Ghufran Harun Warasneh di 31 anni afferma che lei si stava dirigendo verso la sede di una rete multimediale locale dove aveva cominciato un nuovo lavoro quando è stata colpita da un soldato israeliano.

Mercoledì nella città di Hebron, nella Cisgiordania occupata, le forze di sicurezza israeliane hanno colpito a morte una giornalista palestinese mentre si stava recando nella sede di un media locale dove aveva cominciato un nuovo lavoro.

Il ministero della sanità palestinese ha affermato che Ghufran Harun Warasneh, di 31 anni, è stata colpita al torace vicino al campo profughi di al-Arroub e dichiarata morta successivamente in ospedale.

Un testimone anonimo ha affermato all’agenzia palestinese di notizie Wafa che Warasneh stava camminando verso la strada principale quando due soldati che presidiavano un checkpoint militare le hanno chiesto di avvicinarsi prima che uno di loro la colpisse.

L’esercito israeliano ha affermato in una dichiarazione che “un aggressore armato di coltello si è diretto verso un soldato che stava facendo gli ordinari controlli di sicurezza sulla Route 60. I soldati hanno risposto sparando”.

La Mezzaluna rossa palestinese ha affermato che le forze di sicurezza israeliane presenti sulla scena hanno impedito ai suoi medici di raggiungere Warasneh per 20 minuti prima che riuscissero a trasferirla all’ospedale al-Ahli di Hebron.

Warasneh aveva iniziato a lavorare con l’agenzia locale di notizie Dream questa settimana e si suppone che mercoledì fosse al suo terzo giorno del nuovo lavoro.

Laureata alla scuola di giornalismo della università di Hebron, Warasneh aveva lavorato con alcune agenzie locali prima di passare alla Dream.

Sua madre ha riferito all’agenzia Wafa che Warasneh era stata precedentemente arrestata e detenuta per tre mesi per il suo servizio su una manifestazione pro-Palestina a gennaio e la sua attrezzatura fotografica era stata distrutta.

La madre di Warasneh (che è rimasta anonima) ha riferito all’agenzia Wafa che “Ghufran ha lasciato la casa presto per arrivare al lavoro in orario.

Ma poco dopo abbiamo sentito che gli occupanti [le forze israeliane, ndt.] avevano colpito a morte una donna all’ingresso del campo, ma abbiamo saputo molto tempo dopo che era mia figlia

La notizia è stata scioccante.”

Obiettivo: giornaliste donne

La giornalista palestinese Merfat Sadiq ha detto a Middle East Eye che la morte di Ghufran è stata “dolorosa” e parte della intensificazione degli attacchi contro i giornalisti palestinesi nell’ultimo anno.

Sadiq ha detto che “sembra che in particolare le giornaliste donne siano considerate un obiettivo più facile, Abbiamo osservato questo due giorni fa con ripetuti attacchi contro giornaliste donne che stavano seguendo la marcia delle bandiere a Gerusalemme e a Nablus.

La giornalista Ranin Sawaftah è stata colpita direttamente con una raffica di gas lacrimogeni.

L’accusa di un tentativo di aggressione non è credibile, il soldato avrebbe potuto arrestarla o spaventarla. Lei era vicina a loro, tuttavia è stata colpita nella parte superiore del corpo come le immagini hanno mostrato. È stato un assassinio premeditato,” ha aggiunto.

Il ministero degli esteri palestinese ha condannato l’assassinio come una “esecuzione sul campo”.

Stava andando verso il luogo di lavoro e lì non c’erano incidenti né pericoli per i colpevoli [della sua uccisione, ndt.]”, ha affermato in un comunicato.

Finora quest’anno le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso più di 50 palestinesi nella Cisgiordania occupata, inclusa la famosa giornalista Shireen Abu Akleh.

Venerdì le forze israeliane hanno colpito a morte un quindicenne palestinese vicino Betlemme, dopo uno scontro scoppiato tra gli abitanti di al-Khader e i soldati che hanno preso d’assalto la città per “mettere in sicurezza un incrocio vicino alla colonia illegale di Efrat”, secondo i media israeliani.

Ghonaim è il quindicesimo adolescente palestinese ucciso dal fuoco israeliano quest’anno.

Due giorni prima Gaith Yamin, di 16 anni, è stato ucciso dai soldati israeliani mentre proteggevano l’arrivo dei coloni israeliani alla tomba di Giuseppe, nei sobborghi di Nablus, città della Cisgiordania, un sito venerato da musulmani ed ebrei e un continuo luogo di conflitto tra palestinesi e israeliani.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)




Rapporto OCHA del periodo 19 aprile-9 maggio 2022

1). In Cisgiordania e Israele, durante quattro attacchi palestinesi, o attacchi tentati o presunti, sono rimasti uccisi quattro israeliani e un ragazzo palestinese (presunto aggressore); nelle stesse circostanze sono rimasti feriti anche cinque israeliani e un palestinese [seguono dettagli].

Il 29 aprile, nell’insediamento di Ariel, a nord di Salfit, due palestinesi di Qarawat Bani Hassan (Salfit) hanno sparato, uccidendo una guardia di sicurezza israeliana; sono stati successivamente arrestati quello stesso giorno. Il 5 maggio, nella città di Elad, in Israele, due palestinesi di Rummana (Jenin) hanno ucciso tre israeliani e ne hanno feriti altri quattro; sono stati arrestati tre giorni dopo. L’8 maggio, nell’insediamento israeliano di Tekoa (Betlemme), un ragazzo palestinese di 17 anni è stato ucciso con arma da fuoco da una guardia di sicurezza israeliana; secondo le autorità israeliane sarebbe stato visto scavalcare la recinzione perimetrale dell’insediamento, impugnando un coltello. Nella circostanza non è stato segnalato alcun ferito israeliano. Lo stesso giorno, alla Porta di Damasco (Gerusalemme Est), presso una torre di sorveglianza della polizia, un palestinese avrebbe accoltellato e ferito un agente di polizia israeliano e successivamente, secondo i media israeliani, sarebbe stato colpito e ferito con arma da fuoco.

2). A seguito dei due suddetti attacchi, le forze israeliane hanno fatto irruzione nei villaggi di Qarawat Bani Hassan (Salfit) e Rummana (Jenin), da dove provenivano gli autori, ed hanno bloccato tutti gli accessi alla città di Salfit e ai cinque villaggi vicini. Le irruzioni hanno innescato scontri con palestinesi; questi hanno lanciato pietre e bottiglie incendiarie contro le forze israeliane che, in risposta, hanno sparato proiettili veri; ciò ha provocato l’uccisione di un palestinese di 27 anni nel villaggio di Azzun (Qalqiliya). Altri tre palestinesi sono stati feriti con proiettili veri e altri dodici sono stati arrestati dalle forze israeliane. Per almeno un giorno, è stato seriamente compromesso l’accesso ai servizi e ai mezzi di sussistenza di tutti i quarantamila residenti dei villaggi colpiti. Durante le irruzioni, le forze israeliane hanno anche perquisito le case di famiglia degli autori dell’attacco di Elad ed hanno effettuato rilevamenti, secondo quanto riferito, nella prospettiva di una loro demolizione “punitiva”.

3). In Cisgiordania, in quattro distinti episodi, le forze israeliane hanno ucciso altri quattro palestinesi con proiettili veri [seguono dettagli]. Una delle vittime, un ventenne, è deceduto per le ferite riportate il 9 aprile, durante un’operazione di ricerca-arresto condotta ad Al Yamun (Jenin); era stato colpito con arma da fuoco dalle forze israeliane, nel contesto di lanci di pietre da parte palestinese. Un altro ventenne è stato ucciso il 27 aprile, nel Campo profughi di Jenin, durante un’operazione di ricerca-arresto; secondo fonti israeliane, la vittima sarebbe stata coinvolta in uno scontro a fuoco. Un’altra vittima, di 20 anni, è stata uccisa il 26 aprile, con arma da fuoco, nel Campo profughi di Aqabet Jaber (Gerico), sempre nel contesto di lanci di pietre, ad opera di palestinesi, contro un’unità israeliana sotto copertura; durante tale operazione altri tre palestinesi sono rimasti feriti e altri due sono stati arrestati. In un altro caso, verificatosi l’8 maggio, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo un palestinese di 27 anni che tentava di entrare in Israele attraverso una breccia nella Barriera, nell’area di Tulkarm.

4). In Cisgiordania, complessivamente, sono stati feriti dalle forze israeliane 668 palestinesi, inclusi 24 minori [seguono dettagli]. La maggior parte dei feriti (375) sono stati registrati vicino a Beita e Beit Dajan (entrambi a Nablus) e Kafr Qaddum (Qalqiliya), in manifestazioni contro gli insediamenti; altri 78 ferimenti sono avvenuti durante altre manifestazioni a Nablus, Qalqilya e Betlemme tenute in segno di protesta contro l’incremento di uccisioni di palestinesi. In cinque episodi, a Qaryut (Nablus), città di Nablus, città di Salfit e Haris (Salfit), 100 palestinesi sono stati feriti dopo che coloni israeliani, accompagnati da forze israeliane, sono entrati in Comunità palestinesi; secondo fonti palestinesi, le forze israeliane hanno sparato in aria bombe assordanti e i residenti hanno successivamente lanciato pietre contro di loro. Altri 12 palestinesi sono rimasti feriti durante cinque operazioni di ricerca-arresto condotte a Gerusalemme, Gerico, Jenin e Betlemme. Altri quattro sono rimasti feriti durante una demolizione “punitiva” a Silat al Harithiya (Jenin), (vedi più avanti). I restanti 99 feriti sono stati segnalati nella Città Vecchia di Gerusalemme (vedi sotto). Di tutti i feriti palestinesi, 17 sono stati causati da proiettili veri, 117 da proiettili di gomma e la maggior parte dei rimanenti è stata curata per inalazione di gas lacrimogeni.

5). In sei occasioni, la polizia israeliana ha effettuato operazioni dentro e intorno ad Haram Al Sharif / Monte del Tempio nella Città Vecchia di Gerusalemme, innescando violenti scontri con i palestinesi. Un totale di 99 palestinesi, inclusi 15 minori, sono rimasti feriti; altri 107 sono stati arrestati, mentre le finestre, le porte e i tappeti della moschea di Al Qibly hanno subito ingenti danni. Queste operazioni hanno fatto seguito, per tre settimane consecutive, a incursioni quasi quotidiane da parte delle forze israeliane, con lo scopo di allontanare i fedeli palestinesi e garantire l’ingresso degli israeliani nel Complesso. Le forze israeliane hanno sparato granate assordanti, proiettili con la punta di gomma e lacrimogeni ed hanno malmenato i palestinesi con manganelli, compresi minori, donne e giornalisti. Il 4 maggio, gli israeliani hanno ripreso i loro ingressi quotidiani nel Complesso di Al Aqsa, dopo che le autorità israeliane ne avevano vietato l’ingresso per 12 giorni. Funzionari palestinesi hanno avvertito che l’ammissione di coloni israeliani nel Complesso potrebbe aggravare ulteriormente una situazione già tesa e modificare lo “status quo” ad Haram Al Sharif / Monte del Tempio. Secondo i funzionari israeliani, non c’è alcuna intenzione di modificare lo “status quo”.

6). Il 3 maggio, l’Alta Corte di Giustizia israeliana ha respinto la petizione presentata da 12 Comunità di pastori palestinesi di Massafer Yatta (Hebron) contro la decisione dell’esercito israeliano di utilizzare 3.000 ettari della loro terra [palestinese] come “zona di tiro” operativa. Dal 4 maggio, l’esercito israeliano è autorizzato a condurre addestramenti militari in quest’area. Circa 1.200 palestinesi, inclusi 560 minori, potrebbero essere sfollati con la forza o subire conseguenze di altro tipo.

7). In Area C della Cisgiordania e a Gerusalemme Est, adducendo la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, le autorità israeliane hanno demolito, confiscato o costretto le persone ad autodemolire nove strutture di proprietà palestinese. Di conseguenza, una persona è stata sfollata e sono stati colpiti i mezzi di sussistenza di altre 31 circa. Ciò in conseguenza di una diminuzione delle demolizioni e delle confische durante il Ramadan, coerentemente con quanto verificatosi nella maggior parte degli anni precedenti.

8). Il 7 maggio, a Silat al Harithiya (Jenin), le forze israeliane hanno demolito “punitivamente” parti di una struttura abitativa. La proprietà ospitava due familiari di un palestinese accusato di essere coinvolto nell’uccisione di un colono israeliano avvenuta il 16 dicembre 2021.

9). Coloni israeliani hanno ferito diciassette palestinesi, inclusi due minori, e persone conosciute come coloni, o ritenute tali, hanno danneggiato proprietà palestinesi in 27 casi [seguono dettagli]. In sei distinti episodi accaduti a Surif, As Samu’s e Safa (tutti a Hebron), Sinjil (Ramallah), Beita (Nablus) e Kisan (Betlemme), coloni israeliani hanno aggredito e ferito tredici contadini palestinesi che stavano lavorando nelle proprie terre; due dei contadini feriti sono stati colpiti con armi da fuoco e tre aggrediti da cani. Altri dieci attacchi si sono verificati a Nablus, Ramallah, Hebron e Salfit, con irruzioni in strutture di sostentamento, furto di attrezzature agricole e serbatoi d’acqua e danni a un impianto idrico e condutture. In altri quattro casi, vicino a Ramallah, Hebron e Nablus, sono state lanciate pietre contro veicoli palestinesi, provocando il ferimento di quattro palestinesi, tra cui una bambina di quattro anni, e danni ad almeno sedici veicoli. In tredici episodi, accaduti Betlemme, Ramallah, Salfit, Hebron, Nablus e Qalqilya, coloni hanno sradicato circa 450 ulivi di proprietà palestinese.

10). Persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali, hanno lanciato pietre, ferendo tredici coloni israeliani e danneggiando dieci veicoli israeliani che viaggiavano sulle strade della Cisgiordania. Gli episodi sono avvenuti vicino a Nablus, Ramallah e Gerusalemme. In otto casi, veicoli e autobus israeliani sono stati danneggiati dal lancio di pietre o bottiglie incendiarie.

11). In Gaza, tra il 20 e il 23 aprile, gruppi armati palestinesi hanno lanciato razzi contro Israele. Successivamente, in un episodio, le forze israeliane hanno effettuato attacchi aerei, colpendo postazioni militari a Gaza. In Israele tre israeliani sono rimasti feriti mentre cercavano rifugio e sono stati segnalati alcuni danni. Un palestinese è stato ferito da razzi palestinesi caduti all’interno di Gaza. I raid aerei non hanno procurato alcun ferito, ma sono stati rilevati danni ai siti presi di mira e alle vicine proprietà civili, comprese quattro unità abitative. Il 24 aprile, a seguito di uno degli attacchi missilistici, le autorità israeliane hanno imposto un divieto di due giorni all’uscita da Gaza di 12.000 lavoratori o commercianti palestinesi titolari di permessi israeliani.

12). Il 4 maggio, a causa delle celebrazioni nazionali israeliane, le autorità israeliane hanno chiuso, per persone e merci, i valichi controllati da Israele; successivamente, adducendo problemi di sicurezza, le autorità israeliane hanno annunciato una proroga del divieto di uscita delle persone (con alcune eccezioni) fino a nuovo avviso. Al termine del presente rapporto, la chiusura del valico di Erez risulta essere la più lunga dall’escalation di maggio 2021 e impedisce l’uscita per motivi di lavoro, fino ad un massimo di 12.000 persone titolari di permessi israeliani. Il valico commerciale di Kerem Shalom è stato riaperto il 6 maggio, consentendo la normale circolazione delle merci in entrata e in uscita da Gaza.

13). Sempre nella Striscia di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale israeliana o al largo della costa, in almeno 50 occasioni le forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento [verso palestinesi], presumibilmente per far rispettare le restrizioni di accesso [loro imposte]. In tre casi, tre palestinesi sono rimasti feriti dai colpi di arma da fuoco israeliani. Undici pescatori, tra cui tre minori, sono stati arrestati in mare e quattro barche da pesca sono state sequestrate.

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Ultimi sviluppi (successivi al periodo di riferimento)

L’11 maggio, un’importante giornalista di Al Jazeera, Shireen Abu Aqla, mentre svolgeva un servizio giornalistico su un’operazione militare israeliana condotta nel Campo profughi di Jenin, è stata uccisa con arma da fuoco e un altro giornalista è rimasto ferito. Il Coordinatore Speciale e il Coordinatore Umanitario, facendo eco ai portavoce del Segretario generale ONU, hanno chiesto indagini tempestive e l’accertamento delle responsabilità relative alle circostanze della sua uccisione.

L’11 maggio, ad Al Bireh, Ramallah, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo un ragazzo di 16 anni.

Il 13 maggio, nel Campo profughi di Jenin, nel corso di una operazione militare, un soldato israeliano è stato ucciso e un numero, ancora non definito, di palestinesi, feriti.

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nota 1:

I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians

L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano l’edizione inglese dei Rapporti.

nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]

sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti

a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.

nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.

Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it




Israele: tre persone uccise durante un attacco in una città ultraortodossa

Redazione di MEE

5 maggio 2022 – Middle East Eye

In corso un’intensa caccia all’uomo per catturare i due sospettati che hanno attaccato gli israeliani mentre il Paese festeggia il Giorno dell’Indipendenza.

Almeno tre persone sono state uccise giovedì in una città ultraortodossa nel centro di Israele nel corso di un attacco mentre il Paese festeggiava il Giorno dell’Indipendenza.

È in corso un’intensa caccia all’uomo per trovare i due sospettati di 19 e 20 anni.

Magen David Adom, la Croce Rossa israeliana, ha detto che l’attentato ha causato 7 vittime: tre morti, due feriti in condizioni critiche, uno grave e uno con ferite lievi.

Secondo i media israeliani uno degli aggressori ha usato un’arma da fuoco e l’altro un’ascia o un grosso coltello. Middle East Eye non è riuscita a verificare in modo indipendente le dichiarazioni.

Video postati sui social mostrano ambulanze che accorrono sulla scena dell’attacco e personale medico che presta soccorso ai feriti.

L’attacco avvenuto a Elad, una città ultraortodossa a circa 30 km a est di Tel Aviv, arriva dopo una serie di aggressioni mortali nelle ultime settimane.

Un totale di 14 israeliani è stato ucciso da marzo in quattro sparatorie e accoltellamenti. Tutti i cinque assalitori, palestinesi provenienti da Cisgiordania e Israele, sono stati in seguito uccisi.

Sono almeno 50 i palestinesi uccisi fino ad ora quest’anno dall’esercito israeliano in Cisgiordania.

L’attacco di giovedì è avvenuto a pochi giorni dal primo anniversario dell’offensiva militare israeliana su larga scala contro l’assediata Striscia di Gaza.

Il picco di violenza si è registrato lo scorso maggio quando Israele aveva tentato di espellere alcune famiglie palestinesi da Sheikh Jarrah, un quartiere nella Gerusalemme Est occupata, per far posto a coloni israeliani.

Questo causò proteste diffuse nella Cisgiordania occupata e nella comunità palestinese in Israele che portò a 11 giorni di bombardamenti israeliani contro Gaza.

Secondo le Nazioni Unite l’operazione militare israeliana uccise 256 palestinesi, inclusi 66 minori. In Israele i razzi lanciati da Gaza uccisero 13 persone.

(traduzione di Mirella Alessio)




Le forze di sicurezza israeliane uccidono un palestinese in un’incursione nella Cisgiordania occupata

Redazione di Al Jazeera

26 aprile 2022, Al-Jazeera

Il Ministero della Sanità palestinese ha annunciato che Ahmad Owaidat, di 20 anni, è stato ucciso durante una incursione israeliana a Gerico.

Secondo il Ministero della Sanità palestinese le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso un palestinese durante una incursione nel campo profughi di Aqabet Jaber a Gerico, nella Cisgiordania occupata.

L’uomo è stato identificato come Ahmad Ibrahim Owaidat di 20 anni. Il Ministero della Sanità ha affermato che è stato colpito alla testa nelle prime ore di martedì.

Owaidat è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Ramallah ed è rimasto lì per diverse ore prima che ne fosse dichiarato il decesso.

Le forze di sicurezza israeliane hanno effettuato una incursione nel campo prima dell’alba e hanno arrestato almeno due palestinesi.

In risposta all’uccisione, il movimento di Fatah a Gerico e nella valle del Giordano ha annunciato uno sciopero generale per martedì.

Altri due palestinesi sono stati uccisi durante la scorsa settimana nella Cisgiordania; Lutfi al-Labadi di 21 anni e Hanan Khdour di 18 anni sono stati colpiti durante una incursione dell’esercito israeliano nella zona di Jenin.

La tensione è alta a Gerusalemme e in Cisgiordania.

Un incremento degli attacchi da parte dei palestinesi ha portato all’uccisione di 14 persone in Israele dal 22 marzo. Nel frattempo dall’inizio dell’anno gli israeliani hanno ucciso almeno 46 palestinesi residenti nella Cisgiordania.

Le incursioni dei coloni scortati dalla polizia durante la scorsa settimana, quando la festività della Pasqua ebraica e il Ramadan, il mese sacro per i mussulmani, si sono sovrapposti, ha provocato scontri giornalieri con i palestinesi nell’area della moschea di Al-Aqsa, con molti palestinesi feriti e arrestati.

Lo scorso anno settimane di protesta contro le deportazioni di palestinesi a Gerusalemme Est occupata e incursioni delle forze di sicurezza israeliane ad Al-Aqsa durante il Ramadan sono sfociate in una diffusa sollevazione in Israele e nei territori palestinesi occupati e in una offensiva di 11 giorni contro Gaza assediata.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)




Rapporto OCHA del periodo 5 – 18 aprile 2022

1). Nel contesto della perdurante situazione di violenza, in Israele e in Cisgiordania sono stati uccisi 15 palestinesi e tre israeliani e sono rimasti feriti 945 palestinesi e 23 israeliani: sono state condotte molteplici operazioni di ricerca-arresto, si sono verificati violenti scontri e sono state applicate severe restrizioni agli accessi.

Il 19 aprile, Tor Wennesland, Coordinatore Speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, ha rilasciato una dichiarazione, esprimendo la propria preoccupazione per le violenze ed esortando i leader a “ridurre le tensioni, creare le condizioni per riportare la calma e garantire che nei Luoghi Santi lo “status quo” sia garantito”.

2). Nel corso di due aggressioni attuate da palestinesi, due israeliani sono stati uccisi e undici sono stati feriti; successivamente entrambi gli autori sono stati uccisi [seguono dettagli]. Il 7 aprile, a Tel Aviv (Israele), un palestinese del Campo profughi di Jenin ha sparato uccidendo due israeliani e ferendone altri dieci; il giorno successivo, uno dei feriti è morto per le ferite riportate e, in uno scontro a fuoco, le forze israeliane hanno ucciso l’aggressore. Il 10 aprile, all’ingresso della moschea Ibrahimi, nell’area H2 della città di Hebron, una donna palestinese avrebbe accoltellato un poliziotto di frontiera israeliano ed è stata uccisa dalle forze israeliane. Secondo testimoni oculari, per circa mezz’ora, i soldati hanno impedito al personale medico di soccorrere la donna. Dopo l’attacco, le forze israeliane hanno intensificato le restrizioni all’ingresso dei fedeli musulmani nella moschea. Alla chiusura del presente rapporto i corpi di entrambi i palestinesi sono ancora trattenuti dalle autorità israeliane. Il 12 aprile, in Israele, un palestinese di Hebron è stato ucciso con arma da fuoco dalla polizia israeliana nel corso di un raid condotto in un luogo di lavoro sospettato di impiegare palestinesi non in possesso dei permessi israeliani. Funzionari israeliani hanno detto che l’uomo aveva accoltellato un ufficiale di polizia israeliano. Testimoni oculari palestinesi hanno detto che l’uomo stava dormendo e non aveva manifestato segni di resistenza.

3). In Cisgiordania, a seguito all’attentato di Tel Aviv [vedi sopra], le operazioni militari israeliane si sono intensificate: undici palestinesi, inclusi tre minori, sono stati uccisi dalle forze israeliane e altri sono rimasti feriti durante molteplici operazioni di ricerca-arresto ed altre circostanze [seguono dettagli]. Il 9 aprile, nel Campo profughi di Jenin, da cui proveniva l’attentatore, le forze israeliane hanno ucciso un palestinese e ne hanno feriti altri dieci, tra cui un 17enne, morto due giorni dopo per le ferite riportate; durante l’operazione si sarebbe verificato uno scontro a fuoco con palestinesi. Il 10 aprile, a Husan (Betlemme), le forze israeliane hanno ucciso una donna palestinese 45enne, disarmata e con problemi di vista; secondo le autorità israeliane (che hanno aperto un’inchiesta sull’accaduto) la donna aveva ignorato gli avvertimenti a non avvicinarsi. Sempre il 10 aprile, ad Al Khadr (Betlemme), un 21enne è stato ucciso con arma da fuoco; secondo fonti israeliane, aveva lanciato una bottiglia incendiaria contro veicoli israeliani. In tre diverse operazioni di ricerca-arresto tenute il 13 e 14 aprile, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo quattro palestinesi e ferendone altri sei, incluso un ragazzo di 17 anni che è morto, giorni dopo, per le ferite riportate. Le tre operazioni di ricerca-arresto sono avvenute a Silwad (Ramallah), Kafr Dan (Jenin) e Beita (Nablus); tali operazioni hanno innescato scontri. Il 14 aprile, un altro ragazzo, 14enne, è stato ucciso dalle forze israeliane all’ingresso di Husan (Betlemme); in questa circostanza i palestinesi avevano lanciato pietre contro le forze israeliane schierate all’ingresso del villaggio e queste avevano sparato proiettili veri, proiettili rivestiti di gomma e lacrimogeni. Il 18 aprile, una donna palestinese, è morta per le ferite riportate il 9 aprile a Jenin, mentre transitava in taxi durante uno scontro a fuoco tra palestinesi e forze israeliane.

4). Un altro palestinese è stato ucciso a Nablus dalle forze israeliane il 13 aprile, vicino alla Tomba di Giuseppe, luogo che nel corso degli anni è stato motivo di scontri tra palestinesi e forze israeliane che accompagnano i coloni israeliani [in visita alla Tomba]. [Di seguito l’antefatto dell’episodio del 13 aprile]. Il 9 aprile, palestinesi avevano vandalizzato il Complesso [della Tomba di Giuseppe], appiccando il fuoco ad una sua parte. L’Autorità Palestinese aveva annunciato la sua intenzione di riparare la struttura; nondimeno, il 13 aprile, coloni israeliani e forze israeliane sono entrati nel Complesso per effettuare le riparazioni. Durante tali lavori, le forze israeliane hanno sparato bombe assordanti verso palestinesi che lanciavano pietre contro di loro. Successivamente, le forze armate hanno sparato proiettili veri, proiettili di metallo rivestiti di gomma e lacrimogeni, ferendo 26 palestinesi. L’uomo ucciso [vedi inizio paragrafo] è stato colpito da un proiettile nella propria auto; stava portando i nipoti in una scuola vicina. Il 10 aprile, le forze palestinesi hanno sparato, ferendo due coloni che cercavano di accedere alla Tomba di Giuseppe senza accompagnamento militare [israeliano]; un altro colono che fuggiva dalla zona con il suo veicolo, ha investito e ferito un palestinese.

5). Dal 2 aprile, data di inizio del Ramadan, le forze israeliane hanno intensificato la loro presenza dentro e intorno alla Città Vecchia di Gerusalemme. Il 15 e 17 aprile, le forze israeliane hanno fatto irruzione nell’Haram Al Sharif / Monte del Tempio ed hanno usato la forza per far uscire i palestinesi. Secondo il commissario di polizia israeliano, ciò è avvenuto dopo che palestinesi avevano attaccato una stazione di polizia e avevano minacciato la sicurezza dei fedeli ebrei al Muro Occidentale. Le forze israeliane hanno sparato granate assordanti, proiettili con parte anteriore di gomma spugnosa ed hanno picchiato i palestinesi con i manganelli, compresi minori, donne, giornalisti e altri che, a quanto pare, non erano stati coinvolti in alcun lancio di pietre. Un totale di 180 palestinesi, inclusi 27 minori e quattro donne, sono rimasti feriti. Secondo i media israeliani, tre membri delle forze israeliane sono stati feriti da pietre. Durante l’operazione del 15 aprile [di cui sopra], le forze israeliane hanno arrestato 470 palestinesi, inclusi 60 minori, la maggior parte dei quali è stata rilasciata più tardi, quello stesso giorno.

6). Oltre ai sopraccitati 180 feriti a Gerusalemme Est, in Cisgiordania sono stati feriti dalle forze israeliane altri 765 palestinesi, inclusi 35 minori, il che rappresenta un aumento del 73% rispetto al precedente periodo di riferimento [seguono dettagli]. La maggior parte dei feriti (485) sono stati registrati in diverse manifestazioni. Questi includono circa 201 feriti segnalati in otto proteste contro gli insediamenti [colonici] vicino a Beita, Beit Dajan, Burqa e Qaryut (tutti a Nablus) e Kafr Qaddum (Qalqiliya). Altri 284 feriti sono stati conteggiati nel corso di manifestazioni contro l’elevato numero di vittime: alcuni partecipanti a tali proteste hanno lanciato pietre e le forze israeliane hanno sparato lacrimogeni, proiettili di gomma e proiettili veri. Altri 212 feriti sono stati registrati in 16 operazioni di ricerca-arresto svolte in Cisgiordania, inclusa Beita (Nablus) dove, in una singola operazione, sono rimaste ferite 147 persone. In totale, le forze israeliane hanno effettuato 109 operazioni di ricerca-arresto ed hanno arrestato 108 palestinesi. Il 12 e 13 aprile, a Tulkarm, le forze israeliane hanno fatto irruzione presso l’Università Tecnica palestinese, dove hanno aperto il fuoco contro gli studenti, ferendone 68, compresa una guardia di sicurezza che, secondo funzionari israeliani, era sospettata di essere coinvolta in un attacco contro israeliani. Di tutti i feriti palestinesi, 85 sono stati colpiti da proiettili veri, 90 da proiettili di gomma e la maggior parte dei rimanenti è stata curata per aver inalato gas lacrimogeni.

7). Secondo i dati ufficiali israeliani, il primo e il secondo venerdì del Ramadan (8 e 15 aprile), attraverso i quattro checkpoint predisposti lungo la Barriera, sono entrati a Gerusalemme Est 130.000 palestinesi titolari di documenti d’identità della Cisgiordania. Le autorità israeliane hanno consentito a uomini di età superiore ai 50 anni, donne di tutte le età e bambini di età inferiore ai 12 anni di entrare a Gerusalemme Est senza permesso. Quest’anno, per il Ramadan o per la Pasqua, le autorità israeliane non hanno concesso permessi ai residenti di Gaza.

8). In Area C della Cisgiordania e a Gerusalemme Est, adducendo la mancanza di permessi edilizi rilasciati da Israele, le autorità israeliane hanno demolito, confiscato o costretto le persone a demolire cinque strutture di proprietà palestinese. Di conseguenza, otto persone, tra cui quattro minori, sono state sfollate e sono stati colpiti i mezzi di sussistenza di circa altre quattro. Il calo delle demolizioni e delle confische a cui si è assistito nelle ultime settimane è in linea con la prassi di riduzione di tali interventi durante il mese del Ramadan, (prassi attuata nella maggior parte degli anni precedenti).

9). Coloni israeliani hanno ferito due palestinesi, e persone conosciute come coloni, o ritenute tali, hanno danneggiato proprietà palestinesi in dodici casi [seguono dettagli]. Il 9 aprile, coloni hanno aggredito fisicamente un palestinese che pascolava il bestiame vicino a Kafr al Labad (Tulkarm) e un altro nell’area H2 della città di Hebron. Altri tre attacchi si sono verificati a Qaryut (Nablus), nella Comunità di Ras a Tin (Ramallah) e a Wadi Fukin (Betlemme), tra cui l’irruzione in strutture di sostentamento, il furto di attrezzature agricole e serbatoi d’acqua e il danneggiamento di un impianto idrico e condutture. In due casi, coloni hanno attaccato pastori palestinesi e le loro mucche nella Comunità di Hammat al Maleh nella valle del Giordano settentrionale (Tubas) e agricoltori palestinesi a Kafr ad Dik (Salfit), causando danni ai raccolti. In altri cinque casi, sono state lanciate pietre contro veicoli palestinesi vicino a Gerusalemme, Hebron e Nablus, provocando danni ad almeno otto veicoli.

10). Persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali, lanciando pietre hanno ferito 13 coloni israeliani ed hanno danneggiato sette veicoli israeliani che viaggiavano sulle strade della Cisgiordania, vicino a Nablus, Ramallah e Gerusalemme. In otto casi, veicoli e autobus israeliani sono stati danneggiati dal lancio di pietre o bottiglie incendiarie.

11). Il 18 aprile, per la prima volta in oltre tre mesi, gruppi armati palestinesi della Striscia di Gaza hanno lanciato un razzo verso il sud di Israele. Il razzo è stato intercettato dall’esercito israeliano. Successivamente, le forze israeliane hanno lanciato attacchi aerei, colpendo un sito di addestramento militare nel sud della Striscia di Gaza. In entrambi i casi non sono stati registrati feriti.

12). Sempre nella Striscia di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale israeliana o al largo della costa, in almeno 38 occasioni, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento [verso palestinesi], presumibilmente per far rispettare le restrizioni di accesso [loro imposte]. In due dei casi, le forze israeliane hanno arrestato sette pescatori in mare, ferito uno di loro e sequestrato tre barche da pesca.

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Ultimi sviluppi (successivi al periodo di riferimento)

a). Il 22 aprile, un palestinese di 18 anni è morto per le ferite riportate il 9 aprile, quando era stato colpito dalle forze israeliane nel corso di un’operazione di ricerca-arresto condotta ad Al Yamun.

b). Il 19 e 20 aprile un gruppo armato palestinese di Gaza ha lanciato due razzi contro Israele; tre civili israeliani sarebbero rimasti feriti mentre cercavano rifugio e sarebbero stati segnalati danni. Successivamente, le forze israeliane hanno lanciato attacchi aerei, colpendo postazioni militari di Gaza; non ci sono stati feriti palestinesi, ma sono stati segnalati danni.

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nota 1:

I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians

L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano l’edizione inglese dei Rapporti.

nota 2:

Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre] sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.

nota 3:

In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.

Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it




Giovane donna palestinese muore in seguito alle ferite subite vicino a Jenin

International Middle East Media Center

19 aprile, 2022 – IMEMC (International Middle East Media Center) News

Fonti mediche palestinesi hanno riferito che lunedì sera una giovane donna palestinese è morta a causa delle gravi ferite infertele dai soldati palestinesi che il 9 aprile avevano invaso un villaggio vicino a Jenin, nel nord della Cisgiordania occupata.

La fonte ha affermato che la giovane donna, Hanan Mahmoud Khdour, di 18 anni, è stata colpita all’addome da un proiettile vero dopo che l’esercito ha sparato parecchi colpi contro un’automobile in cui si trovava quando i soldati hanno invaso la città di Jenin.

E’ stata immediatamente ricoverata all’ospedale specializzato Ibn Sina di Jenin ed è rimasta in condizioni critiche finché è morta per le ferite.

Stava andando a scuola a Jenin quando i soldati hanno aperto il fuoco contro l’auto durante l’invasione della città.

Centinaia di palestinesi hanno partecipato al suo corteo funebre a Jenin prima di dirigersi verso il suo villaggio, Faqqu’a, ad est di Jenin.

Il giorno in cui è stata ferita i soldati israeliani hanno sparato ad almeno 10 palestinesi e ucciso un giovane, Ahmad Nasser Sa’adi, di 21 anni, nel campo profughi di Jenin.

In aprile sono stati uccisi dall’esercito israeliano 19 palestinesi, compresi tre donne e tre minori:

    1. Aprile 18, 2022: Hanan Mahmoud Khdour, 18 anni.
    2. Aprile 15, 2022: Shawkat Kamal ‘Aabed, 17 anni
    3. Aprile 14, 2022: Mustafa Faisal Abu ar-Rob, 31anni
    4. Aprile 14, 2022: Sha’s Fuad Kamamji, 29 anni
    5. Aprile 14, 2022: Fawwaz Ahmad Hamayel, 45 anni
    6. Aprile 13, 2022: Omar Mohammad Elyan, 20 anni
    7. Aprile 13, 2022: Qussai Fuad Hamamra, 14 anni
    8. Aprile 13, 2022: Mohammad Hasan Assaf, 34° anni
    9. Aprile 12, 2022: Abdullah Tayseer Mousa Srour, 41 anni
    10. Aprile 11, 2022: Mohammad Hussein Zakarna, 17anni
    11. Aprile 10, 2022: Mohammad Ali Ghneim, 21anni
    12. Aprile 10, 2022: Ghada Ibrahim Ali Sabateen, 48 anni
    13. April 10, 2022: Maha Kathem Zaatari, 24 anni
    14. Aprile 9, 2022: Ahmad Nasser Sa’adi, 21 anni
    15. Aprile 8, 2022: Ra’ad Fathi Hazem, 29 anni
    16. Aprile 2, 2022: Saif Hifthy Abu Libda, 25 anni
    17. Aprile 2, 2022: Khalil Mohammad Tawalba, 24 anni
    18. Aprile 2, 2022: Sa’eb Tayseer Abahra, 30 anni
    19. Aprile 1, 2022: Ahmad Younis al-Atrash, 29 anni

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)




Finora nel 2022 Israele ha ucciso 5 volte i palestinesi uccisi nello stesso periodo del 2021

Redazione di MEMO

20 aprile 2022 – Middle East Monitor

In una dichiarazione rilasciata venerdì, l’Euro-Med Human Rights Monitor [ong palestinese con sede in Svizzera, ndtr.] ha affermato che nei giorni scorsi, dopo aver ricevuto luce verde dai politici, le forze di occupazione israeliane hanno intensificato l’uso della forza contro i palestinesi della Cisgiordania e di Gerusalemme Est occupate.

L’Euro-Med Human Rights Monitor ha affermato che la sua equipe aveva documentato l’uccisione di 18 palestinesi nella prima metà di aprile, molti dei quali sono stati uccisi in seguito alla dichiarazione del primo ministro israeliano Naftali Bennet rilasciata l’8 aprile in cui ha dato indicazione all’esercito israeliano di combattere una implacabile guerra a ciò che ha descritto come “terrorismo”.

L’Euro-Med Human Rights Monitor ha affermato che “questa mattina [15 aprile] la violenza delle forze di sicurezza israeliane si è estesa alla moschea di Al-Aqsa, in quanto numerose forze di polizia hanno assaltato il piazzale della moschea e attaccato i fedeli all’interno, ferendo più di 150 palestinesi e arrestandone altri 400”.

Nella dichiarazione si afferma che la decisione delle forze di sicurezza israeliane di irrompere nella moschea di Al-Aqsa e l’attacco ingiustificato ai fedeli riflette la temerarietà dei governanti israeliani e un apparente desiderio di inasprire le tensioni.

L’Euro-Med Human Rights Monitor ha aggiunto che “questo può avere gravi ripercussioni sulla stabilità a Gerusalemme e ovunque nei territori palestinesi. E’ quello che è accaduto a maggio dello scorso anno”.

L’Euro-Med Human Rights Monitor ha documentato l’uccisione dall’inizio del 2022 in vari incidenti di 47 palestinesi, inclusi otto bambini e due donne, da parte delle forze di sicurezza israeliane, constatando che il numero è cinque volte superiore a quello degli uccisi nello stesso periodo dello scorso anno, quando il numero era stato di dieci.

L’Euro-Med Human Rights Monitor ha spiegato che l’autorizzazione dei politici israeliani alle forze di sicurezza per operare con “piena libertà per annientare il terrorismo” sembra aver spianato la strada a pretesti infondati per uccidere e vessare civili palestinesi presso i punti di controllo militari e nelle città, villaggi e paesi della Cisgiordania e a Gerusalemme Est.

L’Euro-Med Human Rights Monitor considera i politici israeliani pienamente responsabili per l’uccisione dei palestinesi, specialmente “donne e bambini disarmati uccisi a sangue freddo e che non stavano rappresentando alcun rischio per le vite dei soldati israeliani”.

Nella dichiarazione l’Euro-Med Human Rights Monitor mette in relazione l’incremento delle uccisioni di palestinesi con le istruzioni impartite alle forze di occupazione il 20 dicembre 2021, che hanno dato il permesso ai soldati nella Cisgiordania occupata di aprire il fuoco su giovani palestinesi che lanciano le pietre e bottiglie molotov.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)




Un palestinese è stato ucciso dalle forze di sicurezza israeliane in Cisgiordania

MEE e agenzie

13 aprile 2022 – Middle East Eye

Muhammad Hassan Muhammad Assaf, di 34 anni, è stato ucciso durante una incursione israeliana nella città di Nablus.

Il ministero palestinese della Sanità ha affermato che mercoledì mattina le truppe israeliane hanno ucciso un palestinese a Nablus, una città della Cisgiordania occupata.

Il ministero ha aggiunto che Muhammad Hassan Muhammad Assaf, di anni 34, è morto per ferite d’arma da fuoco al petto.

Assaf, residente nella città di Kafr Laqif, nel distretto di Qalqilya, era un avvocato della Commissione sulla Colonizzazione e Resistenza al Muro della Cisgiordania.

La Mezzaluna rossa [la Croce Rossa dei Paesi musulmani, n.d.t.] palestinese ha riferito che altre 31 persone sono state ferite durante l’incursione israeliana, incluse 10 persone colpite con armi da fuoco.

I funzionari israeliani non hanno commentato, ma in precedenza avevano affermato che le truppe stavano “conducendo operazioni di anti-terrorismo” a Nablus e in altre città della Cisgiordania.

L’esercito israeliano ha intensificato incursioni e arresti in tutta la Cisgiordania negli ultimi giorni dopo che nelle ultime tre settimane quattro attacchi nello Stato di Israele, inclusa una sparatoria nell’ultima settimana nel cuore della metropoli costiera di Tel Aviv, hanno ucciso 14 persone.

Secondo un conteggio dell’AFP nello stesso periodo le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso 16 palestinesi, inclusi gli assalitori.

Il Palestinian Prisoners Club [Associazione dei Prigionieri Palestinesi] nel frattempo ha riferito che durante la notte sono stati eseguiti 14 nuovi arresti in tutta la Cisgiordania.

La radio pubblica israeliana ha affermato che le truppe [israeliane n.d.t.] sono entrate a Nablus per scortare coloni israeliani entrati nella città per riparare i danni effettuati giorni fa alla tomba di Giuseppe, un sito critico sacro sia per i mussulmani sia per gli ebrei.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)




Due donne e un minore tra 6 palestinesi uccisi

Tamara Nassar

11 aprile 2022 – The Electronic Intifada

Un minore palestinese e due donne sono tra i sei palestinesi uccisi negli attacchi delle forze israeliane da venerdì.

Domenica sera i soldati hanno sparato all’addome al sedicenne Muhammad Hussein durante un raid nella città occupata di Jenin, in Cisgiordania.

“I medici hanno trovato numerosi frammenti di proiettili nel bacino e nelle natiche di Muhammad”, ha dichiarato lunedì la Defense for Children International-Palestine. Muhammad è stato dichiarato morto poco dopo le 7 di questa mattina.

È il sesto minore palestinese ucciso dalle forze israeliane quest’anno.

Israele ha affermato che il ragazzo ha aperto il fuoco sulle forze israeliane che stavano facendo irruzione a Jenin in quel momento.

Dopo l’annuncio della sua morte il gruppo di resistenza della Jihad islamica lo ha rivendicato come un suo membro.

Tuttavia il racconto israeliano è contraddetto da un testimone oculare che ha dichiarato a Defense for Children International-Palestine che un veicolo militare israeliano è entrato a Jenin intorno alle 17:00 di domenica e ha iniziato a inseguire un’auto civile.

Secondo l’organizzazione per i diritti umani Muhammad “ha iniziato a correre dietro il veicolo militare israeliano e sembra stesse cercando per terra pietre da lanciargli contro”.

“Improvvisamente, senza alcun preavviso, un soldato israeliano ha sparato tre proiettili dal lunotto del veicolo militare, colpendo Muhammad all’addome da una distanza di circa quattro metri “.

Le ultime violenze israeliane arrivano dopo che i palestinesi hanno effettuato diversi attacchi in Israele e Cisgiordania in apparente risposta all’occupazione militare in corso e al sistema di apartheid israeliano.

Ansioso di mostrare all’opinione pubblica israeliana la sua durezza, il governo israeliano si è impegnato in una serie di uccisioni e arresti in tutta la Cisgiordania occupata.

Sullo sfondo delle recenti tensioni c’è il primo anniversario della rivolta dell’anno scorso nella Palestina storica, quando l’esercito israeliano ha effettuato un assalto di 11 giorni nella Striscia di Gaza assediata e in tutta la Cisgiordania occupata.

Madre di sei figli uccisa a colpi di arma da fuoco

Domenica, l’esercito di occupazione israeliano ha effettuato l’esecuzione extragiudiziaria una donna nella città palestinese di Husan, a ovest di Betlemme, sempre in Cisgiordania.

Le forze israeliane hanno detto che Ghada Sbatin si stava comportando in modo “sospetto” mentre si avvicinava, quindi le hanno sparato.

Secondo i media israeliani la donna era disarmata.

I soldati israeliani hanno affermato di aver avviato una “procedura di arresto” sparando in aria. Sbatin non si è fermata e allora hanno aperto il fuoco direttamente contro di lei.

Le forze israeliane spesso affermano di aver tentato una procedura di arresto quando uccidono palestinesi.

I media hanno diffuso filmati dell’incidente.

Il video mostra tre soldati, due in piedi dietro barriere di cemento e un terzo accanto a loro. La donna si avvicina ai soldati che le sparano a bruciapelo.

Poi si vede Sbatin sdraiata a terra, ricoperta di cartone.

All’arrivo in un vicino ospedale aveva perso molto sangue, secondo il ministero della salute dell’Autorità Palestinese, ed è stata dichiarata morta. Sbatin era una madre vedova di sei figli.

Più tardi lo stesso giorno le forze israeliane hanno sparato e ucciso una donna palestinese vicino alla moschea Ibrahimi nella città di Hebron, in Cisgiordania. Sostengono che aveva accoltellato e ferito lievemente un ufficiale della polizia paramilitare di frontiera israeliana.

È stata identificata dal ministero della salute come la 24enne Maha Kathem al-Zaatari.

Sempre domenica, le forze di occupazione israeliane hanno ucciso a colpi di arma da fuoco il diciannovenne Muhammad Ali al-Ghunaim nella città palestinese di al-Khader, un villaggio vicino a Husan.

Sparare nel mucchio

Lo stesso giorno, un comandante militare israeliano ha sparato e ucciso un uomo nella città di Ashkelon, nel sud di Israele, che avrebbe cercato di rubare l’arma di un soldato.

L’esercito israeliano ha detto di averlo “neutralizzato”.

L’uomo si è rivelato essere un cittadino ebreo israeliano che era scappato da un reparto psichiatrico, non un palestinese.

“Inizialmente si riteneva trattasse di un terrorista ucciso sul posto a colpi di arma da fuoco”, ha spiegato il sindaco di Ashkelon Tomer Glam.

“Poco fa è risultato chiaro che si trattava di un cittadino ebreo ad aver commesso l’atto, ed è stato sollevato il sospetto che potesse essere malato di mente “, ha aggiunto, suggerendo che l’esercito avrebbe potuto rispondere diversamente se avesse saputo che l’autore era un ebreo israeliano piuttosto che un palestinese.

Questo incidente illustra il livello di tensione in cui praticamente chiunque può essere sommariamente ucciso per “sospetto” di “terrorismo”.

Ma dimostra anche la natura razzista del sistema di apartheid israeliano, in cui ogni palestinese che resiste a quel sistema viene automaticamente bollato come “terrorista”, senza indagare su motivazioni o condizioni, mentre agli ebrei israeliani sono concesse le malattie mentali.

Guerra a Jenin

Sabato le forze di occupazione israeliane hanno invaso il campo profughi di Jenin nella Cisgiordania occupata settentrionale per fare irruzione nella casa del palestinese armato accusato di aver sparato e ucciso due israeliani giovedì.

Raed Hazem, 28 anni, è stato accusato di aver ucciso due israeliani e feriti altri 10 nella vivace Dizengoff Street di Tel Aviv, nel quarto attacco mortale in Israele delle ultime settimane.

È stato ucciso in uno scontro a fuoco con le forze israeliane mentre si nascondeva vicino a una moschea nella città portuale di Jaffa venerdì mattina, ha riferito il quotidiano di Tel Aviv Haaretz.

Hazem proveniva dal campo profughi di Jenin.

Sabato durante l’irruzione nella casa della sua famiglia, palestinesi armati hanno difeso il campo dall’invasione israeliana e un combattente della resistenza palestinese è stato ucciso.

Si chiamava Ahmad Naser al-Saadi, 23 anni, comandante sul campo della brigata Jenin del gruppo di resistenza della Jihad islamica.

Almeno altri 13 sono stati feriti con proiettili veri, ha affermato il ministero della salute dell’Autorità palestinese.

La brigata Jenin è stata costituita nel settembre 2021, quando sei palestinesi sono fuggiti da una delle prigioni più fortificate di Israele ma sono stati successivamente catturati.

Jenin rimane un centro della resistenza armata palestinese all’occupazione militare israeliana in Cisgiordania, nonostante tutti gli sforzi di Israele e dell’Autorità Palestinese per reprimere tale resistenza.

La città è diventata punto focale dei recenti scontri tra palestinesi armati e forze israeliane.

Le autorità israeliane stanno pianificando la demolizione delle case dei familiari di Raed Hazem e Dia Hamarsheh, entrambi residenti nell’area di Jenin, accusati di attacchi mortali in Israele.

Questa è una forma di punizione collettiva che Israele usa esclusivamente contro le famiglie dei palestinesi accusati di violenza, ma mai contro le famiglie degli ebrei.

Domenica le truppe israeliane hanno aperto il fuoco su un veicolo che trasportava i due fratelli di Hazem, compreso un bambino, e la loro madre, ha detto il fratello maggiore ai media.

I soldati israeliani hanno prima cercato di scontrarsi frontalmente contro l’auto, ma, quando il fratello di Hazem è riuscito a evitare lo scontro, i soldati hanno lasciato il loro veicolo militare e si sono avvicinati all’auto “direttamente” con “l’intenzione di uccidere, non di arrestare”, ha detto il fratello.

Durante questo attacco le forze israeliane hanno ucciso a colpi di arma da fuoco il sedicenne Muhammad Qassim.

Punizione collettiva

Sabato le autorità israeliane hanno annunciato una serie di punizioni collettive dirette non solo alle famiglie dei sospetti aggressori, ma contro l’intera popolazione di Jenin.

Includono la revoca dei permessi di lavoro, il divieto per i cittadini israeliani di visitare Jenin e il divieto ai residenti di Jenin di visitare le famiglie in Israele.

“Ci si aspetta che tali restrizioni infliggano un duro colpo all’economia locale”, ha affermato il quotidiano di Tel Aviv Haaretz, osservando che la stragrande maggioranza del potere d’acquisto della città proviene dai cittadini palestinesi di Israele.

Quando punisci tutta Jenin, impedisci il commercio e di recarsi al lavoro metti le persone con le spalle al muro. Aspettati che facciano qualsiasi cosa”, ha detto al Times of Israel il sindaco di Jenin, Akram al-Rajoub.

Due decenni fa, in questo mese, l’esercito israeliano massacrò almeno 52 palestinesi e ne ferì dozzine nel campo profughi di Jenin, secondo un rapporto compilato all’epoca dal segretario generale delle Nazioni Unite.

Le forze israeliane hanno bombardarono anche 150 edifici lasciando 450 famiglie senza casa. Secondo il rapporto 23 soldati israeliani morirono durante l’operazione.

L’escalation di Israele non mostrò in alcun modo di produrre la pacificazione dei palestinesi e la tranquilla occupazione a cui aspira Israele.

L’esercito israeliano ha dichiarato che due israeliani, entrati lunedì nella città occupata di Nablus, in Cisgiordania, sono stati leggermente feriti in una sparatoria da parte di palestinesi.

Gli israeliani stavano andando alla tomba di Giuseppe, un sito archeologico considerato sacro da musulmani, cristiani ed ebrei, situato nel cuore della città.

I coloni israeliani effettuano regolarmente visite al sito scortati pesantemente dall’esercito israeliano.

(traduzione dall’inglese di Giuseppe Ponsetti)